In
Kabardino-Balkaria la "gente di Černobyl'"
chiede alla leadership del paese di far luce sull'esazione dei
risarcimenti da essa ricevuta in precedenza
27 dicembre
2012, 07.26
Gli ufficiali
giudiziari della Kabardino-Balkaria hanno iniziato l'esazione in
massa dagli "uomini di Černobyl'"
dei risarcimenti pagati loro in precedenza, che avevano ricevuto
secondo decisioni dei tribunali ora abrogate. Gli hanno bloccato
conti, pensioni, macchine e altre proprietà. Gli "uomini di
Černobyl'"
si rivolgono alle più alte personalità del paese con la richiesta
di far luce sulla situazione, riferisce il corrispondente di
"Kavkazskij uzel".
Il 24 dicembre a
Nal'čik
[1], nell'ufficio
dell'organizzazione sociale "Unione "Černobyl'""
si è svolta l'assemblea generale dei membri dell'organizzazione, i
liquidatori delle conseguenze dell'incidente alla centrale atomica di
Černobyl'
(1986 ) e al "Majak" [2]
(1957), nel corso della quale hanno redatto una lettera collettiva
alla leadership del paese – al presidente Vladimir Putin e al capo
del governo Dmitrij Medvedev – con la richiesta di far luce sulla
situazione in cui si la "gente di Černobyl'"
si è trovata per via della richiesta degli ufficiali giudiziari di
restituire i risarcimenti pagati in precedenza.
Alla "gente di Černobyl'"
sono stati risarciti i danni morali
Come dichiarano i membri dell'unione "Černobyl'",
all'inizio del 2011 ai liquidatori si era rivolta l'abitante della
repubblica Lera Alchasova e gli aveva proposto di fare istanza in
tribunale per il risarcimento dei danni morali subiti nel corso del
loro lavoro per la liquidazione dell'incidente alla centrale atomica
di Černobyl'
nel 1986. Conoscevano già Alchasova, in quanto prima lavorava al
Ministero del Lavoro e dello Sviluppo Sociale della repubblica, dove
si occupava dei problemi della gente di Černobyl'.
"Alchasova ci propose di scrivere deleghe a nome suo, secondo cui essa stessa avrebbe presentato istanze e avrebbe condotto il caso nei tribunali, cosa che facemmo", – ha raccontato la coniuge di un "uomo di Černobyl'" Irina G., che ha chiesto di non fare il suo cognome. A suo dire, l'iniziatrice della presentazione delle istanze raccolse i documenti della "gente di Černobyl'" – tessere militari, certificati di invalidità, copie di passaporti. Gli propose anche di aprire conti alla "Svjaz'-bank" [3].
I tribunali di prima istanza della repubblica
accolsero l'istanza. Le prime istanze furono esaminate nell'aprile
2011, le ultime nel luglio 2012. Agli invalidi del terzo gruppo [4]
fu assegnato un risarcimento dei danni nella misura di 1,3 milioni di
rubli [5], a quelli del
secondo gruppo 1,5 milioni di rubli [6],
ai partecipanti alla liquidazione dell'incidente al "Majak"
1,2 milioni di rubli [7].
Nel giugno 2011 la direzione del Tesoro della
Federazione Russa per la Repubblica di Kabardino-Balkaria in sede di
appello protesto contro parte di queste decisioni. Il tribunale
rifiutò di accogliere l'appello.
Dal giugno 2011 attraverso la "Svjaz'-bank"
iniziarono i pagamenti ai liquidatori. Secondo le notizie di
"Kavkazskij uzel" da fonti di informazioni, in tutto furono
pagati oltre 500 milioni di rubli [8].
Al giorno d'oggi si ha notizia di 428 "uomini di Černobyl'"
che hanno ricevuto risarcimenti.
"Quando Alchasova ci propose di iniziare questi
processi, concluse un accordo con ciascuno di noi che ciascuno di noi
le avrebbe dovuto dare esattamente metà della somma, – dice Irina
G. – Il giorno in cui ricevemmo i soldi mandò la sua segretaria
con una grande borsa e i soldi furono divisi esattamente a metà.
Questa spiegò che era il suo onorario per il lavoro in qualità di
nostra rappresentante, ma noi non sapevamo quanto prendono gli
avvocati in quei casi per i loro servizi". Che esattamente metà
della somma ricevuta andò alla cittadina Alchasova lo confermano
tutti gli "uomini di Černobyl'".
Tra l'altro i soldi furono dati così, senza alcuna conferma
documentale, fanno notare i membri dell'organizzazione "Unione
"Černobyl'"".
Il danno morale fu causato prima dell'entrata in
vigore dell'atto legislativo
Il 17 agosto 2012 la direzione del Tesoro della
Federazione Russa per la Repubblica di Kabardino-Balkaria si rivolse
al tribunale con una denuncia per il ristabilimento dei tempi per
l'appello contro le decisioni sui pagamenti agli "uomini di
Černobyl'".
Il tribunale accolse la denuncia.
Da settembre 2012 seguirono gli appelli del Tesoro
contro le decisioni dei tribunali di prima istanza.
Come consegue da queste denunce, la direzione del
Tesoro della Repubblica di Kabardino-Balkaria ritiene che "il
pagamento del risarcimento dei danni morali causati dalla catastrofe
della centrale atomica di Černobyl'
non è prevista dalla legislazione vigente".
"Il risarcimento dei danni morali fu previsto
per la prima volta nell'art. 131 dei "Fondamenti della
legislazione civile dell'URSS" del 31 maggio 1991, cioè cinque
anni dopo l'incidente della centrale atomica di Černobyl'
e secondo il Codice Civile della Federazione Russa gli atti della
legislazione civile non hanno effetto retroattivo", – si nota
nella denuncia.
Nella sentenza di appello del collegio della Corte
Suprema della Kabardino-Balkaria del 10 ottobre 2012 sulla base di
una di queste denunce si dice che "i tribunali hanno
interpretato e applicato scorrettamente la legge materiale e di
conseguenza sono giunti a conclusioni scorrette e contrarie alla
legge".
Le decisioni dei tribunali di prima istanza sono
state abrogate dalla Corte Suprema della Repubblica di
Kabardino-Balkaria, sui casi sono state prese nuove decisioni,
secondo cui agli "uomini di Černobyl'"
è stato rifiutato il pagamento dei risarcimenti dei danni morali.
Per esigere dai liquidatori le somme ricevute, il
caso è stato dato da esaminare al tribunale cittadino di Nal'čik
perché venga presa la corrispondente decisione. I poteri dei quattro
giudici, che "hanno interpretato scorrettamente l'applicazione
della legge materiale", come pure degli articoli del Codice
Civile sui "principi generali dell'azione della legge nel
tempo", sono stati sospesi dal collegio di qualificazione dei
giudici.
Come si è saputo, uno
dei giudici aveva preso la decisione nei confronti di 400 persone
(ogni denuncia era stata fatta a nome di dieci istanti), un altro nei
confronti di 23 persone e un giudice di un tribunale distrettuale nei
confronti di due persone. Sono stati sospesi i poteri anche al
vice-presidente del tribunale cittadino di Nal'čik
che curò il procedimento penale.
Tre
liquidatori sono deceduti dopo aver saputo l'accaduto
"Quando sono
venuta a saper l'accaduto, mi sono subito lanciata da Alchasova",
– ha raccontato Irina G.. Irina dice che è pronta a restituite i
soldi ricevuti dalla sua famiglia, ma tra l'altro insiste che anche i
soldi che a suo dire ha ricevuto Alchasova siano pure restituiti. Ma
come dice Irina G., "questa ha dichiarato che non ha soldi e che
non può dare nulla".
"Kavkazskij uzel"
finora non dispone di commenti di Alchasova sulle dichiarazioni della
"gente di Černobyl'".
La sua posizione sulla situazione che si è creata non è nota.
Al momento la "gente
di Černobyl'"
non può mettersi in con Alchasova, i suoi telefoni non sono attivi.
Non c'è neanche al suo indirizzo.
Dall'inizio di ottobre
dagli "uomini di Černobyl'"
che hanno ricevuto risarcimenti hanno preso ad andare gli ufficiali
giudiziari. Gli hanno bloccato le pensioni, tutti i conti, le
macchine e le proprietà.
Secondo i dati
dell'"Unione "Černobyl'""
tre liquidatori sono deceduti dopo aver saputo l'accaduto.
La 78enne
Valentina Poljakova,
partecipante agli eventi del "Majak", ha restituito allo
stato la somma da lei di fatto ricevuta di 600 mila rubli [9].
Gli altri 600 mila le saranno trattenuti dalla pensione – il 20 per
cento al mese.
"Dovrei vivere 300
anni per pagare questi 600 mila", – dice. Ma gli ufficiali
giudiziari non sono intenzionati ad aspettare e minacciano di portar
via all'anziana donna la lavatrice, il frigorifero, il televisore e
altre proprietà.
"I nostri
conti sono bloccati. Siamo in una situazione disperato. Ho ricevuto
in mano 650 mila, ma devo restituire 1,3 milioni. Dove troverò gli
altri 650 mila?", – dice Zalimchan
Jachtanigov.
"Ci hanno resi
eccezionali. Anche se questo è un errore giudiziario, la
responsabilità dev'essere di chi ha commesso questo errore", –
ritiene il capo dell'organizzazione "Unione "Černobyl'""
Alik Chadzegov.
"Vogliamo sapere
di cosa siamo colpevoli. Se abbiamo presentato scorrettamente
un'istanza, perché l'hanno presa in esame? Se la decisione del
tribunale era illegale, perché la direzione del Tesoro ha aspettato
un anno e solo dopo ha fatto appello?", – domanda Chadzegov. –
Perché del fatto che i giudici non conoscevano la legge dobbiamo
prendere la responsabilità noi?"
Questi ha raccontato di
aver fatto ricorso a tutte le istanze, sia alla procura, sia presso
l'incaricato per i diritti umani. "Abbiamo cercato di capire se
sia stato aperto un procedimento penale sui pagamenti illegali e se
qualcuno sia stato iscritto tra gli imputati". "Ad oggi non
c'è tale procedimento penale", – ci hanno risposto alla
Direzione Inquirente dello SKR [10]
per la Repubblica di Kabardino-Balkaria. Dappertutto ci compatiscono,
ma dicono che non possono aiutarci in alcun modo. L'ultima speranza è
il presidente del paese. Se non ci risponderà, andremo a dare tutto
alla procura", – dice Chadzegov.
Ottenere commenti alla
direzione del Tesoro sui motivi della lunga pausa tra la presa delle
prime decisioni a favore degli istanti e il successivo appello non ci
è riuscito.
Secondo i liquidatori,
il rappresentante del dicastero al processo a questa domanda rispose
che il Tesoro aveva aspettato un anno intero prima di ricevere le
decisioni dei tribunali.
Nota
della redazione: vedi anche le
notizie "L'unione
"Černobyl'"
di Rostov [11]
ha richiesto alle autorità federali di restituire le agevolazioni
alla "gente di Černobyl'"",
"In Cecenia
si è tenuta un'azione in memoria delle vittime dell'incidente alla
centrale atomica di Černobyl'",
"Per la
Kabardino-Balkaria è impossibile comprare abitazioni con i mezzi
finanziari stanziati dallo stato,
dicono i veterani", "A
Machačkala
[12]
si è svolta la manifestazione della "gente di Černobyl'"
daghestana".
Autrice:
Ljudmila Maratova ;
fonte:
corrispondente di "Kavkazskij
uzel"
"Kavkazskij
uzel", http://www.kavkaz-uzel.ru/articles/217845/
(traduzione e note di Matteo Mazzoni)
[1]
Capitale della Kabardino-Balkaria.
[2]
"Faro", impianto per la produzione di materiale nucleare
della Siberia occidentale, dove nel 1957 si verificò un grave
incidente con enorme rilascio di radioattività.
[3]
"Banca di Comunicazione", grande istituto bancario russo.
[4]
L'invalidità meno grave secondo i criteri di valutazione russi.
[5]
Circa 32200 euro.
[6]
Circa 37150 euro.
[7]
Oltre 29700 euro.
[8]
Circa 12,4 milioni di euro.
[9]
Circa 16100 euro.
[10]
Sledstvennyj Komitet
Rossii
(Comitato Inquirente di Russia).
[11]
Città della Russia meridionale.
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