06 settembre 2009

I giochi dei "servizi" alle origini della tragedia di Beslan

Si è perso il controllo su un gruppo di intelligence. Ed è arrivato a Beslan


Come un piccolo gioco di intelligence con i militanti è finito con il più sanguinoso atto terroristico nella storia russa


Ai primi di agosto del 2004 sul tavolo di Kazbek Mamaev, capo di una sezione del servizio di sicurezza del ministero degli Interni dell'Ossezia del Nord c'era il rapporto di un sottoposto – il primo plenipotenziario operativo К. (Il nome intero, l'incarico e il grado sono noti alla redazione.)

Con la presente faccio rapporto sul fatto che durante l'incontro con “N” sono state da me ricevute informazioni su persone che hanno preso in affitto un appartamento all'indirizzo (noto alla redazione)… o – si tratta di persone di etnia cecena – che, secondo una fonte, probabilmente pianificano un atto terroristico. La fonte ha tratto tale conclusione dopo aver ascoltato casualmente una conversazione tra tali soggetti, in cui questi dicevano che “dispiace per i bambini, non hanno alcuna colpa, ma bisogna farlo”. Secondo la fonte, nella conversazione si trattava anche di un periodo più o meno intorno al 10 agosto, inoltre si trattava anche dello studio televisivo di Vladikavkaz [1].

L'informazione è stata ricevuta per la prima volta, richiede una verifica supplementare. Alla fonte è stato proposto, applicando misure prudenziali, di chiarire ancora qualche informazione sui soggetti e sui loro scopi”*.

Kazbek Mamaev appose una risoluzione sull'angolo superiore sinistro del rapporto per il proprio vice Tebiev: “Or di preparare un'informativa per l'UBOP [2] del ministero degli Interni della RSO-A [3]”.

In tal modo del lavoro su questa informazione operativa divenne responsabile Roman Sochiev, allora facente funzione di capo dell'UBOP dell'Ossezia del Nord.

Poiché un mese dopo si verificò davvero la presa della scuola di Beslan, si può supporre che questa informazione operativa non abbia aiutato molto le strutture armate ossete a impedire l'atto terroristico. Perché?

Personalmente ritengo che questa sia una delle questioni principali di Beslan.

Questo rapporto di servizio è un'evidente testimonianza del fatto che le informazioni su un atto terroristico in preparazione nell'estate 2004 in Ossezia siano giunte con paurosa regolarità. A cominciare dai telegrammi cifrati da Mosca per finire con notizie estremamente concrete ricevute dagli uomini delle strutture armate della Cecenia: “Il 1 settembre 2004 alle 5 del mattino nella città di Šali [4] è stato arrestato il cittadino Arsamikov. Nel corso del lavoro condotto Arsamikov ha raccontato che si pianifica la presa di una scuola nella città di Beslan”

Così perché non si è riusciti a impedirlo? E c'è di più! Perché ai terroristi, essenzialmente, è stato organizzato un approccio senza ostacoli al bersaglio, togliendo dalla loro strada tutti i posti di blocco e le barriere e anche ignorando le numerose comunicazioni delle fonti operative?

Da 5 anni gli inquirenti in generale non rispondono in alcun modo a queste domande. Questo tema è come se non esistesse per gli inquirenti, anche se nei materiali dei procedimenti penali su Beslan ci sono non poche informazioni su ciò che ha preceduto immediatamente la presa della prima scuola [5]. I giornalisti sono pronti a fare spallucce con condiscendenza: il livello dei nostri servizi segreti non è alto…

Ma se avevano già registrato l'informazione operativa, perché non l'hanno verificata? E hanno verificato in generale?

Le testimonianze di Šamil' Basaev

L'unico che abbia intrapreso il tentativo di rispondere a queste domande, per quanto strano, è Šamil' Basaev. Il 31 agosto 2005 sul sito dei militanti “Kavkaz-centr” [6] fu pubblicata la scandalosamente nota lettera di Basaev “Abbiamo molto da raccontare su Beslan…”

“…Per quanto riguarda Beslan, allora, in effetti, se voglio giocare alla politica degli ipocriti, devo tacere o rinnegare i fratelli. Ma il fatto sta che io vivo la mia vita, ma non gioco ai giochi altrui. Ma perché dovrei dissociarmi da un'operazione condotta con successo, che mostra il vero volto del russismo [7]? Perché dovremmo prenderci una colpa che non abbiamo?

Ma a questa presa, idealmente, ci hanno spinto i capi dei servizi segreti dell'Ossezia del Nord, che hanno infiltrato nelle nostre file il proprio agente Abdulla (Vladimir) Choodv, soprannome operativo Putnik [8]. L'hanno acchiappato ai funerali del fratello mujaheddin e gli hanno proposto una scelta: prigione con violenza sessuale o lavoro con loro. Per farlo entrare nella mia fiducia, lo hanno aiutato a compiere alcune esplosioni a Vladikavkaz come membro di un gruppo inguscio. Allora lo stesso Chodov, secondo il compito affidatogli dai servizi segreti della Rusnja [9], ci propose un operazione da shahid [10] per prendere il parlamento e il governo dell'Ossezia del Nord. Ma dopo aver vissuto circa un mese tra i mujaheddin in Inguscezia, Chodov confessò da solo all'emiro [11] del gruppo di essere un agente dei servizi segreti (RUBOP [12] e FSB [13]) e di essere stato mandato con il compito di avvicinarsi a me.

Mi sono incontrato con lui, l'ho ringraziato per la sincerità e gli ho proposto di lavorare ancora per il bene dell'Islam, divenendo un doppiogiochista. Dopo di che questi, su mio consiglio, si lamentò con il proprio “comando” del fatto che avessero poca fiducia in lui, in quanto “là non guardano alle parole, ma ai fatti». I russisti lo avevano aiutato a far saltare in aria degli allievi di un'accademia militare, un KAMAZ [14] con del gas liquefatto a Vladikavkaz e un treno passeggeri.

Così “entrò nella mia fiducia” e nella primavera del 2004 “insieme” ai servizi segreti della Rusnja preparammo la presa del complesso governativo dell'Ossezia del Nord, pianificandola per il 6 settembre – Giorno dell'Indipendenza della ČRI [15]. Il gruppo avrebbe dovuto incontrare i servizi segreti all'ingresso di Vladikavkaz ed essere eliminato e Chodov avrebbe dovuto nascondersi in un tombino, come Šarapov [16] nella botola. Dal 31 agosto ci hanno aperto un corridoio per la raccolta di dati di intelligence e attraverso questo siamo giunti a Beslan, “confondendo” il tempo e il luogo dell'attacco…”

In teoria questa lettera avrebbe dovuto essere considerata come una testimonianza del principale soggetto del caso di Beslan ed essere unita ai materiali delle indagini. Avrebbe dovuto essere studiata accuratamente, tanto più che dello strano ruolo del terrorista di Beslan Vladimir Chodov avevano preso a parlare fin quasi dal 1 settembre 2004 – l'avevano subito conteggiato tra i militanti e il 3 settembre fu portata a Beslan la madre di Chodov, che vive nel villaggio osseto di Èl'chotovo [17].

Ma agli inquirenti la lettera di Basaev causò una vera isteria. Nikolaj Šepel' (allora vice procuratore generale dello JuFO [18]) subito definì la dichiarazione di Basaev un “delirio” e un “atto di terrorismo informativo”. Si lanciarono accuse all'indirizzo dei mezzi di informazione di massa che avevano ristampato la lettera di Basaev.

Ma allora nei materiali del procedimento penale su Beslan c'erano già argomenti di peso in favore della versione di Basaev. Purtroppo ciò è diventato noto solo da poco tempo. E adesso si può trarre un'unica conclusione: Šepel' non ha detto nulla dei fatti che testimoniavano che Chodov fu davvero per molti anni un agente dei servizi segreti della repubblica e che di lui si occupava direttamente la dirigenza dell'UBOP dell'Ossezia del Nord .

E qualche tempo dopo l'inchiesta ufficiale su Beslan è passata agli sforzi titanici per respingere le conclusioni del deputato della Duma di Stato [19] della Federazione Russa Jurij Savel'ev sulla natura delle prime esplosioni, che risuonarono nella scuola di Beslan alle 13.03 del 3 settembre 2004. Sui legami del terrorista Chodov con l'UBOP dell'Ossezia del Nord in qualche modo si dimenticarono…

Chi avvertì Chodov?

La Procura dell'Ossezia del Nord si occupò intensamente di Chodov nel febbraio 2004, dopo l'atto terroristico all'incrocio tra le vie Borodin e Gor'kij a Vladikavkaz. Questo atto terroristico prese il nome popolare di “esplosione alla Gamid-Bank”, anche se il bersaglio dell'atto terroristico erano le colonne di allievi dell'accademia militare che ogni giorno passavano per quella strada verso il poligono nel centro di istruzione e al ritorno verso la caserma.

Sottolineo subito: questa era la Procura, non l'UBOP. Non si tratta neanche del fatto che queste sono due strutture diverse. Si tratta dell'aspetto specifico del loro lavoro. Gli agenti dell'UBOP si sono sempre distinti per il fatto che devono continuamente essere in contatto con i criminali. Proprio l'attività di raccolta di informazioni operative (in primo luogo il lavoro di intelligence) gli ha permesso di scoprire dei crimini. Ma questo lavoro era gravato dal fatto che su di esso il controllo era praticamente impossibile. E l'assenza di controllo ha portato alla cancellazione dei confini tra legge e crimine. Proprio per questo motivo le sezioni per la lotta alla criminalità organizzata sono state liquidate o più probabilmente riformate in modo molto rozzo. Solo il buon lavoro della Procura come organo ispettivo poteva garantire l'equilibrio.

E nella Procura dell'Ossezia del Nord, stranamente, si era formato a quel tempo un nucleo di inquirenti niente male. Difficilmente avrebbero potuto esercitare nel dovuto modo la funzione ispettiva nei confronti di quell'UBOP della repubblica, ma nel caso di Chodov sentirono presto che c'era qualcosa di sgradevole.

Risolsero il caso dell'esplosione della colonna presso la Gamid-Bank in modo molto operativo. Fu subito chiaro che si trattava di un atto terroristico. Si era mostrato il segno caratteristico degli attentatori di Chattab [20] e Basaev. Sullo scotch nero con cui l'ordigno esplosivo era stato fissato alla “Žiguli” [21] erano rimaste delle impronte digitali. Cercarono nella banca dati – si chiarì che i “ditini” appartenevano a Vladimir Chodov, ricercato in Adighezia [22] e in Ossezia. Scoprirono anche da dove era partito il segnale al radio-detonatore. Trovarono la casa che Chodov aveva preso in affitto mentre organizzava l'atto terroristico. L'operazione fu condotta insieme all'UBOP, molto rapidamente e in segreto. Ma quando irruppero nella casa in via Kojbaev (a circa 2 km dal luogo dell'esplosione), questa era vuota. Dal suo stato – c'era una teiera ancora calda, armi e documenti gettati in grande fretta – era chiaro: all'ultimo momento qualcuno aveva avvertito Chodov.

Durante la perquisizione della casa fu trovato un altro dettaglio che indicava che Chodov era un militante di Basaev. L'orto [23] era circondato da una pellicola nera, evidentemente per nasconderlo dagli occhi curiosi dei vicini. La stessa pellicola nera di polietilene figurava nel caso dell'esplosione di un autobus a Mozdok [24]. (Allora i militanti comprarono due case nella città di Baksan [25] e attrezzarono in queste una base per preparare atti terroristici e curare i militanti feriti. Anch'essi circondarono gli orti di pellicola nera e scavarono un bunker in cui per qualche tempo visse Šamil' Basaev.)

Dopo l'atto terroristico alla Gamid-Bank Vladimir Chodov fu dichiarato ricercato a livello federale. Le sue fotografie (erano molto recenti, erano riusciti a scoprirle nello studio fotografico creato con materiale preso a nolo e lasciato dal terrorista nella casa in via Kojbaev) furono appese in tutta la repubblica e pubblicate dai mezzi di informazione di massa locali. Peraltro questo non impedì a Chodov di spostarsi tranquillamente per l'Ossezia e di passare primavera ed estate del 2004 nel villaggio nativo di Èl'chotovo. La sua comparsa fu comunicata sia allo UFSB [26] della repubblica, sia all'UBOP, ma non fu presa alcuna misura per cercare Chodov e arrestarlo. Perché?

Materiali segreti

Nel fascicolo principale su Beslan c'è un documento segreto, che è indispensabile mostrare finalmente al pubblico. Questo documento si chiama “Indicazione sulla cancellazione di violazioni della legge federale “Sull'attività operativa e di ricerca” [27]”. Sottolineo, questo è stato preparato dal procuratore dell'Ossezia del Nord A.A. Bigulov per il vice capo del ministero degli Interni della Federazione Russa, il generale di brigata Pan'kov, già nell'ottobre 2004.

“Da parte della Procura della Repubblica è stata effettuata una verifica delle informazioni su Chodov V.A., che ha preso parte alla presa di ostaggi nella scuola n. 1 della città di Beslan, nel corso della quale è emersa la negligenza dei servizi operativi degli organi del ministero degli Interni della repubblica.

E' stato riscontrato che l'UVD [28] della città di Majkop [29] ha indirizzato ordini di cattura allo ROVD [30] del distretto Kirovskij [31] (quello del luogo di residenza di Chodovnota dell'autrice) per 5 volte… tuttavia non sono state prese misure per stabilire dove si trovasse Chodov V.A. e arrestarlo.

…il 17 novembre 2003 … l'ordine di cattura è giunto … allo ROVD del distretto Kirovskij ed è stato mandato in esecuzione il 19 novembre 2003.

Alla ricerca di Chodov è stato indirizzato un gruppo… del ministero degli Interni e dello JuFO, tuttavia non sono state prese reali misure per il suo arresto.

In particolare, in presenza presso lo ROVD dei summenzionati 5 ordini di cattura e senza tener conto del fatto che il fratello era stato ucciso il 19.07.03 … non c'è stata copertura operativa dei funerali, nonostante il fatto che il ricercato fosse giunto per partecipare ai funerali … Al cimitero Chodov voleva seppellire il fratello secondo l'uso musulmano, di questo fatto si è molto parlato [32]. Il giorno dopo i funerali del fratello Chodov ha lasciato il villaggio…

Dell'effettuazione solo formale di misure operative di ricerca sul posto di lavoro e nel luogo di residenza della madre di Chodov testimonia anche il fatto che Chodov sia giunto apertamente nel 2004 sul posto di lavoro di questa (il CRB [33] del distretto Kirovskij)… in taxi...

Nei materiali del lavoro di ricerca dell'UVD della città di Majkop c'è una lettera (del 06.08.2003…) sul fatto che all'indirizzo del vice capo dell'UBOP del ministero degli Interni della repubblica Sochiev R.G. sia stato inviato dal facente funzione di capo dell'UUR [34] del ministero degli Interni della RSO-A Chanžiev A.N. un fax con l'ordine di arresto per Chodov, tuttavia nei resoconti della corrispondenza in entrata, anche di quella segreta, di detta istituzione non ci sono note sulla sua ricezione.

Inoltre dal rapporto del capo della 3.a sezione dell'UUR del ministero degli Interni della RSO-A Gončarov V.K. si nota che in una conversazione telefonica Sochiev R.G. gli comunicò, che presso l'UBOP c'era un caso operativo su Chodov e che questi si trovava nell'Ossezia del Nord. Dopo questa conversazione all'indirizzo del vice capo dell'UBOP del ministero degli Interni della RSO-A fu indirizzato via fax l'ordine di arresto per Chodov.

La madre di Chodov ha mostrato come il giorno dei funerali del figlio minore e il giorno successivo il figlio maggiore sia stato portato via e riportato a casa da agenti dell'UBOP del ministero degli Interni della RSO-A, tuttavia nei documenti accessibili alle verifiche della Procura non c'è alcuna notizia del fatto.

Fra l'altro è stato riscontrato che il resoconto delle persone fermate ed arrestate dell'UBOP del ministero degli Interni della RSO-A in violazione dell'ordine stabilito è tenuto con gravi violazioni dell'ordine dei procedimenti. In esso a volte non è indicata l'ora e il giorno di arrivo delle persone arrestate. Inoltre, nonostante abbia le pagine numerate e sia cucito e siglato, ne sono stati tuttavia strappati dei fogli riguardanti l'anno 2003. Sono stati strappati anche dei fogli del quaderno di lavoro del vice capo dell'UBOP riguardanti l'anno 2003. Questo quaderno non ha le pagine numerate, non è cucito e non è siglato.

Il fatto che Chodov sia stato fermato e arrestato o contattato dalla dirigenza dell'UBOP del ministero degli Interni della repubblica viene negato.

…Sulla base dell'art. 24 della FZ [35] “Sulla Procura della Federazione Russa”, propongo di:

verificare la pienezza e la vastità delle operazioni condotte dai servizi ad esse tenuti del ministero degli Interni della repubblica, fra cui l'UBOP, per stabilire il luogo in cui si trovava il ricercato Chodov nel periodo tra il 1997 e il 2004,

verificare in tutti i resoconti, tra cui quello dello IC [36] del ministero degli Interni della repubblica, l'invito di Chodov a una collaborazione segreta.

ordinare al servizio di sicurezza di verificare le informazioni sui contatti degli agenti dell'UBOP del ministero degli Interni della RSO-A e dello ROVD del distretto Kirovskij con Chodov V.A.…

…6. Richiamare duramente alla responsabilità disciplinare le persone colpevoli di trascuratezza e negligenza nella ricerca di Chodov V.A…”

La ricompensa per Beslan

Non è noto se sia stata effettuata una verifica e a quali conclusioni siano giunti coloro che potrebbero averla effettuata. Non è noto se nell'ambito del caso di Beslan sia stato interrogato Roman Sochiev, che al tempo dell'atto terroristico di Beslan era facente funzione di capo dell'UBOP della RSO-A. Ma proprio a questi il capo del servizio di sicurezza del ministero degli Interni Kazbek Mamaev indirizzò nell'agosto 2004 un rapporto su un sequestro di bambini in preparazione. Stando a quanto è noto alla “Novaja gazeta” non è stato svolto nessun lavoro sulla base di questo rapporto.

Roman Sochiev ha deposto due volte in tribunale sul sequestro della scuola – al processo al terrorista Kulaev [37] e al processo ai tre poliziotti dello ROVD del distretto Pravoberežnyj [38] accusati di negligenza.

Ecco le deposizioni.

Procuratore Ramonov: Per quanto tempo fu facente funzione di capo dell'UBOP?

Testimone Sochiev: Da luglio 2004 a settembre 2004.

Cosa rientrò fra i suoi compiti in questo tempo?

– L'organizzazione di lavori di impedimento, indagine, scoperta e avvertimento riguardanti reati della criminalità organizzata…

Ricevette dal suo apparato ausiliario notizie sulla possibilità di un atto terroristico sul territorio della RSO-A?

– Informazioni sul fatto che si preparasse un attacco ad una qualche scuola della città di Beslan non ci sono giunte.

Giunse alla sua direzione a fine agosto 2004 l'ordine n. 500 del ministero degli Interni della RSO-A?

– No.

Le giunse il telex n. 1751 del 18.08.04 che avvertiva della preparazione di un atto terroristico secondo lo “scenario di Budënnovsk [39]”?

– Non abbiamo una telescrivente, perciò detto documento poteva giungere come ordine del ministero degli Interni, ma non ricordo una cosa del genere.

Èlla Kesaeva, una delle vittime [40]:– Le è noto il terrorista Chodov?

– Sì.

Era ricercato a livello federale?

Posso chiarire che da noi all'UBOP è passato suo fratello minore. Abbiamo fatto delle verifiche su di lui (V.A. Chodovn.d.a.) e allora non era ricercato... Lo hanno dichiarato ricercato solo dopo l'atto terroristico alla Gamid-Bank... Questo è stato nel febbraio 2004.

Perché questi ha potuto stare tanto a lungo in libertà se era ricercato? Il terrorista Chodov fu arrestato dalla sua direzione?

– Da noi questa persona non fu arrestata. Nessuno rilascerebbe una persona arrestata se è ricercata…

E' stupefacente, certo, che il capo dell'UBOP in un periodo così “caldo” come l'estate 2004 non sapesse nulla, non ricevesse telegrammi cifrati, non avesse telescrivente…

Dopo l'atto terroristico di Beslan Roman Sochiev continuo a lavorare come vice capo dell'UBOP della RSO-A. Riceve una promozione (da maggiore diventa tenente colonnello). Nel 2007 Nurgaliev [41] (per intercessione delle autorità locali, evidentemente nella persona del leader della repubblica Tajmuraz Mamsurov) lo nomina aiuto capo dell'Ossezia del Nord per le questioni della lotta alla criminalità organizzata e alla corruzione. Adesso nella sfera dei compiti principali di Sochiev rientra “l'informazione della dirigenza del ministero degli Interni e del capo dell'Ossezia del Nord sulle condizioni operative e sulla situazione della lotta alla criminalità e anche l'organizzazione della difesa degli organi del potere esecutivo da tentativi criminosi e l'indagine e l'impedimento di fatti di corruzione…” Come vediamo, la leadership ha dato un'alta valutazione alle capacità del sig. Sochiev. Questo testimonia indirettamente del fatto che la verifica dell'attività dell'UBOP del ministero degli Interni della RSO-A e di Roman Sochiev in persona anche se fosse stata effettuata secondo l'indicazione del procuratore Bigulov, si è conclusa non con una punizione (sia pure disciplinare, per i fogli del resoconto strappati e distrutti), ma con una ricompensa e una promozione

Sono rimaste delle domande

In realtà per quanto riguarda le deposizioni di Roman Sochiev in tribunale ci sono solo due domande. Perché non ha detto niente:

del rapporto, che il 2 agosto 2004 giunse all'UBOP dal servizio di sicurezza del ministero degli Interni della repubblica? Sochiev non poteva non sapere di questo. Nel rapporto in effetti non si parla della presa della scuola di Beslan. Peraltro si parla della preparazione di un atto terroristico contro dei bambini.

del fatto che Vladimir Chodov fosse ricercato dal 1997? In Ossezia il mandato di cattura per Chodov giunse nel 2003. Alla ricerca di Chodov fu inviato un gruppo del ministero degli Interni della RSO-A.

Alla domanda principale “Come si può spiegare che non sia stato svolto alcun lavoro per la ricerca di Chodov?” in pratica la risposta è chiara. Evidentemente non era stato dato il compito di arrestarlo REALMENTE [42], perché Chodov era comunque sotto il controllo dei servizi segreti della repubblica. Fra l'altro come minimo dal 2003 Chodov era al contempo un militante di Šamil' Basaev.

Gli inquirenti che hanno trasmesso alla “Novaja gazeta” le informazioni sul legame Chodov-Basaev-UBOP non lavorano più sul caso di Beslan. Ma sono rimasti attaccati a questo legame, lo hanno sciolto e adesso hanno una piena immagine del crimine compiuto a Beslan. E' proprio un classico crimine su commissione e non un insensato e spietato atto terroristico. Il mandante non è Basaev. Hanno tentato di utilizzarlo quelli a cui era necessaria la destabilizzazione dell'Ossezia del Nord. E lo scopo di questa destabilizzazione, ne sono convinta, era molto concreto – il cambio di potere nella repubblica. Ma Basaev è uscito dall'ambito delle regole del gioco stabilite. Questi e Abu-Dzejt [43] hanno scelto come bersaglio la prima scuola di Beslan e non il complesso degli edifici governativi. E, utilizzando il “permesso” ricevuto, “sono passati” alla fine in Ossezia del Nord. Fino ad allora ai militanti nella repubblica erano riusciti solo atti terroristici di entità molto minore. Lo scopo di Basaev a Beslan era provocare un secondo conflitto osseto-inguscio. A costo di grandi mutamenti (per esempio, le dimissioni del presidente dell'Ossezia Aleksandr Dzasochov) ed enormi sforzi (tra cui quelli del centro federale, in primo luogo di Dmitrij Kozak, allora rappresentante plenipotenziario dello JuFO) si è riusciti ad evitare ciò. Ma quelle forze della repubblica che hanno giocato ai giochi di intelligence con Basaev di conseguenza hanno ottenuto il loro scopo.

* L'ortografia e la punteggiatura di tutti i documenti sono state mantenute.

Elena Milašina

31.08.2009, “Novaja gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2009/095/00.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)

[1] Capitale dell'Ossezia del Nord.

[2] Upravlenie po Bor'be s Organizovannoj Prestupnost'ju (Direzione per la Lotta alla Criminalità Organizzata).

[3] Respublika Severnaja Osetija – Alanija (Repubblica dell'Ossezia del Nord – Alania; “Alania” è il nome osseto dell'Ossezia del Nord).

[4] Città della Cecenia meridionale.

[5] Le scuole russe non hanno nome, sono semplicemente numerate.

[6] “Caucaso-centro”.

[7] Basaev pare considerare la Russia un'idea malefica.

[8] “Camminatore”.

[9] Termine spregiativo per “Russia”

[10] “Martire” in arabo, cioè terrorista suicida, kamikaze.

[11] Da intendersi nel significato originario di “capo militare”.

[12] Rajonnoe Upravlenie po Bor'be s Organizovannoj Prestupnost'ju (Direzione Provinciale per la Lotta alla Criminalità Organizzata).

[13] Federal'naja Služba Bezopasnosti (Servizio Federale di Sicurezza), l'erede del KGB.

[14] Cioè un camion prodotto dalla KAMAZ (KAMskij Avtomobil'nyj Zavod, “Fabbrica di Automobili della Kama” – la Kama è un fiume della Russia centrale).

[15] Čečenskaja Respublika Ičkerija (Repubblica Cecena di Ičkerija – nome ceceno della Cecenia), l'autoproclamata Cecenia indipendente.

[16] Volodja (Vladimir Ivanovič) Šarapov è l'eroe di alcuni romanzi degli anni '70 dei fratelli Arkadij Aleksandrovič e Georgij Aleksandrovič Vajner e dei film ad essi ispirati: si tratta di un poliziotto che si infiltra nella malavita moscovita.

[17] Villaggio della parte centrale dell'Ossezia del Nord.

[18] Južnyj Federal'nyj Okrug (Distretto Federale Meridionale), uno dei sette distretti in cui Putin ha diviso la Russia, ponendovi a capo plenipotenziari di sua fiducia.

[19] Tutte le assemblee parlamentari russe si chiamano Duma.

[20] Samir Saleh Abdullah Al-Suwailem, terrorista saudita (ritenuto erroneamente giordano), elemento di spicco della guerriglia cecena, ucciso dai russi nel 2002.

[21] Replica della Fiat 124 prodotta dalla Lada.

[22] “Repubblica autonoma” della Russia meridionale.

[23] Vicino alle case di periferia o delle piccole città in Russia si preferisce tenere orti piuttosto che giardini...

[24] Città della parte settentrionale dell'Ossezia del Nord.

[25] Nella parte nord-occidentale della confinante “repubblica autonoma” di Kabardino-Balkaria.

[26] Upravlenie Federal'noj Služby Bezopasnosti (Direzione del Servizio di Sicurezza Federale).

[27] Le leggi russe sono indicate con un titolo e non con un numero.

[28] Upravlenie Vnutrennich Del (Direzione degli Affari Interni), in pratica la polizia.

[29] Capitale dell'Adighezia.

[30] Rajonnyj Otdel Vnutrennich Del (Sezione Provinciale degli Affari Interni), in pratica la polizia provinciale.

[31] Distretto della parte centrale dell'Ossezia del Nord.

[32] Gli Osseti sono l'unica popolazione caucasica della Federazione Russa a maggioranza cristiana.

[33] Central'naja Rajonnaja Bol'nica (Ospedale Provinciale Centrale).

[34] Upravlenie Ugolovnogo Rozyska (Direzione per la Ricerca).

[35] Federal'nyj Zakon (Legge Federale).

[36] Informacionnyj Centr (Centro Informazioni).

[37] Nurpaša Kulaev, ufficialmente unico terrorista rimasto in vita del gruppo che prese la scuola di Beslan, condannato all'ergastolo.

[38] “Della riva destra (del fiume Terek)”, il distretto di Beslan.

[39] A Budënnovsk, nella Russia meridionale, nel 1995 i terroristi guidati da Basaev sequestrarono un intero ospedale. Il blitz delle forze speciali russe fallì e i terroristi furono lasciati andare e le loro richieste vennero esaudite.

[40] Cioè una di quelle che hanno perso un figlio a Beslan.

[41] Il ministro degli Interni Rašid Gumarovič Nurgaliev.

[42] Il rilievo grafico è nell'originale.

[43] Ahmad Nasser Eid Abdullah Al-Fajri Al-Azimi o secondo i russi Tawfik Al-Djedani, emissario di Al-Qa'ida in Cecenia.

Nessun commento: