Il Parco della Cultura e del
Divertimento [1]
Bulgakov
Al concorso per il miglior progetto del museo hanno
vinto gli italiani
17.10.2012
– Messere, mi piace di più Roma, – risponde
rispettosamente Azazello [2]
alla replica di Woland [3]
("Che città interessante"!), che osserva Mosca dal tetto
della casa di Paškov
[4].
Chi avrebbe potuto pensare che della sistemazione di
Michail Bulgakov nell'"appartamento non buono" dove
abitavano i personaggi simbolo della sua opera di culto si sarebbero
alla fin fine occupati proprio gli italiani? Un gruppo artistico
proveniente dall'Italia ha vinto il concorso per il miglior progetto
della casa-museo di Bulgakov e Michail Afanas'evič,
prigioniero del regime, che non vide mai né Parigi, né Roma, ma le
sognò soltanto nelle sue pièces e in prosa, adesso è nelle
esperte mani di architetti e designer italiani.
Iniziare il rebranding dei musei di Mosca da Bulgakov è stato un errore. La comprensione di questo per il dipartimento della cultura della capitale è giunta nel corso di un clamoroso scandalo ("Novaja gazeta", n° 82 del 25 luglio). Per dissipare lo scandalo è stato indetto un concorso. Era importante trasformare Bulgakov in un modello in modo civile e tranquillo. Di per se il concorso per la miglior concezione del museo è diventata un precedente. Che da i parametri per il futuro e indica la via maestra delle trasformazioni.
Dietro le quinte del concorso sono avvenute molte
cose. Alla vittoria aspiravano Aleksandra Selivanova,
artista-designer del museo di Bulgakov e Nikolaj Golubev, direttore
dell'autoproclamato museo di Bulgakov al primo piano della casa e –
cosa molto importante per il contesto – presidente del condominio
"Casa di Bulgakov". Bisogna dare il dovuto a Selivanova:
il suo progetto è davvero bello – pensato accuratamente, esposto
ottimamente. Per quanto riguarda Golubev, il suo progetto, che
ripete in una variante più pallida quello di Selivanova,
presuppone, con tutti i passaggi mascherati sulle "feste
popolari", l'unione degli spazi, ecc., un evidente
"ingiallimento" del classico.
Dicono che i rivali nel corso del concorso non si
siano mostrati nel loro aspetto migliore, nel corso c'è stato di
tutto – sia disinformazione diffusa, sia violazioni di posta
elettronica, sia minacce dirette.
I concorrenti si sono immischiati perfino nel sancta
sanctorum – le discussioni degli specialisti su Bulgakov, hanno
notato "serie contraddizioni ideologiche all'interno della
comunità degli esperti di Bulgakov" e in modo toccante hanno
posto come scopo del museo la riduzione degli esperti di Bulgakov a
un denominatore comune, "la formazione di una comunità
scientifica tollerante". Dietro i loro progetti in un modo o
nell'altro stavano i piani per la museificazione di una cospicua
quantità di aurei metri quadrati moscoviti – a cominciare dalla
soffitta per finire con gli appartamenti.
Un'altra variante in concorso apparteneva al gruppo
di Mariėtta
Čudakova,
l'unica persona capace, secondo la giusta annotazione di Anatolij
Smeljanskij [5], di
inspirare vita tra le mura dell'"Appartamento 50"; la sua
concezione si chiama "Il Maestro nel futuro".
Per la giuria era indispensabile trovare una sezione
aurea, un qualche equilibrio di interessi e tacitare lo scandalo
scoppiato lontano, oltre la soglia della "casa di Pigit"
[6]. La concezione di
qualità sotto tutti gli aspetti degli italiani risolveva molte
questioni discutibili e in parte eliminava i conflitti all'interno
del museo. La giuria, in cui non c'era letteralmente alcun esperto
di musei (M. Gnedovskij [7],
Ju. Saprykin [8], G.
Nikič-Kriličevskij [9],
A. Smeljanskij, R. Krylov-Iodko [10],
T. Budickaja [11], il
presidente G. Revzin [12]),
ha notato: "…il carattere inclusivo della concezione dei
partecipanti italiani, la squadra Moskvina-Filippini, l'alto livello
di preparazione tecnica della squadra e la buona comprensione delle
tecnologie museali moderne utilizzate nei migliori musei del mondo".
Al centro del progetto italiano non a caso sta una persona che
proviene dalla Russia – Ol'ga Moskvina [13].
I vincitori del concorso hanno proposto di creare un Parco
Letterario, si sono assicurati il sostegno dei maggiori maestri
della mistificazione visiva come Peter Greenway e Bob Wilson, la cui
partecipazione alla creazione del mondo bulgakoviano promette il
passaggio del museo a un livello internazionale, l'ampliamento dei
legami e dei contatti e una crescita della fama mondiale del
maestro.
Nella decisione della giuria ci sono evidentemente toni pacificatori: "…lati forti ci sono in ciascuna delle concezioni presentate: l'indiscutibile professionalità e la migliore comprensione della creazione dello scrittore di Mariėtta Čudakova, l'approccio multiforme e interattivo della squadra di Aleksandra Selivanova e anche l'intraprendenza e l'energia di Nikolaj Golubev".
"Questo è il primo tentativo di svolgimento di un simile concorso per l'elaborazione della concezione di un museo ed è di grande valore per noi. Per la prima volta non nominiamo semplicemente il capo di un'istituzione, ma scegliamo una via per cui questa istituzione si svilupperà. Riteniamo che nell'elaborazione della concezione finale sia indispensabile tener conto delle idee di tutti i partecipanti al concorso, utilizzare la loro esperienza e professionalità per lo sviluppo del luogo unico che è il museo di Bulgakov", – ha detto il capo del dipartimento per la cultura Sergej Kapkov.
Sembrerebbe che sul progetto fosse spuntato
l'accecante sole italiano. E comunque l'esito principale del
concorso lascia dei dubbi. Ecco perché. Abbiamo sentito tutti i
convincenti discorsi del padre della nazione VVP [14].
Se il paese vivesse com'egli dice, sarebbe la felicità. Così anche
un concorso di bei quadretti e proposte ingegnose non dimostra
affatto che i vincitori faranno il miglior museo. La vittoria del
concorso dimostra una cosa: questi padroneggiano nel modo migliore
le tecnologie di esposizione del progetto e hanno una buona
conoscenza della tecnica di sfruttamento dello spazio e del budget.
Secondo gli esiti del concorso il ruolo più strano è toccato a
Mariėtta Čudakova, una
studiosa di fama mondiale e di meriti indiscutibili nello studio del
patrimonio bulgakoviano. Nel grandioso progetto per la
trasformazione di un classico in un gigante dello spazio
multimediale essa si inscrive in qualche modo poco organicamente. E
la sua creatura, l'"appartamento non bello", si sposta dal
centro in qualche luogo a parte. Anche se gli italiani hanno
dichiarato che vorrebbero vedere solo lei come consulente del
progetto, le funzioni concrete della principale esperta di Bulgakov
russa restano poco chiare. La posizione di consulente (ricordiamo le
prime varianti del titolo del romanzo "Il Maestro e Margherita"
[15]) può trasformarsi
in poteri molto dubbi. Come e in quale misura sarà utilizzata la
parte contenutistica della concezione di Čudakova?
Quale ruolo le assegneranno i vincitori? E cosa vogliono mobilitare
in primo luogo, la conoscenza e la comprensione del soggetto o il
nome irreprensibile e la notorietà mondiale? Oggi Čudakova
è dichiarato partner desiderato. Ma di chi sarà partner
nell'attuale museo? Con la facente funzione di direttrice Valentina
Dimenko e la sua squadra, in cui questa ha inserito in fretta sua
figlia e sua nipote? Evidentemente per il successo del nuovo
progetto è indispensabile un risanamento dei quadri – e questa è
un'altra grave questione della situazione.
La "rivoluzione" organizzata dal
dipartimento della cultura nel museo di Bulgakov è tutt'altro che
finita. Pare che la conclusione del concorso abbia posto più
questioni del suo inizio.
Nei piani degli italiani ci sono un centro
espositivo, un teatro galleggiante, un ristorante, pannelli
audiovisivi, proiezioni, specchi animati, centri Internet, in una
parola chilometri di spazio museale. La città è pronta a
garantirli? Il maestro sulla base di questi piani si trasforma in un
brand, che schiaccia con il proprio "carattere nazionale e
popolare" gli altri classici della letteratura russa; si
trasforma in qualcosa come un supermercato della cultura. Infatti
talvolta un museo modesto corrisponde molto di più allo spirito
dell'autore di uno ricco e sfarzoso.
Si suppone che con i vincitori sarà concluso un
accordo, a partire dal quale alla fine dell'anno, a dicembre,
presenteranno una concezione già precisa, conclusa ed elaborata nei
dettagli dello sviluppo del museo. Sulla base di questa il
dipartimento prenderà anche la decisione sulla nomina del nuovo
direttore. Da quale lo prenderanno oggi è impossibile anche
immaginare. Ma infatti è la domanda principale: chi realizzerà il
sogno russo-italiano? Nelle mani di chi giungerà un finanziamento
di dimensioni mai viste (il dipartimento, secondo alcune voci,
conduce con successo trattative con una banca moscovita) per un
classico della letteratura? Il ballo di Satana o il sotterraneo del
Maestro – cosa diventerà il vero prototipo dei futuri
mutamenti?...
Marina Tokareva, "Novaja gazeta", http://www.novayagazeta.ru/arts/54980.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)
[1]
"Parco della Cultura e del Divertimento" è detto il
celebre Parco Gor'kij di Mosca.
[2]
Essere malefico del deserto della demonologia ebraica.
[3]
Il Satana della mitologia germanica, uno dei protagonisti del
"Maestro e Margherita" di Bulgakov.
[4]
Palazzo di Mosca fatto costruire dal nobile Pëtr Egorovič Paškov,
adesso sede della Biblioteca Nazionale Russa.
[5]
Anatolij Mironovič Smeljanskij, critico teatrale.
[6]
L'appartamento di Bulgakov si trovava in una casa dell'imprenditore
del tabacco Il'ja Davidovič Pigit.
[7]
Michail Borisovič Gnedovskij, direttore dell'Istituto di Politica
Culturale di Mosca.
[8]
Jurij Saprykin, giornaliste e critico musicale.
[9]
Georgij Anatol'evič Nikič-Kriličevskij, storico d'arte e curatore
di mostre.
[10]
Romual'd Krylov-Iodko, artista e capo del settore culturale del
circondario amministrativo centrale di Mosca.
[11]
Tat'jana Georgievna Budickaja, esperta di Bulgakov.
[12]
Grigorij Isaakovič Revzin, giornalista e storico d'arte.
[13]
Architetto e artista russa, moglie di Gabriele Filippini, direttore
del progetto vincente.
[14]
Vladimir Vladimirovič Putin (con la sigla si ironizza più o meno
chiaramente sui suoi proclami sulla crescita esponenziale del PIL, la
cui sigla russa è VVP – Vnutrennij
Valovoj Produkt).
[15]
"Il Maestro e Margherita" ebbe un'enorme serie di titoli
provvisori, ma i primi si incentravano sulla figura del
Diavolo-Woland.
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