25.05.2012
I deputati della Duma di Stato si sono rivolti con una lettera al presidente del Comitato Inquirente russo Aleksandr Bastrykin con la richiesta di fornire collaborazione alle indagini sull'omicidio su commissione del fondatore del giornale daghestano di opposizione "Černovik" [1] Chadžimurad Kamalov
La lettera ufficiale a Bastrykin è stata firmata da 105 deputati di tutti e quattro i gruppi [2] della Duma. I deputati chiedono ad Aleksandr Bastrykin di portare il caso a livello federale e prendere sotto il proprio controllo "l'omicidio politico su commissione di Kamalov".
"Sono passati 5 mesi dall'omicidio di Chadžimurad e non c'è alcun risultato delle indagini, – ha raccontato alla "Novaja gazeta" il direttore di "Černovik" Bijakaj Magomedov. – Se non ci sono risultati ora, non ce ne saranno più. Io stesso un tempo in qualità di avvocato ho fatto pratica al Comitato Inquirente e alla Procura del Daghestan. E conosco il sistema dall'interno. Il nostro Comitato Inquirente non indaga sugli omicidi politici e il ministero degli Interni della repubblica sabota l'azione investigativa – hanno paura. Dal 2000 in Daghestan sono stati uccisi 10 giornalisti, nessun omicidio è stato chiarito. Senza l'ingerenza di Mosca il caso non si muoverà da un punto morto".
Ricordo che Chadžimurad Kamalov fu ucciso a colpi d'arma da fuoco il 15 dicembre dello scorso anno presso l'edificio della redazione nel centro di Machačkala [3]. L'omicidio del giornalista e influente personalità sociale causò grande clamore. Si formò un'intera fila di persone desiderose di prendere sotto il proprio controllo le indagini sul caso, da personalità sociali al presidente del Daghestan Magomedsalam Magomedeov. Ma ciò non si è riflesso sui risultati delle indagini. In tutti questi mesi le indagini sono state condotte con metodi originali: una volta la settimana gli inquirenti facevano visita alla redazione e chiedevano di stampare da Internet gli articoli di Kamalov.
Allo stesso tempo i giornalisti del "Černovik" hanno preso a raccogliere informazioni da soli. Questi hanno chiarito che nei confronti di Kamalov fu fatto un pedinamento già tre settimane prima dell'omicidio, lo seguirono soltanto di giovedì (il giorno dell'uscita del numero. Proprio di giovedì Chadžimurad fu ucciso) in macchina in qualche turno. Inoltre tramite canali non ufficiali si è riusciti a chiarire che agli inquirenti sono noti nomi e cognomi dei killer – li hanno individuati dal cartellino di traffico dei telefoni cellulari con cui i criminali trattavano il giorno dell'omicidio – è noto anche dove hanno comprato le carte SIM e i telefoni mobili, in quali posti si è compiuto il pagamento delle bollette telefoniche. Tuttavia non c'è alcun arresto e interrogatorio dei "sospetti". L'impressione è che gli inquirenti la tirino intenzionalmente per le lunghe. E' noto che gli operatori di telefonia cellulare conservano le informazioni sui server solo per 6 mesi, dopo di che vengono cancellate automaticamente e sarà già impossibile identificare i criminali dai telefoni mobili. E' rimasto da aspettare poco più di un mese. "Spariranno" i killer, sparirà la possibilità di stabilire chi sia il mandante.
I familiari di Chadžimurad Kamalov e dei suoi colleghi fin dall'inizio hanno insistito per la trasmissione del caso a livello federale. Già all'inizio di gennaio i deputati della Duma di Stato provenienti dal Daghestan si rivolsero ad Aleksandr Bastyrkin con una richiesta analoga. Tuttavia dopo due mesi "rispose formalmente" il suo vice Boris Karnauchov. Senza spiegazione dei motivi la trasmissione del caso a livello federale fu respinta e al capo del comitato inquirente daghestano Aleksej Savrulin fu "indicata l'indispensabilità dell'attivizzazione delle indagini sul caso". Ma i risultati delle indagini come non ci furono, così ancora non ci sono.
"Se Aleksandr Batrykin inviasse a Machačkala 5-6 inquirenti da Mosca e il capo del ministero degli Esteri Vladimir Kolokol'cev distaccasse qualche agente investigativo dall'apparato centrale del ministero degli Esteri, l'omicidio Kamalov potrebbe essere chiarito in una settimana", – è convinto Bijakaj Magomedov, – e insieme all'omicidio Kamalov sarebbero chiariti anche gli omicidi su commissionie di altri giornalisti daghestani. Abbiamo motivi per supporre che là sia coinvolto lo stesso gruppo di killer. Ma per questo c'è bisogno della volontà politica di Mosca".
P.S. La "Novaja gazeta" ha inviato un'interpellanza al capo del Comitato Inquirente del Daghestan Aleksej Savrulin con la richiesta di rispondere quali siano gli ostacoli procedurali e tecnici che fanno trascinare il caso.
Irina Gordienko, "Novaja gazeta", http://www.novayagazeta.ru/inquests/52784.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)
[1]
"Brutta Copia".
[2]
"Russia Unita" (il "partito del potere"), il
Partito Comunista della Federazione Russa, "Russia Giusta"
(partito di orientamento social-democratico) e il Partito
Liberal-Democratico di Russia (in realtà partito nazionalista e
populista).
[3]
Capitale del Daghestan.
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