Lev Levinson: a Soči
durante l'Olimpiade si introduce lo stato di emergenza
24 agosto
2013, 20.39
L'introduzione di una serie di limitazioni a Soči
durante la preparazione e lo svolgimento dei Giochi Olimpici
viola i diritti degli abitanti e degli ospiti della città,
dichiarano abitanti del luogo e attivisti per i diritti umani.
Ricordiamo che il 23 agosto è entrato in vigore il decreto del presidente russo Vladimir Putin sull'introduzione di una serie di limitazioni a Soči durante la preparazione e lo svolgimento dei Giochi Olimpici del 2014. In particolare, dal 7 gennaio 2014 al 21 marzo 2014 nella città saranno proibite manifestazioni e riunioni. In questo periodo a Soči saranno introdotte zone controllate e proibite. L'accesso alle zone controllate si effettuerà solo dopo un'ispezione della polizia, a quelle proibite sarà permesso solo per provate necessità di servizio. Nella città sarà limitato l'ingresso ai mezzi di trasporto (tranne ai treni e ai mezzi di trasposto degli abitanti del luogo con accrediti).
Nella regione di fatto viene introdotto lo stato di emergenza, ha notato l'esperto dell'Istituto per i Diritti Umani Lev Levinson.
"Le limitazioni agli spostamenti e l'ispezione dei cittadini ai punti di ingresso sono elementi di uno stato di emergenze. Tra l'altro ciò avviene senza l'introduzione formale dello stato di emergenza, in quanto nella legge sullo stato di emergenza sono elencati tutti i motivi per cui esso può essere introdotto. Sono l'attività terroristica, la minaccia alla sicurezza e i cataclismi naturali, ma non si parla in alcun modo di manifestazioni sportive", – ha dichiarato l'attivista per i diritti umani al corrispondente di "Kavkazskij uzel".
L'esperto ha sottolineato anche che il regime
dichiarato nel decreto consegna i diritti dei cittadini all'abuso di
singoli enti.
"Nel decreto non ci sono riferimenti alla legge
sullo stato di emergenza, anche se devono esserci, però ci sono
riferimenti alla legge su Soči,
che non può essere il fondamento di uno stato di emergenza. Inoltre
a diversi enti sono stati delegati i poteri di stabilire quali
oggetti sarà proibito portare nelle zone speciali, quali limitazioni
saranno introdotte e così via. Risulta che i diritti dei cittadini,
che possono essere limitati solo dalle decisioni dei tribunali o da
atti normativi, saranno limitati dalle istruzioni degli enti", –
ha dichiarato.
"Tenendo conto che un simile decreto è stato
emesso per quanto riguarda il campionato del mondo di calcio che si
svolgerà nel 2018, si può dire che il terrore sportivo si diffonde
in buona parte del paese", – ha concluso L. Levinson.
"Su che base si stabiliscono i "filtri"
per quelli che possono passare a piedi e con i mezzi di trasporto
nelle zone controllate e proibite? Come abitante di zone controllate
e proibite non capisco: perché i miei parenti prossimi, che vivono
in un'altra città della Federazione Russa, non possono venire a casa
da me con le loro macchine? Perché io o altri cittadini non possiamo
svolgere manifestazioni, picchetti, cortei? Perché non ho diritti di
andare nel territorio dove sono nata, cresciuta e vivo solo perché è
stato dichiarato proibito da un alto funzionario?" – Natal'ja
Kalinovskaja pone domande.
Simili misure non furono applicate durante lo
svolgimento delle Olimpiadi-80 a Mosca, ha notato il leader della
sezione locale del partito KPRF [3]
Jurij Dzaganija.
"Ricordate l'Olimpiade del 1980 a Mosca.
Qualsiasi persona poteva passeggiare liberamente per la città",
– ha detto al corrispondente di "Kavkazskij uzel",
aggiungendo che a Soči
sono stati aboliti i diritti alla libertà di spostamento e allo
svolgimento di manifestazioni.
"Le misure di sicurezza sono necessarie e non
solo durante l'Olimpiade. Ma perché devono essere
anticostituzionali, senza un meccanismo ben pensato per la loro
realizzazione?" – ha posto la domanda il leader del KPRF.
"Quando vendetti la mia proprietà a Mosca e comprai un'abitazione a Soči in via Golenev [5], nessun funzionario mi avvertì che era stata costruita illegalmente. Al contrario, furono dati i permessi per l'installazione di acqua, gas ed elettricità. Come se nessuno avesse visto o sentito cos'era avvenuto. Però quando tutto fu venduto e per di più alcune volte, allora i funzionari tornarono in se dopo cinque anni e demolirono tutto il centro abitato in via Golenev", – ha raccontato al corrispondente di "Kavkazskij uzel"Sergej Baranov, aggiungendo che "la città è piena di investitori ingannati".
Questi ha notato che le persone giunte in città
"sono diventate dei reietti". "Non abbiamo accesso ad
alcune "zone" solo perché non siamo registrati a Soči
e non abbiamo macchine con targhe di Soči", – ha
dichiarato Sergej Baranov.
Autori: Semën Čarnyj, Svetlana Kravčenko; fonte: corrispondente di "Kavkazskij uzel"
"Kavkazskij
uzel", http://www.kavkaz-uzel.ru/articles/229015/
(traduzione e note di Matteo Mazzoni)
[1]
"Autogoverno Sociale Territoriale". Il corsivo è mio.
[2]
Quartiere della parte meridionale del comprensorio di Soči, quasi al
confine con la Georgia.
[3]
Kommunističeskaja
Partija Rossijskoj Federacii
(Partito Comunista della Federazione Russa).
[4] "Mela", partito di
orientamento liberale, il cui nome prende spunto dalle iniziali dei
fondatori Grigorij Alekseevič Javlinskij, Jurij Jur'evič Boldyrev e
Vladimir Petrovič Lukin.
[5] Via della zona
dell'entroterra di Soči.
[6] Via della zona
dell'entroterra di Soči.
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