27 aprile 2010

Alle radici dei mali del Caucaso: una riabilitazione solo sulla carta

Oggi si compiono 19 anni dall'approvazione della “Legge sulla riabilitazione dei popoli repressi”


Ingushetia.Org, 26.04.2010 09:24


Il 26 aprile 1991 il Soviet Supremo della Russia approvò la legge “Sulla riabilitazione dei popoli repressi”, che proponeva la riabilitazione totale dei popoli deportati. Purtroppo questa legge non è stata pienamente applicata finora. L'articolo 6 della detta legge propone anche una riabilitazione territoriale. Tuttavia all'inizio degli anni '90 del secolo scorso intrighi e rapporti personali sono stati qua e là più forti della Legge Federale, come pure oggi, peraltro.

Da allora il potere osseto ha fatto decine di tentativi di abrogare l'art. 6 della Legge e molte volte si è rivolto alla Corte Costituzionale russa. Ma tutti questi tentativi sono rimasti senza successo.

La legge resta in vigore, tuttavia la realizzazione è rimasta sulla carta.



Legge della RSFSR del 26 aprile 1991, N. 1107-I

Sulla riabilitazione dei popoli repressi”

(con gli emendamenti del 1 luglio 1993)



Il rinnovamento della società sovietica nel processo della sua democratizzazione e della formazione di uno stato di diritto nel paese richiede la purificazione di tutte le sfere della vita sociale dalla deformazione e dalla distorsione dei valori umani. Ciò ha creato le possibilità favorevoli per la riabilitazione dei popoli repressi negli anni del potere sovietico, che sono stati sottoposti a genocidio e attacchi calunniosi.

La politica dell'abuso e dell'illegalità, praticata a livello statale nei confronti di questi popoli, è stata contraria al diritto, ha offeso la dignità non solo dei popoli repressi, ma anche quella di tutti gli altri popoli del paese. Le sue tragiche conseguenze si riflettono ancora sullo stato dei rapporti interetnici e creano pericolosi focolai di conflitti interetnici.

Basandosi su atti internazionale, sulla Dichiarazione del Soviet Supremo dell'URSS del 14 novembre 1989 “Sul riconoscimento del carattere illegale e criminale degli atti repressivi contro i popoli sottoposti all'esilio forzato e sulla garanzia dei loro diritti”, sulle delibere del Congresso dei Deputati del Popolo della RSFSR e anche sulla vigente legislazione della RSFSR e dell'URSS, che ribadisce la parità dei diritti dei popoli sovietici e aspirando al ristabilimento della giustizia storica, il Soviet Supremo della RSFSR proclama l'abrogazione di tutti gli atti illegali approvati nei confronti dei popoli repressi e approva la presente Legge sulla loro riabilitazione.



Articolo 1. Riabilitare tutti i popoli repressi della RSFSR, riconoscendo illegali e criminali tutti gli atti repressivi contro questi popoli.



Articolo 2. Vengono riconosciuti repressi i popoli (le etnie, le popolazioni o i gruppi etnici e le altre comunità culturali ed etniche di persone formatesi storicamente, per esempio i cosacchi), nei confronti dei quali per motivi di appartenenza etnica o di altro genere è stata condotta a livello statale una politica di calunnia e genocidio, che ha accompagnato il loro esilio violento, l'abolizione delle formazioni statali su base etnica, la rottura dei confini dei territori su base etnica, lo stabilimento di un regime di terrore e violenza nei soggiorni speciali.



Articolo 3. La riabilitazione dei popoli repressi significa il riconoscimento e l'attuazione dei loro diritti al ristabilimento dell'integrità territoriale esistente prima della politica anticostituzionale di rottura delle frontiere, al ristabilimento delle formazioni statali su base etnica formatesi prima della loro abolizione e anche al risarcimento del danno inflitto dallo stato.

La riabilitazione prevede il ritorno dei popoli che non hanno una propria formazione statale su base etnica nei luoghi di residenza tradizionali del territorio della RSFSR, secondo la volontà espressa.

Nel processo di riabilitazione dei popoli repressi non devono essere lesi i diritti e gli interessi legali dei cittadini residenti al momento presente nei territori dei popoli repressi.



Articolo 3-1. Ai cittadini dei popoli repressi sottoposti a repressioni sui territori della Federazione Russa per motivi di appartenenza etnica o di altro genere si applica la Legge della RSFSR “Sulla riabilitazione delle vittime delle repressioni politiche”.



Articolo 4. Non è permessa l'opera di persuasione o la propaganda condotte allo scopo di ostacolare la riabilitazione dei popoli repressi.

Le persone che avranno compiuto tali azioni, così come quelle che avessero istigato ad esse saranno chiamate a rispondere secondo quanto stabilito dalla legge.



Articolo 5. Il ristabilimento e il mutamento delle formazioni statali su base etnica dei popoli repressi si attua sulla base della regolamentazione legislativa dei rapporti interetnici.



Articolo 6. La riabilitazione territoriale dei popoli repressi prevede l'attuazione sulla base della volontà espressa delle misure legali e organizzative per il ristabilimento delle frontiere dei territori su base etnica esistenti prima del violento mutamento anticostituzionale.

Per l'attuazione della riabilitazione territoriale nei casi indispensabili si può stabilire un periodo di transizione. La decisione di stabilire un periodo di transizione e di ristabilire le frontiere dei territori su base etnia viene presa dal Soviet Supremo della RSFSR.



Articolo 7. La riabilitazione politica dei popoli repressi che in precedenza hanno avuto le proprie formazioni statali su base etnica abrogate prevede il ristabilimento di queste formazioni nell'ordine stabilito dall'articolo 6 della presente Legge.



Articolo 8. La riabilitazione politica dei popoli repressi che non avevano proprie formazioni statali su base etnica significa il loro diritto al libero sviluppo etnico, al ritorno nel luogo di residenza precedente sul territorio della RSFSR, la garanzia ad essi di possibilità pari a quelle di altri popoli di esercitare i propri diritti e le proprie libertà politiche garantite dalla legislazione vigente.



Articolo 9. Il danno inflitto ai popoli repressi e ai singoli cittadini da parte dello stato in conseguenza delle repressioni è soggetto a risarcimento.

L'ordine di risarcimento del danno ai popoli riabilitati e ai singoli cittadini è stabilito dagli atti legislativi dell'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, della RSFSR e delle repubbliche che fanno parte della RSFSR.

Il risarcimento del danno ai popoli riabilitati e ai singoli cittadini è attuato gradualmente.



Aritcolo 10. La riabilitazione sociale dei popoli repressi significa che ai cittadini sottoposti a repressioni, il tempo di permanenza nei soggiorni speciali (nei luoghi di esilio) è conteggiata nell'anzianità di servizio in misura triplice. A questo riguardo si prevede anche l'aumento delle pensioni di anzianità per ogni anno di lavoro in considerazione dei periodi previsti dalla Legge della RSFSR “Sulle garanzie pensionistiche dei cittadini della RSFSR”.



Articolo 11. La riabilitazione culturale dei popoli repressi prevede l'attuazione di un complesso di misure per il ristabilimento del loro patrimonio spirituale e la soddisfazione delle esigenze culturali.

Ciò significa anche il riconoscimento ai popoli repressi del diritto alla restituzione ai centri abitati e alle località dei precedenti nomi storici illegalmente cancellati negli anni del potere sovietico.



Articolo 12. Tutti gli atti degli organi dell'Unione, delle repubbliche e locali e dei pubblici ufficiali promulgati nei confronti dei popoli repressi, ad esclusione degli atti che ristabiliscono i loro diritti, sono riconosciuti non costituzionali e perdono efficacia.



Articolo 13. Le particolarità dell'applicazione della presente Legge nei confronti dei popoli repressi residenti o aventi risieduto sul territorio della Federazione Russa sono regolate da singoli atti legislativi della RSFSR da applicare nei confronti di ogni popolo represso.



Il Presidente del Soviet Supremo della RSFSR B. El'cin

Mosca, Casa dei Soviet della RSFSR

26 aprile 1991


Nessun commento: