Cinque cerchi e cinque punti
La Russia rischia di perdere l'Olimpiade non
adempiendo gli obblighi ecologici nei confronti del CIO
23.06.2012
Se la Russia violerà i suoi obblighi nei confronti del Comitato Olimpico Internazionale, compariranno basi per revocare la decisione di tenere l'Olimpiade-2014 a Soči. Nel Documento di Richiesta il nostro paese dichiarò una serie di principi ecologici che oggi non è in grado di seguire. La parte fondamentale degli impianti olimpici indispensabili per l'ecologia non è stata costruita. Per ridurre la confusione, li tolgono semplicemente dal Programma statale di costruzione di impianti olimpici. La situazione più critica si è creata con il riciclaggio e lo stoccaggio dei rifiuti. Gli abitanti di Soči soffrono e muoiono sotto energiche rassicurazioni sul fatto che tutto va secondo i piani. Non è così brutta la situazione con gli impianti energetici. Ma qui il problema è un altro: vogliono spendere decine di miliardi [1] per ciò di cui si può fare a meno. Tutto ciò causa la protesta della popolazione locale: le manifestazioni vanno avanti per tutta la riviera di Soči.
Tutte le nonne di Kudepsta [2]
sanno che la potenza si misura in megawatt. E che vogliono costruire
la più grande centrale elettrica del mondo da loro su un
fiumiciattolo. Il resto possono raccontarlo nella sede del TOS
(Territorial'noe Obščestvennoe
Samoupravlenie [3])
della borgata. Igor' Vasil'ev là è una sorta di comandante in
capo. E' un ufficiale a riposo. Disegna davanti a me uno schema con
frecce come un piano di battaglia: "Per questa centrale si
esaminavano cinque siti. Tra questo anche lontani dalle abitazioni.
Ma là bisogna stendere via di comunicazione e questo costa caro. E
vicino alle case costruire un'impresa è più conveniente".
Nella via vicino al TOS c'è un tabellone con
fotografie e formule fisiche. Da spiegazioni ai passanti l'ingegnere
meccanico Ljubov' Michalëva:
"Nella stazione vogliono fare 24 tubature. All'uscita dalla
tubatura la temperatura di combustione è di 500 gradi. I prodotti
della combustione resteranno qui nella gola montuosa". I
passanti mangiano il gelato e assentono.
A maggio sul fiume locale Kudepsta comparve un ponte
provvisorio Su questo passavano macchinari da costruzione. Sulla
riva sinistra della Kudepsta hanno abbattuto 220 alberi. Ma i
costruttori non hanno potuto mostrare agli abitanti locali il
corrispondente permesso. Allora alcune centinaia di abitanti di
Kudepsta sono giunti e hanno cacciato i costruttori. Adesso nella
zona del ponte c'è una sorveglianza 24 ore su 24. Nel falò
bruciano i carboni, accanto stanno un contenitore da cinque litri
d'acqua e dei fornelli da campeggio. Nella macchia sono piantate
delle tende. "Occupy ponte" e basta.
"In vita mia non sono mai stata a
manifestazioni", – racconta Nadežda
Nikolaevna Zalivadnjaja. Nei suoi 68 anni protesta per la
prima volta, "perché i miei nipoti vivano in una natura
pulita". Oggi è di guardia nel campo. Ogni turno di guardia è
composto da tre persone. Si danno il cambio secondo una tabella. I
risultati della guardia vengono registrati nel diario. In caso di
situazioni di emergenza telefonano nella borgata e la folla giunge
da là in 10 minuti.
La polizia del quartiere Chostinskij [4]
di Soči
ha già cercato una bomba nel campo e ha registrato un passaporto.
Ma la gente siede come prima. "Da questa centrale alla casa più
vicina ci saranno 300 metri, da là alla spiaggia meno di un
chilometro. E la centrale darà vibrazioni. Ciò è mortalmente
pericoloso", – dice Pavel Ivanovič
Česnokov. E' l'anima del campo. A suo tempo fu sia
capomastro, sia cannoniere e adesso siede qui senza andarsene dal 17
maggio.
Durante la preparazione all'Olimpiade la Russia
realizzerà il "Programma Ecologico Soči-2014".
Uno dei punti del programma si chiama "Giochi senza mutamenti
climatici". Si intende la minimizzazione del rilascio di ossido
di carbonio nell'atmosfera. Nel frattempo l'esperto della Camera
Sociale [5] di Soči
Vladimir Plis ha fatto un calcolo scientifico: con la
comparsa della centrale termoelettrica il rilascio di ossido di
carbonio nel quartiere aumenterà 10,7 volte. Ne risulta che la
costruzione contraddirà direttamente il principio olimpico
dichiarato.
Presso il ponte compare gente con grimaldelli. Sono
della compagnia costruttrice, la Srl "Kudepstinskaja TĖS
– GazĖnergoStroj"
[6]. "Pioverà,
abbiamo bisogno di rinforzare il ponte", – assicura il
rappresentante del costruttore Aleksandr Lučin.
In risposta gli "occupy" ridono. Ma fanno passare la gente
con i grimaldelli: perché non accusino il campo di nulla.
"Senza questa centrale elettrica a Soči
non basterà l'elettricità, – mi spiega Aleksandr Lučin
mentre i suoi operai scavano sotto il ponte. – Tutti i quartieri
di Soči
sono forniti di energia da altre centrali, ma questo, lo Chostinskij
– no". Chiedo perché vogliono costruire vicino alle
abitazioni. "L'indagine geologica su altri lotti ha mostrato
che là non si può costruire", – assicura Lučin.
Facciamo dei conti. Per il 2014 la massima richiesta
di elettricità di Soči
ammonterà a 1030 megawatt. Ora a Soči
e vicino ad essa si costruiscono e ristrutturano 3 centrali
termoelettriche. C'è una centrale idroelettrica La loro
potenza complessiva per il 2014 ammonterà a 870 megawatt. Inoltre
al luogo di villeggiatura viene fornita energia dalle regioni
vicine, circa 300 megawatt. Ciò significa che la richiesta
pianificata di 1030 megawatt può essere semplicemente coperta.
Allora perché è necessario costruire la centrale termoelettrica di
Kudepsta?
Nel Programma di costruzione degli impianti olimpici
la centrale di Kudepsta fu inclusa solo nel 2010. Tuttavia
l'investitore, il "Koncern Vnešėnergosnab"
[7] ha dichiarato
che è irreale che la centrale termoelettrica sia costruita per il
2014. Per questo il governo ha programmato di escludere la centrale
dalla lista degli impianti olimpici. Cioè ha ammesso che
l'Olimpiade si può tenere anche senza. Ma qui si è trovato un
altro investitore, la corporazione statale "GazĖnergoStroj",
che ha promesso di costruire in tempo. E le centrali termoelettriche
sono rimaste in programma.
All'Olimpiade sono rimasti 19 mesi e sul
sito del futuro mostro industriale finora è stata scavata una fossa
delle dimensioni di una vasca da bagno domestica. Però
l'investimento nel progetto, secondo dati non ufficiali, ammonta a
23 miliardi di rubli [8].
L'atamano di campo della locale comunità cosacca
Oleg Rysenko mi conduce davanti a un terreno abbandonato, dove i
costruttori hanno abbattuto un bosco. Il terreno abbandonato ha un
lago adiacente, nelle macchie di giunchi stanno anatre e pescatori.
Accanto, nella radura, pascola un cavallo soprannominato Usignolo,
in lontananza nelle serre crescono cetrioli e pomodori e dietro a
loro palme da banane. Ricordate gli insoliti boschi "irsuti"
che vedevamo nelle fiabe sovietiche? Qui ci sono per davvero –
sono macchie di bosso.
A qualche chilometro c'è un'attrezzatura che
ricorda un rubinetto gigante. E' uno dei pozzi di iodio e bromo che
in questi posti sono a decine. Ogni giorno qua giungono autocisterne
che portano l'acqua con iodio e bromo ai luoghi di cura di Soči.
Adesso qui vogliono costruire la centrale termoelettrica più grande
del mondo.
Nel frattempo nel campo vanno continuamente
visitatori. Russi, armeni, daghestani, greci – nella lotta per
Kudepsta sono tutti uniti. Qualcuno porta del pane ai difensori
della natura, qualcuno verdura. Una persona autorevole del posto,
Omar, porta con la jeep spiedini e un'enorme pentola di boršč
[9].
Al mattino giunge la notizia: alla riunione
dell'amministrazione di Soči
è stato deciso di far passare sulla riva sinistra gli apparecchi
per l'indagine geologica. Preso al campo giungono
centocinquanta abitanti del villaggio. Compaiono macchine con
poliziotti. Quando i difensori della natura diventano più di 200, i
poliziotti si siedono in silenzio nelle macchine e se ne vanno.
Tutte queste costruzioni hanno stimolato l'attività civica, hanno
insegnato agli abitanti di Soči
a unirsi e lottare. E questo è uno dei principali successi
dell'Olimpiade-2014, che non ha ancora avuto luogo.
Veronika Minages'jan è morta quando non aveva
ancora compiuto un mese. Kristina Antonjan ha cessato di vivere
quando aveva solo un anno. Andrjuša
Kjuljan è morto a due anni. Alla stessa età è defunta Anja
Bujukljan. Ul'jana Takmazjan se n'è andata a 6 anni. Per tutti
c'era la stessa diagnosi: leucemia. Sulle lapidi ci sono fotografie
di bambini sorridenti. Il cimitero armeno nel villaggio di
Atrabekovo nel comprensorio di Soči
è inondato di sole. Akop Grigor'evič
Sungurjan sorveglia questo cimitero già da 40 anni. Mi
conduce lungo le tombe: "Ora il lavoro è aumentato. Di
oncologia muore uno su tre e tutti giovani".
Il villaggio di Atarbekovo appartiene alla borgata
di Loo [10]. La casa al
n. 12 in via Enisejskaja, la principale del villaggio, è un vecchio
edificio a tre piani da sovchoz. Poco tempo fa qui vivevano 48
persone. Negli ultimi 3 anni di malattie oncologiche sono defunti in
sette. Altri lottano per la vita. Arina Dobrochotova ha 4 anni.
Verso Capodanno prese a inciampare, qualche giorno dopo i medici
scoprirono alla bambina un tumore alla colonna vertebrale. Il 24
gennaio le fecero un'operazione a Mosca alla Clinica Militare
Centrale "N.N. Burdenko". "La operò il chirurgo
Aleksandr Kušel'.
Questi disse subito che la causa del tumore era ecologica", –
racconta il papà di Arina Aleksandr Dobrochotov.
Alla clinica "Raisa Gorbačëva"
di Piter [11] alla
bambina è stato fatto un trapianto di cellule vertebrali. Ora Arina
è là, ha fatto 4 cicli di chemioterapia. Presto le toccherà
tornare ad Atarbekovo.
Non lontano dal villaggio nel fiumiciattolo Bitcha
non scorre acqua, ma un liquido marrone. E' ciò che la Bitcha
assorbe in se, scorrendo accanto alla discarica di qui. Il fiume
aggira il parco della casa di villeggiatura "Notti bianche"
e sfocia nel Mar Nero. Sulla spiaggia, dove i pescatori prendono
pesci e i bambini fanno il bagno, rotolano onde marroni velenose.
Oltre alle "Notti bianche" nel circondario ci sono altre
sette case di villeggiatura, comprese tre per bambini.
La discarica di Loo è l'unica in tutta la Grande
Soči.
Cioè in 145 chilometri di riviera. Da questa alle case più vicine
del villaggio di Atarbekovo ci sono in tutto 100 metri e da lì alla
scuola del villaggio 150. La legge federale "Sui rifiuti di
produzione e di consumo" vieta di seppellire i rifiuti ai
margini dei centri abitati. Lo stesso divieto si estende alle zone
ricreative e di villeggiatura e Soči
è un luogo di villeggiatura di valore federale. Cioè 9
milioni di metri cubi di rifiuti sono stati scaricati in modo
assolutamente illegale.
Dire che nella zona di Loo si verifica una
catastrofe ecologica è scorretto. Perché la catastrofe prende
tutta la riviera del Mar Nero fino a Tuapse [12].
Per questo la Russia è minacciata in senso proprio e traslato di
perdere catastroficamente l'immagine olimpica. Infatti una delle
principali richieste del CIO alle città olimpiche è la
realizzazione dell'"iniziativa 3R": "Reuse, reduce,
recycle" ("Riutilizzo, riduzione, riciclaggio").
L'"Iniziativa 3R" è alla base del principio
internazionale "Zero rifiuti". Da questo principio ha
deciso di farsi guidare anche la Russia: nel Documento di Richiesta
dell'Olimpiade abbiamo preso la responsabilità della "creazione
nella città di Soči
di un sistema di raccolta e riciclaggio dei rifiuti solidi".
Per adempiere l'obbligo nel Programma statale di
costruzione degli impianti olimpici fu inclusa una serie di punti.
Per comodità li indico con cifre: 1) chiusura e bonifica della
discarica a Adler [13]; 2) lo stesso per quanto riguarda la
discarica di Loo; 3) costruzioni di un impianto per il riciclaggio
dei rifiuti da 200 mila tonnellate; 4) costruzione di un complesso
per l'utilizzo dei rifiuti biologici ; 5) creazione di un nuovo
punto di raccolta di rifiuti solidi urbani e nei pressi di un altro
complesso per il riciclaggio dei rifiuti da 100 mila tonnellate.
Il punto n. 1 è stato adempiuto, la discarica a Adler è stata bonificata e chiusa. Il punto n. 2 è stato adempiuto sulla carta: per disposizione del sindaco di Soči Pachomov la discarica a Loo è chiusa dal 1 giugno. In realtà i porta-rifiuti vanno al punto di raccolta 24 ore su 24 e a pieno regime, cosa di cui mi sono convinto personalmente (...). I funzionari dichiarano che nei camion, a dire il vero, non ci sono rifiuti, ma immondizia già riciclata e ridotta in balle. Ma è una mezza verità.
Qui passiamo al punto n. 3 – la costruzione di un impianto per il riciclaggio dei rifiuti. Questo è stato effettivamente costruito: a Chosta [14] i lavoratori immigrati scelgono a mano tra i rifiuti cartone e vetro. "La capacità dell'impianto è di 550 tonnellate al giorno", – è detto nel sito dell'impresa. Mettiamo che ci creda. Ma nel resoconto della Corte dei Conti, che ha verificato l'osservanza della legislazione ecologica a Soči è detto: il punto di raccolta a Loo ogni giorno riceve 700 tonnellate di rifiuti. Cioè comunque più di quanto ricicli l'impianto costruito. Ciò significa che parte dei rifiuti oggi è sepolta in forma primitiva e non di balle. "Il diciannove maggio ho visto personalmente che alla discarica hanno portato una macchina con rifiuti biologici e un bulldozer li ha sotterrati qui", – mi ha raccontato Margarita Kravčenko, che vive nella borgata di Uč-Dere, a 100 metri dalla discarica.
La selezione dell'immondizia da parte dei lavoratori
immigrati è solo la prima tappa della costruzione dell'impianto per
il riciclaggio dei rifiuti. Le altre due tappe sono il riciclaggio
della plastica e dei concimi organici con l'aiuto di un apparato.
Hanno promesso di realizzarle già a maggio di quest'anno. Ma il
lavoro si è impantanato per mancanza di una serie di documenti di
progetto. Adesso promettono di terminare la costruzione per la fine
dell'anno.
Neanche il punto n. 4 – la costruzione di un complesso per l'utilizzo dei rifiuti biologici – è stato adempiuto. Perché gli abitanti della borgata di Uč-Dere, dov'era programmato il complesso, si sono letteralmente stesi davanti ai bulldozer. Infatti volevano mettere l'impianto accanto alle case e a una scuola, ma questa è una grave violazione della legge.
Non è stato realizzato neanche il punto n. 5, il punto di raccolta di rifiuti solidi urbani nel territorio tra i fiumi Buu e Chobza e neanche il complesso per il riciclaggio di rifiuti da 100 mila tonnellate. Volevano costruire secondo le norme ecologiche, cioè ad alcuni chilometri dalle abitazioni. Per far questo c'era bisogno di stendere sui monti vie di comunicazione e strade. Ma questa costruzione costa cara. L'investitore "Tonnel'nyj otrjad-44" [15] non era entusiasta. E questa ditta è controllata da Oleg Deripaska [16]. Per rendere più conveniente la costruzione l'amministrazione di Soči fece una mossa astuta: dopo aver dichiarato ufficialmente che la costruzione sarà in montagna, l'ha spostata nel centro della borgata di Buu. Indignati per la falsità, alcune centinaia di abitanti del villaggio andarono incontro ai macchinari per la costruzione. Ci furono reparti speciali di polizia, cellulari, elicotteri e arrestati (vedi "Novaja gazeta" n. 98 del 06.09.10).
Per non litigare né con Deripaska, né con gli
abitanti di Buu, le autorità di Soči
hanno inventato una via d'uscita: invece di costruire un
nuovo punto di raccolta hanno ampliato quello vecchio, a Loo. Ai
rifiuti già esistenti si è aggiunto un sito per la conservazione
dell'immondizia in balle. Questo territorio è stato dato in affitto
alla "Tonnel'nyj otrjad-44". Nel frattempo nei villaggi
vicini sono iniziati degli smottamenti e insieme a questi anche
delle manifestazioni. E finora non si vede fine né alle
manifestazioni, né agli smottamenti.
A maggio di quest'anno, quando è divenuto chiaro
che la strategia "Zero rifiuti" era a rischio di mancata
esecuzione, i punti sopraelencati sono stati esclusi del Programma
di costruzione degli impianti olimpici. Il motivo ufficiale è che
secondo la Legge sull'autogoverno locale queste questioni devono
essere risolte dalla municipalità. Adesso nessuno dirà che gli
impianti olimpici sono rimasti indietro rispetto alla tabella di
marcia, perché non sono già più olimpici. E la cosa più
importante è che in caso di fallimento non chiederanno a Putin, ma
all'amministrazione di Soči.
Tra l'altro della raccolta e dell'utilizzo dei
rifiuti nella regione risponde ufficialmente l'amministrazione del
territorio. Ad Aprile il ministero dell'Ambiente ha dato 6 mesi alle
autorità del Kuban' [17] per
risolvere il problema dell'immondizia a Soči. E qui è stato
annunciato un nuovo progetto: risulta che l'immondizia di Soči
sarà caricata su convogli ferroviari. E poi attraverso
Tuapse sarà portata da qualche parte nel profondo della regione per
essere sepolta.
Ma sorge un nuovo problema. Se ci sarà più
spazzatura che vagoni, dove la conserveranno? Si ha notizia che
vogliono costruire un deposito provvisorio nella cava di Kamenskij.
Questa è posta nella zona di Adler, sopra una sorgente di acqua
dolce che alimenta il fiume Mzymta. E la Mzymta garantisce l'acqua
potabile a Soči.
La situazione si è surriscaldata: a maggio gli abitanti dei
villaggi circostanti hanno già tenuto alcune assemblee.
L'amministrazione di Soči
qui ha dichiarato che non si costruirà a Kamenskij. Allora
dove?
Ancora una domanda: che fare con i rifiuti degli
impianti olimpici? Vado nella bassura Imeretinskaja [18],
al cantiere degli impianti sportivi. Nei campi dove prima si
fermavano gli uccelli migratori è cresciuta una fabbrica di
asfalto. Per gli uccelli la Olimpstroj [19]
e l'amministrazione del Kuban' equipaggerebbero un parco
ornitologico. In realtà questo è un piccolo bacino, sulle rive del
quale i KamAZ [20]
scaricano immondizia edile. "Dai cantieri a Soči
si accumulano più di 600 mila tonnellate di rifiuti, –
dice il membro del Consiglio Urbanistico Sociale di Soči
Valerij Sučkov.
– Li scaricano dove capita".
"Zero rifiuti" non è neanche impianti e
punti di raccolta. E' un sistema di civiltà che oggi manca a Soči.
Prima la Russia ha deciso di accogliere l'Olimpiade-2014 e solo poi
si è messa a pensare come fare.
Ufficio stampa della corporazione statale "Olimpstroj":
– La corporazione statale Olimpstroj per la prima
volta nella storia del settore edile nazionale ha iniziato la
procedura di certificazione di una serie di edifici e attrezzature
secondo lo standard verde internazionale BREEAM [21].
10 impianti olimpici passano la certificazione. Inoltre tutti gli
edifici e le attrezzature che vengono erette secondo il programma
olimpico a Soči
devono corrispondere al primo standard "verde" corporativo
russo elaborato dalla corporazione statale Olimpstroj. Questo tiene
conto delle particolarità della legislazione russa e corrisponde ai
migliori analoghi internazionali.
Allo Stadio Centrale del Parco Olimpico saranno
ridotte al minimo le spese per le risorse elettriche e le forniture
d'acqua. L'acqua piovana e quella di scioglimento della neve dei
tetti e quella dei canali di drenaggio saranno utilizzati per il
lavaggio dei mezzi di trasporto e per l'innaffiatura dei prati.
Soluzioni "verdi" uniche si applicano al Grande Palazzo
del Ghiaccio per lo hockey su ghiaccio. I complessi vetri a cupola
dell'edificio sono fatti di vetro multifunzionale, che garantisce il
risparmio di calore e la difesa dalla luce.
Nuove attrezzature di pulizia, costruite per ordine
della corporazione statale Olimpstroj raccolgono le acque di scolo
della zona di Adler. Nel lavoro è in funzione un complesso unico di
prim'ordine per la raccolta, la pulizia e lo scarico delle acque di
scolo da 50 mila metri cubi al giorno.
Per l'Olimpiade-2014 a Soči
dovranno comparire i parcheggi auto "verdi". Da
copertura degli eco-parcheggi non fungerà l'asfalto tradizionale,
ma reti a prato di plastica, che vengono poste sul terreno e
seminate ad erba.
Evgenij Titov, "Novaja gazeta", http://www.novayagazeta.ru/economy/53209.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)
[1]
Un miliardo di rubli sono circa 24 milioni di euro.
[2]
Quartiere rivierasco di Soči.
[3]
Governo Sociale Territoriale.
[4]
La suddivisione amministrativa in cui si trova la borgata di
Kudepsta.
[5]
Istituzione che dovrebbe rappresentare la società civile.
[6]
"TermoĖlektroStancija
(Centrale Elettrica) di Kudepsta – GasEnergiaCostruzioni".
[7]
“Consorzio per la Fornitura Elettrica Esterna”.
[8]
Quasi 551,5 milioni di euro.
[9]
Zuppa di barbabietole ucraino-russa.
[10]
Borgata rivierasca nella zona settentrionale di Soči.
[11]
Nome colloquiale di San Pietroburgo.
[12]
Città a nord di Soči.
[13]
Borgata della zona centrale di Soči.
[14]
Microquartiere nel quartiere Chostinskij (vedi nota 2).
[15]
"Reparto 44 del Tunnel".
[16]
Oleg Vladimirovič Deripaska, magnate dell'alluminio vicino a Putin.
[17]
Fiume che da il nome alla regione storica di cui fa parte anche Soči.
[18]
Pianura della zona di Adler (vedi nota 12).
[19]
"Costruzione Olimpica", ente statale per la costruzione
degli impianti olimpici.
[20]
Camion della KAMskij Avtomobil'nyj Zavod (Fabbrica di
Automobili della Kama – fiume della Russia centrale).
[21]
Enviromental Assessment Method (Metodo di Valutazione Ambientali) del
BRE (Buliding Research Establishment – Ente per la Ricerca sugli
Edifici, ente britannico un tempo pubblico, ora sostenuto dalle
imprese edili).
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