L'occupazione strisciante continua
Nel
villaggio di Dvani del distretto di Kareli della Georgia i militari
russi hanno ripreso il processo di erezione delle barriere di filo
spinato al mattino del 22 settembre. Secondo l'incaricato dell'organo
territoriale di Dvani Zaza Kopadze, i militari russi hanno già
spostato il cosiddetto confine di 600 metri. Come indica Zaza
Kopadze, a Dvani questo processo era stato arrestato per un mese e
mezzo, tuttavia adesso è ripreso di nuovo.
Bisogna
ricordare che all'inizio della scorsa settimana le guardie di confine
russe hanno continuato a fissare le barriere presso il villaggio di
Ditsi nel distretto di Gori. A maggio il Ministero degli Esteri
georgiano riferì che i fili spinati erano stati stesi nei villaggi
di Didi Khurvaleti, Gugutiantkari, Kvemo Nikozi, Tamarasheni, Dvani e
Atotsi, che sono al confine tra Ossezia del Sud e Georgia.
La
preistoria
Com'è
noto, il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin il 12
settembre firmò la disposizione "Sulla firma dell'accordo tra
Federazione Russa e Repubblica dell'Ossezia del Sud sul confine di
stato", secondo cui si approva la proposta del governo della
Federazione Russa sulla firma di questo accordo. Tra l'altro si
incarica il Ministero degli Esteri della Federazione Russa di
condurre le conseguenti trattative con le autorità di fatto della
regione.
Per
questo motivo il Ministero degli Esteri georgiano attraverso
l'ambasciata svizzera ha inviato una nota di protesta alla
Federazione Russa per via dell'intenzione della parte russa di
firmare un accordo sul "confine di stato" con la cosiddetta
Ossezia del Sud, dichiarò il 13 settembre il primo vice-capo del
Ministero degli Esteri georgiano David Zalkaliani.
"Già
il 5 settembre, dopo che ci fu reso noto che il governo della
Federazione Russa si era rivolto al presidente russo con l'iniziativa
di formalizzare il cosiddetto confine tra la Federazione Russa e la
regione di Tskhinvali (l'Ossezia del Sud – n.d.r.), inviammo, con
l'aiuto dell'ambasciata svizzera, una nota di protesta alla
Federazione Russa, in cui si faceva notare che la formalizzazione di
qualsiasi accordo di quel tipo fosse una violazione delle norme del
diritto internazionale, che questa non ha alcuna forza giuridica e
che sarà riconosciuta nulla", – dichiarò Zalkaliani.
La
Russia porta avanti molto coscientemente il proprio piano
"Dovremo
avere a che fare con una forza civile e probabilmente allora saremo
più ottimisti", – così, nel corso della tradizionale
conferenza stampa tenuta ogni lunedì, ha reagito il vice-capo del
Ministero degli Esteri georgiano David Dzhalagania il 23 settembre
alla ripresa dell'erezione di barriere di filo spinato da parte dei
militari russi a Dvani e a Ditsi.
Come
ha notato il vice-capo del Ministero degli Esteri georgiano, in
questa situazione la parte georgiane può contrapporre alla Russia
solo metodi pacifici e civili.
"Su
questo sfondo, mentre la Georgia cerca al massimo di portare il
dialogo con il vicino del Nord su un piano costruttivo, ci tocca
purtroppo notare ancora una volta che la parte russa si distingue per
mancanza di atteggiamento costruttivo. E' una questione critica,
dolorosa. Questo processo non è iniziato ora. Purtroppo la Russia
porta avanti molto coscientemente il proprio piano. Talvolta questo
si arresta, talvolta le operazioni si attivano, tuttavia lo stato
d'animo da regime di occupazione non cambia", – ha dichiarato
Dzhalagania.
Il
raccolto sotto sorveglianza dei militari russi
Bisogna
notare che il 23 settembre i rappresentanti del Ministero degli
Interni georgiano hanno fatto conoscenza sul posto con la situazione
di Dvani.
Il
Ministero degli Interni georgiano ha espresso profonda preoccupazione
per via di quanto si verifica là e ha notato che, nonostante le
numerose dichiarazioni e la protesta della società georgiana e
internazionale, il processo di erezione delle barriere di filo
spinato da parte delle truppe russe continua di nuovo.
Bisogna
indicare che negli orti attigui ai territori georgiani occupati la
popolazione locale è giunta al momento del raccolto. I militari
russi gli hanno dato questa possibilità. Inoltre, come riferisce il
corrispondente dell'agenzia di stampa georgiana "Interpress
News", dopo la conclusione del raccolto i militari russi
intendono continuare i lavori di montaggio sulla cosiddetta striscia
di confine.
I
militari russi si trovano sul perimetro del territorio occupato e il
raccolto si compie sotto la loro sorveglianza.
Per
quanto riguarda i tutori dell'ordine georgiani, anch'essi resteranno
su questo territorio finché la popolazione locale non finirà il
raccolto.
Inoltre
i militari russi hanno già ripreso i cosiddetti lavori di confine su
quel territorio dove la popolazione locale ha raccolto il granturco.
Secondo quanto dichiarato dall'incaricato dell'organo territoriale di
Dvani Zaza Kopadze, alcune decine di ettari di terra appartenente ad
abitanti di Dvani sono passate sotto il controllo della parte osseta.
Zurab
Abashidze espresse preoccupazione
Il
rappresentante speciale del primo ministro georgiano per le questioni
delle relazioni con la Federazione Russa Zurab Abashidze il 19
settembre a Praga all'incontro con il vice-capo del Ministero degli
Esteri russo Grigorij Karasin espresse preoccupazione a nome del
governo georgiano per via degli avvenimenti verificatisi presso la
linea di occupazione.
Come
ha notato Zurab Abashidze al briefing svoltosi il 23 settembre,
stavolta era andato all'incontro con Karasin con una disposizione più
o meno positiva, tuttavia quello che si era verificato sulla linea di
occupazione giorni prima, si capisce, aveva creato uno sfondo
abbastanza negativo. A suo dire, prima di ogni ennesimo incontro del
genere la situazione presso la linea di occupazione si fa
particolarmente tesa.
Non
bisogna neanche dimenticare che il governo della Georgia e il signor
Abashidze sono stati accusati più di una volta dai rappresentanti
del "movimento nazionale" e dei partiti di opposizione di
aver fatto concessioni a Mosca in cambio del ritorno dei prodotti
georgiani sul mercato della Federazione Russa.
Anche
se, secondo quanto dichiarato dal rappresentante speciale del primo
ministro georgiano per le questioni delle relazioni con la
Federazione Russa Zurab Abashidze, la Tbilisi ufficiale non ha fatto
alcuna concessione a Mosca.
A
quanto dice il rappresentante speciale, gli chiedono spesso quale sia
il prezzo del ritorno dei prodotti georgiani sul mercato russo.
"Voglio dichiarare precisamente che da parte nostra non è stata
fatta alcuna concessione", – ha dichiarato Zurab Abashidze il
23 settembre nel corso della conferenza stampa.
La
posizione di Mosca
Come
ha chiarito il rappresentante speciale del premier georgiano, Mosca
spiega i processi che si verificano a Ditsi e a Dvani con l'accordo
formalizzato con le cosiddette Ossezia del Sud e Abcasia, che
presuppone la costruzione di infrastrutture della striscia di
confine. Inoltre, secondo quanto ha dichiarato, la costruzione del
cosiddetto confine è la prosecuzione di quella decisione che fu
presa dalla Russia nel 2008.
"La
costruzione del cosiddetto confine è legata alla guerra del 2008. E'
la prosecuzione di quella decisione che fu presa allora dalla Russia
allo scopo di aiutare la formazione delle cosiddette Ossezia del Sud
e Abcasia come stati indipendenti", – ha dichiarato Abashidze,
notando che la risposta a questo da parte georgiana è che non esiste
alcun confine di stato tra la Russia e la cosiddetta Ossezia del Sud.
Come
risponderà la Georgia
La
situazione nella regione di Tskhinvali sarà una delle principali
questioni che la delegazione georgiana esaminerà alla 68.a sessione
dell'Assemblea Generale dell'ONU. Bisogna indicare che la delegazione
georgiana con a capo il presidente georgiano Mikhail Saakashvili
prenderà parte ai lavori della 68.a sessione dell'Assemblea Generale
dell'ONU dal 23 al 27 settembre. Com'è noto, la sessione si è
aperta a New York il 17 settembre. Nell'ambito della visita la parte
georgiana terrà un incontro con i rappresentanti dei paesi partner e
con i capi delle istituzioni dell'ONU.
E
il ministro degli Esteri georgiano Maja Pandzhikidze prenderà parte
ai forum tematici programmati nell'ambito dei dibattiti generali
dell'Assemblea Generale dell'ONU.
"In
tutti gli incontri nell'ambito della sessione dell'Assemblea Generale
dell'ONU saranno esaminati i processi in corso in Georgia. Chiederemo
ai nostri partner di reagire adeguatamente e nettamente alle azioni
della Russia", – ha dichiarato Dzhalagania.
A
suo dire, "alle azioni aggressive della Russia la Georgia può
contrapporre solo metodi pacifici e civili. Questo si verifica su uno
sfondo in cui la Georgia cerca al massimo di portare il dialogo con
il vicino del Nord su un piano costruttivo. Purtroppo ci tocca
purtroppo notare che la parte russa si distingue di nuovo per
mancanza di atteggiamento costruttivo", – ha notato
Dzhalagania.
La
posizione dei sostenitori di Saakashvili
Bisogna
notare che il partito pro-presidenziale georgiano "Movimento
Nazionale Unito" invita la coalizione "Sogno Georgiano"
al governo a non cercare di far sì che la popolazione del paese si
rassegni alla situazione dell'Ossezia del Sud.
"Invitiamo
il governo a non cercare di far sì che il nostro popolo si rassegni
all'occupazione, a non cercare di raggiungere lo scopo di far
guardare con comprensione il nostro popolo e la comunità
internazionale al dispiegamento di un confine sulla linea di
occupazione. Che questi (i membri della coalizione al governo) non
proseguano la politica di capitolazione", – ha dichiarato al
briefing del 23 settembre il vice-presidente del parlamento
Baramidze, del "movimento nazionale".
Bisogna
notare che Tbilisi ruppe le relazioni diplomatiche con la Russia dopo
il riconoscimento da parte di Mosca dell'indipendenza dell'Abcasia e
della cosiddetta Ossezia del Sud nell'agosto 2008. I rappresentanti
del governo di Bidzina Ivanishvili, che giunsero al potere in
conseguenza delle elezioni parlamentari del 1 ottobre 2012, hanno
definito la normalizzazione delle relazioni con la Federazione Russa
una delle principali priorità della politica del paese.
La
Georgia non si rassegnerà neanche alla perdita di un palmo di terra
Secondo
quanto ha dichiarato il ministro della Giustizia georgiano Teja
Tsulukiani, la Georgia non si rassegnerà neanche alla perdita di un
palmo della propria terra.
"Se
l'occupazione strisciante da parte della Russia viene vista come una
pressione su di noi perché rinunciamo ai piani legati all'Unione
Europea, non faremo questo e non cederemo i nostri territori", –
ha dichiarato il capo del Ministero della Giustizia georgiano,
commentando il processo di dispiegamento del cosiddetto confine nella
Cartalia [1] Shida (Interna).
Secondo Tsulukiani, per via di questo alla Georgia sono necessarie
dichiarazioni dure da parte dell'Unione Europea e di altri amici
internazionali perché la Russia capisca che la Georgia non si
rassegnerà affatto alla perdita di un solo palmo di terra.
"Durante
la visita a Bruxelles parlai dell'occupazione strisciante tanto con
il commissario Štefan Füle,
quanto con il commissario Cecilia Malmström.
L'Unione Europea oggi dichiara univocamente che ciò che accade è
inaccettabile. Ci sono molto necessarie dure dichiarazioni
dell'Unione Europea e di altri amici perché la Russia capisca che la
Georgia non si rassegnerà affatto alla perdita di un solo palmo di
terra. Noi, per vie pacifiche, usando tutte le leve internazionali,
tra cui il dialogo con la Russia, otterremo la de-occupazione dei
nostri territori", – ha dichiarato ai giornalisti Teja
Tsulukiani.
Le
opinioni di esperti e politici
Secondo
il rettore dell'Accademia Diplomatica georgiana, il professor Soso
Tsintsadze, l'unica via d'uscita dalla situazione che si è creata è
l'incontro tra Putin e Ivanishvili.
In
diplomazia non ci sono situazioni senza via d'uscita, tuttavia,
tenendo conto degli avvenimenti che si sono svolti, sono necessarie
decisioni politicamente coraggiose.
"Talvolta
davanti alle parti sorge una realtà tale che la diplomazia leggera
diventa inefficace ed è necessaria la sostituzione con una terapia
chirurgica. Intendo decisioni dolorose, ma creative. Si capisce, non
intendo il coraggio politico di De Gaulle, che rinunciò all'Algeria.
Oggi una decisione politicamente coraggiosa sarebbe l'incontro di
Ivanishvili e Putin senza alcuna condizione preliminare. A parte
questo, non esiste altra via d'uscita", – ha dichiarato
Tsintsadze. A suo dire, è l'unica via d'uscita, in quanto solo a
quel livello è possibile uno slancio.
Secondo
quanto ha dichiarato il candidato alla presidenza della coalizione
"Sogno Georgiano" Giorgij Margvelashvili, le barriere di
filo spinato dispiegate presso la linea di occupazione non hanno
futuro come il muro di Berlino.
Come
ha notato commentando gli avvenimenti che si verificano negli ultimi
tempi presso la linea di occupazione, la Georgia ha intrapreso passi
positivi per il miglioramento delle relazioni con la Russia. A suo
dire, quello che si verifica presso la linea di occupazione sferra un
serio colpo all'immagine della Russia e indica che la Russia non è
pronta a relazioni costruttive.
"Il
punto principale e di partenza sta nel fatto che lo stato georgiano
non raccoglierà la provocazione. Abbiamo una risorsa per agire in
questa direzione. E' il nostro accordo con la comunità
internazionale e il nostro pieno accordo con tutta l'umanità civile
e siamo intenzionati a utilizzare proprio questo metodo. Lo riteniamo
un mezzo efficace", – ha dichiarato Margvelashvili.
A
suo dire, simili passi mettono sempre i diplomatici russi in una
posizione difficile.
Per
quanto riguarda la leader del partito "Movimento Democratico –
Georgia Unita" Nino Burdzhanadze, per via della ripresa dei
lavori per la demarcazione nel villaggio di Dvani nella regione di
Shida Cartalia ha invitato la leadership georgiana a intraprendere
passi efficaci.
"E'
estremamente scandaloso e inaccettabile che nel 21° secolo si
dispieghino barriere di filo spinato, che si elevi un muro tra i
popoli. In tal caso chi deve risolvere questo problema? Deve
intervenire in primo luogo la nostra leadership, che, purtroppo, non
può fare niente. E quello che oggi si verifica da parte della Russia
testimonia pure qualcosa ed è pure segno di qualcosa", – ha
dichiarato Burdzhanadze.
A
mo' di postfazione
Come
si dice nel comunicato del dicastero di politica estera russo, gli
interlocutori hanno discusso il corso delle preparazione e le
prospettive di approvazione da parte dei partecipanti al dibattito di
Ginevra sul Caucaso del Sud di una dichiarazione comune sulla
rinuncia all'uso della forza.
Si
diffondono affermazioni evidentemente false su un presunto
spostamento della linea di confine all'interno del territorio. La
polizia georgiana è direttamente coinvolta nell'organizzazione di
"azioni di protesta della popolazione locale" con la loro
conseguente cronaca tendenziosa sui mezzi di comunicazione di massa
come fu, per esempio, il 17 settembre 2013 vicino al centro abitato
di Ditsi.
Negli
ultimi giorni si è fatto rumore intorno alle iniziative nel
distretto del centro abitato di Dvani. E' chiaro che le misure
pianificate di Tskhinvali portate avanti nel corso degli ultimi anni
per la garanzia di un efficace regime alle frontiere di stato con la
collaborazione degli agenti di confine russi causano dispiacere in
Georgia, dove non sono pronti a riconoscere l'irreversibilità delle
conseguenze della criminale avventura militare di Mikhail Saakashvili
nell'agosto 2008.
"Ma
è una premeditata compressione di emozioni, le speculazioni
politiche intorno a questo tema sono inaccettabili. Queste sono
gravide di serie conseguenze per la stabilità regionale", –
si dice nella dichiarazione di Karasin pubblicata sul sito ufficiale
del Ministero degli Esteri russo.
Secondo
Grigorij Karasin, "dalla parte russa è stata espressa la
speranza che il rappresentante speciale dell'UE e gli osservatori
della Missione dell'UE per il monitoraggio in Georgia tratterranno
Tbilisi dal fare passi irresponsabili nei distretti di confine, in
particolare nelle condizioni dell'attuale situazione pre-elettorale
nel paese".
"Partiamo
dal fatto che gli aspetti pratici legati al regime del confine tra
Ossezia del Sud e Georgia si devono discutere in modo tranquillo e
costruttivo nell'ambito del Meccanismo di prevenzione e reazione agli
incidenti in vigore in questo distretto, che ha dimostrato la propria
efficacia", – chiarisce il Segretario di Stato e vice-capo del
Ministero degli Esteri della Federazione Russa Grigorij Karasin.
Fridon Dočija,
"Kavkazskaja politika", 25 settembre 2013,
http://kavpolit.com/polzuchaya-okkupaciya-prodolzhaetsya/
(traduzione e note di Matteo Mazzoni)
[1]
Regione storica della Georgia.
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