20 aprile 2007

La radice di tutti i mali...

Indagine

Di chi è questa firma, Boris Nikolaevič[1]?

I successori di solito dimenticano le promesse dei predecessori

El’cin comprensibilmente non ricorda a V. Putin il suo decreto[2] sull’abolizione del servizio di leva. Alle armi chiamano come prima. Come prima El’cin ama il tennis, l’operazione “Successore” è ricominciata.
E’ facile supporre che con un tale sistema russo di passaggio del potere, questo, il potere, non adempirà mai i propri solenni obblighi nei confronti della società.

Boris Nikolaevič, mi rivolgo a Lei per una precisazione. Nel 1996 Lei, presidente della Federazione Russa, promise di abolire il servizio di leva e di passare ad un esercito a contratto entro il 2000. Adesso siamo nel 2007 e il Suo successore V. Putin ha emesso un decreto per l’ennesima chiamata alle armi e Sergej Ivanov (ancora poco tempo fa ministro della Difesa) ha dichiarato pubblicamente che nessuno ha mai promesso di passare ad un esercito russo a contratto.

Boris Nikolaevič! Allora scherzava? O adesso ci ingannano consapevolmente?

Ricordo bene quei giorni di maggio del 1996. Io, ufficiale di comando della 205.a brigata di fanteria meccanizzata, ero membro della commissione elettorale delle forze armate federali unite nella Repubblica Cecena per l’elezione del presidente della Russia. Il 16 maggio Lei, Boris Nikolaevič, firmò il tanto atteso decreto n. 722 “Sul passaggio allo svolgimento delle funzioni di soldato semplice e di sergente nell’esercito e nelle altre forze armate della Federazione Russa su base professionale”.

Il punto 1° del Suo decreto suonava: “Passare dalla primavera del 2000 nelle forze armate… allo svolgimento delle funzioni di soldato semplice e di sergente sulla base dell’ammissione di cittadini volontari al servizio militare su contratto con l’abolizione del servizio di leva…”.

Se sapeste, Boris Nikolaevič, come si rallegrarono le madri dei futuri soldati, con quale sollievo quell’anno votarono per Lei – per il loro presidente!

Ricordo la giornata di sole del 28 maggio 1996, quando il Suo elicottero atterrò nello spiazzo presso il quartier generale della 205.a brigata di fanteria meccanizzata nella zona dell’aeroporto “Severnyj”[3] di Groznyj. E lei, il presidente russo Boris El’cin, parlando davanti ai militari promise: tra qualche mese i soldati di leva che prestano il loro servizio in Cecenia saranno sostituiti da soldati a contratto.
Boris Nikolaevič, il 3 luglio 1996 Lei è stato eletto presidente della Russia per un ulteriore mandato. Ma alla primavera del 2000 года, quando il Decreto n. 722 avrebbe dovuto essere attuato, non siamo arrivati – il 31 dicembre 1999 Lei ha ceduto anticipatamente il potere al suo successore – Vladimir Putin.

Probabilmente, Lei e lui avete valutato l’avvenire e non credo che abbiate dimenticato di valutare i problemi dell’esercito russo. Il Suo famoso decreto è stato gettato nella spazzatura.

In questi 7 anni – dalla primavera del 2000 – nelle nostre forze armate sono morti più di duemila militari che prestavano servizio di leva, alcune migliaia sono rimasti invalidi. Se il suo decreto fosse entrato in vigore, tutti questi ragazzini sarebbero sani e salvi.
Così chiarisca, Boris Nikolaevič, mi risponda: che è successo al Suo decreto n. 722? Chi si è fatto beffe delle madri che hanno perduto i loro figli?

Dalla redazione

Boris El’cin ha dimenticato le promesse fatte in pubblico in quanto è diventato il primo pensionato-oligarca[4]

El’cin non commenta alcun appunto sul fatto che la Russia ha abbandonato la via democratica di sviluppo. A questo silenzio siamo abituati. Ma in modo un po’ impaurito (il che non è abituale) ha dimenticato la sua principale promessa fatta al paese – rendere l’esercito professionale e abolire il servizio di leva nel 2000. Duemila perdite di persone “non da guerra” non lo scuotono più, perché capisce, di cosa è debitore e a chi.
A El’cin è stato conservato il solito business familiare.
Gli immobili.
Abramovič è sano e salvo.
(Come si erano accordati, questi è stato ereditato.)
Con l’amato tennis tutto è a posto.
I
suoi figli vivono e si arricchiscono a Londra.
Ci sono, a dire il vero, anche delle preoccupazioni: bisogna ristabilire i documenti perduti riguardanti altri quattro ettari di terra a Rublëvka[5]. Egli li ristabilirà, crediamo che gli riuscirà.
Noi, a nostra volta, aiutiamo Boris Nikolaevič a ristabilire nella memoria un altro documento – il n. 722. Anche sePerché fargli questo adesso? Un qualche servizio di leva, qualche ragazzo
Alla fin fine ha meritato il diritto di ammirare le gambe di Safin e non quelle del soldato Syčëv[6].
Anche a questo servono i “successori”, a vivere tranquillamente il futuro, senza temere per il passato.

Vjačeslav Izmajlov
capo della sezione Situazioni di Emergenza

05.04.2007, Novaja Gazeta, http://www.novayagazeta.ru/data/2007/24/00.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)



[1] Ai russi con cui non si ha confidenza bisogna rivolgersi chiamandoli per nome e patronimico (quella sorta di cognome che deriva dal nome del padre – quello dell’ex presidente russo si chiamava evidentemente Nikolaj El’cin).

[2] Secondo la Costituzione russa il presidente può emettere decreti legislativi che entrano immediatamente in vigore (non devono contrastare con la Costituzione e con le leggi federali, ma di come verificare ciò e come operare una volta verificato tale contrasto si parla molto vagamente).

[3] Settentrionale.

[4] “Oligarchi” sono detti in Russia i potentissimi miliardari come Abramovič.

[5] Zona d’elite alla periferia di Mosca.

[6] Il soldato diciannovenne Andrej Sergeevič Syčëv, nella notte di Capodanno del 2006, fu picchiato con incredibile violenza da un sergente e tre commilitoni. Non ricevette cure mediche fino al 4 gennaio e a causa di una cancrena diffusa dovette subire l’amputazione di entrambe le gambe, l’evirazione e l’asportazione dello sfintere.

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