“Сolosso russo” [1]
100 anni fa un "legionario"
russo giocò per la prima volta per un club straniero
La
persona di cui voglio raccontare non era forse il più noto
calciatore di quel tempo. Ma indubbiamente era assai notevole. Era
giovane, pieno di forza e di fervore. Si chiamava Michail Romm.
No,
non era il noto regista Michail Il'ič
Romm, detentore di cinque premi Stalin. Questi non si divertì mai
con il calcio. Si tratta di un suo omonimo. Questi adorava il
calcio!
Erano
parenti? Non si sa. Ma un tratto li apparenta: entrambi lavorarono
nel cinema. A dire il vero, per esprimersi in linguaggio calcistico,
con diversi risultati. Il primo, Michail Il'ič,
girò 13 film, che gli dettero fama mondiale. Sul conto di Michail
Davidovič c'è solo una
pellicola – un documentario, noto solo agli specialisti…
Il
calcio, che alla fine del ХIХ secolo in Inghilterra aveva già
acquisito popolarità, in Russia non era niente più di una cosa
esotica. Il 13 settembre 1893 – un'altra data tonda, 120 anni fa –
una partita di pallone fu degnata per la prima volta dell'attenzione
della stampa. "L'essenza del gioco consiste nel fatto che una
parte dei giocatori si sforza di spingere una sfera – lanciandola
con i piedi, con la testa, con tutto ciò che si vuole, solo non con
le mani – nella porta della parte avversaria…" –
scriveva, senza nascondere un sogghigno, il corrispondente del
"Peterburgskij listok" [2].
– "I signori sportivi con i vestiti bianchi correvano nel
fango, cadendo ogni tanto nel fango con ampi gesti… Per tutto il
tempo tra il pubblico c'era un riso inarrestabile".
Tuttavia
con il tempo il rumore dei palloni si fece più forte, agitando i
cuori di operai, studenti e ingegneri. Perfino conti e principi
andarono per i campi come matti. In una parola, i vertici già non
potevano vivere senza calcio e la base non voleva…
All'inizio
del secolo a San Pietroburgo e a Mosca si fecero frequenti gli
stranieri – inglesi, tedeschi, ungheresi, cechi, svedesi. Ogni
volta davano dispiaceri ai russi, spesso molto dolorose. Del resto,
non ci metteremo a irritare vecchie ferite, ne abbiamo di nuove
ancora fresche…
Il
primo campionato dell'Impero Russo del 1912 fu vinto dalla selezione
di San Pietroburgo, che sconfisse Mosca in due duelli. Nel primo
torneo, che si svolse esattamente un secolo fa, vinsero
inaspettatamente gli odessiti [3],
che superarono i calciatori della capitale [4].
Tuttavia si chiarì che nell'organico dei meridionali c'era un
giocatore non dichiarato. E la selezione di Odessa, nonostante le
lamentele dei suoi tifosi, fu estromessa dal torneo…
A
quei duelli partecipò anche Michail Romm, che svolgeva molto bene
il ruolo di back destro, cioè di difensore. Un vero atleta –
alto, forte. Giocava benissimo di testa, era tenace nei contrasti.
Romm
giocava nel Bykovo, nei pressi di Mosca. Giocò a calcio per il club
Puškino del
governatorato di Mosca, per il Kolomjagi di Piter [5]
e per il club sportivo di Sokol'niki di Mosca. Le prime tre squadre
erano mediocri, la quarta di esse forse eccelleva.
Più
di una volta Romm scese in campo anche per la selezione di Mosca e
ne fu capitano, ma per la selezione dell'Impero Russo giocò solo
tre volte. La prima partita di Michail e dei suoi compagni dette
continui dispiaceri. Il 4 settembre 1911 a San Pietroburgo i russi
furono battuti crudelmente dai "Viaggiatori Inglesi" –
0-11! Tuttavia tale punteggio non stupì – i britannici a quel
tempo si elevavano come una roccia incrollabile sugli altri europei.
Infilare, come allora si esprimevano, 7-8, o anche una decina di
"gol" a qualsiasi avversario non costava un particolare
sforzo ai fondatori del calcio.
Dopo
la partita con i britannici il cognome di Michail finì in un
servizio di un giornale, tuttavia il reporter menzionò il 20enne
capitano della selezione dei "Migliori giocatori russi dei club
pietroburghesi e moscoviti" di sfuggita e con stizza: "I
russi si sono comportati così bene che per la prima volta gli è
stato segnata una rete solo al ventiduesimo minuto. E' successo per
colpa del back Romm, che ha impedito a Nagorskij (il portiere
– nota dell'autore) di respingere e presto è seguito il secondo
gol".
Nelle
sue memorie "Io tifo per lo Spartak", uscite più di mezzo
secolo dopo, Michail Davidovič
lasciò un quadro chiaro di quel giorno: "Ricordo confusamente
i singoli episodi di questa partita – ero troppo assorbito
dall'ininterrotta, disperata, convulsa lotta per non far segnare gli
inglesi. Ricordo un'obliqua rete di pioggia, le cupole nere degli
ombrelli sulle tribune, la percezione di un affiatamento solido e
preciso originatosi all'improvviso con un mio compagno, l'ottimo
difensore pietroburghese Sokolov, le uscite piene di
abnegazione del portiere Nagorskij, ricordo con quale facilità ed
eleganza l'estremo destro degli inglesi Owen scartava il nostro
centrocampista Uverskij, ricordo le situazioni pericolose che
si creavano presso la nostra porta appena la palla capitava
all'attaccante centrale degli inglesi Chapman, ricordo in
lontananza, dall'altra parte del campo la figura del miglior
portiere del mondo Brebner, che stava sotto la pioggia
torrenziale appoggiato al palo della porta con il berretto calato
sul naso..."
Nel
maggio 1912 Michail andò in campo nella partita tra Russia e
Finlandia, conclusasi con il punteggio 1-1. Qualche giorno dopo la
selezione, che si preparava all'Olimpiade a Stoccolma, fece un
incontro di allenamento con la squadra di Mosca. E di nuovo regnò
il pareggio – 2-2.
Romm
era tra i candidati per la selezione olimpica russa. Tuttavia non
gli riuscì giocare in Svezia a causa del conflitto con il
rappresentante del comitato olimpico Bertram. Inizialmente a
Michail dispiacque di non essere "giunto" all'Olimpiade,
ma poi, forse, ringraziò il destino – infatti lo preservò dalla
vergogna. La selezione dell'impero prima perse con i finlandesi e
poi con i tedeschi. Quest'ultima partita fu definita dai giornalisti
la "Tsushima calcistica" [6],
in quanto l'avversario calpestò letteralmente i russi sul campo di
Stoccolma – 16-0!
…Alla
fine del
1913 Romm fu ospite di alcuni parenti a Firenze. E spesso dette
un'occhiata allo stadio dove giocava la squadra locale del Firenze
[7],
che partecipava al campionato della regione Toscana.
Una
volta si avvicinò a Michail un autorevole uomo barbuto con il
pince-nez – il presidente del club Firenze, il signor Orsini [8].
"So che Lei è un buon giocatore", – lo lusingò per
iniziare. E subito passò agli affari: "Non vorrebbe giocare da
noi nel ruolo di back destro?"
Erano
parole storiche – per la prima volta a un russo veniva proposto di
giocare per un club straniero! Per quasi 70 anni (!) nessuno poté
seguire l'esempio di Romm – neanche le stelle sovietiche Jašin,
Voronin, Čislenko, Ponedel'nik e Strel'cov. Li avrebbero
immediatamente dichiarati traditori della Patria…
Solo
nel 1982 per altissima concessione del Cremlino si diresse al Rapid
Vienna Anatolij Zinčenko
dello Zenit di Leningrado. E perché il club era ritenuto una
squadra operaia e aveva solidi legami con il partito comunista.
…Romm
ringraziò per l'onore
e assentì alla proposta del presidente del Firenze. Ma quali
condizioni formulò è ignoto. Forse il russo giocò del tutto
gratis? Infatti questi, com'è già stato detto, adorava il calcio.
"Rivestendosi,
i miei nuovi compagni mi guardava con sguardi penetranti, –
ricorda Romm. – Rispondevano gentilmente ai miei saluti, ma dietro
questa gentilezza si sentiva il freddo dell'estraneità.
Indubbiamente avrebbero preferito vedere al mio posto il ragazzetto
alto e smagrito, che evitava di incontrarmi con lo sguardo e a cui
oggi a causa mia tocca sedere sulla cosiddetta panca lunga – in
panchina. Forse gioca peggio, ma con lui sono legati già da tempo
da una stretta amicizia sportiva, dalla lotta spalla a spalla sui
campi da calcio della Toscana. Mi sento solo e so: devo giocare in
modo che la squadra capisca – non per nulla Orsini mi ha
invitato nel ruolo di "back diritto" [9].
…Quella
partita con la squadra di Pisa
si concluse con un pareggio e Romm non finì con la faccia nel
fango. Il giorno dopo i giornali fiorentini scrivevano ammirati del
"colosso russo" [10]
– il gigante russo comparso nel Firenze.
Nella
squadra italiana Romm giocò altre tre partite. Due – con Bologna
e Siena – risultarono vittoriose per il Firenze [11].
Restava quella conclusiva – in trasferta con il Livorno. Diventò
decisiva – la vittoria o il pareggio avrebbero reso i fiorentini
campioni della regione Toscana. La sconfitta… Del resto, a quella
nessuno pensava.
La
partita risultò mutevole come una donna leggera: dopo i primi 45
minuti gli ospiti conducevano 5-0! Tuttavia nel secondo tempo i
padroni di casa "pagarono il debito", segnando altrettanto
agli estranei e continuarono ad assaltare la loro porta. Gli ultimi
minuti si trasformarono in un vero incubo per i fiorentini. "Uno
dopo l'altro volano palloni nella nostra porta, sopra la porta,
vicino alla porta. Il portiere li acchiappa, li respinge, li devia
in angolo… – ricordò Romm. – I pescatori livornesi mi
lavorarono molto con le scarpe, i ginocchi, i gomiti, le spalle. Io
cercai di non restare in debito..."
Ma
comunque ai padroni di casa non riuscì segnare il sesto gol.
Dopo
il fischio finale corsero in campo i carabinieri e, presi sotto la
loro sorveglianza gli ospiti festanti, li portarono negli
spogliatoi. Ma la rabbia violenta dei tifosi livornesi si scaglio
sui padroni di casa… [12]
Con
questo l'epopea italiana di Romm si concluse. Gli proposero di
rimanere a Firenze? Non sappiamo la risposta…
Purtroppo
la rivoluzione e due guerre – quella Mondiale e quella Civile –
strapparono un grosso pezzo della biografia sportiva di Romm. Ma
comunque giocò ancora – nella squadra del club sportivo
Zamoskvoreckij [13]. E
allenò un po' – sotto la sua guida la selezione di Mosca vinse la
Spartachiade dei popoli dell'URSS del 1928.
Negli
anni Trenta del secolo scorso la firma "M.Romm" coronò
spesso resoconti e cronache sportive su "Krasnyj sport"
[14]. Alla penna di
Michail Davidovič
appartiene anche qualche libro di teoria calcistica. Ma il suo
maggiore merito si può ritenere un film scientifico sul gioco
amato. Fu girato nel 1939 nello stadio "Berija"
della Dinamo di Tbilisi e in esso si mostrano stelle di classe
superiore – Grigorij Fedotov, Boris Pajčadze,
Michail Jakuškin
e Anton Izdkovskij. Purtroppo il film non si è
conservato…
Romm
scese in campo per l'ultima volta quando aveva già quasi
cinquant'anni – nella partita amichevole tra i giornalisti della
"Pravda" e di "Krasnyj sport". Ricordò con
tristezza "il campo da calcio mi parve enorme, impossibile da
osservare, perlomeno due volte maggiore che nei giorni della mia
gioventù e i giovani giornalisti della "Pravda", che mi
scartavano senza particolare fatica, mi parvero recordmen di corsa.
A quanto ricordo, l'incontro finì in pareggio. Per me personalmente
finì con lo stiramento di tutti i legamenti che si possono
stirare..."
All'inizio
degli anni Quaranta a Romm avvenne una grande disgrazia: per otto
interi anni "stramazzò" nei lager staliniani e, scontata
la condanna, fu deportato in Kazakistan. Là, lontano dalla
ribollente vita calcistica, finì pure la sua vita questa persona
eccezionale, crudelmente offesa dal destino.
Là
scrisse pure le sue memorie. Il libro di Romm è una vera
enciclopedia del calcio russo pre-rivoluzionario - colorita,
talvolta ironica. Le sue pagine odorano di erba, di sudore forte, di
rivoli di pioggia estiva, di fumo di sigarette dalle tribune.
Si
ravvivano i nomi, il tempo corre all'indietro.
Era
poco tempo fa – cent'anni fa in tutto…
Valerij Burt, "Svobodnaja pressa", http://svpressa.ru/sport/article/74250/ (traduzione e note di Matteo Mazzoni)
[1]
In italiano nell'originale.
[2]
"Foglietto Pietroburghese".
[3]
La squadra di Odessa, porto ucraino sul Mar Nero.
[4]
Allora la capitale della Russia era San Pietroburgo.
[5]
Nome colloquiale di San Pietroburgo.
[6]
Nel 1905 presso Tsushima i giapponesi avevano distrutto due terzi
della flotta russa.
[7]
Più precisamente il Club Sportivo Firenze, la cui sezione calcistica
si unì nel 1926 a quella Libertas per dar vita alla Fiorentina.
[8]
Non sembra che il presidente del Firenze si chiamasse così...
[9]
Così nell'originale.
[10]
Dopo aver sbagliato il nome del presidente (vedi nota 8), da qui in
poi Romm sembra narrare una vera e propria leggenda. Il Bologna non
giocava di certo nel campionato toscano. Pare che non ci giocasse
neanche il Siena...
[11]
Neanche di questa rocambolesca partita decisiva si ha testimonianza
(vedi nota 10), anche se la rivalità tra Firenze e Livorno, quasi
sempre sconfitto, infiammò realmente i campionati toscani di inizio
secolo.
[12]
In italiano nell'originale.
[13]
Cioè dell'oltre Moscova, la zona sulla riva destra della Moscova a
Mosca.
[14]
"Sport rosso".
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