31 ottobre 2013

Il caos dei nazionalismi slavi nella Russia di Putin

A Stavropol' preparano un majdan [1]

A Stavropol' [2] il 2 novembre si svolgerà il primo Congresso degli Slavi della storia, a cui promettono di giungere oltre 700 delegati di tutta la regione e contemporaneamente da Svezia, Serbia, Ucraina e Bielorussia. Nella lista degli organizzatori c'è quasi una ventina di movimenti sociali (e peraltro, per qualche motivo, nessun movimento cosacco).

Il 4 novembre [3] si svolgerà una sorta di iniziativa alternativa – l'Assemblea Popolare Russa, condotta individualmente dall'ex presidente del comitato organizzativo del congresso "slavo", il noto oppositore Sergej Popov.

Ma questo non è ancora tutto. Dei nazionalisti ucraini venuti da chissà dove hanno annunciato che per il 4 novembre hanno in programma una Marcia Ucraina e un qualche Congresso dei Cosacchi nel centro di Stavropol'. Dicono che porranno la questione della creazione della repubblica di Cosacchia, che entrerà nell'Unione Europea come membro paritario.

Un delirio? Beh, certo! Ma a chi conviene riscaldare tutta questa isteria, attirando alla partecipazione anche i più puri "banderovcy" [4]? In questo tema confuso e maleodorante ha cercato di fare chiareza "Kavkazskaja politika".

La gente insoddisfatta di Putin

Sabato 2 novembre a Stavropol' avrà luogo uno dei principali avvenimenti politici di questo autunno – il primo Congesso degli Slavi della regione. L'iniziativa si svolgerà in un luogo rispettabile – nella sala da concerti del Palazzo della Creatività Infantile, tra l'altro il permesso per lo svolgimento del congresso è già stato firmato personalmente dal vice-capo della pubblica sicurezza della città Aleksandr Firsov.

La lista degli organizzatori è lunga, le personalità più note di questa sono il presidente della Sojuz slavjanskich obščin i organizacij [5] (SSOO) Vladimir Nesterov e il presidente della Camera Sociale Popolare di Kavminvody [6] e dell'organizzazione sociale interregionale "Centro Anticorruzione" Aleksej Kursiš.

Nel novero degli organizzatori del congresso ci sono anche il capo del Centro per lo Sviluppo della Cultura Etnica Russa "Rarog''" [7] Evgenij Pavljuk, il presidente della sezione regionale del "Controllo Ecologico Sociale di Russia" Vladimir Emel'janov, il presidente della fondazione benefica "Angelo Custode" Pavel Lebedev, il presidente dell'Unione degli Operatori della Cultura e dell'Arte regionale Tat'jana Rudomëtkin, il capo della sezione regionale dell'organizzazione sociale degli invalidi delle Truppe Interne Sergej Skiba, il presidente del movimento per la difesa dei diritti umani "Veče [8] di Mineral'nye Vody" Michail Savostin

E questa è tutt'altro che una lista completa. Com'è evidente, il pubblico è assai variegato, ma nel complesso sono persone di umori all'opposizione del potere: diremo che il summenzionato Aleksej Kursiš adesso è a capo della sezione regionale del partito "Parnas" [9] (dove sono Nemcov [10] e Kas'janov [11]) e Pavel Lebedev è l'ex leader della sezione regionale del partito di Kas'janov "Il Popolo per la Democrazia e la Giustizia".

Michail Savostin del "Veče" è membro dell'Ėkspertnyj sovet rossijskoj oppozicii [12] (ĖSO). Allo stesso tempo nel novero degli organizzatori, per esempio, c'è il presidente della sezione locale di Pjatigorsk [13] della Società Geografica Russa Vladimir Stasenko (ricordiamo che il consiglio direttivo della Società Geografica Russa è capeggiato dal presidente Putin).

Egregio lettore, nota che nel novero degli organizzatori del Congresso degli Slavi ci sono ecologisti, sportivi, lottatori con la corruzione, ma non c'è alcun rappresentante delle organizzazioni cosacche, che tradizionalmente sono molto forti nella regione di Stavropol' (non per nulla si chiama "regione cosacca").

L'autogoverno slavo. Suona?!

In tutto al Congresso degli Slavi attendono non meno di settecento delegati (la sala del Palazzo della Creatività Infantile sarà piena al limite). La parte principale di essi sarà rappresentata da Kavminvody – fin dal mattino del 2 novembre gli autobus di linea porteranno a Stavropol' delegati di Pjatigorsk, Georgievsk [14], Mineral'nye Vody e Inozemcevo [15].

Tra l'altro, come si dice nell'invito ufficiale, in qualità di ospiti sono stati invitati al congresso attivisti di alcune regioni della Russia, come pure nazionalisti dalla Serbia e dalla Svezia e deputati della Duma di Stato, della Verchovna Rada dell'Ucraina e dell'Assemblea Nazionale della Repubblica di Bielorussia.

Tra le questioni che i delegati del congresso sono intenzionati a discutere la più importante è la creazione di un qualche "un organo consultivo stabile di autogoverno slavo" (del tipo del Consiglio di Coordinamento o di quello degli Esperti dell'opposizione). Gli incaricati del nuovo organo risolveranno le questioni umanitarie che agitano la popolazione titolare in ciascuno dei 44 territori della regione. Anche l'ordine del giorno del nuovo organo "slavo" verrà formato al congresso – si tratta, per esempio, della politica migratoria nella regione, della divulgazione della cultura russa e di uno stile di vita sano e della lotta alle tendenze separatiste nella regione di Stavropol.

Al congresso discuteranno anche le questioni a livello nazionale, per esempio "la parità di diritti tra i soggetti della Federazione Russa", come pure "lo status del popolo russo nella Federazione Russa".

Tutto ciò suona certamente molto importante. Solo una cosa rimane non chiara: se in tutti i documenti del congresso figura la parola "russo", allora perché nel titolo sono messi in rilievo gli "slavi"? Forse gli organizzatori del congresso sono intenzionati a mettere in rilievo come una questione da discutere a parte la situazione del popolo ucraino e bielorusso nella regione di Stavropol' (e sono già 37 mila 500 persone o qualcosa meneo dell'1,5% della popolazione della regione).

L'1,5% di versioni

Lo svolgimento del congresso fu annunciato per la prima volta già a luglio e subito la preparazione fu oscurata da uno scandalo, che "Kavkazskaja politika" raccontò dettagliatamente nell'articolo "La Bibbia vs. il Libro di Veles [16]". Presidente del comitato organizzativo del congresso era stato eletto Sergej Popov, leader dell'Associazione delle Camere Sociali regionale e dell'organizzazione sociale "Russkoe edinstvo Kavkaza" [17] (REKA) e nel passato recente consigliere del plenipotenziario del presidente nel Distretto Federale Meridionale. Nonostante il passato da funzionario, al momento presente è uno dei più brillanti leader dell'opposizione "extra-sistema" di Stavropol', che con pari probabilità si poteva incontrare alle iniziative dei comunisti, dei nazional-patrioti e dei liberali.

Ed ecco che subito dopo l'inizio dei lavori del comitato organizzativo i suoi membri accusarono Popov di aver come monopolizzato il diritto di parlare a nome del futuro congresso. Lo stesso Popov afferma che i motivi della divisione sono molto più profondi – sotto la pressione dei neopagani e dei credenti delle religioni originarie, che siedono nel comitato organizzativo, fu sepolta l'idea primordiale di svolgere un'Assemblea Popolare Russa, che in seguito si trasformò in un indistinto Congresso degli Slavi della regione di Stavropol'. Per di più, com'è evidente dalla lista degli organizzatori dell'iniziativa, non la svolgono affatto i neopagani (o, più precisamente, non solo i neopagani).

Il motivo delle divergenze all'interno del comitato organizzativo, pare, non è affatto confessionale, ma essenzialmente politico. Sergej Popov è un antico e coerente sostenitore della creazione di una Repubblica Russa di Stavropol' – per analogia con quella Cecena, della Kabardino-Balkaria, della Karačaj-Circassia… Tra l'altro, come scrive convinto in uno dei suoi articoli, "con l'abolizione dello SKFO [18] o con il mutamento della configurazione del distretto federale del Sud della Russia lo slogan della Repubblica Russa di Stavropol' forse perderà pure la propria incisività, ma ora è attuale per raffreddare alcune teste calde dei vicini e alcune troppo vendute tra le nostre".

Tutti gli altri membri del comitato organizzativo si esprimono (perlomeno nello spazio pubblico) contro la creazione di un'autonomia nazionale russa. A causa di queste divergenze ideali Popov decise pure di svolgere un'iniziativa separata a Stavropol' – l'Assemblea Popolare Russa, che annunciò per il 4 novembre.

Nel suo articolo sul giornale "Stavropol'skij reportër" [19] Popov ha già divulgato anche l'ordine del giorno della sua iniziativa: la questione chiave di questa sarà per l'appunto la creazione della Repubblica Russa. Tra quelle proposte per la discussione ci sono anche – l'introduzione di quote per i ragazzi delle regioni del Caucaso negli istituti superiori della regione di Stavropol', la lotta all'espansione dell'Islam radicale, la parificazione della regione di Stavropol' con le repubbliche dello SKFO nella politica tariffaria…

Per di più quando e dove avrà luogo l'Assemblea Popolare Russa non è noto. Perlomeno il capo del comitato per la pubblica sicurezza Denis Alpatov ha assicurato a "Kavkazskaja politika" che all'amministrazione di Stavropol' non è giunta alcuna informazione sullo svolgimento di iniziative di massa il 4 novembre. E non giungerà più – il termine è scaduto.

L'autonomia cosacca nell'Unione Europea!

Inaspettatamente in tutta questa storia si è espressa anche una certa parte – il movimento "Grande Ucraina", che già si era manifestato durante i tragici avvenimenti di Nevinnomyssk [20] all'inizio di quest'anno. Ricordiamo che nella città dei chimici un ragazzo russo fu ucciso da due uomini provenienti dalla Cecenia, cosa che provocò massicce manifestazioni anti-caucasiche. La protesta fu riscaldata da due parti – da quella russa dal "Partito della maggioranza nazionale "Forza Nuova"" e da quella ucraina dalla stessa "Grande Ucraina".

Coordinatore di "Grande Ucraina" nel Sud della Russia è stato nominato Dmitrij Černov (originario di Lermontov [21]): questi ha diffuso su Internet un videomessaggio ai rappresentanti delle organizzazioni nazionaliste dell'Ucraina, invitandole a "aiutare a costruire uno stato nazionale, a difendere i nostri diritti alla vita, di cui tutte le forze oscure (in senso proprio e figurato) cercano di privarci, ad aiutarci nella lotta con il cosiddetto potere russo – ma essenzialmente di occupazione".

Nel frattempo i "camerati" kieviani hanno chiesto apertamente di far tornare la "Stavropol'ščina" [22] in qualche "confine storico" della Grande Ucraina, dichiarando che la maggioranza della popolazione della regione meridionale è costituita proprio da ucraini. Al tempo degli avvenimenti di Nevinnomyssk con appelli analoghi si fece notare anche il leader del partito "Fratellanza" (vicino per ideologia all'UNA-UNSO) Dmitro Korčyns'kyj.

Passano sei mesi e, pare, tutto si ripete. Sul sito di "Grande Ucraina" è comparso un videomessaggio di Dmitro Korčyns'kyj, che promette di svolgere una Marcia Ucraina con "slogan antifascisti dell'autonomia cosacca come membro paritario dell'Unione Europea" (pensate solo a questo slogan!) il 4 novembre nel centro di Stavropol'. Korčyns'kyj promette che invierà dall'Ucraina a Stavropol' di alcune decine di specialisti "per rafforzare l'effetto propagandistico".

Un videomessaggio analogo ha registrato anche il leader di "Grande Ucraina" e del movimento per la difesa dei diritti umani (già, a dire il vero, russo) "Per i Diritti Umani", l'avvocato Evgenij Archipov. Recentemente ha dichiarato di aver cambiato sesso e adesso si presenta con lo pseudonimo femminile Maša Bast (Bast è la dea egizia della gioia, dell'allegria e dell'amore). "Appoggio i cosacchi nella loro autodeterminazione e nella creazione della Cosacchia. E' un passo serio verso la libertà!", – dice Archipov-Bast.

A suo dire, "Grande Ucraina" manderà i propri attivisti a Stavropol' e monitorerà pure se non si violano i diritti dei nazionalisti giunti per esprimere le proprie idee. "Ammonisco ogni sorta di emarginati a non fare alcun tentativo di intimorire o di fare pressione su Dmitrij Černov o su altri nostri attivisti nella regione di Stavropol'. Tali tentativi verranno bloccati da noi, abbiamo i meccanismi adeguati per difendere i nostri attivisti", – dice Maša Bast nel videomessaggio.

Perché è necessario questo circo?

Anche durante le manifestazioni anti-caucasiche di gennaio nella regione di Stavropol' i fratelli ucraini (nelle persone di Archipov e Korčyns'kyj) dichiararono che avrebbero inviato in Russia decine di loro sostenitori. Insieme agli attivisti di qualche movimento, "Patrioti della Regione delle Terre Nere [24]", "Rus' [25] di Debrjansk [26]" e "Cosacchi Difensori del Gostinyj Dvor [27] di Kiev" (noti, a dire il vero, esclusivamente su Internet) promisero di svolgere cortei e corse automobilistiche a Krasnodar [28], Brjansk, Voronež [29], Rostov [30] e Nevinnomyssk. Tutti questi territori sono ritenuti dai patrioti radicali ucraini appartenenti alla Grande Ucraina.

Alla fin fine, a dire il vero, le folle di "banderovcy" promesse in Russia nessuno le ha comunque viste. A Nevinnomyssk giunsero in tutto due persone, che la polizia arrestò per teppismo – il 28enne Taras Karpjuk (si presenta come leader dell'organizzazione "Fratellanza" della regione di Kiev) e il 23enne Maksym Mychajlov (leader di "Fratellanza" nelle regioni orientali dell'Ucraina). Passati 15 giorni nel SIZO [31], furono rimessi in libertà.

Per tutto questo tempo Dmitrij Černov insieme ai "camerati" ucraini fecero propaganda attiva per la liberazione dei compagni arrestati. Descrisse in modo pittoresco come sarebbero stati sottoposti a torture poliziesche e svolse perfino un picchetto presso l'ambasciata russa a Kiev.

Tutto questo certamente ricordava in parte un vero circo. Pareva che il marasma politico avesse già raggiunto il limite. Risulta che non sia così. Infatti adesso, alla vigilia del Congresso degli Slavi della regione di Stavropol', si esalta alle stelle un altro tema scivoloso per la Russia, quello della comunità LGBT. E adesso non è già più neanche un circo, ma un qualche teatro dell'assurdo.

Dopo che su Internet sono comparsi i due videomessaggi – di Maša Bast e Dmitro Korčyns'kyj – il comitato organizzativo del Congresso degli Slavi si è affrettato a diffondere un messaggio in risposta (a dire il vero solo a mezzo stampa) in cui nega goffamente ogni legame con i nazionalisti ucraini. In questa lettera si rammenta come di sfuggita anche Sergej Popov.

Con questa astuta mossa gli organizzatori del Congresso degli Slavi equiparano agli occhi dell'osservatore neutro i "banderovcy" e un rispettabile politico della regione. "Né il comitato organizzativo, né alcuno dei suoi membri ha rilasciato ufficialmente interviste ad alcun mezzo di comunicazione di massa, tra cui giornali Internet… Riteniamo queste azioni una "cortina fumogena" con cui cercano di nascondere un reale avvenimento creativo e significativo per la società" – si dice nel messaggio.

In generale è chiaro: chiamando in aiuto i "colleghi" ucraini, i nazionalisti della regione cercano effettivamente di ottenere il discredito dell'Assemblea Popolare Russa che è svolta da Sergej Popov. Perché si fanno tali sforzi contro di lui? E' difficile che questo si possa spiegate con qualche divergenza ideale – o confessionale, o politica. Qui, piuttosto, i motivi sono essenzialmente di genere personale – la spartizione del potere. Beh, che gli stessi delegati di tutti questi futuri congressi (quanti che siano) pensino bene in che avventura si fanno coinvolgere.

Anton Čablin, "Kavkazskaja Politika", http://kavpolit.com/stavropolyu-gotovyat-majdan/ (traduzione e note di Matteo Mazzoni)
[1] Piazza centrale delle città ucraine (il corsivo è mio).
[2] Città della Russia meridionale.
[3] Festa nazionale russa, che coincide con la data della liberazione di Mosca dai Polacchi, che volevano porre un loro sovrano sul trono russo vacante.
[4] Seguaci di Stepan Andrijovyč Bandera, leader nazionalista ucraino che collaborò con i nazisti.
[5] Unione delle Comunità e delle Organizzazioni Slave. Il corsivo è mio.
[6] KAVkazskie MINeral'nye VODY (Acque Minerali Caucasiche), città della Russia meridionale.
[7] Divinità slava del focolare. Il nome è scritto con la grafia russa arcaica.
[8] Il veče era l'antica assemblea cittadina russa.
[9] "Parnaso". La parola è anche l'abbreviazione di PARtija NArodnoj Svobody (Partito della Libertà Popolare), partito di orientamento liberale.
[10] Boris Efimovič Nemcov, politico di opposizione di idee liberali.
[11] Michail Michajlovič Kas'janov, primo ministro dal 2000 al 2004, poi passato all'opposizione.
[12] Consiglio degli Esperti dell'Opposizione (Russa).
[13] Qualcosa come "Cinque Montagne", città della Russia meridionale.
[14] Qualcosa come "Città di san Giorgio", città della Russia meridionale.
[15] Qualcosa come "Luogo degli Stranieri", cittadina della Russia meridionale fondata da missionari della Società Biblica di Edimburgo.
[16] Libro che riporta storie e parabole della Russia pre-cristiana, ma che è ritenuto da molti un falso. Veles è una divinità slava.
[17] "Unità Russa del Caucaso".
[18] Severo-Kavkazskij Federal'nyj Okrug (Distretto Federale del Caucaso del Nord).
[19] "Reporter di Stavropol'".
[20] Città della Russia meridionale.
[21] Città della Russia meridionale intitolata al poeta Michail Jur'evič Lermontov.
[22] Nome, che può avere anche sfumature spregiative, della regione di Stavropol'.
[23] Ukrainskaja Nacional'naja Assembleja-Ukrainskaja Narodnaja SamoOborona (Assemblea Nazionale Ucraina-Autodifesa Popolare Ucraina), partito di estrema destra ucraino.
[24] Regione della Russia centro-meridionale.
[25] Antico nome della Russia.
[26] Nome originario di Brjansk, città della Russia occidentale.
[27] Mercato storico.
[28] Città della Russia meridionale.
[29] Città della Russia centro-meridionale.
[30] Città della Russia meridionale.
[31] Sledstvennyj IZOljator (Isolatore di Custodia Cautelare).



29 ottobre 2013

La Russia di Putin passa dal diritto europeo alla sharī`a?

"Novaja gazeta", 26-10-2013, 16.43.00
La barbarie nella legge

Con "emendamenti" poco notevoli approvati venerdì dalla Duma su iniziativa del presidente inizia la trasformazione del diritto russo in sharī´a

Sappiamo cos'è la guerra e quali sono le sue conseguenze, abbiamo e abbiamo avuto la sfortuna di vederlo. Capiamo cos'è il terrorismo, il cui scopo è la vendetta e (o) l'intimidazione delle persone, tra cui e perfino in primo luogo quelle che non hanno a che fare con questa guerra. Ricordiamo il "caso del colonnello Budanov" [1] e siamo pronti a guardare in faccia il fatto che la violenza verso le persone vicine al nemico militare è una cosa deviata psicologicamente, ma quotidiana in guerra.

La vendetta e (o) l'intimidazione degli "infedeli" viene elevata a eroismo religioso in quelle versioni dell'Islam che i terroristi professano sinceramente o con cui si coprono. Ma la Russia, che si ritiene, a livello di propaganda ufficiale, un paese cristiano, finora non si era decisa ad elevare a legge un simile principio. Ma venerdì sera la Duma su iniziativa del presidente ha approvato in seconda e terza lettura il disegno di legge n° 347667-6 "Sull'introduzione di mutamenti in alcuni atti legislativi della Federazione Russa".

Secondo questi mutamenti, l'articolo 18 della Legge Federale del 6 marzo 2006 "Sulla lotta al terrorismo" è stato integrato dalla parte 1-1, secondo cui: "Il risarcimento del danno, incluso il danno morale, causato da un atto terroristico si compie (…) a spese della persona che ha compiuto l'atto terroristico, come pure a spese dei suoi parenti prossimi, dei parenti e delle persone vicine in presenza di sufficienti basi per supporre che denaro, valori e altre proprietà siano stati ottenuti da questi in conseguenza dell'attività terroristica (…)".
Tuttavia il terrorismo non è affatto un'attività imprenditoriale e il terrorista kamikaze conta di finire in paradiso, non di avere una ricompensa terrena. Perciò qui le "basi sufficienti per supporre…" eccetera sono solo una riverenza ipocrita verso l'Europa cristiana, che in tal modo la "Rus' [2] ortodossa" saluta.
L'istituto della responsabilità di terzi è noto nel diritto contrattuale – per esempio, il garante ha una responsabilità sussidiaria per il debitore inadempiente. I complici di un crimine hanno responsabilità patrimoniale solidale nei confronti delle vittime. Ma proprio i complici colpevoli e non alcune "persone vicine": a queste per il risarcimento del "danno morale" possono bussare solo i banditi. L'idea della responsabilità collettiva senza colpa e senza prove nei sistemi moderni di diritto è stata eliminata, anche se ogni volta rinasce nei pogrom del tipo di Birjulëvo [3].

Istituti come la vendetta di sangue, che sottintende tra l'altro anche la possibilità di raggiungere la pace con l'aiuto di un riscatto, sono noti nei cosiddetti sistemi di diritto barbarici (qui questa non è una valutazione, ma solo una definizione), a cui, dal punto di vista europeo, si riferisce, per esempio, la sharī`a. La distruzione o il saccheggio di interi centri abitati, la vendetta su ordine o in forma di eccessi degli esecutori (il "caso Budanov") sono pure noti, ma come pratica barbarica delle guerre. L'elevazione a legge di questo principio significa, a sua volta, l'abbassamento del diritto a barbarie.

Non voglio essere capito male: non sono Dio e non conosco i Suoi piani. Forse, da qualche punto di vista "geopolitico" bisogna anche fare così. Ma allora sarà un grande peccato fare gli ipocriti con una costituzione di tipo europeo e con il Consiglio d'Europa. Non mi metto neanche a discutere la presunta efficacia del nuovo "18-1" nel senso di una reale lotta al terrorismo, anche se, a mio parere, la pratica degli atti terroristici mostra che i kamikaze danno la preferenza al "biglietto per il paradiso" per se piuttosto che agli interessi delle "persone vicine".
Ora non parliamo in generale di loro, parliamo di noi. Essenzialmente della cancellazione dall'ufficiosità ortodossa incentrata sul cristianesimo della libertà personale e della responsabilità solo personale, uno per uno, davanti a Dio – da tempo e con convinzione si trasforma in questo senso in una versione dell'Islam, tra l'altro, diremo, non la più raffinata.
E da venerdì scorso questa tendenza all'islamizzazione ha trovato semplicemente un consolidamento nella legislazione. Ciò non era prevedibile, ma è un importante evidenziatore dello sviluppo (o del degrado) della civiltà. Nello scontro di civiltà la Federazione Russa ha capitolato. Hanno come messo gli "ortodossi" in ginocchio.
Si può dire che abbiamo ceduto la civiltà senza combattere? Dipende dal fatto se per noi stendiamo la "linea del fronte" e quel segno che non si può superare.


Autore: Leonid Nikitinskij


Indirizzo della pagine: http://www.novayagazeta.ru/columns/60663.html


[1] Jurij Dmitrievič Budanov, colonnello russo condannato a dieci anni di prigione per l'omicidio di una giovane cecena, uscito dopo otto anni e ucciso da ignoti.

[2] Antico e "ortodosso" nome della Russia.


[3] Quartiere periferico di Mosca dove una folla ha assalito i commercianti caucasici e immigrati dopo l'uccisione di un ragazzo russo da parte di un caucasico.

Parterre des rois


All together

28 ottobre 2013

I "liberal-democratici" ceceni ascoltano Žirinovskij e cadono dal pero?

La sezione cecena dello LDPR [1] cessa di funzionare e si allontana da Žirinovskij

Inguscezia.Ru, 27.10.2013, 15.12

La sezione cecena dello LDPR
cessa l'attività, venuta a sapere le opinioni del leader del partito Vladimir Žirinovskij sulla soluzione della "questione caucasica". I liberal-democratici ceceni hanno valutato le proposte di introdurre una multa per il terzo figlio e di circondare il Caucaso con il filo spinato annunciate in televisione come appelli all'odio per motivi nazionali, territoriali e confessionali, che portano allo sfacelo del paese. Non vogliono avere più a che fare con Žirinovskij e invitano tutti a non votare più per il "portatore dell'ideologia fascista".
"E' un attentato ai principi democratici che stanno alla base dell'entità statale. In relazione a ciò annunciamo l'uscita dallo LDPR e la cessazione dell'attività di questo partito sul territorio della Repubblica Cecena", – si dice nella dichiarazione citata da Interfax. Lo stesso Žirinovskij non vede problemi nelle proprie dichiarazioni, si appoggia alla libertà di parola e spiega: "Mi hanno interrogato – ho risposto".

Ma gli ex colleghi di partito ceceni lo accusano di fascismo
. "Riteniamo per noi impossibile stare ancora in un partito guidato da un politico che si è compromesso come portatore dell'ideologia fascista", – ha dichiarato il coordinatore della sezione regionale cecena dello LDPR Adlan Šamsadov.

Nel partito notano che il programma
"Poedinok" [2] gli ha lasciato "un retrogusto molto amaro". "E non si tratta solo del fatto che il leader dei liberal-democratici nelle sue dichiarazioni si è abbassato al livello dell'ideologia del fascismo e del Ku Klux Klan. Le sue opinioni razziali personali non avrebbero sconvolto nessuno, se non per un "ma": idee estremiste nella forma e nella sostanza sono state "predicate" in onda da un politico di livello federale. E nel nostro paese multietnico e multiconfessionale!", – si sottolinea nella dichiarazione.

Alla sezione regionale hanno riferito
di essere stati scioccati dalla circostanza in cui il vice-presidente della Duma "ha gridato dagli schermi a tutto il paese che il terrorismo nel Caucaso del Nord è legato direttamente all'alta natalità, che è necessario limitarla artificialmente e circondare la stessa regione con il filo spinato".
"Riteniamo che nessuno persona assennata, nessun vero cittadino e patriota russo possa sostenere slogan che seminano l'odio etnico e limitano i diritti di milioni di cittadini russi che vivono nel Caucaso", – si sottolinea nella dichiarazione della sezione regionale del partito.

Al di là della cessazione dell'attività
, i liberal-democratici ceceni invitano "tutte le sezioni regionali dello LDPR a seguire il nostro esempio e tutti i cittadini russi a non votare mai per un partito che si scredita con tentativi di accendere conflitti interetnici e di gettare la nostra Patria nell'abisso dell'odio e della barbarie".

In precedenza il leader del partito "Jabloko"
[3] Sergej Mitrochin aveva minacciato di ricorrere alla giustizia per "nazismo" e il capo della Cecenia Ramzan Kadyrov aveva invitato i deputati della regione a reagire. La velocità della reazione, a dire il vero, finora non appare alta: alla Duma di Stato c'è la settimana delle regioni e le possibilità di documentare l'indignazione sono limitate. Alla commissione per l'etica questo è spiegato con il fatto che finora non hanno ricevuto appelli, sulla base dei quali si possano verificare le dichiarazioni di Žirinovskij. "Ora alla Duma di Stato c'è la settimana delle regioni, nell'ambito della quale i deputati rappresentanti di tutti i gruppi parlamentari si incontrano con i propri elettori e non eslcudo che dopo il ritorno dalle regioni dei deputati che rappresentano le repubbliche del Caucaso del Nord possano inviare il conseguente appello alla nostra commissione", – ha riferito il presidente della commissione Andrej Andreev.

http://www.ingushetiyaru.org/news/36617/ (traduzione e note di Matteo Mazzoni)

[1] Liberal'no-Demokratičeskaja Partija Rossii (Partito Liberal-Democratico di Russia), ad onta del nome partito nazionalista e populista.

[2] "Duello", talk-show politico del Primo Canale della TV di Stato russa.


[3] "Mela", partito di orientamento liberale, il cui nome è basato sulle iniziali "Ja-B-L" dei cognomi dei fondatori Grigorj Alekseevič Javlinskij, Jurij Jur'evič Boldyrev e Vladimir Petrovič Lukin.

27 ottobre 2013

Anche Lou Reed... Ciao


Possa tu essere nella Pace, Lou Reed.

Roma e l'Italia viste da un giornalista russo

L'Italia senza glamour

Un reporter di "SP" ha studiato gli alloggi per la notte di Roma

Dopo aver lavorato con successo nei vigneti della Corsica, ho deciso di andare in Italia e vedere finalmente la "città eterna". Ero abituato a vivere in viaggio senza pretese e perciò non prevedevo spese particolari.


Attenzione ai parassiti!

A Roma sono giunto di sera, ho preso alloggio in un ostello conveniente. Gli ospiti erano fondamentalmente stranieri provenienti da tutto il mondo. Biancheria bianca come neve e stirata in una stanza da molti posti. Secco, caldo, "comodità" al piano, di cos'altro ha bisogno un viandante?

Di notte mi sono svegliato con sensazioni spiacevoli: sul corpo qualcuno striscia e morde. Pulci! Da dov'erano venute? Nelle notti precedenti avevo vissuto in un campeggio in Corsica, ad Ajaccio, nella mia tenda, là non c'era stato alcun problema. Cosicché mi aveva acchiappato qui.
Sono un viaggiatore molto esperto e già per la quarta volta all'estero acchiappo i parassiti della pelle. Stavolta previdentemente avevo portato una boccetta con un'emulsione di benzoato di benzile proprio contro di loro. Al mattino presto nella doccia l'ho fatta finita rapidamente e facilmente con le creature striscianti su di me e ho disinfettato la biancheria intima.

Un rimedio contro la dissenteria e i parassiti intestinali, peraltro, lo porto sempre con me in Europa, so dove vado. Questa non è l'URSS, dove perfino nelle mense di campagna il personale doveva fare regolarmente l'esame dei vermi intestinali e dare il sangue per la RW [1], dove controllavano lo sporco sotto le unghie e appendevano ovunque cartelli: "Lavatevi le mani prima di mangiare!".

La mia notizia sulle pulci non ha stupito particolarmente l'amministrazione dell'ostello. Questa ha trasferito tutti i turisti in altre stanze, liberando questa per la disinfestazione. Peraltro i materassi erano previdentemente coperti con una pellicola di plastica, avevo già visto una cosa del genere negli alloggi per la notte per i senzatetto. Pare che questo si faccia proprio in caso di parassiti per la pelle allo scopo di semplificare la disinfestazione dei letti.

Ti riconosco, Italia! All'esterno tutto è bello, ma come scavi...

A suo tempo fui in questo paese in transito, andava in Francia. A Bologna c'era una coincidenza e mi cadde l'otturazione di un dente. Decisi di aggiustarla là, senza rimandare.

Un centro stomatologico a due piani, grande e chic. Molti studi. Pagai alla cassa. Il medico italiano, che capiva il mio francese, sembrava un bell'uomo nei prospetti pubblicitari e la sua bella assistente dalle gambe lunghe, sorridendo, per qualche motivo mi faceva vento con un asciugamano. Ovunque splendore, pulizia, sciccheria. Il medico si accinse al lavoro. Nella grande cavità dell'otturazione caduta mise del cemento con un dito, lo premette con un dito e mi annunciò: "E' tutto, è pronto!"

Mi smarrii. In casi simili i medici inizialmente pulivano sempre la cavità a mano, poi con il boro, poi la sgrassavano con l'alcool, mettevano il cemento, riempivano accuratamente la cavità e la molavano. Uscii in stato di pieno choc: "forse è una qualche nuova tecnologia occidentale?".
Presto in Francia questa otturazione truffaldina cadde. Trovai un dentista ad Avignone, gli raccontai tutta la storia e augurai: "mi è necessario un normale lavoro stomatologico". Era solo nel suo studio, senza un'assistente e perfino le carte le riempiva da solo. E c'era meno splendore nello studio. Ma fece tutto come prescritto, senza dimenticare di lodarsi: "un bel lavoro francese". Allusione: i "macaroni" non sanno lavorare così.

E il glamour italiano? E la pubblicità? E lo splendore e il luccichio in televsione? E i nobili signori e signorine? A chi si pone tali domande raccomando di guardare meno la televisione.

Il Colosseo, l'ex anfiteatro romano, dove un tempo combattevano i gladiatori, uno dei principali oggetti turistici di Roma. L'escursione a pagamento con una guida francese costa, secondo l'annuncio, 5 euro. Do un foglio da venti alla cassa, mi danno due e mezzo di resto. Cerco di chiarire in un inglese stentato, al che la cassiera mi ha attaccato in aggiunta 12,50. Non riesce: c'è rumore intorno. Restituisco i biglietti, i miei červoncy [2]. L'escursione è saltata. Il giorno dopo da un'altra cassiera è tutto come prescritto – solo cinque euro. Perché volessero prendermi altri soldi, non ho potuto comunque chiarirlo né all'ufficio informazioni, né con la guida turistica, anche se ho cercato molto caparbiamente di penetrare fino a questo nell'ambito di un interesse professionale giornalistico.

Il caos che ha preso a regnare in Italia è ben noto a tutti i francesi con cui sono giunto a dialogare. Queste storie non gli causano stupore. Tutti sogghignano dell'ordine italiano.

Comodo come in caserma

Vissuti due giorni nell'"ostello delle pulci", ho deciso di trovare a Roma un'abitazione ancor più conveniente, attraverso Internet sono andato agli alberghi illegali. Ce ne sono in Italia, risultano anche questi. Mi sono trasferito.

Non c'è un'insegna – è un comune condominio, dove gli appartamenti da molte camere di uno dei piani del vecchio condominio si sono trasformati in due "ostelli". Là non ci sono prezzi precisi per la permanenza e si può trattare entro certi limiti, se ci vivi qualche giorno in particolare. I letti sono a due piani, come in caserma. Ho trattato per 19 euro in una camera da cinque, anche se sospetto che i visitatori fissi non paghino più di 15.

Nell'"ostello" vicino sul nostro pianerottolo ci sono camere da dieci con una permanenza ancor più conveniente. Ma nell'altro è tutto in ordine. Biancheria, doccia, bagno, cucina con pentole, frigorifero e perfino wi-fi.

La cosa interessante e che tutti gli "ostelli" romani, e ce ne sono centinaia, sono molto affermati su Internet e abbastanza pieni, cosicché ci si può perfino scontrare con una situazione in cui "non ci sono posti liberi". I visitatori sono fondamentalmente stranieri, molti provengono dagli USA, la maggior parte prenota il posto attraverso Internet. Non pochi neanche gli immigrati locali dalla pelle di tutti i colori, regolari e clandestini. Si possono incontrare anche italiani che giungono a Roma dalla provincia...

L'atmosfera è come in un albergo dei tempi dell'URSS. Danno due chiavi – della porta d'ingresso del condominio e dell'appartamento-ostello. Non ci sono camere separate per uomini e donne, si sta tutti insieme come in una carrozza a scompartimenti. I fumatori escono sul pianerottolo. Non ci sono ubriachi, non c'è neanche rumore. Quando qualcuno dorme, i nuovi arrivati si sforzano di non accendere la luce. Tutto il personale consiste in una sorta di amministratore o qualcuno che lo sostituisce e di una tizia proveniente dalla Bulgaria, che cambia le lenzuola. Di notte e di mattina non c'è proprio nessuno. Come ospiti dell'"amministratore" passa il personale di altri "ostelli" clandestini, sono fondamentalmente immigrati, sospetto che in parte siano anche clandestini. Bangladesh, Bulgaria, Polonia...
Vicino c'è un piccolo mercato di generi alimentari – è un vicolo, ma è quasi nel centro della città, fino all'ora di pranzo è permesso bloccare il passaggio e mettere lì bancarelle improvvisate. Ma dopo pranzo il posto dev'essere libero.

Anche in Francia talvolta fanno così, ma là i mercati esistono più come cosa esotica e in questi i prezzi sono alti, i supermercati li hanno quasi schiacciati. In Italia i mercati prosperano, facendo una dura concorrenza al grande business con i loro prezzi estremamente bassi. L'uva, per esempio – è sui 50 centesimi di euro. Grazie alla mafia italiana, che non ama il grande business alimentare. Dicono che è proprio grazie ad essa che gli italiani anche oggi possono comprare prodotti freschi al mercato. Peraltro il commercio va avanti in modo molto turbolento, i compratori sono tanti. Anche le bancarelle di fortuna con merce di largo consumo cinese in tutta Roma sono tante.

Andiamo ad assalire i borghesi

Passeggiando per la città, mi sono imbattuto in una manifestazione. Molto affollata e rumorosa. Più tardi mi hanno raccontato che l'ultima azione di questa portata in Italia ci fu due anni fa. Finì con duri scontri con la polizia e da allora non se n'erano svolte a causa della divisione delle forze comuniste e di sinistra. Ma quest'anno tutte le divergenze sono state composte.
Secondo le leggi italiane, ma anche secondo la pratica e le tradizioni, che sono perfino più significative delle leggi, per svolgere una manifestazione in Italia non è richiesta alcuna registrazione. Volete svolgerla là e a quell'ora? Beh, svolgetela, è un vostro santo diritto!
In Italia ci sono alcuni partiti comunisti, frammenti del molto moderato e allora unico partito comunista "eurocomunista" spaccatosi due decenni fa. E' spaccato anche il movimento sindacale, in questo si è rafforzata l'ala radicale.

In tutto si sono riunite 10-15 mila persone. La gente era molto ben organizzata, molti portavano bandiere e cartelli. Centinaia di fischietti riscaldavano l'atmosfera. La folla era di umore deciso, ma non provocava la polizia. I passanti casuali e i clienti dei caffè guardavano attentamente i manifestanti e si notava che tutto ciò veniva preso effettivamente sul serio.

A maggio fui a una manifestazione abbastanza grande a Parigi. Si riunì meno gente, i manifestanti si comportavano più pacificamente e i parigini prendevano l'azione piuttosto come una cosa curiosa ed esotica. In Italia non è proprio così.

In un paese mal governato per tutto il periodo del dopoguerra alla fine ha preso a regnare il caos. La ben "disegnata" statistica economica non riflette in alcuna misura il reale stato delle cose. La democrazia parlamentare non funziona. Non c'è un governo normale. L'industria del nord del paese un tempo relativamente sviluppato si è fermata in modo significativo. Lo stipendio medio di un ragazzo giovane in una città di provincia, un commesso, per esempio, è sceso a 300 euro, uno stipendio minimo come in Francia in pratica in Italia non esiste. Le tasse sono raccolte in sempre minor quantità. Tutto crolla, gli italiani lo sentono bene, anche se perfino "Euronews" tace in proposito. Tutti si fanno una domanda: che sarà poi?

Le richieste della manifestazione erano quelle standard delle forze di sinistra: fermare le privatizzazioni, smettere di ballare al suono del flauto dei burocrati di Bruxelles dell'Unione Europea e così via.

Alla vigilia peraltro ho visto la protesta presso l'edificio del parlamento contro il progetto del governo di privatizzare entro la fine dell'anno… la "Croce Rossa" italiana. In favore di chi pagherà di più. Come si può comprendere questo in generale?

La manifestazione è terminata in piazza san Giovanni. C'è stato un incontro. Oratori, macchine e rafforzamento, tutto come previsto. Domani da questa piazza partirà una nuova manifestazione, più radicale, con qualche altro organico politico. Parteciperanno gli anarchici e principalmente i "Black Bloc". Questi ragazzi si radunano per simili azioni da tutta l'Unione Europea, dopo essersi messi in contatto tra loro attraverso Internet. Vestiti neri, copricapi che coprono il volto con un'apertura per gli occhi, mazze e spranghe metalliche nascoste sotto i vestiti. Al comando i membri dei "Black Bloc" disseminati tra la folla indossano i copricapi, estraggono mazze e spranghe e cominciano ad assalire le vetrine di negozi costosi e uffici bancari.

Un ragazzo giovane con cui ho parlato ha proposto anche a me di "assalire i borghesi". Apparentemente concordo, anche se so con precisione che non ci andrò – posso prenderle sulla schiena dal manganello di un poliziotto anche a casa. Tra l'altro del tutto gratis.

La scuola degli agenti

Studiando la città, un giorno mi sono imbattuto in un'insegna: "Giornata di porte aperte all'Università Americana a Roma". Sono passato, mi sono presentato: sono un giornalista. "E' il benvenuto, è solo che da noi non si può fotografare". Ho cercato anche un'insegnante di lingua franca che mi mettesse al corrente.

L'insegnamento è in inglese. Ci sono 500 studenti, più della metà sono americani, che cambiano nell'ambito di stage di qualche mese, per gli altri ci sono 4 anni di studi. Poi si possono continuare gli studi in un altro posto. O andare a lavorare. Ci sono studenti di 40 paesi, di Russia e Cina non ce ne sono, ma ce ne sono dell'Europa dell'Est, in particolare delle repubbliche della ex Jugoslavia. Gli studi sono a pagamento, 15 mila euro all'anno, in aggiunta è necessario pagare la permanenza. Del resto, gli studenti particolarmente promettenti possono ricevere una borsa di studi del governo degli USA. Anche i paesi petroliferi del Medio Oriente pagano l'istruzione della loro gente. Corsi specialistici: archeologia, arte, business, mezzi di comunicazione di massa, tra cui elettronici, relazioni internazionali…

Chi in Europa può garantire il pagamento degli studi al proprio rampollo nella misura di 15 mila euro l'anno più permanenza? Questa somma è pari al reddito netto di un francese medio in un anno e mezzo e di un italiano in due. Che lavorino ininterrottamente e stabilmente, li che è un grande successo. Nel sud dell'Europa c'è la crisi, le ditte hanno la febbre del tempo passivo, dei mancati pagamenti, mandano la gente in congedo a proprie spese. Ci si può forse immaginare il capo del reparto di montaggio di una fabbrica della Fiat che da il 40% del proprio reddito, straordinari e turni di notte compresi, per gli studi del proprio rampollo in archeologia e giornalismo. Ma è difficile. Nei mitici crediti studenteschi, a cui accederebbero i futuri archeologi contando di estinguerli prima della fine della loro vita, non credo molto neanche io. I fondi speciali delle organizzazioni non governative finanziate dagli USA, tra cui quelle segrete – ecco la fonte non dichiarata dei pagamenti per gli studi. E' in corso la preparazione di agenti di influenza, raccolti accuratamente in tutto il mondo.

Nel prospetto distribuito sono indicati i posti di lavoro di alcuni laureati dell'università, tra cui: l'ONU, l'ambasciata degli USA, l'Aeronautica Militare, la CNN, la NATO, la Banca Mondiale, alcune grandissime banche commerciali, il Ministero degli Esteri turco.

Con piacere ho mangiato bistecche arrosto sullo sfondo delle porte aperte e ci ho bevuto sopra Coca-Cola. A spese dell'università, che mi ha aperto le sue porte, ma che non mi ha comunque permesso di fotografare niente e nessuno all'interno.

Aleksandr Sivov, "Svobodnaja Pressa", http://svpressa.ru/travel/article/76424/ (traduzione e note di Matteo Mazzoni)

[1] Reazione di Wasserman, il test per la sifilide.


[2] Nome gergale delle banconote da 10 rubli (da červonnyj, "rosso").

26 ottobre 2013

L'Uomo Invisibile


Chodorkovskij e Putin: la tua fine è il mio inizio?

"Novaja gazeta", 25-10-2013, 01.55.00
Prigioniero del tempo [1]

Esattamente dieci anni fa fu arrestato Michail Chodorkovskij – e con questo fu definitivamente formalizzato il regime di Vladimir Putin

Quando Vladimir Kvačkov, accusato di attentato alla vita di Anatolij Čubajs [2], fu trasferito in un'altra cella, salutò il suo vicino Michail Chodorkovskij: "Arrivederci sulle barricate!" In un'intervista del settembre 2005 l'oligarca rispose al "patriota": "Arrivederci alle elezioni libere e democratiche!" Se si designa Kvačkov precursore di Birjulëvo [3] e Chodorkovskij precursore di piazza Bolotnaja [4] entrambi hanno avuto ragione.

Peraltro in cella a quel tempo Michail Borisovič leggeva la "Neprikosnovennyj zapas" [5] con l'articolo della filosofa francese Monique Canto-Sperber. Il testo era dedicato al "socialismo liberale" e il colonnello del GRU [6] che si muoveva contro il complotto giudaico-massonico prese a leggere la rivista dal "probabile avversario", un oligarca ebreo. Difficilmente queste idee avranno lasciato un segno in Kvačkov come il romanzo "Che fare?" di Černyševskij [7] lasciò un segno in Lenin, ma forse il testo di Canto-Sperber è stata una delle fonti intellettuali del famoso articolo di Chodorkovskij "La svolta a sinistra", dove presagiva il passaggio a sinistra della politica.


Da allora le discussioni sulla svolta a sinistra o a destra, sul liberalismo di destra o sul liberalismo di sinistra sono diventati inattuali. Perché la principale svolta nel senso del "capitalismo degli amici" e statale Vladimir Putin l'ha già compiuta e consolidata.

La data di fondazione del nuovo regime politico è il 25 ottobre 2003, il giorno dell'arresto di Michail Chodorkovskij da parte delle forze del reparto con compiti speciali "Alfa" di Novosibirsk [8], sottoposto al capo dell'UFSB [9] della regione di Novosibirsk. Inizialmente la svolta è avvenuta nella testa del capo dello stato. La sua incarnazione visibile e notevole per l'osservatore esterno l'ha avuta la mattina dell'arresto.

Simmetria della storia – 10 anni prima dell'arresto di Chodorkovskij c'è la sparatoria sulla Casa Bianca [10], il compimento della rivoluzione borghese el'ciniana, la preparazione della nuova Costituzione. Passano altri 10 anni e i risultati di un'epoca, consolidati de facto (non de iure) nel 1993 nella Legge Fondamentale scritta, sono destituiti.

Il 22 giugno 2003 c'è la caduta della "cassa comune democratica" degli oligarchi, il canale TVS* (è un "užik" – unikal'nyj žurnalistskij kollektiv [12]).

Il 2 luglio viene arrestato Platon Lebedev [13].

Il 25 ottobre è il reale inizio della campagna elettorale della Duma con la dimostrazione di chi è il padrone di casa. Ai partiti liberali è come se fosse proposto di unirsi alla posizione di Putin o di distanziarsi da essa. E con questo perdere una parte consistente dei voti degli elettori.

Il 14 novembre 2003 c'è il XIII congresso della RSPP [14]: Putin è contro "le accuse generalizzate alle forze dell'ordine".

Il 7 dicembre 2003 ci sono le elezioni alla Duma di Stato e i partiti SPS [15] e "Jabloko" [16] non superano lo sbarramento del 5%. La configurazione partitica che si forma nel paese corrisponde al nuovo regime personalistico.

Dopo la notizia dell'arresto di Chodorkovskij il giorno 25 ottobre i rappresentanti di tutte le unioni di uomini d'affari, tra cui i maggiori imprenditori del paese, si riunirono all'hotel "Balčug" [17] per valutare la situazione che si è creata. Mentre discutevano, Čubajs batté sul notebook il testo della dichiarazione su cui l'assemblea si accordò e gli propose pure di divulgare il documento – già allora tutti avevano capito che intervenire pubblicamente era pericoloso per la vita:

"L'escalation di azioni del potere e delle strutture delle forze dell'ordine nei confronti del mondo degli affari russo ha nettamente peggiorato l'atmosfera nella società… Sotto le macine delle strutture delle forze dell'ordine finiscono proprio quegli uomini d'affari che sono andati a fare rivelazioni pubbliche di informazioni sulle proprie compagnie e un trasparente pagamento delle imposte… Le compagnie sono costrette a riesaminare le proprie strategie di investimento, rinunciando a progetti significativi per il paese".


La dichiarazione terminava con un appello al presidente a indicare la propria posizione. Ma questi l'aveva già indicata – con l'arresto. Che aveva un serio significato educativo. E non solo per gli uomini d'affari, ma anche per la classe politica. Essenzialmente per tutta la popolazione del paese, parte del quale, secondo i pronostici, sosteneva la repressione nei confronti dell'oligarca. Con l'arresto Putin acquistò punti, non li perse. Li prese in ostaggio.
Difficilmente Chodorkovskij oggi è pericoloso per Putin come politico – sono comparse nuove straordinarie minacce. Adesso i cittadini della Russia si educano con altre procedure – il "caso del pantano" [18], le "Pussy Riot", il caso (i casi) Naval'nyj. Ma finché Chodorkovskij è in ostaggio, il presidente è in forza. Tutti hanno già dimenticato com'è vivere con MBCh in libertà. Non sanno cosa sarà. Temono l'indeterminatezza quando uscirà nel 2014. E perciò, probabilmente, già ora cercano delle varianti – come lasciare Chodorkovskij in ostaggio del tempo, del tempo di Putin, prigioniero.

Inoltre l'opinione pubblica guarda già più lealmente ai principali detenuti del caso JUKOS [19], e nelle élites, tra cui anche quelle non senza adulazione fedeli a Putin (a parole), è maturato un consenso - beh, è già buono, è stato in prigione abbastanza, bisogna rilasciarlo.

Michail Borisovič – e questo lo sa chiunque abbia seguito gli avvenimenti di dieci anni fa – non volle ostentatamente lasciare il paese e, come nel '37 [20], aspettò l'arresto. Ma questo per ora lo rende ancora più pericoloso per il sistema. E' uno zėk [21] inflessibile. Dieci anni è già un periodo staliniano, che forgia il carattere, che là, in alto, nessuno neanche sogna.

L'arresto di MBCh non è un fenomeno isolato. Non è il motivo del "congelamento" del regime, ma un sintomo di irrigidimento del sistema.

Per esempio, l'odierna stagnazione dell'economia è dovuta non solo e non tanto ai problemi del momento. Nella crescita che segna il passa "sta" il clima bruttissimo per gli investimenti di un paese senza regole. E questi mutamenti climatici non sono neanche iniziati, ma si sono compiuti e sono diventati una costante il giorno dell'arresto di Michail Chodorkovskij.

Cioè con tutta la distanza esteriore degli uni dagli altri la stagnazione e l'arresto di Chodorkovskij, le elezioni disoneste e il saccheggio della JUKOS, Nadežda Tolokonnikova [22] come esempio educativo e Michail Chodorkovskij come didattica incarnata sono fenomeni di una sola natura.

Proprio a partire dal caso Chodorkovskij la prigione è diventata il metodo universale di soluzione dei problemi insolubili – da quelli politici ed economici a quelli relativi alla concezione del mondo. Le opinioni non coincidono – in prigione, fai resistenza durante la presa da raider della tua proprietà da parte di compagni vicini all'imperatore – in prigione, sei un oppositore – in prigione. L'istituzione penitenziaria è diventata il mezzo per l'eliminazione della concorrenza nella politica, nel mondo degli affari, nell'ideologia e uno strumento per la monopolizzazione di potere, asset, anime.

Cioè, rilasciare Chodorkovskij è togliere le fondamenta da sotto i piedi del sistema. Strappare l'emblema. Bruciare il salvacondotto.

Prevedere la liberazione di Chodorkovskij e Lebedev al momento indicato è lo stesso che pronosticare il prezzo del petrolio: piuttosto si avvererà il risultato del vaticinio sui fondi di caffè. Per sua formazione Putin è un leader molto sicuro di se. Perciò potrebbe anche rilasciare Chodorkovskij. Ma la logica delle cose suggerisce che nelle attuali circostanze debba sentirsi sempre meno sicuro – e allora la liberazione di MBCh è minacciata.

Ho una canottiera, regalata chissà quando tempo fa da Ira Jasina [23], con l'immagine di Michail Borisovič davanti ("e sul petto sinistro il profilo di Stalin…" [24]) e con la scritta sulla schiena "Libertà per MBCh". Sta lì da tanto tempo che il ritratto si è già un po' appannato. Però il vicino di scalinata per la frequente osservazione di questa canottiera si è trasformato in un cittadino responsabile della patria. E' stata la prima persona di mia conoscenza che io – con stupore – abbia incontrato in piazza Bolotnaja il giorno della manifestazione post-elettorale del dicembre 2011.

Parafrasando Boris Pasternak, si può dire: la libertà è questa – la cercano ovunque, ma è dentro la persona. Come disse nella sua brillante ultima parola dopo la fine del secondo processo Michail Chodorkovskij, diventato a quel tempo quasi l'unico intellettuale pubblico e l'unica autorità morale in tutta la Russia: "Mi vergogno di vedere come alcuni, in passato persone da me stimate, cercano di giustificare l'abuso burocratico e l'illegalità… Quelli che hanno iniziato questo caso vergognoso – Birjukov [25], Karimov [26] e altri – ci chiamavano con disprezzo "commercianti", ci chiamavano servi, pronti a tutto per difendere il proprio benessere ed evitare la prigione. Sono passati degli anni. Chi si è rivelato servo? Chi in nome del denaro e per vigliaccheria davanti ai capi ha mentito, torturato, preso ostaggi? E questo lo chiamano "caso di stato"! E' vergognoso. Mi vergogno del mio stato".

Che fortuna è la libertà interiore. La libertà dice la verità.

*Canale finanziato dal grande business, erede della "vecchia" NTV [11].


Autore: Andrej Kolesnikov


Indirizzo della pagine: http://www.novayagazeta.ru/politics/60635.html


[1] Verso della poesia "Notte" di Boris Leonidovič Pasternak.

[2] Anatolij Borisovič Čubajs, imprenditore e politico russo.
[3] Quartiere periferico di Mosca dove qualche giorno fa i nazionalisti hanno attaccato i commercianti immigrati.
[4] "Del Pantano" (che c'era un tempo), piazza del centro di Mosca teatro di manifestazioni dell'opposizione.
[5] "Riserva Intangibile", rivista letteraria.
[6] Glavnoe Razvedyvatel'noe Upravlenie (Direzione Centrale dell'Intelligence), il servizio segreto militare.
[7] Nikolaj Gavrilovič Černyševskij, scrittore rivoluzionario, che nel romanzo "Che fare?" indicò una strada ai rivoluzionari russi.
[8] Principale città della Siberia.
[9] Upravlenie Federal'noj Služby Bezopasnosti (Direzione del Servizio Federale di Sicurezza), cioè del principale servizio segreto russo.
[10] Nome popolare dell'allora sede del Soviet Supremo.
[11] Il canale NTV sorse come canale indipendente, poi finito sotto l'egida della Gazprom.
[12] "Collettivo giornalistico unico" (il corsivo è mio).
[13] Platon Leonidovič Lebedev, socio di Chodorkovskij.
[14] Rossijskij Sojuz Promyšlennikov i Predprinimatelej (Unione Russa degli Industriali e degli Imprenditori).
[15] Sojuz Pravych Sil (Unione delle Forze di Destra), schieramento moderato.
[16] "Mela", partito di orientamento liberale, il cui nome è formato dalle iniziali dei cognomi dei fondatori Grigorij Alekseevič Javlinskij, Jurij Jur'evič Boldyrev e Vladimir Petrovič Lukin.
[17] Hotel nell'omonima isola artificiale nella Moscova a Mosca.
[18] La persecuzione dei partecipanti all'ultima grande manifestazione dell'opposizione in piazza Bolotnaja il 6 maggio 2012.
[19] Il colosso petrolifero di Chodorkovskij, nato dall'unione della Juganskneftegaz ("(Nefte)jugansk-petrolio-gaz" – Neftejugansk è un centro petrolifero della Siberia centro-occidentale) e della Kujbyšnefteorgsintez (Kujbyšev-petrolio-sintesi organica – Kujbyšev è il nome sovietico di Samara, città della Russia centro-meridionale).
[20] Anno di feroci purghe staliniane.
[21] Termine gergale per indicare i prigionieri dei gulag sovietici.
[22] Nadežda Andreevna Tolokonnikova, membro delle "Pussy Riot".
[23] Irina Evgen'evna Jasina, un tempo direttrice di una fondazione creata da Chodorkovskij e ora membro del consiglio presidenziale per lo sviluppo delle istituzioni della società civile e dei diritti umani.
[24] Verso della canzone Ban'ka po-belomu (Il piccolo bagno di vapore al calor bianco) del cantautore sovietico Vladimir Semënovič Vysockij).
[25] Jurij Stanislavovič Birjukov, a quel tempo procuratore generale russo, oggi membro del Consiglio della Federazione.

[26] Salavat Kunakbekovič Karimov, giudice istruttore del caso Chodorkovskij.