19 dicembre 2008

Da presidente a primo ministro, da Putin Hood a Babbo Natale...

Il coniglio da reclame [1]

La fiaba natalizia di Vladimir Putin non si è avverata

La zucca si è trasformata in carrozza, i topi in cavalli e il ratto in un grasso cocchiere proprio davanti ai nostri occhi. E’ successo durante la “Conversazione con Vladimir Putin” [2], trasmessa dal canale di Stato in tutta la Russia. Al premier ha telefonato la bambina di 9 anni Dar’ja Varfolomeeva del villaggio Tunguj nel distretto di Muchoršibir’ in Buriazia [3]: “Zio Volodja [4]! Presto sarà Capodanno [5]. Viviamo con la pensione della nonna, in paese non c’è lavoro. Io e mia sorella sogniamo di avere dei vestiti nuovi. Voglio chiederLe un vestito come quello di Cenerentola. Diventi un mago buono per Capodanno”. “Dašen’ka [6], ti ho ascoltato. Invito te e tua sorella, e anche la nonna, tutte insieme per Capodanno a Mosca ad una delle feste intorno all’albero [7] e ai doni ci penseremo noi qui”, – ha risposto il premier.

Come comunicano “Ècho Moskvy” [8] e le agenzie di informazione, l’amministrazione locale ha reso noto ai Varfolomeev che a Mosca andranno solo le sorelle Daša e Anja, fra l’altro in un gruppo di bambini della Buriazia, che sarà portato alla festa intorno all’albero al Cremlino. A quanto ha detto la madre di Daša, due bambini sono stati semplicemente tolti dalla lista e al loro posto sono state iscritte le sorelle Varfolomeev. Questa situazione ha molto deluso Daša e tutta la sua famiglia, a questi dispiace per i bambini offesi ed esclusi. Inoltre i genitori hanno paura a mandare le bambine da sole a fare un viaggio così lungo.

Così ai loro occhi il cocchiere si è trasformato di nuovo in un grande ratto baffuto. E’ chiaro che le fiabe le scrivono i favolisti e i funzionari dello Stato non sono lì per quello. Il popolo è al corrente del fatto che i prodigi non ci sono e molto tempo fa ha formulato: quando invitano a danzare un’orfanella, i musicisti annunciano un intervallo.

Quali domande fanno a Putin? Gli organizzatori della diretta conoscono l’ABC della pubblicità: è garantito che i bambini e gli animali provochino emozioni positive al pubblico. I conigli da reclame sono ciò di cui si ha bisogno. Ed ecco che hanno incluso tra le domande da scaricare quelle sul destino di un animale di cui il premier si occupa e quella di una bambina di un posto sperduto. Trovate già provate nelle passate linee dirette con Putin. Anche la calda risposta del padre della nazione e padre di due figlie non ha stupito – non poteva essere altrimenti.

E difficilmente ci si sarebbe potuti aspettare qualcosa di diverso dai funzionari buriati. E’ difficile che rispondano delle proprie parole, figuriamoci delle promesse di un altro… Certo, Daša ha chiesto un vestito allo zio Volodja e questi avrebbe potuto comprarlo da solo e mandarlo per posta nel villaggio Tunguj. E pure i biglietti, se avesse voluto vedere Daša con i suoi familiari alla festa intorno all’albero. Tuttavia Putin, evidentemente, ritiene che la verticale del potere da lui costruita sia efficiente e si è affidato ad essa. Nell’impero romano si diceva: “L’aquila non acchiappa le mosche. Il magistrato non dirime questioni di poca importanza”. In effetti, che importa all’aquila delle mosche? Ma i funzionari sul posto sono simili all’Anatra di “Alice nel Paese delle Meraviglie”. Questa si lamentava: “Quando trovo qualcosa, risulta sempre essere una rana o un verme”. Quando questi funzionari si mettono a fare una buona azione, immancabilmente viene fuori confusione e la migliore impresa si trasforma in qualcosa di contrario.

La conclusione è logica. Ai due bambini tolti dalla lista è toccato un torsolo di mela e per Daša e Anja la futura festa ha cominciato a sciogliersi come un Chupa-Chups.

Tale è la nostra storia natalizia. E sapete, in essa in effetti ci sono solo parti lese. Ma i colpevoli non ci sono. Beh, chi, in realtà, è colpevole del fatto che una bambina confonde Babbo Natale [9] con Putin? Chi è che non le ha spiegato che i politici, di fatto, sono tali esseri, che, appena aprono bocca, mentono? Che con i loro discorsi bisogna comportarsi come con i saldi di fine stagione – fare lo sconto del 50 o anche del 70 per cento di quello che pronunciano? Ma sì, dove sono i saldi nel villaggio Tunguj?

A Tunguj chi può spiegarle che i politici non possono essere maghi, tantomeno buoni? Milioni di bambini vengono educati dalla televisione. Qui il 31 dicembre bambine e bambini vedranno una fila di capi, che a turno con aria ispirata gli augureranno happy new year e immancabilmente Buon Natale [10]. A Krasnojarsk [11], per esempio, verso mezzanotte mandano in onda, di regola, il discorso del sindaco, poi quello del presidente dell’Assemblea legislativa, poi quello del governatore. E per tradizione seguono gli auguri di numerosi deputati e membri del governo della regione. E chiude questa lista il presidente. Quest’anno, probabilmente, sentiremo inoltre il discorso del primo ministro.

E così in tutte le città e i paesi. Come caratterizza la nostra nazione questa galleria di teste parlanti? Cos’è, vogliamo proprio ascoltare queste persone nella festa più domestica? Per noi sono le più importanti, le più familiari? Perché, per esempio, non ci fa gli auguri la Isinbaeva [12]? O Hiddink [13]? O gli attori? Medvedev è più importante? Ma il re degli animali è il leone. Ed è più forte di qualsiasi persona, perfino di Medvedev e Putin messi insieme. Anche il leone ha il Capodanno. Forse si potrebbe fare un collegamento di cinque minuti dalla savana africana?

Gli adulti sono in grado di distaccarsi dallo Stato, non farvi attenzione, spegnere il televisore. Gli adulti sono in grado di seguire il principio universale di convivenza con le autorità: non credere, non temere, non chiedere. Ma i bambini credono e chiedono. Perdonate, chi ne ha colpa?

Non possiamo distaccare i nostri bambini dalla politica, ma a non trasformare la vita in merda [14], non nutrirsi di illusioni, non chiedere nulla a chi non è al tuo pari e a credere a Babbo Natale possiamo insegnare solo noi ai nostri bambini.

Non so se sia così, ma nel libro divulgativo, che ora leggo al mio bambino, è scritto, che i piccioni, a causa delle particolarità strutturali dei loro occhi, vedono il mondo rosa. E di piccioni sul nostro pianeta ce ne sono circa un miliardo. E allora penso: tanti, quanti i bambini piccoli. Che gli uccelli e i bambini vedano pure il mondo come a loro piace. Ma che il vestito a Daša lo regali comunque Babbo Natale e non il presidente del governo. Non si può permettere che si sfruttino i nostri bambini come conigli da reclame. Non è giusto.

Aleksej Tarasov
nostro corrispondente, Krasnojarsk

18.12.2008, “Novaja gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2008/94/00.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)

[1] In luogo di Reklamnyj rolik (filmato – letteralmente “bobina” – pubblicitario), l’autore usa l’espressione Reklamnyj krolik. Si può leggere come “coniglio da reclame” – una sorta di Bugs Bunny –, ma anche come “cavia da reclame”, alludendo all’espressione podoytnyj krolik, “coniglio da esperimento”.

[2] “Filo diretto” televisivo che Putin teneva come presidente e che tiene ancora…

[3] “Repubblica autonoma” della Siberia sud-orientale. Muchoršibir’ è abbastanza vicino al confine con la Mongolia.

[4] Diminutivo di Vladimir.

[5] Spesso il Capodanno è una festa più sentita del Natale, abolito dal regime sovietico e restaurato solo negli anni ’90.

[6] Vezzeggiativo di Daša, diminutivo di Dar’ja.

[7] L’albero di Natale, che in epoca sovietica divenne l’albero di Capodanno…

[8] “L’Eco di Mosca”, radio (relativamente) libera.

[9] Letteralmente “Nonno Gelo”, versione russa del magico vecchietto, che però non ha alcun rapporto con San Nicola.

[10] Va ricordato che il Natale ortodosso è il 7 gennaio, perché la chiesa ortodossa segue il calendario giuliano.

[11] Città della Siberia centrale.

[12] Elena Gadžievna Isinbaeva, campionessa di salto con l’asta.

[13] Guus Hiddink, allenatore olandese della nazionale di calcio russa.

[14] Sic.

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