Gli attivisti per i diritti umani
della Federazione Russa e della Georgia contano che i contatti da
loro stabiliti aiutino persone concrete
2 novembre 2012, 12.38
Dal 29 ottobre al 4 novembre a Tbilisi si svolge la tappa di turno del progetto "Il dialogo georgiano-russo per la pace e la collaborazione". Ad essa prendono parte attivisti per i diritti umani russi e georgiani. I partecipanti al progetto provenienti da Russia e Georgia hanno già dichiarato di esser pronti a realizzare iniziative comuni e contano che i contatti stabiliti aiutino in seguito persone concrete che si rivolgono alle loro organizzazioni per avere aiuto.
Il progetto "Il dialogo georgiano-russo per la
pace e la collaborazione" della durata di un anno e mezzo è
attuato dal centro di interrelazioni culturali "Casa del
Caucaso" ed è sostenuto
dall'ambasciata della Gran Bretagna in Georgia. Il progetto si
pone lo scopo di innalzare il livello di competenza nelle relazioni
russo-georgiane per i professionisti georgiani e russi e la creazione
di piattaforme di collaborazione tra loro.
Nell'ambito del progetto, come ha riferito "Kavkazskij uzel ", già si sono incontrati giovani politologi dei due paesi, adesso gli incontri di attivisti per i diritti umani di Russia e Georgia si svolgono con rappresentanti di diversi enti statali e organizzazioni non governative.
Il 1 novembre i partecipanti al progetto al centro
stampa internazionale della RIA "Novosti" [1]
di Tbilisi si è svolta una conferenza stampa sul tema
"L'allacciamento dei contatti tra gli attivisti per i diritti
umani di Russia e Georgia".
Kanevskaja: i partecipanti al progetto provenienti da Russia e Georgia sono pronti a realizzare iniziative comuni
E' già la seconda visita a Tbilisi del gruppo proveniente dalla Russia, nel cui organico ci sono i rappresentanti delle più note organizzazioni russe, che negli ultimi 10-15 anni si sono occupate della difesa dei diritti umani in varie regioni, ha riferito alla conferenza stampa il coordinatore del programma da parte russa, il rappresentante dell'ONG "Centro di risorse per la difesa dei diritti umani" Marija Kanevskaja.
Tra le persone giunte in Georgia, a suo dire, ci sono
rappresentanti di organizzazioni ecologiste, esperti di diritto del
lavoro del "Centro per i diritti sociali e del lavoro" e
del centro "Solidarietà", che sono pronti a fare
un'analisi del Codice del Lavoro georgiano e a proporre i conseguenti
emendamenti.
"Abbiamo invitato anche organizzazioni che
difendono i diritti della gioventù sul territorio della Russia,
organizzazioni che si occupano del ristabilimento dello status di
persone, tra cui ci sono anche dei georgiani, che vivono sul
territorio della Federazione Russa con vecchi passaporti [6]
e si scontrano con molti problemi, ben difficilmente risolvibili, nel
ristabilimento dei loro documenti e nel riconoscimento di essi come
cittadini russi o georgiani", – ha raccontato Kanevskaja.
A suo dire, il principale compito del progetto
consiste nel fatto che i partecipanti facciano conoscenza con i
colleghi georgiani e realizzino iniziative comuni.
I partecipanti al progetto, ha notato l'attivista per
i diritti umani, sono già riusciti a mettersi d'accordo su alcune
iniziative.
"Terremo ponti televisivi su base regolare a Mosca o a San Pietroburgo per discutere le più importanti questioni per l'interazione tra i due paesi. Tali "tavole rotonde" aiuteranno a trasformare in dialogo quello che finora, purtroppo, è il nostro monologo. Per questo dico monologo – finora la questione dell'abolizione dei visti tra Russia e Georgia non è all'ordine del giorno in Russia e purtroppo non possiamo garantire ai nostri partecipanti georgiani che potranno venire tutti in Russia. Facciamo di tutto per superare questa situazione e perché il gruppo georgiano venga una volta in Russia e veda cosa avviene da noi nel paese", – dice Kanevskaja.
Questa ha notato anche che durante l'incontro con
l'apparato del difensore civico georgiano i partecipanti all'incontro
hanno proposto di assumere il modello del sistema russo di
commissioni sociali di osservazione che attuano il controllo nei
carceri.
"Sono rappresentanti della società, a cui il
nostro potere russo permette di visitare le istituzioni chiuse del
sistema penitenziario, fare resoconti e reagire in qualche modo alle
violazioni dei diritti umani in queste istituzioni. Queste
commissioni sono fissate a livello legislativo, funzionano. E' un
fatto. La nostra esperienza positiva si può prendere come esempio
ora in Georgia e probabilmente sarà richiesta", – ha
ricapitolato Kanevskaja.
Il 28 agosto 2008 il parlamento georgiano votò per la la rottura delle relazioni diplomatiche con la Russia e confermò lo status delle truppe russe sul territorio del paese come "di occupazione" dopo che la Russia aveva riconosciuto l'indi pendenza di Abcasia e Ossezia.
Sullo sfondo delle complesse relazioni tra Russia e Georgia il progetto "Il dialogo georgiano-russo per la pace e la collaborazione" è unico e avrà una prosecuzione in futuro, ha dichiarato il rappresentante dell'ONG georgiana "Casa del Caucaso" Iraklij Čichladze.
"Per esempio, il 2 novembre è in programma
l'incontro con il nuovo ministro per la Reintegrazione Paata
Zakareišvili,
il 31 ottobre c'è stato un incontro nell'ufficio dell'ombudsman,
anche noi ci siamo già incontrati con i rappresentanti
dell'"Associazione dei giovani giuristi georgiani" e
dell'"Istituto per la trasparenza dell'informazione". La
parte georgiana si è sforzata di garantire l'incontro dei
partecipanti russi tanto con i settori statali, quanto con quelli non
governativi, come pure con gli esperti indipendenti perché da loro
si crei un quadro completo di ciò che accaduto in Georgia", –
ha raccontato Čichladze.
I partecipanti al progetto hanno condiviso le proprie elaborazioni nella sfera dei diritti dei lavoratori, determinando che Georgia e Russia hanno vari problemi in questa sfera
In quattro giorni i partecipanti agli incontri hanno già abbracciato praticamente tutti gli aspetti dei diritti umani, ha notato a sua volte la rappresentante del "Centro per i diritti sociali e del lavoro" russo e della rete "Giuristi per i diritti del lavoro" Julija Ostrovskaja.
Questa ha raccontato della futura "tavola
rotonda" con la partecipazione di sindacati e ONG, che ritiene
una delle iniziative più interessanti.
"Qualsiasi riforma radicale nell'ambito dei
diritti sociali e del lavoro può sempre avere conseguenze negative,
tra cui un determinato smontaggio di tutte le garanzie nell'ambito
dei diritti del lavoro e delle garanzie sociali. Anche in Russia ora
ci avviciniamo a una situazione in cui sempre più spesso si solleva
la questione che il nostro Codice del Lavoro pone obblighi eccessivi
ai datori di lavoro e allo stato, il che, forse, non corrisponde già
del tutto alla situazione che esiste nell'economia. Sempre più
spesso si solleva la questione della riduzione di queste garanzie.
Sia quello che possiamo vedere in Georgia, sia le nuove tendenze in
Russia – è tutto in primo luogo indirizzato al cambiamento della
regolamentazione del sistema dei rapporti di lavoro", – ha
sottolineato Ostrovskaja.
Il tema dei sindacati è ritenuto uno dei più importanti anche dal direttore del centro per la difesa dei diritti umani della Siberia orientale di "Solidarietà" e presidente dell'organizzazione sindacale regionale"Lavoratori del complesso agro-alimentare russo" Vitalij Drožžakov.
"La vita del lavoratore, di ogni persona si
svolge fondamentalmente nel processo del lavoro, in questo si spende
la maggior parte della vita. Come sarà organizzato questo lavoro,
come saranno difesi i diritti del lavoro sul posto di lavoro della
persona, potrà questa persona unirsi liberamente per la difesa dei
propri diritti? Proprio la parte del lavoratore dovrà essere difesa
in ordine preventivo", – ha sottolineato Drožžakov.
A suo dire, la difesa dei diritti dell'uomo è il più
alto valore dichiarato in entrambi gli stati ed è molto importante
che questa dichiarazione non resti solo una dichiarazione, che ci
siano tutte le possibilità e gli strumenti per garantire la difesa
del lavoro.
"Bisogna dire che la situazione della difesa dei
diritti sociali e del lavoro non si può definire lieta né in
Georgia, né in Russia. Ma da noi questi problemi sono un po' di un
altro genere. Se diciamo che in Georgia si infrangono i diritti
fondamentali dei lavoratori: sono legalizzarti i contratti di lavoro
orali e non c'è un ispettorato del lavoro, anche in Russia si
conservano moltissimi problemi che hanno un altro carattere. La
Russia è un paese di immigrazione lavorativa, qui sono in corso
processi di ampliamento dell'occupazione precaria, non è sviluppata
la legislazione sullo sciopero, abbiamo di che parlare con i nostri
colleghi provenienti dalla Georgia e i nostri colleghi provenienti
dalla Georgia hanno cosa da condividere con la parte russa", –
ha dichiarato Drožžakov.
Il rappresentante dell'organizzazione georgiana per la difesa dei diritti umani "Centro giovanile di consulting e training" Temur Kobalija ha raccontato che questi e i suoi colleghi hanno pubblicato il libro "La difesa internazionale dei diritti sociali e del lavoro: l'attività dei sindacati russi e georgiani".
"Ora presentiamo questo libro perché vorremmo volgere l'attenzione del nuovo governo georgiano a questo problema. Le raccomandazioni dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro che furono presentate non sono state comunque inserite nel Codice del Lavoro georgiano. Studiamo attivamente le riforme che vanno avanti, le opinioni che mostrano i nuovi ministri e i vice ministri sulle riforme che vanno avanti. Facciamo note. Il lavoro procede", – ha raccontato Kobalija.
Gobrinidze: gli attivisti per i diritti umani georgianni sono pronti a difendere i diritti degli abitanti di Ossezia del Sud e Abcasia e stimano il lavoro dei colleghi russi là
L'avvocato dell'"Associazione dei giovani giuristi georgiani" Giorgi Gobrinidze ha indicato che i loro partner provenienti dalla Russia possono aiutarli nel lavoro nei luoghi dove gli attivisti per i diritti umani georgiani non hanno accesso.
"Intendo i territori di Abcasia e Ossezia del
Sud, perché guardiamo questa questione dal punto di vista
dell'integrità territoriale e sentiamo la responsabilità della
difesa dei diritti degli abitanti di questi territori. Per noi il più
alto valore è difendere i diritti dell'uomo. E là ora c'è una
situazione molto brutta, in particolare nelle condizioni del
dopoguerra, quando le organizzazioni internazionali – l'ONU e
l'OCSE – non hanno accesso là e là praticamente non si attua il
monitoraggio della difesa dei diritti umani", – ha dichiarato
Gobrinidze.
Questi ritiene che i colleghi russi aiuteranno ad
attuare il lavoro degli attivisti per i diritti umani georgiani anche
in queste repubbliche.
"Questo ha un enorme significato in ordine al
ristabilimento della fiducia tra le società. Questo ponte rotto
merita di essere costruito di nuovo. Negli abitanti dell'Ossezia del
Sud e dell'Abcasia c'è un mandato di fiducia molto piccolo per le
organizzazioni per la difesa diritti umani georgiane. Forse questo è
avvenuto a causa di un vuoto informativo, perché non hanno
informazioni sulla nostra attività. In realtà non difendiamo solo
gli interessi di chi vive sui territori che ricadono sotto la
giurisdizione del potere georgiano. Difendiamo gli interessi di tutti
quelli che hanno bisogno del nostro aiuto", – ha notato
Gobrinidze.
Questi ha raccontato che la sua organizzazione ha portato alla Corte di Strasburgo proprio un caso di quelle persone che hanno sofferto durante la guerra d'agosto del 2008. "Sia da parte osseta, sia da parte georgiana. Per queste persone è necessaria la stessa difesa, senza alcuna discriminazione e differenza tra "propri" e "altrui". La cosa principale è ristabilire la fiducia tra i popoli e poi parlare già degli altri processi", – ha dichiarato Gobrinidze.
Dikovskaja: gli incontri con i colleghi georgiani aiuteranno a stabilire contatti che in seguito aiuteranno persone concrete
La giurista dell'organizzazione benefica russa "Alloggio per la notte" Ekaterina Dikovskaja ha volto l'attenzione anche al problema dell'esistenza in Russia dell'istituto della registrazione per luogo di residenza chiamata "registrazione di domicilio" e al fatto che molte garanzie sociali siano legate proprio alla registrazione.
"E per le persone che non hanno registrazione le
cose si fanno difficili. A noi si rivolge una certa quantità di
persone che, per esempio, durante la guerra sono state costrette a
fuggire in Russia e hanno ancora passaporti sovietici o non hanno
alcun documento in generale, la loro identità non è accertata, la
cittadinanza non è determinata. Questi sperimentano molte difficoltà
perché non possono farsi assumere ufficialmente e ricevere
pienamente aiuto medico", – ha raccontato Ekaterina
Dikovskaja.
A suo dire, questo problema è ancor più complicato
dal fatto che Russia e Georgia non hanno relazioni ufficiali. "Alcune
volte abbiamo indirizzato richieste in Georgia, al Ministero della
Giustizia. Non so perché, ma neanche una volta abbiamo avuto
risposta. Ma la procedura per queste persone deve iniziare proprio
dalla determinazione del loro status di cittadinanza. O la Georgia li
riconosce come propri cittadini e allora alla persona tocca fare una
scelta – o accettare la cittadinanza o rifiutarla. Oppure, se la
Georgia non li riconosce come loro cittadini, saranno persone senza
cittadinanza e per loro è prevista un'altra procedura", – ha
notato la giurista.
Questa ha anche indicato che per lei questo incontro
è interessante non solo come scambio di esperienze. "Ma è
importante anche come finirà. Quanto potremo stabilire contatti che
in seguito ci aiuteranno nel lavoro con le persone concrete", –
ha ricapitolato Dikovskaja.
Russia e Georgia hanno molti problemi comuni e molte fonti di questi problemi sono soprattutto nel comune passato sovietico, in conseguenza del quale si è creata una relazione esclusivamente consumistica con le ricorse naturali, ha dichiarato a sua volta il rappresentante del centro per la difesa dei diritti umani ecologista russa "Bellona" Nikolaj Rybakov.
"Pian piano la coscienza ecologica delle persone
inizia a formarsi. Come esempio di diritti ecologici è semplice
spiegare che sono quei diritti che non hanno alcuna frontiera.
L'inquinamento dell'ambiente circostante e gli scarichi dannosi non
si fermano alla frontiera di stato. E non si può dire che la
violazione dell'ecologia in Russia non riguarda in alcun modo la
Georgia e viceversa. Perciò è indubbiamente necessario tenere un
dialogo", – ha sottolineato Rybakov.
Nota della redazione: vedi anche le notizie "Il primo ministro georgiano ha designato un rappresentante speciale per le questioni delle relazioni con la Federazione Russa", "Dolidze [2]: i popoli di Russia e Georgia non devono essere nemici, tanto più che hanno una ricca storia di guerre", "Per le nuove autorità georgiane è indispensabile rinviare il giudizio sullo status di Abcasia e Ossezia del Sud, ritengono i politologi".
Autrice: Ėdita Badasjan; fonte: corrispondente di "Kavkazskij uzel"
[1]
Russkoe Informacionnoe
Agentstvo
(Agenzia di Informazioni Russe) "Notizie".
[2] Levan Dolidze, storico e
giornalista georgiano.
Nessun commento:
Posta un commento