Nel Daghestan creano la banca del DNA
dei guerriglieri
Le
forze dell'ordine del Daghestan sono occupate nella raccolta del DNA
delle familiari dei guerriglieri. Le autorità vedono in esse delle
potenziali kamikaze e contano con l'aiuto di questa misura di
facilitare il riconoscimento dei corpi in caso di compimento di un
atto terroristico. Le azioni degli agenti delle strutture armate sono
legate ai Giochi Olimpici, che si svolgeranno nel febbraio 2014 a
Soči, notano i
giornalisti.
La
contraddizione tra legge e diritto
La
notizia della raccolta del DNA è comparsa per la prima volta sul
nastro dell'agenzia Reuters. Il comunicato è stato confermato dalla
collaboratrice dell'organizzazione sociale "Difesa dei Diritti
Umani" Gjul'nara Rustamova. A suo dire, nel corso della
procedura gli agenti delle forze dell'ordine raccolgono campioni di
DNA dalla saliva, dalle unghie e dal sangue. La misura, a suo dire, è
volontaria e forzata: in caso di dissenso gli agenti delle strutture
armate minacciano "spiacevolezze", a causa delle quali le
donne potrebbero ritrovarsi alla ROVD [1]
già sotto scorta.
Succede
che delle daghestane, tra cui madri di figli di pochi anni, vengono
portate con la forza alla polizia, dove vengono trattenute 5-6 ore.
"Mi hanno costretta a consegnare delle analisi, tuttavia,
sapendo che è illegale, mi sono rifiutata", – dice
l'attivista per i diritti umani. A suo dire, la campagna per la
raccolta del DNA è iniziata già in estate. Forse, pensa Rustamova,
questa è legata all'appello di luglio del leader del cosiddetto
"Emirato del Caucaso" [2]
Doku Umarov, che invitò i propri sostenitori a far fallire
l'Olimpiade che si avvicina.
Negli
ultimi tempi l'attività degli agenti delle forze dell'ordine
daghestane si è rafforzata: nei distretti e nelle città del
Daghestan si dichiara il regime di KTO [3],
nel corso del quale arrestano e portano alla polizia decine di
persone. "Ogni giorno ci giungono denunce sull'operato degli
agenti delle forze armate. Le persone vengono arrestate illegalmente,
gli mettono addosso delle armi", – si lamenta la
rappresentante di "Difesa dei Diritti Umani".
Le
parole di Rustamova sono confermate dai fatti riferiti dall'agenzia
Reuters. Come notano i giornalisti, il potere, pare, ha lasciato i
tentativi di fare chiarezza con i seguaci della tendenza salafita
dietro il tavolo delle trattative. Le madrase controllate dai
salafiti e le società di beneficenza sono state per la maggior parte
chiuse e i loro leader sono fuggiti all'estero o hanno preso le armi.
"La cosa più importante per la nostra immagine è che la
situazione (nel Daghestan) rimanga tranquilla fino agli stessi Giochi
Olimpici", – dice il vice-premier della repubblica Ramazan
Džafarov.
L'avvocato
Konstantin Bubon ritiene che l'idea della responsabilità della
famiglia, tra l'altro perfino la responsabilità materiale per le
azioni di un terrorista sia un esempio di contraddizione tra legge e
diritto: "Possono approvare tale legge, ma difficilmente sarà
una legge secondo il diritto perché è ingiusta. Contraddice anche i
principi fondamentali del diritto, la Costituzione e tutta la
restante legislazione del paese, – dice Bubon. – La lotta
alla criminalità tramite la moltiplicazione delle leggi non secondo
il diritto è una strada senza uscita. Le minacce di pene mostruose
non sostituiranno mai il semplice pattugliamento e l'attività degli
agenti nell'ambito terroristico.
Si
può minacciare di lanciare bombe su tutto un villaggio – i
terroristi saranno solo contenti: c'è bisogno di tale possibilità
di sortire un duplice effetto – far saltare in aria qualcosa a
Mosca e contemporaneamente fare arrabbiate qualcuno nel Caucaso,
infuriato per la reazione "tipo risposta" dei federali",
– ritiene l'avvocato.
Perché
sono colpevoli…
Oggi
nel Daghestan una certa parte delle strutture armate lavora in modo
che le conseguenze siano le più tristi. E non si tratta dei
sequestri da parte di sconosciuti armati ai danni di giovani ragazzi,
che in seguito vengono ritrovai uccisi o torturati. Una mente
perversa può ancora spiegare una simile situazione: dice, non
sappiamo niente, ma uccidiamo chi ha a che fare con la clandestinità
armata. In precedenza gli agenti delle strutture armate praticavano
abbastanza spesso la teoria del terrorismo "per carattere
familiare". Prima dello svolgimento di una KTO nei villaggi, le
persone provenienti dai quali costituiscono la maggioranza
schiacciante degli islamisti radicali e dei partecipanti attivi alla
clandestinità armata, abbastanza spesso erano sottoposti a
perquisizioni su base selettiva.
Così,
per esempio, nel villaggio di Gubden [4]
praticamente ogni mese circa 150 persone che si trovano in lista
vengono portate alla POM [5]
locale e a familiari e alle persone vicine viene preso il sangue per
l'analisi del DNA.
Le
truppe delle VV [6] del
Ministero degli Interni della Repubblica del Daghestan non lasciano
Gubden dal marzo 2009, quando sul territorio del villaggio fu
annunciata un'operazione di profilassi indirizzata alla scoperta e
alla liquidazione dei membri del gruppo di Magomedali Vagabov. Dopo
che gli agenti delle strutture armate ricevettero informazioni sul
fatto che a Gubden potessero nascondersi dei guerriglieri che
avrebbero deciso di svernare nel villaggio, l'introduzione del regime
di KTO non fu annunciata, ma il regime fu sensibilmente rafforzato.
Secondo
l'abitante di Gubden Gadži
Ibragimov, agli abitanti proibiscono periodicamente di spostarsi per
il villaggio in automobile e a volte "raccomandano" proprio
di non uscire di casa. "Io chiedo: che succede? Nessun agente
l'ha spiegato. Quando mi rivolsi alla procura della repubblica e
volli denunciare la violazione dei diritti costituzionali, mi
consigliarono di rivolgermi alla procura del distretto di
Karabudachkent [7] e
riattaccarono", – racconta Ibragimov.
Per
chi non è scritta la legge [8]?
La
raccolta di campioni di DNA, come pure la banca delle impronte
digitali, come la banca dei tipi di armi e di cartucce praticamente
equipara i familiari dei guerriglieri o le donne del "gruppo a
rischio" a una forma vivente di distruzione di massa.
I
blockbuster di Hollywood abbondano di soggetti sulla prevenzione dei
crimini già prima del suo compimento, nel passato sono ritornati e
fanno pronostici con l'aiuto di persone che prevedono il futuro.
Forse a Machačkala [9]
la creazione di una sezione particolare pre-crimine come nel film di
Spielberg "Minority report" non è nota. Ricordiamo che là,
sulla base di tecnologie psichiche veniva elaborato un programma
sperimentale, con l'aiuto del quale i lavoratori della sezione
potevano venire a sapere di un omicidio non ancora compiuto e
arrestare il sospetto ancora prima che compisse il crimine. Ma pare
che un simile dialogo tra presunto criminale e agente delle forze
dell'ordine diventerà una cosa comune.
"Witwer:
Voi arrestate chi non ha ancora commesso un crimine.
Anderton:
Ma lo commetterà.
Witwer:
Tuttavia ciò che viene impedito, in futuro non accadrà.
Anderton:
Sì, è vero. Lei parla della predeterminazione. E' un fenomeno
frequente.
(lancia
una sfera, Witwer la afferra)
Anderton:
Perché l'ha afferrata?
Witwer:
Altrimenti sarebbe caduta.
Anderton:
Ne è certo?
Witwer:
Sì.
Anderton:
Ma non è caduta. Lei l'ha afferrata. Ha previsto la sua caduta,
altrimenti sarebbe avvenuta".
Gulja
Arifmezova, "Kavkazskaja politika",
http://kavpolit.com/v-dagestane-sozdayut-bank-dnk-boevikov/
(traduzione e note di Matteo Mazzoni)
[1] Rajonnoe
Otdelenie Vnutrennich Del
(Sezione Distrettuale degli Affari Interni), in pratica la sede
distrettuale della polizia.
[2] Stato islamico
autoproclamato.
[3]
KontrTerrorističeskaja
Operacija (Operazione
AntiTerroristica).
[4] Villaggio del
Daghestan centro-meridionale.
[5]
Posëlkovoe
Otdelenie Milicii
(Sezione di Polizia del Centro Abitato).
[6]
Vnutrennie
Vojska
(Truppe Interne). La ripetizione è nell'originale.
[7] Villaggio del
Daghestan centro-meridionale.
[8] Riferimento al
proverbio russo "Per lo sciocco la legge non è scritta".
[9] Capitale del
Daghestan.
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