La lista è aperta. E sarà
completata
Il Senato degli USA ha votato per l'"atto
Magnitskij". Gli americani parlano della creazione di un
precedente di dimensioni mondiali
10.12.2012
Adesso la legge giace sul tavolo del presidente e,
come ci si aspetta, prima dell'anno nuovo Obama la firmerà. Il
presidente lo farà "con gioia" – ha dichiarato
l'addetto stampa della Casa Bianca. Quanto alla "gioia"
gli esperti hanno grossi dubbi. La Casa Bianca non è stata troppo
ispirata dalla prospettiva di un peggioramento dei rapporti con
Mosca in questi due anni, mentre la legge Magnitskij veniva
elaborata all'interno del Congresso ed è intervenuta per la sua
separazione dall'emendamento Jackson-Vanik [1],
contro il blocco dei conti dei funzionari russi, contro la
divulgazione della lista Magnitskij e contro il suo ampliamento nei
confronti di altri violatori di diritti umani in Russia.
Al Dipartimento di Stato hanno affermato che le
personalità ufficiali russe della cosiddetta "lista
Magnitskij" sono già state comunque private della possibilità
di entrare nel territorio degli USA. Questi sono inclusi nell'ampia
"lista nera" di violatori di diritti umani in tutto il
mondo stilata dal Dipartimento di Stato per ordine di Obama. Una
finezza – la lista è segreta. Ma qui è immancabilmente
necessaria la trasparenza – insistono gli autori della "legge
Magnitskij", il senatore Cardin e il deputato al Congresso
McGovern. Inoltre le autorizzazioni del Dipartimento di Stato non
prevedevano il blocco dei conti bancari ("non è il nostro
metodo", – dicono al dicastero di Hillary Clinton).
Tenendo conto della posizione dell'amministrazione,
i democratici, che controllano il Senato, hanno steso una variante
più "morbida" della legge Magnitskij – una sorta di
"Magnitsky light". In essa per violazioni di diritti umani
con la privazione del visto americani e il congelamento degli asset
bancari si punirebbero non solo i russi, ma anche i funzionari di
altri paesi colpevoli di violazioni di diritti umani. Il voto al
Senato era atteso ad agosto, ma fu rinviato. Così il "trascinarsi
del processo" ha giocato un brutto scherzo. I senatori volevano
fare il meglio possibili, ma è andata... [2]
In generale, al momento della discussione è toccato adottare la
variante più "dura" della legge già approvata dalla
Camera dei Rappresentanti, dove dominano i repubblicani, in cui si
tratta di sanzioni solo nei confronti della Russia.
Il catalizzatore dell'approvazione della legge
Magnitskij al Congresso sono stati, per quanto suoni strano, gli
interessi economici. Nel corso della discussione del documento in
entrambe le camere i legislatori sono intervenuti prima di tutto per
l'abrogazione dell'emendamento Jackson-Vanik e la concessione alla
Russia dello status di normale partner commerciale. Se il mondo
degli affari americano potrà servirsi dei vantaggi dell'ingresso
della Russia nel WTO, il volume delle importazioni dagli USA nei
mercati russi crescerà di 2 volte nel corso di cinque anni. Sui
legislatori premevano i lobbisti delle loro circoscrizioni
elettorali: coltivatori diretti, produttori di medicinali, alta
tecnologia, ecc.
L'"Atto Magnitskij" è comunque passato in
"secondo" piano. Questo riflette realmente l'indignazione
della maggior parte dei legislatori americani di entrambi i partiti
per le violazioni dei diritti umani in Russia. Non si tratta solo
del caso dell'avvocato 37enne che scoprì uno schema di corruzione
per la sottrazione di 5,4 miliardi di rubli [3]
e morto nel SIZO [4]. Ai
legislatori non piacciono le violazioni in Russia di diritti umani
internazionalmente riconosciuti, tra cui i diritti alla libertà di
riunione, a una magistratura indipendente e alle elezioni
democratiche. Annualmente la lista Magnitskij, in cui ora sono 60
cognomi, sarà rinnovata. Sull'irrigidimento della posizione dei
senatori hanno influito il supporto di Mosca al regime del
presidente siriano Assad, l'espulsione dalla Russia dell'agenzia
americana per lo sviluppo internazionale, l'inasprimento della
legislazione nei confronti delle ONG, la politica del "giro di
vite", il caso Pussy Riot, il processo "paludoso"
[5], ecc.? Sì, hanno
influito.
Come ha dichiarato la senatrice Jeanne Shaheen:
"Siamo onesti e ammettiamo che la sfera in cui i nostri paesi
sono concordi si sta restringendo e l'ambito delle divergenze si
amplia ed emerge in primo piano. Negli ultimi sei mesi abbiamo visto
forse il più netto peggioramento della situazione dei diritti umani
in Russia dai tempi del crollo dell'Unione Sovietica".
Come ritiene il co-autore della legge, il senatore
democratico Ben Cardin, presidente della commissione di Helsinki
[6], il Senato americano
ha scritto un nuovo capitolo non solo nella storia degli USA, ma
anche nella lotta per il rispetto dei diritti umani in tutto il
mondo. "La legge crea un precedente. Attendiamo che altri paesi
seguano il nostro esempio e chiudano le frontiere e le banche ai
violatori di diritti umani", – ha dichiarato Cardin. Di
seguire l'esempio degli USA hanno già deciso 11 stati europei, dove
ora si esaminano disegni di legge analoghi. Cosicché i funzionari
russi rischiano anche la perdita di "Schengen".
Molti legislatori americani chiamano apertamente
l'Atto Magnitskij "degno sostituto" dell'emendamento
Jackson-Vanik, un nuovo strumento di pressione sulle autorità
russe. E se la chiusura dell'Occidente e delle banche occidentali
per i funzionari russi forse è il colpo più sferzante e senza
precedenti per precisione, i funzionari americani, beh, non temono
affatto le misure in risposta della Russia, credete. Non si
accaparrano immobili a Rublëvka
[7] e non sono
clienti della Sberbank [8].
Punire l'America per Magnitskij si potrebbe realmente solo chiudendo
le possibilità commerciali per gli uomini d'affari, ma di questo,
come ha dichiarato il primo vice-premier Igor' Šuvalov,
non si parla (anche se il principale medico sanitario-politico della
Federazione Russa Oniščenko
[9] ha già
cominciato a parlare di divieto di importazione di carne americana).
E' più probabile così: il primo vice-presidente del governo "ha
espresso una speranza". Decide un'altra persona e la conosciamo
tutti.
La reazione di Mosca è stata fragorosa e
prevedibile. In Russia ritengono di poter fare ordine da soli con i
propri cittadini e i propri problemi. E' curioso che uno dei primi
documenti siglati da Vladimir Putin il giorno dell'insediamento, il
7 maggio, sia stato il decreto "Sulle misure per la
realizzazione del corso della politica estera". Tra l'altro il
presidente russo ordinò al Ministero degli Esteri di "svolgere
un lavoro attivo allo scopo di non permettere l'introduzione di
sanzioni extraterritoriali unilaterali da parte degli USA contro
persone giuridiche e fisiche russe".
Ed ecco che il Ministero degli Esteri russo
interviene con una dichiarazione legata all'"Atto Magnitskij":
"E' strano e stupefacente sentire reclami in
difesa dei diritti umani proprio da parte di politici di quello
stato dove nel 21° secolo sono stati ufficialmente legalizzati la
tortura e il sequestro di persona in tutto il mondo. Pare che per un
approccio preconcetto fino all'assurdo praticato nel Congresso degli
USA, si veda solo un desiderio vendicativo di fare i conti con la
Russia per la sua linea di principio e coerente negli affari
mondiali a favore di un'obbligatoria osservazione del diritto
internazionale. Tocca di nuovo ricordare agli iperattivi avversari
del normale sviluppo delle relazioni russo-americane: i loro sforzi
appaiono penosi".
Il ministro degli Esteri Lavrov ha promesso di
chiudere l'ingresso nel paese a quelle personalità ufficiali
americane che sono "indubbi violatori di diritti umani".
Questo è stato detto all'incontro a Dublino direttamente al
segretario di Stato degli USA Clinton. E il presidente del comitato
per gli affari esteri della Duma di Stato Aleksej Puškov
ha dichiarato in un'intervista all'agenzia Reuters: "Alla Duma
di Stato si esaminano due varianti. La prima: inserire emendamenti
nella legge già esistente sull'ordine di entrata e di uscita dal
paese. Si tratta del fatto che quei cittadini stranieri che sono
colpevoli di violazioni di diritti dei russi all'estero o di avergli
causato danni morali o materiali potranno non ottenere il permesso
di ingresso in Russia. I loro conti nelle banche russe potranno
essere congelati".
Il primo cittadino russo, il cui nome viene in mente
nel contesto di quanto detto sopra è Viktor But, noto trafficante
di armi. Il secondo è l'aviatore Konstantin Jarošenko,
accusato di traffico di droga. Tra l'altro la "lista But"
per ora è segreta e là non ci sono molti cognomi, ha dichiarato ai
giornalisti Puškov
– conduttore con altri del programma televisivo "Postscriptum".
Bisogna pensare che la televisione federale, che
comunque non vizia i russi con materiali positivi sull'America,
mostrerà nuove, strazianti storie su gravi violazioni dei diritti
umani negli USA.
Perché Washington non approva sanzioni
analoghe nei confronti dei propri alleati, per esempio del Bahrein e
dell'Arabia Saudita, dove con i diritti umani non va meglio che in
Russia? Tale domanda è ragionevole. Tra l'altro l'autore della
"lista Magnitskij", il senatore Cardin, non ha rinunciato
all'idea di rendere la legge "universale", estendendola ad
altri paesi. Il senatore cercherà di ottenere ciò già alla
prossima convocazione del Congresso. Ma il fatto resta: in politica
continuano a dominare i "doppi standard" e la Realpolitik.
La differenza sta solo nel fatto che le mancanze del proprio governo
(per esempio le torture nel carcere di Abu Ghraib o i prigionieri
innocenti di Guantanamo) sono riferite dai mezzi di comunicazione di
massa americani e poi i colpevoli – non sempre, ma molto spesso –
vengono messi in carcere. In Russia processano un avvocato morto e i
suoi inquirenti-"carnefici" (mio "giudizio di valore
in senso nominale" [10]
– nota dell'autore)
sono proposti per gli ennesimi titoli e premi.Aleksandr Panov, "Novaja gazeta", http://www.novayagazeta.ru/politics/55796.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)
[1]
Emendamento alla legge sul commercio degli Stati Uniti proposto nel
1974 dai senatori democratici Henry Martin Jackson e Charles Albert
Vanik che limita il commercio con i paesi che violano i diritti
umani.
[2]
"Volevamo fare il meglio possibile, ma è andata come sempre",
frase del politico russo Viktor Stepanovič Černomyrdin divenuta
primordiale.
[3]
Circa 135,2 milioni di euro.
[4]
Sledstvennyj IZOljator
(Carcere di Custodia Cautelare).
[5]
La persecuzione giudiziaria dei leader delle manifestazioni di
protesta in piazza Bolotnaja ("paludosa", perché costruita
in una zona di acquitrini).
[6]
La commissione che segue l'applicazione degli impegni per i diritti
umani sottoscritti a Helsinki nel 1975.
[7]
Zona signorile ai margini di Mosca.
[8]
Sberegatel'nyj
Bank
(Cassa di Risparmio), una delle principali banche russe.
[9]
Gennadij Grigor'evič Oniščenko, Capo Ispettore Sanitario della
Russia, noto per le proprie decisioni sanitarie a sfondo politico
come il divieto di importazione di vini georgiani.
[10]
Nuova definizione giuridica di calunnia, usata per accusare chiunque
si esprima contro il regime di Putin.
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