Questo fatto non c'è stato
Il Comitato Inquirente ha chiuso il procedimento
penale sulla morte di Sergej Magnitskij
19.03.2013
"Il procedimento penale sulla morte di Sergej
Magnitskij è stato sospeso per mancanza del fatto del reato. Alla
Direzione Inquirente Centrale del Comitato Inquirente della
Federazione Russa sono terminate le indagini per il procedimento
penale sulla morte di Sergej Magnitskij".
Questo è tutto ciò che ha potuto spremere da se il
Comitato Inquirente, negli ultimi tempi ciarliero, riguardo al
procedimento penale più di principio nella storia della Russia
contemporanea.
Cioè adesso è così: inquirenti e sbirri hanno
diritto di tenere dietro le sbarre una persona mortalmente malata,
rifiutandogli aiuto medico qualificato nonostante perfino il fatto
che la sua colpevolezza non sia dimostrata. I giudici hanno tutti i
fondamenti per non togliere dagli arresti una persona che soffre di
coliche nell'aula delle udienze. I secondini d'accordo con gli
agenti investigativi hanno tutti i poteri per organizzare una
"giostra" – cacciare un arrestato di cella in cella in
condizioni sempre peggiori. Possono non trasmettergli medicine,
rifiutare di portarlo in un istituto di cura quando di fatto questa
persona si dibatte in un'agonia pre-mortale e come se non bastasse,
dev'essere legato al letto e colpito anche con i manganelli. E il
medico del carcere in questa situazione può permettersi di uscire a
bere un te dopo aver chiamato per il morente il pronto soccorso
psichiatrico perché il morente delira, affermando di stare morendo.
Proprio questo significa il comunicato del Comitato
Inquirente, che soffre in modo così toccante per lo smalto dei
denti intaccato degli agenti dell'OMON [1]
e tiene agli arresti due decine di persone andate alla
manifestazione autorizzata del 6 maggio. Cioè il passaggio di un
brutto muso con le mostrine dallo stomatologo è un FATTO di reato,
ma la morte straziante in carcere di una persona che ha cercato di
spiegare allo stato che al budget erano stati portati via 5,4
miliardi [2] non è per niente
un FATTO.
Spiegherò la differenza. Un procedimento penale si
può sospendere su alcune basi. Quando non c'è voglia di indagare
un caso, lo bloccano "per via dell'impossibilità di appurare
la persona da incriminare" e poi lo sospendono tranquillamente
per prescrizione. Quando hanno ammazzato di botte il presunto reo
durante un interrogatorio, chiudono il caso "per via della
morte della persona" (eccezione – il caso Magnitskij, qui
neanche la morte l'ha salvato dalla vendetta di Stato). Quando la
persona c'è ed è viva, ma non la si può incarcerare per qualche
motivo, si può sospendere il caso per mancanza di elementi di
reato: beh, sì, qualcosa ha fatto, ma non è un reato o non è del
tutto un reato o la persona ha fatto questo reato casualmente, senza
averne motivo, né intenzione. Ma il caso Magnitskij è stato chiuso
per mancanza del FATTO del reato. Cioè non c'era in generale alcun
reato. Non c'e-ra. In Russia la straziante e terribile morte di
Magnitskij si spiega con cause naturali. E questo è naturale per la
Russia.
Perché allora questa farsa con le indagini e il
processo all'"innocente", com'è risultato, vice capo di
Butyrka [3] Kratov? Per
lo stesso motivo dell'altro spettacolo: il processo che presto
inizierà al tribunale Tverskoj di Mosca già al morto Magnitskij.
La risposta – cercatela all'Alta Corte di Londra, dove l'ex
inquirente Pavel Karpov della lista del senatore Cardin [4]
ha fatto istanza. Questi accusa gli amici di Magnitskij e i suoi ex
datori di lavoro di aver calunniato lui, Karpov.
E Karpov, adesso agente di commercio, presenterà là
delle "prove": il verdetto assolutorio sul caso Kratov, la
delibera sulla sospensione del procedimento penale sulla morte di
Magnitskij per mancanza del FATTO del reato (per sottoporre questa
delibera è stata necessario anche la risibile indagine dello stesso
tribunale Tverskoj nei confronti di Kratov). E presenterà anche il
verdetto, naturalmente di condanna, contro una persona morta. E
dirà: lo Stato Russo non è colpevole, io non sono colpevole,
nessuno è colpevole – Magnitskij è morto da solo e ha rubato i
soldi da solo – ecco i documenti.
Perché così cinicamente e rumorosamente? Non, non
è una questione di principio per le élite di potere, i cui
rappresentanti ogni persona perbene sia in Russia, sia in Occidente,
sia in Oriente ora ritiene sanguinari. E' una conseguenza del
panico. E' pure necessario fermare in qualche modo questo mucchio di
indagini che scopre adesso conti bancari, castelli, alberghi, azioni
di politici, inquirenti, procuratori, giudici, funzionari russi.
Lituania, Lettonia, Estonia, USA, Cipro, Svizzera, Austria, Moldavia
e Finlandia già cercano denaro sporco portato da loro dalla Russia.
Presto alla lotta ai ladri russi si aggiungeranno anche tutti gli
altri. La comunità mondiale si rende gradualmente conto che bisogna
lottare con la nostra corruzione come con la peste siberiana,
bruciando del tutto le sue spore ovunque le abbiano portate le
manine birichine di signori esteriormente perbene.
Perciò è pure così necessario a tutto il corrotto
establishment russo unito in contrapposizione al "caso
Magnitskij" che Karpov, divenuto il loro Aleksandr Matrosov
[5], vinca il processo a
Londra. Perciò sono stati assunti avvocati ben cari, perciò quello
che ancora la scorsa estate era appena un inquirente ora può fare
depositi favolosi all'Alta Corte per ogni azione giudiziaria. Gli è
necessario questo verdetto a loro favorevole per poi riprendere
quanto è stato bloccato fino all'ultimo centesimo, per resistere
fino alla morte alle porte delle loro ville.
Questa sarà una terribile battaglia per i soldi che
ci hanno rubato. E a ben vedere l'ordine n° 222 – "Neanche
un passo indietro" – è già stato portato a tutti i
mattoncini della verticale.
Sergej Sokolov, "Novaja gazeta", http://www.novayagazeta.ru/columns/57277.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)
[1]
Otrjad Milicii Osobogo
Naznačenija (Reparto
di Polizia con Compiti Speciali), la micidiale Celere russa.
[2]
Circa 135,2 milioni di euro.
[3]
Carcere di Mosca.
[4]
La lista dei responsabili della morte di Magnitskij redatta dal
senatore democratico americano Ben Cardin. A queste persone sarà
negato il visto di ingresso negli USA.
[5]
Aleksandr Matveevič Matrosov, soldato sovietico morto durante la II
Guerra Mondiale coprendo un buco attraverso cui i nazisti sparavano
con la mitragliatrice.
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