A Pietroburgo i "vigilanti popolari" hanno preso a ripulire i mercati dagli immigrati
01.08.2013,
18.20
A Pietroburgo un gruppo di giovani che
lottano, a loro dire, con il "commercio di strada illegale"
da lunedì sfascia bancarelle e picchia commercianti, prima di tutto
"di aspetto non slavo", mettendoli in fuga. Tutto ciò per
loro si chiama "Ripulitura Russa" [2].
Lo scorso mercoledì sera l'ennesimo
gruppo del genere, circa trenta-quaranta persone, ragazzi e ragazze,
si è radunato presso il mercato di piazza Sennaja, nel pieno centro
della Capitale del Nord. Là di solito di commercianti ce ne sono
molti – quasi decine per metro quadrato. Non solo nel mercato
stesso, ma anche intorno ad esso, nelle affollate strade adiacenti.
Secondo i testimoni, il gruppo dalle
intenzioni bellicose con bastoni in mano non poteva non essere
notato. I suoi membri prima si sono radunati sulla banchina della
stazione del metrò "Sennaja" per poi salire senza fretta e
dirigersi ai punti commerciali.
Secondo altre informazioni, in questa
stazione era stato fissato un "incontro". Una parte del
gruppo doveva salire per i "regolamenti di conti" con i
commercianti di questo quartiere e una parte "disseminarsi"
per altri mercati della città, in particolare lontani dal centro.
Alla lettera, proprio là, lontano, gli
estremisti di destra hanno iniziato la loro "campagna".
Lunedì scorso in pieno giorno hanno
organizzato uno "show" con il pestaggio di persone del
tutto incolpevoli alle stazioni del metrò "Pionerskaja" e
"Staraja derevnja" [3],
dove c'è un intero bosco di condomini-"dormitori" con
molti piani e un numero mai visto di padiglioni, tende, banchi di
vendita (sulle macchine e senza).
– Agiscono in modo semplice: si
avvicinano ai commercianti, si mettono a leggergli gli articoli della
corrispondente legge federale, dopo di che chiedono che gli siano
mostrati i documenti, – racconta un collaboratore dell'Agenzia per
le Investigazioni Giornalistiche (AŽUR)
[4] di Piter [5].
– Ma i documenti non hanno alcun significato, è solo un motivo per
la punizione. Basta che qualcuna delle persone che commerciano si
metta di mezzo o che, Dio non voglia, chieda qualcosa che subito
riceve una bastonata in faccia e la sua merce fa una brutta fine.
Quando lunedì un gruppo con i bastoni
è andato per i quartieri dormitorio, alla polizia l'hanno chiamato
"solito teppismo". Un rappresentante della Direzione del
Ministero degli Interni di Pietroburgo e della sua regione,
commentando la situazione, ha sottolineato: "E' tutto sotto
controllo. Non ci sono motivi di preoccupazione. Gli stessi
poliziotti svolgono raid nei mercati cittadini, anche in quelli non
ufficiali. Garantiamo l'ordine".
Mentre questi tranquillizzavano i
cittadini con simili discorsi, i nazionalisti devastavano alcune
decine di chioschi presso le stazioni "Pionerskaja" e
"Staraja derevnja", come pure presso altre lontane stazioni
del metrò – "Prospekt Prosveščenija"
e "Ozerki" [6].
Mercoledì sera, proprio nell'ora di
punta, la faccenda è giunta alla "Sennaja".
La corrispondente di "SP" [7]
ha telefonato a un conoscente, Oleg T., giovane allenatore di una
scuola sportiva non lontana da piazza Sennaja. Questi è tornato a
casa verso le sette di sera. "Non sono arrivato al metrò
fermato dai poliziotti, – ha raccontato Oleg. – A me e a molti
altri che andavano in quella direzione hanno chiesto di andare per
un'altra strada.
Quelli che si rifiutavano di farlo
venivano semplicemente arrestati e accompagnati nei "cellulari".
A quanto sono riuscito a notare, c'erano manganelli in mano ai
poliziotti e si sentivano le grida naziste e gli insulti di quelli
dietro a cui correvano".
All'ufficio stampa del GUVD [8]
per ora non commentano dettagliatamente, sottolineano solo che "tutto
si è svolto nell'ambito della legislazione vigente".
Non ufficialmente i dirigenti della
polizia parlano di un'azione degli estremisti di destra pianificata
da tempo. C'era da aspettarsi qualcosa di simile, dicono. Per
principio, pare, tenendo conto di come gli agenti delle forze
dell'ordine hanno reagito efficacemente alla sola comparsa dei
"commandos" in piazza Sennaja. Anche se non si può dire
che siano riusciti a prevenire i pogrom – alcune bancarelle sono
state rovesciate con la merce, che gli stessi estremisti hanno poi
schiacciato con i piedi.
Ma comunque la cosa è andata senza
serie ferite per i commercianti colpiti.
Un'altra domanda: se alla Direzione del
Ministero degli Interni sapevano della provocazione che si stava
preparando, perché l'hanno permessa?
– Parlano soltanto, ma non fanno
niente di sensato, la città è strapiena di commercianti illegali
dell'Asia Centrale, del Caucaso, – ritengono i cittadini. – I
cosiddetti raid regolari della polizia in realtà non ottengono
niente, perché quasi tutti gli arrestati nel corso di questi vengono
poi rilasciati. E di nuovo vendono merce scaduta, illegale, senza
controllo sanitario.
Con questo è difficile non essere
d'accordo. E' sufficiente ricordare il macello di questa primavera
durante una rissa tra commercianti immigrati nello stesso mercato di
piazza Sennaja. Allora morì una persona. Le autorità cittadine
promisero di organizzare una sorveglianza continua sul mercato, di
badare all'ordine e così via.
Nelle prime settimane tutto questo ci
fu. Là una o due volte si svolse anche un raid. Ma poi tutto tornò
come prima – immigrati illegali, risse, liti, prodotti scaduti sui
banchi di vendita…
In questo caso la situazione è
appesantita anche dal fatto che nelle cosiddette "ripuliture"
tra le file dei volontari, di quelli che sono "semplicemente per
l'ordine" ci sono sempre più giovanotti di aperto orientamento
fascista. Questi non nascondono neanche il loro orientamento per una
"Russia puramente russa", incitando continuamente la loro
gente alla violenza.
E' così anche in questo caso. Tra i
giovanotti in piazza Sennaja è stato notato il leader degli
estremisti di destra di Piter Nikolaj Bondarik. Questi si definisce
un attivista per i diritti umani e al contempo non nasconde l'odio
per tutti quelli che non hanno "un volto slavo".
I poliziotti hanno arrestato Bondarik,
alcuni suoi compari e anche il "vigilante popolare" Dmitrij
Evtušenko
già nei primi minuti del loro "raid". Il che, non di meno,
non ha fermato altri "controllori", questi sono riusciti a
demolire alcune bancarelle.
– Tutti questi "raid popolari"
sono illegalità della più bell'acqua e puro teppismo, – commenta
la situazione per "SP" Boris Vyšnevskij,
deputato dell'assemblea legislativa di Pietroburgo. – Questi non
possono portare niente di buono, cosa che confermano anche i fatti
dei mercati di Pietroburgo degli ultimi giorni.
C'è la polizia, ci sono altri organi
statali di controllo che sono obbligati a verificare, "ripulire"
e così via. Ci sono anche abbastanza leggi nel nostro stato per la
lotta al commercio illegale e ai commercianti illegali. Quella che
non basta è la volontà politica di applicare queste leggi.
Ecco in cosa consiste la disgrazia. E
tutti questi fenomeni di controllo di chiunque e di qualunque cosa da
parte di comuni cittadini sono la conseguenza del lavoro non
qualificato degli organi competenti. E' del tutto evidente che se il
potere da qualche parte "non lavora fino in fondo", si
forma un qualche vuoto.
Che subito riempiono provocatori,
nazionalisti, autori di pogrom. Ecco a cosa è necessario ora che si
metta a pensare il governatore di Pietroburgo. E i capi di altre
città russe pure.
[1]
"Del Fieno", piazza di Pietroburgo chiamata così perché
era luogo di vendita di foraggio.
[2]
"Ripuliture" sono dette le analoghe operazioni compiute
dalle forze dell'ordine.
[3]
"Dei Pionieri" e "Vecchio villaggio", stazioni
della periferia settentrionale di San Pietroburgo.
[4]
Dalla dicitura russa Agentstvo
ŽUrnalistskich Rassledovanij.
[5]
Nome colloquiale di San Pietroburgo.
[6]
"Corso dell'Istruzione" e "Laghetti", stazioni
dell'estrema periferia settentrionale.
[7]
"Svobodnaja Pressa" (Stampa Libera), giornale online da cui
è tratto l'articolo.
[8]
Gorodskoe
Upravlenie Vnutrennich Del (Direzione
Cittadina degli Affari Interni), cioè la sede cittadina della
polizia.
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