Perché è arrivato?
La battuta diffusa su Internet "Gli abitanti del
meteorite osservavano con terrore l'avvicinamento di Čeljabinsk
[1]"
potrebbe essere giusta. Il contrario mai
18.02.2013
– Inizialmente ero giunto alla conclusione che
fosse una bomba atomica, o – dice prosaicamente Ženja
[2]. Stiamo presso
il cancello della Čeljabvtormet
[3], dietro fino
all'orizzonte fumano le ciminiere delle fabbriche.
– Beh, penso, l'America ha iniziato la guerra atomica, – continua Ženja. – Una luce così netta, come se indirizzassero dei fari e qualcosa come una nuvola a fungo. Ho guardato e guardato – e sono andato da me alla garitta (Ženja lavora come guardiano – nota dell'autrice). Ho acceso la televisione, la radio. La televisione tace, trasmette cartoni animati, il cellulare non funzione, è tutto come nella guerra atomica. E qui alla radio hanno detto del meteorite. Beh, mi sono subito tranquillizzato: effettivamente, perché gli americani ci dovrebbero bombardare con la bomba atomica? Adesso elaborano armi laser per colpire i depositi con tiri di precisione.
– Quali depositi?
– Ma i nostri. Con il laser tagli il tetto e là
ci sono quelle armi, le testate – passi il laser su tutto, bam –
e esplode.
– E che fanno gli americani con le nostre
testate?!
– E' una questione filosofica. La guerra fredda –
com'è andata, così va. Lo so, ho servito nella Flotta del Nord.
Una certa Severodvinsk [4],
ha sentito?
Su di noi uno dopo l'altro passano in volo i caccia.
L'aeroporto militare di Šagol
è ben vicino e Ženja
è abituato alle esplosioni che si sentono quando un caccia supera
il muro del suono. A Čeljabinsk
in generale non ci si meraviglia se si sente un'esplosione.
– Ma comunque è bene che non sia una bomba
atomica, – dice Ženja
guardando cupo il cielo. – In generale succede una volta ogni
cento anni che sia un meteorite. Ci è andata bene che l'abbiamo
visto, lo racconterò ancora ai bambini… Ma se inizierà la guerra
con l'America, tornerò nel mio sottomarino.
"E' stata colpita un attimo"
Più di tutto per il meteorite ha sofferto la
fabbrica di zinco di Čeljabinsk.
Là è come se ci avessero tolto un pezzo di muro con enormi
forbici. L'asfalto sotto di essa è coperto di mattoni spezzati. Le
finestre dell'edificio di fronte sono rotte.
Gli operai radunatisi all'ingresso discutono
allegramente su cosa hanno scampato stavolta: l'onda ha colpito il
magazzino dei prodotti finiti, ma avrebbe potuto colpire i reparti
dove stanno le vasche con l'acido solforico:
– Quando è scoppiato nel magazzino passava per
l'appunto un KamAZ [5].
L'autista vede la vampata – beh, come non uscire a dare
un'occhiata? E il KamAZ alle sue spalle è stato coperto...
Più ascolti i racconti degli abitanti di
Čeljabinsk,
più capisci che la città, come dicono qui, "è stata colpita
un attimo".
Il nord di Čeljabinsk
sembra un'unica zona industriale che consiste principalmente di
produzioni nocive. Il cancello della fabbrica di zinco di Čeljabinsk
passa al cancello della ZAO [6]
"Vysokotemperaturnye stroitel'nye materialy" [7]
(VSM), di fronte si alza il reparto della Čeljabvtormet,
più avanti inizia il complesso industriale metallurgico di
Čeljabinsk
appartenente alla Mečel
[8]… Più vicino
al centro c'è anche la fabbrica di trattori di Čeljabinsk,
ma, come dicono gli abitanti del posto, dopo che hanno smesso di
fare i carri armati là non è stata più la stessa.
Come hanno scritto i giornalisti, al momento della
comparsa del meteorite nell'aria sopra Čeljabinsk
è rimasta sospesa una fitta polvere, molti hanno sentito un sapore
metallico in bocca. Gli abitanti del posto non è che lo
smentiscano, piuttosto ridono perplessi: basta che si alzi il vento
che sopra la città resta comunque sospesa una fitta polvere, tutti
sentono un sapore metallico, in particolare i lunedì mattina, ma
stavolta, evidentemente, tutta la polvere della fabbrica di zinco si
è semplicemente sollevata in una volta.
Oltre alla fabbrica hanno sofferto fortemente
l'università statale del Sud degli Urali e il palazzo del ghiaccio
"Fulmine degli Urali". Nella prima l'onda d'urto ha rotto
1700 vetri, la metà delle finestre della Facoltà di Economia
sabato era coperta di cartone. E nel palazzo l'esplosione ha
semplicemente schiacciato i muri di profilati. I loro pezzi
giacciono ancora per terra lì vicino e quando vedi che consistevano
di un sottile strato di plastica con un isolante lanuginoso, cominci
a rallegrarti che a Čeljabinsk
non ci sia stato un terremoto: con quello il palazzo del
ghiaccio sarebbe caduto come se fosse stato di cartone.
Verso sabato la città sembrava già essersi riprese
dai drammatici avvenimenti. I vetri rotti in parte erano stati
risistemati, in parte erano stati coperti di cartone (venerdì sera
sulla città sciupata dal meteorite era passato in volo anche un
asteroide, perciò le autorità locali avevano rimandato la
riparazione dei vetri al mattino del sabato: se all'improvviso
picchia di nuovo?). Nei forum su Internet rumoreggiavano i
sostenitori delle teorie cospirazioniste, il metropolita di
Čeljabinsk e Zlatoust [9]
Feofan dichiarava che la caduta di frammenti di meteorite è una
"sollecitazione a pensare che viviamo in un mondo fragile e
imprevedibile" e il capo del centro dello MČS
[10] degli Urali
Jurij Naryškin
"che cavolo si sa se vola qui o no. Non lo aspettavamo,
certo…".
I produttori di vetrerie hanno gonfiato i prezzi,
perciò venerdì in tutta la città si sono formate file per cartone
(per tappare i buchi), vetro, tagliavetro e chissà perché per la
vodka.
"Gli abitanti del meteoriti avevano paura avvicinandosi a Čeljabinsk"
Sul volo del meteorite a Čeljabinsk
raccontano cose diverse. Qualcuno paragona la nuvola di fumo di
questa a un fungo atomico. I più romantici all'aurora boreale:
tanto bello e multicolore si è acceso tutto il cielo.
– Inizialmente il timore per me è stato di questo
tipo, materiale, – ricorda Saša
della "Čeljabvtormet".
– Ecco, immaginati: mi sveglio, la casa trema tutta e sto al nono
piano! Beh, che succede – si impazzisce? Da noi sapete com'è il
ŽKCh
[11]… Ma quando ho
capito che era impazzita tutta la città , subito mi sono
tranquillizzato. Se è una catastrofe naturale, significa che
ripareranno. Putin non ci molla e Medvedev non ci molla!
– E la minaccia "arancione" [12]?
– chiedo a sproposito.
– Ma la minaccia "arancione" non
passerà! – dice duramente.
I ricordi degli altri abitanti di Čeljabinsk
hanno un carattere meno politicizzato e più tecnogena.
– Svegliandomi dal sonno, penso: beh, l'esplosione
di un missile balistico alla base! Poi vedo – no, pare che la
traiettoria del volo non sia quella…
– Percepisco un'esplosione – beh, penso, alla
"Mečel"
è andato storto qualcosa, stavolta trema il letto…
– Se fosse stata la contraerea, l'esplosione
sarebbe apparsa diversa. Là sapete che traiettoria c'è...
Parlando con gli abitanti di Čeljabinsk,
scopri che quasi tutti sanno come appaiono l'esplosione di un
missile balistico, la traiettoria di caduta di un caccia,
l'esplosione di una bomba atomica e quale sia la traiettoria di volo
dei missili della contraerea. La città vive tra due grandi basi
militari, vicino a un aeroporto militare e tra fabbriche di
metallurgia pesante. Tutto ciò da agli abitanti del posto saldezza
nei confronti di ogni aspetto delle catastrofi tecnogene e un sano
atteggiamento menefreghista verso il proprio destino.
La battuta diffusa su Internet "Gli abitanti
del meteorite avevano paura avvicinandosi a Čeljabinsk"
potrebbe essere giusta. Il contrario mai.
"Questa è una sciocchezza"
"Vendo meteorite nuovo. Prezzo da concordare".
Nonostante tali annunci su Internet, la maggior parte degli abitanti
di Čeljabinsk
non crede che in realtà si riuscirà a trovare il colpevole del
panico.
– Ma bene, racconti, – scuote le mani un ex collaboratore dello MČS, adesso collaboratore della ZAO VSM Sergej. P - Qui si sono persi un intero An-2 (un aereo con sei persone a bordo scomparve senza lasciare traccia nella regione di Sverdlovsk [12] – n.d.a.) e pensa che troveranno una qualche pietra?
Bende per domani
Sabato sera al centro per le contusioni
dell'ospedale cittadino n° 1 c'erano persone con gambe rotte,
mascelle lussate, occhi pesti e altri traumi di origine non
spaziale.
Tra le vittime del meteorite è appena giunta
Larisa, ma se n'è pure andata con nulla: le bende per oggi sono
terminate e due severe infermiere si sono rifiutate di dare le bende
pronte per domani.
– Così non so proprio cosa ho qui, – si è
opposta brevemente Larisa, tenendo un cerotto su metà guancia. –
Se all'improvviso avessi una suppurazione? O se fosse rimasto un
vetro? E' comunque una faccia…
Il vetro è volato verso la contabile Larisa dalla
finestra dell'ufficio. Vista la netta vampata, "tutte le nostre
bimbe" si erano lanciate verso la finestra, ma non si erano
interessate dello spettacolo e si erano sparpagliate.
– Ma io che faccio, io sto vicino alla finestra, –
ricorda tristemente Larisa. – Avevo appena iniziato a lavorare e
questo subito scoppia.
Venerdì in fila al centro per le contusioni si era
ritrovata 55.a. Quasi tutti intorno erano pure venuti con ferite da
vetri.
– C'era sangue! – ricorda Larisa. – Tutto il
pavimento era coperto di sangue, lavorano due sale operatorie, i
medici corrono, un orrore!
In tutto, nel giorno coronato dalla comparsa del
meteorite, al centro per le contusioni si sono rivolte circa
duecento persone, sabato cento.
Ma nella chiesa dedicata all'icona della Madre di
Dio vicina al centro per le contusioni non è giunto nessuno per un
sostegno spirituale. Le stesse monache della carità hanno visitato
i tre feriti più gravi rimasti all'ospedale (falangi delle dita
amputate, una mano rotta e pezzi di vetro in testa), ma questi sono
risultati non credenti e hanno rifiutato l'aiuto.
– Come li aiuterai? – dice, sussurrando per non
disturbare il servizio liturgico serale in corso il parroco della
chiesa padre Michail. – Se una persona vive con Dio, non la
intimorisci con un meteorite. Ma se vive senza, come la aiuterai?
Così giacerà senza dire beh o mah o chicchrichì con un infarto…
– Onoratissimo Cherubino e gloriosissimo senza
pari Serafino, – con voce sonante va dietro di noi un coro
femminile.
Oggi come ieri in chiesa si reciterà la preghiera
di ringraziamento per il salvataggio di Čeljabinsk
dal pericolo. Chiedo proprio se si può valutare la caduta
del meteorite come una punizione divina. Il padre alza le
sopracciglia stupito: "Se Dio volesse punire l'umanità per i
peccati, avrebbe già da tempo ridotto l'umanità in molecole. Ma
questa è semplicemente una sollecitazione per l'uomo a pensare alla
brevità e alla fragilità della sua vita. Nel giorno della
Presentazione al Tempio diventa particolarmente simbolica".
– E in generale, – padre Michail passa
improvvisamente al linguaggio più laico, – è necessario anche
capire che fenomeno sia stato: naturale o umano di qualche tipo…
La traiettoria del volo, il tipo di esplosione… Bisogna avere
ancora i commenti degli esperti, della contraerea…
Pare che padre Michail sia l'unico a Čeljabinsk
a dubitare dell'origine extraterrestre del meteorite.
Probabilmente perché è uno specialista in scienze umane, penso ed
esco dalla chiesa.
P.S. – Ma in generale, sai, in qualche modo questo foro meteoritico è molto simile a una trappola sul ghiaccio da bracconieri, – ha fatto notare apposta il collaboratore della fabbrica di zinco Saša. – Quando i bracconieri d'inverno gettano le reti, per l'appunto sciolgono il ghiaccio a otto metri di distanza – ecco il buco.
Qualche ora dopo lo MČS ha dichiarato ufficialmente che i sommozzatori hanno compiuto l'esame dello specchio d'acqua del lago dove, secondo i dati preliminari, è atterrato il meteorite di Čeljabinsk. Non sono state trovate tracce del corpo celeste.
Elena Račëva, "Novaja gazeta", http://www.novayagazeta.ru/society/56802.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)
[1]
Città della Russia asiatica ai piedi degli Urali.
[2]
Diminutivo di Evgenij (Eugenio).
[3]
Qualcosa come "Metalli di Recupero di Čeljabinsk".
[4]
Porto russo sulla foce della Dvina nel Mar Bianco.
[5]
Camion della Kamskij
Avtomobil'nyj Zavod
(Fabbrica di Automobili della Kama – fiume della Russia centrale).
[6]
Zakrytoe
Akcionernoe Obščestvo
(Società per Azioni a Numero Chiuso).
[7]
"Materiali edili ad alta temperatura".
[8]
Qualcosa come "Metallo-Čeljabinsk", impresa metallurgica.
[9]
Città della regione di Čeljabinsk, intitolata a san Giovanni
Crisostomo.
[10]
Ministerstvo
Črezvyčajnych Situacij (Ministero
per le Situazioni di Emergenza).
[11]
Žiliščno-Kommunal'noe
Chozjajstvo (Servizi
Comunali per le Abitazioni).
[12]
L'arancione è il colore dell'opposizione al presidente ucraino
filo-russo Janukovyč e per estensione quello degli oppositori di
Putin e dei regimi a lui favorevoli.
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