30 dicembre 2008
L'ultimo meme dell'anno?
Non ho capito...
Invito ad esprimersi anche Francesca, Marco, Giulia, Wolf, Claudio, Valerio, Simone, Amos, Alessio, Pablo e chiunque voglia.
29 dicembre 2008
Il Cammino di Santiago e questa mostra meritano un post a se stante
Mostra fotografica di Roberto Spina nato a Firenze il 18.08.1979 IL CAMMINO DI SANTIAGO. | |
"Il cammino è la vita presa con totale libertà d'azione se accetti di stare in solitudine con te stesso e con la natura che ti circonda. Significa ascoltarsi, sentire i propri bisogni, camminare in armonia con il proprio ritmo. Partire per una meta e affidarsi alle proprie sensazioni senza avere la certezza di cosa si andrà in contro giorno dopo giorno... Un'esperienza incredibile che dà l'opportunità di guardarsi dentro e capire ciò che è superfluo e distrae la nostra capacità di esprimere noi stessi." dal Diario "Il mio cammino" - Roberto Spina | |
INAUGURAZIONE Domenica 28 Dicembre 2008 ore 16:30 ESPOSIZIONE dal 28 Dicembre 2008 al 6 Gennaio 2009 ORARIO APERTURA pomeriggio: 29-30 Dicembre 1-2-3-5-6 Gennaio ore 16.00 / 19.00 mattina: 4 Gennaio ore 9.30 / 13.00 | |
PRESSO: Parrocchia S.Bartolomeo in Tuto via Salvemini, Scandicci FI tel.:055-252741 e-mail: segreteria@sanbartolomeointuto.it bus: Linea 16 fermate Marzoppina (da Firenze) e Moro 04 (da Scandicci) Volantino: davanti - retro | |
Presentazione storica del Cammino di Satiago | |
La leggenda narra che, nell'anno 813 d.c. un eremita fù attirato in un luogo indicato da una pioggia di stelle (campus stellae); venne così scoperta la tomba contenente i resti dell'apostolo Giacomo (Santiago). Appreso questo evento le popolazioni locali iniziarono un pellegrinaggio verso il luogo, al punto che il Re delle Asturie decise di costruirvi una piccola basilica. Da ogni angolo d'Europa arrivarono Santi, Nobili e Re, avventurieri e mendicanti seguendo la via lattea e attraversando il versante Nord-Ovest della Spagna. Nacquero così paesi e città, furono costruite strade e ponti, e si svilupparono servizi per sostenere il pellegrino. La tradizione è sopravvisuta attraverso i secoli e "El Camino" è stato definito dall'Unione Europea il primo itinerario culturale europeo e in seguito Patrimonio Mondiale dell'Unesco. Ancora oggi dopo oltre un millennio, ogni anno circa 10.000 pellegrini compiono il percorso, una straordinaria esperienza che segna la vita e arricchisce lo spirito di ogni persona. |
La situazione è disperata, ma non seria...
R.E.M. "Everybody hurts"
The Ramones "I don't want to grow up"
Il Caucaso e una guerra senza vincitori
Michail Stepovik [1], 27.12.2008 20:13
La stampa settimanale dedica articoli all’analisi della situazione del Caucaso dopo la guerra, complicata dal problema delle ambizioni personali di alcuni politici.
"Der Spiegel" scrive:
Nella città di Tskhinvali sono state ricostruite dieci scuole, parchi giochi e ospedali. Tuttavia le finestre di molte case sono ancora coperte di compensato o di lenzuola. Dove spariscano il vetro e gli altri materiali da costruzione inviati nella repubblica, nessuno lo sa.
Ciò riguarda anche buona parte delle risorse – equivalenti a circa 350 milioni di euro – stanziate da Mosca per la ricostruzione. Per la Russia la situazione dell’Ossezia del Sud potrebbe avere conseguenze fatali: se in Georgia i profughi, grazie all’aiuto degli USA e dell’UE hanno potuto avere un tetto sopra la testa, la ricostruzione dell’Ossezia del Sud potrebbe fallire vergognosamente.
In conseguenza agli occhi dei popoli del Caucaso la Russia potrebbe perdere la reputazione di grande potenza, capace di portare ordine. Se l’Ossezia del Sud sprofonderà nel caos, la Russia potrà avere a che fare con l’instabilità di tutta la regione. Per esempio, in Inguscezia e in Daghestan già ora praticamente ogni giorno avvengono scontri con reparti di insorti armati.
Il presidente Kokoity amministra la propria patria come un boss di un clan mafioso. Quelli che osano fare delle critiche vengono costretti dai servizi segreti a lasciare i luoghi nativi. E i membri della sua famiglie e i compagni d’armi più vicini vengono destinati a posti importanti. Suo fratello Robert è diventato ambasciatore dell’Ossezia del Sud nella soleggiata Abcasia sulle rive del Mar Nero.
Certo, gli osseti sono grati alla Russia perché in agosto le truppe inviate da Mosca hanno fermato l’avanzata dell’esercito del presidente Mikhail Saakashvili e con ciò hanno impedito la riunificazione della provincia con la Georgia. Tuttavia la popolazione guarda al regime di Kokoity con sfiducia crescente.
"Die Zeit" analizza così le conseguenze della guerra russo-georgiana:
Vladimir Putin e Mikhail Saakashvili hanno un tratto comune: l’odio reciproco e l’incapacità di scendere a compromessi e accordarsi con i separatisti. Fanno continuamente minacce e talvolta inviano le truppe.
In tal modo ha agito Putin in Cecenia e nella stessa trappola si è trovato Saakashvili in Ossezia del Sud. Il conflitto si è acuito anche perché le ambizioni di potere di entrambi i politici sono molto simili. Non si trattava di salvare degli innocenti, non si trattava di petrolio o di gas. In questo caso si è manifestato l’odio reciproco, le cui dimensioni hanno superato ogni limite.
A dire il vero, Putin avrebbe potuto uscire dalla guerra come il vincitore morale, che aveva difeso l’Ossezia del Sud dall’aggressiva Georgia. Tuttavia si è lasciato sfuggire questa chance, inviando truppe sul territorio della Georgia, dove si sono fermate per qualche settimana. L’incursione in un paese sovrano ha scioccato il mondo intero e Saakashvili si è trovato nel ruolo della vittima innocente. In tal modo Putin ha dato dimensioni internazionali a un conflitto regionale del Caucaso.
In conseguenza della guerra hanno perso tutti. Gli Stati Uniti – perché avevano puntato su Saakashvili, che si è rivelato un cattivo stratega. La Russia – perché questa, trovandosi in crisi economica, è costretta a prendersi a carico una provincia in miseria. E la Georgia – perché non solo ha perso due province, ma si è privata delle chance di entrare a far parte della NATO in un prossimo futuro.
http://www.ingushetia.org/news/17375.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)
[1] Giornalista russo che lavora per l’agenzia di informazioni tedesca “Deutsche Welle” (Onda Tedesca).
27 dicembre 2008
Mosca picchia duro. E lontano
Già le prime azioni di protesta del tempo di crisi hanno dimostrato che la polizia non è pronta per una forma dura di repressione. E’ toccato attivare un corpo speciale d’elite di Mosca
Le passeggiate presso l’abete principale di Vladivostok [2] in attesa dell’anno nuovo [3] sono finite con il pestaggio di massa di tutti i partecipanti nella piazza centrale della città. Il pestaggio del 21 dicembre è stato opera degli agenti del reparto speciale “Zubr” [4], spedito nella capitale del Primor’e [5] dai dintorni di Mosca. Dai mezzi speciali, dalle mani e dai piedi dei “bisonti” sono state contuse duecento persone. Le persone giunte in piazza per protestare pacificamente contro l’aumento delle imposte o semplicemente per passare la giornata festiva nel centro della città sono state scaraventate dagli uomini dei reparti speciali nei cellulari parcheggiati lì. Non hanno fatto eccezioni neanche per i giornalisti dei canali nazionali e dei giornali e delle televisioni locali. I colleghi sono stati impacchettati senza cerimonie e per fare più effetto sono state colpite anche le loro apparecchiature. La prima azione di protesta contro l’aumento delle imposte sulle automobili straniere si era svolta a Vladivostok il 14 dicembre (vedi “Novaja gazeta” n. 94). E non appena si è preso a parlare di azioni ulteriori, sono iniziate a girare voci che avrebbero portato in città l’OMON [6] dalla parte europea della Russia. Perché c’era bisogno di portare i “cyborg” fin da di là dei monti Urali? La risposta è evidente: i loro, i reparti speciali dell’estremo oriente e della Siberia, non eseguiranno gli ordini con la stessa dedizione dei, poniamo, moscoviti. Ogni agente dell’OMON, dei corpi speciali o del SOBR [7] ha parenti e persone care, che sono appena capaci di mantenere le loro famiglie. Come mi ha detto in privato un agente delle forze dell’ordine di Vladivostok, “è dura, quando dall’altra parte della barricata c’è la tua gente”. Ora un gruppo di iniziativa di abitanti di Vladivostok ha cominciato a raccogliere informazioni su tutte le vittime del pestaggio e sta preparando denunce alla procura e appelli al tribunale contro le delibere dei giudici di pace, che senza prove hanno multato gli arrestati in piazza come se avessero partecipato a qualcosa di non autorizzato. Anche se in tutti i video, in tutte le fotografie fatti con apparecchiature da dilettanti e da professionisti si vede che la gente è arrivata senza cartelli, che non c’erano megafoni e altro materiale da manifestazione. Il 23 dicembre si è deciso di creare un’organizzazione sociale, che non solo difenderà le ragioni di coloro che sono finiti sotto il rullo compressore dell’OMON, ma che legherà anche in una sola catena le regioni del paese. Allo stesso tempo le informazioni sulla ferocia del “Bisonte”, che hanno scioccato perfino i ragazzi dell’OMON di Vladivostok, non vengono fatte uscire dai confini della regione. I canali televisivi centrali non hanno detto una parola sul crudele pestaggio. Perfino quei mezzi di informazione di massa, i cui collaboratori sono stati feriti il 21 dicembre, hanno preferito tacere. Secondo le informazioni di cui disponiamo, ai giornalisti feriti è stato vietato fare denuncia da soli presso le forze dell’ordine. P.S. A Vladivostok c’è angoscia, la GAI [8] è stata rafforzata come un tempo, gli agenti del DPS [9] indossano tutti i giubbotti antiproiettile. La città aspetta che i colpevoli del pestaggio di massa ne rispondano secondo la massima severità della legge. Anastasija Zagorujko [10] |
“Novaja gazeta”, 25 dicembre 2007 [11], http://www.novayagazeta.ru/data/2008/96/00.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)
[1] Začistka, “ripulitura”, è il nome dato alle operazioni di repressione poliziesca.
[2] Città dell’estremo oriente della Russia sull’oceano Pacifico.
[3] Nella tradizione russa moderna l’albero si lega più al Capodanno che al Natale. Un po’ perché il Natale era proibito sotto il regime ateo sovietico e un po’ perché il Natale ortodosso viene festeggiato il 7 gennaio, visto che la chiesa ortodossa ha mantenuto il calendario giuliano.
[4] “Bisonte”.
[5] “Zona di mare”, la regione pacifica dell’estremo oriente russo.
[6] Otrjad Milicii Osobogo Naznačenija (Reparto di Polizia con Compiti Speciali), sorta di Celere russa, nota per la sua brutalità.
[7] Special’nyj Otrjad Bystrogo Reagirovanija (Reparto Speciale a Reazione Rapida), corpo speciale di polizia.
[8] Gosudarstvennaja Avtomobil’naja Inspekcija (Ispettorato Automobilistico di Stato), in pratica la polizia stradale.
[9] Dorožno-Patrul’naja Služba (Servizio di Pattuglia delle Strade).
[10] Uno dei leader del movimento di protesta di Vladivostok.
[11] Giorno feriale in Russia (vedi nota 3).
26 dicembre 2008
Il Tatarstan si dichiara indipendente?
I Tatari [1] si sono dichiarati indipendenti e hanno costituito un governo in esilio
| Ingushetia.org, 25.12.2008 17:14 Come hanno comunicato le agenzie di informazioni, a Naberežnye Čelny [2] è stata sancita la Dichiarazione di indipendenza del Tatarstan. Capo del governo ombra della repubblica è stato nominato il cittadino degli USA Vil Mirzajanov [3]. Il congresso del Milli Medžlis [4] del popolo tataro ha avuto luogo a Naberežnye Čelny domenica scorsa. Più di 100 delegati provenienti da tutta la Russia e alcuni rappresentanti delle organizzazioni sociali tatare si sono riuniti per confermare i documenti di programma dell’Assemblea Nazionale. Come esito dei lavori del Medžlis è stata approvato l’appello “ai presidenti e ai parlamenti degli stati e all’Organizzazione delle Nazioni Unite” per il riconoscimento della sovranità statale del Tatarstan. E’ stato anche formato un governo nazionale tataro in esilio (Milli nazarat [5]), a capo del quale è stato posto il cittadino degli USA Vil Mirzajanov. L’ex professore dello NII [6] di chimica organica e tecnologia Vil Mirzajanov si mise in luce perché nel 1992 pubblicò nel giornale “Moskovskie novosti” [7] un articolo sulla produzione di armi chimiche a composizione binaria [8] in Russia. Nell’articolo lo studioso dichiarava che la Russia, violando gli accordi internazionali continuava gli studi in questo campo. Di conseguenza Mirzajanov fu cacciato dall’istituto, accusato di divulgazione di segreto di Stato e arrestato. L’11 marzo 1994 il procedimento penale contro Mirzajanov fu stralciato perché il fatto non sussisteva. Dopo la scarcerazione, Mirzajanov è entrato in politica e nel 1996 è emigrato negli USA. Il Milli Medžlis del popolo tataro è nato sull’onda del movimento nazionale tataro all’inizio degli anni ‘90. Dopo i noti fatti del febbraio 2008 in Kosovo e il riconoscimento dell’indipendenza di Abcasia e Ossezia [9] da parte della Russia, il Milli Medžlis ha deciso di attivarsi. Nell’ottobre 2008 il presidium del Medžlis ha proposto le candidature per il governo nazionale tataro in esilio (Milli nazarat). Del comitato prescelto sono entrate a far parte 8 persone. Metà dei ministri del Medžlis sono cittadini degli USA, della Turchia e della Germania. “Il Milli nazarat ha in programma di trasmettere all’ONU prima possibile i documenti approvati dal Medžlis”, – ha detto ai giornalisti Fauzija Bajramova [10]. |
http://www.ingushetia.org/news/17337.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)
[1] E’ preferibile dire “Tatari” che “Tartari”. I tatari chiamano se stessi tatarlar.
[2] Città del nord-est del Tatarstan, repubblica autonoma della parte centro-meridionale della Russia europea.
[3] Vil Sultanovič Mirzajanov, chimico e politico.
[4] “Consiglio Nazionale” (il corsivo è mio).
[5] Il corsivo è mio.
[6] Naučno-Issledovatel’skij Institut (Istituto di Ricerca Scientifica).
[7] “Notizie Moscovite”, settimanale politico chiuso agli inizi del 2008.
[8] Armi chimiche i cui componenti, presi singolarmente, sono poco o per nulla pericolosi.
[9] Ossezia del Sud, per la precisione. L’Ossezia del Nord fa parte della Federazione Russa e né a questa né all’Ossezia nel suo complesso viene riconosciuta alcuna indipendenza da parte della Russia.
[10] Fauzija Auchadievna Bajramova, uno dei leader del movimento nazionale tataro.
24 dicembre 2008
La Cometa di Natale
"E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità." Gv 1,14 |
"Nella grotta di Betlemme, Dio si mostra a noi umile "infante" per vincere la nostra superbia. Forse ci saremmo arresi più facilmente di fronte alla potenza, di fronte alla saggezza; ma Lui non vuole la nostra resa; fa piuttosto appello al nostro cuore e alla nostra libera decisione di accettare il suo amore. Si è fatto piccolo per liberarci da quell'umana pretesa di grandezza che scaturisce dalla superbia; si è liberamente incarnato per rendere noi veramente liberi, liberi di amarlo." |
BENEDETTO XVI UDIENZA GENERALE Aula Paolo VI Mercoledì, 17 dicembre 2008 |
Buon Natale. |
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23 dicembre 2008
Auguri
http://www.jacquielawson.com/preview.asp?cont=1&hdn=0&pv=3150446
Ringrazio B.R. e F.I. per questo contributo
22 dicembre 2008
C'è una televisione libera a San Pietroburgo?
Cosa combina questa gente di Piter [1]!
Il “Pjatyj kanal” [2] mostra persone proibite e solleva questioni proibite. Perché sono così coraggiosi?
Un giornalista ha gridato parole spiacevoli in faccia a un presidente. L’hanno preso di peso e l’hanno portato fuori dalla sala. Un secondo giornalista due giorni dopo ha lanciato una scarpa a un presidente. Poi l’altra. L’hanno fatto girare con la forza e l’hanno portato fuori dalla sala. Il secondo avrebbe potuto vedersi su tutti i canali televisivi russi – se avesse voluto. Ma il primo si è visto solo sul “Quinto”. Il secondo è Muntadar al-Zaidi. Questi ha espresso il proprio atteggiamento nei confronti di George Bush durante la sua conferenza stampa in Iraq. Il primo si chiama Roman Dobrochotov. Questi si è opposto a Dmitrij Medvedev alla conferenza dedicata alla Costituzione a Mosca... Il canale REN TV [3] ha appena ricordato l’incidente, senza peraltro mostrare Roman. La NTV [4] è stata un po’ più aperta – ha mostrato come lo portavano via dalla sala, ma le sue rimostranze sono state raccontate in modo smorzato (“non era d’accordo con gli emendamenti...”) e non sono state fatte ascoltare dalla sua viva voce. Il Primo e “Rossija” [5] hanno fatto del tutto finta che non fosse successo nulla del genere. Ma il canale informativo non stop “Vesti” [6] ha dato un’altra lezione – l’evidente conferma di una verità assai nota a tutti gli uomini di televisione: neanche la diretta garantisce la libertà di parola. I registi di “Vesti”, che riprendevano questa conferenza in diretta, si sono ingegnati di non far notare Dobrochotov. La telecamera si è concentrata sul presidente. E quando all’improvviso ha mostrato il volto stupito di Medvedev, che per un secondo ha perfino interrotto il suo intervento, è stato decisamente incomprensibile perché ciò fosse avvenuto. Era del tutto impossibile anche capire perché i volti degli ascoltatori di Medvedev, su cui si fissava la telecamera, erano così sconvolti. E perché (e a chi) il presidente si rivolgesse con la richiesta di non portare via qualcuno e dicesse parole sul “rispetto per la carica”... Le risposte a tutte queste domande sono state date in un breve servizio del “Quinto canale”, che ha mostrato come Roman Dobrochotov gridasse “Vergogna per gli emendamenti!”, poi “Cosa lo ascoltate a fare? Ha violato tutti i diritti e le libertà umane!”; e al momento, in cui gli uomini dello FSO [7] lo hanno portato fuori dalla sala, chiudendogli la bocca con la mano: “Ha violato la Costituzione ! Nel paese c’è la censura, non ci sono elezioni, e questo la Costituzione...”. E tutto questo è successo su un canale, che è controllato da un amico di Vladimir Putin, Jurij Koval’čuk [8]. Su un canale, che è entrato così aggressivamente sul mercato televisivo e ha ricevuto la licenza di trasmettere sul territorio federale (vedi nota finale) con l’evidente aiuto di risorse dell’amministrazione. Su un canale, la cui audience potenziale, come dichiara esso stesso, potrebbe assommare a 100 milioni di persone... Ora il “Quinto” si distingue talmente dagli altri che la frase “i canali televisivi federali non parlano della crisi” negli ultimi tempi non è più che una forzatura e l’affermazione secondo cui sugli schermi non ci sono discussioni e dirette è divenuta falsa. In generale è un palinsesto inusuale. Qui hanno rifiutato i serial a vantaggio dei documentari: alle casalinghe non si offrono soap opera [9], ma racconti su altri paesi. Qui ci sono notizie oneste (più oneste che sugli altri canali, se in generale l’onestà si può misurare con categorie come “più” o “meno”). Presso l’intelligente intervistatore Andrej Urgant [10], invece degli eroi del demi-monde, ci sono persone dignitose. Invece delle star del pop, ci sono film sul rock russo, i Beatles o i concerti di Jurij Ševčuk [11]. Qui gli spettatori sono svegliati tutte le mattine da Andrej Norkin [12], per cui la possibilità di lavorare è apparsa solo trasferendosi a Pietroburgo. Nei nostri tempi senza discussioni ci sono comunque persone, che si decidono a fare dirette, interventi interattivi con gli spettatori e inviti sugli schermi a coloro, ai quali da molto tempo è precluso l’accesso agli altri canali. E’ possibile che questo sia preso come una cosa poco artistica, ma farò per voi il nome dell’eroina – Nika Strižak [13]. Da quasi tre settimane questa signora considera la crisi sugli schermi. Così, come se non vedesse gli altri canali, che ammettono la crisi solo andando dietro al premier e al presidente. Io non posso ricordare che sugli schermi dei canali principali del paese faceva il commentatore Michail Chazin [14], il cui nome si può incontrare non di rado nella stampa. Ma da Nika Strižak vedo il signor Chazin, che dice che “l’inflazione da noi non è al 12%, ma al 30% – precisamente” e che la crisi economica russa non ha niente in comune per meccanica con la crisi in Occidente. Io non conosco un altro programma del genere in televisione che indichi il tema del giorno così: “Il paese dei poveri”. Programmi dove dicano che sotto la soglia di povertà oggi c’è un terzo dei russi. Non vedo programmi dove ammetterebbero che il 65% dei cittadini vive al di sotto del livello di sussistenza. Dove gli esperti lo chiamino “il livello di sussistenza di un senzatetto [15]” e lo paragonino a quello europeo (64 euro al mese contro 1.100 ). E dove, accalorandosi in questa discussione, un membro della Camera sociale [16] (Aleksandra Očirova [17]) possa gridare: “Gli standard devono essere elaborati dalla società e non da qualche funzionario in manicomio [18]!”. Ma poi la Strižak invita in studio anche il direttore della rivista “Naši den’gi” [19] Boris Fëdorov [20], il deputato Igor’ Igošin [21] e due persone con lo stesso cognome del presidente – Georgij [22] (vice-presidente dell’Associazione delle banche regionali) e Pavel [23] (deputato) Medvedev. Penso che se la sarebbe cavata anche con il Medvedev più in alto, ma per ora non va ad “Otkrytaja studija” [24]. E tutti questi ospiti per un’ora considerano cosa deve fare un cittadino, se è in rovina. E tutto questo, come dice la conduttrice, per “impaurire lo spettatore dallo schermo”. Questa è certa che gli spettatori impauriti siano meglio dei risparmiatori intimoriti dalle banche. E sul suo schermo vedo anche Sergej Mitrochin [25]. A proposito del quale è già del tutto chiaro che non si può farne il nome sugli schermi. E come se fosse poco apparire sugli schermi, giudica anche (è terribile perfino pensarlo!) la modifica della Costituzione! E’ stupefacente come a Nika Strižak e alla squadra del “Quinto” vada tutto bene. E’ possibile che semplicemente non vogliano sapere che oggi non si può fare così. Allora applaudo la loro mancanza di volontà. Oppure non si tratta di questo? Dalla storia della creazione del canale federale Il “Quinto canale” fa parte della “Nacional’naja Media Gruppa” [26], controllato dall’amico di Vladimir Putin Jurij Koval’čuk (attraverso la banca “Rossija” [27]). Altri azionisti del gruppo sono la “Surgutneftegaz” [28], la “Severstal’” [29] e il gruppo “SOGAZ” [30]. Oltre al “Quinto” alla “Nacional’naja Media Gruppa” appartengono pacchetti azionati del REN TV, del giornale “Izvestija” e della casa editrice “News Media” (che stampa “Tvoj den’” [31] e “Žizn’ za vsju nedelju” [32]). Nel 2005 il governatore di Pietroburgo Valentina Matvienko [33] promise pubblicamente alla compagnia radio-televisiva “Peterburg” [34] (“Quinto canale”) che avrebbe ottenuto la licenza per trasmettere sull’intero territorio federale. Nel gennaio 2006 a Mosca si tenne un concorso della Commissione federale per i concorsi radio-televisivi, in cui furono messe in palio più di 40 frequenze televisive allo stesso tempo (in diverse città della Russia). Una tale quantità di frequenze, che sarebbero toccate insieme a un solo vincitore (e questo era proprio il “Quinto canale”), non c’era mai stata prima e non c’è mai stata dopo questo concorso. Estremamente inusuale fu anche il fatto che i pretendenti a queste frequenze avrebbero dovuto proporre una concezione di “canale delle regioni russe” e questa era la formula, che coincideva precisamente con la concezione dichiarata del “Quinto canale”. Gli osservatori non ebbero dubbi che il concorso si fosse tenuto esclusivamente per il “Quinto”. Ancor più indegno parve il secondo concorso, che fu vinto di nuovo dal “Quinto canale” nel novembre 2006. Allora fu messo in palio un insieme di 29 frequenze e il “Quinto” vinse il concorso sulla base di un’assenza di alternative – nessuno si era più deciso a concorrere con esso. Nel novembre 2007 Vladimir Putin, con un proprio decreto, dette al canale lo status di canale federale. Questo permise al canale di ricevere fondi statali come il Primo, “Rossija” e NTV. Nel febbraio 2008 fu resa nota la creazione di un Consiglio sociale presso la “Nacional’naja Media Gruppa”. In esso, accanto alla ginnasta Alina Kabaeva [35] (capo del consiglio) sono entrati il sociologo Daniil Dondurej [36] (vice della Kabaeva), Andron Končalovskij [37], Andrej Makarevič [38], Denis Macuev [39], Jurij Poljakov [40] e altri. Preparando questo materiale la “Novaja gazeta” ha chiarito che la dirigenza del canale dovrà per la prima volta render conto davanti al Consiglio sociale a giorni – verso il 20 dicembre di quest’anno. Nell’ottobre 2008 le trasmissioni a livello federale del “Quinto” hanno compiuto due anni. Secondo i dati del canale stesso, l’audience potenziale assomma a 100 milioni di persone e per l’inizio dell’anno nuovo si attende un aumento di questa fino a 110 milioni. Dopo l’annuncio del licenziamento del 15% dei collaboratori, legato alla crisi finanziaria (si tratta di circa 300 persone) il canale ha annunciato anche la rinuncia alla concezione di “canale delle regioni russe”. Del fatto che proprio grazie a questa formula il canale ha vinto due volte grandi quantità di frequenze si sono ricordati in pochi. Natalija Rostova
19.12.2008, “Novaja gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2008/color49/00.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni) |
[1] Nome colloquiale di San Pietroburgo.
[2] “Quinto Canale”.
[3] Canale satellitare russo controllato in parte dalla RTL tedesca, in parte da imprese russe.
[4] Canale “privato” controllato dalla Gazprom.
[5] “Russia”, uno dei canali di Stato.
[6] “Notizie”, canale di Stato.
[7] Federal’naja Služba Ochrany (Servizio Federale di Protezione), in pratica la guardia presidenziale.
[8] Jurij Valentinovič Koval’čuk, finanziere e a suo tempo socio di Putin.
[9] Letteralmente “sapone”.
[10] Andrej L’vovič Urgant, attore teatrale e cinematografico.
[11] Jurij Julianovič Ševčuk, leader del gruppo rock DDT.
[12] Andrej Vladimirovič Norkin, noto giornalista televisivo.
[13] Conduttrice televisiva, “nata” come esperta di musica e spettacolo.
[14] Michail Lenonidovič Chazin, economista e politologo.
[15] Bomž, neologismo dato dalle iniziali di Bez Opredelënnogo MestoŽitel’stvo (Senza Fissa Dimora).
[16] Organismo che dovrebbe fungere da corpo intermedio tra i poteri statali e la società civile.
[17] Aleksandra Vasil’evna Očirova, politica, filosofa e femminista.
[18] Durdom (“casa dei pazzi”), termine colloquiale.
[19] “I nostri soldi”, rivista economica.
[20] Boris Grigor’evič Fëdorov, economista, che sotto El’cin fu anche vice-premier.
[21] Igor’Nikolaevič Igošin, economista, deputato del Partito Comunista della Federazione Russa.
[22] Georgij Alekseevič Medvedev, finanziere con nessun rapporto di parentela con il presidente (Medvedev è un cognome comune in Russia).
[23] Pavel Alekseevič Medvedev, economista e deputato del partito “Russia Unita”, diretta emanazione di Putin, con nessun rapporto di parentela con i Medvedev summenzionati.
[24] “Studio aperto”, la trasmissione della Strižak.
[25] Sergej Sergeevič Mitrochin, presidente del partito Jabloko (letteralmente “Mela”, ma il nome è formato dalle iniziali dei fondatori) di orientamento liberale.
[26] “Gruppo Media Nazionale”.
[27] “Russia”.
[28] “Surgut-gas-petrolio”, colosso energetico con base a Surgut, nella Siberia occidentale.
[29] “Nord-acciaio”, colosso dell’acciaio.
[30] Compagnia assicurativa del gruppo Gazprom.
[31] “Il tuo giorno”, giornale popolare.
[32] “Vita per tutta la settimana”, rivista popolare.
[33] Valentina Ivanovna Matvienko, politica di “Russia Unita”, unica donna alla guida di un soggetto della Federazione Russa.
[34] “Pietroburgo”.
[35] Alina Maratovna Kabaeva, in realtà ex ginnasta, adesso deputata e secondo molte voci amante di Putin.
[36] Daniil Borisovič Dondurej, esperto di mass media.
[37] Andron Sergeevič Michalkov-Končalovskij, fratello di Nikita Sergeevič Michalkov e regista come lui. Gli fu imposto il nome Andron in memoria di uno zio, agente della polizia politica, e scelse in seguito di chiamarsi Andrej e di usare il cognome della madre, la scrittrice Natal’ja Petrovna Končalovskaja.
[38] Andrej Vadimovič Makarevič, leader del gruppo rock “Mašina Vremeni” (Macchina del Tempo), artista a tutto tondo: musicista, scrittore, poeta, conduttore televisivo…
[39] Denis Leonidovič Macuev, giovane e ottimo pianista.
[40] Jurij Michajlovič Poljakov, importante scrittore e direttore della “Literaturnaja gazeta” (Giornale Letterario), la più importante rivista letteraria russa.