Chi sono oggi quelli del GKČP [1]: salvatori della grande potenza o congiurati?
21.08.2013,
13.59
Esattamente 22 anni fa si
verificarono gli avvenimenti che determinarono il futuro dell'URSS.
Ma in particolare il fatto che è passato alla storia come il "Putsch
di Agosto". Questo ha determinato anche la politica sul
territorio di tutta la futura Russia, compreso il Caucaso, che in
quel momento si trovava nel pieno della guerra: il Karabach, il
conflitto Georgiano-Abcaso, l'avvento al potere dei nazionalisti
nella Repubblica Socialista Sovietica Autonoma di Cecenia e
Inguscezia. A cosa ha portato tutto questo, lo sappiamo. Ma si poteva
fare un'altra strada?
Ora, tanti anni dopo, si può solo
ipotizzare cosa sarebbe stato se avessero vinto quelli del GKČP.
Ma la storia, com'è noto, non conosce il congiuntivo. Possiamo dare
solo la nostra valutazione di quello che si verificò in realtà.
Così il 19 agosto 1991 un gruppo di
persone formato da ministri dell'URSS in carica dichiara lo stato di
emergenza nel paese, dicendo che la politica del presidente Gorbačëv
era finita in un vicolo cieco, in particolare la politica
della perestrojka. Ma lo scopo fondamentale del comitato era bloccare
la firma del nuovo trattato dell'Unione, in cui di fatto era
prescritta la liquidazione dell'Unione delle Repubbliche Socialiste
Sovietiche.
Penso che meriti ricordare che non
molto tempo prima il presidente della Repubblica Socialista
Federativa Sovietica Russa Boris El'cin aveva dichiarato la sovranità
statale della Russia e passando per le repubbliche della Russia, tra
cui quelle nazionali, pronunciò l'allora famosa frase: "Prendetevi
tanta sovranità, quanta potete divorarne...". In seguito questo
ha avuto il ruolo di bomba a effetto ritardato.
Merita comunque fare attenzione agli
avvenimenti che a quel tempo si svilupparono in Cecenia accanto ai
conflitti summenzionati.
Il tentato "colpo
di stato" in URSS del 19-21 agosto 1991 fu il catalizzatore
della situazione politica nella repubblica. Il comitato del PCUS
della Repubblica di Cecenia e Inguscezia, il Soviet Supremo e il
governo sostenevano il GKČP,
ma l'OKČN
[2]
intervenne contro il GKČP.
Il 19 agosto per iniziativa del Partito
Democratico Vainaco [3]
nella piazza centrale di Groznyj iniziò una manifestazione a
sostegno della leadership russa, ma dopo il 21 agosto prese a
svolgersi con slogan per le dimissioni del Soviet Supremo con il suo
presidente.
Il 4 settembre ebbe luogo la
presa del centro televisivo di Groznyj e della Casa della Radio.
Džochar
Dudaev si mise a leggere un appello,
in cui chiamò la leadership della repubblica "criminali,
concussionari, malversatori" e
dichiarò che dal "5 settembre allo svolgimento di elezioni
democratiche il potere nella repubblica passa nelle mani del comitato
esecutivo e di altre organizzazioni democratiche".
Il
6 settembre il Soviet Supremo della Repubblica Autonoma
Socialista Sovietica di Cecenia e Inguscezia fu disperso dai
sostenitori armati dell'OKČN.
Gli uomini di Dudaev picchiarono i deputati e gettarono dalla
finestra il presidente del consiglio cittadino di Groznyj Vitalij
Kucenko. Di conseguenza il capo della città morì e più di 40
deputati furono feriti. Due giorni dopo gli uomini di Dudaev presero
l'aeroporto
"Severnyj" [5]
e la TĖC-1
[5] e
bloccarono il centro di Groznyj.
La politica di Gorbačëv
e poi anche di El'cin aggravò talmente il problema delle
nazionalità che verso il 1991 desideravano uscire dall'URSS non solo
le Repubbliche dell'Unione, ma anche quelle autonome che si trovavano
sul territorio della Repubblica Socialista Federativa Sovietica
Russa. Il GKČP
voleva per l'appunto fermare anche questo baccanale.
Purtroppo gli avvenimenti presero
un'altra strada: i sostenitori della Casa Bianca [6]
dopo aver costruito le barricate (peraltro tra questi c'era
anche Šamil'
Basaev [7]), fecero
propaganda nell'esercito e il putsch fu fatto fallire.
Tutti i partecipanti principali, come
pure i simpatizzanti del comitato, furono arrestati. Di uscire
asciutto dall'acqua riuscì solo a Gorbačëv.
Secondo il presidente del Soviet Supremo dell'URSS Anatolij
Luk'janov, il GKČP
per l'appunto fu formato dallo stesso Gorbačëv
ancora nel marzo dell'anno '91. Se è così, allora il
crimine, come idea, non fu compiuto dagli stessi membri del comitato,
ma proprio dal presidente dell'URSS.
Ai nostri tempi
Nella nostra società contemporanea,
quelli del GKČP
sono mostrati come criminali, golpisti, ma è così in realtà?
Primo, avevano diritto queste persone a
introdurre lo stato di emergenza? Indubbiamente sì, infatti il
comitato era costituito da ministri in carica e non di teppisti di
strada come Basaev.
Secondo, i membri del comitato avevano
un programma chiaro, distinto e costruttivo per far uscire il paese
dalla crisi. El'cin aveva solo slogan, appelli all'anarchia perché i
territori ottenessero il diritto all'indipendenza. Insomma, di fatto
era un appello attivo alla disgregazione del paese, tra l'altro non
solo dell'URSS, ma anche della Russia.
Chi portò al potere in Cecenia il
rivoltoso generale Dudaev? Proprio il governo Russo, non quello
Sovietico con a capo gli "orribili golpisti". Sarebbe stato
zitto e fermo in Estonia.
Certo, il ruolo di Gorbačëv
nei conflitti transcaucasici è grande, ma forse con l'arrivo
dei democratici è cambiato qualcosa? Il sangue ha continuato a
scorrere.
Ora possiamo solo ipotizzare, ponendoci
la domanda: cosa sarebbe stato se il GKČP
avesse vinto? Una cosa si può dire con precisione, non ci
sarebbe stato quello che si è verificato in seguito all'avvento al
potere della banda di El'cin: la rapina della Russia, le aste delle
imprese statali, le "riforme shock".
Tra l'altro cosa volevano gli stessi
"golpisti" è noto da tempo e pubblicato in fonti
accessibili. Ecco alcune citazioni e giudizi su ciò che era il GKČP.
Anatolij Luk'janov
"Già da tempo si discute cosa
fosse il GKČP:
un putsch, una congiura o un colpo di stato? Definiamolo. Se fosse
stata una congiura, dove avete visto che i congiurati vadano da colui
contro cui si accordano?
Se fosse stato un putsch, avrebbe
significato la rottura di tutto il sistema statale. Ma tutto fu
conservato: sia il Soviet Supremo dell'URSS, sia il governo, sia
tutto il resto. Cioè non era un putsch.
Ma forse era un colpo di stato? Ma dove
avete visto un colpo di stato in difesa dell'ordine che esiste?
Riconoscere questo come un colpo di stato è impossibile anche con
una grande fantasia. Fu un tentativo male organizzato di alcune
persone di andare dal leader del paese e accordarsi con lui sul fatto
che non si poteva siglare un accordo che distruggeva l'Unione e che
doveva intervenire.
Là c'erano Boldin [8],
Šenin
[9], Krjučkov
[10], Varennikov
[11] e Plechanov [12].
A tutti loro Gorbačëv
strinse la mano e questi si divisero.
Questo deve sapere la gente, fu un
disperato, ma male organizzato tentativo di un gruppo di leader del
paese di salvare l'Unione, un tentativo di persone che credevano che
il presidente li sostenesse, che accantonasse la firma del progetto
di accordo dell'Unione che significava la formalizzazione giuridica
della distruzione del paese sovietico…"
Gennadij Janaev [13]
"Non ho mai assolutamente
riconosciuto di aver compiuto un colpo di stato e non lo riconoscerò
mai. Per capire la logica delle mie azioni, come pure la logica delle
azioni dei miei compagni, bisogna conoscere la situazione in cui il
paese di trovava nell'agosto dell'anno '91.
Si trattava allora di una crisi
praticamente totale, nel paese era in corso una lotta aperta per il
potere tra i sostenitori della conservazione di un unico stato e di
un unico ordinamento socio-politico e i suoi avversari.
Questa crisi politica si acuiva di
giorno in giorno, spesso era accompagnata da azioni
anticostituzionali e purtroppo la leadership politica non dava la
dovuta valutazione di questo…
Non disperdemmo alcuna struttura
statale, non incarcerammo alcun pubblico ufficiale, non sollevammo
dall'incarico neanche Gavriil Charitonovič
Popov, sindaco di Mosca, anche se portava informazioni
sensibili all'ambasciatore americano 5-6 volte al giorno.
Questo non ci fu. Il Congresso dei
Deputati del Popolo dell'URSS cacciò Gorbačëv
e i presidenti, che poi divennero capi dei cosiddetti stati
indipendenti..."
Vladimir Krjučkov
"Contrastammo la firma
dell'accordo che distruggeva l'Unione. Sento che avevo ragione.
Rimpiango che non siano state prese misure per il rigido isolamento
del presidente dell'URSS, che non siano state presentate richieste al
Soviet Supremo per la rinuncia del capo dello stato al proprio
posto…"
Valentin Pavlov [14]
"Noi membri del GKČP
non preparammo un colpo di stato. Credeteci, avevamo abbastanza
intelligenza e possibilità per arrestare tutto il governo russo
ancora lontano da Mosca, all'aeroporto, nelle dacie, per strada.
C'erano tutte le possibilità che volevamo. Anche nell'edificio del
Soviet Supremo della Repubblica Socialista Federativa Sovietica
Russa, se ci fossimo posti tale scopo..."
Postfazione
La nostra stampa di orientamento
liberale ama criticare quelli del GKČP,
chiamandoli criminali e traditori della patria, tra l'altro esaltando
El'cin, che, come se fosse poco distruggere un grande stato, ha anche
organizzato una Guerra Civile nella nuova Russia.
Ora molti membri del comitato hanno
cessato di vivere: chi allora, nei giorni dell'agosto '91, chi in
tempi relativamente recenti. E dopo tanti anni, probabilmente, merita
valutare correttamente il ruolo di queste o quelle personalità
storiche in quel periodo.
Come disse Cristo, "dai frutti li
riconoscerete…" I frutti di El'cin sono visibili anche oggi,
ma i frutti di quelle persone sono legati a un paese dove c'era molto
di cattivo, ma c'era anche molto di buono. Dove la parola "atto
terroristico" era una sorta di astrazione, il livello di
criminalità era inferiore, una potenza forte, un mondo bipolare, la
coesistenza assolutamente pacifica di popoli slavi e caucasici.
Grazie a Dio, qualche tendenza di quel
tempo ritorna e quello che c'è stato negli anni '90 già non più.
Penso che certamente non sia necessario erigere un monumento ai
membri del GKČP,
ma di mettere tutti i puntini sulle "i" è l'ora da tempo.
"Kavkazskaja
Politika", http://kavpolit.com/oni-byli-protiv-raspada/
(traduzione e note di Matteo Mazzoni)
[1]
Gosudarstvennyj Komitet
po Črezvyčajnomu Položeniju (Comitato
Statale per la Situazione di Emergenza), nome della giunta che cercò
di prendere il potere in URSS nell'agosto 1991.
[2]
Obščenacional'nyj
Kongress Čečenskogo Naroda
(Congresso delle Nazionalità del Popolo Ceceno).
[3] I Vainachi sono il popolo da
cui avrebbero origine ceceni e ingusci.
[4] "Settentrionale",
il principale aeroporto di Groznyj.
[5] TĖC sta per
TeploĖnergoCentral' (Centrale TermoElettrica).
[6] Nome popolare dell'allora
sede del Soviet Supremo, adesso sede del governo.
[7] Šamil' Salmanovič Basaev,
futuro leader dei guerriglieri indipendentisti ceceni.
[8] Valerij Ivanovič Boldin,
allora capo dell'apparato del presidente dell'URSS.
[9] Oleg Semënovič Šenin,
allora segretario del CC del PCUS.
[10] Vladimir Aleksandrovič
Krjučkov, allora presidente del KGB.
[11] Valentin Ivanovič
Varennikov, allora vice-ministro della Difesa dell'URSS.
[12] Jurij Sergeevič Plechanov,
allora capo dei servizi interni del KGB.
[13]
Gennadij Ivanovič Janaev, allora vice-presidente dell'URSS.
[14]
Valentin Sergeevič Pavlov, allora primo ministro dell'URSS.
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