Besleneev:
il genocidio dei circassi dev'essere riconosciuto a livello statale
22 maggio
2013, 00.33
In Karačaj-Circassia
il 21 maggio si sono svolte iniziative dedicate al Giorno della
Memoria delle vittime della Guerra Caucasica. Il genocidio dei
circassi nella Guerra Caucasica dev'essere riconosciuto e condannato
a livello statale, ha dichiarato il direttore dell'istituto di studi
umani della Karačaj-Circassia
Muradin Besleneev.
Temrezov: non si può sacrificare la concordia interetnica alle ambizioni
Nel teatro drammatico di Čerkessk [1] il 21 maggio si è svolta una riunione in cui sono intervenuti il capo della Karačaj-Circassia Rašid Temrezov, rappresentanti dei cosacchi e delle organizzazioni sociali nazionali della repubblica.
All'inizio della riunione il presidente del Centro di
Coordinamento dei Musulmani del Caucaso del Nord Ismail-chadži
Berdiev ha compiuto il rito della Du´ā`
[2] per le vittime innocenti della Guerra Caucasica e il
protopope incaricato del Circondario Settentrionale della
Karačaj-Circassia
Michail Samochin ha letto una preghiera.
Ai presenti è stato mostrato un documentario che
narra il tragico destino del popolo circasso.
Risultato della guerra furono centinaia di
migliaia di morti, la perdita della lingua e l'assimilazione
culturale a un paese straniero, ha notato nel suo intervento il capo
della Karačaj-Circassia
Rašid
Temrezov.
"Noi conserviamo nel nostro cuore le memoria dei
morti in questa guerra spietata. E oggi, dopo quasi un secolo e
mezzo, sentiamo il dolore di una perdita incolmabile. I nostri
compatrioti sono sparsi in più di 50 paesi del mondo e sono in lutto
insieme a noi. E ognuno di noi ricorderà sempre che non c'è niente
di più caro al mondo della pace e dell'amicizia tra i popoli. La
concordia interetnica è un'autentica ricchezza e siamo fermamente
convinti che né nel presente, né nel futuro debba essere
sacrificato a qualsiasi ambizione, a interessi politici ed
economici", – ha detto il leader della regione.
Besleneev: bisogna riconoscere e condannare a a livello statale il genocidio dei circassi
Ha raccontato dettagliatamente le conseguenze della
Guerra Caucasica il direttore dell'istituto di Scienze Umane della
Karačaj-Circassia
e candidato in Scienze Storiche Muradin Besleneev,
intervenuto con una relazione.
"Il debito morale esige che oggi si riconosca e
si condanni a livello statale il genocidio dei circassi nella Guerra
Caucasica. Solo questo può chiudere il conto di questa guerra
prevenire il ripetersi di una politica del genere in futuro. La
possibilità di tale recidività è del tutto confermata da tutta la
storia del 20° secolo, quando a repressioni di massa furono
sottoposti molti popoli del Caucaso, tra cui cosacchi e carachi [3]",
– ha notato Muradin Besleneev.
"La Guerra Caucasica, durata dal 1763 al 1864, pose i popoli adighè [4] al limite della totale scomparsa. Dopo la guerra e la deportazione di massa degli adighè nell'Impero Ottomano nella loro patria restarono poco più di 50 mila persone. Da parte delle autorità della Russia finora non è stata presa la decisione di riconoscere il genocidio dei circassi durante la Guerra Caucasica, sottolineano all'"Adigė Chasė" [5] di Adighezia, Karačaj-Circassia e territorio di Krasnodar [6]".
Il relatore ha notato che i problemi generati dalla
politica di Alessandro II [7]
"oggi sono di nuovo all'ordine del giorno". Così, a suo
dire, al giorno d'oggi è acuta la questione del rimpatrio dei
compatrioti siriani.
"Già da tre anni molti nostri compatrioti in Siria di origine circassa, abaza [8], caraca e nogai [9], discendenti degli esuli del 19° secolo di nuovo per volontà del destino si trovano nell'epicentro di azioni di guerra", – ha detto Muradin Besleneev.
Per questo, secondo il relatore, il 31 maggio a Mosca
si svolgerà una "tavola rotonda" dedicata al tema del
rimpatrio dei compatrioti russi nella Patria storica.
"Attendiamo risultati reali da questa
iniziativa. Speriamo che gli organi delle autorità federali e della
repubblica trovino la possibilità per un ritorno nella Patria
storica dei travagliati compatrioti dalla Siria e da altri paesi del
mondo", – ha detto Besleneev.
Borodkin: ci furono non pochi casi di tentativi di pace e buon vicinato
La lotta dei montanari per la libertà e l'indipendenza fu di tutto il popolo, ha detto nel suo intervento il capo della direzione per gli affari cosacchi della Repubblica di Karačaj-Circassia, l'atamano [10] del reparto di Batalpašinskaja [11] dell'armata cosacca del Kuban' [12] Viktor Borodkin.
"La Guerra Caucasica durò più di 100 anni,
portò via migliaia di vite di molti popoli del Caucaso del Nord e la
sua causa fu l'impeto dell'autocrazia russa nella lotta per la sfera
d'influenza in questa regione. La lotta dei montanari per la libertà
e l'indipendenza fu in verità di tutto il popolo", – ha detto
Viktor Borodkin.
A suo dire, per molto tempo la verità sulla Guerra
Caucasica è stata taciuta.
"Ma dove gettare le pagine di storia? Uno dei
protagonisti di un romanzo di Jurij Rytchėu
[12], riflettendo sulle
pagine oscure della storia dei rapporti tra russi e ciukci,
pronuncia: "Rammentare ora le antiche persecuzioni è stupido
come offendersi per il giogo tataro-mongolo [14]".
Sagge parole! Certo, abbellire la storia, come si è fatto, per
esempio, negli anni '70 del 20° secolo è stupido e insensato, ma
presentarsi a vicenda i conti per offese vecchie di molti secoli non
è affatto più ragionevole, e in altre situazioni è anche
delittuoso. E solo un'interpretazione oggettiva della storia non è
mai stata e non può essere inutile. Nonostante l'enorme numero di
vittime da entrambe le parti nella Guerra Caucasica, ci furono non
pochi casi di tentativi di pace, buon vicinato e amicizia tra
montanari e cosacchi. E in questo la Guerra Caucasica non somigliò
ad altri conflitti armati", – ha detto Viktor Borodkin.
Alla riunione sono intervenuti anche il capo
dell'autonomia etnico-culturale "Nogaj ėl'"
Valerij Kazakov, il vice presidente della ROO [15]
"K''račaj
Alan Chalk''" [16]
della Karačaj-Circassia
Muchamad Abajchanov, un membro della Camera Sociale [17]
della Federazione Russa e il membro del movimento sociale "Abaza"
Azamat Tlisov.
I partecipanti alla riunione hanno onorato con un
minuto di silenzio i morti nella Guerra Caucasica. Inoltre nei
villaggi Krasnyj Vostok [18]
e Ali-Berdukovskij ha avuto luogo la deposizione di fiori al
monumento alle vittime della Guerra Caucasica.
Nota della redazione: vedi anche le notizie "Alla conferenza in Karačaj-Circassia è stato deciso di creare il Consiglio di Coordinamento dei popoli vittime di repressioni", "Gli abitanti della Karačaj-Circassia festeggiano il Giorno della Rinascita del popolo caraco", "Le organizzazioni circasse della Russia si sono rivolte alle autorità con la richiesta di riconoscere il genocidio del loro popolo".
Autrice: Lejla Gočijaeva; fonte: corrispondente di "Kavkazskij uzel"
[1]
Capitale della Karačaj-Circassia.
[2]
Invocazione.
[3]
Popolo turco della Karačaj-Circassia.
[4]
Nome autoctono dei circassi e delle tribù dell'etnia circassa.
[5]
"Parlamento adighè", associazione internazionale circassa.
[6]
Città della Russia meridionale.
[7]
Zar sotto cui terminò la Guerra Caucasica.
[8]
Popolo autoctono del Caucaso.
[9]
Popolo turco del Caucaso.
[10]
Generale cosacco.
[11]
Nome del villaggio cosacco da cui prese origine Čerkessk.
[12]
Regione del bacino dell'omonimo fiume della Russia meridionale.
[13]
Jurij Sergeevič Rytchėu, scrittore russo appartenente al popolo
siberiano dei ciukci.
[14]
Cioè l'occupazione della Russia da parte di Tatari e Mongoli nei
secoli XIII-XV.
[15]
Respublikanskaja Obščestvennaja Organizacija (Organizzazione
Sociale a Livello di Repubblica).
[16] "Carachi – popolo
alano" (i carachi si definiscono anche "alani").
[17] Organismo intermedio tra
società civile e potere politico privo di reali poteri.
[18]
"Oriente Rosso", villaggio della parte centro-orientale
della Karačaj-Circassia.
[19]
Villaggio della parte centro-settentrionale della Karačaj-Circassia.
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