La monetizzazione dei difensori del
popolo
Il presidente Putin ha incaricato il
governo di istituire un premio nell'ambito della difesa dei diritti
umani
In
Russia potrebbe comparire un nuovo premio di stato. Di elaborare la
questione dell'istituzione di un riconoscimento annuale per gli
attivisti per i diritti umani e i collaboratori delle organizzazioni
benefiche ha dato ordine il presidente Vladimir Putin.
Di
istituire un premio per i lottatori con l'ingiustizia sociale il
capo di stato ha dato ordine in conseguenza della seduta del
Consiglio per lo Sviluppo della Società Civile e per i Diritti
Umani (SPČ [1]),
che ebbe luogo ai primi di settembre. La stessa idea appartiene a un
membro dello SPČ, il
direttore esecutivo dell'organizzazione sociale internazionale
"Giusto Aiuto" Elizaveta Glinka (a molti è nota come
dottoressa Liza).
Putin
ha approvato l'iniziativa, definendola "molto giusta".
Nel
frattempo gli esperti intervistati da "SP" nelle proprie
valutazioni della comparsa nel nostro paese di un premio speciale
per i sostenitori dei diritti e delle libertà umane non sono stati
abbastanza univoci. Alcuni vedono dietro questa proposta solo un
tentativo di adulazione della società dopo un "giro di vite"
di più di un anno. Altri – il desiderio delle autorità di creare
un pool di organizzazioni no profit maneggevoli, nutrite e perciò
obbedienti, che dimostrerebbero all'Occidente che da noi è tutto in
ordine con le istituzioni democratiche – ci sono anche attivisti
per i diritti umani e benefattori.
Ma
c'è anche chi è convinto: lo stato deve notare particolarmente le
persone che aiutano il prossimo, lo aiutano ogni giorno e, parrebbe,
senza farsi notare.
"Mi
sono incontrato già due volte con il presidente nel nuovo organico
del Consiglio (dopo che ad esso si sono aggiunti i membri che sono
stari scelti sulla base di una votazione su Internet) e ho fatto
caso che in questi incontri il presidente ha mostrato sempre più
interesse per ciò che raccontano gli attivisti per i diritti umani.
Ha preso a guardare più attentamente alle loro proposte, a
condividere la loro preoccupazione per lo stato dei diritti umani in
queste o quelle sfere. In particolare nei luoghi di detenzione –
nelle carceri e nelle colonie penali. Perciò non mi stupisco che il
presidente abbia approvato la proposta di istituire un premio di
stato speciale proprio per i risultati nell'ambito dell'attività in
difesa dei diritti umani", – ha raccontato a "SP"
il titolare della cattedra di Politologia Generale
dell'Università Statale-Alta Scuola di Economia e membro dello SPČ
Leonid Poljakov:
"SP":
– Il premio di stato della Federazione Russa, che viene conferito
dal 1992, già presuppone un titolo "per gli eccezionali
risultati nell'ambito delle attività umanitarie". Ha senso
duplicare?
–
Penso
che tale concretizzazione non faccia danni. Perché la difesa dei
diritti umani è quello che da noi negli ultimi anni diventa
un'attività sempre più diffusa, anche se spesso abbastanza
discutibile, ma sempre più riconosciuta dalla società. Il bisogno
di questa cresce. Varie organizzazioni no profit cominciano a
lavorare in modo più diretto allo scopo, in modo più costruttivo e
penso che meriti notare questo lavoro proprio con un premio a parte.
Sono convinto che sia un'iniziativa tempestiva e necessaria.
Il
presidente dell'Istituto per i problemi della società civile Marija
Slobodskaja vede qualche stranezza nell'unione dell'attività
benefica e per la difesa dei diritti umani in un solo premio:
–
Sono
cose del tutto diverse. Assolutamente diverse. In questo senso la
beneficenza è un aspetto dell'attività e può essere molto lontana
dalla difesa dei diritti umani. L'attività in difesa dei diritti
umani è una cosa del tutto differente. Forse, certamente,
all'interno del premio esisteranno diversi titoli? Ma per ora questo
non mi è chiaro.
"SP":
– Ma in generale questo premio è necessario? O il presidente
semplicemente vuole distendere un po' la situazione nella società
dopo un anno di "giro di vite"?
–
Si
intendono premiare gli attivisti per i diritti umani. Quando diciamo
"difesa dei diritti umani", noi, in primo luogo,
intendiamo quelle organizzazioni che si occupano di casi grossi,
clamorosi o di questioni generali di difesa dei diritti umani. Ma
accanto a queste note organizzazioni esiste un enorme numero di
altre, che si occupano di questioni della difesa dei diritti umani
di persone concrete. E questi possono essere casi per nulla
clamorosi. Ecco, per esempio, c'è un'organizzazione che difende i
diritti degli invalidi a un ambiente senza barriere e lo fa molto
efficacemente. Ma questa organizzazione spesso non è ritenuta in
difesa dei diritti umani. Come dire, si occupa degli invalidi ed è
tutto. In questo senso mi sembra che, forse, il presidente intenda
maggiormente questa attività e non le organizzazioni che si
occupano di grossi, clamorosi processi politici nell'ambito dei
diritti umani. Forse per questo hanno fuso questi due concetti –
beneficenza e difesa dei diritti umani. Perché si tratta in qualche
modo di premiare le persone che conducono un lavoro giornaliero,
corrente, quotidiano nell'interesse di cittadini concreti per la
difesa dei loro diritti da ogni sorta di abuso.
"SP":
– Finora il loro lavoro non è notevole…
–
No.
E' notevole. Semplicemente non è molto pubblicizzato. Ma tra
importanza e pubblicità da noi esiste una grande distanza. Molto
grande. E forse l'idea per l'appunto non sta nel mostrare a qualcuno
che là aduliamo qualcuno o qualcos'altro… L'idea sta nel
sollevare realmente il prestigio di persone che ogni giorno
forniscono aiuto a persone del tutto concrete in difesa dei loro
diritti civili e sociali.
Non
vede il senso del nuovo premio di stato il professore della
cattedra di diritto costituzionale e municipale della NIU [2]
e dell'Alta scuola di Economia e membro dello SPČ
Il'ja Šablinskij:
– Guardo
a questo senza entusiasmo o, diciamo così, con scetticismo. Non ho
voglia di credere che lo stato, che è il principale oggetto di
critica degli attivisti per i diritti umani, si comporti onestamente
e oggettivamente. Infatti in cosa sta l'essenza dell'attività in
difesa dei diritti umani? Nella difesa dei cittadini dallo stato
quando questo abusa delle proprie possibilità. E questo stato
premierà qualcuno? Cioè, il principale responsabile di un'intera
serie di gravi violazioni dopo averci pensato dovrà premiare quelli
che difendono meglio i cittadini da lui. E' perlomeno strano. Anche
se non escludo che altri membri del consiglio abbiano un altro punto
di vista. Penso che solo una qualche organizzazione non governativa
possa conferire un premio a un attivista per i diritti umani, ma
questi lo conferiscono. Un premio conferito dallo stato russo nella
sfera della difesa dei diritti umani per ora, purtroppo, non può
essere prestigioso.
"Purtroppo
tutto questo sarà approvato e attuato. Gran parte del nostro
pubblico istruito accetterà tutto questo e ci troverà perfino
determinati "più", – ritiene lo studioso e attivista
sociale Jurij Samodurov. – Nonostante che una persona che si
chiama presidente abbia fatto praticamente tutto perché la vita
umana, sensata del paese sia stata del tutto distrutta e, in
generale, "calata" sotto il battiscopa"
"SP":
– Chiarisca…
– Quello
che si è verificato ora con l'Accademia Russa delle Scienze è una
faccenda del nostro presidente. Infatti questo significa – né
più, né meno – che l'eliminazione dell'ultima istituzione che
formi un senso (in senso ampio per la società, per la cultura). La
sua trasformazione in una qualche servizievole appendice dello
stato. In generale è una catastrofe. Per me il più importante
avvenimento dell'anno è l'eliminazione dell'Accademia Russa delle
Scienze. E che la società non abbia saputo contrapporsi e fare
capire al potere che "non vi permetteremo di andare oltre".
Né gli accademici, né i giovani collaboratori scientifici si sono
decisi a rivolgersi alla società con un appello del genere.
"SP":
– Ma questo com'è legato al premio?
–
Ma
il presidente non può non capire: quello che fanno all'Accademia
Russa delle Scienze è cinismo E anche se capisce, non gli importa
affatto. Può fare tutto ciò che vuole con noi. Può fare premi per
la difesa dei diritti umani. Può fare premi per la beneficenza. E
al contempo approvare leggi come la "legge Dima Jakovlev"
[3] o fare violenza alla
fondazione di Čulpan
Chamatova [4].
E fa questo non perché è forte, ma perché noi siamo deboli. E
questa è la cosa più triste.
Informazione
di "SP"
Il
premio di Stato è il principale premio russo, che nel 1992 ereditò
il proprio status dal Premio di Stato della Repubblica Socialista
Federativa Sovietica Russa. Ha carattere personale ed è attribuito
a un solo candidato. Solo nel caso in cui il ruolo decisivo per il
risultato appartenga ad alcune persone può essere attribuito a un
collettivo di candidati, ma costituito da non più di tre persone.
Ogni anno si attribuiscono quattro premi di Stato della Federazione
Russa nell'ambito della scienza e delle tecnologie e tre nell'ambito
della letteratura e dell'arte e un premio è attribuito pure per
eccellenti risultati nell'ambito delle attività umanitaria. I
vincitori del premio di Stato ricevono un compenso in denaro di 5
milioni di rubli [5], un
diploma, un segno onorifico, come pure un segno per il frac. Nel
2013 il vincitore del premio per meriti eccellenti nell'ambito delle
attività umanitarie è stato lo scrittore Valentin Rasputin.
E nel 2010 vincitore in questo titolo fu dichiarato il re di Spagna
Juan Carlos I.
[1]
Dalla dicitura russa Sovet
po Pravam Čeloveka
(Consiglio per i Diritti Umani).
[2]
Nacional'nyj
Issledovatel'skij Universitet
(Università Nazionale per la Ricerca).
[3]
Legge che proibisce l'adozione di bambini russi da parte di americani
intitolata al piccolo Dmitrij (Dima) Jakovlev morto per negligenza
dei genitori adottivi americani.
[4]
Čulpan Nailevna Chamatova, attrice e benefattrice russa.
[5]
Oltre 116 mila 200 euro.
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