Il diavolo che esce dalla tabacchiera
elettronica [1]
Nell'URSS ritenevano che senza
un'industria elettronica nazionale la capacità difensiva del paese
fosse una finzione
Ai primi di settembre del 1962 con i soldi del
Pentagono fu creata la rete digitale ARPAnet, che univa tra loro i
nodi elettronici dell'Università della California a Los Angeles,
del centro di ricerche di Stanford, dell'Università dello stato
dello Utah e dell'Università dello stato della California a Santa
Barbara. Fu fatto il primo passo verso la gestione delle forze
armate degli USA in tempo reale.
Peraltro da allora il 2 settembre è ritenuto il
compleanno di Internet.
Questa fu una sorta di risposta del Pentagono alla
riuscita applicazione del sistema sovietico di difesa antimissile
nel 1960, che sarebbe stata impensabile senza una radiotecnica
innovativa. Allora le nuove realtà causarono un vero e proprio
shock nelle cerchie militari degli USA, in quanto una serie di
esperti espresse il dubbio se la superiorità di 15 volte degli
americani negli armamenti nucleari sulla triade [2]
sovietica (6000 a 405 a quel tempo) garantisse il superamento delle
frontiere aeree dell'URSS.
Fino ad allora alla Casa Bianca avevano ritenuto che
nell'URSS non ci fossero né calcolatori elettronici, né una
produzione nazionale della base degli elementi, su cui si potessero
collegare in serie dei calcolatori, tanto meno dei potenti
calcolatori elettronici. Tuttavia il missile zenit S-75, che aveva
abbattuto l'aereo spia U-2 dell'aviazione militare degli USA con il
pilota Francis Powers, aveva indirettamente confermato il rapporto
dei collaboratori della ditta RAND sul fatto che Mosca avesse già
potenti calcolatori elettronici.
Anche se un anno prima, quando le autorità
sovietiche mostrarono agli americani l'elaborazione degli studiosi
di Penza [3] della
filiale dello SKB-245 [4]
con a capo il vice-direttore del lavoro scientifico, il premio
Stalin Bašir
Rameev, non avevano messo in conto queste informazioni.
Si trattava dei calcolatori elettronici "Ural-2", la cui
produzione in serie era stata iniziata dalla fabbrica locale di SAM
[5]. Si riteneva che
questo non può essere perché questo non può essere mai [6].
Tra l'altro i primi collaudi di questa macchina, con
un processore a 40 bit e una RAM da 4096х20 bit, si erano svolti
già nel 1956. Per amor di giustizia, va detto che l'"Ural-1"
fu messo fuori servizio abbastanza presto, prima di tutto per i
contatti mal saldati. Sulla scarsa capacità di lavoro influivano
anche i salti di tensione legati alla connessione e alla
sconnessione degli utenti-fabbriche, che pure si rifornivano da
questa rete elettrica.
Rameev analizzò i motivi degli insuccessi e insieme
agli aggiustatori del laboratorio di V.S. Antonov elaborò un
metodo per l'eliminazione delle interruzioni evidenziate e in tal
modo introdusse il proprio standard di qualità dei calcolatori
elettronici. Di conseguenza si ebbe non solo una macchina veloce, ma
anche affidabile e comoda per il lavoro. Per Bašir
Iskandarovič era un fatto di prestigio scientifico
personale, che aveva molto caro. Per il diritto di produzione in
massa di calcolatori elettronici il suo collettivo concorreva con
l'Istituto per l'Energia dell'Accademia delle Scienze dell'URSS
sotto la guida del membro-corrispondente dell'Accademia delle
Scienze dell'URSS I.S. Bruk, con lo SKB di Minsk di G.P.
Lopato e con l'Istituto di Meccanica di Precisione e Tecnica di
Calcolo dell'Accademia delle Scienze dell'URSS.
In tal modo nell'URSS alla nuova tecnica di calcolo
lavoravano alcuni centri scientifici, ognuno dei quali andava testa
a testa con le principali ditte americane. La competizione tra le
superpotenze nella tecnica di calcolo aveva un carattere strategico
con un'evidente inclinazione militare. Solo grazie ai calcolatori
elettronici ci riuscì lanciarci per primi nello spazio.
Per la scienza sovietica gli anni '60 e '70 del
secolo scorso furono un tempo di elaborazione di tecnologie di
rottura. All'Ufficio di Costruzioni del Comitato Statale per la
Radiotecnica (in seguito – Istituto di Ricerca Scientifica "Kvant"
[7] del Ministero dell'Industria
della Radiotecnica) lanciarono il calcolatore elettronico ad
alta produttività a semiconduttori dal nome generico "Vesna"
[8]. L'Istituto di
Meccanica di Precisione e Tecnica di Calcolo dell'Accademia delle
Scienze dell'URSS presentò la BĖSM-6
[9], che in quel momento
aveva la maggiore produttività al mondo – nell'ordine di 1000000
operazioni al secondo. E nel 1968 fu collaudato con successo il
calcolatore elettronico già multiprocessore "Ural-25".
Tuttavia inaspettatamente per tutti nel dicembre
1969 al Ministero dell'Industria della Radiotecnica ebbe luogo una
riunione, in cui fu posta la questione del riorientamento dei
calcolatori elettronici sovietici sull'architettura degli IBM serie
360. Come argomento principale era portata la felice esperienza
degli ingegneri della DDR, ai cui risultati nell'URSS si guardava
con grande rispetto. Per molti versi ciò si spiegava con il fatto
che ancora dai tempi della guerra nella leadership sovietica si era
consolidato lo stereotipo fisso della superiorità ingegneristica
tedesca.
Sulla decisione ministeriale influì anche la
politica pragmatica di avvicinamento all'Occidente. Il ministro
dell'Industria della Radiotecnica Kalmykov convinse gli
elaboratori che senza il riorientamento sullo standard americano
l'URSS sarebbe rimasta nell'isolamento elettronico. I nostri
studiosi, al contrario, insistevano sullo sviluppo delle
architetture nazionali. Ciascuna delle scuole – quella sovietica e
quella americana – aveva i suoi "più" e i suoi "meno".
Per noi c'era la superiorità nelle soluzioni della tecnica dei
circuiti, che permetteva di fare calcolatori elettronici più
produttivi, per l'IBM la comodità di programmazione e le migliori
soluzioni di rete.
Quanto fossero buone le nostre macchine, scrisse nei
suoi saggi il programmatore kieviano Samuil Ljubickij, più
tardi emigrato in Canada: "Mi piacque subito (la "Minsk-32").
Era già un vero, serio mainframe: sei normali apparecchi a nastro
(nastri a bobine, addio "canne da pesca" [10]!),
schede perforate input/output (in confronto al nastro perforato un
progresso colossale, che può valutare solo chi si sia scontrato ben
bene con i nastri perforati). Certo, una ACPU [11]]
veloce, nessun "frinio". Azione veloce, 64 kilo-parole di
memoria (in una parola c'erano 37 bit) – super! E la cosa più
stupenda – i tamburi magnetici (ho dimenticato quanti pezzi
fossero). Alla fine degli anni '60 e nella prima metà degli anni
'70 la "Misk-32" era la macchina più popolare, non
capricciosa, fortunata in modo raro. In essa era come se fosse stato
indovinato il massimo livello di complessità possibile in un
prodotto hi-tech sovietico di massa (e non militare)".
Proprio per questo le discussioni furono molto
calde. L'accademico Keldyš
propose di conservare
la scuola sovietica, ma di servirsi dell'esperienza americana. "E'
necessario comprare le licenze, – disse, – ma fare le nostre
macchine". Il suo allievo A. Dorodnicyn,
direttore del Centro di Calcolo dell'Accademia delle Scienze
dell'URSS, definì precisamente il ritardo che si avrebbe avuto in
caso di passaggio all'architettura IBM serie 360 – non meno di
quattro anni. Il vice-ministro dell'Industria della Radiotecnica
M.K. Sulim in segno di protesta scrisse una lettera di
dimissioni.
Nonostante le contraddizioni, c'era il concetto
generale che la radiotecnica e i calcolatori elettronici dell'ente
militare, come pure dell'economia civile, dovevano essere solo di
produzione sovietica, in quanto dalla tabacchiera elettronica al
momento meno adatto avrebbe potuto saltar fuori un diavolo e, per
esempio, reindirizzare i nostri missili contro noi stessi. Nei
circuiti, ma pure nei programmi, tali soluzioni dannose avrebbero
potuto essere certamente realizzate con i microprocessori e i
software di produzione straniera. Tanto più che trovare Trojan del
genere non appare possibile, in quanto la scatoletta si apre
dall'interno – con l'aiuto di un segnale cifrato.
Con la caduta dell'URSS questo postulato, che era
considerato l'alfa e l'omega della sicurezza nazionale, fu
dimenticato in fretta dal governo di El'cin e della sua
squadra, in primo luogo dai liberali di estrema destra Gajdar e
Čubajs.
Tuttavia le recenti rivelazioni di Snowden hanno di nuovo
sollevato la questione dei programmi-spia, usati in primo luogo, per
quanto sembri strano, con gli alleati degli americani – Germania e
Francia.
In Russia per qualche motivo nessun funzionario
governativo ha accennato a questo tema, anche se una serie di
incomprensibili incidenti con apparecchi spaziali russi, in cui si
erano usati chip di produzione estera, ha messo fortemente a nudo
questo problema.
Nei registri dell'inchiesta sull'incidente del
satellite per le comunicazioni "Ėkspress-AM4"
[12] del 18 agosto 2011
si parla di un mitico guasto del complesso delle apparecchiature di
comando del blocco di accelerazione del razzo trasportatore
"Proton-M". Di tale aura di mistero è circonfuso anche
l'incidente della stazione interplanetaria russa "Phobos-Grunt"
[13], che rimase
semplicemente in orbita d'appoggio, senza ricevere dal complesso
calcolatore di bordo il comando per l'uscita in traiettoria di volo
verso Marte. Di nuovo un'incomprensibile formulazione del motivo
dell'incidente – "interruzione del funzionamento per l'azione
di raggi cosmici".
E' incomprensibile anche il disastro del nuovo aereo
russo Sukhoi SuperJet-100 in Indonesia il 9 maggio 2012, di cui
furono accusati piloti esperti, che, dice, si sarebbero
semplicemente distratti dal volo. Secondo il capo della
Corporazione Aeronautica Unita Michail Pogosjan, i registratori
di bordo non avevano registrato guasti nei sistemi del Sukhoi
Superjet-100. In altre parole, i piloti avrebbero perso il controllo
per negligenza. D'altra parte, filtrò un'informazione dei nostri
servizi segreti sulla possibile complicità della base
dell'aviazione militare degli USA che si trova nell'aeroporto di
Jakarta e tra l'altro non si è riusciti a dimostrare questo
collegamento.
C'è un sacco di questi esempi misteriosi, che parla
della sistematicità del fenomeno.
Ma particolare ansia causa l'equipaggiamento della
nostra difesa con chip stranieri, prima di tutto americani. Per
esempio, nel sistema GLONASS [14]
si usano i processori dual-core APQ8060 e MSM8960 della compagnia
americana Qualcomm. In questo caso si tratta di ricevitori, in
quanto lo stesso contenuto dei satelliti è stato reso segreto. Ma
per gli specialisti non è un segreto che l'elaborazione del segnale
GLONASS nelle nostre apparecchiature è garantito dal chip
MSM8255Turbo, prodotto con tecnologia da 45 nanometri dalla stessa
compagnia Qualcomm. Cioè, con grande probabilità si può supporre
che anche il trasmettitore del segnale di GLONASS dei satelliti sia
pure assemblato con identici chip americani.
Tra l'altro proprio il sistema GLONASS deve
garantire il puntamento sul bersaglio dei missili russi ad alta
precisione al momento di respingere un potenziale aggressore, ma
dov'è la garanzia che non reindirizzi i nostri armamenti mortali
contro le nostre forze armate? E in generale, si può parlare in
questo caso di un'affidabile capacità di difesa della Russia?
Questa domanda è tutt'altro che vana, in quanto la chiave della
scatola elettronica, dove aspetta la sua ora un Trojan dannoso, si
trova a Washington.
[1]
Modo di dire russo sui fatti sorprendenti che fa riferimento alle
scatole a sorpresa.
[2]
La triade strategica nucleare: terrestre, navale e aerea.
[3]
Città della Russia centro-meridionale.
[4]
SKB sta per Special'noe
Konstruktorskoe Bjuro
(Ufficio di Costruzioni Speciali).
[5]
Ščëtno-Analitičeskie
Mašiny
(Macchine di Calcolo e di Analisi).
[6]
Citazione dal racconto "Lettera a un vicino istruito" di
Anton Pavlovič Čechov. La frase è divenuta proverbiale e si usa
per descrivere l'atteggiamento di chi nega l'evidenza.
[7]
"Quanto".
[8]
"Primavera".
[9]
BĖSM sta per Bol'šaja Ėlektronnaja Ščëtnaja Mašina
(Grande Macchina da Calcolo Elettronica).
[10]
Nome umoristico degli oggetti con cui si dovevano sostenere i nastri
perforati.
[11]
Alfavitno-Cifrovoe Pečatajuščee Ustrojstvo (Stampante a
Caratteri Alfanumerici).
[12]
Ėkspress sta per "Espresso", AM sta per Apparaturnyj
Modul' (Modulo di Apparecchiature).
[13]
"Phobos-Terreno".
[14]
GLObal'naja NAvigacionnaja Sputnikovaja Sistema (Sistema
Globale di Navigazione Satellitare).
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