Dmitrij Oreškin:
"Putin non morirà"
I punti d'appoggio del leader nazionale: i feudatari
della stabilità, il Caucaso e il salame, che è meglio della libertà
08.10.2012
Il suo volto non tradisce quasi mai le sue emozioni. Un geografo politico che ha dedicato la sua tesi di candidatura alle antiche glaciazioni continentali è sempre tranquillo. E' stato candidato alla Duma per l'"Unione delle Forze di Destra" [1]; è stato membro del Consiglio per la collaborazione allo sviluppo della società civile e dei diritti umani presso il presidente della Federazione Russa, ma se n'è andato a causa dell'illegittimità, come ritiene, dell'attuale garante della Costituzione; come prima Dmitrij Oreškin resta il co-fondatore della "Lega degli elettori" [2] e un politologo indipendente.
– Putin controlla la situazione, nel suo sistema
di valori è tutto in ordine, controlla gli agenti delle strutture
armate e la classe burocratica. Non controlla parte dell'opinione
pubblica – beh, che se ne vada al diavolo. Vanno in strada, fanno
rumore, se ne vanno. Per l'elettorato putiniano l'opposizione sono i
rappresentanti della Mosca rammollita negli agi che non capisce di
cosa c'è bisogno. Se ha letto "Tentativo di fuga" degli
Strugackie [3] – "gente
che voleva ciò che è strano". Vogliono ciò che è strano.
Per l'elettorato putiniano le discussioni sui brogli alle elezioni
sono aria fritta. I suoi rating reali sono tra il 45 e il 50%. E'
molto. Quali problemi ha? E' un leader popolare. Unico. Non ha
alternative. Le alternative sono state tutte accuratamente
eliminate. Lukašėnka
ha problemi, perché non ha il proprio petrolio, di
conseguenza non ha con che pagare, gli tocca rubare il petrolio
russo, ma Putin cos'ha? Le risorse costano care, i soldi ci sono.
Cosicché può fregarsene di noi in tutti i sensi.
– Vuol dire che Putin governerà eternamente, fino alla tomba?
– Non dico eternamente. Mi sembra che nel corso di
qualcuno dei prossimi anni non avverrà principalmente nulla. E'
ingenuo pensare che chi va alle manifestazioni rovescerà questo
potere.
– Ma a maggio di quest'anno Lei disse che "il tramonto di Putin verrà tra sei mesi-un anno".
– Dal mio punto di vista, il tramonto c'è già, è
evidente, perché la popolarità si perde, ma questo tramonto durerà
anche tre anni o cinque anni. Ma fino al 2018 resterà.
– Ma vuole restare anche più avanti?
– Sì, "egli" – nel senso di un "Putin
collettivo" – lo vuole. Putin è una persona ragionevole,
egli, forse, metterà qualcuno al proprio posto, uno sotto controllo
come Medvedev. Andarsene non può, è tecnologicamente impossibile,
perché finirebbe in carcere.
I feudatari della stabilità
– L'acquisto di lealtà con la corruzione funziona
molto bene. Certo, prima di tutto il Caucaso, ma non solo, perché
con singole eccezioni ogni governatore è molto ben motivato.
Dispone in modo feudale del proprio territorio, garantisce lealtà,
i giusti risultati alle elezioni. Come la garantisce – è affare
suo. Se cessa di soddisfare il potere, lo cambiano ben bene, com'è
stato con Šajmiev
[5]
e Rachimov [4].
Con Lužkov
non è andata ben bene, ma comunque l'hanno cambiato. Cioè è un
grande progresso in confronto alla struttura totalmente schiavistica
che c'era in Unione Sovietica. Adesso è una matura struttura
feudale – c'è un monarca che tiene conto degli interessi delle
persone che possiedono le risorse di potere e i capi regionali le
hanno. Sul proprio territorio devono controllare i mass media, la
pubblica opinione, gli affari e schiacciare qualsiasi movimento di
protesta. E ce la fanno, perché è nel loro interesse. Le città
sostengono sempre meno Putin. A Mosca e a Kaliningrad [6]
ha il 47%, ma ecco che in Cecenia ha il 99,8%. E tutti sanno com'è
stato fatto tutto.
– Ma Putin sa che queste cifre sono inventate.
– Ma questo non lo riguarda. Non gli importa. Gli
interessa la questione della lealtà funzionale. Questi hanno
garantito il risultato – ed è tutto. Ma come l'hanno garantito –
è affare loro. Putin disprezza sinceramente ciò che si chiama
"opinione pubblica". Ma con le persone che possiedono
risorse di potere o economiche si mette d'accordo. Beh, è di nuovo
il modello brezneviano, come in epoca sovietica, quando tutti i
segretari dei comitati regionali erano estremamente leali.
Il salame è meglio della libertà
– Putin ha screditato con successo il concetto di
"politica". Meglio – costruiteci una strada o
garantiteci un nuovo ospedale, dice il popolo.
– Cioè un pezzo di salame è più vicino?
– Beh, a dirla rozzamente, sì. Ed è normale. La
gente pensa in primo luogo alle proprie condizioni. Garantiteci
sicurezza. Se la polizia mette qualcuno a sedere su una bottiglia,
questo può scuotere la gente, perché pensa che questo in qualche
la riguarderà. Ma le discussioni sulla libertà, l'osservanza della
legalità – che bruci tutto nel fuoco, questo non ci riguarda
molto. Ma per i problemi che sorgeranno – i pressi del ŽKCh
[7], le tariffe
ferroviarie per gli elettrotreni locali, la mancanza di sicurezza
personale, la qualità disgustosa dell'ambiente circostante – le
proteste si diffonderanno conseguentemente per il paese, anche se
non saranno di massa. La situazione in generale è sotto controllo,
tutto si trova sotto il controllo manuale. Perciò dorme
tranquillamente, nuota in piscina, vola con le gru…
Il Caucaso per Putin
– Il Caucaso ora è una zona d'appoggio di Putin,
questi gli garantiscono i più alti risultati nelle votazioni. In
questo senso Putin è la garanzia dell'integrità del paese, per
quanto questo sia increscioso. Se davvero si avrà la democrazia,
per questa bisognerà pagare con un ulteriore ciclo di compressione
territoriale. Siamo pronti a questo? Penso di no.
La gente nel Caucaso capisce che la loro fortuna
elitaria dipende al 120 per cento da Mosca. Perché se non ci fosse
Mosca, verrebbe qualche islamista più rigido con i soldi
dell'Arabia Saudita. Sono interessati vitalmente, per l'interesse
della propria pelle, al mantenimento della stabilità di Mosca.
Kadyrov dipende molto fortemente da Putin, come pure Putin da
Kadyrov. Qui la logica è molto seria – se te ne vai da là e
risparmi soldi, là ottieni con tutta probabilità il separatismo e
la base per un'ulteriore espansione islamista.
– La questione della determinazione dei confini tra Cecenia e Inguscezia che ha cominciato Kadyrov è una cosa molto pericolosa. Tutto va verso l'indipendenza. La Cecenia è già uno stato nello stato.
– In prospettiva a lungo termine tutto va verso la
formazione di un nuovo stato indipendente, dove la Costituzione
della Federazione Russa non funziona ed è facile postulare che
quando Kadyrov parla della tradizione della vendetta di sangue e
delle leggi della sharī´a
esige che le donne vadano con il velo – tutto questo si inscrive
male nella Costituzione della Federazione Russa. Se andrò là,
nessuna Costituzione mi difenderà, ma solo i rapporti personali con
il sig. Kadyrov e i suoi vassalli. Abbiamo ottenuto una regione
sempre più separata, con la propria ideologia, con una qualche
propria versione della sharī´a
e il proprio immutabile leader dal volto solare. Con tutto
proprio, tranne il bilancio.
Kadyrov non vorrà separarsi finché i soldi
verranno. Gli agenti delle strutture armate kadyroviani sono una
cosa condizionata. Gli sono leali finché li paga. Ma anche là
avviene una decomposizione interna sotto l'azione della stessa
propaganda wahhabita [8].
– Quando disse che "in Cecenia si forma un sistema di valori barbarico, la politica di cecenizzazione che Putin realizza", cosa intendeva?
– Ma qui che logica c'è? O in Cecenia ti uccidono
sistematicamente a colpi d'arma da fuoco ragazzi di Pskov [9]
e si riempiono le tombe o c'è la cecenizzazione del conflitto
ceceno – che là si chiariscano da soli. Kadyrov, sostanzialmente,
si occupa di questo – difende l'area dalle alternative. Tra
l'altro costruisce un sistema che gli fa comodo, dove le leggi non
funzionano, dove si può derubare, torturare, punire chiunque perché
i figli si sono dati alla macchia, prendere in ostaggio i genitori –
è un dispotismo orientale assoluto. Un regime barbarico. E Putin,
come cekista [10], lo
capisce. Ma è un modello barbarico-cinico.
– Allora è necessario tenere Kadyrov con un gancio?!
– Certo, il gancio dei soldi prima di tutto e
quello delle strutture armate. E' chiaro che presso di lui c'è un
enorme numero di persone dei servizi segreti che seguono tutti. Come
a suo tempo i servizi segreti divorarono Aušev
[11], che era un
presidente popolare e probabilmente non il peggiore, così pure
intorno a Kadyrov i servizi segreti seguono ogni suo passo…
L'ex garante
– La democrazia è distruttiva per quel modello di
stato che ha costruito Putin. Si immagina la democrazia in quella
Cecenia, elezioni corrette in Cecenia? Chi vincerà là? I
wahhabiti? Dio sa chi vincerà. Là di principio non si possono
garantire elezioni. Andare avanti sulla via della liberalizzazione è
pericoloso per questo modello putiniano.
Putin doveva tornare. Ma di nuovo secondo le regole
putiniane, per non offenderlo troppo, hanno dato a Medvedev, da una
parte, come nell'ambito del tandem, il governo, ma al contempo gli
hanno appeso al collo "Russia Unita". E non si poteva non
appendergliela. Per il governo è necessario il sostegno alla Duma?
E' necessario. "Russia Unita" garantisce il sostegno? Lo
garantisce. Prendi in carico "Russia Unita". Ecco che
adesso Medvedev va con questa macina al collo. Che gli piaccia o non
gli piaccia, porta su di se questo partito che perde popolarità. Ma
Putin se n'è separato. In questo senso è intelligente – sa
considerare le varianti.
– Pensa che Putin terrà ancora a lungo Medvedev nella carica di primo ministro?
– Non molto, penso, un anno-un anno e mezzo. Ecco
che Medvedev, per l'appunto ha problemi, perché a Medvedev è stato
posto un compito e non ce la fa, con quel bilancio – come si fa ad
aumentare le spese della Difesa e a mantenere le promesse sociali
allo stesso tempo?
– Quando Medvedev l'anno scorso concordò sull'arroccamento capiva le conseguenze di questa decisione?
– Probabilmente le capiva. Ma tutta la sua
esperienza sociale consisteva nel fatto che se si comporta bene, lo
promuovono e perciò pensò che, se si fosse comportato bene, lo
avrebbero fatto presidente ancora una volta, gli avrebbero fatto
tenere ancora il timone. Ma quale alternativa aveva Medvedev?
Oppure, divenuto presidente, avrebbe dovuto compiere il rituale
omicidio del "padre".
– Tutti aspettavano quando avrebbe destituito Putin? Quando avrebbe compiuto questo atto eroico?
– Se fosse stato una persona come El'cin,
l'avrebbe compiuto. Ma era perché era Medvedev ed era presidente
che non era El'cin. Era fasciato mani e piedi, tutte le risorse
chiave erano rimaste nelle mani del gruppo di Putin, al punto che in
caso di necessità su Medvedev c'era qualche materiale
compromettente. Infatti la logica di Vladimir Vladimirovič
è una logica da servizi segreti.
– Ma che farà Medvedev se lo destituiscono?
– Ma che ha fatto Lužkov
quando l'hanno destituito?
– E' andato a dirigere una facoltà dell'Università Internazionale per soldi.
– Beh, sì, ha i propri soldi, una vecchiaia non
povera. Per Medvedev è lo stesso. Possono farlo giudice o capo
della Corte Suprema o della Corte Costituzionale – beh, qualcosa
di solido, ma che non ha a che fare con le leve reali del potere.
– Chi può esserci al posto di Medvedev?
– Ecco una domanda interessante. In questo pure
consiste la politica reale di Putin – scegliere i quadri. E' una
persona intelligente. Tra questi Putin è davvero il più
intelligente. Capisce che in una certa situazione economica sarebbe
utile Kudrin [12].
Capisce l'utilità delle cose liberali, capisce una cosa come
l'attrattiva per gli investimenti. Perciò da un punto di vista
razionale per risollevare l'economia sarebbe giusto aggiungere un
po' di libertà. Ma questo entra in contraddizione sistematica con
la sua idea di organizzazione dello stato: comando manuale,
verticale, lealtà della burocrazia.
– Perché Putin ritiene che il comando manuale vada bene?
– L'alternativa, dal suo punto di vista, è il
caos, il controllo – in una testa da servizi segreti – è la
parola chiave. La Russia è sempre in uno stretto corridoio di
possibilità. Un muro si chiama controllo, l'altro muro si chiama
efficienza economica. Sotto Stalin c'era il controllo assoluto,
l'efficienza economica era prossima allo zero, il paese era misero.
Ma per gli agenti delle strutture armate Stalin è una grande guida,
così molti, peraltro, pensano ancora. Anche in Corea del Nord: il
controllo è nelle mani, il popolo muore di fame, ma al contempo non
immagina l'esistenza senza il leader Kim.
C'è vita senza Putin?
– Anche in Russia ora gran parte della popolazione
non si immagina la vita senza Putin. Questa è l'utilità del
controllo manuale, ma al contempo ci appoggiamo sempre più
fortemente al muro dell'inefficienza economica di questo modello
come Lukašėnka,
che probabilmente crede sinceramente che il popolo lo ami. E'
evidente dai suoi interventi. Ma è una persona malata.
– E Putin è sano?
– Ecco una domanda interessante. Penso che "le
rotelle" gli siano saltate. E in questo sta il senso potente
della rotazione dei quadri, perché anche se sei assolutamente
umoristico, ironico, sobrio, intelligente, informato, comunque "le
rotelle" saltano. Gli sembra di tenere Dio per la barba, ma in
realtà è la barba del signor Čurov
[13]. Se per 10 anni
tutto il paese La lecca, alla fin fine tutto si copre – lo scambio
delle sostanze si guasta. E' sorprendente che abbia mantenuto così
a lungo la sobrietà di giudizio, ma ora, come mi sembra, inizia a
mancare. E forse ritiene che gli basti qualche anno e poi in qualche
modo andrà.
– Beh, come "in qualche modo"? Non intende morire o emigrare?!
– Non intende farlo. Pensa di fare un'altra
partita. Mi sembra che la strategia sia molto semplice. L'economia
non è nello stato più brillante e difficilmente migliorerà. Ma
c'è una cosa come l'ideologia. Ora ha messo Lukašėnka
all'angolo e se lo costringerà ad andare all'unione,
all'Anschlüss,
quale entusiasmo causerà nelle larghe masse popolari! E se
l'organizza vicino alle elezioni, diciamo nel '17…
– E allora c'è una chance nel '18?...
– …per lui o per la sua gente di restare ancora
al potere. E vedo come tutto questo si realizza in pratica. La
chiesa ha iniziato la raccolta di firme per l'unione dei tre stati
slavi [14]. Poiché nella
mia concezione la Chiesa Ortodossa Russa è un reparto della
Lubjanka [15], è chiaro
che non hanno iniziato a farla da soli. Contemporaneamente Putin che
fa? Per tre trimestri dello scorso anno ha dato alla Bielorussia più
di cinque milioni di tonnellate di petrolio da raffinare, ma nel
quarto quattro, perché Lukašėnka
sentisse la differenza. Hanno cacciato Lukašėnka
in uno stivale. Sapete come castravano i gatti in campagna?
Ficcano la parte anteriore dell'organismo in uno stivale di feltro
duro e lasciano la posteriore… Ecco, è così sia con la
Bielorussia, sia con la società civile, tu là dall'interno dello
stivale di feltro duro puoi cantare quanto vuoi: "Al nemico non
si arrende il nostro fiero "Varjag"" [16],
ma il tuo posteriore resterà per strada e con te faranno ciò che
vorranno.
– Bene, la chiesa raccoglierà moltissime firme e cosa darà questo?
– Darà la base ideologica per la creazione di un
nuovo potente stato, che finalmente si alzerà dopo essere stato in
ginocchio [17]. Se ha
letto Aleksandr Dugin [18],
questi è un sostenitore del modello ideocratico di potere,
nell'Unione Eurasiatica da lui elaborata c'è un'amministrazione
geo-strategica che non attua la garanzia dell'alto livello di vita
dei cittadini, ma serve una determinata idea. Per esempio,
l'ideocrazia in Iran ha il compito di ottenere l'islamizzazione di
tutto il mondo. Questi servono questo scopo. Di conseguenza se il
popolo in Iran non mangia tanto o l'inflazione è al 30% non fa
nulla, serviamo una grande idea. Bisogna fare sacrifici. C'è un
caso analogo in Corea del Nord, là c'è l'idea del "juche"
e l'appoggio sulle proprie risorse. Sì, non siamo ricchi, diciamo
così per essere gentili, ma tuttavia siamo i più avanzati,
porteremo un luminoso futuro a tutta l'umanità.
– Ma l'ortodossia non può essere un'idea unificante!
– Cercano di renderla tale, ma non lo sarà. C'era
una struttura della Lubjanka, serviva l'ideocrazia comunista,
abbiamo costruito il luminoso futuro per tutta l'umanità. Quelli
che si esprimevano contro erano pazzi, nemici, bisognava metterli in
prigione. Adesso questi ragazzi servono non l'idea comunista, ma
quella ortodossa. Qual è la logica qui? Abbiamo una civiltà unica,
ci vogliono abbattere, eliminare… Hanno cambiato leggenda – era
comunista, è diventata ortodossa e conseguentemente è cambiato il
rituale: prima la tavola rossa, la caraffa con l'acqua, la riunione
di partito e ora la chiesa e le candele.
– Pensa che sia un'idea di Cirillo I?
– E' un'idea della Lubjanka. Ma a Cirillo, a mio
parere, sporgono le mostrine dalla tonaca. E' la loro idea comune.
Intorno c'è una cerchia di nemici, bisogna rafforzare la difesa,
rafforzare i servizi segreti – è la cosa base. Vuol dire che
bisogna rafforzare l'ideologia.
– L'inculcamento dell'ortodossia disintegra la società e c'è un senso di sangue che incombe…
– Ma questo non è affatto male per loro; alla
gente qui non pensa nessuno, la gente qui è materiale di consumo. E
la parte avanzata della popolazione del paese capisce che c'è
cattivo odore, ma non tanto cattivo che possa realmente cambiare
qualcosa. E sempre più spesso e sempre più la gente pensa: ma non
è tempo di andarsene da qui? In realtà il potere organizza questo;
beh, andatevene, via libera, ma da noi resteranno i ragazzi
dell'Uralvagonzavod [19].
– Ma l'Uralvagonzavod non è capace di dare una spinta allo sviluppo del paese!
– Ma a che serve qui il paese, a loro interessa la
stabilità. Se avessero potuto pensare al paese, nel 1999 non si
sarebbero messi a distruggere istituzioni statali tipo le elezioni.
Pensano a se stessi. Per quanto sia paradossale, i "disgustosi
liberali" hanno pensato di più al paese perché hanno perso le
elezioni e se ne sono andati. Questi ragazzi preferiscono agire in
un altro modo – distruggono il sistema elettorale in nome dei
propri interessi, per loro il paese è la nicchia ecologica in cui
si nutrono. E' una logica da nomenklatura, è estremamente cinica.
Quando andrà al potere
l'opposizione?
– L'opposizione non andrà al potere, che dice!
Come può andare al potere? Mi sembra che sia gente malata… quando
Limonov [20] dice:
bisogna assaltare la Commissione Elettorale Centrale… Dio mio,
hanno preso la Commissione Elettorale Centrale e tutto questo FSB
[21], tutto questo
esercito che si sentiva ottimamente, fa tanto di cappello e dice:
"Ėduard
Veniaminovič, è finita, adesso sei lo zar della
montagna, ti obbediremo". Com'è possibile?
– Ora l'opposizione tiene le elezioni del Consiglio di Coordinamento (KS [22]): è utile?
– E' utile, certo. In primo luogo, per
l'allenamento dei muscoli civici, in secondo luogo, per la creazione
di un qualche proto-partito; compaiono leader alternativi, in
qualche modo legalizzati agli occhi dei propri elettori.
– Bene, avranno qualche mandato condizionato per tenere trattative con il potere, ma dubito che il potere si metterà a parlare con loro.
– Certo, non lo farà, perciò non mi illudo.
Nella nostra situazione bisogna pur fare qualcosa. Ma a sperare che
il KS in qualche modo influenzi la politica putiniana non mi
metterei. Nell'ambito del sistema di valori putiniano ci saranno
delle proposte – qualcuno del KS sarà chiamato al potere.
– "Russia Unita" ha già consigliato ai governatori di chiamare i leader dell'opposizione a fare i consiglieri per livellarli e liquidarli.
– Giusto. In realtà è democrazia, anche se
estremamente spiacevole. Come si è formata la democrazia in
Occidente? Precisamente così. La gente è interessata alla propria
pelle.
– E dove si può porre Naval'nyj [23] per renderlo inoffensivo?
– Non lo so, ha grandi ambizioni presidenziali, a
dire il vero, penso, abbastanza ingenue. Sì, è molto popolare, è
molto forte, è molto ambizioso, causa grande interesse, anche se
alcune cose nella sua immagine mi urtano. Per esempio, utilizza la
tecnologia del "greenmailing". C'è il "blackmail",
il ricatto, e c'è il "greenmailing". E' quando compri
parte delle azioni di una qualche grande corporazione e inizi a
rovinarle la vita: la citi in tribunale, lanci qualche scandalo
sulla stampa e di conseguenza per la corporazione diventa più
conveniente ricomprare il tuo pacchetto azionario. Ecco che questi
compra azioni della Rosneft' [24],
ma poi inizia ad esigere da essa documenti, secondo la legge. In tal
modo non guadagna soldi, come con il "greenmailing", ma
popolarità politica. Per qualche motivo non litiga con la Gazprom,
ma con la Transneft' [25]
e con la Rosneft' litiga. O litiga con il Comitato Inquirente (SK
[26]).
– Ma non è terribile per lui litigare con lo SK?
– Se vai in politica a questo grande livello, là
c'è da temere, ma Naval'nyj è coraggioso. In questo caso,
guardando da fuori, con lo SK agisce giustamente a scopo di
autodifesa – l'accusa di interesse privato a Bastrykin [27]
può impedire a Bastrykin di adempiere il compito di "impacchettare"
Naval'nyj.
Io sono una persona debole
– Dmitrij, ma se il potere volesse
che Lei non lo criticasse più e le proponesse qualcosa nel potere,
Lei accetterebbe?
– Dio mi protegge in questo senso, perché nessuno
mi propone nulla. Sono una persona debole e non sono sicuro che se
mi proponessero 5 milioni di dollari, non tacerei. Ma io sono solo,
posso permettermi di non reagire. Ma se dietro di te c'è un
collettivo, come dietro ogni politico serio, un gruppo di interessi?
Con me perciò nessuno mercanteggerà, perché io sono un individuo.
Come a suo tempo i cekisti scrivevano nei resoconti sui dissidenti:
"Il meccanismo di motivazione è incomprensibile". La mia
corruzione sarebbe un cattivo esempio. Allora tutti gli altri
inizieranno a gridare e non raccatterebbero soldi per liberarsi di
tutti. Più probabilmente con me agiranno in un altro modo:
troveranno qualcosa, beh, "Oreškin
prende bustarelle", c'è stata una storia del genere su
Internet con un agente della polizia stradale. E hanno messo sotto
di me la Katja di "Mumu" [28]
e io per vecchiaia sono stato pigro.
– Ma altri non sono stati pigri…
– Sì… Beh, per esempio, ebbi una variante su un
lavoro con la Commissione Elettorale Centrale. Se mi fossi
comportato bene, allora avrei avuto buoni ordini come politologo,
ma… era troppo stomachevole. Per quei motivi non lavoro per la
Merkator [29]. Mi fu
detto "da noi ci sono interessi d'affari, ma tu hai interessi
incomprensibili", "vuoi ciò che è strano".
– Gennadij Gudkov cacciato dalla Duma può diventare il principale combattente dell'opposizione?
– Il potere cambia quando avviene una scissione
nelle élites. In precedenza pensai che negli anni '90 il popolo
venisse fuori e il potere cambiasse. Un corno. Ecco che quando c'è
una scissione, c'è la personificazione – Ligačëv
[30] contro
El'cin, El'cin contro Gorbačëv…
Se non c'è, è vano il nostro andare. E' come il Majdan [31]:
se non ci fosse stata una scissione tra Juščenko
e Tymošenko,
sarebbe stato un andare vano. Sarà accettato Gudkov dalla stessa
élite come alternativa? Questa per me è la domanda.
– Mi sembra che non sia abbastanza d'élite. E neanche Kudrin è abbastanza d'élite.
– Anch'io ho questa sensazione e Kudrin peraltro
lo capisce, neanche Medvedev è abbastanza d'élite. Ecco che non
c'è nessuno! In questo è pure l'orrore della situazione putiniana.
Questi come politico razionale non si preoccuperà dei lavoratori,
né della popolarità, ma si preoccuperà dei concorrenti nelle
strutture di potere. Ecco che non ce ne sono accanto a lui. Faccia
attenzione, neanche accanto a Lukašėnka
ce ne sono e neanche accanto a Kim Jong-Un…
– Sì, solo lui e il sole!
– Sì, solo il sole o solo lui e Marte. E qui sta
il problema. Negli anni '90 da qualche parte comparvero persone vere
– Lebed' [32], Zjuganov
[33], Žirinovskij
[34], Nemcov [35].
In questa sta il carattere mortale del modello putiniano! Accanto a
Putin non c'è nessuno. E tutti dicono: "Se non Putin, allora
il gatto[36]?»
O dicono: "Chiunque, purché non Putin". Questo è
sbagliato.
– Ma ora di quelli che ci sono chi può essere?
– Nessuno.
– Ma comunque Putin non è un ragazzino…
– C'è il premier, formalmente. Ma che succederà
a Putin? Non succederà nulla.
– Morirà?
– Ma che dice! E' impossibile per definizione. No,
non morirà. Il sole resterà in cielo… Lavorerà con i documenti,
come Leonid Il'ič Brežnev…
Elena Masjuk, "Novaja gazeta", http://www.novayagazeta.ru/politics/54831.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)
[1]
Partito di orientamento moderato.
[2]
Associazione per la difesa degli elettori russi dai brogli.
[3]
I fratelli Arkadij Natanovič e Boris Natanovič Strugackij,
scrittori di fantascienza russi.
[4]
Mintimer Šaripovič Šajmiev, ex presidente della repubblica
autonoma del Tatarstan, nella Russia centrale.
[5]
Murtaza Gubajdullovič Rachimov, ex presidente della repubblica
autonoma di Baschiria, nella Russia centro-orientale.
[6]
L'antica Königsberg prussiana sul Mar Baltico.
[7]
Žiliščno-Kommunal'noe
Chozjajstvo
(Servizi Pubblici per le Abitazioni).
[8]
Leggasi "fondamentalista".
[9]
Città della Russia nord-occidentale.
[10]
Agente della "Čė-Ka" (ČK, Črezvyčajnaja Komissija
po bor'be s kontrrevoljucii i sabotažem
– Commissione Straordinaria per la lotta alla controrivoluzione e
al sabotaggio), la prima polizia politica sovietica e per estensione
"agente segreto".
[11]
Ruslan Sultanovič Aušev, ex presidente della repubblica autonoma di
Inguscezia.
[12]
Aleksej Leonidovič Kudrin, ministro delle Finanze russo dal 2000 al
2011.
[13]
Vladimir Evgen'evič Čurov, capo della Commissione Elettorale
Centrale e sommo garante dei brogli putiniani.
[14]
Cioè Russia, Bielorussia e Ucraina.
[15]
L'edificio di piazza Lubjanskaja, nel centro di Mosca, dove hanno
sede i servizi segreti.
[16]
Canzone scritta dalla poetessa Evgenija Michajlovna Studenskaja –
traducendo i versi dell'austriaco Rudolf Greinz – e dal musicista
Aleksej Sergeevič Turiščev che celebra la nave "Varjag"
(Variago – membro del popolo nordico che fondò lo stato russo) che
non si arrese ai nemici durante la guerra russo-giapponese del 1905.
[17]
"La Russia si è alzata dopo essere stata in ginocchio" è
una celebre frase di Putin.
[18]
Aleksandr Gel'evič Dugin, filosofo e politologo russo.
[19]
"Fabbrica di Vagoni degli Urali", in realtà importante
fabbrica di armamenti.
[20]
Ėduard Limonov (vero nome Ėduard Veniaminovič Savenko), leader del
Partito Nazional-Bolscevico, che mischia comunismo e nazionalismo.
[21]
Federal'naja Služba Bezopasnosti
(Servizio Federale di Sicurezza), il principale servizio segreto
russo.
[22]
Dalla dicitura russa Koordinacionnyj Sovet.
[23]
Aleksej Anatol'evič Naval'nyj, avvocato, blogger e esponente di
spicco dell'opposizione russa.
[24]
Qualcosa tipo "Petrolio Russo", compagnia petrolifera a
maggioranza statale.
[25]
Qualcosa tipo "Trasporto di Petrolio", compagnia a
maggioranza statale che si occupa di oleodotti.
[26]
Dalla dicitura russa Sledstvennyj Komitet.
[27]
Aleksandr Ivanovič Bastrykin, capo del Comitato Inquirente.
[28]
Racconto dello scrittore russo Ivan Sergeevič Turgenev.
[29]
Compagnia specializzata in presentazione di informazioni.
[30]
Egor Kuz'mič Ligačëv, politico sovietico che durante la
perestrojka divenne l'emblema della nomenklatura.
[31]
In ucraino "piazza". La "piazza" per eccellenza è
il Majdan Nezaležnosti
(Piazza Indipendenza) nel centro di Kiev, dove si raccolse la
protesta "arancione" contro il presidente Janukovyč.
[32]
Aleksandr Ivanovič Lebed', militare e politico russo, che fu
segretario del Consiglio di Sicurezza sotto El'cin.
[33]
Gennadij Andreevič Zjuganov, leader del Partito Comunista della
Federazione Russa.
[34]
Vladimir Vol'fovič Žirinovskij (nato Ėjdel'štejn, poi assunse il
cognome materno), leader del Partito Liberal-Democratico di Russia,
ad onta del nome partito nazionalista e populista.
[35]
Boris Efimovič Nemcov, politico liberale, attualmente a capo del
Partito Repubblicano di Russia.
[36]
Il corsivo è dell'autore.
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