Raccogliere le firme per sottoporre il progetto di una nuova Costituzione al voto nazionale è possibile con l'aiuto delle tecnologie digitali
Il referendum elettronico
05.06.2012
Ho iniziato a scrivere questo articolo mentre il nastro delle notizie riferiva che Hosni Mubarak è stato condannato all'ergastolo. E' finita ingloriosamente la carriera del presidente che nei trent'anni del proprio potere ha reso l'Egitto uno dei paesi più sviluppati del Nordafrica.
Anche Muammar Gheddafi aveva garantito al suo popolo un'esistenza del tutto senza povertà. Ma è stato brutalmente dilaniato dai "grati" cittadini della Libia.
E' il turno di Bashar Assad. E non bisogna illudersi. Tutto andrà secondo lo stesso scenario e con lo stesso finale.
Il fatto è che nello sviluppo di una nazione giunge inevitabilmente il momento in cui l'esistenza sazia è già insufficiente, quando il popolo dichiara il proprio desiderio di determinare autonomamente il proprio destino. E la cosa migliore che un usurpatore possa fare in questo caso è: andarsene in tempo, per benino. Infatti si è salvato precisamente in questa situazione Ali Saleh, presidente dello Yemen. E non si è semplicemente trasferito fortunatamente in Occidente, ma si è anche portato via le ricchezze senza ostacoli!
E il tutto perché? Ma perché non ha varcato, a differenza di Mubarak, Gheddafi e Assad, la linea rossa proibita: non ha usato la violenza contro la popolazione civile.
Oggi in Russia è evidente una crisi che ha la stessa natura.
Predire il momento in cui detonerà è impossibile. Ma il potere avvicina diligentemente questo momento. In particolare, per mano del deputato Sidjakin, è impazzito ad accendere i fiammiferi degli emendamenti sull'entità delle ammende per le manifestazioni popolari. E infatti le odierne marce e tutti i possibili vanno avanti in una situazione economica relativamente fortunata. Anche se i segni della futura catastrofe economica sono evidenti: i capitali fuggono precipitosamente, crollano le quotazioni del petrolio, portandosi dietro gli indici dei fondi, crescono le tariffe, aumenta il deficit del Fondo Pensioni. Il cuscino della sicurezza finanziaria "Aleksej Kudrin" [1] si sgonfia.
Tutto ciò porta a conclusioni sconfortanti: le redini del potere sventoleranno nel fogliame autunnale di quest'anno. Dicevano i saggi: "Non intraprendere una cosa, la cui fine non è nelle tue mani". E solo un mese dopo il passaggio del corteo presidenziale per la città deserta è diventato chiaro che la fine del mandato sessennale di Vladimir Putin non è precisamente nelle sue mani.
Un potere con dubbia legittimità non può proporre al popolo di tirare la cinghia. La base elettorale del presidente – la maggioranza paternalistica "di Nižnij Tagil" [2] – senza ricevere qualche mese di stipendio andrà realmente a Mosca con i bastoni. Solo che non si dirigerà in piazza Bolotnaja [3], ma, dopo essersi attaccata i nastrini bianchi [4], si muoverà vicino al Cremlino. Il fenomeno culturologico del trionfo delle "Buranovskie babuški" [5] testimonia che anche l'unione politica degli hipster e dell'Uralvagonzavod è del tutto possibile.
Ed ecco che allora…
Di scenari, com'è stato detto, non ce ne sono molti. Due in tutto.
Il primo scenario che osserviamo: "Piegare e usare la forza".
Conseguenze: la lista di Magnitskij [6] si amplierà incredibilmente. Saranno bloccati i conti esteri dei membri in vista del "partito dei mascalzoni e dei ladri" [7]. Dopo di che inevitabilmente seguiranno sanzioni di ogni tipo: tanto economiche, quanto politiche. Potete stare certi che l'amata creatura del presidente, l'Olimpiade invernale, nelle cui fondamenta sono stati sepolti miliardi di dollari con la massima probabilità sarà boicottata. Piacerà ai tifosi il lungamente atteso torneo olimpico di hockey tra le nazionali di Russia, Bielorussia e Kazakistan?
In Russia ci sono tradizioni proprie di soluzione delle crisi politiche che si trascinano: quella "di palazzo" – la tabacchiera, il cuscino, la sciarpa o il caso sfortunato nella piscina di Novo-Ogarëvo [8]. E quella "di strada" - forconi, asce, bombe Molotov e la principale arma del proletariato – il ciottolo.
E il secondo scenario: il patto di Moncloa (l'accordo siglato tra le varie forze politiche spagnole che ha permesso di compiere un passaggio pacifico dall'autoritarismo alla democrazia – nota dell'autrice). Tuttavia questo si può compiere fino al momento in cui alle voci di protesta della classe media non inizino ad accompagnarsi le pentole vuote. In seguito sarà tardi: la finestra delle possibilità si chiuderà.
Al potere è semplicemente indispensabile rinunciare alle cattive abitudini degli anni Zero: imitare la politica e il dialogo con la società. Benvenuti al tavolo delle trattative! Ecco il nostro piano e la "road map".
Fine tragitto: approvazione della nuova Costituzione della Federazione Russa ed elezioni della nuova Duma di Stato nell'ottobre 2013.
Le tappe della strada nei prossimi 17 mesi.
Primo:
riforma costituzionale.
L'attuale Costituzione del 1993 fu approvata in condizioni
storiche particolari: subito dopo aver sparato al parlamento con i
cannoni dei carri armati. In essa c'è un'evidente deformazione
verso l'istituto della presidenza. Ed essa, questa Costituzione, non
da garanzie contro la riproduzione dell'autocrazia. E finora nel
nostro olimpo politico non si vedono uomini di Stato del calibro di
Vaclav Havel.Al giorno d'oggi a una comunità esperta si propongono alcune varianti del disegno di Legge Fondamentale del paese. Noi proponiamo un testo elaborato a cura dei migliori costituzionalisti russi: Michail Krasnov e Svetlana Vasil'eva.
Tuttavia per approvare la Costituzione è indispensabile tenere un referendum nazionale. E perché questo referendum diventi possibile è indispensabile la decisione dell'Assemblea Costituente. Questa determinerà anche la variante che sarà sottoposta al giudizio del popolo. E cioè la nostra prima richiesta alla Duma di Stato è: approvare la Legge Costituzionale Federale e insieme eseguire il vecchio ordine del presidente Medvedev. E abbiamo il disegno di questa legge. Tempi: entro il 1 dicembre 2012.
Secondo passo:
la costituzione di partiti.
E' indispensabile rinunciare alle assurde limitazioni alla
creazione di blocchi elettorali e unioni pre-elettorali. E anche
introdurre cambiamenti nella legislazione elettorale che escludano
la possibilità di "misure proibitive e repressive" da
parte di commissioni elettorali e tribunali nei confronti dei
partecipanti al processo elettorale. Attuare queste misure non oltre
il 1 marzo 2013.
Terzo passo:
le elezioni dei governatori.
Abolire i filtri e le limitazioni nella legislazione sulle
elezioni dirette dei capi dei soggetti federali. Tenere elezioni
anticipate nei soggetti della Federazione Russa, comprese le regioni
in cui nel periodo dal 1 gennaio del corrente anno fino ad ora hanno
avuto luogo dimissioni anticipate e nuove nomine. Introdurre i
cambiamenti entro il 1 aprile 2013.
Quarto passo:
nuove elezioni.
Non oltre il 1 maggio 2013 compiere la cessazione anticipata dei
poteri della Duma di Stato della Federazione Russa di sesta
convocazione (dichiarare l'autoscioglimento).Richiesta al governo della Federazione Russa e all'amministrazione presidenziale.
In conformità con la Costituzione della Federazione Russa e la Legge sui mezzi di informazione di massa garantire la fornitura di tempo di trasmissione sul canale televisivo "Rossija" [9] (FGUP [10] "VGTRK" [11]) sulla Televisione Pubblica di nuova creazione per l'ampia discussione sul progetto di Costituzione, le nuove leggi e gli emendamenti.
Il 7 giugno 2012 nel corso di una conferenza stampa sarà annunciato l'inizio della riforma politica. Il "Comitato 12 giugno" [12] è uno spazio aperto che invita diverse forze politiche, organizzazioni e movimenti sociali e civili, opinion leader e semplici cittadini a unirsi sotto un nuovo ordine del giorno di reale riforma politica.
Iniziamo la raccolta di firme sotto le nostre richieste agli organi di potere statale. Il comitato è intenzionato a far ciò servendosi delle disposizioni della Legge Federale n. 63 del 06.04.2011 "Sulla firma elettronica". Ricordiamo agli egregi lettori che dal punto di vista giuridico la firma elettronica è equivalente a quella comune "umida". Tra l'altro la firma elettronica può essere qualificata e semplice. La firma semplice è la coppia login/password nel sistema di interazione elettronico, che ogni cittadino riceve alla registrazione. La firma semplice inizia ad operare dopo la firma del cittadino nel sistema di accordo sull'utilizzo della firma elettronica. In questo caso non è necessario avere alcuna garanzia di programma su licenza o supporti chiave protetti o temporanei. L'utilizzo della firma elettronica permetterà di rispettare le promesse pre-elettorali di Vladimir Putin, che questi ha pubblicato nell'articolo "Democrazia e qualità dello Stato" ("Kommersant''" [13] del 6 febbraio 2012).
Sono convinto che supereremo in modo significativo la quantità indispensabile (100 mila) di firme valide che è richiesta perché le nostre iniziative legislative siano prese in esame dalla Duma di Stato. Parallelamente prenderemo ad occuparci della raccolta di firme nelle strade e nelle piazze, dando inizio alla campagna di firme il 12 giugno alla "Marcia dei Milioni" [14].
Il progetto di coerente riforma politica proposto dal "Comitato 12 giugno" e realizzato esclusivamente nell'ambito della vigente legislazione della Federazione Russa permetterà di tradurre le proteste di strada in un formato di lucido, aperto dialogo politico. Nell'ottobre 2013 con l'approvazione della nuova Costituizone della Federazione Russa e l'elezione della Duma di Stato di settima convocazione compiremo la riforma politica e il reset di tutto il sistema di potere statale.
Ivan Starikov,
"Comitato 12 giugno"
"Novaja gazeta", http://www.novayagazeta.ru/columns/52963.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)
[1]
Aleksej Leonidovič Kudrin, ex ministro delle Finanze.
[2]
A Nižnij Tagil ("Basso Tagil" – il Tagil è un fiume
degli Urali) Putin ha visitato la Uralvagonzavod – letteralmente
"Fabbrica di Vagoni degli Urali", in realtà fabbrica di
armi mantenuta in vita con soldi pubblici – ed è stato festeggiato
da lavoratori e dirigenti.
[3]
Piazza del centro di Mosca nota ultimamente per le manifestazioni
contro il regime di Putin.
[4]
Simbolo dell'opposizione al regime di Putin (il bianco è stato
scelto come colore neutro per sottolineare la distanza dai partiti
istituzionali).
[5]
"Le Nonne di Buranovo" (Buranovo è un villaggio
dell'Udmurtia, nella Russia orientale) sono un gruppo di anziane
cantanti folcloristiche che ha ottenuto il secondo posto all'ultimo
Eurofestival.
[6]
L'avvocato Sergej Leonidovič Magnitskij, in prigione per frode
fiscale dopo aver denunciato malversazioni di pubblici ufficiali, vi
è morto "misteriosamente". Le personalità coinvolte nel
caso sono in una sorta di lista di prescrizione e non possono recarsi
in alcuni paesi dell'Occidente.
[7]
Nome dato dagli oppositori al partito-fantoccio "Russia Unita"
e all'establishment putiniano.
[8]
Dacia presidenziale nella regione di Mosca.
[9]
"Russia", TV di Stato.
[10]
Federal'noe Gosudarstvennoe Unitarnoe Predprijatie
(Impresa Unitaria Statale Federale).
[11]
Vserossijskaja Gosudarstvennaja Televizionnaja i
Radioveščatel'naja Kompanija
(Compagnia Televisiva e Radiofonica Statale Panrussa).
[12]
Il 12 giugno è il "Giorno della Russia", la festa della
sua indipendenza.
[13]
"Commerciante", giornale economico che nella grafia arcaica
della testata si richiama a un omonimo giornale pre-rivoluzionario.
[14]
Grande manifestazione dell'opposizione.
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