La revisione delle fiches di Medvedev
19.04.2013,
15.03
Martedì davanti alla
Casa Bianca [1]
è comparso un cartello "Ieri presidente, oggi premier, domani
prefetto". La cosa più probabile è che in tal modo il pubblico
liberale cercasse di fare arrabbiare la sua ex speranza Dmitrij
Medvedev, che non ha realizzato le scommesse creative. Sulle
persecuzioni del capo dei "Kurorty Severnogo Kavkaza" [2]
Bilalov, come pure su altri progetti che erano creature di Dmitrij
Medvedev ancora ai tempi della sua presidenza, leggete nell'articolo
di “Kavkazskaja politika”.
Anche se non li ha realizzati, può
ancora andare bene – se ci ripensa e si corregge e si unisce al
partito anti-putiniano che si sta formando nell'élite.
Tra l'altro a Dmitrij Medvedev resta
poco tempo – è necessario ai liberali solo in qualità di premier,
ma privato della Casa Bianca, perderà istantaneamente tutta la sua
attrattiva. Ecco che si affrettano, dandogli del prefetto. Si
imbizzarrirà all'improvviso? Le chances sono minime, ma le puntate
sono molto alte.
Tanto più che spronano Medvedev non
solo i creativi – allo stesso momento dell'affissione del cartello
indirizzato al futuro capo di circoscrizione, ben vicino, per
l'appunto a metà strada tra il Cremlino e la Casa Bianca,
nell'ufficio dei "Kurorty Severnogo Kavkaza" si sono svolte
delle perquisizioni. Gli inquirenti sono giunti all'ufficio di Achmed
Bilalov, diventato famoso in tutta la Russia dopo la strigliata
datagli in assenza da Putin ai cantieri olimpici a Soči.
Da allora già da due mesi il "compagno
Bilalov" non compare in Russia, ma i casi contro di lui
acquistano un carattere sempre più serio. Che c'entra qui Medvedev?
C'entra perché il progetto di costruzione di un centro turistico nel
Caucaso del Nord è una delle fiches simboliche della presidenza di
Medvedev accanto al ritiro degli organi di potere dalla capitale,
all'abolizione dell'ora legale e a Skolkovo [3].
E tutte queste iniziative, in ciascuna
delle quali c'è un grano di buon senso diventato sotto i raggi
dell'idiozia un progetto incapace di vivere, si trovano ora a dir
poco in sospeso. Inoltre lo stesso Bilalov è una creazione personale
dell'ex presidente.
Nella storia dell'ascesa e della caduta
dell'uomo d'affari àvaro [4]
e del suo progetto si riflettono tanto tutti i problemi del Caucaso
del Nord, quanto quelli di Dmitrij Medvedev, cioè del liberalismo
russo contemporaneo.
La stessa comparsa del progetto KSK è
legata all'Olimpiade di Soči.
Nel 2009, facendo sci alpino a Krasnaja Poljana [5],
Medvedev, dopo aver sprecato il primo anno di presidenza, conversò
con l'ex deputato della Duma di Stato Achmed Bilalov, che era appena
diventato vice-presidente del Comitato Olimpico Russo. L'uomo
d'affari mostrò al presidente l'impianto di risalita e le piste da
sci costruite dalla sua ditta (in realtà comprati poco prima da
un'altra compagnia e finiti di costruire).
L'ammirato presidente, a quel tempo non
solo conoscente di Bilalov, ma anche, più probabilmente, ben
preparato all'incontro dal suo consigliere Dvorkovič
(da suo cognato daghestano), era in ottima disposizione di spirito e
pensava a come organizzarci il Caucaso.
Qui Bilalov propose – possiamo
costruire in tutto il Caucaso del Nord le stesse località sciistiche
moderne e ciò non solo attrarrà nella regione milioni di turisti,
ma darà anche lavoro a molti disoccupati locali.
La domanda ragionevole – ma perché
non sviluppare Ėl'brus
[6] e Dombaj [7]
già esistenti nel Caucaso? – se anche sorse, fu facilmente
respinta – sono così e sono così pieni zeppi… Ma ecco che ne
costruiamo di nuove – per iniziare in Adighezia (è praticamente il
territorio di Krasnodar [8],
il luogo degli interessi affaristici di Bilalov, proprio da qui sarà
presto delegato al Consiglio della Federazione), in Daghestan
(Chunzach, la patria di Bilalov) e in Karačaj-Circassia
(ad Archyz a quel tempo un oligarca degli Urali aveva firmato la
costruzione di una località sciistica). A Medvedev, dicono, l'idea
piacque tanto che presto lasciò direttamente in un appunto a Bilalov
l'ordine con le indicazioni ai ministri con la sua approvazione di
questa idea.
Nel 2010 fu creata una corporazione
statale, furono pompati i primi soldi e stilati i primi piani. Il
numero di località crebbe rapidamente – inizialmente si aggiunse
Mamison in Ossezia e l'Ėl'brus
balcaro con Bezengi, poi presero ad agitarsi i vainachi [9]
e toccò includere Džejrach
in Inguscezia e aspettare i ceceni.
Si aggiunse anche la costa daghestana…
Il progetto, inizialmente valutato qualche centinaio di miliardi [10]
di investimenti, crebbe presto fino a mezzo trilione [11],
dopodiché i conteggi si interruppero.
E all'improvviso si concluse la
presidenza di Medvedev e iniziò la revisione non pubblica di quanto
fatto. Le località non erano state costruite, ma non per colpa di
Bilalov, bensì a causa del fatto che praticamente a tutte era
necessario collegare gas-luce-strade e anche creare infrastrutture
interne? Ma per questo è necessario del tempo e principalmente molti
soldi federali.
I soldi vennero – la maggior parte di
essi, a dire il vero, fu pianificata ancor prima di ogni KSK e fu
stanziata attraverso programmi tipo "Sud della Russia". Ma
il KSK al contempo preparò concezioni, ordinandole a "Ernst &
Young", stilò protocolli d'intesa con investitori potenziali
occidentali e orientali, ordinò film… Ma non poté comunque
diventare un potente lobbista del progetto. Il principale problema
stava nel fatto che pochi, sia a Mosca, sia nel Caucaso credevano che
l'idea della creazione di un enorme centro turistico fosse in
generale realizzabile.
Non si può dire che il pensiero di
occupare i montanari nel business turistico fosse già del tutto
folle – i monti sono bellissimi, di sciatori e turisti ogni anno ce
ne sono sempre più e il lavoro nel Caucaso effettivamente non c'è
Ma erano d'ostacolo due problemi principali – ruberie e terrorismo.
Come investire soldi pazzeschi con l'attuale livello di
malversazione? Chi andrà in Daghestan quando da là quasi ogni
giorno arrivano notizie di atti terroristici e attentati?
E in generale per il russo qualsiasi
Inguscezia e Karačaj-Circassia
sono la stessa cosa, il Caucaso, cosicché quando sparano a
Machačkala
[12] ciò si
ripercuote a Mamison. Che dire degli stranieri – su di loro c'è la
maggiore puntata nella concezione del centro.
E ciò senza parlare già delle altre,
"minime" domande – sono pronti gli stessi caucasici a
lavorare in queste località, come garantire il legame della
produzione dell'agricoltura locale alla tavola turistica, che fare
con il prezzo dei biglietti aerei e in generale come rendere
concorrenziali i prezzi delle vacanze nel Caucaso (perché non
superino non solo quelli di Bulgaria e Slovacchia (cosa irreale), ma
anche di Austria e Francia)?
E' chiaro che non è affare di
Medvedev, ma lo stesso era con tutti gli altri suoi progetti. Non è
stato calcolato o non è in tempo o non hanno ordinato questo o tutto
insieme. Manilovismo [13],
tutto una Skolkovo. Dimensioni semplicemente diverse – là
Veksel'berg [14], qui
Bilalov.
Anche se Bilalov non è così semplice
– è solo parte del grande clan àvaro di cui fanno parte i suoi
cugini Mamedov (il "Gruppa Summa" [15]),
miliardari delle nuove leve divenuti famosi tanto per la
ristrutturazione del teatro Bol'šoj,
quanto per il controllo sul porto e sul terminale petrolifero di
Novorossijsk [16]. Questi
soldi, che possono fornire a Bilalov per il KSK (messi in circolo
attraverso le banche familiari e così via) sono quasi spiccioli in
confronto ai progetti del "Summa".
Ma il colpo su di lui potrebbe essere
ben più doloroso non solo per il clan di Chunzach. Ma questa è già
parte di un'altra storia – la lotta per il potere e il futuro di
tutta la Russia. Un paese in cui i progetti grandiosi saranno
preparati da persone competenti e incarnati da persone oneste.
"Kavkazskaja politika",
http://kavpolit.com/luchshij-tovarishh-bilalova/
(traduzione e note di Matteo Mazzoni)
[1]
Nome colloquiale della sede del governo russo.
[2]
"Luoghi di Vacanza del Caucaso del Nord", ente indicato in
seguito anche come KSK.
[3]
Città nei pressi di Mosca che dovrebbe diventare il principale
centro tecnologico russo.
[4]
Cioè membro dell'etnia autoctona maggioritaria del Daghestan.
[5]
"Radura Rossa", località sciistica del comprensorio di
Soči.
[6]
Il monte più alto del Caucaso, nella repubblica autonoma di
Kabardino-Balkaria.
[7]
Località sciistica della repubblica autonoma di Karačaj-Circassia.
[8]
Città della Russia meridionale.
[9]
Popolo caucasico autoctono da cui discendono ceceni e ingusci.
[10]
100 miliardi di rubli sono circa 2,4 miliardi di euro.
[11]
Cioè 500 miliardi di rubli (circa 12,1 miliardi di euro).
[12]
Capitale del Daghestan.
[13]
Atteggiamento da vano sognatore come il Manilov delle "Anime
morte" di Gogol'.
[14]
Viktor Feliksovič Veksel'berg, grande imprenditore.
[15]
"Gruppo Somma", grande holding.
[16]
Porto sul Mar Nero.
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