"Novaja
gazeta", 25-10-2013, 01.55.00
Prigioniero del tempo [1]
Esattamente
dieci anni fa fu arrestato Michail Chodorkovskij – e con questo fu
definitivamente formalizzato il regime di Vladimir Putin
Peraltro in cella a quel tempo Michail Borisovič leggeva la "Neprikosnovennyj zapas" [5] con l'articolo della filosofa francese Monique Canto-Sperber. Il testo era dedicato al "socialismo liberale" e il colonnello del GRU [6] che si muoveva contro il complotto giudaico-massonico prese a leggere la rivista dal "probabile avversario", un oligarca ebreo. Difficilmente queste idee avranno lasciato un segno in Kvačkov come il romanzo "Che fare?" di Černyševskij [7] lasciò un segno in Lenin, ma forse il testo di Canto-Sperber è stata una delle fonti intellettuali del famoso articolo di Chodorkovskij "La svolta a sinistra", dove presagiva il passaggio a sinistra della politica.
Da
allora le discussioni sulla svolta a sinistra o a destra, sul
liberalismo di destra o sul liberalismo di sinistra sono diventati
inattuali. Perché la principale svolta nel senso del "capitalismo
degli amici" e statale Vladimir Putin l'ha già compiuta e
consolidata.
La
data di fondazione del nuovo regime politico è il 25 ottobre 2003,
il giorno dell'arresto di Michail Chodorkovskij da parte delle forze
del reparto con compiti speciali "Alfa" di Novosibirsk [8],
sottoposto al capo dell'UFSB [9]
della regione di Novosibirsk. Inizialmente la svolta è avvenuta
nella testa del capo dello stato. La sua incarnazione visibile e
notevole per l'osservatore esterno l'ha avuta la mattina
dell'arresto.
Simmetria
della storia – 10 anni prima dell'arresto di Chodorkovskij c'è la
sparatoria sulla Casa Bianca [10],
il compimento della rivoluzione borghese el'ciniana, la preparazione
della nuova Costituzione. Passano altri 10 anni e i risultati di
un'epoca, consolidati de facto (non de iure) nel 1993 nella Legge
Fondamentale scritta, sono destituiti.
Il
22 giugno 2003 c'è la caduta della "cassa comune democratica"
degli oligarchi, il canale TVS* (è un "užik"
– unikal'nyj žurnalistskij
kollektiv [12]).
Il
2 luglio viene arrestato Platon Lebedev [13].
Il
25 ottobre è il reale inizio della campagna elettorale della Duma
con la dimostrazione di chi è il padrone di casa. Ai partiti
liberali è come se fosse proposto di unirsi alla posizione di Putin
o di distanziarsi da essa. E con questo perdere una parte consistente
dei voti degli elettori.
Il
14 novembre 2003 c'è il XIII congresso della RSPP [14]:
Putin è contro "le accuse generalizzate alle forze
dell'ordine".
Il
7 dicembre 2003 ci sono le elezioni alla Duma di Stato e i partiti
SPS [15] e "Jabloko"
[16] non superano lo
sbarramento del 5%. La configurazione partitica che si forma nel
paese corrisponde al nuovo regime personalistico.
Dopo
la notizia dell'arresto di Chodorkovskij il giorno 25 ottobre i
rappresentanti di tutte le unioni di uomini d'affari, tra cui i
maggiori imprenditori del paese, si riunirono all'hotel "Balčug"
[17] per valutare la situazione che si è creata. Mentre
discutevano, Čubajs batté
sul notebook il testo della dichiarazione su cui l'assemblea si
accordò e gli propose pure di divulgare il documento – già allora
tutti avevano capito che intervenire pubblicamente era pericoloso per
la vita:
La
dichiarazione terminava con un appello al presidente a indicare la
propria posizione. Ma questi l'aveva già indicata – con l'arresto.
Che aveva un serio significato educativo. E non solo per gli uomini
d'affari, ma anche per la classe politica. Essenzialmente per tutta
la popolazione del paese, parte del quale, secondo i pronostici,
sosteneva la repressione nei confronti dell'oligarca. Con l'arresto
Putin acquistò punti, non li perse. Li prese in ostaggio.
Difficilmente
Chodorkovskij oggi è pericoloso per Putin come politico – sono
comparse nuove straordinarie minacce. Adesso i cittadini della Russia
si educano con altre procedure – il "caso del pantano"
[18], le "Pussy
Riot", il caso (i casi) Naval'nyj. Ma finché Chodorkovskij è
in ostaggio, il presidente è in forza. Tutti hanno già dimenticato
com'è vivere con MBCh in libertà. Non sanno cosa sarà. Temono
l'indeterminatezza quando uscirà nel 2014. E perciò, probabilmente,
già ora cercano delle varianti – come lasciare Chodorkovskij in
ostaggio del tempo, del tempo di Putin, prigioniero.
Inoltre
l'opinione pubblica guarda già più lealmente ai principali detenuti
del caso JUKOS [19], e
nelle élites, tra cui anche quelle non senza adulazione fedeli a
Putin (a parole), è maturato un consenso - beh, è già buono, è
stato in prigione abbastanza, bisogna rilasciarlo.
Michail
Borisovič – e questo lo
sa chiunque abbia seguito gli avvenimenti di dieci anni fa – non
volle ostentatamente lasciare il paese e, come nel '37 [20],
aspettò l'arresto. Ma questo per ora lo rende ancora più pericoloso
per il sistema. E' uno zėk
[21] inflessibile. Dieci
anni è già un periodo staliniano, che forgia il carattere, che là,
in alto, nessuno neanche sogna.
L'arresto
di MBCh non è un fenomeno isolato. Non è il motivo del
"congelamento" del regime, ma un sintomo di irrigidimento
del sistema.
Per
esempio, l'odierna stagnazione dell'economia è dovuta non solo e non
tanto ai problemi del momento. Nella crescita che segna il passa
"sta" il clima bruttissimo per gli investimenti di un paese
senza regole. E questi mutamenti climatici non sono neanche iniziati,
ma si sono compiuti e sono diventati una costante il giorno
dell'arresto di Michail Chodorkovskij.
Cioè
con tutta la distanza esteriore degli uni dagli altri la stagnazione
e l'arresto di Chodorkovskij, le elezioni disoneste e il saccheggio
della JUKOS, Nadežda
Tolokonnikova [22] come
esempio educativo e Michail Chodorkovskij come didattica incarnata
sono fenomeni di una sola natura.
Proprio
a partire dal caso Chodorkovskij la prigione è diventata il metodo
universale di soluzione dei problemi insolubili – da quelli
politici ed economici a quelli relativi alla concezione del mondo. Le
opinioni non coincidono – in prigione, fai resistenza durante la
presa da raider della tua proprietà da parte di compagni vicini
all'imperatore – in prigione, sei un oppositore – in prigione.
L'istituzione penitenziaria è diventata il mezzo per l'eliminazione
della concorrenza nella politica, nel mondo degli affari,
nell'ideologia e uno strumento per la monopolizzazione di potere,
asset, anime.
Cioè,
rilasciare Chodorkovskij è togliere le fondamenta da sotto i piedi
del sistema. Strappare l'emblema. Bruciare il salvacondotto.
Prevedere
la liberazione di Chodorkovskij e Lebedev al momento indicato è lo
stesso che pronosticare il prezzo del petrolio: piuttosto si avvererà
il risultato del vaticinio sui fondi di caffè. Per sua formazione
Putin è un leader molto sicuro di se. Perciò potrebbe anche
rilasciare Chodorkovskij. Ma la logica delle cose suggerisce che
nelle attuali circostanze debba sentirsi sempre meno sicuro – e
allora la liberazione di MBCh è minacciata.
…Ho una
canottiera,
regalata chissà quando tempo fa
da Ira Jasina [23],
con l'immagine di Michail Borisovič
davanti ("e sul petto sinistro il profilo di Stalin…"
[24])
e con la scritta sulla schiena "Libertà per MBCh". Sta lì
da tanto tempo che il ritratto si è già un po' appannato. Però il
vicino di scalinata per la frequente osservazione di questa
canottiera si è trasformato in un cittadino responsabile della
patria. E' stata la prima persona di mia conoscenza che io – con
stupore – abbia incontrato in piazza Bolotnaja il giorno della
manifestazione post-elettorale del dicembre 2011.
Parafrasando
Boris Pasternak, si può dire: la libertà è questa – la cercano
ovunque, ma è dentro la persona. Come disse nella sua brillante
ultima parola dopo la fine del secondo processo Michail
Chodorkovskij, diventato a quel tempo quasi l'unico intellettuale
pubblico e l'unica autorità morale in tutta la Russia: "Mi
vergogno di vedere come alcuni, in passato persone da me stimate,
cercano di giustificare l'abuso burocratico e l'illegalità… Quelli
che hanno iniziato questo caso vergognoso – Birjukov [25],
Karimov [26] e altri –
ci chiamavano con disprezzo "commercianti", ci chiamavano
servi, pronti a tutto per difendere il proprio benessere ed evitare
la prigione. Sono passati degli anni. Chi si è rivelato servo? Chi
in nome del denaro e per vigliaccheria davanti ai capi ha mentito,
torturato, preso ostaggi? E questo lo chiamano "caso di stato"!
E' vergognoso. Mi vergogno del mio stato".
Che
fortuna è la libertà interiore. La libertà dice la verità.
[1]
Verso della poesia "Notte" di Boris Leonidovič Pasternak.
[2]
Anatolij Borisovič Čubajs, imprenditore e politico russo.
[3]
Quartiere periferico di Mosca dove qualche giorno fa i nazionalisti
hanno attaccato i commercianti immigrati.
[4]
"Del Pantano" (che c'era un tempo), piazza del centro di
Mosca teatro di manifestazioni dell'opposizione.
[5]
"Riserva Intangibile", rivista letteraria.
[6]
Glavnoe
Razvedyvatel'noe Upravlenie
(Direzione Centrale dell'Intelligence), il servizio segreto militare.
[7]
Nikolaj Gavrilovič Černyševskij, scrittore rivoluzionario, che nel
romanzo "Che fare?" indicò una strada ai rivoluzionari
russi.
[8]
Principale città della Siberia.
[9]
Upravlenie
Federal'noj Služby Bezopasnosti
(Direzione del Servizio Federale di Sicurezza), cioè del principale
servizio segreto russo.
[10]
Nome popolare dell'allora sede del Soviet Supremo.
[11]
Il canale NTV sorse come canale indipendente, poi finito sotto
l'egida della Gazprom.
[12]
"Collettivo giornalistico unico" (il corsivo è mio).
[13]
Platon Leonidovič Lebedev, socio di Chodorkovskij.
[14]
Rossijskij
Sojuz Promyšlennikov i Predprinimatelej
(Unione Russa degli Industriali e degli Imprenditori).
[15]
Sojuz
Pravych Sil
(Unione delle Forze di Destra), schieramento moderato.
[16]
"Mela", partito di orientamento liberale, il cui nome è
formato dalle iniziali dei cognomi dei fondatori Grigorij Alekseevič
Javlinskij, Jurij Jur'evič Boldyrev e Vladimir Petrovič Lukin.
[17]
Hotel nell'omonima isola artificiale nella Moscova a Mosca.
[18]
La persecuzione dei partecipanti all'ultima grande manifestazione
dell'opposizione in piazza Bolotnaja il 6 maggio 2012.
[19]
Il colosso petrolifero di Chodorkovskij, nato dall'unione della
Juganskneftegaz ("(Nefte)jugansk-petrolio-gaz" –
Neftejugansk è un centro petrolifero della Siberia
centro-occidentale) e della Kujbyšnefteorgsintez
(Kujbyšev-petrolio-sintesi organica – Kujbyšev è il nome
sovietico di Samara, città della Russia centro-meridionale).
[20]
Anno di feroci purghe staliniane.
[21]
Termine gergale per indicare i prigionieri dei gulag sovietici.
[22]
Nadežda Andreevna Tolokonnikova, membro delle "Pussy Riot".
[23]
Irina Evgen'evna Jasina, un tempo direttrice di una fondazione creata
da Chodorkovskij e ora membro del consiglio presidenziale per lo
sviluppo delle istituzioni della società civile e dei diritti umani.
[24]
Verso della canzone Ban'ka po-belomu (Il piccolo bagno di
vapore al calor bianco) del cantautore sovietico Vladimir Semënovič
Vysockij).
[25]
Jurij Stanislavovič Birjukov, a quel tempo procuratore generale
russo, oggi membro del Consiglio della Federazione.
[26]
Salavat Kunakbekovič Karimov, giudice istruttore del caso
Chodorkovskij.
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