A cosa porteranno gli euro-sinistrorsi
27.07.2013
17:22
Ancora qualche anno fa
per il piccolo borghese medio russo la bandiera color arcobaleno, se
pure poteva suscitare qualche associazione, era forse con una festa
infantile. Simili colorazioni di solito abbellivano varie feste
mattutine e altre allegre iniziative negli asili e nelle prime classi
della scuola. Nel bambino, ma pure in qualsiasi adulto, i molti
colori dell'arcobaleno hanno sempre suscitato i sentimenti più
caldi.
La folle occidentalizzazione,
l'affermazione degli standard di visione del mondo e di comportamento
dell'Occidente cosmopolita e liberale, ha portato i suoi correttivi
anche nella sfera dei simboli. Oggi la colorazione arcobaleno è
estremamente politicizzata – hanno trasformato l'arcobaleno da
simbolo dell'infanzia e della gioia nel simbolo di omosessuali e
lesbiche. Essenzialmente è la stessa storia che con la svastica. La
si recepisce in modo univoco.
Proprio sotto le bandiere arcobaleno
oggi passano le gay parade nei paesi dell'Occidente e si compiono
tentativi di svolgerle anche nella nostra Russia nativa.
A quanto capisco, nelle idee dei
cittadini liberali e tolleranti che si sono compattati ora sotto
l'insegna multicolore dell'arcobaleno, questo è di per se la
personificazione della multiformità del mondo circostante. Tutta una
tavolozza di colori, qui ci sono per te sia l'azzurro, sia il giallo,
sia il rosso.
Oltre a tutto l'arcobaleno è un
fenomeno di carattere naturale e cioè normale. In questo simbolo si
esprime, secondo le minoranze sessuali, tutta l'essenza del loro
attivismo sociale e politico – la lotta per la multiformità della
società. Tuttavia in cosa consiste questa immaginaria multiformità
del multiculturalismo liberale?
Non ci si può immaginare un quadro più
terribile e al contempo più triste e noioso del mondo utopico dei
moralizzatori liberali. I diritti umani divinizzati in questo modello
di organizzazione sociale sono castrati e portati all'assurdo e
all'auto-confutazione – le minoranze dettano la loro volontà alla
maggioranza e quest'ultima è costretta a sottomettere la propria
volontà sotto minaccia di repressione.
La piena unificazione
dell'individualità umana sul piano sociale è per l'appunto il credo
fondamentale dell'utopia liberale. Attraverso l'accentuazione dei
capricci individuali, delle sortite freak e delle deviazioni sessuali
si raggiunge lo scopo principale – la società è estremamente
atomizzata, dissociate in singoli, privi di legami di stirpe e di
famiglia, "che non ricordano la stirpe", ma al contempo è
pure unificata in un unico standard – consuma di più, identificati
con chi ti pare, solo non con famiglia, stirpe, cultura, civiltà.
Il consumo è il principale feticcio
del "nuovo ordine mondiale". Questo disumanizza la società,
priva l'uomo di umanità, trasformandolo in uno zombi manipolato. Il
boom delle deviazioni sessuali, che si accompagna all'attivo
coinvolgimento in esse di giovani e adolescenti di entrambi i sessi,
è pure solo una delle manifestazioni dell'affermazione
dell'ideologia consumista. Che trasforma il mondo non in qualcosa di
multicolore, ma piuttosto di marrone – un grande e poroso mucchio
marrone.
Nell'utopia liberale non c'è alcuna
multiformità. Genitore 1 e genitore 2 invece di papà e mamma,
famiglie adottive invece della famiglia vera, asilo infinito e giustizia minorile – ecco il vero volto del progetto che così
attivamente aspirano a insediare in tutto il mondo i difensori del
"nuovo ordine mondiale". Con la "famiglia omosessuale
felice" si presta tutta l'attenzione all'enorme macchina
propagandistica dei mass-media liberali, le fisionomie dei non
tradizionali non lasciano le riviste patinate e gli schermi
televisivi.
La lotta contro la discriminazione
immaginaria si trasforma in lotta per il dominio reale. Non riescono
a far tacere la paura per la legalizzazione dei matrimoni omosessuali
che gli attivisti LGBT vanno a un nuovo attacco – stavolta gli
occorre il permesso per l'adozione dei bambini. E dove prendere i
bambini? Nei rifugi? Ma neanche nei rifugi i bambini sono infiniti. E
cioè – alle famiglie normali, che per poco non arrivano
all'asticella del benessere materiale, le commissioni per i minori
toglieranno i "bambini infelici" per portarli in rifugi, da
cui alcuni di loro "avranno la fortuna" di capitare dai
"genitori" 1 e 2.
All'avanguardia della "lotta per i
diritti" c'è come sempre la sinistra. No, non quei comunisti
che andavano senza paura contro i carri armati tedeschi presso Mosca
nel '41. E non quelli che per secoli hanno lottato per il
miglioramento della vita delle persone che lavorano e contro lo
sfruttamento capitalista. E' la sinistra "di tipo europeo",
per la quale l'orientamento omosessuale è un'ulteriore conferma di
correttezza politica.
Euro-sinistrorso – questo nesso di
parole è già diventato un sostantivo. Così bisogna chiamare gli
spensierati cosmopoliti, per i quali la pseudo-lotta per i surrogati
di "libertà" liberali ha preso il posto dell'autentica
lotta per gli interessi della liberazione sociale. Per tale
"sinistra" gli interessi delle minoranze sono sempre più
importanti della misera situazione della maggioranza sociale. E
credetemi, il diritto al matrimonio omosessuale di un omosessuale
astratto gli interessa ben più dei bassi stipendi dati ai lavoratori
della fabbrica vicina o dell'abolizione degli sgravi sociali e delle
garanzie per i cittadini poco tutelati.
Tali "euro-sinistrorsi" da
tempo guardano le minoranze come la nuova classe rivoluzionaria
chiamata a produrre la rivoluzione sociale. Gli immigrati, gli
"outsider sociali" (cioè bomži
[1],
biči
[2]
e altri "parassiti e alcolizzati" [3]),
gli omosessuali – proprio a loro sarà assegnato il ruolo di
"motore" dei cambiamenti progressivi nelle concezioni
euro-sinistrorse.
E' chiaro che per l'appunto tale
contingente, facilmente infiammabile, estremamente esplosivo a causa
della sua situazione marginale, diventa un'ottima forza d'avanguardia
per la destabilizzazione della vita in paesi una volta normali e
socialmente stabili.
Vediamo che la distruzione della
struttura sociale in Libia e in Tunisia, in Egitto e in Siria si
accompagna all'esultanza entusiasta dei liberali occidentali e della
loro ala di sinistra. I "tolleranti" e "umani"
liberali applaudono i bombardamenti di civili da parte dell'aviazione
della NATO e la morte di migliaia di persone, la cui colpa sta nel
fatto di non aver avuto la fortuna di vivere in "paesi non
democratici".
Dove sono in questo caso i lamenti sui
diritti umani e la multiculturalità? Non ci sono, in quanto la loro
essenza è solo la copertura della politica criminale dell'oligarchia
finanziaria mondiale, di quelli dietro le quinte, che distruggono e
annientano gli ultimi baluardi della civiltà normale, umana.
Ad americani ed europei contemporanei,
e dietro a loro a una certa parte di russi, ficcano in testa false
idee sulla possibilità di costruire una società "multiculturale".
Ricordo che il mondo è sempre stato multiculturale e multiforme. Da
millenni e secoli esistono la civiltà cristiana orientale e quella
occidentale, quella arabo-musulmana e quella cinese e più piccole,
ma non meno interessanti, civiltà di altri popoli ed etnie della
Terra.
E praticamente in tutte le culture
mondiali in una storia millenaria si sono elaborati gli unici criteri
di normalità, che, ahimè, non sono applicabili ai difensori del
"nuovo ordine mondiale". La vera multiformità delle
culture è come un vero arcobaleno in cielo contro il surrogato di
arcobaleno delle piccole bandiere delle gay parade. E la variante di
multiformità proposta è come la scelta tra Pepsi e Coca-Cola, tra
Sprite e 7up.
Al tentativo di svolgimento di gay
parade a Piter [4]
bloccato da attivisti civici e polizia tra gli altri c'era, come
dicono, anche uno slogan molto univoco del genere – "Sodoma in
ogni casa!" [5]. Ma
se è in ogni casa, dov'è qui la multiformità? Dov'è l'arcobaleno
multicolore? Ecco che risulta che in una società monodimensionale
anche l'arcobaleno diventa monocolore.
Azzurro o rosa [6]
– a ognuno come piace di più. Ma cosa siamo noi persone usuali,
che l'"opposizione" liberale e tollerante chiama
"naturali"? Per noi è necessario il nostro arcobaleno,
vero, multicolore. Non sulle bandierine di dubbi movimenti.
L'arcobaleno in cielo.
"Kavkazskaja
politika", http://kavpolit.com/odnocvetnaya-raduga/
(traduzione e note di Matteo Mazzoni)
[1]
Bomž
sta
per Bez
Opredelënnogo MestaŽitel'stvo
(Senza Fissa Dimora).
[2]
Bič
sta per "vagabondo" (dall'inglese beach(comber),
"raccoglitore di rifiuti sulle spiagge").
[3]
Riferimento al poliziotto del film comico sovietico "Operazione
Y e altre avventure di Šurik", che si rivolge ai teppisti
chiamandoli "Cittadini parassiti e alcolizzati".
[4]
Nome colloquiale di San Pietroburgo.
[5]
Più incisivo in russo per la rima tra Sodom,
"Sodoma" e dom,
"casa".
[6]
Azzurro e rosa sono in Russia i colori simbolo dell'omosessualità
maschile e femminile.
[7]
Giornale russo conservatore.
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