Un anno fa è iniziato il processo di
formalizzazione definitiva dell'essenza e del posto dell'epoca
putiniana nella storia della Russia
Le nostre conoscenze attendibili sul futuro della
Russia si esauriscono nel fatto che l'Olimpiade a Soči
avrà luogo nel 2014 e il campionato del mondo di calcio nel
2018
01.05.2013
Un anno fa in Russia è cambiato il presidente.
Anche se c'è pure una versione alternativa: il presidente in Russia
non cambia da agosto 1999, solo qualche volta in questo tempo per
cospirazione si è chiamato primo ministro. Comunque sia stato, nel
maggio 2012 è iniziato il processo di formalizzazione definitiva
dell'essenza e del posto dell'epoca putiniana nella storia della
Russia. E' venuto fuori che alle persone che occupano il più alto
posto statale all'inizio del ХХI secolo non si sono formate
relazioni con il tempo. Uno, malgrado le leggi della fisiologia
umana, ha portato tutto il paese a un'ora legale per tutto l'anno.
L'altro, malgrado le leggi della storia e del buon senso, ha
semplicemente deciso di fermare il tempo. E adesso di far tornare il
corso della storia del tutto indietro, sentendo che il suo tempo
politico e umano personale fugga irreversibilmente.
La cosa più semplice nella valutazione del primo
anno del terzo regno di Putin è catalogare la scomparsa delle pur
non particolarmente notevoli tracce della presenza al potere di
Medvedev. Non c'è stato alcun ostacolo formale per questa
revisione. Infatti Medvedev andò alla presidenza come successore
ufficiale di Putin, avevano un "tandem" annunciato
ufficialmente. Il Putin del terzo mandato non è obbligato in alcun
modo a garantire la successione del corso. E la parola "tandem"
nell'attuale lingua politica del paese non esiste più. Come non
esiste più neanche la parola "modernizzazione". Neanche
tra virgolette.
Prima della sua morte politica il 24 settembre 2011
al congresso di "Russia Unita" Medvedev era riuscito a
dare perlomeno due segnali, che avevano seminato speranza tra la
gente che sperava nella possibilità di mutamenti ragionevoli
"dall'alto". Nell'aprile 2009 concesse un'intervista alla
"Novaja gazeta" e il 10 settembre dello stesso anno pure
nella niente affatto leale "gazeta.ru" [1]
pubblicò l'articolo programmatico "Russia, avanti!".
Questi due testi servirono da illustrazione di ciò che Medvedev
intendeva con il suo slogan elettorale "La libertà è meglio
della mancanza di libertà". In particolare intendeva che il
paese aveva bisogno di mutamenti. A dire il vero non politici, ma
tecnologici ed economici. Di una perestrojka senza glasnost'. Di
Skolkovo come di una riserva, in cui si sarebbe trovata la Russia
giusta, libera, che produce senso e brand, così diversa dal resto
del paese.
Putin ha trasformato il pur estremamente utopico
progetto di fondazione di una Russia innovativa su un piccolo lembo
di terra nei pressi di Mosca in uno zimbello politico. Adesso
Skolkovo figura nello spazio informativo russo esclusivamente come
oggetto di procedimenti penali con allusioni alla partecipazione di
rappresentanti dell'opposizione all'appropriazione di fondi
pubblici.
Medvedev, quando era presidente, ordinò al governo
di Putin di preparare lo schema per la liquidazione di tutte le
corporazioni statali entro il 1 aprile 2010 (mi pare che la data 1
aprile fosse stata scelta consapevolmente – il presidente
difficilmente credeva che il governo avrebbe eseguito il suo ordine.
Ma Putin, che aveva fatto delle corporazioni statali uno dei più
efficaci mezzi di spartizione di asset nella cerchia più vicina,
naturalmente frenò la lotta a questi "aspirapolvere" di
fondi pubblici.
Putin dette cortesemente al presidente Medvedev già
andato la possibilità, sotto l'influsso delle richieste
dell'opposizione, di semplificare la registrazione dei partiti e
restituire le elezioni dei governatori e anche di firmare il decreto
per la creazione della Televisione Pubblica come un qualche
contrappeso ai canali televisivi nazionali trasformatisi in volgare
mezzo di propaganda.
Ma tornato al Cremlino, Putin ha tenuto le prime
elezioni dei governatori dopo un intervallo di otto anni in modo
tale che in tutte le persone ragionevoli sparissero i dubbi sulla
loro falsità. E in seguito ha dato alle regioni tutto il diritto di
rinunciare alle elezioni dirette dei capi, di cui hanno già
usufruito Daghestan e Inguscezia. E ne usufruisce ogni regione in
cui il Cremlino ritiene impossibile condurre a qualsiasi costo il
suo candidato alla vittoria.
La liberalizzazione della registrazione dei partiti
con l'uso attivo della macchina dei brogli totali alle elezioni
disperderà ancor di più i voti degli elettori. E i blocchi
elettorali, che permettono di consolidare gli sforzi degli
oppositori del potere, saranno proibiti legalmente come prima.
L'organico della dirigenza della Televisione Pubblica è determinato
dal presidente e non dalla società. Cosicché anche qui il Cremlino
deciderà cosa far dire e mostrare a questo nuovo canale televisivo.
Neanche a livello di parole si dice più niente
sulla riforma giudiziaria. E' stato dimenticato il reset dei
rapporti con l'America. Li hanno resettati ancora una volta, ma con
un altro "quadro": secondo la versione della propaganda
del Cremlino, gli americani uccidono i nostri orfani in quantità
industriali e finanziano le organizzazioni no profit che "minano"
la Russia. Praticamente non si ricorda neanche la "piccola
guerra vittoriosa con la Georgia" – se non con lo scandaloso
spezzone di film, in cui si parla del fatto che Medvedev non voleva
iniziare l'invasione della Georgia, ma Putin l'ha costretto.
Di Medvedev presidente dopo un anno in tutto è
rimasto solo l'ora legale tutto l'anno e un anno di servizio
nell'esercito [2]. Ma i
discorsi sull'incremento del periodo di servizio vanno avanti sempre
più attivamente e l'ora legale va da tempo abolita almeno
d'inverno.
Quando Putin andò alle elezioni presidenziali, i
politologi pro-potere cercarono di convincere gli avversari del
regime che avremmo visto un qualche nuovo presidente, un "Putin
2.0". Ma in fin dei conti Putin "1.0" è stato
sostituito da Putin "0.0". Una qualche versione
"preistorica", "cavernicola" di un politico pur
non troppo progressista. Il potere in tutta serietà, con l'aiuto di
leggi scritte nell'amministrazione del Cremlino ha iniziato a
lottare con l'offesa ai sentimenti dei credenti nello spirito
dell'inquisizione. A cercare "agenti stranieri" tra le
organizzazioni no profit. A far rinascere le norme del GTO [3]
e l'uniforme scolastica obbligatoria e a introdurre le pattuglie
cosacche. Ad assalire le mostre di arte moderna. Ha istituito
i prigionieri politici ufficiali, anche se sotto "Putin 1.0"
gli avversari del potere erano imprigionati esclusivamente in salsa
economica.
I processi esemplari ai rappresentanti del potere si
sono trasformati in farsa. Gli ex ministri dell'Agricoltura e della
Difesa, che il Comitato Inquirente promette di imprigionare "da
un giorno all'altro", sono in libertà. Il membro di "Russia
Unita" in vista Vladimir Pechtin, cacciato con scandalo dalla
Duma di Stato per un immobile tenuto nascosto a Miami, nello stato
della Florida, è designato alla guida di una grande corporazione
statale vicina al potere. E al contempo torna alla Duma di stato
come consigliere del presidente: perché nessuno dell'élite
pro-potere pensi che Putin abbia realmente deciso di lottare con la
corruzione tra i "suoi".
Ma la cosa principale non è ciò che Putin fa in
tutto quest'anno, ma ciò che non fa e non dice. Tranne le
dichiarazioni assolutamente utopiche sui 25 milioni di posti di
lavoro per il 2025 (chi lo ricorda? chi controllerà?), il
presidente non disegna alcuna immagine del futuro per il paese.
Nessuna in generale. E' già stato indirizzato alla pattumiera della
storia perfino lo slogan "Il piano di Putin è un piano di
vittoria", con cui i membri di "Russia Unita"
andarono alle elezioni della Duma nel 2007. Non c'è alcun piano. Le
nostre conoscenze attendibili sul futuro della Russia si esauriscono
nel fatto che l'Olimpiade a Soči
avrà luogo nel 2014 e il campionato del mondo di calcio nel
2018.
Questa scandalosa, abissale assenza di futuro del
paese del presidente che ha vinto il popolo è anche la quintessenza
del ruolo definitivo del putinismo nel destino della Russia. L'epoca
di Putin si rivelerà come un non tempo, un buco nero nella storia
russa. Un fossato tra il breve, soffocato tentativo el'ciniano di
creare una Russia sensata sulle rovine dell'impero sovietico e i
nuovi tentativi dei nostri posteri di fare di questo gigantesco
territorio qualcosa di adatto alla normale vita del paese. Se,
certamente, la Russia si conserverà in generale negli attuali
confini.
Nel 2000 il terreno della storia russa è crollato
per l'ennesima volta. Quando e a che prezzo sarà liquidato questo
crollo del terreno lo sa Dio…
Cos'è cresciuto sotto Medvedev ed è
stato tagliato sotto Putin
Bisogna pensare che Vladimir Putin
abbia festeggiato l'anniversario del suo terzo insediamento nella
stessa solitudine in cui andò per il centro di Mosca ripulito dalla
gente il 7 maggio 2012. Chi avrebbe potuto pensare che della
presidenza di Dmitrij Medvedev – tanto persona del sistema quanto
qualsiasi grande funzionario – toccasse ricordarci con nostalgia?
Ma ecco che tocca. Infatti in un anno dal momento del suo ritorno
Putin è riuscito ad abolire quasi tutto ciò che di positivo era
riuscito a Medvedev di fare in quattro anni. Perciò l'anniversario
del terzo mandato di Putin si trasforma piuttosto nel banchetto
funebre per la fine dei poteri di Medvedev e delle sue riforme, che
allora sembravano timide.
La depenalizzazione della calunnia
Medvedev intervenne personalmente per la
cancellazione dell'articolo "Calunnia" dal Codice Penale.
Nell'inverno 2011 la Duma di Stato e il Consiglio della Federazione
sostennero il presidente quasi all'unanimità.
Tuttavia già nel luglio 2012, quando la stampante
infuriata [4] prese a
lavorare a pieno regime, i membri di "Russia Unita"
proposero di rendere di nuovo punibile penalmente la calunnia.
Nell'articolo tornato nel Codice Penale la multa massima è
aumentata da tremila rubli a cinque milioni [5]
(calunnia ai danni di giudici e procuratori).
Il veto sugli emendamenti alla legge
sulle manifestazioni
Nel novembre 2010 Medvedev respinse gli emendamenti
alla legge sulle manifestazioni. Questi parificavano le azioni con
l'uso di mezzi di trasporto alle usuali misure di protesta e
proibivano anche di fare istanza a una persona che avesse avuto una
pena amministrativa.
Vladimir Putin nel giugno 2012, al contrario,
concordò con simili emendamenti e aumentò le multe per violazioni
alle manifestazioni (massimo 300 mila rubli [6]).
Non rimase a guardare neanche la Duma cittadina di Mosca, che a
dicembre dello scorso anno proibì azioni con l'uso di mezzi di
trasporto nei limiti del Sadovoe kol'co [7].
La semplificazione della
legislazione sulle organizzazioni no profit
Nell'estate 2009 Medvedev presentò un disegno di
legge sulla semplificazione della registrazione e dei rendiconti
delle organizzazioni no profit. Per esempio, dalla lista dei motivi
per il rifiuto di registrazione fu escluso il punto, secondo cui
"gli scopi della creazione di una sezione di un'organizzazione
no profit straniera creano una minaccia all'unità nazionale e al
carattere originario" della Russia.
Le organizzazioni no profit vivevano con difficoltà
anche prima della nuova presidenza Putin. Ma nell'estate 2012 nella
distribuzione sono finite non le organizzazioni no profit straniere,
ma quelle russe. Quelle che al contempo ricevono contributi esteri,
si occupano di "attività politica" e non sono registrate
in qualità di "agenti stranieri" d'ora in poi vengono
multate.
Il limite di età dei funzionari
Nel dicembre 2010 Medvedev abbassò il limite di età
per i funzionari statali a 60 anni. Ma Vladimir Putin nel settembre
2012 tolse dall'azione di questa legge il proprio sostegno di
quadri, gli alti funzionari, permettendogli di occupare i posti fino
a 70 anni.
Il "reset" dei rapporti
con gli USA
Durante la presidenza Medvedev a Mosca e Washington
riuscì accordarsi subito su alcune questioni complesse. Per
esempio, sulla riduzione degli armamenti strategici e di attacco o
sulle sanzioni all'Iran per via del programma nucleare.
Con il ritorno di Putin il "reset" si è
fermato: nel settembre 2012 in Russia fu chiusa l'agenzia USAID, che
aveva finanziato molte organizzazioni no profit per la difesa dei
diritti umani e in seguito il presidente in risposta alla "lista
Magnitskij" [8]
firmò la "legge Dima Jakovlev" [9],
che proibisce agli americani di adottare orfani russi.
Le elezioni dirette dei governatori
All'inizio di maggio 2012, subito prima dell'uscita
stessa, Medvedev restituì le elezioni popolari dei capi delle
regioni (a dire il vero, con un filtro municipale). Tuttavia già
dopo un anno Vladimir Putin ha permesso ai soggetti della
Federazione di decidere da soli se eleggere o no i capi con
votazione diretta. Adesso le sezioni regionali dei partiti possono
presentare fino a tre candidati, il capo di Stato ne sceglierà tre
e invierà le loro candidature all'esame del parlamento locale. Di
questo emendamento si sono avvalsi già Daghestan e Inguscezia.
La riduzione delle pene per reati
economici
Nel dicembre 2011 Medvedev approvò gli emendamenti
al Codice Penale che permettevano di scarcerare gli imputati di
reati economici non gravi in cambio del pagamento di una multa. E
anche se nessuno ha abolito questi emendamenti, Putin si ricorda
dell'umanizzazione solo quando gli chiedono degli arresti
domiciliari della funzionaria del Ministero della Difesa Vasil'eva.
Ma gli organi punitivi continuano a tenere in gabbia i semplici
"economici". Tra gli esempi recenti – il caso di
Stanislav Kankija [10]
(la condanna fu emessa nell'agosto 2012). Che dire poi dei casi
economici con motivazioni politiche?
Semën Novoprudskij, "Novaja gazeta", http://www.novayagazeta.ru/columns/57966.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)
[1]
Giornale on-line (gazeta
significa appunto "giornale").
[2]
Da Medvedev speravano l'abolizione del servizio militare
obbligatorio, ma l'ha solo dimezzato...
[3]
Gotovy k Trudu i
Oborone SSSR (Pronti
al Lavoro e alla Difesa dell'URSS), programma di educazione fisica
nelle scuole orientato in senso ideologico.
[4]
Soprannome dato alla Duma di Stato per il suo frenetico sfornare
leggi da stato di polizia.
[5]
Cioè da poco più di 70 euro a oltre 123.000!
[6]
Quasi 7400 euro.
[7]
"Anello dei Giardini", strada circolare che segna il
perimetro del centro storico.
[8]
La lista dei responsabili della morte in carcere dell'avvocato russo
di una finanziaria americana Sergej Leonidovič Magnitskij.
[9]
Legge "intitolata" al piccolo Dmitrij (Dima) Jakovlev,
morto per negligenza dei genitori adottivi americani.
[10]
Imprenditore condannato nonostante le sue drammatiche condizioni di
salute (4 ictus subiti durante la carcerazione preventiva).
Nessun commento:
Posta un commento