Moskva-Jurt [1]
"Le guardie del corpo di Kadyrov" sono
intervenute di nuovo. I generali avevano promesso: quelli che hanno
sequestrato e torturato persone a Mosca saranno puniti, saranno
incarcerati, ci sarà un processo. Ma sono già in libertà.
Chiediamo una risposta al Comitato Inquirente della Federazione
Russa, allo FSB [2], al
Ministero degli Interni, alla Procura Generale e all'amministrazione
presidenziale. Chiediamo a tutti di sostenere i nostri appelli
ufficiali
25.03.2013
Alla "Novaja gazeta" si sono rivolti
degli ufficiali dell'apparato centrale dello FSB (i cognomi sono
noti alla redazione) e hanno dichiarato che la loro sezione quasi al
completo si rifiuta di entrare in servizio e che sono perfino pronti
a mettere sul tavolo i distintivi di servizio. Motivo di un atto
ufficiale così deciso è stata la liberazione dagli arresti dei
poliziotti ceceni che nel 2011 a Mosca sequestrarono una persona, le
estorsero del denaro e la sottoposero alle torture più crudeli (La
"Novaja gazeta" scrisse su questa storia nel n° 42 del 16
aprile 2012). I cekisti [3]
hanno riferito che, nonostante il controllo personale sulle indagini
per il procedimento penale da parte del presidente del Comitato
Inquirente Aleksandr Bastrykin, tutti gli arrestati sono stati
comunque liberati e l'inquirente principale è stato sollevato
dall'incarico. Tra l'altro nel caso ci sarebbero "intercettazioni"
telefoniche degli accusati dal SIZO [4]
n° 6, da cui avrebbero dato indicazione di intimorire i testimoni.
Abbiamo conversato con gli agenti dello FSB e abbiamo chiarito
ulteriori dettagli di questa clamorosa storia criminale.
I cekisti hanno fissato l'incontro in un caffè nei
pressi di Mosca.
– Capite, ci hanno semplicemente sputato
nell'anima – hanno messo in pericolo le nostre famiglie, – si è
indignato il colonnello R. – Perché siamo andati in Cecenia e
abbiamo raccolto una base di prove? Là ci hanno pedinato dei veri
banditi in uniforme e siamo quasi diventati degli ostaggi. La gente
della sezione è estremamente indignata!
– Ed ecco che veniamo a sapere che queste stesse
"guardie del corpo di Kadyrov", che a Mosca si occupano di
attività criminali, sono state tranquillamente rilasciate, –
aggiunge il maggiore N. – Come capire ciò? Sarebbe stato meglio
prendere le bustarelle che ci avevano proposto…
Dell'arresto di alcuni poliziotti ceceni la "Novaja
gazeta" raccontò l'anno scorso. Dopo l'uscita dell'articolo si
sollevò grande clamore, ma gli altri gradi delle strutture armate
assicurarono giurando che i colpevoli sarebbero stati puniti.
Ricordiamo in breve le circostanze: il 23
agosto 2011 presso il centro commerciale "Dar'ja" sul
viale Stroginskij [5]
fu sequestrato il cittadino Ž.
(il suo cognome è noto alla redazione, ma nel procedimento penale
va sotto lo pseudonimo Grigorij, perciò in seguito lo chiameremo
proprio così). Secondo i dati degli inquirenti, del sequestro sono
autori degli ufficiali di polizia mandati in trasferta a Mosca dalla
Cecenia per scortare il capo della repubblica e i membri della sua
famiglia durante le loro visite. Ed esattamente: Chož-Achmed
Israilov, agente investigativo
incaricato della polizia investigativa dell'OVD [6]
del distretto di Nožaj-Jurt
[7]
della Repubblica Cecena (con se aveva una pistola Stečkin
(APS [8])
numero di serie LV 991 e il distintivo da trasferta con l'ordine per
la scorta del presidente della Repubblica Cecena e dei membri della
sua famiglia); Adam Israilov,
ispettore del Servizio di Sicurezza del DPS [9]
del GIBDD [10]
di reazione operativa del Ministero degli Interni per la Repubblica
Cecena (pistola Stečkin
numero di serie SV 1656K e
distintivo da trasferta con l'ordine per la scorta del presidente
della Repubblica Cecena e dei membri della sua famiglia); Džambulat
Machmatmurziev, agente
investigativo incaricato della polizia investigativa dell'OVD del
distretto di Šelkovskaja
[11]
della Repubblica Cecena ("Stečkin"
numero di serie SV 380 e distintivo da trasferta con l'ordine per la
scorta del presidente della Repubblica Cecena e dei membri della sua
famiglia); Muschadži
Musulaev, agente
investigativo incaricato della polizia investigativa dell'OVD del
distretto di Urus-Martan [12]
della Repubblica Cecena ("Stečkin"
numero di serie SK 653K e distintivo da trasferta con l'ordine per
la scorta del presidente della Repubblica Cecena e dei membri della
sua famiglia); Ibragim-Bek
Tagirov, ex agente dell'UBOP [13]
della GUVD [14]
della città di Mosca; Aslanbek
Temirov, nativo del villaggio
Belgatoj del distretto di Šali
[15]
della Repubblica Cecena e Achmed
Dzamichov, nativo del villaggio
Zalukodes del distretto Zol'skij [16]
della Repubblica di Kabardino-Balkaria.
Inizialmente presentarono a Grigorij
i
distintivi di servizio, in
seguito lo colpirono alla testa con il calcio della pistola, lo
portarono con la forza nel centro abitato Meščerskij
(presso lo MKAD [17])
e lo gettarono nel sotterraneo della casa dell'uomo d'affari Nabi M.
Secondo i dati investigativi dello FSB, l'uomo d'affari M. era stato
in precedenza membro attivo di bande armate e nella sua casa sulla
MKAD si detenevano periodicamente ostaggi.
Secondo i materiali del procedimento penale,
da Grigorij
pretesero 3 milioni di rubli [18]
o l'automobile Lexus nuova. Tra l'altro i poliziotti ceceni lo
ammanettarono a un tavolo di ferro, lo picchiarono con rottami di
ferro e lo violentarono con una stecca da biliardo. Quando
l'ostaggio cessò di dare segni di vita, lo portarono di notte a
Strogino [19]
e lo gettarono a una fermata dell'autobus. Due ore dopo un passante
casuale vide Grigorij sanguinante
e
chiamò il Pronto Soccorso.
I medici portarono la vittima alla rianimazione del 67° ospedale e
stilarono una diagnosi sconsolante: "trauma cranico-cerebrale
chiuso in forma di contusione del cervello ed emorragia
subaracnoidea con sviluppo di sintomi focalizzati e cerebrali
generali e danneggiamento interno dell'intestino retto (difetto alla
parete anteriore dell'intestino retto)".
Per fortuna Grigorij sopravvisse e rese
testimonianza. Una settimana dopo arrestarono i suoi sequestratori:
gli Israilov (Adam e Chož-Achmed),
Machmatmurziev, Musulaev, Tagirov, Temirov e Dzamichov. E tre giorni
dopo per sospetta complicità arrestarono Zelimchan
Israilov, agente investigativo
incaricato del Centro per la garanzia della sicurezza delle persone
oggetto di difesa statale del Ministero degli Interni ceceno
(pistola Stečkin
numero di serie SK 1055 K), Junus
Rasuchadžiev,
sergente del reggimento dell'UVO [20]
del Ministero degli Interni ceceno
(pistola GŠ-18
[21]
numero di serie 090676L), Muslim Kajgarov (anno di nascita 1990,
nativo della Cecenia) e Michail Rabuev (anno di nascita 1990, nativo
della Cecenia). A tutti loro fu formulata l'accusa di sequestro di
persona, estorsione e lesioni personali gravi.
Grigorij e Valera l'Osseto
Abbiamo chiarito la personalità
dell'ostaggio. In precedenza Grigorij
si occupava di furti di auto estere di lusso nella banda del nativo
dell'Ossezia del Sud Valerij Ch. (Valera l'Osseto). Valera l'Osseto
abita a Ljubercy [22]
e riceve ordini per furti di Lexus e Porsche e in seguito con la
copertura di agenti delle strutture armate corrotti le sposta in
Cecenia, Daghestan, Kabardino-Balkaria e Ossezia del Sud. Per
esempio, nell'estate 2012 la banda rubò a Mosca presumibilmente
dodici Lexus.
Nel 2005 per il furto della Mercedes della
figlia di un alto funzionario Grigorij
fu condannato. Dopo la condanna si mise a lavorare e intese sposarsi
di nuovo. Ma lo trovò Valera l'Osseto e propose per 18 mila dollari
di rubare una Lexus per ordine di "un guerrigliero del
Daghestan". Grigorij
si rifiutò e cacciò l'Osseto dall'ingresso. Allora l'Osseto decise
di vendicarsi di lui e attrasse a partecipare alla cosa dei suoi
conoscenti tra i poliziotti ceceni. A questi riferì che Grigorij
rubava dieci auto estere al mese e non "scuciva" a
nessuno.
Il 23 agosto 2011 Valera l'Osseto telefonò a
Grigorij e fissò un "incontro" presso il centro
commerciale "Dar'ja" sul viale Stroginskij, dove lo
aspettavano le persone summenzionate.
Il reparto della scorta
Come già riferì la "Novaja gazeta", a
Mosca è dislocata in pianta stabile la "sezione della capitale
della scorta" di Kadyrov, che conta circa 30 persone. I
combattenti sarebbero basati negli appartamenti del
"President-Hotel", hanno armi automatiche, mezzi di
comunicazione e le loro automobili sono equipaggiate con permessi
speciale "per il non controllo".
La direzione operativa della sezione è esercitata
dal tenente di polizia menzionato nella lista degli arrestati
Zelimchan Israilov soprannominato Demonio (talvolta usa documenti a
nome Bislan Chakimov). Per la capitale il Demonio si sposta su una
Mercedes ML 500 targata R *** KR 150 RUS (la proprietaria è
Natalija P., che abita a Mytišči
[23]) e godrebbe
di legami con il governo.
Ricordiamo: per la prima volta il Demonio si mise in
luce il 18 marzo 2007, quando nel centro di Mosca non dette strada
al guidatore di un "modello nove" [24]
Kočetkov.
Com'è detto nel rapporto della polizia, "tra Israilov e
Kočetkov
scoppiò una rissa – in conseguenza quest'ultimo cadde,
batté la testa sull'orlo di un marciapiede e morì sul colpo"
(il procedimento penale fu presto chiuso).
In seguito – il 25 agosto 2008 – sul corso
Novojasnevskij [25]
presso il caffè "Vostočnaja
kuchnja" [26]
durante un regolamento di conti armato Israilov ebbe una ferita da
pallottola al petto e fu portato in ospedale. Oltre al demonio fu
ferito l'agente investigativo incaricato Muschadži
Musulaev e in rianimazione li portò
Džambulat
Machmatmurziev (entrambi sono menzionati nella lista degli arrestati
per il sequestro di Grigorij).
Dalla parte opposta furono feriti il nativo di Baku Mamedov e il
moscovita Nikitin (il procedimento
penale fu chiuso).
Il 5 gennaio 2009 Israilov già da solo usò la
"Stečkin"
di servizio: secondo la versione degli inquirenti, irruppe in un
autobus che gli aveva tagliato la strada e sparò in una gamba
all'autista Poršnev.
A dire il vero, Poršnev
non risultò timido e il Demonio le prese dal suo piè di porco
(insieme al Demonio in automobile si trovava un agente investigativo
incaricato della Direzione del Servizio di Sicurezza del Ministero
degli Interni ceceno, il tenente di polizia Ismailov).
Il caso ebbe grande risonanza sociale, la
dirigenza della Procura Generale in conversazioni personali con
giornalisti della "Novaja gazeta" assicurò che il crimine
non sarebbe rimasto impunito. Tuttavia
il procedimento penale fu chiuso dalla Direzione Inquirente dello
ZAO [27]
di Mosca. Ed ecco la nuova
clamorosa storia del rapimento e delle torture di Grigorij.
Le indagini
Come andarono le indagini sul sequestro di Grigorij
è necessario raccontare a parte. In primo luogo, il giorno dopo gli
arresti alla Polizia Investigativa di Mosca e allo FSB giunse l'ex
agente dell'UBOP della capitale A. (soprannominato Bandito, il
cognome è noto alla redazione) e avrebbe alluso a possibili
spiacevolezze, se gli arrestati fossero rimasti in prigione. In
seguito dall'inquirente e poi alla Polizia Investigativa di Mosca e
allo FSB comparvero dei visitatori da Groznyj e avrebbero proposto 3
milioni e 500 mila euro per la liberazione degli arrestati.
Facendo attenzione alle personalità degli arrestati
e ai loro alti legami, il procedimento penale fu trasferito dalla
Direzione Inquirente del Comitato Inquirente dello SZAO [28]
della città di Mosca alla Prima Direzione per le indagini su casi
particolarmente importanti della GSU [29]
della città di Mosca. Inoltre il corso delle indagini fu preso
sotto il controllo personale del capo del Comitato Inquirente
Aleksandr Bastrykin.
Durante gli interrogatori gli arrestati assicurarono
di non essere autori del crimine. Tuttavia le deposizioni dei
testimoni e i dati dei billing dicono l'opposto. Tra l'altro su
Valera l'Osseto ha reso testimonianza una vicina curiosa, che ha
ricordato i suoi ospiti e le targhe delle automobili (dopo aver
ricevuto minacce è stata messa sotto difesa statale).
Allora gli avvocati dei sospetti trovarono
testimoni che affermarono che il giorno del sequestro di Grigorij
una parte degli arrestati si divertiva a un matrimonio in Cecenia e
l'altra seppelliva un conoscente a Nal'čik
[30].
Tra l'altro agli inquirenti mostrarono perfino delle fotografie. Ma
anche questo "alibi" si rivelò inventato: in Cecenia e
nella Repubblica di Kabardino-Balkaria inviarono sotto scorta
rafforzata di gruppi speciali un gruppo di inquirenti e di agenti
dello FSB. Durante gli interrogatori i "testimoni" su
confusero continuamente nelle deposizioni e le foto, come risultò,
erano state fatte un anno prima.
Nel frattempo alla Procura Generale, al Comitato
Inquirente, al Ministero degli Interni e alla Duma di Stato furono
inviati decine di appelli con la richiesta di liberare "gli
innocenti abitanti della Repubblica Cecena che lottano con la
criminalità e che sono diventati ostaggi di agenti corrotti dello
FSB e del Ministero degli Interni e dei nemici del presidente della
Cecenia Ramzan Kadyrov". Purtroppo nel numero dei firmatari
risultò un noto giornalista membro della Camera Sociale [31].
Ci mettemmo in contatto con il collega e questi non escluse di "aver
potuto firmare automaticamente qualche lettera senza leggerla".
Ma nonostante contrasti e minacce, gli agenti
investigativi erano certi che i criminali che avevano sequestrato
Grigorij
avrebbero avuto la punizione meritata.
Ma quando il capo del Comitato Inquirente
Russo Bastrykin cessò di chiedere i rapporti mensili sul corso
delle indagini, l'inquirente Čingiz
Berikov, che conduceva il caso, fu
sollevato dall'incarico. E subito dopo il sollevamento dall'incarico
di Berikov furono messi in libertà il Demonio e altri quattro. E il
19 febbraio 2013 il procedimento penale fu inaspettatamente
trasmesso dalla GSU della città di Mosca alla Direzione Inquirente
dello CAO [32].
Il nuovo inquirente qui cambiò le misure cautelari e gli ultimi
sequestratori di Grigorij furono
rilasciati dal SIZO n° 6. Ricordiamo: il 1° vice presidente del
Comitato Inquirente della Federazione Russa Vasilij Piskarev ancora
poco tempo fa dichiarò in un'intervista che "tutti i criminali
senza esclusione devono essere puniti e da noi non devono esserci
intoccabili". Ma è risultato che adesso di far luce su ciò
che è rimasto del caso è stato ordinato a un comune ispettore
distrettuale.
I cekisti dal caffè
– Sapete, il giorno in cui rilasciarono l'ultimo
di loro, ci ubriacammo tutti noi della sezione, – sorride
tristemente il colonnello R. – Ma al mattino scrivemmo
un'informazione-memorandum al direttore dello FSB.
– E che successe poi? – ci interessiamo.
– Giunse l'assistente del direttore dello FSB e
dichiarò che c'era un'indicazione dall'alto: "Non toccare
l'entourage di Kadyrov fino alla fine dell'Olimpiade a Soči".
Dice, poi faremo i conti con loro.
- Aha, sopportiamo ancora per un anno e mezzo
banditi nelle vie di Mosca armati di "Stečkin"
e con distintivi del Ministero degli Interni? – ha aggiunto il
maggiore N.
– Cosa siete intenzionati a fare poi?
– Per ora non entriamo in servizio. Ma forse
dichiareremo lo sciopero della fame e appenderemo un cartello alla
Lubjanka [33]?
Richieste pubbliche di informazioni
Al capo della
Repubblica Cecena Kadyrov R.A.
Egregio Ramzan Achamtovič!
Le chiediamo di dare una valutazione delle
informazioni contenute nell'articolo di S. Kanev.
Le persone menzionate sono effettivamente agenti
della polizia della Repubblica Cecena inviati in trasferta a Mosca
per garantire la Sua sicurezza?
Com'è possibile che agenti di polizia della
Repubblica Cecena abbiano così enormi somme di denaro (vedi foto
[34])?
Al
presidente del Comitato Inquirente Russo A.I. Bastrykin
Egregio Aleksandr Ivanovič!
Le chiediamo di riferire: chi precisamente dette
l'indicazione di liberare dagli arresti gli accusati di sequestro e
torture? Su quali basi fu sollevato dall'incarico nel Comitato
Inquirente l'inquirente Čingiz
Berikov? Perché non fu interrogato l'abitante del centro
abitato Meščerskij
Nabi M., nella cui casa fu detenuto l'ostaggio?
Sergej Kanev, "Novaja gazeta",
http://www.novayagazeta.ru/inquests/57374.html
(traduzione e note di Matteo Mazzoni)
[1]
Jurt
è un termine di origine turca con cui si indicano i villaggi di
origine cosacca e che è entrato nella toponomastica ufficiale (si
vedano i villaggi ceceni di Alchan-Jurt, Beno-Jurt, Nožaj-Jurt,
ecc.). Aggiungerlo a Moskva
(Mosca) ne indica la "cecenizzazione".
[2]
Federal'naja
Služba Bezopasnosti
(Servizio Federale di Sicurezza), il principale servizio segreto
russo.
[3]
In origine erano dette così gli agenti della ČK – nello spelling
russo Čė-Ka
– cioè la Črezvyčajnaja
Komissija po bor'be s kontrrevoljucej i sabotažem
("Commissione Straordinaria per la lotta alla controrivoluzione
e al sabotaggio"), la prima polizia politica sovietica e per
estensione vengono definiti così gli agenti segreti.
[4]
Sledstvennyj
IZOljator (Carcere
di Custodia Cautelare).
[5]
Viale della zona nord-orientale di Mosca.
[6]
Otdel
Vnutrennich Del (Sezione
degli Affari Interni), in pratica sede della polizia.
[7]
Villaggio della Cecenia orientale.
[8]
Avtomatičeskij
Pistolet Stečkin
(Pistola Automatica Stečkin – fabbrica di armi russa).
[9]
Dorožno-Patrul'naja
Služba
(Servizio di Pattuglia Stradale).
[10]
Gosudarstvennaja
Inspekcija po Bezopasnosti Dorožnogo Dviženija
(Ispettorato Statale per la Sicurezza del Traffico Stradale).
[11]
Villaggio cosacco della Cecenia nord-orientale.
[12]
Città della Cecenia centro-meridionale.
[13]
Upravlenie po
Bor'be s Organizovannoj Prestupnost'ju
(Direzione per la Lotta alla Criminalità Organizzata).
[14]
Gorodskoe
Upravlenie Vnutrennich Del (Direzione
Cittadina degli Affari Interni), in pratica la sede centrale della
polizia.
[15]
Città della Cecenia centro-meridionale.
[16]
Distretto della parte occidentale della Kabardino-Balkaria.
[17]
Moskovskaja
Kol'cevaja AvtoDoroga
(Autostrada Anulare di Mosca).
[18]
Circa 75000 rubli.
[19]
Quartiere della parte nord-occidentale di Mosca.
[20]
Upravlenie
Vnutrennej Ochrany
(Direzione della Sicurezza Interna).
[21]
GŠ sta per "Grjazev i Šipunov" (Grjazev e Šipunov),
marca di armi russe.
[22]
Città nei dintorni di Mosca.
[23]
Città nei dintorni di Mosca.
[24]
Nome popolare della Lada Samara.
[25]
Via della parte meridionale di Mosca.
[26]
"Cucina Orientale".
[27]
Zapadnyj
Administratvnyj Okrug
(Circondario Amministrativo Occidentale).
[28]
Severo-Zapadnyj
Administrativnyj Okrug
(Circondario Amministrativo Nord-Occidentale).
[29]
Glavnoe
Sledstvennoe Upravlenie
(Direzione Inquirente Centrale).
[30]
Capitale della Kabardino-Balkaria.
[31]
Organismo intermedio tra potere e società civile, privo di poteri
reali.
[32]
Central'nyj
Administrativnyj Okrug
(Circondario Amministrativo Centrale).
[33]
Nome popolare dell'edificio dei servizi segreti in piazza Lubjanskaja
nel centro di Mosca.
[34]
Non pubblico le foto per motivi tecnici, ma sono visibili
nell'articolo originale da me linkato.