Un incontro privato da un miliardo di
dollari
La Gazprom ha deciso sul serio di comprarsi l'intero
campionato di calcio. Bilancerà il "punteggio sul tabellone"
la posizione delle autorità calcistiche russe, ucraine e
internazionali?
20.02.2013
Non siedono degli sciocchi al comitato organizzativo
della cosiddetta Lega Calcistica Unita, non sono affatto degli
sciocchi. Già il presidente della FIFA Sepp Blatter forse non ha
dato un pugno sul tavolo – "non ce n'è bisogno!" e
l'Ucraina come partner principale ha preso le distanze dal progetto
della Gazprom e il pubblico calcistico russo in massa non ha
sostenuto l'idea, ma magari non si sono calmati i rivoluzionari
calcistici.
Inoltre martedì, durante la riunione nell'ufficio
moscovita della Gazprom con la partecipazione dei capi dei club
russi (non tutti, ma molti) è stata fatta la mossa del cavallo. In
precedenza gli iniziatori si erano sparsi in slogan ("Sarà il
campionato più spettacolare", "Il campionato della CSI
entrerà tra i cinque migliori in Europa", "Sono tutti a
favore, manca poco"), ora hanno messo in moto l'artiglieria
pesante: i soldi.
E' stato annunciato che il budget della futura lega
russo-ucraina ammonterà a un miliardo di dollari. A ogni squadra
andranno 22 milioni solo per la partecipazione, alla vincitrice 92
milioni, alla seconda 74, all'ultima squadra della massima divisione
(ma ci sarà anche una prima divisione [1])
25 milioni.
C'è la magia dei grandi numeri e c'è la magia dei
grandi soldi. Quelli che non sono andati tra gli ospiti del capo
della Gazprom Aleksej Miller, si sono già sentiti ritardatari. La
"carota" da un miliardo è stata chiamata a influenzare i
dubbiosi. Dall'Ucraina, a dire il vero, era presente solo un
osservatore nella persona del facente funzione di direttore generale
dell'Unione dei Club Professionistici dell'Ucraina Pëtr
Ivanov, che si è astenuto dal fare commenti.
Invece il presidente della Dinamo Kiev Igor' Surkis,
che ha reagito con interesse all'annuncio della cifra, guarda al
sodo: "Solide compagnie russe, a quanto capisco, prenderanno a
diventare sponsor del campionato". Cioè le spese annunciate,
paragonabili al budget della Champions League, per dirla rozzamente,
saranno sostenute dalla Gazprom (e chi altro?). E i ricavi della
vendita dei diritti televisivi saranno garantiti, cosa più
probabile, dalla stessa Gazprom – cioè dai contribuenti russi,
dei cui soldi la corporazione di stato già dispone con disarmante
facilità.
A dire il vero, Surkis ha aggiunto che "solo la
decisione positiva dei capi di tutti i club ucraini può servire da
fondamento per l'ingresso della Dinamo nella nuova struttura".
L'atteggiamento decisamente negativo verso il progetto del
presidente della Federcalcio dell'Ucraina Anatolij Kon'kov,
divulgato qualche giorno prima, ha causato il commento sarcastico di
uno degli ideologhi della creazione della nuova lega, il presidente
del CSKA Evgenij Giner: "Tutto il mondo è a favore, ma la
Baba-jaga [2] è
contraria". La posizione della Federcalcio russa, come pure in
generale l'esistenza dell'ente di Nikolaj Tolstych, è stata
ignorata dalla storica riunione.
Gli iniziatori, tra cui Aleksej Miller, hanno fatto
capire che l'UEFA è al corrente di quanto accade. E hanno perfino
alluso a una qualche benevolenza dell'associazione calcistica
europea, che guarda con attenzione agli argomenti in favore
dell'organizzazione della Lega Calcistica Unita. Il principale
argomento: i club russi nell'abito della vigente struttura non
potranno essere conformi ai principi del fair play finanziario ed
esistere in autosufficienza finanziaria, ma la nuova lega garantirà
l'osservanza di questo principio. Evidentemente tappando i buchi con
gli stessi soldi della Gazprom.
La "Novaja gazeta" ha già notato che gli
ideologhi della Lega Calcistica Unita conducono esclusivamente una
politica astuta, giocando sui sentimenti nostalgici dei tifosi,
sulle ambizioni imperiali del Cremlino e sulle contraddizioni tra
FIFA e UEFA. Nel nuovo progetto ci sono evidentemente cose attraenti
e degne discussioni, ma adesso sulla bilancia sono stati gettati
grossi, perfino grossissimi soldi.
Ma questi odorano. Cosa che, oltre alla posizione
della FIFA e a un mucchio di circostanze discutibili, trattiene da
passi decisi l'Ucraina, senza cui non merita neanche progettare
l'unione. Beh, lascio senza commenti la dichiarazione secondo cui il
campionato della Lega Calcistica Unita potrebbe partire già
nell'autunno dell'anno prossimo.
La via verso il paradiso non si pavimenta con i
soldi.
Storia della questione
L'idea della creazione di un campionato unitario
della CSI comparve dopo la sentenza di novembre del Comitato
Disciplinare e di Controllo della Federcalcio russa sulla sconfitta
a tavolino dello Zenit nella partita con la Dinamo Mosca. Ricordiamo
che allora i tifosi del club di Piter [3]
lanciarono un petardo acceso contro il portiere dei bianco-azzurri
Anton Šunin.
Alla sentenza senza precedenti del Comitato Disciplinare e di
Controllo seguì la reazione altrettanto senza precedenti del
proprietario di fatto dello Zenit, la Gazprom. Il capo della
compagnia Aleksej Miller minacciò di togliere lo Zenit dal
campionato di Russia e di trasferire il club a Sebastopoli. Una
mossa tanto inaspettata rallegrò molto i più vari mezzi di
informazione di massa, tra cui anche i canali federali. Tuttavia la
gioia della maggior parte degli adoratori del calcio nazionali non
durò a lungo. Dopo letteralmente qualche giorno la dirigenza della
Gazprom cambiò decisamente vettore e annunciò i piani per la
creazione di una Lega Unita della CSI, dove entreranno le migliori
squadre dell'ambito post-sovietico. Per questa causa fu creato un
consiglio di osservatori composto dai presidenti dello Zenit e del
CSKA Aleksandr Djukov e Evgenij Giner e anche dal proprietario
dell'Anži
Machačkala
[4]
Sulejman Kerimov. Capeggiava la nuova formazione il noto
allenatore e insieme presidente dell'Alanija Vladikavkaz [5]
Valerij Gazzaev. Gli scopi della creazione della lega erano semplici
– l'innalzamento del livello del calcio e insieme a questo del
livello di introiti dei club. Con il tempo gli scopi sono rimasti
immutati, ma l'ambito "post-sovietico" si è ridotto alle
dimensioni di Russia e Ucraina.
Vladimir Mozgovoj, "Novaja gazeta", http://www.novayagazeta.ru/sports/56844.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)
[1]
La Prima Divisione russa, come quella inglese, equivale alla nostra
Serie B.
[2]
La strega delle fiabe russe.
[3]
Nome colloquiale di San Pietroburgo.
[4]
Capitale della repubblica autonoma russa del Daghestan.
[5]
Città della Russia meridionale.
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