21 luglio 2012

Cronache dalla Russia, dove la polizia è diventata un associazione a delinquere (anche con fini eversivi)

Poliziotti-delinquenti in Inguscezia 


Roza Mal'sagova, 19.07.2012 01:25 

Perché in Russia non amano i poliziotti? La domanda è retorica, ma se comunque si chiede a qualsiasi persona comune per le strade delle città russe se prova rispetto per i tutori dell'ordine, la risposta è il più delle volte negativa. Non li amano, non li rispettano, ma soprattutto non si fidano di loro. E' triste, ma è un fatto.

Preciso in anticipo che personalmente non ho alcuna antipatia per gli agenti delle forze dell'ordine, tanto più che l'unico mio vero amico, anzi amica è un tenente colonnello della polizia stessa. E anche suo marito è un poliziotto – una carissima persona, tra l'altro e malgrado l'opinione secondo cui tutti gli "sbirri" sono ignoranti entrambi sono intellettuali e sono semplicemente persone oneste e intelligenti.

Lo "sbirro" è la caratteristica non di una persona, ma di un fenomeno, che, come il genio nella bottiglia, è saltato fuori negli anni della perestrojka e si è rafforzato con la dichiarazione di Vladimir Putin quando nel 2000 proclamò la "dittatura della legge". Questo stesso nesso di parole è radicalmente assurdo, ma proprio questo ha dato il via al pieno abuso degli uomini delle strutture armate e ciascuno al suo livello, a cominciare dai gaišniki [1] per finire con gli ufficiali di più alto rango, ha preso a realizzare la propria supremazia di struttura armata sul mercato degli affari.

C'è perfino la corrispondente barzelletta russa: – un giovane inizia a lavorare al servizio della polizia, ma per un tempo piuttosto lungo non prende il proprio compenso. Dopo qualche mese il capo è costretto a chiedergli – "Perché, dimmi, non vieni a prendere lo stipendio?", al che il poliziotto risponde stupito: "Allora mi spetta anche uno stipendio?! Pensavo che se mi davate un'uniforme da poliziotto e una pistola, dovessi garantirmi i soldi da solo". La realtà russa, per quanto triste, praticamente corrisponde a questa storiella.

La statistica dei reati commessi da agenti delle forze dell'ordine cancella tutte le dichiarazioni ufficiali sul successo della riforma compiuta l'anno scorso nella struttura armata. L'ex capo del ministero degli Interni russo Rašid Nurgaliev senza ombra d'imbarazzo dichiarò che dopo la riforma della polizia era rimasto "solo il meglio del meglio e la corruzione, gli abusi di potere e tutto il negativo era rimasto indietro".

E la cronaca nera dei reati che proprio gli agenti delle strutture armate compiono parla di un processo inverso. I poliziotti sono colti a "coprire" prostituzione, gioco d'azzardo e traffico di droga. I signori poliziotti del territorio di Perm' [2] hanno fatto lo scalpo a un medico, il capo dell'OVD [3] di Carycyno [4] Evsjukov tanto per fare uccise a colpi d'arma da fuoco due persone e ne ferì sette, a Kazan' [5] hanno violentato a morte un arrestato con una bottiglia di champagne, a Pietroburgo hanno ucciso un adolescente 15enne arrestato e in Inguscezia il capo di un GOVD [6] e il suo vice hanno torturato e violentato un arrestato.

Se si chiama un topolino "poliziotto", si ricevono tali risposte – lupi mannari con le mostrine [7], dei poliziotti ubriachi hanno rapinato un compagno di viaggio su un treno, un poliziotto ubriaco ha ucciso due bambini, dei poliziotti hanno rapinato una straniera, un poliziotto preparava omicidi su commissione e così via all'infinito.

L'ultimo comunicato dall'Inguscezia su reati compiuti da poliziotti ha semplicemente mosso l'indignazione pubblica. Il 12 luglio un gruppo di ignoti ha compiuto un'aggressione ai danni del ministro dell'Istruzione, che dormiva pacificamente nella propria casa. La donna è stata legata e rapinata, poi sono saliti sulla sua macchina straniera e sono fuggiti. Gli sfortunati padroni di casa sono riusciti a liberarsi e a chiamare i poliziotti, che si sono gettati all'inseguimento dei banditi. Qualche ora dopo i rapinatori sono stati bloccati nella stalla di un allevamento, ma, avendo evidentemente deciso di non lasciare quanto "guadagnato con un lavoro superiore alle forze" [8], hanno cominciato a rispondere al fuoco. La sparatoria è terminata quando uno dei rapinatori è stato ucciso, due sono stati feriti, altri quattro si sono arresi e uno è riuscito a scappare. E' stato grande lo stupore dei poliziotti quando hanno capito che la banda era composta per metà da agenti di polizia effettivi.

Il sottotenente di polizia 21enne ricercato Rustam Evloev lavorava come agente del servizio di pattuglia e dei posti di blocco dell'Inguscezia. Era stato assunto un anno fa, due mesi fa si era sposato con una collega della stessa unità. Le caratteristiche di servizio erano le positive.

Quelli a cui è davvero caro l'onore di ufficiali non vogliono parlare dei propri colleghi criminali. Un ufficiale dell'alto comando del ministero degli interni dell'Inguscezia che desidera restare anonimo ha detto che gli arrestati fanno già confessioni e hanno fatto i nomi di altri 20 loro colleghi, che facevano parte della banda e terrorizzavano funzionari e facoltosi uomini d'affari di questa piccola repubblica già da qualche anno.

Solo negli ultimi tre anni vittime di queste aggressioni sono stati il ministro dell'Edilizia Amirchanov ucciso, il vice ministro della Sanità Sof'ja Ėsmurzieva, il ministro del Fondo di Previdenza Sociale Magomed Marchiev, a cui dopo l'aggressione è stata amputata una gamba, e letteralmente due mesi dopo è stato già compiuto un attentato al suo successore Alichan Cečoev.

Le dichiarazioni dei cittadini sul fatto che alle aggressioni avevano partecipato agenti delle strutture armate non sono mai state prese in considerazione e delle rapine si accusavano i militanti. Ma in realtà è risultato che i poliziotti "guidavano" i banditi, i poliziotti rapinavano e i poliziotti uccidevano.

Il capo della repubblica ha commentato che "la banda da più di un anno si trovava sotto inchiesta, erano tenuti sotto osservazione e alla fine li hanno arrestati in flagrante". A suo dire, difficilmente gli arrestati avevano legami con i militanti.

Anche il ministro degli Interni dell'Inguscezia Aleksandr Trofimov è stato costretto ad ammettere che "tra i membri della banda c'erano anche agenti di polizia effettivi", ma, a dire il vero, al giorno d'oggi si considerano tutti licenziati per via del procedimento penale aperto nei loro confronti.

La situazione per tutti gli arrestati si aggrava ancora per il fatto che, oltre alla legge, gli toccherà rispondere davanti al popolo, davanti a chi è stato vittima delle loro aggressioni e ai suoi familiari. E qui emerge in primo piano la legge della vendetta di sangue, la legge delle montagne. E neanche la prigione li salverà dal castigo. Questa è la realtà della vita nelle repubbliche caucasiche.

Nel Caucaso chiesero a un vecchio rispettato nel suo clan: – Quanti figli hai? Dopo aver pensato, questi rispose: – Sei figli e un poliziotto. La triste ironia del vecchio è legata al fatto che i caucasici hanno sempre legato il lavoro negli organi [9] alla delazione. Il tempo ha cambiato l'atteggiamento verso la scelta di questa professione e il lavoro negli organi è diventato un fatto di prestigio. Ma anche qui il ruolo principale l'ha giocato solo il fatto che la persona riceveva in mano un'arma e il potere sui propri simili e tra l'altro il grado di rispetto sociale per i rappresentanti di questa professione con gli anni è diventato sempre più basso. Purtroppo.

"Ingushetia.ru", http://ingushetiyaru.org/news/23106.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni) 

[1] Agenti del GAI (Gosudarstvennaja Avtomobil'naja Inspekcija, "Ispettorato Automobilistico Statale"), cioè della polizia stradale. Il corsivo è mio.
[2] Città ai piedi degli Urali.
[3] Otdel Vnutrennich Del (Sezione degli Affari Interni), in pratica la sede della polizia. [4] Quartiere della parte meridionale di Mosca.
[5] Città della Russia centrale.
[6] Gorodskoj Otdel Vnutrennich Del (Sezione Cittadina degli Affari Interni), sede cittadina della polizia.
[7] Pittoresca definizione degli ufficiali di poliza dediti ad attività criminali.
[8] Nota frase del film sovietico Ivan Vasil'evič cambia professione, in cui un ladro definiva il proprio bottino in questi termini.
[9] "Organi" sta per organi del ministero degli Interni, cioè la polizia e i servizi segreti.

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