Il
comitato dell'ONU contro la tortura ha ricordato alla Federazione
Russa la necessità di indagini sugli omicidi di Politkovskaja ed
Ėstemirova
26 novembre
2012, 17.00
Il comitato dell'ONU
contro la tortura nel suo rapporto sui diritti umani in Russia ООН
critica le leggi recentemente approvate sulle organizzazioni sociali
e il tradimento, indica i fallimenti nelle indagini su casi
largamente noti di uso di violenza sui cittadini ed esorta le
autorità russe a svolgere indagini e a punire i colpevoli degli
omicidi dell'osservatrice della "Novaja gazeta" Anna
Politkovskaja e dell'attivista per i diritti umani Natal'ja
Ėstemirova.
Anna
Politkovskaja, che ottenne notorietà prima di tutto grazie ai suoi
articoli sul tema della Cecenia e del Caucaso del Nord, fu
uccisa il 7 ottobre 2006. Il 15 luglio 2009 a
Groznyj
fu sequestrata, portata sul
territorio dell'Inguscezia e uccisa un'amica
di Anna Politkovskaja , l'attivista per i diritti umani Natal'ja
Ėstemirova.
I colleghi legano
il suo omicidio alla sua attività professionale.
Tra le
raccomandazioni degli esperti dell'ONU ci sono l'abolizione degli
emendamenti alla leggi sulle ONG e sul tradimento di Stato
Il rapporto del
comitato di profilo dell'ONU è dedicato all'adempimento degli
obblighi internazionali nella sfera della tortura e di altri tipi di
pena umilianti per la dignità umana. E' stato preparato da dieci
esperti del comitato alla fine della sessione di novembre dell'ONU a
Ginevra, nell'ambito della quale si sono svolti due incontri sulla
situazione in Russia.
La Federazione Russa ha
ratificato un accordo che prevede misure contro la tortura e altre
forme di trattamento e pene crudeli, inumane e umilianti per la
dignità già nel 1987, tuttavia gli attivisti per i diritti umani
continuano ancora a riferire di numerosi casi in cui le forze
dell'ordine cercano di ottenere confessioni dagli arrestati con
l'aiuto della violenza, si dice nel testo del documento.
Il comitato dell'ONU ha
esortato la Russia a intraprendere "misure immediate ed efficaci
per la prevenzione di ogni caso di tortura e trattamento crudele sul
territorio di tutto il paese" e a "liquidare l'impunità
tra i responsabili". Nel rapporto si indicano anche i sempre più
frequenti casi di intimorimento, persecuzione e attacco ad attivisti
per i diritti umani e organizzazioni che seguono l'adempimento degli
obblighi internazionali da parte della Russia.
Tra l'altro gli autori
del rapporto criticano una serie di leggi approvate in seguito alle
proteste di massa e all'insediamento di Vladimir Putin per il terzo
mandato presidenziale, tra cui l'ordine di registrazione delle
organizzazioni sociali nel registro degli "agenti stranieri"
se il finanziamento della sua attività è compiuto con fondi
occidentali entrato in vigore a novembre, come pure gli emendamenti
al Codice Penale che ampliano i concetti di tradimento dello stato,
spionaggio e divulgazione di segreto di Stato.
Una serie di
attivisti per i diritti umani che lavorano sul territorio del Caucaso
del Nord, come ha riferito "Kavkazskij
uzel", ha
definito l'iniziativa dei legislatori nei confronti delle ONG un
"giro di vite", i rappresentanti
delle due maggiori organizzazioni russe per la difesa dei diritti
umani – "Memorial" e "Za prava čeloveka"
[1]
– hanno dichiarato di non
essere intenzionate a rinunciare ai contributi internazionali
e che faranno appello contro la legge alla Corte Europea. Anche gli
emendamenti che riguardano le pene per tradimento dello stato sono
stati sottoposti a critiche da parte degli
attivisti per i diritti umani, che hanno espresso il timore che la
nuova legge sarà ampiamente usata per schiacciare la loro attività.
Il comitato
contro la tortura dell'ONU esorta tra l'altro la Russia a indagare
sugli omicidi dell'osservatrice della "Novaja gazeta" Anna
Politkovskaja nel 2006 e della collaboratrice
del centro per la
difesa dei diritti umani "Memorial"
Natal'ja
Ėstemirova,
che lavorava nel Caucaso del Nord, nel 2009. Le autorità russe
devono anche rivolgere attenzione al pestaggio
dell'avvocato Sapijat Magomedova da parte di poliziotti in Daghestan
nel 2010, indicano gli estensori del rapporto.
Questi hanno anche
espresso seria inquietudine riguardo all'indipendenza delle
commissioni pubbliche di osservazione che effettuano la sorveglianza
sui luoghi di detenzione, riferendosi a comunicazioni su pressioni
sui membri delle commissioni. Gli autori del rapporto hanno indicato
anche l'assenza di reazione da parte delle forze dell'ordine russe a
numerose comunicazioni sull'uso della tortura, anche alle più
clamorose, notando che in tribunale giunge solo un piccolo numero di
procedimenti penali aperti sulla base di tali denunce, scrive
"Gazeta.Ru" [2].
I
funzionari russi dichiarano che c'è un progresso nella lotta alla
tortura nel paese
Prima della
stesura del rapporto il comitato dell'ONU a Ginevra ha esaminato il
quinto rapporto periodico della Russia sull'adempimento della
Convenzione contro la tortura e le altre forme crudeli, inumane ed
umilianti per la dignità di trattamento e di pena. Presentando il
rapporto, il vice-ministro della Giustizia Georgij
Matjuškin
ha
dichiarato che nella Costituzione della Federazione Russa
è fissato l'assoluto divieto di tortura e di altre forme disumane di
trattamento e di pena.
Il vice-ministro della
Giustizia della Federazione Russa ha sottolineato anche che negli
ultimi anni la Russia ha intrapreso un'intera serie di misure
normative indirizzate alla lotta alla tortura e al trattamento
incivile dei detenuti e che nel paese si intraprendono passi per la
riduzione del numero di reclusi per misure restrittive prima
dell'inizio delle istruttorie.
Il vice-ministro ha
riferito della riduzione del numero di disposizioni giudiziarie per
la reclusione come misura restrittiva e di un più frequente uso di
misure restrittive non legate all'isolamento dei sospetti dalla
società nel corso delle indagini preliminari e dell'uso di misure
penali che introducono limitazioni della libertà di spostamento in
luogo della reclusione. Negli ultimi 18 mesi, a suo dire, più di
36000 condannati hanno ricevuto tali forme di pena e nel 2013 in
Russia sarà introdotta una nuova forma di pena – i lavori
obbligatori, ha notato Matjuškin.
Questi ha dichiarato
che nella Federazione Russa sta migliorando la situazione delle
persone detenute in carceri e isolatori: sono stati creati più di
novemila posti aggiuntivi nei carceri di custodia cautelare e che in
media ad ogni recluso nel paese oggi toccano più di quattro metri
quadrati. In particolare il vice-ministro ha indicato le ispezioni
nelle carceri russe da parte di esperti indipendenti, notando che 700
membri delle commissioni speciale su questa questione hanno compiuto
più di 1500 visite all'anno nelle carceri senza uno speciale
permesso delle istituzioni.
Nelle proprie note
preliminari i membri del comitato hanno approvato tali visite nelle
carceri, tuttavia hanno espresso dubbi riguardanti le possibilità
finanziarie degli attivisti per i diritti umani per compiere viaggi
nelle località isolate della Russia, dove si trova la maggior parte
delle carceri e hanno anche espresso inquietudine per le
comunicazioni sull'aumento del numero di casi di maltrattamento di
detenuti nelle carceri russe, si dice nel rapporto nel sito "Centro
notizie dell'ONU".
Il comitato dell'ONU
contro la tortura ha espresso inquietudine per il rapporto del
governo russo, i cui autori hanno concluso che "nei luoghi di
custodia cautelare non sono stati scoperti casi di tortura o
trattamenti o pene crudeli, disumani e umilianti".
Ciò non
corrisponde alle informazioni su come stanno le cose in altri paesi
del mondo e alle informazioni che si hanno dalla Russia, ha notato al
riguardo il vice-presidente del comitato Felice
Gaer. "Vediamo che ben poche
indagini… terminano con l'incriminazione (di chi ricorre alla
tortura)", – ha dichiarato Gaer.
Questa ha sottolineato
che l'assenza di controllo sulla situazione da parte delle autorità
russe appare particolarmente angosciante sullo sfondo del fatto che
questa è solo una delle "molte orribili tendenze" nella
Russia contemporanea.
Come ha notato Gaer,
dalla Russia giungono sempre più comunicazioni su violazioni di
diritti umani, ma la crescita del numero di tali segnali può essere
causato tanto dal peggioramento della situazione quanto pure dal
miglioramento del sistema di monitoraggio delle violazioni.
Ricordiamo che le
organizzazioni non governative russe hanno preparato un rapporto
alternativo sulla situazione della tortura e sulle misure intraprese
dalla Federazione Russa sulla sua prevenzione. Questo rapporto è
stato presentato nel corso delle udienze sull'osservazione da parte
della Russia della Convenzione contro la tortura e i maltrattamenti
di Ginevra. Il
rapporto abbraccia un grande spettro di problemi legati alla tortura:
il nonnismo nell'esercito, la situazione nel Caucaso del Nord, nelle
cliniche psichiatriche, ecc. Gli attivisti per i diritti umani
indicano nel rapporto anche i tentativi dello stato di fare ordine in
una serie di sfere, ma nota anche molte situazioni in cui mancano
riforme.
Nota
della redazione: vedi anche le
notizie "In
Inguscezia la madre dell'imputato di complicità con le bande
clandestinr Mislaurov denuncia l'uso della tortutra nei suoi
confronti", "Un
abitante del villaggio di Gudben in Daghestan denuncia la scomparsa
del fratello dopo l'arresto da parte di agenti delle strutture armate
durante un'operazione speciale",
"Ševčenko
[3]
si è rifiutato di partecipare al gruppo di lavoro per il Caucaso del
Nord del Consiglio per i Diritti Umani", "Alcuni
emigrati delle repubbliche del Caucaso del Nord hanno dichiarato lo
sciopero della fame in una colonia militare mordvina [4]",
"La
collaboratrice dello HRW russo Ta'tjana Lokšina,
che ha ricevuto minacce, ha lasciato la Russia".
[1]
"Per i diritti umani".
[2]
"Giornale.ru", giornale on-line russo.
[3]
Maksim Leonardovič Ševčenko, giornalista e attivista per i diritti
umani russo.
[4]
Cioè della Mordovia, repubblica autonoma della parte centrale della
Russia europea.
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