"Novaja gazeta",
27-09-2013, 15.14.00
Si sono spremuti uno schiavo [1].
Durante la preparazione al campionato del mondo di calcio russi e
immigrati saranno ugualmente senza dirittiDurante la preparazione al campionato del mondo di calcio in Russia cesserà di essere in vigore il Codice del Lavoro – russi e immigrati saranno ugualmente senza diritti
Ai primi di giugno il presidente firmò una legge federale a prima vista non rilevante – sulla preparazione e lo svolgimento in Russia del campionato del mondo di calcio del 2018. Simili documenti sono i necessari compagni di viaggio di grandi iniziative sportive internazionali. Ma ci sono alcuni punti che rendono questa legge unica nel pieno senso della paura. Questi di fatti abrogano l'effetto del Codice del Lavoro nei confronti delle persone che costruiranno gli stadi e prepareranno le città che accoglieranno il campionato all'arrivo degli ospiti stranieri oppure parteciperanno direttamente allo svolgimento del Campionato del Mondo-2018.
– La legge è stata approvata molto silenziosamente a fine maggio-inizio giugno e allora nessuno fece particolare attenzione ad essa, neanche i sindacati, – racconta il direttore del Centro per i Diritti Sociali e del Lavoro (CSTP [2]) Elena Gerasimova. Ai primi di settembre il CSTP pubblicò una conclusione giuridica, in cui si descriveva dettagliatamente in cosa la legge approvata contraddice il Codice del Lavoro russo e gli accordi internazionali nell'ambito dei diritti del lavoro. – I sindacati a lungo non si sono resi conto che riguarderà non solo gli immigrati, ma anche i lavoratori nostrani. Alla fine di agosto pubblicò una propria conclusione la Conferenza del Lavoro Russa e una settimana e mezzo dopo, finalmente, anche la Federazione dei Sindacati Indipendenti Russi.
Cos'è contenuto in questa legge?
In primo luogo, l'abrogazione di tutte le minime garanzie contenute nel Codice del Lavoro nostrano riguardo al giorno lavorativo non regolamentato, al lavoro nelle ore notturne, ai giorni di ferie e festivi, come pure agli straordinari. Si lavorerà quanto è necessario al datore di lavoro: giorno e notte, in giorni feriali e festivi, senza festività – cioè finché non si è finito. E cosa riceverà per questo ogni concreto lavoratore sarà determinato da un contratto di lavoro. Senza tener conto delle quote minime di ampliamento della retribuzione e di altri tipi di risarcimenti che sono garantiti dal Codice del Lavoro.
"Tale approccio contraddice gli impegni presi dalla Federazione Russa secondo gli accordi internazionali. In particolare, il Comitato Europeo per i Diritti Sociali, interpretando il punto 1 dell'art. 2 della Carta Sociale Europea (il punto 1 dell'art. 2 è stato ratificato dalla Federazione Russa) ha indicato che il richiamo agli straordinari non deve restare esclusivamente a discrezione del lavoratore e del datore di lavoro", – hanno constatato nella propria conclusione Elena Gerasimova e Sergej Saurin. Tuttavia questo, evidentemente, non ha confuso i deputati che hanno approvato la legge, né l'ufficio legale del Consiglio della Federazione.
In secondo luogo, la legge abroga quasi del tutto il controllo da parte dello stato sull'assunzione di lavoratori stranieri. Ai lavoratori immigrati non si richiede di ottenere il permesso di lavoro, né ai loro datori di lavoro di informare il servizio federale per l'immigrazione, il servizio per l'occupazione e gli organi fiscali sull'assunzione e il licenziamento di stranieri. Si possono assumere immigrati senza tener conto della quota di rilasci di permessi di lavoro e di rilasci di permessi di ingresso. Cioè i datori di lavoro se la vedranno da soli con i lavoratori stranieri.
– Abbiamo svolto un lavoro analitico, valutando l'aspetto giuridico di questa legge, – dice Elena Gerasimova. – Ma c'è anche l'aspetto morale. I lavoratori hanno lottato per qualche centinaio di anni per la limitazione della durata dell'orario di lavoro, per i giorni festivi, per stipendi dignitosi, tutto questo è stato conquistato con il sangue e nel XXI secolo con una sola legge lo cancelliamo letteralmente per una grande categoria di lavoratori. Rinunciamo volontariamente a ciò che si ritiene uno dei grandi successi del mondo civilizzato.
La specialista dell'ambito del diritto del lavoro Elena Gerasimova è certa: tutti questi punti non sono capitati per caso nella legge sulla preparazione e sullo svolgimento del campionato del mondo. La legge federale 108 fu approvata con gravissime violazioni degli aspetti procedurali (lo constata nella propria dichiarazione la Confederazione del Lavoro). Le leggi che riguardano i rapporti sociali e di lavoro prima di essere introdotte alla Duma di Stato devono avere il consenso della Commissione Trilaterale Russa (di essa fanno parte i rappresentanti dei sindacati, delle unioni dei datori di lavoro e del governo federale). Il disegno di legge federale 108 non fu indirizzato alla Commissione Trilaterale.
Il disegno di legge suscitò alcune domande presso il comitato della Duma per il lavoro, la politica sociale e gli affari dei veterani. Nella propria conclusione il comitato propose di obbligare i datori di lavoro a informare gli organi per l'occupazione della stipula e dello scioglimento dei contratti di lavoro con gli immigrati, espresse un dubbio sulla necessità di abrogare la ricezione di permessi di lavoro e indicò che "la cerchia di lavoratori a cui, secondo la redazione proposta dal disegno di legge, può essere fissato un giorno lavorativo non regolamentato si presenta ampia in modo ingiustificato". Tuttavia questo non influenzò la decisione del capo del comitato Andrej Isaev (che compatibilmente è anche il primo presidente della Federazione dei Sindacati Indipendenti) di sostenere l'approvazione della legge.
Per l'esclusione delle norme discutibili cercò di lottare il membro del Comitato del Consiglio della Federazione per la legislazione costituzionale, le questioni legali e giudiziarie e lo sviluppo della società civili Vitalij Bogdanov, ma i suoi emendamenti per intervento del Comitato per l'educazione fisica, lo sport e gli affari della gioventù furono respinti.
– La gente capiva bene cosa faceva, – ritiene Gerasimova. – Evidentemente cercavano di tener conto dell'esperienza dei cantieri a Soči per l'Olimpiade-2014, là si è permessa una quantità colossale di violazioni dei diritti dei lavoratori. Cosicché la legge federale 108 è, nella sua essenza, semplicemente la legalizzazione di queste violazioni. Cosa può essere più semplice: "abrogare" temporaneamente tutte le norme scomode perché nessuno possa presentare rimostranze a qualcuno?
"Non avevamo contratti, né permessi di lavoro. Ci presero i passaporti. Ci promisero di aiutarci con i permessi di lavoro, ma non ottenemmo niente. Tutto ciò che ho tra i documenti ufficiali è il permesso di ingresso al cantiere".
"Il padrone di tanto in tanto ci dava piccole somme: 200 rubli o 500 rubli (6 o 15 dollari USA), una volta 1400 rubli (42 dollari USA) per sigarette, telefono e ogni minuzia. Ho lavorato per quasi tre mesi, altri per cinque mesi, gratis. Promettevano, promettevano soltanto".
Su come si violavano i diritti dei lavoratori nei cantieri di Soči hanno raccontato ai ricercatori dell'organizzazzione non governativa internazionale Human Rights Watch i lavoratori immigrati di Armenia, Kirghizistan, Serbia, Tagikistan, Ucraina e Uzbekistan. Le loro storia stavano alla base del rapporto di 150 pagine "Gli anti-record olimpici. Lo sfruttamento dei lavoratori immigrati nella preparazione ai Giochi Olimpici invernali del 2014 a Soči".
Lo stipendio mensile era da 14 a 19 mila rubli [3], ma qualcuno non era affatto pagato. I contratti di lavoro erani stipulati con molti, ma non erano rispettati, e le loro copie non erano consegnate. Il turno di lavoro era di 12 ore ogni giorno. "Il lavoro durava sette giorni a settimana per qualche settimana di fila con un giorno di riposo ogni due settimane. In singoli casi, – constata Human Rights Watch, – le persone lavoravano molte settimane o mesi senza alcun giorno di riposo o con giorni di riposo molto rari". I lavoratori provavano a rivolgersi all'ispettorato del lavoro, ma questo non serviva. Però quando lo veniva a sapere il datore di lavoro, questi chiamava in cantiere il servizio federale per l'immigrazione e gli autori delle denunce venivano semplicemente cacciati dal paese.
Il servizio federale per l'immigrazione pronosticò che verso il 2012 a Soči avrebbero lavorato 200 mila stranieri, ma secondo i suoi dati del giugno 2012 nei cantieri ne erano stati avviati solo 16 mila. La differenza tra queste cifre parla del reale volume dell'immigrazione clandestina di lavoratori.
Una situazione per molti versi simile si creò in Ucraina nella preparazione al campionato d'Europa di Calcio del 2012. "Il sindacato intraprese il tentativo di attirare l'attenzione dell'UEFA sui problemi dei costruttori di EURO-2012. Purtroppo risultò che nella lista degli alti standard dell'UEFA non rientrava la garanzia della vita e della salute dei costruttori degli stadi, dove persero la vita 14 persone e furono evidenziate 5571 violazioni della tutela del lavoro e delle misure di sicurezza. Il presidente dell'UEFA M. Platini alla conferenza stampa nell'aprile 2010 definì le condizioni di lavoro nei cantieri degli stadi in Ucraina "eccezionali"", – hanno constatato l'aspirante della SPbGU [4] Anna Bol'ševa, il presidente del Sindacato dei lavoratori dei cantieri e dell'industria dei materiali di costruzione ucraino Vasilij Andreev e Elena Gerasimova nelle pubblicazioni dedicate ai problemi che attendono la Russia per via del Campionato del Mondo-2018.
– Ancora prima dell'abrogazione formale dei diritti dei lavoratori avviati alla preparazione del Campionato del Mondo-2018 il lavoro nei cantieri del campionato non si poteva definire dignitoso, – ritengono gli esperti. – Sui mezzi di comunicazione di massa più di una volta è stata data notizia di violazioni delle norme sulla tutela del lavoro e sulle misure di sicurezza nei cantieri degli impianti del Campionato del Mondo-2018; a San Pietroburgo e a Kazan' nei cantieri sono morte cinque persone. Da parte delle autorità furono fatte dichiarazioni sulle inchieste iniziate sui casi mortali, ma non sono seguite notizie sui risultati delle indagini.
Autrice: Zinaida Burskaja
Indirizzo della pagina: http://www.novayagazeta.ru/politics/60189.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)
[1] Parodia della frase di Anton Pavlovič Čechov "spremere via da se lo schiavo", cioè liberarsi da un atteggiamento servile.
[2] Dalla dicitura russa Centr Social'no-Trudovych Prav.
[3] Da 420 a 570 dollari USA.
[4] Sankt-PeterBurgskij Gosudarstvennyj Universitet (Università Statale di San Pietroburgo).
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