Vladimir Putin – il secondo dopo
Gorbačëv
Il presidente russo è stato proposto
per il premio Nobel per la Pace
A
Vladimir Putin, come a suo tempo a Michail Gorbačëv,
potrebbe essere assegnato il premio Nobel per la Pace. Iniziatore
della proposta di candidatura del presidente russo al prestigioso
riconoscimento internazionale – per il contributo alla regolazione
del conflitto in Siria – è il capo del Fondo Panrusso per
l'Istruzione Sergej Komkov.
"Una
lettera ufficiale con la corrispondente proposta è stata da me
inviata tramite corriere al comitato per l'assegnazione del premio
Nobel il 10 settembre, – ha chiarito Komkov a "Svobodnaja
pressa". – Al contempo una copia della lettera è stata
indirizzata per posta elettronica all'indirizzo elettronico del
comitato norvegese del premio Nobel, cosa pure prevista. Prima di
fare questo, naturalmente, mi sono consultato con la segreteria del
comitato e ho precisato chi può effettuare tale proposta".
"SP":
– Chi?
–
Secondo
le disposizioni sul premio Nobel per la Pace possono proporre una
candidatura persone fisiche, se hanno il titolo di professore e il
dottorato di ricerca, ma anche i direttori di istituti scientifici e
di comunità scientifiche. Io ho il titolo di professore
dell'Accademia Europea di Scienze dell'Informazione in Belgio e il
titolo di professore dell'Accademia Internazionale delle Scienze di
San Marino. Sono dottore in Diritto, ho un dottorato di ricerca –
cioè secondo tutti i parametri rientro nel numero delle persone che
possono proporre la propria candidatura all'esame del comitato.
Perciò la presentazione è stata preparata e indirizzata
ufficialmente al comitato norvegese del Premio Nobel a Oslo.
"SP":
– Ne risulta che è una sua iniziativa personale?
–
Sì.
E' una mia iniziativa personale.
"SP":
– Perché Putin?
–
In
primo luogo, sono stato una persona di fiducia di Putin al tempo
della sua prima elezione a presidente nel 2000 e conosco molto bene
Vladimir Vladimirovič. A
dire il vero, la mia posizione su una serie di questioni (in
particolare nella sfera dell'istruzione) si è sempre distinta da
quella assunta dai suoi funzionari. In secondo luogo, ora vivo nella
Repubblica Ceca e da là vedo molto bene qual è oggi la situazione
internazionale – l'incandescenza delle passioni è giunta al grado
più alto. L'Europa vive in estrema tensione. Perché molti
capiscono: quegli avvenimenti che si sviluppano precipitosamente nel
bacino del Mediterraneo e in Medio Oriente possono condurre non solo
a una guerra locale, ma anche a una guerra mondiale.
Là
la cosiddetta opposizione siriana fa una politica del tutto folle,
ma anche Bashar Assad, che conduce un gioco estremamente pericoloso,
è pure impossibile da lodare. Che dire degli Stati Uniti, che, come
al solito, perso il controllo, si gettano nel combattimento senza
cercare di risolvere niente in modo pacifico?! Ed ecco che nelle
condizioni di una situazione così tesa, esplosiva, la posizione di
Vladimir Putin è risultata l'unica sicura. Questi ha cercato di
fermare questo processo già nel corso del summit del G20:
nonostante i rapporti tesi, creatisi già da parte americana, ha
trovato comunque sostenitori ed è riuscito a cambiare bruscamente
la situazione. Inoltre è riuscito a prendere l'iniziativa nelle
proprie mani e ha costretto tutta la comunità mondiale ad andare
per una strada proposta non dagli USA, ma dalla Russia. Certo, anche
questa strada è abbastanza difficile, ma è l'unica sicura. Perciò
Putin oggi, a differenza forse di un'intera serie di altri premi
Nobel per la Pace, e in particolare a differenza dello stesso signor
Obama, che è già possessore del premio, merita questo
riconoscimento.
"SP":
– Se premieranno Putin, sarà un premio per la Pace diverso da
quelli di Gorbačëv e
Obama?
–
Certo.
E' un premio che viene conferito in un'altra situazione storica.
Bisogna capire in quale tempo si verifica questo o
quell'avvenimento. Oggi, quando il mondo è realmente sull'orlo non
semplicemente di una guerra locale, ma di una guerra mondiale, le
persone che cercano di cambiare bruscamente questa situazione e fare
di tutto perché il conflitto non si origini meritano il più alto
riconoscimento. Si è creata una situazione storica, in cui il più
prestigioso riconoscimento nell'ambito della difesa della pace è il
premio Nobel per la Pace.
Il
direttore dell'Istituto Internazionale per gli Stati più Nuovi, il
politologo Aleksej Martynov guarda con favore alla proposta
della candidatura di Vladimir Putin al premio Nobel per la Pace:
–
Questa
crisi siriana, che hanno già battezzato la "Crisi di Cuba-2"
per l'appunto scambia di posti Putin e Obama. Cioè, siamo abituati
al fatto che i presidenti americani da noi di solito sono per la
pace e ricevono i premi Nobel per la Pace. E la Russia è l'impero
del male. Ma oggi osserviamo, e tutto il mondo lo osserva, come il
leader russo e quello americano si sono scambiati di posto. Putin è
diventato quello che può garantire la pace. Penso che meriti il
premio Nobel.
"SP":
– Cosa darà questo alla Russia?
–
Non
si tratta di cosa darà questo alla Russia. Si tratta di cosa darà
questo al mondo e al mondo questo darà la pace (scusate lo slogan
banale). Comunque nessuna persona normale vuole la guerra. Una
persona normale vuole la soluzione pacifica di qualsiasi conflitto.
E la capacità in questo senso l'ha mostrata nella situazione
attuale proprio Vladimir Putin. E gli editoriali di tutti i maggiori
giornali del mondo oggi parlano di questo.
Con
palese scetticismo commenta l'iniziativa il co-presidente del
Consiglio per la Strategia Nazionale, il politologo Valerij
Chomjakov:
–
In
qualche modo dubito che il comitato del Nobel accoglierà con
entusiasmo questa candidatura. Non penso che là ci sarà un senso
di profonda soddisfazione quando riceveranno questa proposta. Per
quanto riguarda le iniziative siriane del presidente, là non c'è
ancora un risultato. E come si concluderà tutta questa storia è
noto solo a Dio. Inoltre, se si crede alla parte americana, queste
iniziative non erano affatto di Vladimir Putin. Queste sono state
discusse da lui con Obama a Piter [1],
dov'è sorta l'idea stessa. A chi è venuta in mente per primo? Non
lo so. Semplicemente sui mezzi di comunicazione di massa è apparsa
prima la notizia che eravamo usciti con questa iniziativa. Forse è
così. Ma le iniziative non meritano il premio Nobel, meritano dei
risultati. Ma i risultati per ora non ci sono.
"Quello
che ho sentito sulla proposta di Putin per il premio per la pace
sembra qualcosa di non molto serio, – dice il vice-direttore
del Centro di Studi di Politica Contemporanea Sergej Ryženkov.
– E' chiaro che la procedura non è molto complessa. Ma vengono
proposte, stando a quanto capisco, migliaia di persone, ma riceve il
premio una. In questo caso hanno legato questo alle iniziative per
la Siria, ma in qualche modo, a mio parere, affrettatamente. Se là,
in Siria, tutto si risolverà effettivamente con l'immediata
partecipazione del nostro presidente e si risolverà positivamente,
allora meriterà pensarci. Ma ora questo causa perplessità. Anche
se fosse un tentativo di PR internazionali, sembra strano. Per la
sua influenza Putin (astraendosi dalle caratteristiche positive e
negative) è una persona abbastanza significativa nella politica
mondiale e non ha bisogno di PR.
"SP":
– Vuole dire che questo premio non gli è necessario per
rafforzare la propria autorità nell'arena internazionale?
–
No.
Questo premio non gli è proprio necessario. Se in Siria, grazie
alla sua iniziativa, si organizzasse qualcosa pacificamente, allora
sì.
Dal
dossier di "SP"
Svetlana Gomzikova, "Svobodnaja Pressa", http://svpressa.ru/society/article/74187/ (traduzione e note di Matteo Mazzoni)
[1]
Nome colloquiale di San Pietroburgo.
[2]
RIA sta per Russkoe
Informacionnoe Agentstvo
(Agenzia Russa di Informazioni) e "Novosti" significa
"Notizie".
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