Gli ecologisti: il Caspio si è
scontrato con la minaccia del degrado di una biodiversità unica
3 novembre 2012, 23.39
I partecipanti alla videoconferenza multimediale Mosca-Baku-Astana "L'ecologia del Caspio. Problemi e vie di soluzione" si sono divisi nelle opinioni sulle fonti fondamentali di inquinamento del Mar Caspio, riferisce il corrispondente di "Kavkazskij uzel".
"La videoconferenza è stata fatta coincidere
con il 9° anniversario della firma della Convenzione Quadro di
Teheran per la difesa dell'ambiente marino del Caspio, che si ricorda
il 4 novembre e ha avuto luogo il 31 ottobre al centro stampa della
RIA "Novosti" [1]."
Nel novembre 2003 i rappresentanti dei paesi del
Caspio firmarono la Convenzione Quadro per la difesa dell'ambiente
marino (Convenzione di Teheran), che entrò in vigore il 12 agosto
2006. Il suo scopo fondamentale è la garanzia della sicurezza
ecologica di questo unico bacino e la difesa delle sue ricchezze
naturali nel corso dello sfruttamento delle risorse di idrocarburi
del fondale marino.
Il tema fondamentale della videoconferenza,
nell'ambito della quale è scoppiata una discussione tra i suoi
membri, è stato la questione delle fonti di inquinamento del
mare-lago. I rappresentanti di Russia e Kazakistan hanno notato che
il pericolo fondamentale per il Caspio è l'inquinamento da petrolio.
"Ai nostri occhi diventa evidente la minaccia
del degrado della biodiversità unica di questo ecosistema"
Il primo collaboratore scientifico dell'Istituto di Oceanologia dell'Accademia Russa delle Scienze Boris Golubov ha notato che il boom petrolifero ha portato al fatto che nella regione "si sono avventate le compagnie petrolifere".
"E' sorta la minaccia di una progressiva necrosi
del Mar Caspio. Le fonti interne di inquinamento del Caspio sono
importanti e prevenire questo pericolo è indispensabile, ma ciò che
si fa con il sottosuolo è ben più serio. Ai nostri occhi diventa
evidente la minaccia del degrado della biodiversità unica di questo
ecosistema", – ha dichiarato.
Secondo il collaboratore dell'Istituto di
Oceanologia, solo presso Baku si conservano centinaia, se non
migliaia di pozzi abbandonati da cui giunge petrolio in mare. Il
petrolio fa parte dei rifiuti dei vulcani di sporcizia. Come altro
fattore di minaccia per la natura, oltre alla crescita
dell'estrazione di petrolio, lo studioso ha indicato la crescita
della militarizzazione della regione.
"Dove c'è petrolio, ci sono anche conflitti –
sociali, economici, interetnici", – ha sottolineato Golubov. A
suo parere gli stati del Caspio non tengono conto della triste
esperienza sovietica di estrazione di petrolio e non si preparano a
nuovi possibili incidenti. "Con cinque balie il bambino è
rimasto senza un occhio!" [2]
– ha riassunto Boris Golubov.
Il vice direttore generale della compagnia Scanex, che conduce il monitoraggio spaziale del Caspio, Aleskej Kučejko ha ricordato che la petroliera "Grigorij Bugrov", incagliatasi in una secca nel 2011 con seimila tonnellate di mazut [3] a bordo potrebbe diventare causa di una catastrofe ecologica paragonabile al noto riversamento di petrolio nel Golfo del Messico.
"I problemi del Caspio si ricordano
prevalentemente solo durante lo svolgimento di grandi iniziative o in
caso di date tonde"
Il presidente dell'Unione Ecologista delle associazioni e delle imprese del Kazakistan "Tabigat" Mėls Eleusizov a sua volta ha notato che anche in Kazakistan esiste il problema dei pozzi petroliferi affondati. "E' un pericolo molto serio. La pellicola di petrolio dello spessore di un micron distrugge tutto ciò che è vivo fino a tre metri di profondità. E' molto più pericolosa delle acque di scolo", – ha sottolineato.
L'esperto ha ricordato che poiché il Mar Caspio è
un lago chiuso, non può ripulirsi da solo in caso di forte
inquinamento. Secondo Eleusizov, la Convenzione di Teheran non
funziona affatto e tutte le riunioni ecologiche svolte "sono
semplicemente chiacchiere". "I problemi del Caspio si
ricordano prevalentemente solo durante lo svolgimento di grandi
iniziative o in caso di date tonde", – ha concluso.
Gli esperti azeri, al contrario, hanno aspirato a dissipare al massimo l'idea del petrolio come inquinante fondamentale del Mar Caspio. Il capo della sezione per la politica ecologica e di tutela della natura del Ministero per l'Ecologia e le Risorse Naturali azero Rasim Sattarzade ha dichiarato che la questione più attuale di oggi è la tutela del Mar Caspio dall'inquinamento portato da fonti di superficie e dai fiumi che sfociano in esso.
"Solo il 2-3% dell'inquinamento è causato da
prodotti petroliferi, ma il problema fondamentale del Caspio sono le
acque di scolo non depurate."
"Si deve estrarre il petrolio, semplicemente è
indispensabile minimizzare i rischi – applicare tecnologie e metodi
di controllo moderni", – ha dichiarato Sattarzade.
Il direttore dell'Istituto di Ricerca Scientifica sulla Pesca Azero Mechman Achundov ha dichiarato che solo il 2-3% dell'inquinamento è causato da prodotti petroliferi, ma il problema fondamentale del Caspio sono le acque di scolo non depurate. Questi ha notato anche la pericolosità dell'inquinamento del mare da parte delle acque di zavorra delle navi in arrivo, in cui nel Caspio nel 1999 giunsero gli Ctenofori, che hanno sostanzialmente "divorato" la fauna marina del Caspio.
Ha sostenuto i propri colleghi il presidente del centro nazionale azero di prognosi ecologiche Tel'man Zejnalov, che ha concentrato la propria attenzione sull'industria del bracconaggio degli storioni.
Boris Golubov ha notato qui che i colleghi azeri
"sottovalutano un po'" il fattore petrolifero. Come ha
notato l'esperto, esiste un'ipotesi, secondo cui l'elaborazione di
giacimenti provoca l'uscita di petrolio in superficie sul mare.
"Si sono divise anche le opinioni dei
partecipanti al videoconferenza sui metodi di lotta all'inquinamento
del Mar Caspio."
Rasim Sattarzade ha ritenuto che la cosa più
importante sia la lotta alle acque di scolo non depurate. A suo dire,
l'Azerbaigian ogni anno spende circa un miliardo di dollari per il
programma di modernizzazione degli impianti di depurazione presenti e
di costruzione di nuovi lungo le rive del Mar Caspio. Sono stati
costruiti e si costruiscono i seguenti impianti di depurazione: a
Govsan (della potenza di 640 mila metri cubi di liquido al giorno),
Sumqayıt
(della potenza di 200 mila metri cubi d'acqua al giorno),
Mɘrdɘkan-Şuvelan
(20 mila metri cubi), Buzovna (10 mila metri cubi). In seguito si
programma di creare impianti di depurazione su tutte le rive
dell'Azerbaigian. E nella penisola di Abşeron
per prevenire lo scarico in mare di acque di scolo delle case private
saranno costruiti impianti di depurazione mobile.
Rasim Sattarzade ha riferito anche che alla
conferenza della Convenzione Quadro per la difesa dell'ambiente
circostante del Mar Caspio, che si svolgerà a Mosca il 5-12
dicembre, saranno prese iniziative su piano biennale, tra cui anche
un protocollo sulla prevenzione di riversamenti di petrolio in mare.
Il direttore dell'Istituto di Ricerca Scientifica
sulla Pesca Azero Mechman Achundov ha dichiarato che è necessario
non fermare l'estrazione di petrolio, ma condurla secondo le norme e
le richieste internazionali.
Aleksej Kučejko
ha proposto di creare un unico sistema di monitoraggio spaziale della
situazione del Caspio, unendo i sistemi settoriali presenti
degli stati del Caspio. A suo dire, ciò permetterà di "guardare
con occhi aperti lo spazio d'acqua del Caspio". Inoltre il
monitoraggio spaziale può, per esempio, aiutare a lottare con il
bracconaggio.
L'idea è stata sostenuta da Boris Golubov, che ha
notato che la comunità scientifica dei paesi del Caspio deve
elaborare approcci scientifici comuni. Questi ha anche messo in luce
la necessità di elaborare un nuovo protocollo nell'ambito della
Convenzione di Teheran per la tutela del sottosuolo e delle risorse
biologiche del Mar Caspio.
Eleusizov, a sua volta, ha ritenuto che la soluzione
dei problemi della tutela del Caspio sarà trovata solo quando di ciò
si occuperanno seriamente la società e i leader dei paesi del
Caspio.
Come ha già riferito "Kavkazskij uzel", i presidenti di Russia, Kazakistan, Azerbaigian, Turkmenistan e Iran il 18 novembre 2010 tennero a Baku il III summit dei capi di Stato del Caspio. Uno degli accordi raggiunti al summit è stata l'introduzione di una moratoria sulla pesca degli storioni. Inoltre i presidenti hanno firmato un patto di collaborazione nell'ambito della sicurezza sul Caspio e una dichiarazione comune.
Nell'aprile 2011 a Baku alla 28.a seduta del Gruppo Speciale di Lavoro per l'elaborazione della convenzione sullo status giuridico del Mar Caspio le delegazioni dei cinque stati del Caspio – Azerbaigian, Iran, Kazakistan, Federazione Russa e Turkmenistan hanno discusso, tra l'altro, le questioni della tutela delle risorse ittiche.
La questione della determinazione dello status giuridico del Mar Caspio si è attualizzata dopo il crollo dell'URSS, quando la comparsa degli stati di Azerbaigian, Kazakistan e Turkmenistan pose la questione della delimitazione del Caspio tra cinque paesi. Fino ad allora lo status del Caspio era stato regolato dall'accordo del 1921 tra Russia e Persia e anche dalla convenzione sulla popolazione, il commercio e la navigazione marittima del 1931 e dall'accordo sul commercio e la navigazione marittima del 1940 tra Unione Sovietica e Iran. Le difficoltà di determinazione dello status del Caspio sono legati in particolare al suo riconoscimento come un lago o come un mare, la delimitazione dei quali è regolata da diverse disposizioni del diritto internazionale.
Nota della redazione: vedi anche le notizie "In Azerbaigian si tiene la seduta dei capi dei Ministeri degli Esteri dei paesi del Caspio", "L'accordo per la sicurezza sul Caspio sarà concluso prima del summit a Baku", "A Baku si tiene la seduta degli stati del Caspio sulle questioni della sicurezza sul Caspio".
Autore: Semën Čarnyj [4]; fonte: corrispondente "Kavkazskij uzel"
[1]
Russkoe Informacionnoe
Agentstvo
(Agenzia di Informazione Russa) "Notizie".
[2] Nel detto russo (equivalente
a "Troppi cuochi guastano la cucina") si parla di sette
balie, ma qui si rimanda al fatto che sul Caspio si affacciano cinque
stati.
[3] Tipo di olio combustibile. Il
corsivo è mio.
[4] Semën Aleksandrovič Čarnyj,
giornalista e attivista per i diritti umani.
* Da "Peste" dei Litfiba
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