La rappresentativa della banca
Rossija [1]
21.07.2012
"Quando Koloskov [2]
lasciò l'Unione Calcistica Russa (RFS [3]),
nei conti avevamo un saldo positivo dell'ordine di qualche decina di
milioni di rubli [4].
Quando se ne andò Mutko [5],
nell'organizzazione sorsero le prime perdite – 200 milioni [6].
Al momento delle dimissioni di Fursenko [7]
i debiti dell'Unione ammontavano a poco meno di un miliardo [8].
Evidentemente questo è il management efficace di oggi", –
giudica non senza ironia la difficile situazione economica della RFS
il suo ex direttore generale Aleksandr Tukmanov. Nelle cause della
dinamica finanziaria negativa preferisce non entrare, ma si pone
solo una domanda: "Da dove vengono questi debiti?"
Come riferì la scorsa settimana il "Kommersant''"
[9], rimandando a una fonte
nella RFS, il deficit annuale del budget dell'organizzazione
calcistica ammonta ad oltre 800 milioni di rubli [10].
Tra l'altro si è creato un indebitamento, ha fatto notare il
giornale, in conseguenza di un credito che sarebbe stato aperto da
Sergej Fursenko presso la banca Rossija.
Alla banca si sono rifiutati di commentare questa
notizia, rimandando alla FZ [11]
"Sulle banche e l'attività bancaria", che prevede
l'osservanza del segreto su operazioni, conti, depositi e clienti
degli istituti di credito. Di poche parole è stata anche l'Unione
Calcistica Russa: il vice-presidente [12]
ha detto che non dispone per principio di informazioni sul budget e
al dipartimento finanziario hanno riferito della mancanza sul posto
del direttore finanziario.
Tuttavia la fonte della "Novaja gazeta" ha
confermato non solo la presenza dell'indebitamento, ma anche
l'oggetto di garanzia: "Sì, il prestito fu preso dando in
garanzia i diritti commerciali. Non so precisamente, ma Sergej
Aleksandrovič avrebbe
ricevuto denaro a credito l'anno scorso – quando l'UEFA prese la
decisione di centralizzare i diritti commerciali".
Chiariremo subito che i diritti commerciali della
federazione nazionale sono i diritti per lo smercio mediatico del
suo asset fondamentale: la rappresentativa nazionale. Le componente
più attraente dei diritti commerciali sono i diritti televisivi per
la trasmissione delle partite casalinghe della squadra nazionale e
la pubblicità sui tabelloni.
Secondo il rappresentante della compagnia Sportfive in Russia Michail Širokij (la compagnia collabora con la RFS e con una serie di club – nota del traduttore), le federazioni di regola non smerciano i propri diritti, ma preferiscono coinvolgere agenzie specializzate: "Di principio ci sono poche agenzie del genere al mondo – Sportfive, IMG, Infront, ecc. Queste acquistano i diritti e in seguito li smerciano con un sovrapprezzo del 15-20% circa. Il contratto di solito viene siglato in due cicli di selezione e il suo prezzo dipende dagli avversari con cui la rappresentativa nazionale è capitata".
A marzo dello scorso anno il congresso dell'UEFA a
Parigi ha annunciato la centralizzazione dei diritti mediatici delle
partite di qualificazione ai campionati mondiali ed europei a
partire dal 2014, cioè alle porte di Euro-2016. Dal release
dell'UEFA: "Il passaggio alla centralizzazione dei diritti
mediatici per la trasmissione delle partite delle rappresentative
nazionali deve aiutare le associazioni nazionali a guadagnare più
soldi negli incontri di qualificazione e a garantire un reddito
stabile dalla partecipazione al ciclo di qualificazione. Adesso il
reddito dei paesi membri dell'UEFA non dipenderà dai risultati del
sorteggio".
L'UEFA, come consegue dal release, acquisirà da
tutte e 53 le federazioni nazionali che di essa fanno parte, i
diritti televisivi per la trasmissione delle partite del torneo di
qualificazione al Campionato Europeo 2016 e della zona europea del
Campionato Mondiale 2018. Tra l'altro le federazioni, spiega più
avanti l'UEFA, saranno suddivise in tre categorie secondo il loro
rango nel calcio europeo: inferiore, medio e "d'élite. Cito:
"Le federazioni della categoria inferiore riceveranno per la
vendita all'UEFA delle trasmissioni televisive 8 milioni di euro,
quelle della categoria media 13 milioni, e quelle della categoria
"d'élite" circa 20 milioni".
Secondo Michail Širokij,
l'Unione Calcistica Russa rientra nella categoria "d'élite"
e perciò i suoi diritti commerciali già oggi possono essere
valutati 20 milioni di euro e perfino "essere oggetto di
garanzia in caso di ricevimento di un prestito multimilionario"
[13]. Inoltre, fa notare
Širokij,
Fursenko non poteva non saperlo, perché era presente al congresso
dell'UEFA a Parigi, dove l'hanno eletto nel comitato esecutivo
dell'associazione europea: "Suppongo che proprio allora abbia
valutato un asset come i diritti commerciali. E ha capito: in caso
di estrema necessità di denaro circolante questi diritti si possono
cedere o dare in garanzie per avere molti soldi".
Ma un'estrema necessità di denaro, ritiene
Aleksandr Tukmanov, essenzialmente non avrebbe dovuto sorgere: "La
RFS ha un sacco di sponsor forti – la Gazprom, la Sogaz [14],
la Nornikel' [15], e la
"Staryj mel'nik" [16]…
Penso che le entrate da questi siano di qualche decina di milioni di
dollari. Io, certo, ammetto che la nostra rappresentativa nazionale
sia la principale consumatrice dei soldi giunti alla RFS, ma non a
questo punto. Come si può giungere ad aprire un credito?"
Michail Širokij
si pone la stessa domanda, continuando ad elencare gli sponsor:
"C'era anche la Uralkalij [17]
di Sulejman Kerimov, ci sono anche lo sponsor tecnico a lungo
termine Adidas, che stanzia annualmente 10 milioni di dollari, la
Volkswagen, la MegaFon [18]
e altre". Alla РФС giungono soldi anche dal ministero dello
Sport – il transfert annuale ammonta a 90 milioni di rubli [19]
e anche dalla FIFA secondo il programma di aiuto finanziario (FAP
[20]).
Il consulente della FIFA nei paesi della CSI Valerij
Čuchrij
dice che la RFS negli ultimi due anni ha ricevuto più di 1 milione
di dollari e avverte: la spesa del denaro dell'associazione
internazionale è controllata in modo particolarmente severo: "La
FIFA svolge annualmente un audit esterno dei conti su cui passano i
soldi del programma FAP e se l'ordine della spesa di questi viene
violato, la federazione deve attendersi una pena. Finora, a dire il
vero, abbiamo punito solo la Federazione del Calcio della Somalia –
la sua leadership con il denaro giunto acquistò degli immobili per
le proprie necessità. Spero che l'Unione Calcistica Russa non si
sia permessa un tale sperpero. Anche se in Russia si è cancellato
da tempo il confine tra il possibile e l'inammissibile".
La FIFA non applicherà precisamente sanzioni nei
confronti dell'Unione Calcistica Russa per la presenza di debiti nei
confronti di terzi, continua Čuchrij:
"Non ci sono tali strumenti. L'ingerenza è possibile solo se
la federazione si riconosce insolvente".
Un collaboratore della RFS ricorda che l'Unione ha
abbastanza asset di riserva per garantire il credito "in caso
di necessità": "Ci sono un terreno a Bronnicy [21],
qualche vano a Mosca, beh, di fatto anche metà della Casa del
Calcio". Per informazione: secondo i dati del Rosreestr [22],
la Casa del Calcio di sei piani (via Narodnaja [23]
7) appartiene alla Spa "Moskovskij centr biznesa i sporta"
[24], i cui azionisti
sono la RFS (56%) e il comune di Mosca (44%).
Michail Širokij,
tra l'altro, è sicuro che la faccenda non arriverà alla vendita di
proprietà della RFS: "Il prezzo dei diritti commerciali
ipotecati già oggi non è inferiore al credito, se si prendono in
considerazione gli 800 milioni di rubli indicati e tra un anno
raggiungerà i 30 milioni di euro – perlomeno su questo insistono
le federazioni che rientrano nella cosiddetta categoria "d'élite".
Cosicché la banca che ha concesso il credito alla RFS in caso di
richiesta della garanzia potrà anche guadagnarci".
La AB [25]
Rossija, che chiamano creditore della RFS, è legata a uomini
d'affari vicini al presidente Vladimir Putin: Arkadij Koval'čuk,
Nikolaj Šamalov,
Dmitrij Gorelov, Gennadij Timčenko…
Alla capitalizzazione di questa banca partecipò un tempo anche
Sergej Fursenko: la sua NPP [26]
TĖMP
(dove l'ex capo della RFS figurava come comproprietario e direttore)
nel 1992 entrò nel capitale nominale di Rossija. Allora ricevettero
quote della banca altri conoscenti di Vladimir Putin, tra cui anche
Jurij Koval'čuk,
che al giorno d'oggi è il maggior azionista fisico della Spa "AB
"Rossija"".
Non solo rapporti commerciali legano Fursenko a
Koval'čuk:
essendo vicini nella cooperativa Ozero [27],
entrambi figurano anche come membri della Lega Russa delle Cariche
Consolari Onorarie (Sergej Fursenko è console onorario del
Bangladesh e Jurij Koval'čuk
della Thailandia).
Fino all'arrivo alla RFS Sergej Fursenko capeggiava
la ZAO [28]
"Nacional'naja MediaGruppa" [29]
(NMG), che fa parte del gruppo bancario di Rossija. E subito dopo
l'elezione di Fursenko a presidente della federazione calcistica nel
2010 sponsor titolare della Premier League Calcistica Russa divenne
la compagnia assicurativa Sogaz, pure controllata dalla banca "AB
"Rossija"". La stessa banca diventò quella di
pagamento alla RFS, racconta un ex collaboratore
dell'organizzazione: "Da noi alla Casa del Calcio dopo
l'elezione di Sergej Aleksandrovič
subito comparve un bancomat di Rossija – tutti capirono da
dove adesso sarebbero venuti i soldi".
Andrej Suchotin, http://www.novayagazeta.ru/sports/53641.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)
[1]
"Russia".
[2]
Vjačeslav Ivanovič Koloskov, presidente della Federcalcio sovietica
dal 1990 al 1991 e presidente della Federcalcio Russa dal 1992 al
2005.
[3]
Sigla della Federcalcio russa, dalla dicitura Rossijskij
Futbol'nyj Sojuz.
[4]
10 milioni di rubli dell'epoca erano circa 280 mila euro.
[5]
Vitalij Leont'evič Mutko, presidente della RFS dal 2005 al 2009, ora
ministro dello Sport.
[6]
200 milioni di rubli dell'epoca erano circa 4,6 milioni di euro.
[7]
Sergej Aleksandrovič Fursenko, presidente della RFS dal 2009 al 25
giugno di quest'anno.
[8]
Un miliardo di rubli sono circa 25,6 milioni di euro.
[9]
"Commerciante" (la grafia arcaica rimanda a un'omonima
testata pre-rivoluzionaria), importante giornale economico russo.
[10]
Circa 20,5 milioni di euro.
[11]
Federal'nyj Zakon
(Legge
Federale).
[12]
In realtà dal 25 giugno Nikita Pavlovič Simonjan è presidente
della RFS.
[13]
1 milione di rubli sono circa 25 mila 600 euro.
[14]
Compagnia assicurativa del gruppo Gazprom.
[15]
Noril'skij
Nikel'
(Nichel di Noril'sk), compagnia metallurgica. Noril'sk è una città
della Siberia settentrionale.
[16]
"Vecchio mulino", marca di birra.
[17]
"Potassio degli Urali", maggior produttore russo di
potassio.
[18]
Operatore di telefonia russo.
[19]
Circa 2,3 milioni di euro.
[20]
Dalla dicitura inglese Financial
Assistance Program.
[21]
Città della regione di Mosca.
[22]
"Registro Russo", nome non ufficiale del "Servizio
Federale di Registrazione, Catasto e Cartografia Statale".
[23]
"Via Popolare", via del centro di Mosca.
[24]
"Centro Moscovita degli Affari e dello Sport".
[25]
Akcionernyj Bank (Banca Azionaria).
[26]
Naučno-Proizvodstvennoe
Predprijatie (Impresa
Scientifico-Produttiva).
[27]
"Lago", cooperativa per la costruzione e la gestione di
dacie, ma soprattutto per la gestione degli affari dell'entourage di
Putin...
[28]
Zakrytoe Akcionernoe
Obščestvo (Società
per Azioni a Numero Chiuso).
[29]
"Gruppo Mediatico Nazionale".
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