"Novaja
gazeta", 26-10-2013, 16.43.00
La barbarie nella legge
Con
"emendamenti" poco notevoli approvati venerdì dalla Duma
su iniziativa del presidente inizia la trasformazione del diritto
russo in sharī´a
Sappiamo
cos'è la guerra e quali sono le sue conseguenze, abbiamo e abbiamo
avuto la sfortuna di vederlo. Capiamo cos'è il terrorismo, il cui
scopo è la vendetta e (o) l'intimidazione delle persone, tra cui e
perfino in primo luogo quelle che non hanno a che fare con questa
guerra. Ricordiamo il "caso del colonnello Budanov" [1]
e siamo pronti a guardare in faccia il fatto che la violenza verso le
persone vicine al nemico militare è una cosa deviata
psicologicamente, ma quotidiana in guerra.
La
vendetta e (o) l'intimidazione degli "infedeli" viene
elevata a eroismo religioso in quelle versioni dell'Islam che i
terroristi professano sinceramente o con cui si coprono. Ma la
Russia, che si ritiene, a livello di propaganda ufficiale, un paese
cristiano, finora non si era decisa ad elevare a legge un simile
principio. Ma venerdì sera la Duma su iniziativa del presidente ha
approvato in seconda e terza lettura il disegno di legge n° 347667-6
"Sull'introduzione di mutamenti in alcuni atti legislativi della
Federazione Russa".
Tuttavia il terrorismo non è affatto un'attività imprenditoriale e il terrorista kamikaze conta di finire in paradiso, non di avere una ricompensa terrena. Perciò qui le "basi sufficienti per supporre…" eccetera sono solo una riverenza ipocrita verso l'Europa cristiana, che in tal modo la "Rus' [2] ortodossa" saluta.
L'istituto
della responsabilità di terzi è noto nel diritto contrattuale –
per esempio, il garante ha una responsabilità sussidiaria per il
debitore inadempiente. I complici di un crimine hanno responsabilità
patrimoniale solidale nei confronti delle vittime. Ma proprio i
complici colpevoli e non alcune "persone vicine": a queste
per il risarcimento del "danno morale" possono bussare solo
i banditi. L'idea della responsabilità collettiva senza colpa e
senza prove nei sistemi moderni di diritto è stata eliminata, anche
se ogni volta rinasce nei pogrom del tipo di Birjulëvo
[3].
Istituti
come la vendetta di sangue, che sottintende tra l'altro anche la
possibilità di raggiungere la pace con l'aiuto di un riscatto, sono
noti nei cosiddetti sistemi di diritto barbarici (qui questa non è
una valutazione, ma solo una definizione), a cui, dal punto di vista
europeo, si riferisce, per esempio, la sharī`a.
La distruzione o il saccheggio di interi centri abitati, la vendetta
su ordine o in forma di eccessi degli esecutori (il "caso
Budanov") sono pure noti, ma come pratica barbarica delle
guerre. L'elevazione a legge di questo principio significa, a sua
volta, l'abbassamento del diritto a barbarie.
Non
voglio essere capito male: non sono Dio e non conosco i Suoi piani.
Forse, da qualche punto di vista "geopolitico" bisogna
anche fare così. Ma allora sarà un grande peccato fare gli ipocriti
con una costituzione di tipo europeo e con il Consiglio d'Europa. Non
mi metto neanche a discutere la presunta efficacia del nuovo "18-1"
nel senso di una reale lotta al terrorismo, anche se, a mio parere,
la pratica degli atti terroristici mostra che i kamikaze danno la
preferenza al "biglietto per il paradiso" per se piuttosto
che agli interessi delle "persone vicine".
Ora non parliamo in generale di loro, parliamo di noi. Essenzialmente della cancellazione dall'ufficiosità ortodossa incentrata sul cristianesimo della libertà personale e della responsabilità solo personale, uno per uno, davanti a Dio – da tempo e con convinzione si trasforma in questo senso in una versione dell'Islam, tra l'altro, diremo, non la più raffinata.
E
da venerdì scorso questa tendenza all'islamizzazione ha trovato
semplicemente un consolidamento nella legislazione. Ciò non era
prevedibile, ma è un importante evidenziatore dello sviluppo (o del
degrado) della civiltà. Nello scontro di civiltà la Federazione
Russa ha capitolato. Hanno come messo gli "ortodossi" in
ginocchio.
Si
può dire che abbiamo ceduto la civiltà senza combattere? Dipende
dal fatto se per noi stendiamo la "linea del fronte" e quel
segno che non si può superare.
[1]
Jurij Dmitrievič Budanov, colonnello russo condannato a dieci anni
di prigione per l'omicidio di una giovane cecena, uscito dopo otto
anni e ucciso da ignoti.
[2]
Antico e "ortodosso" nome della Russia.
[3]
Quartiere periferico di Mosca dove una folla ha assalito i
commercianti caucasici e immigrati dopo l'uccisione di un ragazzo
russo da parte di un caucasico.
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