La poesia da PR
Brodskij e Evtušenko:
la comunanza nella lotta
In
relazione al film che ha fatto rumore di Anna Nel'son [1]
"Solomon Volkov [2].
Dialoghi con Evgenij Evtušenko"
è diventato di moda contrapporre Evtušenko
e Brodskij. Penso che con tutta l'enorme differenza di
talento, stile, posizione civile, i due noti poeti hanno anche una
cosa in comune. Entrambi appartengono a un determinato tipo di
"poeti da PR" comparsi in Russia già all'inizio del 20°
secolo.
La
tragedia dei primi poeti da PR
I
poeti russi tradizionalmente non pensavano solo al successo e al
pubblico, ma, prima di tutto, ai problemi morali, alle questioni
filosofiche e metafisiche, al "senso della vita". Questi
aspiravano a trovare la propria strada nell'arte, senza
sottomettersi a opinioni e gusti dominanti. Erano autentici. La loro
immagine, il loro stile, le loro passioni, perfino le loro stranezze
e i loro errori erano sinceri, non per il pubblico, non per la
vendita. Tali erano Puškin
[3], Lermontov
[4], Tjutčev
[5] e Nekrasov
[6]. Tale fu la
maggioranza dei poeti del secolo d'argento: Blok [7],
Chlebnikov [8],
Pasternak [9],
Mandel'štam
[10] e Cvetaeva
[11].
La
formazione della cultura di massa ha causato un nuovo fenomeno –
la comparsa di poeti di talento orientati alla conquista della
popolarità ad ogni costo. Li si può chiamare poeti da PR. I primi
eminenti poeti da PR furono Majakovskij [12]
e Esenin [13]
(anche Severjanin [14],
ma finì rapidamente nell'ombra, la sua campagna di PR fu troppo
breve). Erano attori nella vita e nell'arte, che si sforzavano di
recitare solo quei ruoli che gli portavano successo sociale ("La
fortuna, – diceva, - è l'astuzia della mente e delle mani").
All'inizio
del percorso il produttore, image-maker e visagista di Esenin fu
Kljuev [15], quello di
Majakovskij Burljuk [16]
(tutti ricordano lo sconvolgente golf giallo di Majakovskij e
l'abito pseudo-contadino da feste natalizie di Esenin). Poi presero
a "portare" Majakovskij i Brik [17]
e Esenin Mariengof [18]
e Šeršenevič [19],
che inventarono l'immaginismo russo (un progetto di PR piuttosto che
letterario). Tuttavia i loro migliori PR furono essi stessi.
I
futuristi (ad esclusione del quasi santo Chlebnikov) e in
seguito gli immaginisti si mossero secondo tutte le leggi della
réclame moderna. Le loro tournées per il paese si accompagnavano a
campagne speculative di PR, con scandali su commissione e fughe di
notizie. Come PR competenti non dimenticavano di lavorare con le
élites al potere. Esenin insieme a Kljuev ingannò già l'entourage
dell'imperatrice e in seguito con Mariengof usò astutamente gli
amichevoli commissari rossi per ottenere benefici e vari permessi.
Grazie a questo, perfino nei tempi più terribili del comunismo di
guerra, fu abbastanza ben garantito materialmente.
Tra
l'altro Majakovskij e Esenin non furono solo "progetti di PR
poetiche", ma anche geniali poeti tragici. Capirono l'ambiguità
e la menzogna della propria posizione, si tormentarono e soffrirono
("Mi legge la vita. Di un qualche mascalzone e ubriacone,
Cacciando nell'anima angoscia e paura"). Questo sdoppiamento
forse fu una delle cause del loro tragico finale.
La
storia si ripete come farsa
Sotto
Stalin i poeti da PR non erano necessari. Si richiedevano
poeti-copywriters, che eseguissero gli ordini di Stato (Majakovskij
cercò, ma non seppe entrare in questo ruolo). La successiva
generazione di poeti-PR di se stessi giunse negli anni '60. Tra
questi c'erano Evtušenko,
Voznesenskij [20] e
Roždestvenskij
[21]. Questi erano
privi della tragica riflessione di Esenin e Majakovskij e della loro
genialità. Evtušenko scelse una strategia di vita e artistica
molto conveniente. Questa fu una rivolta nell'ambito del consentito,
un anti-stalinismo e un filo-ebraismo nei limiti di quanto permesso
dalle autorità, al contempo la "fedeltà agli ideali di Lenin
e del comunismo" e l'amicizia con le "forze progressiste
di tutto il mondo", da Fidel a Bobkov [22].
Tale strategia gli permise di ottenere l'appoggio sia del pubblico
liberale russo, sia del potere "totalitario", sia del
pubblico di sinistra occidentale. Cioè viaggi in Occidente,
edizioni e onorari da noi e all'estero, premi, legami e intrallazzi
ovunque, fama russa e mondiale.
Brodskij
fece un'altra puntata. Cominciò presto a orientarsi sul mercato
intellettuale occidentale, prima di tutto quello di lingua inglese.
Il
segreto di Brodskij
Mi
ha sempre colpito quanto tardi abbia iniziato a scrivere Brodskij.
Per sua stessa ammissione - a 18 anni, anche se singole poesie hanno
anche una datazione precedente. In ogni caso proprio nell'infanzia,
da adolescente, a scuola non scrisse versi. Questo è più che
strano. La necessità di comporre versi non solo nei poeti, ma in
generale nelle persone non indifferenti alla poesia sorge di regola
molto presto. Nell'infanzia tali persone scrivono male, goffamente,
ma non possono non scrivere. Ma in Brodskij, evidentemente, questa
necessità non c'era affatto.
Questi
iniziò a comporre versi già dopo aver lasciato gli studi, lavorò
dove capitava, pensò di diventare un medico, "cercò se
stesso". Negli anni '50 la poesia, i poeti erano, com'è noto,
molto popolari. Il giovane Iosif, perché no, decise di provarsi in
questa sfera. Anche molto bene, risultò. Brodskij si rivelò un
versificatore di grande talento. Giunse il successo nella cerchia
degli amici, l'interesse del pubblico, eccetera.
Rischierò
di supporre che la decisione di diventare un poeta in età così
consapevole può essere solo il risultato di un freddo calcolo
razionale. Non è l'"alta malattia" [23],
ma l'acquisizione di un determinato mestiere altamente qualificato.
E in questo Brodskij ebbe uno splendido successo. Poi ci fu la sua
"Tolone" [24] –
il famoso processo, che rese Brodskij ampiamente noto in Occidente.
In
seguito continuò splendidamente la campagna di PR iniziata non per
sua volontà. Diventò un eccellente poeta di PR, che lavorava prima
di tutto per il mercato occidentale. Si posizionò come
intellettuale anglofilo, custode dell'oasi della cultura occidentale
nel deserto totalitario sovietico. Senza ancora orientarsi troppo
nella cultura inglese, cercò di imitare la partecipazione ad essa
(scrisse la "Grande elegia a John Donne" senza neanche
sapere chi fosse). Già Čukovskij
[25] rivolse l'attenzione
al carattere imitativo dell'anglofilia di Brodskij e al suo orribile
inglese. Al consapevole calcolo di Brodskij sul successo proprio sul
mercato occidentale è legato anche il fatto che da un certo momento
non aspirò particolarmente a pubblicare in URSS. Ricordiamo anche
solo la nota storia della rassegna su "Junost'" [26],
quando per una piccola correzione della censura rinunciò alla sua
prima pubblicazione in patria.
La
popolarità di Brodskij è stata certamente aiutata dalla
congiuntura politica. Com'è noto dalle sue memorie, molti suoi
ammiratori nell'ambiente intellettuale anglofono non immaginavano
affatto cosa scrivesse (fra questi anche quelli che lo tradussero
dall'interlineare; infatti, non conoscendo la lingua, valutare
adeguatamente un poeta è praticamente impossibile). Nonostante ciò
questi reclamizzarono attivamente il giovane versificatore – il
"lottatore per la libertà dell'arte che soffriva per colpa del
regime totalitario". Il loro contributo al suo trionfo mondiale
è enorme.
Io
amo molti versi di Brodskij. Ma non mi è mai rimasta la sensazione
che questi versi molto "fatti", "intellettuali"
non fossero frutti della maestria e dell'abilità di un artigiano
virtuoso e non "righe con sangue salite alla gola" [27].
Penso anche che la fama di Brodskij in Occidente sia in grande grado
la conseguenza di una campagna di PR condotta con maestria e non
dell'indubbia alta qualità dei suoi versi.
La
battaglia dei re della PR
Una
volta gli interessi dei due re delle PR della poesia russa si
incrociarono. Gli States erano il feudo di Brodskij. E Evtušenko,
al contrario, si lavorava con successo l'appezzamento del mercato
poetico sovietico. Ma al contempo causava grande interesse anche in
Occidente. Brodskij decise di bloccare l'espansione del collega sul
mercato occidentale e usò per questa causa gli abituali strumenti
politici del sovietico (tra questi la nota delazione, di cui nel
film di Nel'son ha raccontato Evtušenko).
Questi
si mostrò un maestro non solo delle PR di se stesso, ma anche delle
PR nere contro i concorrenti. Per esempio accanto a Evtušenko
cercò di screditare in America Voznesenskij. E ad Aksënov
[28] rovinò
semplicemente per molti versi la carriera letteraria americana
quando scrisse una tonante recensione interna dell'"Ustione"
[29] per la principale
casa editrice. Per di più questi e Aksënov
prima di questo episodio erano amici. Era la lotta per il mercato,
niente di personale, solo affari. Infatti il poeta da PR è sempre
un po' un uomo d'affari. Brodskij reclamizzava e aiutava quelli in
cui non vedeva dei concorrenti, degli autori in quel momento
evidentemente meno di successo di lui (Rejn [30],
Ufljand [31],
Dovlatov, eccetera). Ma chi poteva competere con lui per
la fama in Occidente lo affondava. Di conseguenza vinse nella lotta
per la concorrenza. Negli anni '70 l'intellettuale occidentale alla
domanda "nomini un poeta russo contemporaneo", in primo
luogo avrebbe nominato Evtušenko,
ma negli anni '80 avrebbe nominato Brodskij.
Evtušenko
nel film di Nel'son cerca di ricondurre il conflitto con Brodskij a
una qualche incomprensione. Dice che "un grande ha salutato un
grande", ma ci fu quasi una tragedia antica. Nella cosa si
immischiò il destino e il fato malvagio fece litigare i geni. Dire
la verità per lui significherebbe far calare la situazione a una
banale lotta di due poeti da PR per il primato sul mercato
occidentale, cioè abbassare non solo Brodskij, ma anche se stesso.
Anche Evtušenko fu un PR
e un commerciante non meno capace che come poeta e certamente non
vuole ricordare questo lato della sua vita professionale.
Brodskij
e Evtušenko non furono
solo poeti da PR, ma anche, indubbiamente, veri versificatori di
talento. Sul piano sociale ebbero molto successo. Per di più non si
vergognarono di lottare duramente per il successo, di costruirsi una
carriera poetica con modi da contabili, di realizzare il proprio
talento come un progetto d'affari. Non si sono pentiti, non se ne
sono pentiti, non hanno preso tale vita con una riflessione tragica
(a differenza dei loro geniali predecessori).
Ora
si usa considerare Brodskij un genio e Evtušenko
no. Brodskij ha la reputazione di anticonformista, Evtušenko
di persona da congiuntura. E' di moda ammirare Brodskij, su
Evtušenko
va bene dare un parere con un sorriso storto. Ma è tanto grande la
differenza tra loro? E possono essere geniali i versi di poeti non
tragici, che hanno successo negli affari poetici?
[1]
Giornalista televisiva.
[2]
Solomon Moiseevič Volkov, giornalista, scrittore e musicologo.
[3]
Aleksandr Sergeevič Puškin, poeta nazionale russo (1799-1837).
[4]
Michail Jur'evič Lermontov (1810-1841), poeta romantico.
[5]
Fëdor Ivanovič Tjutčev (1803-1873), poeta classicista.
[6]
Nikolaj Alekseevič Nekrasov (1821-1878), poeta di idee progressiste.
[7]
Aleksandr Aleksandrovič Blok (1880-1921), poeta simbolista.
[8]
Velimir Chlebnikov (Viktor Vladimirovič Chlebnikov) (1885-1922),
poeta futurista.
[9]
Boris Leonidovič Pasternak (1890-1960), noto da noi per il Dottor
Živago.
[10]
Osip Ėmil'evič Mandel'štam (1891-1938), poeta acmeista, vittima
nelle "purghe" staliniane.
[11]
Marina Ivanovna Cvetaeva (1892-1941), poetessa simbolista.
[12]
Vladimir Vladimirovič Majakovskij (1893-1930), cantore della
Rivoluzione d'Ottobre.
[13]
Sergej Aleksandrovič Esenin (1895-1925), poeta dal destino infelice.
[14]
Igor' Severjanin (Igor' Leont'evič Lotarëv) (1887-1941), poeta
decadente russo.
[15]
Nikolaj Alekseevič Kljuev (1884-1937), capofila della corrente
"neocontadina".
[16]
David Davidovič Burljuk (1882-1967), artista e poeta futurista.
[17]
Osip Maksimovič (Meerovič) Brik (1888-1945) e sua moglie Lilja
Jur'evna Kagan, letterati.
[18]
Anatolij Borisovič Mariengof (1897-1962), poeta immaginista.
[19]
Vadim Gabriėlevič Šeršenevič (1893-1942), poeta immaginista.
[20]
Andrej Andreevič Voznesenskij (1933-2010), poeta contemporaneo.
[21]
Robert Ivanovič Roždestvenskij (Robert Stanislavovič Petkevič)
(1932-1994), poeta contemporaneo.
[22]
Filipp Denisovič Bobkov (1925), ex vice-presidente del KGB.
[23]
Titolo di una poesia di Boris Leonidovič Pasternak.
[24]
"Questa sarà la mia Tolone!" dice uno dei protagonisti del
romanzo "Il generale e il suo esercito" di Georgij
Nikolaevič Vladimov (Georgij Nikolaevič Volosevič) (1931-2003).
[25]
Kornej Ivanovič Čukovskij (Nikolaj Vasil'evič Kornejčukov)
(1882-1969), letterato e giornalista sovietico.
[26]
"Gioventù", rivista letteraria.
[27]
Verso di Boris Leonidovič Pasternak.
[28]
Vasilij Pavlovič Aksënov (1932-2009), scrittore contemporaneo.
[29]
"L'ustione" è un romanzo autobiografico di Vasilij
Pavlovič Aksënov.
[30]
Evgenij Borisovič Rejn (1935), scrittore contemporaneo.
[31]
Vladimir Iosifovič Ufljand (1937-2007), letterato e artista
contemporaneo.
[32]
Sergej Donatovič Dovlatov (1941-1990), scrittore contemporaneo.
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