30 novembre 2011
Haiku? (L)
il cuore che non sai
di avere in tasca
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Il sasso che hai
buttato nello stagno
era un diamante
Kadyrov e i suoi cavalli...
Gli organizzatori delle corse ippiche degli stati di Kentucky e New York hanno tolto dalle competizioni il cavallo del capo della Cecenia
29 novembre 2011, 15.18
Negli USA gli organizzatori delle corse ippiche degli stati di Kentucky e New York hanno tolto dalle competizioni il cavallo Sweet Ducky, che appartiene al capo della Cecenia Ramzan Kadyrov.
Come ha riferito "Kavkazskij uzel", la commissione per la registrazione delle corse ippiche che si tengono nello stato del Kentucky (USA) ha comunicato la propria intenzione di riesaminare la licenza del capo della Cecenia Ramzan Kadyrov per prendere parte a queste competizioni. Questa decisione è stata presa dopo che la commissione ha ricevuto una lettera del Dipartimento di Stato degli USA in cui si parlava di violazioni dei diritti umani.
In seguito a ciò gli organizzatori delle corse ippiche hanno invitato il capo della Cecenia a un colloquio sulla questione dell'accesso del cavallo alle competizioni, ma Kadyrov ha lasciato l'invito senza risposta. Per via di questo il cavallo non ha partecipato alle corse ippiche, da notizia rinviando al "New York Times" la RIA "Novosti" [1].
Secondo le informazioni del giornale, in precedenza il cavallo da corsa di Kadyrov era stato tolto in modo analogo dalle competizioni nello stato di New York. Gli organizzatori della manifestazione, dopo essersi consultati con il Dipartimento di Stato, hanno rinviato l'esame della richiesta del presidente ceceno per la partecipazione alle corse ippiche a tempo indeterminato. Secondo uno degli organizzatori delle competizioni, "si può dire con precisione che Kadyrov non parteciperà alle corse ippiche nello stato di New York".
L'addetto stampa del capo della Cecenia Al'vi Karimov ha notato che la cosa più probabile sia che la questione della licenza sia solo un pretesto per escludere dalle corse ippiche un cavallo eccellente, da notizia la "ITAR-TASS".
"Sono profondamente convinto che non ci siano altri motivi", – ha dichiarato, aggiungendo che Sweet Ducky "ha tutte le qualità che sono necessarie per la vittoria".
I cavalli di Kadyrov partecipano e vincono in gare ippiche tanto in Russia, quanto all'estero. A marzo di quest'anno un suo cavallo è entrato nel novero dei premiati della Coppa del Mondo di Dubai e ha guadagnato 200 mila $, un'altra ha ottenuto il primo posto alle prestigiose gare ippiche di Singapore, con un montepremi di 3 milioni di $. Il cavallo di Kadyrov Bronze Cannon è stato secondo alle competizioni ippiche della Coppa Betfred, che si sono svolte nell'ippodromo di Kenton in Inghilterra il 3 settembre.
Nel 2008 i cavalli del capo della Cecenia furono vincitori alle corse ippiche del 4 maggio in onore dell'insediamento del presidente russo Dmitrij Medevedev e nel 2007 alle corse ippiche dedicate al presidente ceceno.
In precedenza "Kavkazskij uzel" riferì che nel settembre 2009 il leader del partito dei Verdi d'Australia, il senatore Bob Brown fece appello per vietare l'ingresso in quel paese al capo della Cecenia Ramzan Kadyrov, commentando i piani sulla partecipazione dei cavalli da corsa di Kadyrov alle corse ippiche della Coppa di Melbourne. Il senatore spiegò la propria posizione con il fatto di essere indignato per gli omicidi e le brutali violazioni dei diritti umani in Cecenia. Tuttavia, alla fine il cavallo di Kadyrov chiamato Mourilyan ha fatto bene a partecipare alle corse ippiche ed è giunto terzo, guadagnando più di 450 mila dollari.
Nota della redazione: vedi anche le notizie "Il festival dell'arte equestra a Groznyj si è svolto con misure di sicurezza rafforzate", "Gli abitanti della Cecenia accolgono in modo non univoco la costruzione di un nuovo ippodromo", "Swank versa l'onorario per il concerto a Groznyj a organizzazioni benefiche".
"Kavkazskij uzel", http://www.kavkaz-uzel.ru/articles/196662/ (traduzione e note di Matteo Mazzoni)
Note
[1] Russkoe Informacionnoe Agentstvo (Agenzia di Informazioni Russa) "Notizie".
29 novembre 2011
Haiku? (XLIX)
nello stagno mi sei
entrata in cuore
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Ti parlo tanto.
Ogni pavone fa
la ruota che ha
28 novembre 2011
La Russia, dove il padre di un attivista ucciso, vessato da chi dovrebbe indagare sul delitto, si rivolge a un presidente praticamente esautorato...
Il padre di Makšarip Aušev si è rivolto con una dichiarazione al presidente russo
27 novembre 2011, 15.30
Il padre dell'attivista per i diritti umani ucciso Makšarip Aušev Magomed-Chadži si è rivolto con una lettera aperta al presidente russo Dmitrij Medvedev. Il motivo dell'appello sono state le perquisizioni non autorizzate, che, secondo Magomed-Chadži Aušev, hanno cominciato ad essere condotte da settembre dello scorso anno.
"Negli ultimi due mesi (dal 25 settembre al 25 novembre) da noi con diversi pretesti e senza fornire i corrispondenti documenti da parte di qualcuno sono stati inviati gruppi speciali sconosciuti per condurre perquisizioni accanite", – si dice nell'appello.
Al corrispondente di "Kavkazskij uzel" è riuscito entrare in contatto con il padre di Makšarip Aušev.
"Il 25 del mese corrente da noi hanno fatto irruzione persone in tuta mimetica mascherate. Erano circa 50 persone. Senza presentare alcun documento hanno condotto una perquisizione non autorizzata", – ha detto Aušev.
Anche Magomed-Chadži Aušev ha supposto che uno degli Ural [1] militari su cui sono giunte le persone sconosciute sia lo stesso che fu usato nel tentativo di sequestro di Makšarip Aušev all'uscita da Magas [2] il 15 settembre 2009.
Secondo Aušev, questi si è rivolto a tutte le strutture armate per venire a sapere chi fossero le persone mascherate che hanno condotto le perquisizioni.
"Ci siamo rivolti dappertutto, al Consiglio di Sicurezza, al ministero degli Interni, allo FSB [3] per venire a sapere chi ha condotto le perquisizioni, ma ci rispondono che a loro niente è noto. Ed ecco che abbiamo deciso di rivolgersi alla prima personalità dello stato perché intervenga. Penso che il nostro presidente Dmitrij Medvedev non sappia cosa accade qui da noi. Spero che questo appello giunga a lui e che questi prenda le corrispondenti misure", – ha detto Aušev.
Al momento non ci sono commenti di personalità ufficiali e rappresentanti delle strutture armate riguardo all'appello di Aušev.
Ricordiamo che Makšarip Aušev morì il 25 ottobre 2009, quando sull'autostrada federale "Caucaso" ad alcuni chilometri da Nal'čik [4] sulla sua automobile spararono alcuni sconosciuti da un'auto che passava vicino. L'oppositore morì sul colpo.
Nell'ottobre 2010 le indagini furono bloccate "per via dell'impossibilità di determinare le persone da incriminare". Dopo l'appello di persone vicine agli Aušev al presidente russo e al procuratore generale della Federazione Russa, la direzione centrale del Comitato Inquirente russo nei circondari federali Meridionale e del Caucaso del Nord il 2 settembre 2011 furono riaperte le indagini sul caso dell'omicidio dell'attivista per i diritti umani inguscio.
Ricordiamo che Magomed-Chadži Aušev scrisse che gli era noto chi aveva ucciso suo figlio. Fra l'altro l'uomo fece direttamente i nomi di queste persone, tra cui anche quelli di gente che occupa posti in alto nelle forze dell'ordine, che, secondo le sue informazioni, erano stati complici dell'omicidio di suo figlio. Subito dopo questa dichiarazione le autorità ingusce cominciarono a condurre una verifica, come assicurò l'allora ancore addetto stampa del presidente inguscio Kaloj Achilgov, tuttavia dei risultati della verifica non si sa niente.
Nota della redazione: vedi anche le notizie "Mucol'gov [5]: il caso dell'omicidio di Makšarip Aušev, compiuto due anni fa, è stato frenato", "Per informazioni sugli assassini di Makšarip Aušev è stata offerta una ricompensa in denaro", "HRW: l'omicidio di Aušev mette in dubbio l'autorità di Evkurov in Inguscezia", "Gli Aušev chiamano gli abitanti dell'Inguscezia in casa dell'ucciso Makšarip Aušev", "Evkurov: dietro l'omicidio di Makšarip Aušev potrebbero esserci le strutture armate".
Autore: Vacha Belcharoev; fonte: corrispondente del "Kavkazskij uzel"
"Kavkazskij uzel", http://www.kavkaz-uzel.ru/articles/196542/ (traduzione e note di Matteo Mazzoni)
Note
[1] Camion russo.
[2] Sorta di Brasilia caucasica, la nuova capitale dell'Inguscezia costruita di sana pianta.
[3] Federal'naja Služba Bezopasnosti (Servizio Federale di Sicurezza), il principale servizio segreto russo.
[4] Capitale della Kabardino-Balkaria.
[5] Magomed Adamovič Mucol'gov, attivista per i diritti umani inguscio.
26 novembre 2011
25 novembre 2011
24 novembre 2011
Contrordine, circassi?
Il comitato esecutivo di "Adigė chasė" ha smentito la notizia della revoca della decisione sulla questione della dichiarazione del 2014 anno di lutto
23 novembre 2011, 16.15
[]Il comitato esecutivo del movimento sociale "Adigė Chasė – Parlamento Circasso" ha smentito la notizia della revoca della decisione di inviare all'Associazione Circassa Internazionale (MČA [1]) la proposta di dichiarare il 2014 anno di lutto.
Ricordiamo che il 17 novembre a Majkop [2] il comitato esecutivo di "Adigė Chasė" dell'Adighezia intervenne con l'iniziativa di dichiarare il 2014 anno di lutto e di memoria in tutto il mondo circasso. La decisione fu presa per via del fatto che nell'anno di svolgimento delle Olimpiadi invernali a Soči si compiono esattamente 150 anni dal giorno della conclusione della Guerra Caucasica, nel corso della quale centinaia di migliaia di circassi furono cacciati dalla patria storica. Il 19 novembre nei mezzi di comunicazione di massa comparve un comunicato, secondo cui i membri di "Adigė Chasė – Parlamento Circasso" avevano revocato la propria decisione.
"Le dichiarazioni del presidente del movimento sociale "Adigė Chasė – Parlamento Circasso" Chapaj A.Ju. del 19 novembre 2011 sul portale informativo di "Yuga.ru" [3] e della IA "REGNUM" [4] sulla revoca della decisione presa di inviare alla MČA l'iniziativa di dichiarare il centocinquantenario della conclusione della Guerra Russo-Circassa anno "Di memoria e di lutto" del popolo circasso non corrispondono alla realtà, cioè ha avuto luogo un'infedele interpretazione delle affermazioni di Arambij Chapaj", – si dice nella dichiarazione del comitato esecutivo dell'organizzazione.
Nel documento si chiarisce che nella seduta del comitato esecutivo del 19 novembre "la delibera del Comitato Esecutivo sulla dichiarazione del 2014 Anno di Memoria e di Lutto del popolo circasso non è stata revocata, ma, al contrario, già da parte dell'intero organico del Comitato Esecutivo è stata confermata la legittimità della decisione presa in precedenza".
"Tutti i presenti hanno approvato la disposizione sull'inaccettabilità di una contrapposizione alle decisioni prese dalla maggioranza del Comitato Esecutivo e si sono obbligati a promuoverle indipendentemente dalle decisioni prese in precedenza", – si dice nella dichiarazione.
Secondo gli autori del documento, in effetti nella ricordata seduta fu presa la decisione di rimandare l'invio al Comitato Esecutivo della MČA della proposta di dichiarare il 2014 Anno di Memoria e di Lutto "allo scopo di completarla di un programma concretizzato di manifestazioni e di un piano per la loro efficace realizzazione".
"Detto programma sarà preparato e presentato alla prossima seduta dell'Associazione Circassa Internazionale", – si dice nella conclusione della dichiarazione, che è stata firmata dal presidente di "Adigė Chasė – Parlamento Circasso" Arambij Chapaj, dai suoi vice Adam Bogus e Aslan Neguč e anche dai membri del comitato esecutivo di "Adigė Chasė – Parlamento Circasso" Aslanbij Kuek, Aslan Nechaj e Ruslan Tljunjaev.
Come ha riferito "Kavkazskij uzel", l'idea dei membri del comitato esecutivo di "Adigė Chasė" è stata accolta in modo non univoco dagli abitanti della repubblica.
Notiamo che nel corso del sesto giorno della cultura circassa, svoltosi lo scorso 7 novembre all'Europarlamento è stata approvata la dichiarazione sui diritti nazionali dei circassi. Nel documento si da un'informazione storica sui fatti capitati ai circassi durante la Guerra Caucasica dei secoli XVIII-XIX. I circassi indicano anche che come popolo hanno diritto a non essere sottoposti a un'assimilazione forzata o a un'azione diretta a distruggere la loro cultura.
Esperti studiosi del Caucaso e uomini politici circassi hanno valutato in modo diverso questa dichiarazione. Alcuni hanno dichiarato che il documento non corrisponde alle norme di diritto internazionale e chiedono una rielaborazione sostanziale, altri lo appoggiano in pieno.
Nota della redazione: vedi anche le notizie "A Mosca gli studiosi del Caucaso hanno discusso la "questione circassa", La "questione circassa" finora non minaccia lo svoglimento delle Olimpiadi a Soči, ritengono gli esperti", "Adal'bi Šchagošev [5]: senza studiosi i problemi del Caucaso del Nord non si risolvono".
Autore: Asja Kapaeva; fonte: corrispondente del "Kavkazskij uzel"
"Kavkazskij uzel", http://www.kavkaz-uzel.ru/articles/196304/ (traduzione e note di Matteo Mazzoni)
Note
[1] Dal russo Meždunarodnaja Čerkesskaja Associacija.
[2] Capitale dell'Adighezia.
[3] Portale dedicato alla zona meridionale della Russia europea.
[4] IA sta per Informacionnoe Agentstvo (Agenzia di Informazioni).
[5] Adal'bi Ljulevič Šchagošev, deputato di "Russia Unita".
23 novembre 2011
Qualche ragione per cui il regime di Putin può solo durare a lungo o fare una brutta fine
Quando verrà la fine?
23.11.2011
Il congresso di "Russia Unita" in cui è stato annunciato il ritorno del posto di presidente da Medvedev a Putin significa una semplice cosa: d'ora in poi la strada per un cambio di potere in Russia con metodi pacifici è chiusa. C'è una serie di fattori che contribuiscono alla stabilità del regime.
Il prezzo del petrolio
Finchè il prezzo sarà alto, il regime sarà stabile. Illustrerò il mio pensiero con il seguente esempio. In Europa nel 1640 scoppiarono di colpo sei rivoluzioni: oltre all'Inghilterra, a Napoli, in Catalogna e in Portogallo e cominciò la Fronda in Francia. E nel 1644 in Cina dopo la rivolta contadina, a cui seguì l'invasione dei Manchu, cadde la dinastia Ming. Nei manuali di storia si può leggere che tutte queste rivoluzioni avvennero per le tasse smisurate, per la stupidità di Carlo I, per l'irritazione di Napoli verso il potere degli spagnoli.
Tutto questo, senza dubbio, è così. Ma gli anni '40 del XVII secolo sono anche ben noti agli astrofisici. Gli anni 1645-1715 sono il cosiddetto minimo di Maunder, anni di diminuzione dell'attività solare e di brusco raffreddamento. Le tasse sono tasse, ma la gente avrebbe sopportato sia le tasse, sia la stupidità dei governanti, se non fosse stata semplicemente affamata.
La caduta del prezzo del petrolio per la Russia è lo stesso che il raffreddamento per la metà del XVII secolo. Finché il petrrolio non cadrà, non cadrà neanche il regime.
La mancanza della gioventù
L'età media degli uomini in Russia è di 38 anni. Per fare un confronto: in Egitto l'età media della popolazione è di 24,5 anni, in Libia di 24,5 anni, in Palestina di 18 anni. L'età media in Daghestan e in Cecenia è di 27 e di 28 anni e vediamo che queste repubbliche sono estremamente inquiete.
La libertà di emigrazione
A differenza dei regimi totalitari dei paesi parassiti a cui appartiene la Russia putiniana, si incoraggia indirettamente l'emigrazione di gente incline alla libertà e all'indipendenza. Di solito la parte attiva della popolazione del paese – il lievito con cui tutto cresce – è il 4% della popolazione. Per la Russia sono 6 milioni di persone. Perlomeno un terzo di questa gente ha semplicemente lasciato la Russia.
La protesta non è il mezzo
Il potere fa capire continuamente ai cittadini russi che la protesta non è il mezzo per risolvere i problemi.
Prendiamo la storia del presidente della Karačaj-Circassia Mustafa Batdyev, il cui genero uccise sette persone a colpi d'arma da fuoco nella sua residenza. I parenti dei morti e la popolazione indignata occuparono due volte la sede del governo, chiedendo le dimissioni del presidente. Tuttavia questi restò al proprio posto fino al 2008 [1]. Non fu destituito proprio perché lo chiedeva il popolo.
Prendiamo la storia del bosco di Chimki [2]. Si continua a costruire la strada attraverso di esso non malgrado le proteste, ma proprio grazie ad esse. Non si tratta del fatto che a Putin siano tanto cari gli interessi di Rotenberg [3], ma di un principio: una volta che la plebe protesta, bisogna cacciarla subito a calci.
Questo è l'orientamento del regime. Non si può mostrare debolezza. Di conseguenza ogni persona che vuole risolvere il proprio problema capisce che con appelli e proteste pubbliche non lo risolve.
I fattori suelencati contribuiscono alla stabilità del regime, tuttavia ce ne sono anche altri che lavorano contro di esso.
La corruzione
A differenza della maggior parte delle dittature classiche, in cui il dittatore si appoggia al popolo e contrasta insieme ad esso "i cattivi funzionari" (a questo tipo appartiene Lukašenko), il regime putiniano è organizzato in modo opposto.
I funzionari hanno avuto il diritto di compiere qualsiasi crimine, le vittime di questi crimini risultano sempre esse stesse colpevoli e se si lamentano ancora, diventano esse stesse criminali.
Teoricamente ciò dovrebbe portare a una grande dedizione dei funzionari a Putin, ma il sistema va diversamente dalla pratica.
Prendiamo un esempio pratico: la "lista di Magnitskij" [4]. E' chiaro che non fu Putin a rubare 230 milioni di dollari dalle finanze pubbliche russe. Semplicemente, nella misura in cui si scoprivano nuovi dettagli di questo furto, davanti a Putin si poneva un dilemma: o consegnare chi l'aveva compiuto o difendere coerentemente il diritto dei funzionari a compiere qualsiasi crimine.
Risultato: il paese perde governabilità e le dimensioni del ladrocinio crescono al punto che verso il 2012 i conti pubblici cesseranno di quadrare a un prezzo del petrolio inferiore a 120 dollari al barile.
Il nazionalismo
Uno dei principali problemi del regime è il crescente nazionalismo, tanto russo, quanto anche caucasico. Il regime capisce questo pericolo, ma non può fare nulla, come nel caso della corruzione.
Il nazionalismo in Russia è legato a due cose: al problema del Caucaso, in primo luogo della Cecenia e agli immigrati dell'Asia Centrale.
L'incapacità del regime di controllare il paese porta con se tra l'altro l'incapacità di controllare il Caucaso. Difficilmente il Cremlino ora può rifiutare qualcosa a Kadyrov. La crescente comprensione del fatto che il vincitore della guerra russo-cecena è risultato Kadyrov trasforma la Russia in una repubblica di Weimar.
Il secondo fattore del nazionalismo sono gli immigrati dell'Asia Centrale. A differenza dei fuoriusciti del Caucaso questi esistono in condizioni da schiavi e provocano all'incirca la stessa aggressività che, per così dire, gli schiavi neri in Giamaica facevano sorgere nei bianchi poveri, che avevano bisogno di sentirsi al di sopra di qualcuno.
Internet
Il terzo fattore di instabilità è la crescita di Internet. In Russia ora circa 60 milioni di persone vanno in Rete.
Dieci anni fa, quando Putin giunse al potere, per prima cosa prese la televisione. Il monopolio della televisione portò al monopolio delle notizie. Le notizie per lungo tempo furono ciò che riferiva la televisione.
Internet ha portato a una situazione qualitativamente nuova. Le notizie ora sono ciò di cui si discute su Internet. Quando nel 1997 la macchina dell'allora ancora capo della GKU [5] Vladimir Putin schiacciò Denis Lapšin, di 5 anni, ciò non ebbe alcuna risonanza perché non fu in televisione. Quando nel febbraio 2010 la Mercedes del vice-presidente della LUKOIL [6] Anatolij Barkov travolse una Citroën con due donne a bordo, ciò – grazie a Internet – divenne già un fatto di livello nazionale.
Теперь мы наблюдаем следующую стадию: аварии с участием дорогих машин вызывают волнения и спонтанные бунты.
L'opinione pubblica
In Russia è diventato di moda disprezzare il regime. Nelle conversazioni private il regime viene deriso dai più alti funzionari e dagli stessi oligarchi vicini al Cremlino. Perfino nelle riviste patinate, per natura destinate a signori benestanti, la sottile derisione del Cremlino è un must [7] – cioè lo stesso pubblico che fruisce della réclame di Vacheron Constantin, fruisce della critica al Cremlino. Se economicamente la situazione è piuttosto paragonabile agli ultimi anni di Brežnev, intellettualmente è simile al 1989, quando il regime era criticato dappertutto, tranne che alla televisione di Stato.
La mancanza di difensori
Il regime non ha gente che sia pronta a morire per esso. Il presidente di Haiti Duvalier si appoggiava ai Tonton Macoutes, Ahmadinejad ai "Guardiani della Rivoluzione", Gheddafi alla gente della sua tribù.
Lo strato dei fuoriusciti dallo FSB [8], a cui si appoggia Putin, è abbastanza numeroso per derubare tutta la Russia, ma non è abbastanza forte e motivato per conservare a Putin il potere.
E' notevole che non appena Putin allontana dal potere l'ennesima nullità politica, da lui richiamata dal niente, la nullità si mette subito a ingiuriare il regime. E chi odino di più gli agenti dell'OMON [9] – i dimostranti o i capi, che si prendono la parte del leone delle "bustarelle" – è un'altra grande domanda. Questa gente è pronta a rubare per Putin, ma a morire per Putin non è pronta. Usa del regime, ma non lo serve.
Una delle circostanze più importanti è il fatto che tutti i fattori che contribuiscono alla stabilità del regime sono cambiati poco negli ultimi dieci anni, ad esclusione del prezzo del petrolio: ma neanche questo ha superato la linea rossa. Per quanto invece riguarda i fattori destabilizzanti, questi sono cresciuti continuamente e stabilmente. La corruzione è solo cresciuta, il nazionalismo è solo cresciuto, il sostegno al regime nella società (e perfino nelle strutture armate) è solo caduto.
La probabilità di una "primavera araba" in Russia è assai inferiore che nella Tunisia e nell'Egitto pieni di giovani, tuttavia il grado di instabilità del regime aumenta sempre. E là, dove il popolo non prende parte al governo per mezzo di elezioni, questi di solito presto o tardi prende parte al governo per mezzo di rivolte e rivoluzioni.
"Novaja gazeta", http://www.novayagazeta.ru/columns/49614.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)
[1] La rivolta popolare era avvenuta nel 2004.
[2] Città nei pressi di Mosca.
[3] Forse sarebbe meglio dire "dei" Rotenberg, i fratelli imprenditori Arkadij Romanovič e Boris Romanovič.
[4] La lista dei funzionari scoperti dall'avvocato Sergej Leonidovič Magnitskij, che lo fecero mettere in carcere, dove morì, ufficialmente per problemi di salute.
[5] Glavnoe Kontrol'noe Upravlenie (Direzione Centrale di Controllo), ente dell'amministrazione presidenziale.
[6] Compagnia petrolifera. Oil è ovviamente "petrolio", LUK sta per Langepas, Uraj e Kogalym, centri petroliferi siberiani.
[7] Così nell'originale.
[8] Federal'naja Služba Bezopasnosti (Servizio Federale di Sicurezza), l'erede del KGB.
[9] Otdel Milicii Osobogo Naznačenija (Sezione di Polizia con Compiti Speciali), i corpi speciali della polizia.
21 novembre 2011
Meglio non disturbare le Olimpiadi di Putin?
In Adighezia il comitato esecutivo di "Adigė Chasė" ha revocato la decisione di dichiarare il 2014 anno di lutto
20 novembre 2011, 13.32
I membri del comitato esecutivo di "Adigė Chasė – Parlamento Circasso" nella seduta del 19 novembre ha revocato la proposta indirizzata all'Associazione Circassa Internazionale di dichiarare il 2014 anno di memoria e di dolore.
Ricordiamo che il 17 novembre a Majkop [1] il comitato esecutivo di "Adigė Chasė" dell'Adighezia intervenne con l'iniziativa di dichiarare il 2014 anno di lutto e di memoria in tutto il mondo circasso. La decisione fu presa per via del fatto che nell'anno di svolgimento delle Olimpiadi invernali a Soči si compiono esattamente 150 anni dal giorno della conclusione della Guerra Caucasica, nel corso della quale alcune centinaia di migliaia di circassi furono allontanati dalla patria storica.
L'idea dei membri del comitato esecutivo dell'"Adigė Chasė" fu accolta in modo non univoco dagli abitanti della repubblica.
Alla seduta dell'organizzazione del 19 novembre presiedeva il tchamada [2] (capo) del comitato esecutivo di "Adigė-Chasė – Parlamento Circasso" Arambij Chapaj.
I membri del comitato esecutivo ha votato per la revoca della proposta di "dichiarare il 2014 anno di lutto e di memoria del centocinquantenario della conclusione della guerra russo-caucasica nel mondo circasso", riferisce "Argumenty i Fakty-Adygeja" [3].
La decisione è stata presa all'unanimità, informa "Yuga.ru" [4].
Sui motivi della revoca della decisione del comitato esecutivo non è stato riferito nulla da parte del comitato esecutivo di "Adigė Chasė".
Come ha riferito "Kavkazskij uzel", il tema della "questione circassa" è stato sollevato spesso negli ultimi tempi per via dello svolgimento delle Olimpiadi invernali del 2014 a Soči. Così il 3 marzo nella sala per conferenza del Centro Carnegie di Mosca si tenne il seminario "La questione circassa e le Olimpiadi di Soči", organizzato nell'ambito del programma "Religione, società e sicurezza".
Inoltre il 1 luglio in una seduta straordinaria del parlamento georgiano con 80 voti è stata approvata la disposzione "Sulla perpetuazione della memoria delle vittime del genocidio del popolo circasso" e la creazione del "Centro di cultura circassa". Di inaugurare un monumento alla memoria il governo georgiano l'ha in programma per il maggio 2012.
Nota della redazione: vedi anche le notizie "A Mosca gli studiosi del Caucaso hanno valutato la "questione circassa", La "questione circassa" finora non minaccia lo svolgimento delle Olimpiadi a Soči, ritengono gli esperti", "Adal'bi Šchagošev [5]: senza studiosi i problemi del Caucaso del Nord non si risolvono".
Kavkazskij uzel, http://www.kavkaz-uzel.ru/articles/196120/ (traduzione e note di Matteo Mazzoni)
Note
[1] Capitale dell'Adighezia.
[2] Il corsivo è mio.
[3] "Argomenti e Fatti-Adighezia", versione adiga della rivista russa "Argumenty i Fakty".
[4] Portale della regione meridionale della Federazione Russa.
[5] Adal'bi Ljulevič Šchagošev, deputato di "Russia Unita".
Prima di tornare sul trono l'imperatore Putin aumenta i poteri dei suoi pretoriani...
Allo FSO [1] vengono assegnati poteri di polizia: "in caso di necessità" potrà multare e arrestare cittadini
19.11.2011
Il 18 novembre è stato approvato dopo la terza definitiva seduta il disegno di legge "Sull'introduzione di mutamenti nella legge federale "Sulla protezione dello Stato" e in singoli atti legislativi della Federazione Russa". Dopo la sua approvazione al Consiglio della Federazione e la firma del presidente al Servizio di Protezione Federale sarà data carta bianca.
Come ha raccontato Aleksej Dozorov, giurista e fondatore della "Società dei Secchielli Blu" [2], in primo luogo sarà ampliata illimitatamente la cerchia di persone a cui potrebbe essere fornita la protezione dello stato e insieme ad essa le macchine con le sirene, la chiusura delle strade e altre scomodità per i comuni cittadini. Adesso non potremo dire che il Patriarca ha una protezione illegale, che contraddice la Costituzione, che Čubajs [3] o Miller [4] vanno in macchina con le sirene e al passaggio del corteo di Vasja Pupkin [5] chiuderanno le strade. L'emendamento appare così: "Allo scopo di garantire la sicurezza dello stato per decisione del Presidente della Federazione Russa la protezione di stato potrà essere fornita ai membri del Consiglio della Federazione dell'Assemblea Federale della Federazione Russa, ai deputati della Duma di Stato dell'Assemblea Federale della Federazione Russa, a funzionari federali statali e ad altre persone".
In secondo luogo, nella legge compare la definizione di percorsi speciali, che prima non c'era: "i percorsi di passaggio (di spostamento) degli oggetti della protezione di stato sono tratti di strade rotabili e di ferrovie, di spazio aereo e acqueo utilizzati per il passaggio (lo spostamento) sicuro e senza ostacoli degli oggetti di protezione di stato". Perché c'è bisogno di tale neologismo? Ecco perché: adesso un agente dello FSO potrà, senza aiuto della polizia, arrestarvi da solo e portarvi in una sezione della polizia o subito in tribunale. E il motivo per farlo è semplice – sospetto di compimento di violazione della legge ai danni di un oggetto protetto. Ma questo ancora non è tutto. Ora l'apertura di procedimenti per violazioni amministrative è compiuta dagli organi del ministero degli Interni e gli agenti dello FSO non ne hanno diritto. Secondo la nuova legge questi potranno "compiere aperture di procedimenti per violazioni amministrative che riguardano il Codice della Federazione Russa sulle violazioni amministrative nei confronti di un sotto-ente di un organo federale di potere esecutivo nell'ambito della protezione di stato". Adesso un agente dello FSO può portare da solo in qualsiasi vano di servizio un semplice sospettato di compimento di una qualsiasi violazione su un percorso speciale!
Inoltre l'articolo 19.3 del Codice per le Violazioni Amministrative della Federazione Russa viene completato con una quinta parte, che suona: "La disobbedienza a un ordine legale o a una richiesta di un agente degli organi della protezione di stato riguardante l'esecuzione da parte sua degli obblighi di servizio per il compimento della protezione di stato e (o) il sostegno all'ordine pubblico o l'ostacolo all'esecuzione da parte sua degli obblighi di servizio comporta l'imposizione di una sanzione amministrativa ai cittadini da cinquecento a mille rubli [6] o l'arresto amministrativo fino a quindici giorni; per i pubblici ufficiali – da mille a tremila rubli [7]; per le persone giuridiche – da diecimila a cinquantamila rubli [8]".
La decifrazione appare così:
un agente dello FSO vi chiede di spegnere il cellulare con cui riprendete una violazione delle regole della circolazione da parte di un autista con la sirena, motivando ciò con la creazione di ostacoli alla comunicazione speciale dello FSO. Vi rifiutate, dopodiché questi vi porta personalmente dal giudice, che con piacere vi mette in cella fino a 15 giorni.
E all'agente dello FSO non serve neanche ricorrere all'aiuto di poliziotti o altri rappresentanti delle forze dell'ordine.
Se questa legge sarà approvata, sulle 159 vie particolarmente protette di Mosca non si potrà fare ciò di cui c'è bisogno, ma ciò che non si può. E se l'oggetto di protezione di stato deciderà di visitare il vostro cortile, la richiesta di "tappare le finestre e non uscire in strada per tre settimane" diventerà pienamente legale, altrimenti prigione per 15 giorni.
Danila Lindėle [9], "Novaja gazeta", http://www.novayagazeta.ru/columns/49544.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)
[1] Federal'naja Služba Ochrany (Servizio Federale di Protezione), ente deputato alla protezione delle alte cariche statali e del patrimonio dello stato.
[2] Associazione nata per protestare contro gli abusi delle auto con sirena annessa (l'equivalente delle nostre "auto blu"). I membri dell'associazione usano protestare sfilando in auto con secchielli blu sui tetti delle auto a mo' di sirena, ma hanno perfino sfilato mettendoseli in testa...
[3] Anatolij Borisovič Čubajs, discusso imprenditore che sotto El'cin ricoprì anche cariche statali.
[4] Aleksej Borisovič Miller, vice ministro dell'Energia e presidente della Gazprom.
[5] Equivalente russo di "Pinco Pallino".
[6] Da 12 a 24 euro circa.
[7] Da 24 a 72 euro circa.
[8] Da 240 a 1200 euro circa.
[9] Coordinatore della "Società dei Secchielli Blu".
19 novembre 2011
18 novembre 2011
Storie caucasiche: la sparizione del padre di una terrorista kamikaze e altri fatti interessanti
In Daghestan è sparito il padre della kamikaze che si fece saltare in aria nel metrò di Mosca
18 novembre 2011, 14.57
In Daghestan è scomparso senza lasciare traccia l'abitante del villaggio di Balachani nel distretto di Uncukul' [1] Rasul Magomedov, questo ha dichiarato al corrispondente di "Kavkazskij uzel" sua moglie Patimat Muršidova. Rasul Magomedov è il padre di Mar'jam Šaripova, che, secondo le notizie fornite dagli inquirenti, si fece saltare in aria nel metrò di Mosca nel marzo 2009 [2].
Secondo la donna, Rasul Magomadov, anno di nascita 1954, si trovava a Machačkala [3] ai corsi di riqualificazione per insegnanti.
"Ieri verso le 17.30 è uscito dall'Istituto di Riqualificazione per pedagoghi, ha preso il pulmino n. 69 ed è sparito. Il suo telefono è acceso, le chiamate arrivano, ma non risponde. Suppongo che lo abbiano sequestrato in quanto ha la barba [3]. Solo questa può esser stata la causa del suo sequestro in quanto è un semplice insegnante di campagna", – ha dichiarato la moglie dello scomparso al corrispondente di "Kavkazskij uzel".
Secondo Muršidova, in precedenza suo marito era stato preso da agenti della polizia del distretto daghestano di Uncukul'.
"I poliziotti lo presero e gli tolsero del sangue per stabilire se nostro figlio avesse preso parte o no a un crimine. Rasul si infuriò con loro e litigò con i poliziotti", – ha raccontato Muršidova.
I familiari dello scomparso hanno dichiarato la sua sparizione alla sezione di polizia del quartiere Kirovskij [5] di Machačkala e anche alla sezione di polizia del distretto di Uncukul'.
Che Rasul Magomadov è il padre di Mar'jam Šaripova è stato riferito a "Kavkazskij uzel" dai lettori con l'aiuto del servizio SMS. I suoi figli per tradizione familiare hanno ricevuto il cognome del nonno – Šaripov.
All'ufficio stampa del ministero degli Interni del Daghestan hanno dichiarato di non avere ancora notizie sulla scomparsa di Rasul Magomadov.
Ricordiamo che al mattino del 29 marzo 2010 ci furono due esplosioni alle stazioni "Lubjanka" e "Park kul'tury" della metropolitana di Mosca sulla linea di Sokol'niki [6]. Secondo le notizie fornite dagli inquirenti, gli atti terroristici furono compiuti da terroriste-kamikaze, la 28enne Mariam [7] Šaripova e la 17enne Džennet Abdurachmanova.
Il padre di Mariam Šaripova, l'insegnante della scuola media di Balachani Rasul Magomedov allora fu scioccato dall'accaduto e non riusciva a capire come sua figlia, sparita qualche giorno prima dell'atto terroristico, fosse capitata a Mosca.
Rasul Magomedov riferì allora al corrispondente di "Kavkazskij uzel" che aveva riconosciuto la figlia nelle fotografie di una terrorista su Internet. "E' mia figlia. Ne sono sicuro al 100%. L'ha riconosciuta anche mia moglie, ma per qualche motivo i funzionari per ora ignorano le nostre testimonianze", – riferì Magomedov.
Dopo le sue dichiarazioni a lui e a sua moglie Patimat Muršidova l'inquirente della sezione investigativa interdistrettuale di Bujnaksk [8] Džambulat Beletov prese del sangue per stabilire l'identità di una delle kamikaze.
Rasul Magomedov dichiarò più di una volta ai rappresentanti dei mezzi di informazione di massa locali e federali che gli agenti delle forze dell'ordine avevano cominciato ad avere un'attenzione costante per la sua famiglia dal 2006. "Allora per la prima volta compirono una perquisizione in casa di mio figlio Il'jas", – notò Magomedov.
Raccontò che la persecuzione si rinnovò due anni dopo. "Il 1 maggio 2008 i tutori dell'ordine arrestarono Il'jas nel quartiere preso in affitto dalla moglie nella città di Chasavjurt [9]. Sulla strada per lo ROVD [10] gli misero una granata in tasca, in seguito lo accusarono del sequestro e dell'omicidio di una qualche persona e anche di partecipazione a una NVF [11], ma nessuna accusa fu confermata in tribunale. Il caso fu condotto dallo stesso inquirente della sezione investigativa interdistrettuale di Bujnaksk, Džambulat Beletov. Il tribunale, per nascondere l'abuso da parte delle forze dell'ordine, riconobbe mio figlio colpevole di detenzione illegale di armi", – riferì Magomedov, secondo cui il figlio fu torturato presso la polizia.
Dall'apparato dell'incaricato per i diritti umani in Daghestan nel 2008 Rasul Magomadov ricevette la risposta che "suo figlio non aveva subito pestaggio e violenza fisica", anche se all'indirizzo dell'ombudsman della repubblica era stato indirizzato un estratto del resoconto dell'esame clinico delle persone detenute nell'IVS [12] presso l'UVD [13] di Machačkala, dove si notava la presenza di ematomi.
Nel 2010 l'inquirente Džambulat Beletov dichiarò che personalmente non aveva nessuna rimostranza nei confronti di Šaripov. "Non lo vedo da più di un anno e mezzo", – riferì l'inquirente. Notò anche che Il'jas Šaripov era stato condannato legalmente. "Per me era e resta un criminale, nessuno ha nascosto una granata addosso a Šaripov", – dichiarò Beletov.
Il'jas Šaripov si rivolse con una lettera aperta al presidente del Daghestan Magomedsalam Magomedov con la richiesta di essere difeso dalle persecuzioni degli agenti delle forze dell'ordine. Inviò appelli analoghi anche al ministro degli Interni del Daghestan Ali Magomedov, al procuratore del Daghestan Andrej Nazarov e all'incaricato per i diritti umani presso il presidente russo Vladimir Lukin.
Nota della redazione: vedi anche le notizie "Un'abitante del Daghestan ha riferito della scomparsa del proprio fratello", "Un abitante di una cittadine del Daghestan ha riferito di arresti di massa tra i fedeli di una moschea", "Un abitante del Daghestan ha riferito del sequestro del proprio figlio".
Fonte: corrispondente del "Kavkazskij uzel"
"Kavkazskij uzel", http://www.kavkaz-uzel.ru/articles/196036/ (traduzione e note di Matteo Mazzoni)
Note
[1] Villaggio del Daghestan centrale.
[2] In realtà era il 2010, come detto in seguito.
[3] Capitale del Daghestan.
[4] In molti posti del Caucaso la polizia da la caccia ai barbuti e li costringe a radersi pubblicamente.
[5] Quartiere della parte settentrionale della capitale del Daghestan.
[6] La linea di Sokol'niki va dalla zona sud-occidentale a quella nord-orientale di Mosca, dove si trova il parco di Sokol'niki. Le fermate degli attentati sono nella zona centrale: quella di "Park kul'tury" (Parco della cultura) presso il parco noto in Occidente come "Gorky Park" e quella di "Lubjanka" presso la nota sede dei servizi segreti.
[7] Sic.
[8] Città del Daghestan centrale.
[9] Città del Daghestan centro-orientale.
[10] Rajonnyj Otdel Vnutrennich Del (Sezione Distrettuale degli Affari Interni), la sede distrettuale della Polizia.
[11] Nezakonnoe Vooružënnoe Formirovanie (Formazione Armata Illegale).
[12] Izoljator Vremennogo Soderžanija (Carcere di Detenzione Temporanea).
[13] Upravlenie Vnutrennich Del (Amministrazione degli Affari Interni), la sede centrale della polizia.
17 novembre 2011
Considerazioni dopo l'omicidio del poeta ceceno Achtachanov
In Cecenia si sono svolti i funerali del poeta Ruslan Achtachanov
17 novembre 2011, 18.50
I funerali del poeta Ruslan Achtachanov ucciso a Mosca si sono svolti nel paese di Znamenskoe nel distretto Nadterečenyj [1] della Cecenia, di cui era originario. Le opinioni dei rappresentanti della diaspora cecena sui motivi dell'omicidio si sono divise diametralmente: gli uni vedono in questo la vendetta dei nazionalisti per l'omicidio del colonnello Jurij Budanov, gli altri accusano di tutto i rappresentanti della diaspora stessa.
"Ad accompagnare l'ucciso nell'ultimo cammino sono giunte circa mille persone. Gente di tutti i distretti della repubblica è giunta presso la casa della famiglia del morto per esprimere condoglianze per la tragedia. Per tutta la strada verso il cimitero si è unita gente alla processione, cosicché si è allungata per più di un chilometro", – racconta uno dei partecipanti alla cerimonia.
Il prorettore dell'Accademia Umanistica Moderna, il noto esponente della cultura cecena, il membro dell'Unione degli Scrittori Russi e vincitore del premio "Artëm Borovik" [2], il poeta Ruslan Achtachanov è stato ucciso nella notte del 16 novembre a Mosca. L'omicida ha sparato cinque colpi, tra cui uno alla testa. In precedenza il presidente dell'amministrazione della sezione di Mosca dell'Unione degli Scrittori Vladimir Bojarinov ha espresso la supposizione che il motivo dell'omicidio di Ruslan Achtachanov possa esser stato la sua attività sociale e la sua posizione civica.
"Tra quelli che sono giunti ai funerali c'erano non solo gli abitanti della repubblica, ma anche gente di altre città del paese, che conoscevano Ruslan Achtachanov, avevano studiato con lui negli anni studenteschi, i suoi colleghi e amici", – la RIA "Novosti" [3] cita un amico di famiglia dell'ucciso.
I rappresentanti della diaspora cecena dichiarano che l'omicidio di Achtachanov potrebbe essere stato compiuto dai nazionalisti russi
Il motivo per cui il poeta Ruslan Achtachanov avrebbe potuto esser stato ucciso dai nazionalisti russi, secondo i rappresentanti della diaspora, è la vendetta per l'omicidio del colonnello Jurij Budanov.
"Achtachanov era una personalità pubblica, uno dei più attivi rappresentanti della diaspora cecena a Mosca e per questo motivo avrebbe potuto diventare un bersaglio per i nazionalisti", – ritiene il membro del comitato esecutivo dell'Associazione delle Unioni Sociali e Culturali Cecene Chamzat Gerichanov.
Anche Gerichanov ha indicato qualche somiglianza nell'esecuzione degli omicidi del colonnello Jurij Budanov e di Ruslan Achtachanov: in entrambi i casi sono state usate pistole a gas modificate e i killer hanno bruciato la macchina. Gerichanov non esclude che il poeta sia stata una vittima simbolica, sulla cui persona i nazionalisti si sarebbero vendicati di tutti i ceceni per la morte di Budanov, scrive il "Kommersant" [4].
Notiamo che anche gli inquirenti hanno trovato similitudini tra gli omicidi del colonnello Budanov e di Achtachanov, ma hanno tratto da ciò un'altra conclusione – non è escluso che a entrambi i crimini abbiano preso parte le stesse persone.
Ricordiamo che Jurij Budanov, che aveva combattuto in Cecenia ed era stato in carcere accusato dell'omicidio della ragazza cecena Ėl'za Kungaeva, fu ucciso in pieno giorno il 10 giugno con quattro colpi alla testa.
Lo scrittore Arslan Chasavov ritiene che dietro l'omicidio di Achtachanov ci siano i rappresentanti della diaspora
Il giovane scrittore ceceno, vincitore del premio "Debjut" [5] Arslan Chasavov suppone che dietro l'omicidio del poeta ci siano i rappresentanti della diaspora cecena e di certo non i nazionalisti russi.
Il prosatore ha fatto attenzione al fatto che non è la prima volta che un letterato ceceno subisce un attentato. Ha notato che oggi "non c'è niente che faccia sì che i ceceni non attacchino i ceceni". "I russi non rappresentano alcuna minaccia per noi", – ha dichiarato Chasavov. A suo dire, rappresenta una minaccia la gente del Caucaso del Nord con cui si hanno divergenze ideologiche.
Il giovane scrittore ha fatto attenzione al fatto che fino alla morte Achtachanov ha giocato un ruolo significativo esclusivamente nella comunità cecena e che alla maggior parte dei russi (tanto più ai nazionalisti) il suo nome non diceva niente.
Alcuni conoscenti di Chasavov hanno affermato che dietro l'omicidio del poeta potrebbero esserci i militanti, tuttavia lo scrittore non la pensa così: l'omicidio di Achtachanov non può avere sulla disposizione delle forze nella stessa Cecenia l'influenza che hanno i membri delle organizzazioni armate clandestine.
Anche il prosatore dubita che il caso dell'omicidio del poeta ed esponente sociale ceceno Ruslan Achtachanov sarà risolto, scrive RBK [6].
Ricordiamo che Chasavov stesso subì un duro pestaggio a Mosca. L'attacco fu compiuto da un rappresentante della famiglia Kagermanov, che affermava che lo scrittore debuttante aveva offeso la memoria di un suo parente. Chasavov lega l'attacco all'istanza per la difesa dell'onore, della dignità e della reputazione professionale da lui presentata nei confronti del presidente dell'Unione dei Giornalisti Ceceni Chožbaudi Borchadžiev, che nega ogni coinvolgimento in questo crimine.
Le forze dell'ordine stanno esaminando alcune versioni sui motivi dell'omicidio di Achtachanov, tra cui la sua vita sociale, gli affari e anche l'insoddisfazione dei membri delle formazioni armate radicali [7].
Nota della redazione: vedi anche le notizie "Ucciso in un'operazione speciale Rukman Ėdiev [8]", "A Mosca il tribunale ha prolungato il fermo del nativo della Cecenia [9] accusato dell'omicidio di Budanov", "Isa Jamadaev [10] è stato arrestato all'aeroporto di Parigi mentre si recava a Mosca".
Autore: Muslim Ibragimov; fonte: corrispondente del "Kavkazskij uzel"
"Kavkazskij uzel", http://www.kavkaz-uzel.ru/articles/195978/ (traduzione e note di Matteo Mazzoni)
Note
[1] "Dell'oltre Terek" (il Terek è il fiume principale della Cecenia), distretto della Cecenia nord-occidentale.
[2] Premio letterario intitolato alla memoria del giornalista Artëm Genrichovič Borovik.
[3] Russkoe Informacionnoe Agentstvo (Agenzia di Informazioni Russa) "Notizie".
[4] "Commerciante", giornale economico.
[5] Premio riservato agli scrittori under 35 di lingua russa.
[6] RosBiznesKonsalting (Consulting d'Affari Russo), giornale economico.
[7] Achtachanov riteneva che la Cecenia dovesse restare parte della Federazione Russa.
[8] Terrorista ricercato dalla polizia russa.
[9] Le autorità cecene negano che Magomed Sulejmanov sia di nazionalità cecena, per quanto nato in Cecenia.
[10] Isa Bekmirzaevič Jamadaev, membro del potente clan Jamadaev, da anni in lotta con il clan Kadyrov.
Cosa succede se un giornalista russo chiede asilo politico in Georgia?
Il giornalista russo Sergej Kuznecov è giunto in volo a Tbilisi per ottenere asilo
16 novembre 2011, 12.00
Il giornalista russo Sergej Kuznecov la sera del 15 novembre è stato nello studio di Tbilisi del canale televisivo georgiano in lingua russa PIK, dove ha raccontato perché cerca difesa in terra georgiana. Spera che le autorità della Georgia guardino alla sua richiesta con comprensione.
In precedenza era stato riferito che il giornalista e attivista per i diritti umani russo Sergej Kuznecov intendeva chiedere asilo politico in Georgia. Era stato riferito anche che, secondo informazioni non ufficiali, le autorità georgiane erano pronte a dare asilo al giornalista, ma più tardi la portavoce del presidente georgiano Manana Mandžgaladze ha dichiarato a un briefing che è prematuro commentare questa questione.
"I paesi europei che, in un modo o in un altro, hanno buoni rapporti con le autorità georgiane non aprono del tutto volentieri le proprie porte e i propri abbracci a persone che hanno problemi con le autorità russe. Su questo sfondo la Georgia si distingue molto favorevolmente e con prospettive, è molto amichevole e capisce molto bene la pericolosità dell'attuale regime in Russia. E perciò è del tutto logico che io sia capitato qui e spero che le autorità georgiane guardino attentamente a quell'informazione che forse sarà importante per loro e che troviamo comprensione reciproca, a differenza di quello che è accaduto in Israele", – ha dichiarato Kuznecov agli schermi del PIK.
Secondo Kuznecov, questi "esamina la questione dell'asilo politico, in quanto è molto pesante essere per lungo tempo in sospeso" e in Russia la sua "attività per i diritti umani è giunta a una contraddizione insanabile" con l'attività delle autorità russe. Adesso il giornalista spera che le autorità georgiane gli offrano la cittadinanza politica e possano "contrastare la pressione delle autorità russe o la pressione dei servizi segreti della Federazione Russa".
Il giornalista ha raccontato che è stato sottoposto a pressioni nella Federazione Russa per via della propria attività per i diritti umani, in particolare per la protesta riguardo all'arresto di attivisti dell'opposizione.
Alla fine di giugno 2011 Sergej Kuznecov con la moglie andò in vacanza in Turchia e di là in Israele, dove si rivolse alle autorità chiedendo asilo politico. A suo dire, nella Federazione Russa lo minacciava un pericolo da parte delle strutture armate russe. Non avendo ricevuto una risposta chiara e rapida, il 24 luglio il giornalista intese volare in Gran Bretagna, ma non lo fecero salire sull'aereo in mancanza di un visto britannico. Allora Kuznecov dichiarò che avrebbe iniziato lo sciopero della fame all'aeroporto Ben Gurion. Le autorità israeliane arrestarono il russo e nonostante fosse in possesso di un visto turistico valido lo misero in un carcere per immigrati clandestini.
In esso Kuznecov passò 107 giorni e fu rilasciato su cauzione per decisione del tribunale il 10 novembre. Al contempo il tribunale convalidò di nuovo il visto turistico del giornalista, annullato durante lo sciopero della fame all'aeroporto Ben Gurion, riferisce l'"Uralinformbjuro" [1].
Sergej Kuznecov nel 2008, in qualità di avvocato difensore d'ufficio del colonnello dello FSB [2] Michail Trepaškin, condannato per divulgazione di segreto di Stato, fece appello contro questa condanna alla Corte Europea per i Diritti dell'Uomo e vinse la causa. Inoltre, a suo dire, si incontrò con l'ex ufficiale dello FSB Aleksandr Litvinenko, che morì nel novembre 2006 dopo essere stato avvelenato con polonio radiattivo [3] e aiutò a far uscire nella Federazione Russa il suo libro "Lo FSB fa saltare in aria la Russia".
Notiamo che nel 2009 un giornalista russo, il capo del "Centro per il giornalismo in situazioni estreme" Oleg Panfilov fu costretto a trasferirsi a Tbilisi. "Il principale motivo del mio trasferimento in Georgia è la situazione creatasi negli ultimi tempi in Russia. Quando in un paese non c'è libertà di parola e un'informazione obbiettiva e il popolo ha paura di esprimere liberamente la propria opinione, sì, questo è legato alla politica", – dichiarò Panfilov, aggiungendo che nella Federazione Russa lo minacciavano spesso.
Anche la Russia a sua volta accoglie le richieste dei giornalisti georgiani di ottenere asilo politico. Così, nell'ottobre 2009 con la richiesta di asilo politico si rivolse alle autorità russe l'ex produttore della compagnia televisiva "Imedi" Badri Afanas'ev e a settembre dello stesso anno il fondatore dell'agenzia di stampa ITNexclusive Levan Gudadze.
Nota della redazione: vedi anche le notizie "Un sacerdote georgiano chiede asilo politico in Ossezia del Sud", "Un veterano delle forze armate georgiane chiede asilo in Russia", "Jakobašvili [4] considera una provocazione la richiesta di asilo politico nella Federazione Russa da parte di un ufficiale georgiano".
"Kavkazaskij uzel", http://www.kavkaz-uzel.ru/articles/195894/ (traduzione e note di Matteo Mazzoni)
Note
[1] URAL'skoe INFORMacionnoe BJURO (Ufficio Informazioni degli Urali), agenzia di stampa russa.
[2] Federal'naja Služba Bezopasnosti (Servizio Federale di Sicurezza).
[3] In reltà non esiste un polonio non radioattivo.
[4] Temur Jakobašvili, allora (la notizia è del 2009) vice-premier e ministro della Reintegrazione georgiano, oggi ambasciatore georgiano negli USA.
16 novembre 2011
La Russia di Putin esplora la nuova frontiera del broglio elettorale: il "voto postale"
Brogli per posta
Nelle commissioni elettorali di Piter [1] ci sono file di persone che desiderano votare per posta – più di cinquemila persone hanno già espresso tale volontà
14.11.2011
Il "voto a distanza" per chi per qualche motivo il 4 dicembre non potrà andare al proprio seggio elettorale è utilizzato per la prima volta nella capitale settentrionale – ed ecco, ma va', ha acquisito tanta popolarità. L'opposizione, a dire il vero, è convinta che il problema non è il massiccio esodo dalla città nel giorno delle elezioni, ma che in tal modo il partito del potere compra i voti: altrimenti non può ottenere i risultati necessari.
Secondo le regole del "voto postale" ribadite dalla CIK [2], chi vuole votare per posta può presentarsi personalmente alla commissione elettorale territoriale e fare una dichiarazione o inviare una lettera alla commissione elettorale territoriale con la richiesta di inviargli una scheda (in questo caso la firma va autenticata da un notaio). Ricevuta la scheda, l'elettore la compila, la inserisce in una busta speciale e la invia per posta alla commissione elettorale territoriale. In seguito le schede (direttamente nelle buste sigillate, che vengono aperte solo alla conta dei voti) vengono trasmesse alle commissioni di seggio e si aggiungono a quelle che gli elettori depongono nelle urne il giorno delle elezioni.
Sembrerebbe che tutto fosse logico. Ma questo schema – come fin dall'inizio dissero gli scettici – è calcolato per membri delle commissioni elettorali e impiegati delle poste imparziali e indipendenti. Ma questo a Pietroburgo e non solo là è più che fantascienza. Le commissioni elettorali, totalmente controllate da "Russia Unita", sono diventate da tempo sezioni del partito per la garanzia dei risultati necessari alle elezioni e la "Posta della Russia" è entrata compatta nell'ONF [3] di Putin. E perciò niente impedisce di organizzare un flusso di dichiarazioni di volontà di votare per posta da parte di cittadini che sono dipendenti dal potere: impiegati statali, pensionati, militari. Tra l'altro il processo di voto "postale" è sottratto al controllo degli osservatori dell'opposizione: questi non possono verificare se è il cittadino stesso a compilare la scheda.
La realtà ha immediatamente confermato questi timori: alcuni cittadini si sono gettati sulle commissioni elettorali da soli, altri hanno preso a inviare là intere truppe. Peraltro tutte le commissioni elettorali territoriali si trovano negli edifici delle amministrazioni di quartiere.
La "prima rondine" è stata la circoscrizione del deputato di "Russia Unita" Aleksej Belousov nel quartiere Petrogradskij [4], dove dal 18 ottobre le dichiarazioni accuratamente preparate sull'intenzione di votare per posta venivano date direttamente all'ufficio per i servizi alle abitazioni, promettendo in cambio 500 rubli [5]. Promettevano di dare cento rubli subito e 400 dopo che davanti agli occhi degli "istruttori" l'elettore avesse posto la "spunta" sul cognome Belousov e gli avesse dato la scheda. Per legge l'elettore deve mandare la scheda personalmente, ma in presenza della "propria gente" alla posta questo limite si aggira facilmente. Come motivo per cui il cittadino non sarebbe stato in città gli "istruttori" ordinavano di scrivere una cosa qualsiasi. "Scrivete che sarete in trasferta", – spiegavano…
Notiamo: secondo la disposizione sul "voto postale", alla dichiarazione sull'intenzione di votare per posta il cittadino è obbligato ad allegare i documenti che confermano la gravità dei motivi della sua assenza dalla città il 4 dicembre. Ma de facto, la stragrande maggioranza dei cittadini che vengono accompagnati o trasportati alla commissione elettorale territoriale non allega alcun documento. De jure, in questo caso la commissione elettorale territoriale deve decidere se il motivo è grave e se non lo è non inviare la scheda. Ma de facto, le schede vengono inviate a tutti senza verificare niente. Anche se di "trasferta" o di "congedo" hanno scritto persone di età assai veneranda.
In seguito la fila di quelli che desiderano votare per posta si è formata anche in altri quartieri. Nel quartiere Kirovskij [6] – nella circoscrizione del deputato di "Russia Unita" Vitalij Milonov – le nonnine sono state trasportate a intere "partite" alla commissione elettorale territoriale su dei minibus e pure in un giorno festivo, quando la commissione formalmente non lavora. Nel quartiere Krasnogvardejskij [7] nelle circoscrizioni dei membri di "Russia Unita" Svetlana Nesterova e Igor' Rimmer nella commissione elettorale territoriale si è formata una vera folla di persone che facevano la dichiarazione. Anche nel quartiere Primorskij [8] i cittadini sono stati portati alla commissione elettorale territoriale con gli autobus – tra l'altro quello che uscivano dagli autobus erano subito istruiti, gli veniva spiegato come formulare il motivo per cui in nessun modo il 4 dicembre avrebbero potuto andare al seggio elettorale. Nello stesso quartiere Petrogradskij nella scuola n. 80 le dichiarazioni per il voto per posta sono state trasmesse tramite i bambini – spiegandogli che il già rammentato deputato Belousov "aiuta la scuola e tutti devono votare per lui". Nel quartiere Admiraltejskij [9] il 1 novembre gli insegnanti della scuola n. 280 sono stati trasportati all'amministrazione di quartiere, dove gli è stato richiesto di scrivere dichiarazioni sulla volontà di votare per posta. Il 3 novembre all'amministrazione del quartiere Vyborgskij [10] sono stati trasportati gli educatori dell'asilo n. 119 – direttamente durante l'"ora di silenzio", mentre i bambini dormivano. Tutti questi hanno scritto dichiarazioni sulla volontà di votare per posta, spiegando ciò con il fatto che il 4 dicembre andranno in trasferta a Kislovodsk [11].
Ora l'opposizione di Piter conduce un'osservazione sulle commissioni elettorali territoriali e scrive denunce. Non è escluso neanche un ricorso al tribunale per far abolire il "voto postale", che acquista un carattere sempre più scandaloso. Essenzialmente, ritengono gli oppositori, sotto la nuova insegna rinasce l'ormai abolito "voto anticipato", che per molti anni è stato usato per comprare gli elettori.
Ai primi di novembre il vice-presidente della Commissione Elettorale Cittadina Dmitrij Krasnjanskij espresse la convinzione che coloro che desideravano votare per posta sarebbero stati "una misera quantità". E inizialmente il termine per fare le dichiarazioni sull'intenzione di votare per posta era stato stabilito al 13 novembre. Ma "su richiesta dei lavoratori" [12] la Commissione Elettorale Cittadina l'ha prolungato al 24 novembre. E' evidente che altrimenti non si realizza il piano.
Viktorija Rabotnova
San Pietroburgo
"Novaja gazeta", http://www.novayagazeta.ru/politics/49459.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)
[1] Nome colloquiale di San Pietroburgo.
[2] Central'naja Izbiratel'naja Komissija (Commissione Elettorale Centrale).
[3] Obščerossijskij Narodnyj Front (Fronte Popolare Panrusso), la coalizione di Putin.
[4] "Di Petrograd" (nome "russo" di San Pietroburgo), il quartiere più antico di Pietroburgo.
[5] Circa 12 euro.
[6] Quartiere della zona sud-occidentale, chiamato così in onore del politico sovietico Sergej Mironovič Kirov (vero cognome: Kostrikov).
[7] "Della Guardia Rossa", quartiere della zona orientale.
[8] "Marittimo", quartiere della zona centro-occidentale.
[9] "Dell'Ammiragliato", quartiere centrale.
[10] "Di Vyborg" (città della Russia settentrionale), quartiere della zona nord-orientale.
[11] Città ai piedi del Caucaso.
[12] Formula sovietica usata ironicamente.