"Novaja
gazeta", 13-11-2013, 01.47.00
Il torbido eroe del nostro tempo [1]
Chi
è diventato un campione nella vita e nella letteratura?
Per
prima cosa un po' di storia. Nel maggio 1862 a Pietroburgo scoppiano
mostruosi incendi. Sembra che tutta la città sia presa dal fuoco:
bruciano le parti Moskovskaja e Jamskaja [2],
brucia la Malaja e la Bol'šaja
Ochta [3], in via Sadovaja
[4] arde per tutta la sua
lunghezza l'Apraksin Dvor [5].
Non si riesce comunque ad appurare la causa degli incendi. Si
avanzano diverse versioni: incendiano i polacchi, gli studenti, i
nichilisti, gli elementi criminali.
Tuttavia
non si tratta di questo.
In
quei giorni orribili l'ancora relativamente giovani Fëdor
Michajlovič Dostoevskij corre attraverso il fumo in via
Bol'šaja Moskovskaja [6],
dove abita N.G. Černyševskij
[7], irrompe nel suo appartamento e, secondo le memorie, grida
letteralmente: "Nikolaj Gavrilovič!
Per il Signore stesso! Ordini di fermare gli incendi!.."
Tra
l'altro N.G. Černyševskij
non ha alcuna carica amministrativa, questi, si capisce, non ha
alcuna influenza ufficiale, nella gerarchia dei ranghi dell'Impero
Russo in generale non è nessuno, ma, secondo Dostoevskij
(rappresentante dell'intellighenzia della capitale), ha una tale
autorità reale che gli basta solo dire una parola e gli incendi si
spegneranno il giorno dopo.
Come
chiamare una persona simile?
Come
determinare il suo posto nella scala sociale, se con tutta l'enorme
autorità non ha effettivamente alcuna posizione ufficiale.
La
definizione ufficiale l'ha trovata la letteratura russa. Ha saputo
assegnare uno status che non risulta in alcuna nomenclatura
amministrativa.
E'
l'"eroe del nostro tempo".
E
così l'"eroe del nostro tempo" è una persona o, cosa che
pure accade, un personaggio contrassegnato letterariamente, che,
senza avere alcuno status ufficiale, gode non di meno di una
colossale influenza sulla società. Si presenta come un campione
sociale, un modello da imitare, è quello con cui molti vorrebbero
"fare vita". Esprime come "spirito dell'epoca" la
sua concezione del mondo, le sue fondamentali strategie di
comportamento.
Nello
stesso tempo l'"eroe del nostro tempo" non è affatto
un'immagine unica, che è comune a tutti. Qui, di regola, esistono
due nette figure, che concorrono per le menti e le anime delle
persone.
In
primo luogo ci sono gli eroi della cultura ufficiale. Li crea, li
muove e li reclamizza il potere. Sono le sue costanti ideologiche, il
suo supporto, la base della suo esistenza sociale. Il più tipico in
questo senso è il periodo sovietico, quando il potere seppe
costruire un sistema globale di tali personaggi: per i bambini e gli
adolescenti – Pavlik Morozov [8],
per la gioventù – Pavel Korčagin
[9],
per gli adulti – Valerij Čkalov
[10] e Aleksej Stachanov [11],
per i membri del PCUS – il comunista (personaggio dell'omonimo film
[12]). Va notato che
questi eroi sono portatori di alti valori (gli ideali comunisti) e
per questi sono pronti a sacrificare tutto, perfino la vita.
In
secondo luogo ci sono gli eroi della controcultura. Questi compaiono
nella zona della libera creatività (sociale o artistica) e si
oppongono all'ordine delle cose esistente. Nello stesso tempo la loro
protesta può avere un carattere non politico, ma profondamente
esistenziale: Onegin [13],
Pečorin [14],
Bazarov [15], per esempio,
respingono non tanto il potere, quanto la vita, che non li soddisfa
per una serie di motivi. Tuttavia qui sono presenti anche gli eroi
della resistenza aperta, nella versione popolare sono Stepan Razin
[16] e Emel'jan Pugačëv
[17] e nelle versioni delle
classi istruite dapprima Vladimir Dubrovskij [18]
e più tardi gli eroi della "Narodnaja volja" [19]
e i rivoluzionari dell'inizio del XX secolo. Noteremo che anche
questi eroi sono portatori di alti valori (ideali di libertà,
uguaglianza, giustizia) e sono pure pronti a dare la vita per
realizzarli.
Noteremo
anche che ogni gruppo di eroi ha la sua funzione. Gli eroi della
cultura ufficiale legittimano il presente. Con il loro esempio,
espresso, di regola, nella letteratura, nel cinematografo, nei mezzi
di informazione di massa, questi affermano che la realtà esistente è
la migliore di tutte le forme di esistenza politica e sociale e che
ha un'attraente prospettiva storica.
A
loro volta, gli eroi della controcultura respingono categoricamente
il presente. Questi affermano che la realtà esistente è
insopportabile, che ha dei difetti che ostacolano la normale vita
delle persone e che dev'essere trasformata in qualcosa del tutto
diverso. In tal modo gli eroi della controcultura legittimano il
futuro e la collisione tra questi due status temporali costituisce la
contraddizione fondamentale di qualsiasi cultura sociale.
Come
sono gli "eroi" della Russia contemporanea?
A
prima vista è chiaro che ora non ci sono eroi della cultura
ufficiale portatori di alti principi vitali nella coscienza dei
russi. Il potere russo contemporaneo non si è rivelato in grado di
crearli. Evidentemente perché nello stesso potere attuale non ci
sono alti principi di un attraente ideale sociale. E' troppo
preoccupato dal problema dell'arricchimento personale.
Tuttavia
i piedistalli della concezione del mondo non restano vuoti. Se su di
essi non ci sono veri eroi, che esprimono un attivo senso morale,
questi si riempiono degli attuali surrogati ideologici. La Russia
contemporanea è un netto esempio in questo senso. Molti sondaggi
mostrano che le sfere prioritarie per la gioventù ora sono il
servizio dello stato e gli affari.
Ecco
cosa forma ora il paesaggio sociale.
Ecco
chi adesso è innalzato sui piedistalli.
Gli
eroi del nostro tempo sono diventati il "funzionario" e
l'"uomo d'affari".
E'
un paradosso stupefacente. Entrambi i personaggi indicati,
indubbiamente, appaiono negativi agli occhi della maggioranza dei
russi. Qui non si tratta di alcun alto principio Questi personaggi
sono incompatibili con qualsiasi ideale metafisico. Sia il
funzionario, sia l'uomo d'affari sono guidati da due comandamenti
immutabili: "arricchisciti" e "non farti beccare".
O in altre parole: rastrella quanto puoi, ma nel frattempo osserva le
regole del gioco sociale occulto. Questi non sono tanto eroi, quanto
"antieroi del nostro tempo", non legittimano tanto il
presente, quanto lo screditano e lo distruggono. E inoltre proprio
questi ora sono il campione per molti giovani russi.
D'altra
parte, la controcultura russa comincia ora a proporre molti veri
eroi. Tutti questi, indipendentemente dalle dimensioni dell'attività
e dai cognomi concreti, si possono designare con il nome
convenzionale "Aleksej Naval'nyj". Nello stesso tempo
l'autenticità di questi eroi non lascia dubbi: tutti questi
annunciano alti principi, assai trascinanti per la maggioranza
("lotta alla corruzione", "contro la menzogna",
"per elezioni oneste", ecc.) e tutti questi sono pronti al
sacrificio per la loro realizzazione nella vita. Entrano in una lotta
impari con i "dragoni" al potere e hanno già ottenuto una
serie di clamorose vittorie. Ideali e spirito di sacrificio – ecco
i criteri di autenticità dell'eroe. Non si può dire questo né del
"funzionario", né dell'"uomo d'affari".
E'
presente un'evidente asimmetria di concezioni del mondo. Ora non ci
sono eroi che affermino la realtà nella coscienza della società
russa. Sono presenti solo antieroi. Però gli eroi che respingono la
realtà, gli autentici eroi del nostro tempo, sorgono uno dopo
l'altro.
L'asimmetria
di concezioni del mondo è un segno molto tipico. Anche all'inizio
del ХХ secolo in Russia mancavano gli eroi della cultura ufficiale.
Il potere zarista di allora non si rivelava in grado di crearli.
Nella coscienza della società russa, perlomeno di parte di essa,
nella coscienza della "minoranza passionale" dominavano i
nomi degli eroi della controcultura politica – Andrej Željabov
[20], Sof'ja Perovskaja
[21], Vera Zasulič
[22], come pure gli adesso
quasi dimenticati guerriglieri ėsėry
[23] – Ivan
Kaljaev, Egor Sazonov, Stepan Balmašëv.
Una
situazione analoga si creò anche in URSS all'inizio degli anni '80.
Per quanto il potere sovietico di allora cercasse di creare eroi
ufficiali, per esempio i costruttori della BAM [24],
questo non gli riuscì. Tuttavia tutti conoscevano i nomi di
Aleksandr Solženicyn e
dell'accademico Sacharov.
Nel
primo caso seguì la Rivoluzione di Febbraio, che abbatté il potere
zarista, nel secondo la perestrojka, che pure in modo rivoluzionario
distrusse la stagnante realtà socialista.
Probabilmente
è una regola.
Probabilmente
è una diagnosi con cui si può classificare il cambiamento di
epoche.
E
nel modo più comune suona così.
Una
realtà che non può creare eroi che la sostengano è una realtà
morta, ha esaurito la sua risorsa esistenziale. Un potere che non può
creare i suoi eroi è un potere morto, non ha chiare prospettive di
vita.
La
diagnosi, certo, non è troppo ottimistica.
Tuttavia
la storia non ha altre diagnosi.
[1]
Allusione al romanzo "Un eroe del nostro tempo" di Michail
Jur'evič Lermontov (1810-1841), che come tale ritraeva una figura
piuttosto ambigua.
[2]
"Di Mosca" e "dei Vetturini" nella zona centrale.
[3]
La Piccola e la Grande Ochta, quartieri sulla riva sinistra e destra
dell'Ochta, affluente della Neva, il fiume principale di San
Pietroburgo.
[4]
"Dei Giardini", via del centro di San Pietroburgo.
[5]
"Corte Apraksin", grande mercato costruito nelle terre del
conte Fëdor Matveevič Apraksin.
[6]
"Grande di Mosca", via
del centro di San Pietroburgo.
[7]
Nikolaj Gavrilovič Černyševskij, scrittore socialista.
[8]
Pavel Trofimovič Morozov, giovanissimo sovietico che avrebbe
denunciato suo padre per aver venduto grano ai contadini ricchi e
sarebbe stato ucciso per vendetta dai familiari (molti storici lo
considerano un'invenzione della propaganda).
[9]
Protagonista del romanzo "Come si temprò l'acciaio" dello
scrittore del realismo socialista Nikolaj Alekseevič Ostrovskij.
[10]
Valerij Pavlovič Čkalov, pioniere dell'aeronautica sovietica.
[11]
Aleksej (alla nascita Andrej) Grigor'evič Stachanov, minatore
modello, da cui lo "stacanovismo".
[12]
"Il comunista", film di Julij Jakovlevič Rajzman sulla
vita di un lavoratore modello.
[13]
Evgenij Onegin, giovane dandy, protagonista dell'omonimo romanzo in
versi di Aleksandr Sergeevič Puškin.
[14]
Grigorij Aleksandrovič Pečorin, protagonista di "Un eroe del
nostro tempo" (vedi nota 1).
[15]
Evgenij Vasil'evič Bazarov, nichilista, uno dei protagonisti del
romanzo "Padri e figli" di Ivan Sergeevič Turgenev.
[16]
Stepan Timofeevič Razin, cosacco che capeggiò una rivolta nel XVII
secolo.
[17]
Emel'jan Ivanovič Pugačëv, cosacco che capeggiò una rivolta nel
XVIII secolo.
[18]
Brigante di nobile origine, protagonista del romanzo incompiuto
"Dubrovskij" di Aleksandr Sergeevič Puškin.
[19]
"Volontà del Popolo", gruppo rivoluzionario del XIX
secolo.
[20]
Andrej Ivanovič Željabov, rivoluzionario, uno degli organizzatori
dell'omicidio dello zar Alessandro II.
[21]
Sof'ja L'vovna Perovskaja, rivoluzionaria, una delle esecutrici
materiali dell'omicidio dello zar Alessandro II.
[22]
Vera Ivanovna Zasulič, rivoluzionaria contraria alla "prematura"
Rivoluzione d'Ottobre.
[23]
Ėsėr sta per SR
(Socialisty-revoljucionery,
"Socialisti Rivoluzionari").
[24]
Bajkalo-Amurskaja Magistral'
(Via di Comunicazione Principale del Bajkal e dell'Amur – lago e
fiume della Siberia orientale).
[25] Andrej
Michajlovič Stoljarov, embriologo e scrittore di fantascienza russo.
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