La premiazione segreta La settimana scorsa l’ennesima partita di lavoratori della televisione (circa 70 persone) ha ricevuto premi di Stato. Il precedente riconoscimento di meriti aveva avuto luogo l’anno scorso – nel giorno dei festeggiamenti per i 75 anni della televisione russa[1]. Allora ricevettero dei premi circa 100 persone della televisione, tra cui Vitalij Vul’f[2], Oleg Dobrodeev[3], Igor’ Kirillov[4], Anatolij Malkin[5], Aleksandr Masljakov[6], Tat’jana Mitkova[7], Vladimir Pozner[8], Èdvard Radzinskij[9], Konstantin Èrnst[10] e molti, molti altri. Stavolta nella sala di Caterina del Cremlino dalle mani del capo dell’amministrazione presidenziale Sergej Sobjanin hanno ricevuto premi Aleksej Puškov, i manager televisivi Andrei Bystrickij[11] e Vjačeslav Mostovoj[12] (entrambi hanno ricevuto l’ordine d’Onore), Margarita Simon’jan e Vladimir Solov’ëv[13] (entrambi hanno ricevuto l’ordine dell’Amicizia), Konstantin Sëmin[14], Marija Sittel’[15] e Michail Antonov[16], Vadim Takmenev[17], Vadim Glusker[18] e Andrej Lošak[19], Boris Notkin[20] (tutti questi hanno ricevuto la medaglia di prima classe dell’ordine “Per i servigi resi alla Patria”), Leonid Mlečin[21], Oksana Puškina[22] e Anna Prochorova[23] (tutti questi hanno ricevuto la medaglia di seconda classe dell’ordine “Per i servigi resi alla Patria”) e molti altri. A parte questo, un premio di Stato è stato conferito anche a una persona che non era ritenuta degna neanche di essere ricordata nei titoli dei suoi filmati, Aleksej Malkov – proprio la sua produzione su NTV è diventata in buona parte la base ideologica degli attacchi alla JUKOS, a Michail Chodorkovskij, a Garri Kasparov, a Boris Berezovskij[24] e a Viktor Juščenko. Questi è stato premiato “Per i servigi resi alla Patria” (con medaglia di prima classe). L’unico premiato a non essere presente nella sala era Andrei Lošak – il reporter si trovava allora in trasferta. Tutti questi sono stati premiati segretamente, come a suo tempo il capo dell’FSB[25] Nikolaj Patrušev (dopo il “Nord-Ost”[26]): non è stato fatto una solo foto né è stato pubblicato il decreto di premiazione nel sito del presidente russo (al momento di andare in stampa – nota dell’autore). La nostra richiesta di spiegazioni del fatto indirizzata al segretario dell’ufficio stampa del presidente russo Aleksej Gromov è rimasta senza risposta. Ma come ha raccontato a condizione di restare anonimo uno dei premiati, la cerimonia è andata avanti in modo austero, “secondo il protocollo”: hanno letto le liste, hanno bevuto champagne e poi sono andati dal presidente a Novo-Ogarevo[27]. L’incontro con Vladimir Putin è durato circa un’ora. “All’inizio c’è stata ressa (molti volevano parlare con il presidente – n.d.a.), ma poi ha bevuto un tè, ha potuto avvicinare tutti e il presidente ha semplicemente parlato con le persone presenti” – ha detto uno dei premiati. Poiché nessuno ha spiegato le motivazioni delle premiazioni e i giornalisti sono stati informati di queste dalle stesse compagnie televisive, alcuni hanno ritenuto ciò un’“eco dell’anniversario”. “Quanto alle medaglie mi è sorto forse un dubbio, ma non c’è proprio modo di rifiutare, – ha detto uno dei premiati. – Alla fin fine, non è stato il presidente a scegliere le persone, le lista sono state compilate dalle compagnie televisive per premiare i propri collaboratori. Ma se cominceranno delle persecuzioni, questo servirà (i premi di Stato permettono di ricevere un’amnistia – n.d.a.), dunque sia. Alla fin fine permette di avere uno sconto sulle spese di condominio”. L’incontro che ha avuto luogo il 27 giugno non è certo il primo incontro segreto del presidente con la gente della televisione. Incontri ben più lunghi e senza tale solenne motivo si sono tenuti nel corso di tutto il suo mandato presidenziale. Ora che questo si avvicina alla fine, alcuni dei partecipanti ad essi, anche questi a condizione di mantenere l’anonimato, hanno raccontato a “Spazio libero”[28] come si sono svolti e che impressione gli hanno fatto. Gli incontri del presidente coi giornalisti si svolgono segretamente e non se ne può parlare. Solo una volta di un’incontro del genere ha dato informazioni in modo telegrafico l’organo ufficiale “Rossijskaja Gazeta”[29]. Ci sono personalità che sono capitate agli incontri solo una volta, per esempio Evgenij Kiselëv[30] al tempo dell’attacco a NTV (ma allora era un caso particolare e per Kiselëv non si è più ripresentato). Ma ci sono anche alcuni rappresentanti titolati dei mass media che sono riusciti a vedere il presidente 5-7 volte. Senza parlare dei direttori dei canali televisivi, che hanno relazioni speciali sia con il presidente, sia con la sua amministrazione (in particolare i direttori di rete sono presenti ai tradizionali incontri del venerdì con il vice capo dell’amministrazione presidenziale Vladislav Surkov, talvolta simili incontri sono condotti dal vice responsabile del Dipartimento di politica interna Aleksej Česnakov). I luoghi degli incontri tradizionali con il presidente sono Novo-Ogarevo, il Cremlino e Soči (Bočarov Ručej[31]). Qualche volta, all’inizio del mandato, ancora al tempo di Michail Kas’janov[32], si incontravano al ristorante del “National”[33]. La cadenza era più o meno di una volta l’anno, ma del tutto imprevedibile: un tempo si svolgevano più spesso, in varie forme. “C’è un qualche motivo per cui questi incontri devono aver luogo”, – ritiene uno dei direttori dei mass media. “E’ una strana selezione – dipende dai loro concetti su chi abbia un ruolo nel mercato, – dice un altro. – Spesso a questi incontri c’erano i direttori della “Rossijskaja gazeta”, della “Komsomol’skaja Pravda”[34], di “AiF”[35], delle “Izvestija”, di “Vremja Novostej”[36], della “Gazeta”[37]. Al tempo di Berëza[38] (quando Boris Berezovskij era ancora il proprietario del giornale – n.d.a.) il “Kommersant’’”[39] non veniva invitato molto. Le “Vedomosti”[40] non venivano chiamate, non c’era neanche il direttore della “Nezavisimaja gazeta”[41]”. Ma ci sono ancora i messaggi del presidente (dopodiché ci si può incontrare sulla piazza, dove tutto si spande in giro), i banchetti, il Capodanno, il Giorno dell’Indipendenza[42], il 9 maggio[43]. Ai compleanni del presidente i direttori dei mass media non vengono invitati. Ma i banchetti tradizionali con la partecipazione dei direttori hanno luogo anche il Giorno della Costituzione[44]. E qui è importante la disposizione dei posti. “Nel palazzo del Cremlino all’inizio gli oligarchi[45] sedevano più vicino al presidente – ricorda un rappresentante dei mass media, – ma poi, come i giornalisti, si sono trovati più lontano. Una volta ci hanno disposti in ordine alfabetico, ma poi hanno preso a disporre le persone per caste: il patriarca al tavolo con il presidente, il clero vicino a lui, da una parte gli oligarchi, i rappresentanti dei sindacati, i governatori, i giornalisti. Fra l’altro vi sono dei concerti di popstar assolutamente demenziali – un tale squallido dilettantismo”. Ma questi sono avvenimenti del tipo a cui prende parte tutta l’elite. Ma gli incontri con i giornalisti sono tutt’altra cosa. Di essi ti avvertono in anticipo – telefona il segretario dell’ufficio stampa del presidente Aleksej Gromov. Ma talvolta ci sono chiamate improvvise (così è andata la storia con NTV dopo il “Nord-Ost”, qualche tempo dopo il capo di NTV Boris Jordan ha dato le dimissioni). La gamma di partecipanti è sempre diversa e per loro è sempre imprevedibile, inspiegabile. Talvolta chiamano solo gente della televisione: le “stelle” dei canali e i loro capi, preferendo non mischiarli con i direttori dei mass media di carta stampata (così è stato per esempio, uno degli incontri a Novo-Ogarevo), ma talvolta (come, per esempio, nel maggio 2004 a Bočarov Ručej) la gamma era più ampia. Allora, per esempio, erano presenti Konstantin Èrnst, Oleg Dobrodeev, Nikolaj Senkevič (allora ancora a capo di NTV), Irena Lesnevskaja[46], il capo della RIA-Novosti[47] Svetlana Mironjuk, il capo dell’ID[48] Prof-Media Rafaèl’ Akopov e i direttori della “Komsomol’skaja Prava”, del “Kommersant’’”, delle “Izvestija” (allora era ancora direttore Raf Šakirov[49])… Dello Stato, a parte Vladimir Putin c’erano Michail Lesin[50] (negli ultimi anni è stato ospite di rado a questi incontri), Michail Seslavinskij[51] e Aleksej Gromov. Talvolta a tali incontri c’era anche Vladislav Surkov. Ci sono anche avvenimenti speciali. Uno degli incontri relativamente più recenti, nella primavera dello scorso anno, è stato dedicato al 15° anniversario della VGTRK[52] e allora tutta la dirigenza della holding e dei canali televisivi che ne fanno parte e le “stelle” di “Rossija”[53] sono andati a Soči (Vladimir Putin ha allora espresso particolare ammirazione a Vitalij Vul’f). Alcune immagini di questo incontro sono finite in TV. A dire il vero, qualche giorno dopo a Bočarov Ručej ha avuto luogo anche un altro incontro – con i direttori dei mass media moscoviti della carta stampata. Questi (includendo i capi di tre agenzie di stampa) erano 25. E questo incontro è stato l’unico per il direttore delle “Vedomosti” Tat’jana Lysova. Allora interessava a molti la questione della futura cessione del “Kommersant’’” (a quell’incontro era presente il già ex direttore Vladislav Borodulin). “Quando chiesero del “Kommersant’’”, egli (Vladimir Putin – n.d.a.) disse: “Oh, è la prima volta che ne sento parlare”, – ricorda uno dei partecipanti. – Anche se era noto a tutti, che aveva respinto il primo (acquirente – n.d.a.) e aveva respinto il secondo. Ma no, la risposta era una: “rapporti reciproci tra i soggetti proprietari”. Anche se era noto a tutti, per questioni di quale livello andavano da lui – per qualsiasi questione, bisognava porlo a conoscenza e capire dal tipo di movimento delle sopracciglia che non era contrario. Ma lui – “ne sento parlare per la prima volta”. Un incontro speciale ebbe luogo anche in occasione del dibattito sulla legge sui mass media – dopo il “Nord-Ost” (allora, nel 2003 sia la Duma sia il Consiglio della Federazione[54] introdussero modifiche draconiane alla legge, sulle quali Vladimir Putin “mise il veto”). Questo fu l’ultimo incontro di questo tipo per il direttore di “Ècho Moskvy”[55] Aleksej Venediktov – i manager della radio non lo chiamarono altre volte. Uno degli incontri, che ebbe luogo nel 2003, parve ai partecipanti un “concerto solista” di Irena Lesnevskaja, quando la fondatrice di Ren TV (che allora non aveva ancora mutato la grafia in caratteri cirillici[56]) discusse praticamente da sola con il presidente. L’incontro durò circa cinque ore. Per via, sull’aereo speciale per Soči, Aleksej Gromov chiarì che qualunque domanda volesse porre, la dattilografa le raggruppava e la conversazione fu molto libera, “lontano dalle telecamere”. “Senkevič raccontava storielle, – ricorda uno di quelli che volò su quell’aereo. – Disse: “Io farò una domanda a Putin: “Ma Lei che dice?”. Ma non mi decisi. E allora Putin verso la fine della conversazione chiese: “Ci sono ancora domande?” e Lesnevskaja disse: “C’è qui Senkevič che vorrebbe raccontare una storiella... – Fece una pausa e chiese: - Ma Lei che dice?”. “Kostja (il direttore del Primo canale Konstantin Èrnst) e Dobrodeev erano finiti sotto al tavolo” – ricorda un altro partecipante. Allora si parlava in particolare di Aleksandr Lukašenko e in alcuni mass media più tardi comparvero notizie che riguardavano le relazioni russo-bielorusse, che rimandavano a “fonti informative”. Tali, non è difficile indovinare, erano diventati i direttori dei mass media che avevano ascoltato Putin. A proposito, l’incontro si fece ricordare anche perché Putin al momento dei saluti buttò lì inaspettatamente: “Io so tutto di tutti voi”. In un altro incontro ci fu l’“assolo” di Vladimir Pozner. Il conduttore televisivo, che sedeva di fronte al presidente era confuso dopo aver ascoltato la retorica di “Patria”[57] e aver visto il cinismo con cui veniva gestito il partito. Secondo una versione, Aleksej Gromov rispose: “Questa è stata un’iniziativa della dirigenza del suo canale”. Tra l’altro, secondo un’altra, fu il presidente e parlare e si espresse ancora più duramente sulla dirigenza. Ma la persona che partecipo alla conversazione, afferma che fu Gromov a parlare e dice che Pozner “è considerato un classico”: si sono complimentati con lui in occasione dell’anniversario, gli hanno dato una decorazione, è stato salutato al TÈFI[58]. E perciò non avrebbe potuto esserci alcuna asprezza nella risposta alla sua domanda. Quell’incontro durò circa quattro ore. In qualche modo Pozner si rammaricò anche dell’assenza della TV pubblica. Più o meno le stesse persone c’erano anche nel maggio 2004, ma allora furono presenti anche il giornalista del “pool del Cremino” Andrej Kolesnikov e il direttore della “Komsomolka”[59] Vladimir Sungorkin e l’incontro durò circa due ore. Ma in generale, con il passare degli anni, si è preso a definire i rapporti con i direttori dei mass media e i giornalisti televisivi sulla base dei ritardi di Vladimir Putin. “Al primo incontro ritardò di circa 40 minuti, ma poi, con il passar del tempo, ha tardato ancora di più, – ricorda uno dei partecipanti fissi agli incontri. – E questa è un comportamento assolutamente da orientale: perché ognuno sappia qual è il suo posto”. Un tema a parte degli incontri è la cucina: di essa si lamentano in molti. “Assolutamente sovietica, all’inizio c’erano vini georgiani, poi sono passati ai francesi, – dice uno dei partecipanti. – Il cognac è nazionale. Gli operatori personali (del presidente – n.d.a.) bevono Hennessy[60], ma al nostro tavolo ci danno da bere quello nazionale”. “A uno degli incontri a Soči ci hanno dato da mangiare zuppa di pesce – fatta con il pesce che aveva pescato il presidente stesso – ricorda un altro. – Pesciolini piccoli così”. “Ci danno da mangiare male, cibo statale, di partito, – si lamenta un terzo. – Il vino è mediocre, la cucina è a volte peggiore, soprattutto a Bočarov Ručej. Ma quando gli incontri hanno luogo a Mosca, allora il cibo è buono – di solito è di Novikov (Arkadij Novikov, ristoratore – n.d.a.). Allora non c’è niente da dire. Se non fosse per il cibo, non so che si farebbe. Infatti deve essere noioso anche per lui”. E’ noioso perché, con il passare degli anni, gli incontri hanno preso ad avere un carattere rituale, dicono i loro partecipanti. All’inizio esisteva un interesse reciproco, ma adesso è come se non ci fosse, si è perso il senso. A uno degli ultimi incontri, per esempio, ha regnato continuamente il silenzio. “Ha salvato tutti Gusev (il direttore di “MK”[61] Pavel Gusev – n.d.a.): “Ecco che i russi siedono, siedono e bevono”, – il collega di Gusev ricorda le sue parole salvatrici. – No, non fanno domande scomode ed egli non si aspetta mosse particolari. E’ assolutamente convinto di essere nel giusto, la maggior parte di quelli che siedono a tavola per lui sono dei sottoposti. Perciò il senso degli incontri si è perduto”. In uno dei primi incontri – a Bočarov Ručej – il presidente mostrò ai direttori dei mass media i “pulsanti del terrore”. “Erano tutti vestiti di nero, le guardie del corpo ricordavano i “ragazzi” dei film d’azione americani, – ricorda un partecipante a uno dei primi incontri. – Il presidente raccontava delle minacce alla Russia. In seguito si sono presentati in abito da sera, erano già altre guardie del corpo”. “La prima volta che le persone si incontrano con lui, restano disilluse (un’ammissione del genere, per esempio, è stata fatta al “partecipante alla conversazione” anche da Irena Lesnevskaja quando ha raccontato della sua prima impressione personale, presto mutata - n.d.a.) e questo riguarda non solo i giornalisti, ma anche i politologi. Ma quelli che lo incontrano per la seconda volta, già capiscono che stanno assistendo a un concerto: c’è qualche tema preferito, un modo di dirigere. Può succedere che una sera non ti accorgi di nulla di nuovo. E non cambia niente, non ci sono discussioni: con persone che sono in un rapporto di dipendenza non si discute. Beh, gli fai un’obiezione, dici: Lei è d’accordo in proposito? (colui che parlava preferiva, che non si ricordasse la domanda concreta, ma questa riguardava uno dei temi per cui il presidente è spesso criticato –n.d.a). Ma egli non era d’accordo. E più si va avanti, peggio diventa: nel comportamento domina la tattica “i vincitori non si giudicano” e i mezzi per ottenere la vittoria fra l’altro non hanno importanza. Parla più volentieri dell’andamento del prezzo del gas. Ma sentire questo più volte è noioso”. Gli invitati preferiscono non toccare temi delicati. Qualcuno non vede un senso in questo, qualcuno, evidentemente, si comporta con prudenza. Così, affermano i partecipanti a diversi incontri, sull’arresto di Michail Chodorkovskij nessuno ha mai fatto una domanda. In qualche modo chiesero al presidente come si ponesse davanti al fatto che la sua amministrazione desse direttamente indicazioni ai giornalisti e ai dirigenti televisivi su come riferire di questo o quell’avvenimento, ed egli, duramente, senza possibilità di iniziare una discussione, ha replicato: “Ma era meglio quando c’era Badri?” (Badri Patarkacišvili – uno dei comproprietari della ORT[62] quando Berezovskij era al potere[63] – n.d.a). E non servì replicare che Badri e lo stato non sono proprio la stessa cosa. In qualche modo, all’inizio della crisi “georgiana” (ancora prima degli arresti di georgiani), da una colloquio personale con il presidente è apparso chiaramente che egli “non è libero dall’immagine sovietica dei georgiani”. “Questi avevano uno status privilegiato negli anni del potere sovietico”, – ha detto. Vedeva come commerciano al mercato di via Nekrasov[64], – spiega la nostra fonte – ma non sapeva, che baracche c’erano nella stessa Georgia, non immaginava il loro tenore di vita, come non lo immagina tuttora. Infatti non è stato là una sola volta!” Un’altra volta, come ricorda un partecipante a un incontro, il presidente si è espresso sulla Cecenia: “esseri disumani sono giunti nel nostro paese”. Su Beslan ha detto così: che capisce perché usassero le vite dei bambini per fare un ricatto – per “destabilizzare” le cose, cioè erano “tentativi di sconvolgere” la situazione. “Il massimo di sentimenti l’ha mostrato all’incontro con le madri di Beslan, – dice uno degli invitati di Putin. – Ma chiaramente in quell’atmosfera piatta non possono fargli le domande che gli fecero le madri. Esse, le madri, se così si può dire, sono in una posizione privilegiata (nei rapporti con lui – n.d.a.), perché hanno sempre ragione. Perciò con loro ha mostrato la massima sincerità: “Non nego le mie responsabilità”. E questo è il massimo dei sentimenti. Ma allo stesso tempo riesce a sostenere discussioni delicate, ammorbidisce qualsiasi giornalista occidentale (infatti solo questi gli fanno domande pungenti). L’ha scampata dopo il fatto del “Kursk”, se l’è cavata contro un’intera sala”. “Non ci sono già più domande, tutti capiscono tutto, alle domande pungenti non ricevi risposta, – dice un altro partecipante. – E’ un monologo, raramente interrotto da domande”. Perché ci vanno se non ricevono informazioni? Per curiosità o per osservare il presidente, “per sentire la sua logica a livello psicofisico, capirne l’umore”, oppure li invitano – e non è il caso di rifiutare. Certo, per qualcuno è importante il fatto stesso del “contatto diretto”[65]. E’ curioso anche osservare i colleghi. “E’ un teatro umano, – dice uno che ha osservato attentamente gli incontri. – Sono successi dei casi al momento di fare le foto: davanti all’obbiettivo ognuno cercava di spinger via l’altro, per essere fotografato più vicino al presidente. Qualcuno si è messo vicino anche al cane. Oppure il presidente viene con un bicchierino e tutti sono uno sull’altro per essere più vicini. Come i liberali, ma fanno domande adeguate. In qualche modo, all’inizio degli incontri, arraffavano le matite con la scritta “Cremino” e cominciarono a fregare i bicchierini con l’aquila bicipite[66] appena comparsi. Poi l’amministrazione ha preso a venderli ufficialmente. E fregarli è diventato senza senso. Come pure andare agli incontri. Ma ci vanno. Sotto testo “Una certa soddisfazione” Abbiamo chiesto ai premiati che sentimenti hanno provato e per cosa, a loro parere, abbiano meritato i premi. Margarita Simon’jan, direttore del canale Russia Today[67], cavaliere dell’ordine dell’amicizia: - Al ricevere questo premio ho sentito l’ennesimo moto di gratitudine verso i miei collaboratori. Essi rendono possibile ciò che ancora due anni fa mi sembrava irraggiungibile – trasmissioni di informazione di qualità in inglese 24 ore su 24. Probabilmente anche loro meriterebbero il premio e io lo recepisco come un premio al canale e non a me personalmente. Aleksej Puškov, conduttore del programma “Postscriptum” (TVC)[68], cavaliere dell’ordine d’Onore:
- Sa, non è il primo premio per me. Circa tre anni fa mi è stato conferito il titolo di operatore culturale emerito. Allora e adesso ho recepito la cosa nello stesso modo. Ho creato un programma (va in onda già da nove anni) che riflette i miei propri pensieri (che a molti piacciono e a qualcuno non piacciono). Ma il mio compito non consisteva nel fatto di piacere o nel fatto che qualcuno fosse d’accordo con me. Mi pareva di avere qualcosa da dire. E in entrambi i casi ho recepito i premi come una valutazione di ciò che dico. Con tutta probabilità, ciò che dico è di abbastanza grande interesse. - E quali sono le sue impressioni personali? - C’è certamente una certa soddisfazione, ma questa viene presto inghiottita dalle preoccupazioni quotidiane. Subito dopo il conferimento della decorazione mi sono accinto a preparare l’ennesimo programma. Ma questa è una produzione intellettuale che ricorda perfino quella industriale. Il premio dà anche un senso aggiuntivo di fiducia in se stessi. Non posso dire di soffrire di mancanza di questo senso. Ma tutto questo è un ulteriore conforto. Natalija Rostova 05.07.2007, “Novaja Gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2007/color25/01.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni) |