Perché il matrimonio non era
omosessuale. Breve corso di storia delle coppie
26.07.2013
I ritmi della rivoluzione sociale
nell'Occidente odierno colpiscono. Per omosessualità la Gran
Bretagna mise in prigione Oscar Wilde e nel 1954 condusse al
suicidio il geniale Alan Turing, che con la sua decifrazione
dell'"Enigma" tedesco fece per la vittoria nella Seconda
Guerra Mondiale più di dieci divisioni. Ancora fino al 1973
l'Associazione degli Psicologi americana riteneva l'omosessualità
un disturbo psichico. E ora il matrimonio omosessuale è stato
legalizzato in tredici stati e nelle famiglie europee le coppie
omosessuali adottano bambini.
La domanda più semplice che sorge all'osservatore esterno è la seguente: tutto ciò è lo sconfinato trionfo della libertà o un delirio febbrile di correttezza politica? Dov'è il limite oltre il quale si passa da una cosa all'altra? Dal fatto che lo Homo sapiens [1] è un essere bisessuale deriva obbligatoriamente il matrimonio omosessuale e tanto più le adozioni da parte di omosessuali?
In realtà la risposta è molto semplice – dal punto di vista della cultura umana. Nella storia delle culture umane predominano quelle per cui il sesso omosessuale era la norma. Al contempo nella storia delle culture umane il matrimonio omosessuale è una rarissima eccezione.
In nessuna cultura umana, mai, in nessuna
circostanza è esistito l'istituto sociale dell'adozione di bambini
da parte di coppie omosessuali. Per
giunta la stessa adozione è diffusa e ci sono perfino culture (per
esempio, quella spagnola), in cui i bambini erano dati apposta da
educare ad amici e parenti.
Nella storia dell'umanità ci sono state
società, in cui l'antropofagia era proibita e società, in cui era
permessa; in cui l'omosessualità era proibita e in cui era
prescritta; ci sono state società, in cui i morti erano sepolti
nella terra, società, in cui i morti erano bruciati e società, i
cui i morti erano posti in acqua su una barca. Ci sono state società
democratiche e autoritarie. Nella
storia dell'umanità non ci sono state società, in cui non ci fosse
l'istituto sociale del matrimonio.
Fino alla metà del ХХ secolo non ci sono state società in cui
buona parte della prole nascesse fuori dal matrimonio.
Fatto sta che la nostra principale differenza
dalle scimmie superiori per l'appunto è costituita dal fatto che,
grazie al suo grande cervello, il piccolo umano nasce del tutto
inerme e la sua crescita prende sempre più tempo. La presenza del
padre, che da un apporto importante all'educazione della prole, è
una delle più fondamentali differenze dell'Homo
dai suoi parenti più prossimi – accanto alla lingua, al grande
cervello e alla capacità di utilizzare attrezzi da lavoro.
Le varietà sono innumerevoli: è più
semplice elencare quei tipi di legami omosessuali che nelle società
umane sono mancati. Per esempio, tra gli uomini non c'è mai stata,
come tra i bonobo, una coalizione di femmine lesbiche dominanti.
(Nella commedia di Aristofane "Le donne al parlamento" ci
fu una simile coalizione, ma nella vita reale non c'è stata.) E tra
gli uomini mai, in nessuna società, in nessuna circostanza c'è
stato l'istituto del matrimonio omosessuale allo scopo di crescere
la prole.
Secondo tutti i sondaggi e i dati, il picco di
interesse per il proprio sesso nell'Homo
giunge
nella tarda età adolescenziale, quando la quantità di testosterone
o di estrogeni nell'organismo è massima, ma il giovane non è
ancora pronto per creare una famiglia. Probabilmente proprio per
questo in tutte le società, i cui i legami omosessuali erano
permessi, non si legavano mai all'educazione della prole.
Il matrimonio è il mezzo di crescita della
prole. Presso l'Homo sapiens
il matrimonio (cioè il maschio che si preoccupa della prole) è
comparso perché, a differenza della femmina dello scimpanzé, la
femmina dell'Homo sapiens
non poteva crescere la prole da sola.
Che diavolo succede? Per tutto il ХХ secolo
le donne hanno lottato per il diritto di divorziare e educare i
figli fuori dal matrimonio. Perché le
coppie omosessuali lottano per il diritto di contrarre matrimonio?
Julija Latynina, "Novaja gazeta",
http://www.novayagazeta.ru/society/59238.html
(traduzione e note di Matteo Mazzoni)
La domanda più semplice che sorge all'osservatore esterno è la seguente: tutto ciò è lo sconfinato trionfo della libertà o un delirio febbrile di correttezza politica? Dov'è il limite oltre il quale si passa da una cosa all'altra? Dal fatto che lo Homo sapiens [1] è un essere bisessuale deriva obbligatoriamente il matrimonio omosessuale e tanto più le adozioni da parte di omosessuali?
In realtà la risposta è molto semplice – dal punto di vista della cultura umana. Nella storia delle culture umane predominano quelle per cui il sesso omosessuale era la norma. Al contempo nella storia delle culture umane il matrimonio omosessuale è una rarissima eccezione.
Personalmente mi sono noti solo due esempi che si
possono qualificare come formalizzazione cerimoniale dei rapporti di
due uomini "per sempre". Un caso è il "matelotage"
(così era formalizzata ufficialmente la convivenza su alcune navi
di pirati e il convivente del defunto otteneva il diritto a una
parte legale del bottino). Un altro sono i matrimoni omosessuali che
la chiesa ortodossa benedisse nei Balcani, in particolare in
Montenegro, fino all'inizio del XX secolo [2].
In tutti gli altri casi l'omosessuale otteneva uno
status particolare, in nessun modo legato al matrimonio (per
esempio, gli sciamani-berdaches nelle culture degli Indiani
d'America), o si trattava di un'unione consapevolmente temporanea
come nella provincia cinese di Fujian, dove nell'epoca Ming
esistevano matrimoni omosessuali. Tra l'altro si aveva la netta
comprensione che il ragazzo con cui ci si sposava con "vere
cerimonie" e un grande riscatto, presto o tardi sarebbe uscito
da questo matrimonio e secondo i valori tradizionali confuciani
avrebbe creato una propria famiglia. I "matrimoni"
contratti dagli imperatori romani (per esempio, da Nerone con i suoi
liberti), avevano un carattere distintamente sconvolgente ed erano
dello stesso tipo del cavallo introdotto al Senato.
E infine, terza cosa.
Perché?
Il matrimonio
Il matrimonio è l'istituto sociale più diffuso
nella storia dell'umanità.
Il matrimonio era necessario: a) sempre per
l'educazione della prole e b) talvolta per la formalizzazione della
proprietà. Con l'amore il matrimonio aveva poco a che fare e,
essenzialmente, la maggior parte dei soggetti della letteratura
mondiale è legata per l'appunto all'amore fuori dal matrimonio.
L'unico motivo plausibile per il divorzio nelle società che non
permettevano il divorzio era la sterilità del coniuge.
Domanda: una coppia omosessuale può allevare la
prole? Può.
Gli uccelli
Quando i biologi nel XX secolo presero a studiare
più attentamente gli uccelli monogami, gli saltarono subito
all'occhio due circostanze.
In primo luogo, molte coppie si rivelavano, a dir
poco, monogame con riserva. Risultò che la femmina può intrecciare
un nido con un maschio e qui, a parte, accoppiarsi con un esemplare
più forte, mettendo le corna al marito. Così agisce, in
particolare, il più comune passero di campo. Cioè alcuni maschi in
realtà recitano un ruolo analogo alla formica asessuata nel
formicaio: aiutano a crescere la prole di un familiare, partecipando
in questo modo alla moltiplicazione del proprio DNA, ma in modo
molto più complicato di come sembrava all'osservatore disattento.
In secondo luogo, tra molte coppie monogame si è
scoperto un considerevole numero di coppie omosessuali. Fino al
10-15% di coppie lesbiche in alcune popolazioni di gabbiani e
albatros fino al 25% di coppie maschili tra i cigni neri e così
via.
Spesso queste coppie educavano la prole. Nel caso
delle coppie lesbiche una delle femmine peccava in parte: il
concepimento e l'educazione dei figli erano separati. Nelle coppie
gay la strategia era più complessa. O una femmina, giunta
furtivamente, gli deponeva un ovetto nel nido o i due maschi per
poco tempo accoglievano nel nido una femmina e la cacciavano dopo
che aveva deposto un uovo o come raider prendevano il nido di una
coppia eterosessuale.
Studi su come cresca questo "erede di Tutti"
- "gay" o "naturale", mi sono personalmente
ignoti, ma tra l'altro rappresenterebbero un evidente interesse.
L'esempio dei cigni neri o degli albatros hawaiani
illustrano in modo evidente una delle più importanti particolarità
degli organismi complessi. La nascita e la crescita della prole sono
due processi diversi, che non sono obbligatoriamente legati tra
loro. Per la macchina per la moltiplicazione del DNA è poco
produrre prole, bisogna educarla. E si può creare una situazione in
cui l'educazione di un parente prossimo da parte di una coppia
forte da alla macchina per la moltiplicazione del DNA chance non
peggiori dell'educazione della prole diretta.
In natura ci sono specie che da milioni di anni
educano la prole e tra queste ci sono famiglie omosessuali monogame.
E non succede nulla. Non si estinguono.
I primati
Anche tra i nostri parenti vicini e non molto
vicini – scimmie superiori, scimmie e semplici primati –
l'omosessualità è sviluppata. Il
problema sta nel fatto che tra le scimmie superiori non si osservano
matrimoni omosessuali.
L'omosessualità tra le scimmie, così come tra
tutti gli animali con un cervello grande (per esempio, tra i
cetacei), con tutta la sua multiformità serve piuttosto per la
costruzione di legami sociali e la riduzione del livello di
aggressività all'interno del collettivo.
Questo è facile da illustrare sulla base
dell'esempio dei nostri due parenti più prossimi: gli scimpanzé e
i bonobo, le due scimmie superiori, i cui rami evolutivi si sono
separati qualche milione di anni dopo che il nostro antenato comune
si era separato dall'antenato dell'uomo.
Scimpanzé e bonobo sono molto simili tra loro, ma
difficilmente si possono trovare due scimmie superiori con un
comportamento così opposto. Il bonobo è una scimmia perfettamente
bisessuale, tra l'altro l'80% del sesso omosessuale dei bonobo è
delle femmine. Di conseguenza la società dei bonobo è matriarcale
e le femmine (nonostante abbiano un corpo pari all'80% di quello dei
maschi) occupano in essa la posizione dominante.
Gli scimpanzé sono le scimmie superiori più
eterosessuali. Il sesso omosessuale tra scimpanzé in pratica non si
osserva in natura. Però il livello di aggressività è molto alto.
La femmina dello scimpanzé, per esempio, può uccidere e mangiare i
piccoli di un'altra femmina. Nei suoi lavori Jane Goodall descrive
come Melissa, una delle femmine che tenevano sotto osservazione, per
qualche anno, insieme alla figlia Pom, si dette all'antropofagia
(più precisamente, alla scimpanzefagia) e uccise praticamente tutti
i piccoli delle femmine di rango inferiore.
Per i bonobo tale comportamento è impossibile. In
generale quei conflitti che gli scimpanzé risolvono con la guerra,
i bonobo li risolvono con l'amore: se uno scimpanzé vuole una
banana che un altro scimpanzé ha in mano, si avvicina e lo picchia
sul muso, se un bonobo vuole questa banana, si avvicina e fa l'amore
con lui.
Un altro buon esempio di uso del sesso omosessuale
per la costruzione di un sistema di rapporti sociali è il gorilla:
per i gorilla è caratteristico un maschio che ha un harem e copre
subito alcune femmine, ma che possono fare i maschi giovani privi di
compagnia femminile? Si riuniscono nel loro branco – maschile e
hanno in esso rapporti paritari con l'aiuto del sesso omosessuale.
In generale, come pure nel caso del passero, a cui
la passera ha fatto le corna e ha costretto ad educare prole altrui,
notiamo con stupore che se in natura dal punto di vista della
biologia ci sono due sessi, nella società (anche degli animali) i
sessi sono piuttosto tre: femmine, maschi-riproduttori e maschi che
per qualche motivo non producono prole. Quello che nella società
degli insetti ha un'espressione biologica, nelle società degli
animali organizzati in modo più complesso ha un'espressione
sociale.
I primati e l'uomo
Il paragone dell'uomo con i primati superiori
proprio per quanto riguarda il matrimonio, tuttavia, è molto
scorretto per un motivo capitale: i
primati superiori non solo non hanno il matrimonio omosessuale, ma
neanche quello eterosessuale.
Il massimo che può durare il "matrimonio"
tra gli scimpanzé è quando alla femmina in calore e al maschio è
riuscito accordarsi per unirsi per qualche giorno. Dopo la femmina
cresce la prole da sola, gli altri membri del branco la aiutano un
po', anche se ognuno di loro, tra cui anche un maschio, può
adottare un piccolo di 5-6 anni, se sua madre è morta.
Homo
Come tutti gli altri animali con un grande
cervello, l'Homo sapiens
è un essere evidentemente bisessuale. Quanto bisessuale è
difficile da dire, si possono solo fare esempi. Nelle società, in
cui l'omosessualità era permessa, tra i primi 14 imperatori romani,
tredici sono stati notati in legami: un numero micidiale.
Anche nelle società, in cui l'omosessualità era
proibita, la cosa era messa maluccio. Quando nel 1432 a Venezia
crearono un'organizzazione che doveva conteggiare i sodomiti, in 60
anni di attività nelle sue liste finirono 17 mila persone –
questo con una popolazione della città di 100 mila persone a un
tempo.
Nel 1948 negli USA (in una cultura intermedia, in
cui per omosessualità già non si bruciava più nessuno, ma in cui
questa come prima figurava nella lista dei disturbi psichici) il
famoso "rapporto Kinsey" conto un 27% di americani che
qualche volta aveva fatto sesso omosessuale e un altro 10% che ci
aveva pensato.
In ogni caso, come vediamo, il numero di maschi e
femmine inclini tra l'altro al sesso omosessuale è piuttosto grande
ed evidentemente supera il famigerato10%.
Tra l'altro diverse comunità umane hanno
istituzionalizzato vari tipi di legami omosessuali.
Nelle culture degli Indiani d'America gli
sciamani-berdaches avevano uno status particolare – erano uomini
che si comportavano come donne. Gli antichi Germani, evidentemente,
praticavano legami tra guerrieri di pari status (come tra i gorilla)
e per le scuole giapponesi dei samurai (come tra i macachi delle
nevi) era caratteristica l'idea di tre età dell'uomo: il giovane
guerriero di 14-17 anni, che assimila coraggio ed esperienza dal suo
amato più vecchio, il giovane maschio di 20-28 anni, che insegna al
suo giovane amato e infine l'uomo, che all'età di circa 30 anni
crea una famiglia ed esce dal periodo dell'attrazione per i ragazzi.
A prima vista questo è del tutto stupefacente.
Prendiamo, per esempio, gli shogun Tokugawa, che,
come pure gli imperatori romani, erano tutti quanti sodomiti. Il
quinto shogun, Tsunayoshi, sotto cui lo shogunato raggiunse un
insolito splendore, fece il suo amato Yanagisawa cancelliere e uno
dei maggiori daimo. Domanda: cosa impediva all'onnipotente shogun di
sposare legalmente Yanagisawa e adottare qualcuno al modo dei cigni
neri?
Oppure prendiamo i greci. Il dio Poseidone aveva
l'amante Pelope. Parrebbe che niente impedisse a Poseidone di avere
prole da Pelope – era un dio, alla fin fine avrebbe potuto
partorire anche da una coscia.
Invece, come narra Pindaro, "quando il primo
ciuffo abbellì il suo mento", Pelope decise di chiedere in
sposa Ippodamia, figlia del re della città di Pisa e poiché per
questo bisognava battere suo padre nella corsa con i carri, Pelope
chiese al suo amante un carro magico tirato da cavalli marini.
Pelope vinse la gara, uccise il padre della fidanzata e dette inizio
alla sua stirpe regale e il nome alla penisola del Peloponneso e ai
Giochi Olimpici.
Perfino in quei rari casi, in cui l'unione
omosessuale aveva forma di matrimonio (come l'istituto dei
"ragazzi-mogli" nel popolo africano degli Azande o le
unioni matrimoniali a Fujian), esisteva la concezione che questa
unione era temporanea: tra gli Azande, per esempio, se un guerriero
si è comportato bene con un ragazzo, poi la famiglia grata gli dava
la sorella con uno sconto.
La storia di Pelope, proprio come l'istituto dei
"ragazzi-mogli", illustra molto bene una fondamentale
particolarità biologica dell'uomo. Fino all'inizio del XX secolo
sia in quelle società, in cui l'omosessualità era permessa, sia in
quelle, in cui era ritenuta un peccato, era considerata non la
particolarità psichica di una qualche persona concreta, ma come
forma di comportamento/peccato, di cui era capace qualsiasi uomo o
donna, in particolare in alcuni periodi della sua vita.
Perché proprio così è avvenuto al momento della
formazione dell'uomo come specie, possiamo solo ipotizzarlo. Forse,
come pure tra altre scimmie superiore, il sesso omosessuale presso
gli uomini è servito come mezzo di regolazione dei rapporti sociali
nel collettivo. Forse è servito come utile meccanismo
socio-biologico, che ha rinviato il processo di procreazione di
figli al tempo della maturazione sociale e non biologica del maschio
e della femmina. Forse la presenza di esemplari senza figli (quello
stesso 1% di omosessuali esclusivi, che hanno cambiamenti a livello
ormonale e non solo comportamentale) e di giovani coppie omosessuali
senza figli ha fatto aumentare le chance di sopravvivenza di tutto
il gruppo.
Ma si può constatare un fatto: l'istituto del
matrimonio omosessuale con l'adozione di un bambino non si incontra
nella storia delle società umane e questo quando di per se il
meccanismo dell'adozione è noto ovunque.
Oggi
E qui, essenzialmente, torno alla cosa principale.
La situazione è cambiata nel ХХ secolo. Il
progresso tecnico ha portato a mutamenti fondamentali nel processo
di riproduzione biologica della specie: il numero di figli è
crollato nettamente, le femmine hanno preso a crescere i piccoli
senza i maschi.
Questo ha portato lentamente all'estinzione
dell'istituto del matrimonio. L'estinzione è giunta da due parti.
Da una parte si è formata una massa di femmine che dicevano al
maschio: "vai via, me la cavo anche senza di te",
dall'altra si è formata una massa di maschi che dicevano: "vai
via, educhi anche senza di me".
Non è che il matrimonio si estinguerà del tutto.
Al contrario, è il meglio possibile quando due persone che si amano
possono vivere insieme per tutta la vita. Ma, pare, con il
matrimonio succede lo stesso che con il teatro. Se ai tempi di
Aristofane ognuno andava a teatro, adesso al cinema vanno più che a
teatro. Ecco, il matrimonio, come pure il teatro, sarà un notevole
istituto sociale, ma non per tutti.
E qui torniamo al paradosso principale.
Tutto ciò che sappiamo della società contemporanea
testimonia che per il matrimonio come istituto sociale di tutti i
luoghi necessario per la crescita dei figli è giunta in generale la
fine.
Tutto ciò che sappiamo della biologia umana
testimonia che, quale che sia il grado di bisessualità dell'uomo, i
suoi legami omosessuali, in generale e nel complesso, sono più
brevi e passeggeri dei suoi legami eterosessuali e più spesso
caratterizzano più un periodo della vita che un'inclinazione
generale.
Tutto ciò che sappiamo dei legami omosessuali
testimonia che, per quanto siano forti, tragici, elevati e così
via, non sono mai stati legati all'educazione della prole. Gli
imperatori romani talvolta adottavano i propri amanti, ma non hanno
mai adottato nessuno insieme agli amanti.
E non si tratta di limiti biologici, che sono
superati facilmente perfino da una coppia di cigni neri. Si tratta,
evidentemente, di un altro carattere sociale principale dei legami
omosessuali.
Si può guardare in modo diverso al sesso
omosessuale. Si può ritenere che la sodomia sia un peccato contro
natura e che i pagani, dagli antichi greci ai samurai giapponesi,
siano destinati alla Geenna di fuoco.
Si può ritenere che il tabù posto sul sesso
omosessuale da tutte le religioni monoteistiche sia un esempio di
grave nevrosi, che forma nei seguaci di una data religione l'amore
per un solo soggetto – Dio – e che non a caso nella storia del
cristianesimo questa nevrosi è stata unita ad altre cose assai
vergognose. Così la caccia ai sodomiti, che fiorirono come un fiore
rigoglioso a partire dal XIV secolo, secolo di raffreddamento e di
peste, andò avanti parallelamente ai pogrom di ebrei e alla caccia
alle streghe. Ebrei, streghe e sodomiti – erano ritenuti tutti
causa di fame e epidemie.
Ci si può tenere a un punto di vista neutrale e
pensare che una nevrosi è una nevrosi, ma che in qualche modo
paradossale proprio la cultura che soffriva di questa nevrosi ha
generato scienza, civiltà e progresso.
Ma in ogni caso si può constatare: non merita
superare una nevrosi con l'aiuto di un'altra nevrosi. Anche
un'eccessiva correttezza politica è una nevrosi. Il matrimonio
omosessuale, alla fin fine, è la decisione di due persone adulte
che rispondono delle proprie azioni. Si può fare spallucce e
aspettare con malignità i divorzi omosessuali, con gli inevitabili
scandali e la divisione del patrimonio. Ma l'adozione nelle famiglie
omosessuali è più che un esperimento dubbio, che non si è mai
incontrato nella storia dell'umanità ed è condotto su
bambini-cavie.
[1]
Rilievo grafico dell'autrice (qui e altrove).
[2]
Non trovo conferma di questo fatto.
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