Senza peccato all'inferno
Vladimir Putin non ha mai commesso errori
20.12.2012
La conferenza stampa conclusiva di Vladimir Putin è coincisa ha coinciso con l'uscita del numero doppio natalizio di "The Economist". Sulla copertina della rivista c'è un disegno del caricaturista fisso di "The Economist" Kevin Kallaugher (i suoi disegni formano non una galleria, ma la "Kalleria"). E' raffigurato l'inferno. Al centro della composizione nella lava incandescente ci sono Bashar Assad, Kim Jong-un, Ahmadinejad, Gheddafi e Vladimir Putin.
Rispondendo alla domanda della corrispondente della "Novaja gazeta" Diana Chačatrjan se negli ultimi 12 anni abbia commesso qualche errore, Vladimir Putin ha constatato: "Non vedo alcun grave errore a livello di sistema".
Cioè il presidente è senza peccato. In ogni caso,
dal suo proprio punto di vista. Ma l'opinione pubblica occidentale,
che è espressa in modo concentrato nella caricatura nella rivista
più influente al mondo, mantiene un'altra posizione, ponendo una
persona senza peccato all'inferno. "Non importa dove guardate,
– descrive l'inferno "The Economist" nel proprio
articolo di fondo, – ovunque vedrete volti noti. Nota da solo una
celebrità!"
La nostra principale celebrità è stata presente
troppo insistentemente in ambito mediatico nelle scorse settimane.
Forse in eccesso, il che, peraltro, secondo tutti i canoni delle PR
non è troppo bene. In questo senso ricorda un po' Nikita Sergeevič
Chruščëv,
che pure amava parlare molto e a lungo, tra l'altro assolutamente
per qualsiasi motivo. E come Putin sapeva, bisogna dargli ciò che è
dovuto, tenere in pugno l'uditorio. E' sufficiente guardare, per
esempio, uno stenogramma di un intervento di Chruščëv
in un ambito a lui ostile durante il viaggio negli USA su invito di
Dwight Eisenhower nel 1959.
E il compagno Stalin, che interveniva raramente, ma
precisamente (una divinità non può comparire spesso in pubblico),
è parente di Putin solo per l'incessante ottimismo storico,
l'assoluta certezza di essere nel giusto e la permalosità. Nel
febbraio 1946, dialogando con elettori specialmente istruiti del
circondario Stalin della città di Mosca, Iosif Vissarionovič
constatò che il popolo sovietico aveva dimostrato di essere
nel giusto. Esattamente questo ha affermato nel corso del dialogo
con persone fidate, nel corso dell'annuncio del messaggio
all'Assemblea Federale e nel corso di una conferenza stampa da più
di quattro ore Vladimir Putin.
In sostanza non c'è alcuna novità in questo. Putin
2.0 non si è affatto originato dopo le elezioni presidenziali del
2012, ma prima delle elezioni parlamentari del 2007. Quando
pronunciò il suo "primo" discorso storico di Lužniki
[1] con accenti
anti-liberali e anti-occidentali posti con precisione. Nell'essenza
dei fatti, tutto ciò che è stato pronunciato dopo, tra cui anche a
dicembre di quest'anno, si riduce al breve brindisi: "A quanto
detto!"
In questo ambito ideologico si pone la risposta ripetuta alcune volte dal presidente alla domanda sul rapporto con il divieto di adozione di bambini russi da parte degli americani. Gli americani non fanno accedere i rappresentanti russi alle indagini su violazioni e crimini commessi da adottanti negli USA. Esattamente con questo, ha detto il capo dello Stato, si spiega la risposta dei deputati della Duma di Stato, la cui capacità di convincere in campo giuridico richiede uno studio supplementare. Da una parte c'è la conservazione dell'ornamento ideologico "sovrano". Dall'altra c'è una brillante figura retorica che lascia speranze per un'abrogazione dello strano atto. L'effetto PR è duplice. Ma verso la fine c'è il tradizionale: "Perché un paese si ritiene in diritto di estendere la propria giurisdizione al mondo intero?"
Di putinismi (per analogia con i bushismi, le specifiche capovolte verbali di G. Bush) ce ne sono stati pochi, tuttavia tutti permalosi e irritati. "Questo le piace, Lei è un sadomasochista?" (sull'adozione dei bambini da parte degli americani); "Ma Le è necessario saperlo?" (risposta alla domanda se il presidente è diventato nonno); "Lei probabilmente guarda con rispetto al sistema giuridico degli Stati Uniti" (nota ironica in risposta alla domanda sul Comitato Inquirente e sul "caso del Pantano" [2]). In ogni caso questo non è solo oggetto di psicoanalisi, ma anche l'evidente dimostrazione del fatto che Putin è sicuro delle proprie forze, del proprio essere nel giusto, della potenza retorica, dell'insostituibilità ed è pronto a rispondere a qualsiasi domanda, tra cui quelle dei giornalisti liberali.
L'effetto sommario è: da noi va tutto bene. Dimostrazione dal contrario.
La crescita economica è bassa, ma da "loro"
è ancora più bassa. La crescita industriale è del tutto bassa, ma
tutto andrà a finire bene. Ma su come è cresciuto lo stipendio
medio, sul reddito reale disponibile della popolazione e,
certamente, la natalità non c'è niente da dire.
E ancora. Chi, per esempio, salvò il paese dalla
crisi economica del 2008? Detto senza falsa modestia – il
presidente del governo (allora) Vladimir Putin. E' effettivamente
senza peccato. (Tiene a mente, come ha detto un giorno prima
l'addetto stampa Dmitrij Peskov, "miriadi di cifre" –
come Lenin e Stalin.) E' effettivamente insostituibile. Non conosce
errori. E' un angelo. O perlomeno una gru siberiana. E'
semplicemente che là, in basso, in quell'inferno che vuole
trasformare in paradiso non lo ascoltano e non lo sentono sempre.
"Sentitemi, per favore…" – ha detto alcune volte nella
conferenza stampa da quattro ore.
…peraltro, Putin è rimasto comunque l'unico ascensore sociale nel paese.
L'uomo del giornale "Šest'
sotok" [3],
il personaggio buffonesco di tutte le sue conferenza stampa, a
quanto risulta adesso lavora alla Duma di Stato. Da noi chiunque
diventa un eroe. Se gli ha rivolto la sua attenzione l'Uomo Senza
Peccato.
Diana Chačatrjan VS Vladimir Putin
Chačatrjan: Lei ha detto in qualche modo che 100 mila firme sono già un disegno di legge.Putin: Ho detto che 100 mila firme sono il fondamento perché un documento sia esaminato dai deputati della Duma di Stato.
Chačatrjan: In due giorni la redazione ha raccolto più di 100 mila firme contro la "legge Dima Jakovlev" [4]. Ho voglia di credere che ciò sarà tenuto in considerazione.
Putin: Saranno esaminate dalla Duma di Stato.
Chačatrjan: Il suo collega Medvedev disse che un potere responsabile deve ammettere i propri errori. Quale suo errore degli ultimi 12 anni è pronto ad ammettere?
Putin: Chi di voi è senza peccato, scagli la prima pietra su di me. Probabilmente ci sono stati degli errori, ma non sono stati a livello di sistema.
Ammetterei che se ci fosse stato qualcosa, lo vorremmo correggere. Non vedo questi grandi errori a livello di sistema che vorrei ammettere.
Andrej Kolesnikov, "Novaja gazeta", http://www.novayagazeta.ru/politics/55998.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)
[1]
Quartiere della zona sud-occidentale del centro di Mosca, sede dello
stadio principale.
[2]
Gli arresti in massa di oppositori dopo la manifestazione di maggio
in piazza Bolotnaja ("Del Pantano", quello che c'era prima
della sua costruzione) nel centro di Mosca.
[3]
"Sei centesimi di ettaro", giornale agricolo.
[4]
La legge che proibisce le adozioni di bambini russi da parte di
americani basata sul caso di Dima (Dmitrij) Jakovlev, bambino russo
morto negli USA per colpa del padre adottivo. La legge è una
risposta ai provvedimenti presi dagli americani contro chi ha avuto a
che fare con la morte in carcere dell'avvocato russo Sergej
Leonidovič Magnitskij.
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