30 marzo 2007
Che ne direste di abolire il canone Telecom?
Ai confini della realtà? No, oltre...
RAMZAN KADYROV E’ DIVENTATO UN “EMERITO DIFENSORE DEI DIRITTI UMANI”
26.03.2007 12:29
Per i meriti acquisiti presso la comunità internazionale e l’operato personale nell’ambito della difesa dei diritti umani e del rafforzamento dei legami internazionali, il presidente della Repubblica Cecena Ramzan Kadyrov è stato insignito del più alto riconoscimento del “Comitato Internazionale per la difesa dei diritti umani”[1]: la “Stella d’oro - Onore e merito” con l’attribuzione del titolo: “Emerito difensore dei diritti umani”.
Come è stato comunicato a REGIONS.RU[2] nell’ufficio stampa del capo del governo della Repubblica Cecena, l’organizzazione sociale internazionale “Comitato Internazionale per la difesa dei diritti umani” è rappresentata in 42 paesi e di essa fanno parte persone note e stimate con grandi possibilità e con il desiderio di servire le idee di un Mondo nuovo nell’ambito dell’affermazione dei diritti e delle libertà di ogni persona.
Il “Comitato Internazionale per la difesa dei diritti umani” ha anche informato il sindaco della città di Groznyj M. Chučiev di aver insignito la città di Groznyj del più alto riconoscimento, la “Stella d’oro – Onore e Merito”.
Il riconoscimento verrà dato a Groznyj in occasione dell’anniversario della proclamazione della “Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo”.
[1] Organizzazione fondata a Kiev nel 2001 e presieduta da Igor Danilov, rappresentante russo dell’UNESCO. Le virgolette sono mie.
[2] Agenzia di stampa che si occupa della Federazione Russa e dal cui sito (http://regions.ru/news/2063764/) traggo questa notizia.
29 marzo 2007
In Rete ci sono anche appelli veri
html)...
28 marzo 2007
Non dimentichiamo
http://www.articolo21.info/appelli_form.php?id=91
Ringrazio m1979 (http://m1979.blogspot.com/2007/03/appello-per-enzo-baldoni.html) per la segnalazione.
Pazzi?
Ringrazio P.C. per questo contributo
La questione è importante
STOP ALLE BOMBE CLUSTER, MINE A TUTTI GLI "EFFETTI"Ringrazio P.C. per questo contributo
La Campagna italiana contro le mine chiede al Governo italiano di approvare urgentemente il disegno di legge di modifica della normativa 374/97 (messa al bando delle mine antipersona) con l'obiettivo di estenderne gli effetti anche alle cluster bombs, micidiali ordigni che colpiscono prevalentemente la popolazione civile e la ratifica del V
protocollo della CCW (Convenzione sulle armi inumane).
La Convenzione vieta l'uso di armi che sono considerate motivo di sofferenza ingiustificabile o non necessaria soprattutto verso la popolazione civile.
L'Italia pur avendo aderito alla Convenzione sulle armi inumane, non ha ancora ratificato il protocollo V sugli ordigni inesplosi in quanto la legge di ratifica è rimasta bloccata in attesa dei pareri del Ministero della Difesa e del Ministero delle Attività Produttive.
Dei 100 stati che hanno ratificato la Convenzione, soltanto 23 hanno firmato il protocollo aggiuntivo.
PER FIRMARE LA PETIZIONE SUL LINK QUI SOTTO:
http://www.campagnamine.org/popup/lmr2006.htm
PER ULTERIORI INFO:http://www.beppegrillo.it/2007/03/il_pil_delle_bombe_a_grappolo.html
PS: per favore fatela girare...non diciamo poi che non cambia mai niente se non ci impegniamo almeno in queste occasioni. I costi di ricarica dei cellulari sono stati aboliti grazie a una di queste petizioni.
26 marzo 2007
Ogni commento sarebbe superfluo
I compiti di Kadyrov
Sergej Markov[1], politologo
La candidatura di Ramzan Kadyrov, in qualità di leader della Cecenia, al posto di presidente, proposta da Vladimir Putin e in seguito approvata dal parlamento della Cecenia è assolutamente legittima. Alla base di questa affermazione c’è il grande accordo politico tra il Cremino, nella persona di Vladimir Putin, e la squadra di Kadyrov. Ancora poco tempo fa il leader della squadra era Achmat Kadyrov, oggi il suo leader riconosciuto è Ramzan Kadyrov. Secondo quanto stabilito da questo accordo la squadra di Kadyrov e il suo leader hanno pieni poteri in Cecenia per realizzare i più alti compiti politici.
Il primo e più importante compito è la sconfitta della coalizione dei separatisti ceceni, degli islamisti radicali, in particolare dei wahhabiti[2] e dei veri e propri banditi, che hanno preso il potere in Cecenia negli anni ‘90. Il secondo è la formazione di forze armate cecene in grado di combattere, di cui entrino a far parte non solo i ceceni che hanno combattuto dalla parte della Russia, ma anche quelli che nel corso della prima e perfino della seconda guerra [cecena][3] hanno combattuto contro la Russia. Entrambi questi compiti sono stati svolti brillantemente da Achmat e Ramzan Kadyrov. Grazie ai loro sforzi migliaia di persone dalle fila dei islamisti separatisti sono state portate nelle forze armate russe della Cecenia e ora combattono sotto le insegne russe per gli interessi della Russia. L’armata di Maschadov[4] e Basaev[5] è stata totalmente sconfitta, come realtà geopolitica è scomparsa insieme ai suoi leader. Inoltre è stata sgominata la maggior parte dei gruppi terroristici clandestini. Di conseguenza il numero di atti terroristici in Cecenia oggi è già minore che nelle altre repubbliche del Caucaso settentrionale, come, per esempio, il Daghestan.
La guerra in Cecenia è finita. Abbiamo vinto. Gli eroi principali di questa guerra sono i suoi leader politici Vladimir Putin, Achmat Kadyrov, Ramzan Kadyrov ma anche qualche migliaio di ragazzi giovani: ceceni, russi e altri, che hanno dato la loro vita per l’integrità territoriale della Russia, per la sicurezza dei cittadini della Russia, per la riduzione della minaccia del terrore. Nel 1999, quando Vladimir Putin e Achmat Kadyrov conclusero il proprio accordo politico, la minaccia che gli islamisti incendiassero tutto il Caucaso settentrionale era reale. Adesso questa minaccia è stata sventata. La Russia, appoggiandosi a questa unione politica, ha potuto riportare un’enorme vittoria geopolitica.
Il terzo compito è la ricostruzione di ciò che è stato distrutto dalla guerra. Ramzan Kadyrov sta svolgendo questo compito adesso. Mosca ha stanziato molti soldi e i ceceni stanno lavorando attivamente, risollevando la propria repubblica dalle rovine. Kadyrov promette che entro la fine del 2008 in Cecenia non resterà alcuna traccia fisica della guerra. A giudicare i tempi con cui procede la ricostruzione, si può credere a questa promessa. Ma una garanzia particolare che i soldi stanziati da Mosca non saranno rubati è la responsabilità personale di Ramzan Kadyrov davanti al proprio popolo; il suo appassionato desiderio di ricostruire la Cecenia più velocemente possibile; quell’indiscutibile autorità di cui gode il nuovo presidente presso la popolazione e quel duro regime politico, che ha permesso di consolidare tutti i gruppi e i clan della società cecena attorno a lui. Anche se, certamente, la corruzione resta un problema serio.
Il quarto compito, che diverrà il principale è la ricostruzione dell’economia. Finora la Cecenia sta venendo ricostruita a spese del centro[6], ma bisogna formare un’economia normale. Penso che sia politicamente importante per la repubblica sviluppare prima di tutto i settori che danno più lavoro. Questo permetterà di ridurre rapidamente la disoccupazione, cioè di ridurre la base potenziale degli islamisti radicali e dei gruppi criminali. Oggi va fatta particolare attenzione al settore edile (è molto importante sviluppare la produzione in loco di materiali da costruzione). Per quel che riguarda l’agricoltura bisogna garantirle la necessaria tecnologia, ma è ancora più importante il sistema di vendita all’ingrosso della produzione.
Un’altra specializzazione della Cecenia è il settore del petrolio e del gas. Il petrolio di Groznyj è di qualità molto alta, ma il picco della sua estrazione è stato superato e la produzione di derivati del petrolio è resa difficile dalla mancanza di quadri qualificati. Nel settore del petrolio e del gas è indispensabile l’ottimizzazione dell’estrazione e della lavorazione; l’accordo degli interessi del centro federale, delle autorità della repubblica e della Rosneft’[7].
Per lo sviluppo dell’innovazione è necessario ricostruire un sistema normale di istruzione e riportare nella repubblica gli specialisti russofoni, che in passato hanno giocato un ruolo abbastanza importante nell’economia della Cecenia, ma sono stati costretti a fuggire dagli orrori della guerra. E’ possibile utilizzare specialisti di altri paesi, che abbiano esperienza di ricostruzione di sistemi economici distrutti dalla guerra.
Il quinto compito è la formazione delle strutture politiche statali della Repubblica Cecena come parte integrante della Federazione Russa. Questo compito è stato in gran parte brillantemente svolto. Sono soprattutto gli stessi ceceni a governare la Cecenia, da questi, con l’aiuto del centro federale, sono stati create valide istituzioni statali: la presidenza, il governo, il parlamento, i poteri locali, che fanno presente l’autorità statale nell’ambito delle leggi valide in tutto il territorio russo. Lo specifico della Cecenia è la concentrazione del potere nelle mani di una personalità forte e questo ha giocato un ruolo enormemente positivo per la soluzione delle questioni chiave di ordine politico-militare: la vittoria nella guerra e la stabilizzazione della pace. Una ricostruzione accelerata richiede anche una determinata concentrazione del potere. Ma questa non è già più guerra, è pace, perciò è necessaria l’accurata osservanza delle leggi della pace nella loro interezza.
Bisogna rafforzare i diritti civili, che, è chiaro, sono stati sistematicamente violati nel corso della guerra. L’ultima delegazione dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa che si è recata in Cecenia ha notato un serio progresso nell’osservanza dei diritti umani. Ma c’è ancora molto da fare per superare i modi criminali di vita e di pensiero.
Il sesto compito è il ristabilimento della pace interetnica. Negli anni scorsi nella coscienza sociale della Russia è sorta la paura dei ceceni, la cecenofobia. Ma di principio i ceceni non si differenziano in nulla dagli altri popoli della Russia, si sono semplicemente trovati nel punto focale di un attacco geopolitico contro la Russia, ma il popolo ceceno è stato la prima vittima di questo attacco. La Cecenia era una repubblica multietnica e questa multietnicità deve essere ristabilita.
Secondo i dati del sondaggio della fondazione “Obščestvennoe mnenie”[8], coloro che appoggiano la decisione di Vladimir Putin di proporre la candidatura di Kadyrov sono quattro volte di più di coloro che non l’appoggiano. E il numero di coloro che ritengono che sotto la presidenza Kadyrov la situazione in Cecenia migliorerà è nove volte maggiore di quello di coloro che ritengono che la situazione peggiorerà.
L’esperienza e le qualità personali di Ramzan Kadyrov permettono di sperare questo. Questi ha fatto una carriera strepitosa: giovane guerrigliero, poi notevole comandante in campo, poi capo del servizio di sicurezza del presidente di una repubblica in guerra, poi vice-premier, capo di tutte i reparti armati in assetto di guerra, poi primo ministro, che si occupa non solo dei problemi militari, ma anche e sempre più di problemi economici, adesso presidente della repubblica. Davanti a lui sta il compito di passare dalla consapevolezza di essere un leader politico-militare a quella di essere una figura statale, economica e politica. Saranno necessarie nuove conoscenze e capacità. Ha una squadra forte: politici esperti – Umar Džabrailov[9], Dukuvacha Abdurachmanov[10], Muslim Chučiev[11], specialisti di economia – Chusajn Džabrailov[12], Èli Isaev[13]; militari provati sul campo di battaglia – Adam Delimchanov[14], Ruslan Alchanov[15].
Ramzan Kadyrov non è forse troppo giovane per questi compiti? In effetti ha solo 30 anni. Penso che Ramzan Kadyrov sia più che adulto. Le persone maturano grazie al fatto di vivere una vita da adulti, grazie alla responsabilità, all’esperienza, alle sofferenze. Ramzan Kadyrov da 15 anni vive una vita da adulto. Ogni anno su di lui hanno pesato sempre maggiori responsabilità. E adesso che il popolo della Cecenia guarda a lui con speranza, queste sono diventate semplicemente enormi.
“Izvestija”, 19 marzo 2007, http://www.izvestia.ru/comment/article3102196/ (traduzione e note di Matteo Mazzoni)
[1] Sergej Aleksandrovič Markov, direttore dell’Istituto di Studi Politici con un passato nel KGB…
[2] Per “wahhabiti” in Russia più che i seguaci dell’ortodossia islamica di Muhammad ibn Abd al-Wahhab al-Tamimi si intendono gli estremisti islamici in generale…
[3] Markov parla per ellissi, come è normale fare in Russia. La prima guerra cecena fu combattuta tra il 1994 e il 1996 e si concluse con un armistizio. La seconda guerra cecena iniziò nel 1999.
[4] Aslan Alievič Maschadov, ex ufficiale dell’Armata Rossa, fu eletto presidente della Cecenia nel 1997. Caduto in disgrazia presso la Russia, gli è stata data la caccia come “terrorista” ed è rimasto vittima di un blitz dei corpi speciali russi nel 2005.
[5] Šamil’ Salmanovič Basaev, il più noto terrorista ceceno, rimasto ucciso in circostanze poco chiare (blitz dei corpi speciali russi? Incidente?) nel 2006.
[6] Il centro politico della Federazione Russa, cioè Mosca.
[7] Abbreviazione di Rossijskaja Neft’ (Petrolio Russo), colosso petrolifero statale russo.
[8] “Pubblica opinione” (il corsivo è mio). La fondazione opera in stretto contatto con l’amministrazione presidenziale russa…
[9] Umar Alievič Džabrailov, imprenditore ceceno, candidato alle elezioni presidenziali del 2004 della lista “La Forza della Ragione” (ha ricevuto lo 0,1% dei voti).
[10] Dukuvacha Baštaevič Abdurachmanov, presidente del parlamento ceceno, yesman di Kadyrov.
[11] Giornalista di professione, sindaco di Groznyj e figura assolutamente subalterna a Kadyrov.
[12] Chusajn Alievič Džabrailov, fratello di Umar, imprenditore del settore alberghiero, vicino a Putin.
[13] Ministro delle Finanze, figura abbastanza oscura.
[14] Chiamato altrove Demil’chanov o Demilchanov, parente e amico di Kadyrov nonché vice-premier.
[15] Ruslan Šachaevič Alchanov, ministro degli Interni, parente dell’ex presidente della Cecenia (in realtà semplice emissario di Mosca) Alu Dalaševič Alchanov.
23 marzo 2007
Un'iniziativa che mi è stata segnalata
La Legge finanziaria per il 2006 (Legge 23 dicembre 2005, n. 266) prevede l'opportunità per il contribuente di sostenere il volontariato destinando il 5 per mille dell'IRPEF dovuto all'erario similmente a quanto già previsto per l'8 per mille. Di fatti non esiste incompatibilità, possono essere indicati entrambi.
L'amministrazione finanziaria ha reso noto che solo dopo l'estate si potranno conoscere gli importi spettanti alle migliaia di associazioni beneficiarie della raccolta di anno scorso... noi, in qualsiasi caso, desideriamo ringraziare tutti coloro che hanno aderito sinora ai nostri appelli.
Quest'anno si replica: ti chiediamo di sostenere i nostri progetti di
prevenzione, informazione, counselling e ricerca sull'epatite C assegnando il tuo 5 per mille alla nostra Associazione.
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Per spazzare via discriminazioni, ignoranza e cattiva informazione,
per poter decidere come, dove, quando e con chi curarci
per la nostra dignità e i nostri diritti
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Come fare?
dettagli alla pagina http://www.epac.it/new/5x1000.php
Nei modelli: UNICO persone fisiche 2007, 730/1-bis redditi 2006, e integrativo CUD 2007
1. inserire il codice fiscale dell'Associazione 97375600158 nella casella A SOSTEGNO DELLE ORGANIZZAZIONI NON LUCRATIVE DI UTILITA' SOCIALE.
2. Apporre la propria firma nella casella dove è stato messo il codice dell'Associazione.
IL PASSAPAROLA
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Per maggiori informazioni e per chiunque ci voglia aiutare con il PASSAPAROLA con parenti, amici, in azienda, dal commercialista, abbiamo pubblicato on line dei promemoria e bigliettini da visita (PDF scaricabile)
http://www.epac.it/new/informazioni/memo_5x1000_2007.pdf
http://www.epac.it/new/informazioni/memo2.pdf
http://www.epac.it/new/informazioni/cinquepermille_bi_vi.pdf
Per chi desidera impegnarsi in progetti più ampi, (presso i CAAF, grandi aziende, ecc.), può contattare la sede Operativa dell'Associazione allo 06/60200566 e chiedere del Sig. Massimiliano Conforti, m.conforti@epac.it
Auguri di Buona Pasqua a Voi e alle Vostre famiglie!
La redazione di EpaC Onlus
22 marzo 2007
Mah...
Il sostituto procuratore generale russo Aleksandr Zvjagincev: “Litvinenko era un testimone importante per noi”
Vladimir Perekrest[1]
Il meccanismo per l’estradizione di persone nei confronti delle quali è stato spiccato un mandato di cattura internazionale deve essere sostanzialmente modernizzato. A questa conclusione sono giunti i partecipanti alla riunione del Consiglio Consultivo dei Giudici Europei, conclusasi recentemente a Strasburgo. In questo forum la Russia era rappresentata dal sostituto procuratore generale Aleksandr Zvjagincev, che cura i rapporti con le forze dell’ordine estere. Sul perché i latitanti non vengono estradati in Russia, su come procedono le indagini sul caso Litvinenko e per quale motivo sia noto il secondo procuratore generale russo Nikita Trubeckoj Aleksandr Zvjagincev ha parlato al corrispondente speciale delle “Izvestija”[2] Vladimir Perekrest.
”La dipartita di Litvinenko era estremamente indesiderata”
Domanda: Aleksandr Grigor’evič, Lei è appena tornato da Strasburgo. Quali questioni sono state risolte là?
Risposta: A Strasburgo ho partecipato alla riunione del Consiglio Consultivo dei Giudici Europei. Su istanza della Russia tra gli indirizzi prioritari di lavoro per l’anno 2007 è stata inclusa la questione dell’aumento dell’efficacia della collaborazione internazionale nei procedimenti penali. Come riteniamo, questo aiuterà a perfezionare i meccanismi per l’estradizione degli imputati, in quanto i documenti internazionali in vigore sono invecchiati in modo significativo. Per esempio, la convenzione europea di estradizione quest’anno compie 50 anni.
D.: La questione più “calda” nell’ambito dell’attività internazionale della Procura Generale è l’indagine sull’avvelenamento di Aleksandr Litvinenko. Come procede?
R.: Già due mesi fa abbiamo indirizzato un’istanza al ministero degli Interni della Gran Bretagna per fornire aiuto a risolvere questo caso. Abbiamo delineato una cerchia di persone, che vorremmo interrogare in Inghilterra – sono più di 100 persone, tra cui anche russi che vivono là. Inoltre vorremmo che ci fosse dato il permesso di ispezionare una serie di oggetti e di condurre altre indagini. Abbiamo già raggiunto un accordo di principio e il lavoro è già cominciato. Recentemente è tornato da Londra un nostro gruppo d’avanguardia, che ha lavorato in modo abbastanza produttivo con i colleghi di Scotland Yard. Penso che abbiamo davanti a noi più di un viaggio in Gran Bretagna, poiché alcune nostre versioni vanno elaborate anche nella nebbiosa Albione.
D.: La stampa parla di alcuni seri attriti tra la Procura Generale Russa e gli inglesi...
R.: Finora non ci sono seri attriti. Siamo continuamente in contatto con l’ufficio di Procura della Corona, il ministero degli Interni e Scotland Yard. Ma purtroppo le questioni tecniche e procedurali portano via troppo tempo, vorremmo che fossero risolte più in fretta. L’anno scorso, quando gli inglesi ci hanno chiesto (a proposito dello stesso caso Litvinenko) di dar loro il permesso di venire qui, non ci siamo messi a insistere sull’osservanza di alcune formalità, ma abbiamo deciso la questione in modo operativo – letteralmente dopo pochi giorni erano già a Mosca e lavoravano qui insieme a noi, quanto era loro necessario. Davvero non abbiamo diritto di contare sulla reciprocità?
D.: Negli organi di stampa inglese si afferma quasi direttamente che le tracce del crimine conducono in Russia e come principale sospettato indicano Andrej Lugovoj[3]. E’ così?
R.: Con lo stesso successo possiamo parlare di tracce che condurrebbero in Gran Bretagna – io penso che noi non abbiamo meno prove al riguardo. Ma non lo facciamo e non lo faremo finché non avremo compreso bene la situazione. Le persone intelligenti capiscono tutto e non credono molto alle insinuazioni fatte sulle pagine di alcuni giornali. Attendiamo i risultati delle indagini. A proposito, quanto a Lugovoj: il suo nome è ricordato solo dalla stampa, non abbiamo ricevuto alcun documento ufficiale dagli organi giudiziari della Gran Bretagna.
D.: La Procura Generale ha già alcune ipotesi su chi avrebbe potuto avvelenare Aleksandr Litvinenko?
R.: Non semplici ipotesi, ma elaborazioni abbastanza interessanti. Ma per ora preferirei non renderle note. La dipartita di Litvinenko era per noi estremamente indesiderata. Non solo per motivi umani, ma anche dal punto di vista delle indagini. Questi era un testimone importante per una serie di casi che la Procura Generale sta esaminando e le cui tracce conducono in Inghilterra. A proposito, questo è ben noto in Gran Bretagna – a chi deve saperlo.
”Agiamo con severità, ma con attenzione”
D.: Nel corso dei viaggi a Londra ha in programma di incontrarsi con Berezovskij[4]? E in generale quanto è reale la possibilità dell’estradizione di quelli che si sono nascosti in Inghilterra?
R. : Berezovskij è una di quelle persone che intendiamo interrogare sul caso Litvinenko, con gli inglesi abbiamo raggiunto un accordo al riguardo. Per quel che riguarda la questione dell’estradizione, la nostra posizione non è cambiata. L’Inghilterra, com’è noto, è un paese che si basa sulle tradizioni e sui precedenti. Ricordiamo degli esempi storici. Dopo l’insurrezione sulla piazza del Senato[5] il decabrista[6] Nikolaj Turgenev fuggì in Inghilterra. E nonostante numerose richieste dello stesso zar, gli inglesi non lo consegnarono. La stessa storia avvenne con il rivoluzionario del gruppo Narodnaja Volja[7] Lev Gartman, che aveva preso parte all’attentato ad Alessandro II[8]. Tali esempi mostrano chiaramente quale sia la tradizione della giurisprudenza inglese, tuttavia non c’è motivo di lasciar perdere: l’acqua scava la roccia.
A questo riguardo la concezione del mondo è cambiata sostanzialmente rispetto al XIX secolo. Ogni cosa ha il suo tempo.
D.: Le richieste della Procura Generale russa sono viste ovunque con difficoltà o solo in Inghilterra?
R.: Ritenere che ci rifiutino sempre e ovunque con cattiveria è un grosso errore. L’anno scorso ci hanno rifiutato l’estradizione di solo 36 persone, mentre la Russia ha rifiutato di estradare 334 persone – in pieno accordo con le leggi russe e internazionali. Come si diceva nell’antichità, “agiamo con severità, ma con attenzione, per non fare ad alcuno cosa disonorevole”. Anche i poco numerosi rifiuti di estradizione a seguito di nostre richieste di principio sono fondati. O queste persone sono cittadini dei paesi a cui si fa richiesta (neanche la Russia estrada i propri cittadini) o secondo le leggi di quello stato, dove il ricercato si nasconde, il delitto per cui è incriminato è già caduto in prescrizione o manca un accordo sull’estradizione. Ma alcuni rifiuti suscitano dubbi — quando una persona, ricercata per reati puramente penali, non viene estradata perché in Russia sarebbe perseguitata per motivi politici.
D.: Tra i ricercati ci sono molte persone accusate di gravi reati?
R.: Solo nei paesi del “vicino estero”[9] si nascondono adesso oltre 200 persone accusate di reati gravi e particolarmente gravi. Ci sono anche persone che hanno sottratto risorse dello stato, rei di gravi frodi, corrotti e omicidi.
Non poveri, ma onesti
D.: Molti ricercati non si riconoscono colpevoli. Probabilmente sarebbero felici di tornare e collaborare con le indagini, ma conoscono fin troppo bene la “saggezza” popolare: una confessione sincera alleggerisce la coscienza, ma aggrava la punizione.
R.: Una pratica del genere, secondo cui la confessione aggrava la punizione, può essere portata avanti solo da persone ottuse. Questa è una forzatura. Questo atteggiamento secondo cui bisogna essere spietati con l’avversario mentre è debole, come dicevano in epoca sovietica, va superato. Se una persona, anche solo per un mese, sta in un carcere per la detenzione preventiva, capirà di cosa si tratta. Perciò io non sono un sostenitore di lunghi periodi di detenzione per persone che hanno commesso reati di poco conto — a queste vanno applicate altre misure, fra queste anche quelle non legate alla detenzione. Questa è la posizione del procuratore generale, più di una volta ne ha parlato anche al Consiglio d’Europa e all’ultima seduta collegiale della Procura Generale e all’incontro dei dirigenti degli organi giudiziari. “Se il crimine è di poco conto, la persona è degna di compassione” — la procura russa ha operato sulla base di queste parole del metropolita di Mosca Filaret[10] nei suoi primi anni e queste, di principio, sono ancora il motto del nostro operato.
D.: Ma molti suoi colleghi sono convinti che la paura di una dura punizione limiti la criminalità.
R.: Questo è vero, sia pure in parte. Si ritiene che tra i quasi 500 fattori che inducono a un comportamento criminale, gli organi giudiziari possano influire forse sul 20-25% dei casi. In sociologia esiste questo concetto: l’anomia. E’ un periodo, in cui nella società ha luogo una perdita di prestigio del diritto, quando la legge e le norme comunemente accettate smettono di influire sul comportamento di molte persone. L’anomia si origina quando tra le persone si fa largo il pensiero che i propri diritti non possono essere difesi e le proprie necessità essenziali non possono essere soddisfatte in modo legale. In questi tempi ha luogo una rivalutazione dei valori e degli stereotipi del comportamento, aumentano enormemente la corruzione e gli altri reati. Da questo stato di cose, grazie a Dio, stiamo già uscendo. Non di meno esistono ancora fenomeni residuali. Ecco i dati di un sondaggio di opinioni: si possono trasgredire i principi morali per arricchirsi? Tra i pensionati solo il 21% sarebbe d’accordo se i loro figli rispondessero positivamente a questa domanda. Ma il 59% è convinto: che i figli siano poveri, ma onesti. Ma tra i giovani il quadro è totalmente diverso: solo il 28% ritiene che non si possano sacrificare i principi morali in nome della ricchezza, ma il 54% ritiene che si possa. Questo crea un notevole stato di allarme: perché tra la disposizione a trasgredire la morale e quella a trasgredire la legge la barriera è molto sottile.
La spirale della storia
D.: Lei ha un piano per far rinascere il rispetto per la legge?
R.: Questo non è un compito dei più facili, perché l’osservanza della legge non è mai stata considerata la maggiore virtù della Rus’[11]. Penso che lo si possa risolvere solo in collaborazione con la chiesa ortodossa russa e altre confessioni tradizionali della Russia. Ma in generale l’educazione al rispetto della legge deve diventare un programma statale. Per esempio, ancora in epoca sovietica, alla fine degli anni ‘80, fu elaborato il progetto di legge “Sull’educazione giuridica generale”[12], lo ricordo bene, in quanto io stesso presi parte alla sua elaborazione. Comunque non fu messo in atto. Perché non ritornarci adesso? Nell’educazione alla legalità devono giocare un ruolo importante anche i mezzi di informazione di massa. Per esempio, la stampa parla estremamente poco dell’attività della procura nella difesa dei diritti umani. Ma tra l’altro la nostra esperienza in questo campo ha richiamato grande interesse anche presso il dipartimento per i diritti umani del Segretariato del Consiglio d’Europa. Su proposta della Russia la questione delle funzioni della procura al di fuori dell’attività penale e processuale è stata inclusa tra le priorità dei lavori del Consiglio Consultivo dei Giudici Europei per il 2008. Si tratta della difesa dei diritti umani.
D.: Lei è un noto conoscitore della storia della procura russa. Quali antiche indicazioni dei dirigenti della Sua istituzione sono ancora attuali?
R.: Già 250 anni fa il secondo procuratore generale della Russia Nikita Jur’evič Trubeckoj, che, tra l’altro, risolse molto degnamente anche la questione demografica – ebbe 18 figli da due mogli e inoltre scrisse dei versi non brutti, indirizzò una circolare ai procuratori locali (cito a memoria, se sbaglio, siate indulgenti): “Abbiate la massima attenzione, perché le persone arrestate non siano più trattenute a lungo e che i procedimenti che li riguardano siano esaminati e decisi secondo le leggi”. Questo resta ancora un problema. Non molto tempo fa il procuratore generale ha firmato una serie di documenti con richieste tassative: i procuratori devono illustrare i casi, in cui una persona è stata detenuta illegalmente, porla subito in libertà e intraprendere misure nei confronti della persone, che hanno permesso che la cosa avvenisse. Ecco qual è la spirale della storia.
I ricercati VIP della Procura Generale russa.
Achmed Zakaev[13]: sospettato di organizzazione di formazioni armate illegali.
Boris Berezovskij: sospettato di atti indirizzati a una presa di potere tramite l'uso della violenza e di frode.
Leonid Nevzlin[14]: sospettato di essere mandante di omicidi e appropriazioni indebite e di evasione fiscale.
[1] In russo significa “incrocio”…
[2] “Notizie”, il giornale dalla cui versione online (http://www.izvestia.ru/investigation/article3101895/) traggo questo articolo. Le “Izvestija” era il giornale d’informazione sovietico, mentre la “Prava” (Verità) riportava i comunicati ufficiali. Di qui la battuta “non ci sono verità nelle Notizie e non ci sono notizie nella Verità”. Dopo la caduta del regime sovietico, le “Izvestija” hanno goduto di relativa libertà per poi finire sotto il controllo del colosso energetico di Stato Gazprom e di fatto dell’establishment di Putin.
[3] Andrej Lugovoj è un ex agente segreto russo, con cui Litvinenko ha pranzato prima di sentirsi male a causa dell’avvelenamento che l’ha ucciso. Lugovoj significa “della prateria” e lugovoj volk (lupo della prateria) è il nome russo del coyote. Nomen omen?
[4] Boris Abramovič Berezovskij, controverso uomo d’affari russo, che adesso risiede in Gran Bretagna con lo status di rifugiato politico.
[5] L’insurrezione compiuta nel dicembre 1825 da un gruppo di ufficiali, che miravano a fare del regime zarista una monarchia costituzionale (anche se alcuni di essi erano di idee repubblicane).
[6] Gli insorti furono chiamati “decabristi” perché agirono in dicembre (dekabr’ in russo).
[7] “Volontà” o anche “Libertà Popolare” (Volja ha entrambi i significati), gruppo rivoluzionario terroristico che agiva in Russia alla fine dell’800. Il corsivo è mio.
[8] Zar russo noto per la sua politica di riformatore sociale (aveva posto termine alla servitù della gleba nel 1861), ma anche per l’intransigenza verso i sudditi stranieri – ai polacchi impedì persino di usare la loro lingua –, rimasto vittima di un attentato terroristico di Nardonaja Volja.
[9] Così vengono chiamati in Russia le repubbliche che facevano parte dell’Unione Sovietica. Le virgolette sono mie.
[10] Figura controversa della storia russa. Fëdor Nikitič Romanov, figlio di un fratello della prima moglie di Ivan il Terribile, fu costretto a farsi monaco durante le lotte per la successione a suo zio e prese il nome Filaret (etimologicamente “amante dell’eccellenza”). Fu patriarca di Mosca mentre regnava come zar suo figlio Michail e fu una sorta di “eminenza grigia”.
[11] Zvjagincev usa l’antico nome della Russia.
[12] Le leggi russe non hanno un numero, ma un titolo.
[13] Ministro degli Esteri del governo indipendentista ceceno in esilio.
[14] Leonid Borisovič Nevzlin, ex braccio destro del petroliere Michail Borisovič Chodorkovskij, fuggito in Israele e divenutone cittadino (anche grazie alle sue origini ebraiche).
Che dire in proposito?
Un partecipante alla manifestazione mostra un adesivo con la scritta "Maledictus XVI"
L'esibizione carnascialesca
della vera natura dei «dico»
Si è dunque inscenato sabato il promesso corteo a favore del riconoscimento legale delle coppie omosessuali. Una manifestazione nella quale, al di là dell'immagine borghese e rassicurante che si voleva dare, hanno trovato posto discutibili mascherate e carnascialate varie. Ironie e isteriche esibizioni da parte di chi invoca riconoscimenti e non esprime rispetto. Erano in molti, fra l'altro, i manifestanti omosessuali che recavano sulle spalle o per mano, dei bambini, frutto di precedenti relazioni o anche di fecondazioni praticate all'estero. Bambini la cui presenza è stata sfruttata proprio allo scopo di accreditare l'immagine, che vorrebbe essere rassicurante, di una famiglia da tutelare. Ogni bambino, almeno quando è nato, gode, anche nell'ordinamento italiano, di diritti che gli vengono riconosciuti comunque, in ogni condizione si trovino i loro genitori. Anche per questo, sfruttare la loro ingenuità appare un'operazione particolarmente criticabile. Ma è anche, ancora una volta, la prova evidente di quale sia la finalità di chi si batte per il riconoscimento legale delle coppie omosessuali, essendo la presenza di minori determinante per garantire ad un nucleo famigliare particolari diritti. Non è un caso che nelle immagini trasmesse sul corteo di sabato a parlare siano state quasi esclusivamente le coppie omosessuali, la categoria per la quale, al di là di ogni tattica politica, i recenti tentativi di regolamentazione sono concepiti.
Tra le variegate presenze all'interno del corteo, spiccavano fra l'altro ben tre ministri, a dimostrazione di come una parte del Governo sembra volersi impegnare personalmente per una questione diventata inspiegabilmente prioritaria. Una presenza che ha portato fra l'altro il ministro della Giustizia Mastella a sfrondare il campo da ogni ipocrisia, avvertendo che sulla questione dei "dico" il Governo potrebbe giocarsi la sua stessa esistenza. Mastella ha anche criticato il Presidente del Consiglio Romano Prodi che, a suo modo di vedere, avrebbe potuto esprimere le sue "perplessità" sulla presenza dei ministri in piazza "un po' prima". "Bisogna reagire a questo anticlericalismo spudorato", ha spiegato, che "rischia di creare inutili e dannose guerre". "Bisogna essere rispettosi, altrimenti il Governo è a rischio". Una prospettiva cui non crede il segretario dei Ds Piero Fassino: "non credo - ha detto - che il Governo possa cadere sui Dico, anche perché la questione non è più affidata al Governo ma al Parlamento".
È del parere di Mastella invece l'ex presidente della Camera Pier Ferdinando Casini: "Quando si parte con finti problemi inventandosi delle emergenze che non esistono come i "dico", si può andare a finire male". "In Italia - ha aggiunto Casini - il problema è quello di dare una mano alle famiglie, soprattutto a quelle numerose che sono sole e dimenticate dalle strutture pubbliche". "E bisogna anche spingere gli italiani - ha dichiarato Casini - a fare più figli aiutando le famiglie". Non è certo, insomma, il tema delle convivenze, afferma l'esponente centrista, "l'emergenza italiana". "Poi mi chiedo, ma fino a quando i cattolici della maggioranza continueranno ad accettare passivamente gli insulti come quelli che hanno ricevuto ieri? Esprimo loro la solidarietà - ha proseguito Casini - ma rivolgo a loro anche un invito: "svegliatevi", perché un centro cattolico non può stare in condominio con un radicalismo di sinistra come quello che abbiamo visto in piazza". Per Casini poi il Governo rischia sui "dico" perché in realtà "si governa se si ha una linea e questo Governo di linee ne ha una, due, tre o non ne ha affatto".
(L'Osservatore Romano - 12-13 Marzo 2007)
Ringrazio D.N. per questo contributo
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In Brasile il disegno della "Legge sull'omofobia" (con il nome di PL 5003/2001) - patrocinato dal Partito dei Lavoratori del Presidente Lula - dopo l'approvazione alla Camera dei Deputati il 23 novembre 2006, è ora passato all'analisi del Senato Federale (come PLC 122/2006). Il Senato brasiliano il 15 marzo ha deciso di creare un gruppo di lavoro per studiare in modo più approfondito la cosiddetta "Legge sull'omofobia", che vuole punire come crimine qualsiasi tipo di riprovazione dell'omosessualità. Il progetto era entrato in votazione, ma i senatori per il momento non hanno voluto votarlo. Uno dei motivi della cautela dei senatori sarebbe il gran numero di e-mail e telefonate di cittadini che si sono espressi contro questa legge.
Alcuni esperti hanno spiegato che la "Legge sull'omofobia" implicherebbe un contesto legale di persecuzione religiosa. "Chi osasse criticare la condotta omosessuale verrebbe trattato come un criminale", ha affermato l'avvocato e Presidente della Federazione Paulista dei Movimenti in Difesa della Vita, Maria das Dores Dolly Guimarães. L'avvocato sottolinea che "i primi a subire una persecuzione saranno i cristiani", citando come esempio alcuni articoli della legge.
"La proposta vuole punire con un periodo da 2 a 5 anni di reclusione chi osi proibire o impedire la pratica pubblica di un atto osceno (manifestazione di affettività) da parte di omosessuali (art. 7)", spiega la giurista. Nella stessa pena incorrerà chi licenzierà la baby sitter dei suoi figli dopo aver scoperto che è lesbica (art. 4). Nella stessa pena potrà incorrere anche il pastore o sacerdote "che, in un'omelia, condanni l'omosessualità". Infatti questo potrà essere inquadrato nell'articolo 8, ('azione [...] costrittiva [...] di ordine morale, etico, filosofico o psicologico')". "La punizione per il rettore di un seminario che non ammetterà l'ingresso di un allievo omosessuale è prevista con un periodo da 3 a 5 anni di reclusione (art 5)".
Se approvato questo disegno di legge potrebbe dare vita ad un vero e proprio terrorismo ideologico di stato pro-gay. Non c'e che dire. È proprio una buona accoglienza per il Santo Padre che si appresta a visitare questo grande paese a maggioranza cattolica...
Comunicato di Obiettivo Chaire
Il Senato Federale brasiliano sta per approvare il disegno della "legge sull'omofobia" (PLC 122/2006), che si propone di punire qualsiasi tipo di riprovazione dell´omosessualità (e non semplicemente le ingiuste discriminazioni nei confronti di persone con tendenze omosessuali). L´approvazione di questa legge costituirebbe una discriminazione gravissima nei confronti dei cattolici: ai cattolici, laici o sacerdoti, non sarà più possibile citare il Catechismo della Chiesa Cattolica, o la Bibbia, o fare riferimento alla morale cattolica nei confronti dell´omosessualità in quanto azioni considerate "costrittiva [...] di ordine morale, etico, filosofico o psicologico". Il rettore di un seminario che riterrà opportuno (sulla scorta della Istruzione della Congregazione per l'Educazione Cattolica circa i criteri di discernimento vocazionale riguardo alle persone con tendenze omosessuali in vista della loro ammissione al Seminario e agli Ordini sacri) non ammettere un candidato gay, potrà essere condannato con un periodo da tre a cinque anni di reclusione in base all´articolo 5 della stessa legge.
Milano, 18 marzo 2007
Ringrazio D.N. per questo contributo
20 marzo 2007
C'è la società civile in Russia?
Piter[1]
Il “Nord-Ost”[2] mette in guardia
La verità che non tutti vorrebbero sapere
Piter è la seconda città russa in cui ha avuto luogo l’iniziativa “Cittadini contro il terrore”. L’essenza del progetto è questa: i parenti delle vittime dei più gravi atti terroristici girano 30 città della Russia e raccontano i risultati delle loro indagini indipendenti, e mostrano il film “Incredulità”[3] sulle esplosioni dei condomini a Mosca e a Volgodonsk[4]. Nello scorso fine settimana nel centro per la difesa dei diritti umani di “Memorial”[5] di Piter i rappresentanti dell’organizzazione “Nord-Ost”[6] e il deputato della Duma di Stato[7] della Federazione Russa Jurij Savel’ev[8] hanno presentato agli abitanti di Piter un rapporto speciale sul “Nord-Ost”, compilato dai parenti delle vittime, e un’opinione particolare sulle circostanze dell’atto terroristico di Beslan. A differenza di quanto accadde a Nižnij Novgorod[9], dove alla fine dello scorso anno partì il progetto “Cittadini contro il terrore”, l’incontro con gli abitanti di Piter è andato avanti senza disordini. Nel futuro prossimo i parenti delle vittime dell’atto terroristico hanno in programma di organizzare incontri con gli abitanti di Voronež[10] e di Čeljabinsk[11]. Elena Milašina 01.03.2007, “Novaja Gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2007/15/10.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni) |
[1] Nome colloquiale di san Pietroburgo.
[2] “Nord-Est”, titolo del musical che andava in scena nel teatro Dubrovka di Mosca quando i terroristi ceceni sequestrarono gli spettatori.
[3] Nedoverie si potrebbe tradurre anche come “sfiducia”, ma da come se ne parla nel sito http://www.nedoverie-film.com/RU/indexRU.htm, sembra che l’accento sia posto sull’incredibilità di ciò che viene raccontato.
[4] Nell’estate 1999 furono fatti esplodere dei condomini a Mosca e a Volgodonsk con centinaia di vittime. Questo dette il via alla “seconda guerra cecena”.
[5] Organizzazione nata per difendere la memoria delle repressioni di epoca sovietica e che adesso si batte per i diritti umani nella Russia di Putin.
[6] Organizzazione che riunisce i parenti delle vittime del blitz nel teatro di Dubrovka.
[7] “Duma” si chiamano anche i parlamenti dei vari soggetti della Federazione Russa.
[8] Deputato del partito filoputiniano “Patria” (ora confluito nell’ancor più filoputiniana “Russia Giusta”) che, sulla base delle proprie conoscenze di fisico, ha redatto un rapporto alternativo a quello ufficiale sui fatti di Beslan, in cui con solide prove si accusa gli autori del blitz di aver usato lanciafiamme e carri armati e di essere in fin dei conti i veri responsabili della morte degli ostaggi.
[9] Città della Russia centrale, chiamata Gor’kij in epoca sovietica.
[10] Città della Russia meridionale.
[11] Città della Russia asiatica occidentale, ai piedi degli Urali.
19 marzo 2007
Risate a denti stretti
Caro figlio,
ti scrivo queste poche righe perché tu sappia che ti ho scritto.
Se ricevi questa lettera, vuol dire che è arrivata. Se non la ricevi, fammelo sapere, così te la rimanderò.
Scrivo lentamente perché so che tu non sai leggere in fretta. Qualche tempo fa tua padre ha letto sul giornale che la maggior parte degli incidenti capitano entro un raggio di un chilometro dal luogo di abitazione. Allora abbiamo deciso di traslocare un po' più lontano.
La nuova casa è meravigliosa. C´è una lavatrice, ma non sono sicura che funzioni. Proprio ieri ci ho messo dentro il bucato, ho tirato l'acqua e poi il bucato è sparito completamente.
Il tempo qui non è troppo brutto. La settimana scorsa ha piovuto due volte: la prima volta per 3 giorni, la seconda per 4.
A proposito della giacca che mi avevi chiesto, tuo zio Marco mi ha detto che spedirtela coi bottoni sarebbe stato molto caro (per via del peso dei bottoni), allora li ho staccati. Se pensi di riattaccarli te li ho messi tutti nella tasca interna.
Tuo fratello Gianni ha fatto una grossa sciocchezza con l´auotomobile: è sceso e ha chiuso di scatto la portiera lasciando dentro le chiavi. Allora è dovuto rientrare a casa e prendere il secondo mazzo di chiavi, e così anche noi siamo potuti scendere dalla macchina.
Se vedi Margherita salutala da parte mia. Se non la vedi non dirle niente.
La tua mamma che ti vuole tanto bene.
Ps: volevo metterti anche un po' di soldi, ma avevo già chiuso la busta.
Ringrazio L.C. per questo contributo
15 marzo 2007
Un'idea che mi sembra valida
Gli operatori delle ambulanze hanno segnalato che molto sovente, in occasione di incidenti stradali, i feriti hanno con loro un telefono portatile. Tuttavia, in occasione di interventi, non si sa chi contattare tra la lista interminabile dei numeri della rubrica.
Gli operatori delle ambulanze hanno lanciato l'idea che ciascuno metta, nella lista dei suoi contatti, la persona da contattare in caso d'urgenza sotto uno pseudonimo predefinito.
Lo pseudonimo internazionale conosciuto è ICE (=In Case of Emergency).
E' sotto questo nome che bisognerebbe segnare il numero della persona da contattare utilizzabile dagli operatori delle ambulanze, dalla polizia, dai pompieri o dai primi soccorritori.
In caso vi fossero più persone da contattare si può utilizzare ICE1, ICE2, ICE3, etc.
Facile da fare, non costa niente e può essere molto utile.
Se pensate che sia una buona idea, fate circolare il messaggio affinchè questo comportamento rientri nei comportamenti abituali!
Ringrazio P.C. per questo contributo
12 marzo 2007
Pax cecena
La borsa valori[1] dei presidenti
E’ noto chi sia più quotato in Cecenia ed è noto anche chi sostenga il valore commerciale del principale pretendente e come
A marzo, a ben vedere, sarà finalmente risolta la questione del presidente della Cecenia. Dopo le attese dimissioni spontanee di Alu Alchanov, legate al raggiungimento da parte del premier Ramzan Kadyrov dei 30 anni di età, sono rimaste da osservare solo le formalità costituzionali. Il presidente russo Vladimir Putin non ha ancora proposto all’Assemblea popolare della Cecenia due o tre candidati alla presidenza e a Groznyj, Gudermes, Centoroj[2] i sostenitori di Kadyrov-junior già festeggiano la sua vittoria. Comunque, chi potrebbe dubitarne? Formalmente presidente del fondo, cosiddetto benefico, è ritenuta la vedova di Achmat-Chadži Kadyrov Ajmani – una modesta, silenziosa donna di montagna, madre amorevole dei propri figli e buona nonna dei propri nipoti. Nella migliore delle ipotesi, questa conosce il lavoro del fondo dai programmi della televisione cecena, che continuamente e dettagliatamente inculcano al popolo ceceno come suo figlio, il grande Ramzan, sta ricostruendo la Cecenia con i propri mezzi personali e quelli del fondo a nome di suo padre e come il fondo sia alimentato da semplici ceceni, estremamente bisognosi e estremamente coscienziosi, che danno le loro ultime risorse non ai propri figli, ma per il bene della repubblica. Ho telefonato al vice-presidente del fondo A. Kadyrov Muslim Chučiev. L’attuale formale candidato alla presidenza della Cecenia non ha saputo farmi i nomi di persone concrete, a cui sia stato fornito un qualche aiuto per le cure. Tra numerosi orfanotrofi e collegi Chučiev ha ricordato di solo di aver fornito aiuti all’orfanotrofio “Nadežda”[17]. Questo nonostante il fatto che anche i lettori della “Novaja Gazeta” negli anni più difficili abbiano aiutato l’orfanotrofio diretto da Berlant Kasaeva, la casa famiglia di Chadižat Gataeva, la 2.a scuola-collegio (diretta da Aslanbek Dombaev), un sanatorio, un collegio per bambini non udenti, un ospizio per anziani… L’attuale candidato alla presidenza non ha ricordato queste istituzioni. Per la preparazione del materiale sono stati utilizzati articoli di Anna Politkovskaja.
Muslim CHUČIEV è nato nel 1971 nel villaggio di Zakanjurt nella provincia di Ačchoj-Martan della Repubblica Socialista Sovietica Autonoma di Cecenia e Inguscezia. Nel 1994 ha terminato gli studi nella facoltà di giornalismo della MGU[25] “M.V. Lomonosov” ottenendo la specializzazione come “giornalista”. Ha lavorato alla televisione russa (RTR[26]) nel programma “Russia finanziaria”. Si è occupato del business della ristorazione. Nell’estate del 2004 è tornato da Mosca in Cecenia. Dall’agosto 2004 al gennaio 2006 è stato addetto stampa del presidente della Repubblica Cecena Alu Alchanov. Dal gennaio 2006 ad oggi è stato il vice-direttore dell’amministrazione presidenziale e il vice-premier del governo della Repubblica Cecena con il ruolo di ministro. Al contempo è vice-presidente del fondo A. Kadyrov. Il 27 gennaio 2007 è stato eletto presidente del consiglio della sezione regionale del partito “Russia Giusta”[27], creata in Cecenia per ordine di Ramzan Kadyrov. Šachid DŽAMALDAEV, nativo della provincia Nadterečnyj[28] della Cecenia. 55 anni. Negli anni ‘90 dirigeva un kolchoz nel distretto agrario di Groznyj. Sotto Achmat-Chadži Kadyrov fu posto a capo dell’amministrazione del distretto agrario di Groznyj. Da aprile a dicembre 2005 è stato vice-presidente del consiglio di Stato[29] della Repubblica Cecena. Dal dicembre 2005 fino ad oggi è stato nuovamente a capo dell’amministrazione del distretto agrario di Groznyj nella Repubblica Cecena. Vjačeslav Izmajlov 26.02.2007, http://www.novayagazeta.ru/data/2007/14/17.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni) |
[1] Letteralmente “borsa dei fondi”.
[2] Luogo natale e quartier generale di Kadyrov.
[3] Uno dei sette distretti in cui Putin ha diviso la Federazione Russa e a capo dei quali ha posto suoi uomini di fiducia.
[4] Partito che ha praticamente l’unico scopo di sostenere la politica di Putin.
[5] Nome curioso: shahid in arabo significa “testimone, martire”, ma il termine ormai si usa soprattutto per definire i terroristi kamikaze…
[6] Achmar-Chadži Abdulchamidovič Kadyrov, padre di Ramzan, eletto presidente della Cecenia nel 2003 grazie a brogli giganteschi e rimasto vittima di un attentato un anno dopo.
[7] “Sottomesso” in arabo. Nomen omen? Comunque il termine si usa soprattutto per esprimere la sottomissione ad Allah.
[8] Rilievo grafico dell’autore.
[9] Anche qui c’è un gioco di parole intraducibile: la parola složenie significa sia “deposizione” che “somma algebrica” ed è contrapposta, nel secondo significato, alla “sottrazione” (di fondi) operata da Kadyrov.
[10] German Oskarovič Gref, ministro per lo sviluppo economico e il commercio.
[11] Aleksej Leonidovič Kudrin, ministro delle finanze.
[12] Circa 116 milioni di euro.
[13] Oltre 58 milioni di euro.
[14] Oltre 290 euro.
[15] Oltre 520 euro.
[16] Città della Cecenia centrale.
[17] “Speranza”.
[18] La “camera alta” del parlamento russo, formata da rappresentanti dei soggetti territoriali della Federazione Russa.
[19] “Acque Minerali Caucasiche”, provincia meridionale della Repubblica Federativa Russa.
[20] Villaggio della Cecenia sud-occidentale.
[21] Il tejp è il tipico clan ceceno, formato da più famiglie. Il corsivo è mio.
[22] “Olimpo”.
[23] Circa 30 euro.
[24] Marca di orologi svizzeri di gran lusso.
[25] Moskovskij Gosudarstvennyj Universitet (Università Statale di Mosca).
[26] Rossijskoe Televidenie i Radioveščanie (Televisione e Radiotrasmissione Russa), la televisione di Stato russa.
[27] Partito formato dall’unione di tre partiti: il nazionalista “di sinistra” Patria, il Partito dei Pensionati Russi e l’ultraputiniano Parito Russo della Vita.
[28] “Dell’oltre Terek”, provincia nord-occidentale della Cecenia. Il Terek è il fiume principale della Cecenia.
[29] Organo formato dal presidente e dai governatori delle regioni.