12 aprile 2011

Monaco e gli affari di Putin e dei suoi amici faccendieri

Una piccola lavanderia di prima classe [1]




L'ex direttore dell'intelligence di Monaco accusa di riciclaggio [2] di denaro uomini d'affari, leader di gruppi criminali organizzati e alti funzionari russi e il primo ministro Vladimir Putin


1.a puntata
– Vladimir Putin e la compagnia Sotrama di Monaco, che è sospettata di riciclaggio di denaro.
– I file operativi della sezione indagini penali della polizia di Monaco: rappresentanti dei gruppi di Tambov
[3] e noti trader petroliferi.
– Gli incaricati finanziari segreti – due giuristi del minuscolo Liechtenstein servono compagnie che commerciano in petrolio russo e affittano ville per alti politici europei.
– Cosa lega i politici di Europa, Russia e Caraibi – resoconti di servizi segreti di stati nani sulla corruzione di dimensioni mondiali.

Sua Altezza Serenissima [4] Albert Alexandre Louis Pierre Grimaldi – principe regnante di Monaco, che ha preso al momento dell'incoronazione nel 2005 il nome Alberto II, – discende da un antichissimo casato aristocratico. I suoi avi per molti secoli governarono la Repubblica Genovese e alla fine del XIII secolo, in conseguenza di una guerra civile, occuparono una piccola fortezza nel territorio dell'attuale Monaco. E da quel tempo la dinastia dei Grimaldi regna per più di 700 anni su questa città-stato nana. Dopo aver nascosto un tempo nelle proprie mura i Grimaldi fuggitivi, Monaco, pare, è diventata per sempre simbolo di rifugio sicuro. E se in tempi medievali qui ci si salvava da persecuzioni politiche, secoli dopo la calda cittadina sulla Costa Azzurra è diventata nascondiglio di grosse somme di denaro e dei loro possessori desiderosi di mantenere il segreto. “Posticino soleggiato per gentuccia oscura”, come caratterizzò il principato lo scrittore Somerset Maugham, onora santamente il segreto bancario e l'anonimato e non carica di tasse i redditi delle persone fisiche, per cui tra quelle persone che approdano con i loro lussuosi yacht alle rive di Monaco non è raro che si possano vedere i rappresentanti delle élite politiche e degli affari dei più vari paesi. Passando qualche ora nel porto di Monaco, con grande probabilità incontrerete anche non pochi noti russi.

Il consigliere segreto di Sua Altezza Serenissima

Nel 2005, quando Alberto II salì al trono, pronunciò parole che allora sembrarono rivoluzionarie: “Soldi e virtù devono andare mano nella mano. Il significato che ha il mercato finanziario di Monaco ci obbliga ad essere estremamente vigilanti e ad impedire che nel nostro paese si svolga qualsiasi dubbia operazione finanziaria”. In quel momento, alle spalle degli ospiti, in lontananza, certo, stava un allora noto a pochi cinquantenne americano, quello che era chiamato a incarnare nella vita le belle idee dell'erede al trono, – il consigliere segreto di Sua Altezza Serenissima Robert Eringer.

Robert Eringer, prima di entrare al servizio di Sua Altezza Serenissima, era riuscito a lavorare per lo FBI, era stato giornalista, investigatore privato e aveva scritto qualche romanzo di spionaggio. E nel 2002 gli fu affidato il compito di organizzare il servizio di intelligence del principato e condurre operazioni per conto di Alberto II. E il consigliere segreto si mise al lavoro.

Fondò il quartier generale del servizio di intelligence, cominciò a stabilire contatti con i propri colleghi di vari paesi (Eringer organizzò per Alberto II degli incontri con il direttore dello FBI Robert Muller e con l'ex direttore della CIA Porter Goss). Uno dei meriti fondamentali di Eringer è stata l'organizzazione dell'associazione segreta dei servizi di intelligence degli stati nani europei (Liechtenstein, Lussemburgo, Malta, San Marino e Monaco). L'associazione ha preso il nome convenzionale “Columbus Group” (dal nome dell'hotel, in cui fu presa la decisione di fondarla).

Dal 2005 Alberto II, divenuto principe di Monaco, ha avuto tutti gli strumenti per trasformare il proprio discorso inaugurale in realtà – sono giunti il potere e un proprio servizio di intelligence. Tuttavia per qualche motivo le strade del principe e del suo consigliere segreto si sono divise. Nel 2007 a Robert Eringer hanno tolto la gestione del servizio di intelligence e in seguito hanno anche cessato del tutto di pagarlo. E un anno dopo il consigliere segreto ha fatto causa ad Alberto II presso un tribunale americano. Il motivo formale – il mancato pagamento di 40 mila euro di emolumenti.

Il processo nello stato della California minaccia molte complicazioni, anche solo perché i segreti di alcune alte personalità potrebbero divenire di dominio pubblico. Tuttavia il principe Alberto, come capo dello Stato, gode di immunità giuridica, come ha subito dichiarato l'avvocato di New York Stanley Arkin, che rappresenta i suoi interessi. Questi ha aggiunto pure che le prove di Robert Eringer non sono convincenti, che questi non merita fiducia e che lo scopo della sua istanza è il ricatto.

Nella sua istanza al tribunale dello stato della California, che è accessibile a chiunque, Robert Eringer tocca non solo il lato formale dei propri rapporti con l'ex capo – questi descrive dettagliatamente tutte le operazioni che ha condotto per conto di Alberto II. Buona parte della denuncia di Eringer è dedicata anche a dei russi, che sono capitati nel campo visivo dell'ex direttore dell'intelligence di Monaco per via delle loro dubbie attività finanziarie. Fra questi ci sono uomini d'affari noti in Russia, deputati della Duma di Stato, membri del Consiglio della Federazione e del governo, ufficiali dei servizi segreti e anche il primo ministro Vladimir Putin (il documento è nel sito della “Novaja gazeta”).

In particolare Robert Eringer scrive nella propria istanza: “Prima del viaggio del principe Alberto verso la spedizione al Polo Nord, dopo cui doveva incontrarsi con il presidente Putin a Mosca, Eringer presentò al principe cinque scritti sulla Russia e su Putin. In uno di essi si trattava di una compagnia con sede a Monaco chiamata Sotrama, che era legata a un gruppo criminale originario di Tambov a San Pietroburgo e a Putin in persona. La Sotrama era un anello di una rete di compagnie di trader petroliferi creata in tutta Europa anche da suoi “amichetti” per rubare soldi dalla Russia e riciclarli investendoli in immobili in Europa”.

Il principe Alberto II è da tempo in amicizia con Vladimir Putin – questi hanno interessi sportivi comuni e il primo ministro russo ha perfino portato Sua Altezza Serenissima a pescare in Russia. Avrebbero potuto crearsi tra loro rapporti d'affari informali? Robert Eringer afferma di possedere conferme documentali di tutte le proprie accuse ed è pronto a confermare le deposizioni in tribunale sotto giuramento. L'addetto stampa del premier Dmitrij Peskov, a sua volta, ha dichiarato alla “Novaja gazeta” che Putin “non ha avuto rapporti né con una compagnia chiamata Sotrama, né con la creazione di una rete di compagnie di trader petroliferi in qualsiasi luogo”.

Per capire cosa si nasconda dietro le accuse di Eringer e se queste non siano dettate dai soliti avidi calcoli, ci siamo incontrati con l'ex direttore dell'intelligence di Monaco a Londra. A prima vista da la strana impressione di una persona che crede alla teoria del complotto: ha raccontato di come ha indagato l'attività delle logge massoniche, di come si è infiltrato nelle bande del Ku-Klux-Klan e ha preso parte alle loro riunioni segrete. Eringer ha negato di avere motivi di avidità nelle proprie rivelazioni e ha detto che si prepara a portare alla luce tutta la “gentuccia oscura” di Monaco, perciò ha creato un blog, in cui inserisce i documenti raccolti durante l'attività di intelligence.

I bollettini operativi della polizia di Monaco

Eringer, come afferma, costruisce le accuse all'indirizzo del primo ministro Vladimir Putin sulla base di informazioni ottenute dalle intelligence degli stati nani riunite nell'associazione Columbus Group e anche dai resoconti operativi della sezione indagini penali del Dipartimento degli affari interni del principato di Monaco. Questi file operativi sono datati 2007 ed ecco di cosa si parla in essi (i documenti sono nel sito della “Novaja gazeta”).

Sezione indagini penali
Dipartimento affari interni
Direzione pubblica
sicurezza
principato di Monaco

Sotrama. Compagnia legata alla criminalità organizzata russa. Ex direttore: Skigin Dmitrij. Espulso dal principato in quanto rappresentante della criminalità russa. Fondatore della Sotrama è la compagnia Caravel Establishment (Liechtenstein), vero beneficiario della quale è Skigin Dmitrij – capo di un gruppo che si occupa di riciclaggio di redditi ottenuti in modo criminale. La Sotrama è socio fondatore delle compagnie estere Petroruss e Horizon (Liechtenstein), beneficiario delle quali è Skigin Dmitrij”.

Ed ecco un altro bollettino operativo.

Skigin Dmitrij Ėduardovič. E' nato il 3 febbraio 1956 a Leningrado, Russia [5]. Ha vissuto a: (…) – Nizza. E' stato espulso dal principato di Monaco nel 2000. E' morto a Nizza nel 2003. Ex direttore esecutivo della compagnia Sotrama (trasporti marittimi e operazioni commerciali). Era beneficiario della Caravel Establishment (Liechtenstein), che possedeva la maggioranza del capitale della Sotrama. Legato a Il'ja Traber, che è legato al gruppo criminale di Tambov in Russia. Va notato che nell'ambito delle indagini sul caso di riciclaggio di denaro la Direzione per la lotta alla criminalità organizzata presso il ministero degli Interni russo richiese (richiesta del 12 febbraio 1999) l'identificazione di alcuni numeri telefonici di Monaco. Questi numeri coincidevano con i numeri della compagnia Sotrama.

Skigin è a capo di compagnie che si occupano di rivendita di petrolio e dietro a cui sta anche Il'ja Traber. Le compagnie si trovano a San Pietroburgo (terminal petrolifero di Pietroburgo, holding finanziario-industriale OBIP), a Vaduz (United Jet Service Ltd), a Nizza (SRL Horizon) e Monaco (Sotrama)”.

Robert Eringer spiega che l'indagine si muoveva in due direzioni. Della prima si occupava la polizia di Monaco, che per la maggior parte si occupava dell'attività della Sotrama e delle strutture legate ad essa all'interno del principato; al contempo conduceva la propria indagine anche il servizio di intelligence, che, a sua volta, non si limitava alla giurisdizione del principato, ma cercava di trovare i veri beneficiari che stavano dietro a queste compagnie.

“Avevamo le nostre fonti di informazioni e una nostra spia nella Sotrama, – racconta Eringer. – Basandoci sulle sue relazioni e sulle informazioni che ricevevamo dai servizi segreti amici, avevamo tutti i motivi per credere che Vladimir Putin fosse legato non solo alla Sotrama, ma anche con l'intera rete di simili compagnie in Europa. Le informazioni su queste compagnie di trader petroliferi erano note anche ad altri servizi segreti. Colloquiando e scambiando dati con i colleghi francesi, mi si è formata l'impressione che tutto gli fosse ben noto, ma che questi usassero le informazioni per i propri interessi – per concludere affari vantaggiosi in campo energetico”.

Alla fine di questi dossier operativi si elencano anche le fonti, sulla base delle quali sono stati formati: sono comunicazioni di agenti e informatori, informazioni dell'Interpol… E' curioso che in entrambi i file, in cui si fanno i nomi di Dmitrij Skigin, Il'ja Traber e le compagnie che gli appartenevano, si incontra anche il nome di Gennadij Timčenko, vecchio conoscente di Vladimir Putin e comproprietario della compagnia Gunvor, che esporta un terzo del petrolio russo. Gennadij Timčenko è menzionato insieme alla compagnia Sotrama in una comunicazione di una qualche fonte francese della sezione indagini penali della polizia di Monaco nel 2005. A dire il vero, da questo scritto nel bollettino operativo non è chiaro perché il comproprietario della Gunvor interessasse alla polizia di Monaco e come fosse legato alla Sotrama, a Dmitrij Skigin e Il'ja Traber. Il rappresentante di Gennadij Timčenko, a sua volta, ha chiarito alla “Novaja gazeta” che il comproprietario della Gunvor “non aveva niente in comune” con la compagnia Sotrama.

…Il'ja Traber è abbastanza noto nell'ampia cerchia degli uomini d'affari. Negli anni '90 questi, insieme a Vladimir Kumarin (Barsukov) era ritenuto uno dei più influenti imprenditori di San Pietroburgo. Il nome di Il'ja Traber, emigrato dalla Russia all'incirca al tempo in cui Vladimir Putin divenne presidente, è menzionato anche in una nota indagine che la polizia spagnola condusse nei confronti degli uomini d'affari Gennadij Petrov e Aleksandr Malyšev (secondo gli inquirenti, capi del cosiddetto gruppo di Tambov e di Malyšev). Il'ja Traber non ha risposto alle domande della “Novaja gazeta” trasmesse dai suoi rappresentanti in Russia.

Di Dmitrij Skigin, morto a Nizza nel 2003, è molto meno noto.

“Skigin – ex istruttore di alpinismo – ha cominciato dall'esportazione di legname in Carelia, ma si è arricchito per davvero quando si è occupato di affari petroliferi a San Pietroburgo”, – ha raccontato alla “Novaja gazeta” l'avvocato spagnolo Pablo Sebastián, che oggi rappresenta nei tribunali europei gli interessi della prima moglie di Dmitrij Skigin. Il fatto è che Dmitrij Skigin, secondo le condizioni del divorzio, era obbligato a pagarle un terzo delle proprie entrate. Dopo la sua morte nel 2003 la maggior parte degli asset e delle proprietà è toccata a suo figlio maggiore Michail Skigin, che, secondo Pablo Sebastián, si è rifiutato di pagare sua madre (il patrimonio di Dmitrij Skigin è valutato in 600 milioni di dollari, gli appartenevano appartamenti lussuosi a Monaco e a Nizza e uno yacht di quaranta metri del valore approssimativo di 20 milioni di euro). Michail Skigin non ha risposto alle domande della “Novaja gazeta”.

Sotrama, Horizon International Trading (nei file della polizia di Monaco è menzionata come struttura figlia della compagnia monegasca Sotrama.nota dell'autore) e un'intera serie di altre ditte, – continua Pablo Sebastián, – nominalmente sono amministrate da due giuristi – Graham Smith e Markus Hassler (documenti). I loro uffici si trovano in Liechtenstein, nella città di Ruggell. A questo indirizzo si trova una tipografia, che è la copertura di tutti i restanti affari amministrati da Smith e Hassler. Questi, come suppongo, sono i tipici “mister cinque per cento”, all'incirca questa parte hanno dalla compagnia per l'amministrazione nominale. Ma dietro a loro stanno persone molto in alto. Chi siano possiamo solo indovinarlo”.

Le alte personalità segrete incaricate

I giuristi Smith e Hassler del minuscolo Liechtenstein hanno un passato estremamente curioso. Come ha raccontato alla “Novaja gazeta” a condizione di mantenere l'anonimato un giurista europeo di loro conoscenza, Smith e Hassler a loro tempo “ebbero a che fare con la diffusione della letteratura comunista” nei paesi dell'Occidente. E' difficile supporre che i giuristi del Liechtenstein possano occuparsi indipendentemente di questo per convinzioni politiche. Con il crollo dell'Unione Sovietica la “propaganda nei paesi capitalisti” perse di attualità, ma Smith e Hassler, evidentemente, mantennero legami con la Russia, perché nel periodo di formazione del capitalismo russo e delle esenzioni offshore del Liechtenstein si aprirono ampie possibilità per gli uomini d'affari russi, in particolare per quelli legati ai servizi segreti.

Smith e Hassler, che amministravano gli affari di Dmitrij Skigin, oggi si possono chiamare gli incaricati d'affari segreti di quelle persone che preferiscono nascondere le fonti del proprio arricchimento. Tra i clienti e i partner di questi giuristi del Liechtenstein non ci sono solo quelli che si trovano nel campo visivo dei servizi segreti e delle forze dell'ordine europei, ma anche alti politici dei più vari paesi.

Per esempio, Graham Smith e Markus Hassler erano direttori della compagnia inglese Biovaxim Limited, che si occupava dell'elaborazione di un vaccino contro l'AIDS e la maggior parte della quale apparteneva a Dmitrij Skigin. Partner di minoranza di Skigin, Smith e Hassler alla Biovaxim Limited erano persone molto note in Europa: Serge Telle, ex ambasciatore francese a Monaco ed ex rappresentante della Francia nell'Unione per il Mediterraneo e Jean-Cyril Spinetta, ex politico e presidente della maggiore compagnia aerea europea, la franco-olandese Air France-KLM (documento).

Alla “Novaja gazeta” è riuscito comunicare con Markus Hassler per telefono. Questi è a conoscenza del contenuto del blog e dell'istanza di Robert Eringer, ma non le prende sul serio. “Come si può guardare seriamente all'istanza di una persona, nel cui blog si reclamizzano ragazze russe?” – risuona in risposta Hassler. Questi è pure sicuro che, se Eringer si trovasse a Monaco, lo rinvierebbero a giudizio. Il giurista del Liechtenstein ritiene pure che l'ex direttore dell'intelligence di Monaco pubblichi le proprie istanza per guadagnarci. E per quanto riguarda i sospetti di riciclaggio di denaro che sono esposti nei file della polizia di Monaco, Markus Hassler ha dichiarato che fanno affari secondo la legge, che obbliga a comunicare alle autorità qualsiasi caso noto di riciclaggio di denaro.

E non di meno le compagnie amministrate da Smith e Hassler sono menzionate in enormi scandali di corruzione europei. Nel 2009 i mezzi di informazione di massa cechi indagarono le circostanze delle vacanze dell'ex primo ministro della Repubblica Ceca Mirek Topolanek in Toscana. I giornalisti cechi si sono posti la domanda, chi e quanto ha pagato le lussuose ferie dell'ex primo ministro?

Come è risultato dai documenti, l'affitto della villa toscana fu pagata da una ditta del Liechtenstein chiamata Raben Anstalt, per conto della quale firmò i documenti (copie) lo stesso Markus Hassler – amministratore della compagnia di trader petroliferi che in precedenza era appartenuta a Dmitrij Skigin. Lo stesso Hassler ha dichiarato alla “Novaja gazeta” che non vede niente di illegale nel fatto che la sua compagnia abbia affittato una villa. “Non sempre sappiamo neanche chi sia il vero proprietario”, – ha aggiunto il giurista del Liechtenstein.

Nello stesso anno si verificò un grandioso scandalo di corruzione in un'altra parte del mondo – nelle lontane isole del Mar dei Caraibi Turks e Caicos (Territori Britannici d'Oltremare). Nel corso delle indagini, che furono condotte da una commissione speciale del parlamento britannico, si chiarì che il primo ministro delle isole Michael Misick in cambio di terra in questi luoghi paradisiaci aveva ricevuto enormi bustarelle. Trasferimenti sui suoi conti erano compiuti da varie banche e compagnie offshore, tra cui è menzionata anche la Elana Anstalt del Liechtenstein, che era amministrata dallo stesso Markus Hassler. A dire il vero, negli interrogatori in tribunale (tutti i documenti sono accessibili a chiunque) l'ex primo ministro Michael Misick si rifiutò categoricamente di fare I nomi dei veri proprietari, che stavano dietro l'offshore del Liechtenstein.

Markus Hassler ha dichiarato alla “Novaja gazeta” che non rivelano informazioni sui propri clienti, ma tra l'altro ha aggiunto velatamente che non ci sono molti russi. Ma alla domanda, se tra questi potesse esserci anche il premier Vladimir Putin, Hassler ha risposto che “questa è un'assurdità”.

Non ci è riuscito trovare tracce della compagnia monegasca Sotrama in Russia, mentre la sua ditta figlia, – la Horizon International Trading del Liechtenstein, che è amministrata da Markus Hassler, – è un vecchio e costante partner delle maggiori compagnie petrolifere private e statali russe. Ci è riuscito ottenere il resoconto dei profitti della Horizon International Trading nel primo trimestre del 2005 (documento). A giudicare dal resoconto, i profitti della compagnia del Liechtenstein dalla rivendita di petrolio solo nei primi tre mesi sono ammontati a più di 9 milioni di dollari e tra I fornitori si indicavano LUKoil [6], Tatneft [7], TNK [8] e Sibneft [9], che in quel momento de facto già apparteneva alla Gazprom e si preparava a cambiare nome in “Gazprom Neft”. Tra gli acquirenti di petrolio del trader del Liechtenstein ci sono pure le maggiori compagnie del mondo – BP, Total, Glencore, Statoil…

I volumi di petrolio che si commerciavano attraverso la Horizon International Trading erano molto significativi. Ci è riuscito ottenere uno dei contratti della Horizon International Trading con il trader Tatneft (il documento è nel sito della “Novaja gazeta”) per la somma di più di 185 milioni di dollari. Ma comunque grazie a cosa una compagnia poco nota del Liechtenstein, che si trovava nel campo visivo della polizia e dell'intelligence di Monaco, è riuscita a siglare contratti così grandi in Russia?

L'avvocato spagnolo Pablo Sebastiàn, che conosce da tempo la famiglia di Dmitrij Skigin e rappresenta oggi gli interessi della sua prima moglie, è sicuro che Skigin conoscesse Vladimir Putin, che quando era presidente del Comitato per i rapporti con l'estero del comune di San Pietroburgo registrò non poche compagnie che appartenevano a Skigin.

Lo conferma un buon conoscente ed ex partner d'affari russo di Dmitrij Skigin, il cui cognome siamo costretti per ora a tenere segreto: “Quando Putin si trasferì da San Pietroburgo al Cremlino, Skigin – e lo so con precisione – senza appuntamento, passando dalla porta posteriore si vide con lui faccia a faccia più di una volta. Questo è un fatto. Lo si sapeva, ma a quel tempo non era un così gran segreto, perché Putin a quei tempi non era chi è divenuto più tardi”.

Considerando che le compagnie di Dmitrij Skigin del Liechtenstein e di Monaco commerciavano petrolio russo e che il suo nome è menzionato nei file della polizia di Monaco accanto al nome di un vecchio conoscente di Putin, il trader petrolifero Gennadij Timčenko, abbiamo chiesto al comproprietario della Gunvor, se avesse rapporti d'affari con Skigin e le compagnie che gli appartenevano. Timčenko attraverso il suo rappresentante ha risposto che conosceva Dmitrij Skigin, tuttavia peraltro mai “aveva attuato progetti comuni con lui”, non aveva parte nella Horizon International Trading del Liechtenstein e non aveva rapporti di partnership con altre compagnie di Dmitrij Skigin. Il comproprietario della Gunvor ha pure sottolineato di non conoscere gli amministratori fiduciari del Liechtenstein Graham Smith e Markus Hassler.

E l'addetto stampa di Vladimir Putin alla domanda, se il primo ministro conoscesse quelli che sono menzionati nei file della polizia di Monaco, ha risposto: “Dmitrij Skigin e Il'ja Traber a suo tempo lavorarono a San Pietroburgo su un progetto per la costruzione di un terminal per gli idrocarburi, per cui più di una volta si rivolsero ufficialmente alla leadership del comune di San Pietroburgo per questa o quella questione”.

Nelle prossime puntate
Quali compagnie appartenute a Dmitrij Skigin ha registrato Vladimir Putin come presidente del Comitato per i rapporti con l'estero.
– Come sono legati I conoscenti del primo ministro russo con quelli che si trovano nel campo visivo della polizia di Monaco.
– Come negli anni '90 le imprese chiave di San Pietroburgo furono “portate via” dal controllo della città – schemi di una privatizzazione massiccia.

Roman Anin

10.04.2011, “Novaja gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2011/038/00.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)

[1] In russo prem'er-klass (con allusione più evidente a prem'er-ministr, “primo ministro”).

[2] Letteralmente “lavaggio”, di qui il titolo.

[3] Città della Russia centro-meridionale tristemente nota come sede di grandi gruppi mafiosi.

[4] L'autore usa la forma “Sua Luminosità”.

[5] Se si dice Leningrado, sarebbe più coerente dire Unione Sovietica...

[6] La maggiore compagnia petrolifera russa, nata dalla fusione di Langepasneftegaz (Langepas-Petrolio-Gas; Langepas è una cittadina della Siberia occidentale), Urajneftegaz e Kogalymneftegaz (Uraj e Kogalym sono altre città della Siberia occidentale).

[7] “Tatarstan-Petrolio”, compagnia del Tatarstan, nella Russia centro-orientale.

[8] TransNacional'naja Kompanija (Compagnia TransNazionale), branca russa della BP.

[9] “Siberia-Petrolio”, compagnia che fu di Abramovič.

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