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30 aprile 2012
29 aprile 2012
Gli abitanti di Soči contro lo scempio olimpico
A Soči
dopo le proteste degli abitanti è stato smantellato un cantiere
nella zona dei parchi
29 aprile 2012, 04.34
Nel parco Primorskij di Soči
davanti al teatro invernale il 28 aprile su richiesta degli abitanti
è stato smantellato un cantiere che stava là da più di un mese.
Ricordiamo che a Soči il 22 marzo nella zona dei parchi della parte superiore del lungomare Primorskaja gli abitanti scoprirono un cantiere che recintava metà del parco davanti al teatro invernale. Il capo-architetto della città Oleg Ševejko chiarì allora che là "sarà costruito un ristorante d'élite del noto ristoratore della capitale Novikov". Tuttavia gli abitanti di Soči espressero una protesta contro la distruzione di una zona verde.
Dopo questa il municipio dette inizio alla rimozione della recinzione. Lo smantellamento è iniziato al mattino del 28 aprile, e verso le 15.00 il cantiere è stato tolto dal territorio del parco da operai di una ditta ignota. E' iniziata la falciatura delle aiole, che in questo tempo si erano già coperte di erba alta.
Come ritiene l'abitante di Soči Aleksandr Vlasov, il cantiere è stato tolto, "ma il proprietario del terreno per qualche motivo è rimasto su di esso ed è giuridicamente legato alla zona dei parchi, che ha ottenuto illegalmente in affitto o in proprietà".
Secondo il capo-architetto della città Oleg Ševejko "non sono stati dati i permessi al costruttore". "Il cantiere non è stato tolto per lungo tempo, in quanto il proprietario dell'appezzamento di terreno vive e si trova a Krasnodar [1]", – ha chiarito l'architetto. Ševejko non è riuscito a ricordare chi sia davvero il padrone della zona dei parchi nel centro di Soči.
"Mi stupisco del comportamento con i terreni di Soči delle autorità, che fanno finta di non vedere nulla, – ha fatto notare l'abitante Evgenij Zacharov. P – Hanno solo smantellato il cantiere presso il teatro invernale, ma proprio sull'aiola al posto del ristorante "Gorka" [2] sul viale Kurortnyj [3] è sorto un cantiere del genere. Chi ha permesso di erigerlo?"
In precedenza "Kavkazskij uzel" ha riferito che gli abitanti di Soči più di una volta hanno denunciato i problemi che hanno per via della preparazione allo svolgimento delle Olimpiadi. Nel villaggio di Razdol'noe [4] nel comprensorio di Soči il 26 aprile si è tenuta una riunione di cittadini, a cui erano presenti circa cento persone. Gli abitanti del villaggio chiedevano che si cessasse di costruire impianti olimpici e commerciali su quel territorio.
Il 19 marzo a Soči ci sono stati dei picchetti in difesa delle fasce verdi. Il 17 marzo a Soči c'è anche stato un picchetto, in cui, tra l'altro, si sollevava anche la questione della distruzione delle fasce verdi.
Il 25 febbraio si è tenuta una riunione degli abitanti del micro-quartiere Makarenko. All'incontro sono giunti più di cento attivisti, che hanno annunciato la loro protesta contro la distruzione per mezzo di costruzioni olimpiche e commerciali delle zone verdi della città.
Nel febbraio 2012 gli abitanti del luogo di vacanza privati delle abitazioni in conseguenza della preparazione ai Giochi Olimpici dichiararono di essere intenzionati a rivolgersi al Comitato Olimpico Internazionale per avere aiuto. Gli ecologi hanno dichiarato più di una volta che la costruzione di impianti olmpici causerà danni alla natura della regione.
I XXII Giochi Olimpici Invernali si apriranno a Soči il 7 febbraio 2014. Entro allora a Soči compariranno 242 impianti.
Nota della redazione: vedi anche le notizie "Il CIO non ha evidenziato grandi problemi nella preparazione alle Olimpiadi a Soči", "Il CIO è convinto che il cambio del capo dell'"Olimpstroj" [5] non influenzerà la preparazione ai Giochi Olimpici a Soči", "Kozak [6] ha smentito le notizie su appropriazioni indebite di fondi dell'"Olimpstroj".
Autrice: Svetlana Kravčenko; fonte: corrispondente di "Kavkazskij uzel"
"Kavkazskij
uzel", http://www.kavkaz-uzel.ru/articles/205774/
(traduzione e note di Matteo Mazzoni)
Note
[1]
Città della Russia meridionale.
[2]
"Montagnola".
[3]
"Del Luogo di Vacanza".
[4]
"Dello Spazio Libero".
[5]
"Costruzione Olimpica", impresa statale che si occupa dei
lavori per Soči-2014.
[6]
Dmitrij Nikolaevič Kozak, vice-premier russo.
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28 aprile 2012
I brogli di Putin "in casa"
Piter [1]
si prepara a ripetere l'impresa di Šein
[2]
Al candidato Putin nella sua città natale sono stati
aggiunti non meno di 170 mila voti. Da due mesi gli osservatori
inviano fatti incredibili sui brogli agli organi di potere, ma non ci
sono reazioni
27.04.2012
Oleg Šein ha appena interrotto lo sciopero della fame che si sono dichiarati pronti a farlo altre persone insoddisfatte delle violazioni alle elezioni e dei risultati ottenuti con l'aiuto di queste.
Osservatori indipendenti pietroburghesi e membri delle commissioni elettorali sono pure intenzionati a rinunciare al cibo, se il potere non li noterà in nessun altro modo. Le richieste dei pietroburghesi sono simili a quelle di quelli di Astrachan': riesame giudiziario e cancellazione dei risultati delle elezioni presidenziali nella Capitale del Nord.
Da quasi due mesi osservatori indipendenti e membri
di commissioni elettorali insistono invano ovunque e in ogni luogo
(alla Commissione Elettorale Cittadina, alla polizia, alla procura,
nei tribunali) sulle violazioni nel corso delle elezioni
presidenziali a Pietroburgo. A fine aprile 172 persone hanno firmato
e inviato una lettera aperta a Dmitrij Medvedev e all'indirizzo di
altri 12 supremi organi di potere (Duma di Stato, Corte Suprema,
Procura Generale, Comitato Inquirente, ecc.), in cui hanno
raccontato come, lavorando nei seggi, sono stati testimoni di reati.
– Abbiamo seguito le votazioni del 4 marzo in
tutti i quartieri della città, abbiamo raccolto una statistica di
violazioni mostruose, ma cerchiamo di ottenere giustizia senza
successo, – hanno raccontato alla "Novaja gazeta" gli
autori dell'appello.
– Anche noi abbiamo bisogno di cominciare uno
sciopero della fame perché Čurov
[3]
guardi il video dei nostri seggi, – ritengono gli
osservatori Inna Sergienko, Anna Moroz, Dmitrij Burakov, Valentina
Korneeva e altri (in tutto qualche decina di persone).
– Abbiamo un quadro terribile, – dice
l'osservatrice indipendente Ol'ga Sapožnikova.
– Da noi hanno picchiato delle persone! E tutto questo è nel
video! Abbiamo presentato queste registrazioni sia alla polizia, sia
alla procura, sia alla Commissione Elettorale Cittadina. Nessuna
reazione.
Sono note le cariche e i nomi di tutte le persone
menzionate e i numeri di tutte le UIK [4]
e le TIK [5] indicate. A
vederli i materiali sono scioccanti senza bisogno di alcuno sciopero
della fame.
4 marzo a Pietroburgo: 356 tra osservatori e membri
di commissioni con documenti forniti da candidati alla presidenza
non sono stati fatti entrare nei seggi. Al loro posto là si sono
trovate persone con documenti falsi.
Più di 500 veri osservatori sono stati allontanati
dai seggi con motivazioni inventate: "ostacolavano il lavoro",
"facevano riprese illegali", ecc. Quelli che rifiutavano
di lasciare i seggi sono stati allontanati con la forza e picchiati.
Quando hanno "allontanato" l'osservatore dell'UIK n. 18
Dmitrij Burakov, questi ha perso i sensi. Al membro dell'UIK n. 1797
Nikita Sorokin, invalido del II gruppo [6],
che si sposta solo con l'aiuto di bastoni, i poliziotti hanno tolto
i bastoni e spezzato le dita.
In tutto, secondo i dati degli autori della lettera,
il giorno delle votazioni circa il 20% degli osservatori
indipendenti e dei membri delle commissioni non è stato fatto
entrare nei seggi e il 25% è stato allontanato.
Al di fuori di molti seggi hanno votato più di 1000
persone – una cifra da Guinness dei Primati. Di solito la
votazione a casa va molto lentamente: 5 persone all'ora. Stavolta in
759 seggi (il 42% delle UIK di Piter) hanno votato a casa fino a
1011 persone. E in totale hanno preso parte alle elezioni "in
trasferta" 71306 persone.
Nei tre giorni prima delle elezioni a Piter sono
stati aperti 74 seggi temporanei. In questi non sono state
installate webcam e nella maggior parte di essi il giorno delle
votazioni non hanno potuto capitarci né osservatori, né
poliziotti, né membri delle TIK, né elettori. Ma secondo i
resoconti della Commissione Elettorale Cittadina, proprio in questi
seggi c'è stata un'affluenza del 100%.
Il 4 marzo nessuno è penetrato nel territorio
dell'UIK n. 1994 nel complesso commerciale "Varšavskij
ėkspress"
[7]. Però,
secondo i dati della CIK, qui hanno votato 2218 persone, il 94%
delle quali per Putin. Gli operai della fabbrica Baltijskij [8]
non sapevano dell'esistenza del seggio elettorale temporaneo n. 159
nell'impresa. Tuttavia 3236 di loro hanno sostenuto lo stesso
candidato n. 5, anche se nella fabbrica si contano in tutto 2000
lavoratori! Hanno votato attivamente per il primo ministro nei
mercati chiusi Troickij [9]
e Severnyj [10]: 2 mila
schede in ciascuno. L'hanno difeso volentieri al cimitero Smolenskoe
[11]. In tutte e sei le
UIK di qui l'affluenza è stata del 100%, le simpatie degli elettori
identiche all'affluenza.
Il numero dei votanti nei seggi temporanei è pari a
92557 persone. In tutti, tranne tre, Putin ha ottenuto la più alta
percentuale – più del 90%, nei tre restanti – oltre l'85%. Il
numero totale dei voti per questo candidato nei seggi inesistenti
ammonta a 83301.
Non pochi presidenti di UIK hanno copiato nelle TIK
i protocolli conclusivi, assicurano i firmatari dell'appello. Dopo
l'esame di 1260 protocolli è stato stabilito che il 10% di essi è
stato copiato.
Il giorno delle elezioni nelle UIK e nelle TIK sono
state presentate oltre 1100 denunce di osservatori e membri di
commissioni. Non hanno ottenuto risposta, anche se per legge le
denunce presentate il giorno delle votazioni devono essere esaminate
immediatamente, prima di dare i risultati nei seggi.
– Sono state presentate numerose denunce sia alla
procura, sia al Comitato Inquirente, ma hanno rifiutato di compiere
sia le verifiche della procura, sia quelle pre-investigative, – si
lamenta Ol'ga Sapožnikova.
– In nessun caso sono state condotte indagini e i testimoni non
sono stati interrogati. Questa inazione è criminale. Da parte
nostra sono state presentate ai tribunali di Pietroburgo circa 300
istanze. E' stata emessa solo una sentenza.
– Il 4 marzo a Pietroburgo c'erano in tutto 1938
seggi elettorali, – aggiunge Anna Moroz. – In più di un quarto
delle UIK sono state registrate violazioni. Chiediamo un'inchiesta,
l'incriminazione dei colpevoli e il riesame dei risultati delle
"votazioni": nella nostra città devono essere
riconosciuti nulli.
– Abbiamo inviato una lettera a 12 istituzioni, –
tirano le somme gli osservatori indipendenti – Sì, non siamo
andati subito per la strada del coraggioso Šein.
Siamo andati per un'altra strada, indicata dalle regole dello stato
di diritto. Ma chiediamo l'annullamento delle elezioni a Pietroburgo
con in mano gli stessi fatti di Oleg Šein.
Se avremo meno chance di attrarre l'attenzione, resterà una sola
via – lo sciopero della fame.
Come hanno confermato alla "Novaja gazeta"
all'amministrazione del presidente della Federazione Russa, la
lettera degli osservatori pietroburghesi è stata ricevuta il 23
aprile e ora viene esaminata. Alla Procura Generale e al Comitato
Inquirente della Federazione Russa hanno riferito che l'appello è
giunto il 24 aprile. La risposta ancora non è pronta.
Discorso diretto
Aleksandra KRYLENKOVA, coordinatrice dell'associazione "Osservatori di Pietroburgo":
– L'analisi dei resoconti ufficiali e dei
protocolli degli osservatori ha mostrato questo: a Vladimir Putin
nella città natale sono stati aggiunti non meno di 170 mila. Alle
elezioni a Pietroburgo sono stati usati tre tipi fondamentali di
brogli: copia di protocolli, voto fuori dal seggio di un irrealmente
grande numero di persone in casa e in seggi temporanei, molti dei
quali non si è riusciti a trovare. In queste tre direzioni i fatti
possono essere verificati. La misura dei brogli per via
amministrativa, per "giostre" [12]
e inserimenti di schede, ahimè, non si può calcolare. Perciò 170
mila voti sono una cifra "grezza". Questa non tiene conto
delle macchinazioni con i documenti per votare fuori dai seggi: in
media in città ogni UIK ha dato non meno di 30 documenti, tuttavia,
per esempio, al seggio n. 877 non hanno fatto mancare ai loro
elettori 594 documenti per votare fuori dai seggi. 25 mila voti sono
stati aggiunti a Vladimir Putin tramite la copia di protocolli. Ne
sono stati aggiunti all'incirca il 10%. Se si sommano i dati
ottenuti, si chiarisce che solo con brogli evidenti il risultato del
presidente eletto è stato migliorato del 7% (secondo le cifre
ufficiali della Commissione Elettorale Cittadina, Putin a
Pietroburgo ha avuto il 58% dei voti – nota dell'autrice).
Nina Petljanova, "Novaja gazeta", http://www.novayagazeta.ru/politics/52361.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)
[1]
Nome colloquiale di San Pietroburgo.
[2]
Oleg Vasil'evič Šein, candidato del partito di orientamento
social-democratico "Russia Giusta" alla carica di sindaco
di Astrachan' (Russia meridionale) che ha fatto lo sciopero della
fame per protesta contro i brogli che hanno portato alla vittoria il
candidato di "Russia Unita".
[3]
Vladimir Evgen'evič Čurov, capo della Commissione Elettorale
Centrale (CIK, dal russo Central'naja
Izbiratel'naja Komissija).
[4]
Učastkovye
Izbiratel'nye Komissii
(Commissioni Elettorali di Seggio).
[5]
Territorial'nye
Izbiratel'nye Komissii
(Commissioni Elettorali Territoriali).
[6]
Invalido grave, ma non totale.
[7]
"Espresso di Varsavia".
[8]
"Baltica", cantiere navale.
[9]
"Della Trinità" (dal nome della vicina chiesa).
[10]
"Settentrionale".
[11]
"Di Smolensk" (città della Russia occidentale, da cui
provenivano i lavoratori qui sepolti per primi), importante cimitero
sull'isola Vasil'evskij.
[12]
Brogli compiuti facendo votare le stesse persone in più seggi.
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Il "meglio" delle chiavi di ricerca di marzo 2012 dell'altro mio blog
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26 aprile 2012
23 aprile 2012
Haiku? (LVII)
Euro, minuti
o chilometri, i conti
non tornan mai
*****************************************
Siamo persone,
non nomi, ruoli e impegni
da mantenere
o chilometri, i conti
non tornan mai
*****************************************
Siamo persone,
non nomi, ruoli e impegni
da mantenere
22 aprile 2012
Il lato oscuro di Soči-2014: lavoratori schiavizzati e abitanti cacciati per costruire impianti olimpici
A Soči
gli analisti di "Human Rights Watch" hanno registrato
violazioni dei diritti umani nel corso della preparazione alle
Olimpiadi
21 aprile
2012,09.37
I rappresentanti di "Human Rights Watch"
hanno segnalato violazioni dei diritti umani dei lavoratori immigrati
che vengono commesse a Soči
nella preparazione alle Olimpiadi. Sono state segnalate anche
violazioni legate al sistema di espropri e di trasferimenti di
persone per la costruzione di impianti e infrastrutture olimpici,
casi di violazioni della libertà di parola e pressioni su
giornalisti e attivisti civici.
La situazione dei diritti umani a Soči legata alla preparazione ai Giochi Olimpici nel corso della settimana è stata analizzata dalla prima analista per l'Europa e l'Asia Centrale dell'organizzazione internazionale per la difesa dei diritti umani "Human Rights Watch" Jane Buchanan insieme alla collega di Mosca Julija Gorbunova.
Jane Buchanan ha raccontato al corrispondente di "Kavkazskij uzel" che questa sua visita a Soči non è la prima – visita la città già da tre anni, continuando a studiare la situazione dei diritti dei lavoratori immigrati e delle persone trasferite, della limitazione della libertà di parola e della pressione sugli attivisti civici.
"Il nostro lavoro è costituito da interviste
alle vittime e sulla base di queste interviste scriviamo rapporti in
cui enunciamo la situazione e segnaliamo le violazioni. Sulla base di
questo governi, corporazioni e altri devono reagire" – dice
l'analista Jane Buchanan.
Con gli attivisti per i diritti umani si sono
incontrati i lavoratori immigrati che lavorano alla costruzione di
impianti olimpici. "Otto persone sono arrivate dal Tagikistan e
dall'Uzbekistan. Qui si sono trovati un lavoro e si sono scontrati
con situazioni molto complesse", – ha raccontato Jane
Buchanan.
Uno di loro ha raccontato che per tre mesi a lui e
alla sua brigata non hanno pagato lo stipendio, anche se fornivano
alloggio e cibo. Hanno dato solo 100-200 rubli [1]
per le sigarette e per telefonare. Di conseguenza ha lasciato questo
lavoro senza ricevere alcuno stipendio.
"Questi ha raccontato anche che il datore di
lavoro gli prese il passaporto per due mesi perché non potesse
andarsene da nessuna parte [2]
– questo è considerato lavoro forzato (schiavitù). Questa persona
si trova in una situazione senza uscita e questa è una violazione
molto seria", – ha dichiarato Buchanan.
Buchanan ritiene che la legislazione in Russia sia abbastanza sviluppata e che siano previsti diritti corrispondenti alle richieste internazionali, perciò il governo è obbligato a superare queste violazioni, cioè fare di tutto perché non si verifichino. Buchanan indirizza anche l'attenzione degli stessi lavoratori immigrati sull'indispensabilità di lottare per i propri diritti.
Buchanan ritiene che la legislazione in Russia sia abbastanza sviluppata e che siano previsti diritti corrispondenti alle richieste internazionali, perciò il governo è obbligato a superare queste violazioni, cioè fare di tutto perché non si verifichino. Buchanan indirizza anche l'attenzione degli stessi lavoratori immigrati sull'indispensabilità di lottare per i propri diritti.
"Vogliamo molto che gli stessi lavoratori, quando si scontrano con dei problemi, si rivolgano per avere aiuto alle organizzazioni sociali, alla procura o all'ispettorato del lavoro perché ci sia attenzione e queste violazioni siano indagate più spesso. E' molto importante il ruolo della società civile perché in presenza di tali violazioni gli attivisti agiscano e si rivolgano anche da qualche parte per avere informazioni su violazioni", – ha dichiarato Buchanan.
Oltre all'inosservanza dei diritti dei lavoratori immigrati gli analisti di "Human Rights Watch" hanno registrato violazioni legate al sistema di espropri e di trasferimenti di persone per la costruzione di impianti olimpici e infrastrutture, casi di violazione della libertà di parola, pressioni su giornalisti e attivisti civici.
"Le persone trasferite avrebbero dovuto ricevere
un normale risarcimento o un'abitazione corrispondente, ma non in
tutti i casi è stata ricevuto un risarcimento che corrisponde al
prezzo reale dell'immobile oppure le persone sono state trasferite in
abitazioni in condizioni sfavorevoli.
Giornalisti e direttori di
mezzi di comunicazione di massa hanno ricevuto minacce, il cui scopo
era cancellare gli articoli o cambiarli in modo tale che non fossero
di acuta critica. Si verificano casi in cui un giornalista vuole
capire la situazione da vari punti di vista, ma le alte personalità
non rispondono alle domande e non esprimono una posizione, perciò
per giornalista è difficile scrivere o parlare di questo tema come
richiede il giornalismo", – ha chiarito Jane Buchanan.
Durante questo viaggio le attiviste per i diritti
umani non si sono incontrate con i rappresentanti degli organi di
potere o delle compagnie che portano avanti la costruzione degli
impianti olimpici, ma hanno raccolto materiali per elaborare e
presentargli in seguito raccomandazioni per migliorare la situazione
nella Soči
olimpica.
Ricordiamo che in precedenza nel corso del monitoraggio di Human Rights Watch a Soči legato alla preparazione alle Olimpiadi invernali del 2014 furono evidenziati due problemi, la cui soluzione operativa potrebbe essere, secondo gli attivisti per i diritti umani, escludere serie violazioni: la mancanza di trasparenza negli espropri di immobili per costruire impianti olimpici e le condizioni in cui lavorano i costruttori.
"Human Rights Watch" ha dichiarato che i partecipanti al Congresso Olimpico devono elaborare un meccanismo continuo di valutazione della situazione dei diritti umani nel paese ospite prima, durante e dopo lo svolgimento dei Giochi Olimpici.
Come ha già comunicato "Kavkazskij uzel", contro il programma di preparazione di Soči alle Olimpiadi fin dall'inizio interviene una serie di organizzazioni ecologiste, sociali e politiche, facendo dichiarazioni su una catastrofe ecologica e sulle inevitabili liti tra il potere e la popolazione della città.
Nota della redazione: vedi anche le notizie "Gli abitanti di Soči dichiarano di rifiutare la formalizzazione da parte delle autorità degli appezzamenti di terreno che gli appartengono", "A Soči dopo una serie di picchetti è stato deciso di congelare la costruzione di un parcheggio sul territorio di un centro scolastico", "A Soči per macchinazioni con appezzamenti di terreno è stato condannato un gruppo di 13 persone".
Autore: Semën Simonov; fonte: corrispondente del "Kavkazskij uzel"
Note
[1]
Circa 2,5-5 euro.
[2]
In tutta la ex Unione Sovietica il passaporto è l'unico documento di
identità.
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Russia,
traduzioni
21 aprile 2012
Una storia poco nota: le rivolte contro Stalin
La seconda guerra civile
Negli anni '30 migliaia di militari dell'Armata Rossa
si misero contro il potere sovietico. Uno di essi scrisse ai propri
compagni combattenti: "Dovrete presto andare a difendere… un
branco di criminali"
13.04.2012
Andrej
Zubov, conduttore
della rubrica, dottore in Scienze Storiche, professore dello MGIMO
[1],
redattore responsabile del volume in due tomi "Storia della
Russia. ХХ secolo":
– Siamo abituati a
considerare le repressioni di massa degli anni '30 una crudele,
quasi maniacale eliminazione di persone leali al potere sovietico.
In parte fu anche così, ma non di rado, ciò sia detto a onore dei
cittadini del nostro paese, successe anche altrimenti. Molti verso
l'inizio degli anni '30 conobbero sulla propria pelle il carattere
criminale e disumano del potere sovietico e iniziarono a lottare con
esso. In questa lotta l'Armata Rossa non fu del tutto un'arma
obbediente nelle mani di Stalin e dei suoi complici. Non pochi
soldati e comandanti, presa coscienza del dilemma – il popolo o il
regime dominante – furono pronti anche in quegli anni a mettersi
dalla parte del popolo.
Lo storico Kirill
Aleksandrov, che si è molto occupato dello studio degli archivi
dell'OGPU-NKVD [2]
racconta questo, facendo i nomi di molti militari – eroi della
vera Russia.
Negli anni della Rivoluzione e della Guerra Civile,
secondo il noto enunciato di Lenin, "La Russia fu conquistata
dai bolscevichi". Ma la resistenza ad essi non terminò con
l'evacuazione delle Armate Bianche e la repressione delle rivolte
contadine negli anni 1920-1921. La successiva ondata di resistenza
di massa al potere sovietico fu legata alla lotta armata dei
contadini contro il sistema dei kolchoz da loro odiato.
Secondo i dati degli organi dell'OGPU, nel 1930 in
URSS ebbero luogo 13.453 azioni di massa contadine (tra cui 176
insurrezionali) e 55 aperte rivolte armate. In totale ad esse
parteciparono quasi 2,5 milioni di persone. La maggior parte delle
azioni anti-kolchoz si verificarono in Ucraina (4098), nella regione
del Volga (1780), nel Caucaso del Nord (1467), nelle regioni
centrali e delle Terre Nere [3]
(1373) e di Mosca (676) e in Siberia (565). Per la trojka dell'OGPU
passarono nel 1930 179.620 persone, di cui 18.966 furono condannate
alla fucilazione dai cekisti [4].
I più popolari slogan e appelli degli insorti in vari luoghi
suonavano così:
"Abbasso la collettivizzazione, viva la stolypinščina [5]!" (Repubblica Socialista Sovietica [6] Ucraina);
"Abbasso il potere sovietico e i kolchoz" (RSS Ucraina, Territorio del Caucaso del Nord della Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa [7]);
"Abbasso il comunismo leninista. Forza zar, proprietà individuali e antiche leggi" (RSS Ucraina);
"Il potere sovietico è un nemico, la religione un'amica" (Regione centrale e delle Terre Nere della RSFSR);
"Abbasso i tiranni comunisti. Viva la libertà di parola e il libero lavoro contadino" (Media regione del Volga);
"Cittadini, ponetevi come un sol uomo in difesa dell'Assemblea Costituente, unica espressione della vera volontà del popolo" (Regione di Mosca);
"Viva il capitalismo, lo zar e Dio, abbasso l'autocrazia del comunismo" (Regione centrale e delle Terre Nere della RSFSR);
"Contadini, prendete armi, bastoni, coltelli e forconi, ognuno ciò che ha, bruciate, assalite i comunisti, prendete il potere nelle vostre mani prima che sia tardi" (Siberia occidentale).
Gli insorti male armati non avevano comandanti
qualificati e soffrivano di acute carenze di munizioni. La
schiacciante superiorità tecnico-militare dell'avversario non gli
lasciò alcuna chance.
Ben maggiore inquietudine causò a Stalin la
situazione nell'Armata Rossa degli Operai e dei Contadini. Nelle
truppe c'era una sorda agitazione. Nel 1932 le Sezioni Speciali
dell'OGPU con l'aiuto di misure investigative registrarono nelle
truppe 313.762 casi di enunciazioni politiche negative e 5.054 di
enunciazioni sediziose e nel 1933 rispettivamente 346.711 e 4.148.
Di manifestazione di "umori antisovietici" i cekisti
accusarono 230.080 militari dell'Armata Rossa e della Marina, 48.706
sottufficiali e 55.777 rappresentanti degli ufficiali di medio
rango. Tenendo conto del fatto che il numero di membri delle liste
della RKKA [8] negli anni
1932-1933 oscillava tra 675 e 740 mila persone, erano cifre serie.
La voce del popolo
Sugli umori dei militari dell'Armata Rossa di quel
tempo testimoniano le delazioni delle sezioni speciali degli organi
dell'OGPU-NKVD e le prove materiali allegate alle denunce.
"In paese tutti rubano, tolgono diritti e deportano. Alle lezioni politiche la guida politica dichiara che all'estero i lavoratori sono sfruttati. Guardate quanti disoccupati vivono da noi e nessuno ha nulla da mettere sotto i denti. Se solo i paesi stranieri si sollevassero e là ammazzassimo tutti i comunisti come carogne, li infilzassimo con i forconi. <…> Ci spremono tutti i liquidi… Anche sotto Kolčak [9] si stava meglio" (militare non identificato della 21.a divisione dell'artiglieria dell'Armata Rossa, distretto militare Siberiano, primavera 1930).
Il 15 marzo 1932 nella scuola del 10° reggimento di artiglieria del distretto militare del Caucaso del Nord (SKVO [10]) a un membro del VKP (b) [11], l'allievo Jas'ko, fu trovato un messaggio: "Fratelli, c'è odore di polvere da sparo. Picchia i comunisti, tuoi nemici".
Il 23 aprile 1932 all'ingresso della stanza della cellula del partito del battaglione chimico separato dello SKVO fu trovato un foglio anonimo: "Compagno commissario, Lei dice che facciamo la promessa (del militare della RKKA – nota dell'autore) a operai e contadini che lotteremo fino alla fine per loro. Ma io prendo il coraggio di assicurarvi che verrà un tempo in cui non difenderemo i comunisti, carogne come voi. Non prenderemo in mano le armi, se voi conoscete la politica, noi conosciamo la nostra professione. Abbasso la guerra, abbasso il potere sovietico, abbasso i kolchoz – fai guerra all'URSS".
"Nel primo combattimento mettere una palla in fronte prima al comandante di battaglione e poi al resto degli ufficiali e passare dalla parte dei bianchi" (il militare della 4° compagnia del 65° reggimento Popov, SKVO, luglio 1932).
Il 12 agosto 1932 su un muro del magazzino di foraggio del 221° reggimento di artiglieria (SKVO) fu scoperta la scritta: "Compagno militare dell'Armata Rossa, ricorda che il tuo nemico sono i comunisti. Sono certo che in caso di guerra, che a breve tempo ci sarà, in primo luogo volgeremo le nostre armi contro i nostri nemici comunisti e komsomol'cy [12] e con grande successo elimineremo questo contagio".
Il 13 agosto 1932 nella divisione studentesca del 1° reggimento di artiglieria (distretto militare del Volga) furono trovati 4 esemplari di un foglio manoscritto: "Non ci permettono di pensare e parlare, ci tengono semi-affamati e al contempo affermano che anche questo è socialismo. Per noi studenti è tempo di guardare al di là del paravento chiamato socialismo. Esso copre un branco di rapinatori, assassini e truffatori".
"Il ringhio sibilante delle sirene, i pesanti sospiri delle fabbriche e il morto sciabordio delle masse d'acqua delle dighe dello Dneprostroj [13] e del Volchovstroj [14] è il gemito di decine di migliaia di proletari e contadini estenuati dal duro lavoro e dallo stomaco vuoto. Questo sangue di milioni di lavoratori si è mischiato al sudore freddo e adesso fa girare pesanti macine e potenti turbine" (dalla lettera aperta del 6 settembre 1932 alla cellula del partito del comandante di plotone dell'81.a divisione Ionov. Arrestato il 28 settembre).
Il 3 novembre 1932 nel 250° reggimento di artiglieria (Distretto militare di Mosca, MVO [15]) sul cancello della mensa ufficiali fu scoperto un foglio anonimo: "Compagni militari dell'Armata Rossa, forse per una grassa zuppa avete venduto il paese, i figli. Vi nutrono per mandarvi al macello. Dovrete presto andare a difendere… un branco di criminali, che hanno portato il paese al disonore, alla fame e alla miseria. Saccheggiano i vostri cari alla luce del sole. Salvate piuttosto il paese. Viva la libertà e la democrazia!"
"Non c'è bella vita da nessuna parte (…). La gente nei kolchoz fa la fame e dice: "F… vostra madre [16], comunque ci toccherà combattere con voi" (il militare dell'Armata Rossa Nikolaj Prokopov dello squadrone di cavalleria della 28.a divisione di artiglieria (SKVO). Arrestato il 17 febbraio 1933).
"Ovunque ci dicono che in Germania c'è la fame, che là i lavoratori fanno la fame, ma che si fa da noi? Non è in Germania la fame, ma da noi» (il capo del 2° settore della II direzione del quartier generale della RKKA, l'ex štabs-kapitan [17] Grigorij Vasil'ev, dicembre 1934. Arrestato).
"Se i contadini avessero che sarebbe stato di loro, indubbiamente non sarebbero andati con i bolscevichi, perché una parte dei contadini è stata esiliata, una parte è finita sotto il ghiaccio e gli altri sono stati cacciati nei kolchoz" (l'allievo della 1.a batteria della scuola di artiglieria di Kiev Širjaev alla lezione di storia del VKP (b) il 3 gennaio 1935. Arrestato insieme all'allievo Čabanov, che l'aveva appoggiato).
"Che eroe è stato Nikolaev, che ha ucciso Kirov [18]. Peccato che non abbiano ucciso Stalin, se si trovasse un eroe del genere" (il militare dell'Armata Rossa Aleksandr Smoljanec del 138° battaglione di artiglieria, distretto militare di Kiev, agosto 1936. Arrestato).
Il caso della "Primavera"
I documenti e i materiali della prima metà degli
anni '30 oggi accessibili ci permettono di dire che di certo non
sempre i "gruppi antisovietici" esistevano solo
nell'immaginazione dei cekisti. Con questi non solo si fabbricavano
i falsi delle indagini, ma si tenevano procedimenti che avevano un
risvolto del tutto reale. La guerra non dichiarata del potere contro
i contadini si rifletteva sullo stato dell'esercito nel modo più
deciso. E sarebbe stato strano se non fosse seguita una tale
reazione sociale.
Ancora alla fine degli anni '20 l'altissima
nomenclatura del VKP (b) temeva seriamente "azioni
controrivoluzionarie" con la partecipazione di militari. Negli
anni 1929-1930 dalle fila della RKKA furono cacciare 16.695 persone
appartenenti a "elementi di classe estranei". Secondo
l'ordine n. 251/119 dell'OGPU del 9 agosto 1930 "Sulla lotta
alla controrivoluzione e allo spionaggio nei reparti dell'Armata
Rossa" in meno di due anni i cekisti liquidarono tra le truppe
594 organizzazioni e gruppi controrivoluzionari e arrestarono 2603
loro membri, tra cui 106 rappresentanti degli ufficiali e del
comando.
Nell'agosto 1930 con la liquidazione del "Quartier
generale della riva sinistra [19]
delle truppe degli Insorti" nel distretto di Borzna [20]
del circondario di Konotop della RSS Ucraina cominciò il famoso
caso dell'organizzazione sotterranea nell'Armata Rossa (con centro
nel distretto militare ucraino). Più tardi questo clamoroso caso
ebbe il nome operativo "Primavera", secondo una delle
versioni per via della preparazione del rivolgimento, indicato dai
congiurati inizialmente per la primavera 1930, ma poi rinviato alla
primavera 1931. Principali attori della "Primavera" furono
ex generali e ufficiali dell'esercito imperiale, "specialisti
militari" capitati al servizio dell'Armata Rossa in varie
circostanze.
La quota di "specialisti militari" nei
quadri di comando della RKKA nella misura in cui il potere sovietico
cessò di aver bisogno degli ex ufficiali, diminuì costantemente:
75% nel 1918, 34% nel 1921, 12,5% nel 1931. In tutto per il caso
"Primavera" furono arrestate 3496 persone, per la
stragrande maggioranza "specialisti militari". Una delle
principali guide del complotto era ritenuto il principale capo
militare di Kiev, il cavaliere di san Giorgio ed ex generale di
divisione Vladimir von Olderogge. Questi fu fucilato nella notte
del 27 maggio 1931 a Charkiv con l'accusa di aver guidato
un'organizzazione sotterranea in Ucraina costituita da ex ufficiali.
Nel 1974 il tribunale militare del distretto militare di Kiev
riabilitò post-mortem Olderogge "per mancanza di indizi di
reato". Ciò dette un fondamento per dichiarare fabbricato
tutto il caso. Ma i suoi materiali lasciano ancora un sacco di
domande.
Nel 1930 nel 20° reggimento della 7.a divisione di
artiglieria, che era comandato Jakov Štrombach,
più tardi fucilato per il caso "Primavera", fu
denunciata una massiccia sparizione di armi. Sparirono 300 fucili, 2
mitragliatrici, decine di migliaia di cartucce e delle granate. Con
l'accusa di aver trasmesso armi al quartier generale dei contadini
insorti sulla riva sinistra furono arrestati il comandante del
reggimento e il suo attendente.
Resistenza singola
Molti gruppi sotterranei sorsero senz'alcun legame
con la "Primavera". Altri avversari di Stalin agirono da
soli. Nel febbraio 1930 nel distretto militare del Volga fu
arrestato l'attendente del comandante del 95° reggimento di
artiglieria Smirnov, risultato essere un colonnello dell'Esercito
dei Volontari [21]
nascostosi per 10 anni sotto un altro cognome. Nel corso della
perquisizione in casa di Smirnov i cekisti portarono via 4 casse di
cartucce. Con le armi attraverso la frontiera polacca cercò di
scappare il comandante di plotone del 192° reggimento della 64.a di
artiglieria Poptus.
A primavera il comandante di plotone della 45.a divisione di artiglieri Gluščenko cercò di unire intorno a se un gruppo di persone che professavano le sue stesse idee. A nome dell'"Unione per la liberazione" Gluščenko diffuse nel reggimento qualche foglio con questo contenuto: "Cittadini! Il terrore bolscevico si è rafforzato, il popolo sopporta sofferenze sotto la schiavitù bolscevica dei comunisti. I comunisti sono diventati essi stessi doppiogiochisti, trasformano i contadini in colonia. Alle armi contro il comunismo. Per la libertà e il lavoro, per la vita libera".
A luglio a Novgorod-Volynskij [17]
i cekisti scoprirono un'organizzazione cospirativa, a capo della
quale si trovava il comandante smobilitato di un reparto del 131°
reggimento di artiglieria e membro del VKP (b) Neščadimenko.
Nel gruppo di Neščadimenko
si trovavano circa 10 tra combattenti e comandanti, che si
erano posti come scopo la preparazione di una rivolta nel reggimento
e la presa delle armi. Furono arrestati tutti.
Nel maggio 1931 fu scoperta un'organizzazione
cospirativa nel 12° reggimento della 4.a divisione di artiglieria
(distretto militare Bielorusso), i cui membri preparavano una
rivolta e intendevano andare in Polonia con le armi. Il capo del
gruppo era il capo del quartier generale di un battaglione del 12°
reggimento Ivan Ljucko – riuscì a fuggire dal reparto verso la
frontiera e morì in una sparatoria con i cekisti.
Il 7 settembre 1934 gli agenti dell'UNKVD [23]
della regione di Mosca arrestarono un gruppo di militari della 23.a
brigata aerea con a capo l'attendente del comandante di plotone di
una compagnia Sučkov.
Da lui durante la perquisizione presero due "proclami
controrivoluzionari", compreso un piano per condurre propaganda
anti-stalinista nella propria compagnia.
Un fatto straordinario fu il disperato intervento
del capo del quartier generale della divisione di artiglieria del
campo cittadino di esercitazioni moscovita dell'Osoaviachim [24]
Artëm
Nachaev. All'alba del 5 agosto 1934 cercò di sollevare una
rivolta armata nelle caserme "Krasnoperekopsk" [25]
della Divisione Proletaria Moscovita di Artiglieria a Mosca. L'ex
membro del VKP (b) Nachaev condusse una divisione (200 combattenti)
nelle caserme del 2° reggimento, schierò i partecipanti alle
esercitazioni e si rivolse a loro con un fervido discorso, indicando
agli ascoltatori la piena perdita delle conquiste della rivoluzione
e anche la presa di impianti, fabbriche e terre da parte di un
mucchio di comunisti. Secondo Nachaev, lo stato staliniano aveva
schiavizzato operai e contadini e aveva distrutto la libertà di
parola. Terminò il proprio discorso con l'appello: "Abbasso la
vecchia dirigenza, viva la nuova rivoluzione, viva il nuovo
governo!"
Con un gruppo di combattenti che lo sostenevano il
valoroso comandante cercò di irrompere nel vano delle guardie per
armare la divisione con fucili da combattimento. Ma le guardie
aprirono il fuoco e dispersero gli assalitori. Nachaev fu preso e
fucilato a dicembre per decisione del Politbjuro.
Voli in sogno e in realtà [25]
Le fughe di aerei dall'Unione Sovietica si fecero
più frequenti. Così, per esempio, il 1 febbraio 1927 fuggì in
volo in Polonia l'ex sottufficiale Klim, comandante del 17° reparto
aereo. Più tardi cambiò cognome e si trasferì negli USA. Nel 1931
i cekisti arrestarono un aviatore-collaudatore, Trenin, che
intendeva fuggire in aereo in Polonia. Durante la perquisizione
dell'appartamento di Trenin scoprirono due "proclami
controrivoluzionari", che questi intendeva pubblicare
all'estero. In particolare Trenin scriveva: "Noi, aviatori
militari dell'Armata Rossa, non abbiamo sopportato l'accanito
sfruttamento, abbiamo spezzato le banditesche catene bolsceviche e
siamo giunti in volo sotto il vostro libero tetto". Durante
l'interrogatorio l'aviatore dichiarò: "L'esercito è il
baluardo di un mucchio di persone che ha preso il potere e coperto
dalle baionette fa violenza a una popolazione di 150 milioni di
persone".
Il 26 marzo 1933 passò in volo in Polonia dal
distretto di Smolensk [26]
l'aviatore del 57° reparto aereo Kučin.
Dietro di lui su un caccia fuggì in volo anche il suo tecnico
Strižov.
Nel 1934 passò in volo sul territorio della Lettonia dal distretto
militare di Leningrado Georgij Kravec e nel 1938 su un aereo U-2
passò sul territorio della Lituania il capo dell'aero-club di Luga
[27], il primo tenente
Vasilij Uniševskij,
morto nel 1944 nella Luftwaffe.
Malgrado il Grande Terrore
Il Grande Terrore degli anni 1937-1938 non indebolì
gli umori di protesta. Gli dette un nuovo impulso la dura guerra con
la Finlandia dell'inverno 1939-40. I documenti dei bollettini delle
procure distrettuali e delle delazioni delle Sezioni Speciali della
NKVD mostrano evidentemente che 20 anni dopo la conclusione formale
della Guerra Civile il potere non era riuscito ad ottenere neanche
una parvenza di "pace sociale":
"Durante la guerra i contadini non perdoneranno il potere sovietico degli anni 1932-1933 e in caso di guerra andrà contro il potere sovietico" (i militari dell'Armata Rossa del 17° plotone chimico separato Stepan Lobojko, Andrej Ivčenko, Stepan Gapčenko, KVO [28], estate 1937. Arrestati).
"Datemi le cartucce, sparo a tutti i comunisti e ai komsomol'cy" (il militare del 132° reggimento di artiglieria Ivan Baranov, KVO, agosto 1937. Arrestato).
"Il potere sovietico ha mandato il grano all'estero di proposito perché i contadini morissero di fame e andassero nei kolchoz" (il militare dell'Armata Rossa del reggimento del 6° corpo d'armata Ivan Tovkalin, KVO, agosto 1937).
"Il partito e il governo hanno cacciato a forza i contadini nei kolchoz, hanno rovinato i contadini. Nel 1933 per via della collettivizzazione moti contadini morirono di fame, i collettivi li portarono alla fame e alla morte. Il partito si è messo in un vicolo cieco e cerca un'uscita creando nemici e distruggendoli" (il militare dell'Armata Rossa del 71° reggimento della 24.a divisione di artiglieria Nikolaj Didimov, KVO, autunno 1937. Arrestato).
"La dittatura del proletariato è l'oppressione di tutti, tra cui i contadini" (la guida politica del 186° reggimento della 52.a divisione di artiglieria del Turkestan [29] Efim Kaplan, KVO, autunno 1937).
"E' giunto il tempo di fare i conti con i comunisti per i tre bambini perduti nel 1933" (il militare dell'Armata Rossa Ivanov, compagnia di trasporto del 146° reggimento della 44.a divisione di artiglieria, inverno 1939-40).
"Falce e martello – morte e fame" [30] (il militare dell'Armata Rossa Lavrenko, 204.a divisione anticarro della 163.a divisione di artiglieria, inverno 1939-40).
"Se i finlandesi ci prendessero prigionieri, ci si potrebbe arrendere e poi in prigionia volgere le baionette contro i nostri comandanti" (il militare dell'Armata Rossa Kozyrev, 3.a compagnia del 246° battaglione separato del genio del 47° corpo d'armata di artiglieria).
Nell'estate 1940 tra i materiali sullo stato morale e politico delle truppe del distretto militare speciale di Kiev, allora uno dei principali distretti occidentali dell'Unione Sovietica, giunse un comunicato speciale su un avvenimento eccezionale nella 7.a divisione di artiglieria di Černigov [31] della 12.a armata. Per ironia del destino – quella stessa divisione, in cui dieci anni prima avvenne la misteriosa scomparsa di 300 fucili e due mitragliatrici. A nome del comandante del 300° reggimento di artiglieria insieme ad altre lettere giunse un appunto anonimo scritto in brutta calligrafia. Un combattente ignoto scriveva: "Compagni combattenti! Capite bene che comandanti e commissari vi ingannano, vi maltrattano. Andate stracciati, affamati e gelati e non sapete perché andate a combattere contro la Romania. Prendete le armi contro i soviet e abbasso il potere dei soviet. Basta ingannare gli uomini combattenti, dategli libertà, date il pane ai contadini".
L'appunto fu scoperto dagli addetti politici il 22
giugno 1940.
Alla guerra più sanguinosa mancava esattamente un
anno.
Sull'autore
Kirill Michajlovič ALEKSANDROV, candidato in Scienze Storiche. Nato nel 1972 a Leningrado. Ha terminato gli studi nella facoltà di Scienze Sociali della RGPU [32] "A.I. Herzen" nel 1995. Dal 1992 si occupa continuamente di studi negli archivi di Russia, USA e RFG. Dal 2005 è primo collaboratore scientifico di "Storia della Russia", lavora alla facoltà di Lettere dell'Università Statale di San Pietroburgo. Dottorando dell'istituto di Storia dell'Accademia Russa delle Scienze di San Pietroburgo. Si occupa di storia militare, di storia dell'emigrazione militare russa e della protesta anti-stalinista degli anni 1927-1945. Autore dei libri "I soldati russi della Wehrmacht" (Мosca, 2005), "Il corpo ufficiali dell'armata del generale di brigata A.A. Vlasov [33] negli anni 1944-1945" (Мosca, 2009) e altri. Autore e redattore della raccolta "Sotto i tedeschi" (San Pietroburgo, 2011)."Novaja gazeta", http://www.novayagazeta.ru/society/52118.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)
[1]
Moskovskij
Gosudarstvennyj Institut Meždunarodnych Otnošenij
(Istituto Statale per le Relazioni Internazionali di Mosca).
[2]
Ob''edinënnoe
Gosudarstvennoe Političeskoe Upravlenie
(Direttorato Politico Unitario dello Stato) e Narodnyj
Komissariat Vnutrennich Del (Commissariato
del Popolo per gli Affari Interni), due nomi della polizia politica
di Stalin.
[3]
Fertili praterie della Russia centro-meridionale.
[4]
Membri della ČK
(Črezvyčajnaja
Komissija po bor'be s kontrrevoljucej i sabotažem
– Commissione Straordinaria per la lotta alla controrivoluzione e
al sabotaggio), la prima polizia politica sovietica e per estensione
agenti segreti.
[5]
Sorta di "utopia conservatrice" del ministro degli Interni
zarista Pëtr Arkad'evič Stolypin, che voleva trasformare i
contadini in piccoli proprietari per concessione statale.
[6]
In seguito RSS.
[7]
In seguito RSFSR.
[8]
Raboče-Krest'janskaja
Krasnaja Armija (Armata
Rossa degli Operai e dei Contadini).
[9]
Aleksandr Vasil'evič Kolčak, comandante delle forze
anti-bolsceviche nella Guerra Civile.
[10]
Dalla dicitura russa Severo-Kavkazskij
Voennyj Okrug.
[11]
Vserossijskaja
Kommunističeskaja Partija (bol'ševikov),
"Partito Comunista Pan-russo (dei bolscevichi)".
[12]
Membri della KOMmunističeskij
SOjuz MOLodëži
(Unione della Gioventù Comunista). Il rilievo grafico è mio.
[13]
"Cantiere dello Dnepr", cantiere della diga sullo Dnepr
presso Zaporižž'ja, nell'Ucraina meridionale.
[14]
"Cantiere del Volchov", cantiere della diga sul fiume
Volchov, nella regione di San Pietroburgo.
[15]
Dalla dicitura russa Moskovskij Voennyj Okrug.
[16]
"Fotti tua madre" è la più classica imprecazione russa.
[17]
Grado pre-rivoluzionario tra tenente e capitano. Il corsivo è mio.
[18]
Pseudonimo del politico Sergej Mironovič Kostrikov, il cui omicidio
dette il via alle grandi purghe staliniane.
[19]
Presumibilmente dello Dnepr.
[20]
Città dell'Ucraina settentrionale.
[21]
Armata controrivoluzionaria della Guerra Civile.
[22]
Ora ufficialmente Novohrad-Volyns'kyj, città dell'Ucraina
nord-occidentale.
[23]
Upravlenie Narodnogo Komissariata Vnutrennich Del (Direzione
del Commissariato del Popolo per gli Affari Interni).
[24]
Obščestvo SOdejstvija oborone, AVIAcionnomu i Chimičeskomu
stroitel'stvu (Società per la Promozione della Difesa,
dell'Aviazione e della Chimica), organizzazione paramilitare di
appoggio all'Aviazione sovietica.
[25]
Titolo di un film sovietico del 1982.
[26]
Città della Russia occidentale.
[27]
Città della Russia occidentale.
[28]
Kievskij Voennyj Okrug (Distretto Militare di Kiev).
[29]
Repubblica socialista sovietica dell'Asia Centrale.
[30]
In russo "falce" (serp) fa assonanza con "morte"
(smert') e "martello" (molot) con "fame"
(golod).
[31]
Oggi ufficialmente Černihiv, città dell'Ucraina settentrionale.
[32]
Rossijskij Gosudarstvennyj Pedagogičeskij Universitet
(Università Pedagogica Statale Russa).
[33]
Andrej Andreevič Vlasov, generale sovietico passato dalla parte dei
nazisti durante la II guerra mondiale.
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