La capitolazione incondizionata dei
samurai
Il Giappone fu costretto alla resa
non dagli attacchi atomici degli americani, ma dalle truppe
sovietiche
Il 2 settembre è il giorno della fine della Seconda
Guerra Mondiale. Proprio quel giorno nel 1945 il Giappone, l'ultimo
alleato della Germania, fu costretto a firmare la capitolazione
incondizionata. In Russia questa data per lungo tempo è rimasta
come nell'ombra della Grande Guerra Patriottica [1].
Solo nel 2010 il 2 settembre fu dichiarato Giorno della Gloria
Militare della Russia. Tra l'altro la disfatta dell'Armata del
Kwantung di più di un milione di persone in Manciuria da parte
delle truppe sovietiche è uno dei brillanti successi delle armi
russe. In conseguenza dell'operazione, la cui parte principale durò
in tutto 10 giorni – dal 9 al 19 agosto 1945, furono eliminati 84
mila soldati e ufficiali giapponesi. Quasi 600 mila furono fatti
prigionieri. Le perdite dell'Armata Sovietica ammontarono a 12 mila
persone. Una statistica abbastanza convincente per quelli che amano
ripetere che i marescialli e i generali sovietici vinsero solo
perché coprirono i nemici di cadaveri.
Oggi è molto diffusa la versione, secondo cui i
giapponesi furono costretti a deporre le armi dai bombardamenti
atomici di Hiroshima e Nagasaki, che grazie a questo furono
conservate le vite di centinaia di migliaia di soldati americani.
Tuttavia una serie di storici ritiene che proprio la fulminea
disfatta dell'Armata del Kwantung abbia mostrato all'imperatore del
Giappone l'inutilità di un'ulteriore resistenza. Già nel 1965 lo
storico Gar Alperovitz dichiarò che i colpi atomici sul
Giappone non ebbero un grande significato militare. Anche Il
ricercatore inglese Ward Wilson nel libro recentemente
pubblicato "Cinque miti sulle armi atomiche" giunge
alla conclusione che sulle determinazione giapponese nel
combattere non influirono affatto le bombe americane.
– Proprio l'entrata in guerra dell'URSS con il
Giappone e la rapida disfatta dell'Armata del Kwantung da parte
delle truppe sovietiche servirono da fattori principali della fine
accelerata della guerra e della capitolazione incondizionata del
Giappone, – concorda il direttore del Centro di Studi sul
Giappone dell'Istituto per l'Estremo Oriente dell'Accademia Russa
delle Scienze Valerij Kistanov. – Il fatto è che i giapponesi
non intendevano arrendersi rapidamente. Si preparavano a una lotta
furiosa con gli USA per le proprie isole principali. Testimoniano
questo gli accaniti combattimenti a Okinawa, dove giunsero le truppe
da sbarco americane. Questi combattimenti mostrarono alla leadership
degli USA che erano imminenti battaglie sanguinose, che, secondo le
supposizioni degli esperti militari, avrebbero potuto protrarsi fino
al 1946.
Recentemente è stato pubblicato un fatto
interessante: sulle montagne non lontano da Kyoto gli americani
hanno trovato un'apparecchiatura speciale destinata a lanciare
proiettili da guerra che sarebbero stati comandati da kamikaze. Una
sorta di aerei-proiettili. I giapponesi non avevano semplicemente
fatto in tempo a usarli. Cioè accanto agli aviatori kamikaze
c'erano anche altri soldati pronti a diventare kamikaze.
L'entità numerica dell'Armata del Kwantung in Cina
e in Corea con i reparti alleati ammontava a più di un milione di
persone. I giapponesi avevano una difesa scaglionata e tutte le
risorse necessarie per svolgere una guerra lunga e accanita. I loro
soldati erano predisposti a combattere fino alla fine. Ma l'Armata
Sovietica a quel tempo possedeva una colossale esperienza di
svolgimento di guerra. Le truppe che erano passate per il fuoco e
per l'acqua sconfissero molto rapidamente l'Armata del Kwantung. A
mio parere, proprio questo fiaccò la volontà di lottare del
comando giapponese.
"SP": – Perché comunque si ritiene
che proprio il bombardamento di Hiroshima e Nagasaki abbia costretto
il Giappone a capitolare rapidamente?
– Sminuire il ruolo dell'URSS nella Seconda Guerra
Mondiale, aumentando il significato degli USA è una tendenza
comune. Guardate cosa avviene in Europa. La propaganda là agisce
con tale successo che se si interrogano i piccoli borghesi comuni,
moltissimi risponderanno che il maggior contributo alla vittoria
sulla coalizione hitleriana è stato fornito dagli USA con i loro
alleati occidentali.
E' caratteristico degli americani aumentare i propri
meriti. Inoltre, affermando che proprio il bombardamento atomico di
Hiroshima e Nagasaki indusse il Giappone alla capitolazione, essi in
qualche modo giustificano questo atto barbarico. Dicono, salvammo le
vite dei soldati americani.
Tra l'altro l'uso delle bombe atomiche non spaventò
molto i giapponesi. Questi non capirono neanche fino in fondo cosa
fosse. Sì, fu chiaro che era stata usata un'arma potente. Ma allora
nessuno sapeva delle radiazioni. Inoltre gli americani lanciarono le
bombe non sulle forze armate, ma su città pacifiche. Ne soffrirono
le fabbriche militari e le basi navali, ma morì principalmente la
popolazione civile e la capacità di combattere dell'esercito
giapponese non soffrì fortemente.
"SP": – Il Giappone già da qualche
decennio si considera un alleato degli USA. Il bombardamento di
Hiroshima e Nagasaki ha impresso un marchio sui rapporti tra
giapponesi e USA o questa è una pagina della storia già voltata da
tempo?
– Tali cose certo non si dimenticano. I rapporti
di molti giapponesi comuni con gli USA non sono affatto tra i più
cordiali. Per quel barbarico bombardamento non c'è giustificazione.
Sono stato a Nagasaki e a Hiroshima, ho visto i musei dedicati a
questa tragedia. Un'impressione terrificante. A Hiroshima presso il
memoriale c'è un deposito speciale dove si trovano le targhette con
i nomi delle vittime di questo bombardamento. Ecco che questa lista
continua ad essere ampliata – le persone muoiono per le
conseguenze delle radiazioni.
Il paradosso della storia sta nel fatto che i
peggiori nemici di ieri oggi sono alleati. Questo incide sul modo in
cui i funzionari giapponesi e i mezzi di comunicazione di massa
ufficiali trattano questi avvenimenti. Negli articoli della stampa
giapponese si può incontrare molto raramente la menzione di chi
lanciò le bombe atomiche. Di solito parlano di questo in modo molto
astratto. Ecco, dicono, è successa una tragedia, sono cadute delle
bombe. Sugli USA tra l'altro neanche una parola. Si può pensare che
le bombe atomiche fossero cadute dalla luna. Per di più suppongo
che in conseguenza di questo occultamento alcuni giovani giapponesi
sono certi che abbia fatto questo l'URSS, nei cui riguardi i mezzi
di comunicazione di massa trasmettono molta negatività.
Ma, ripeto, in maggioranza i semplici giapponesi non
hanno dimenticato e non hanno perdonato quel bombardamento. Umori
particolarmente negativi nei confronti degli americani sono diffusi
a Okinawa, che fino al 1972 rimase sotto la diretta occupazione
degli USA. Su questa piccola isola è ancora concentrato il 75%
delle basi militari americane in Giappone. Queste basi danno molte
spiacevolezze alla popolazione locale, a cominciare dal rumore degli
aerei per finire con le sortite di alcuni soldati americani. Di
tanto in tanto si verificano degli eccessi. I giapponesi non
riescono ancora a tranquillizzarsi dopo che 18 anni fa alcuni
marines violentarono una studentessa giapponese.
Tutto questo porta a far sì che regolarmente si
svolgano iniziative con la richiesta di togliere la principale base
americana. Le ultime proteste degli abitanti di Okinawa erano legate
al trasferimento sull'isola di nuovi aerei americani.
– La penisola coreana e la Cina erano una base di
servizi logistici e risorse molto importante per il Giappone, –
dice l'orientalista, candidato in Scienze Storiche e
collaboratore del Centro per gli studi sulla Corea dell'Istituto per
l'Estremo Oriente dell'Accademia Russa delle Scienze Konstantin
Asmolov. – Esisteva perfino un piano di evacuazione della
corte imperiale giapponese in Corea nel caso in cui sulle stesse
isole del Giappone fossero iniziati combattimenti accaniti. Fino al
momento dell'uso dell'attacco nucleare molte città giapponesi
furono distrutte da bombardamenti convenzionali. Per esempio, quando
l'aviazione americana bruciò, morirono circa 100 mila persone. Da
come i giapponesi reagirono inizialmente al bombardamento di
Hiroshima e Nagasaki fu evidente che non erano molto spaventati. Per
loro, in generale, non era una grande differenza se una città era
distrutta da una bomba o da mille. La disfatta dell'Armata del
Kwantung da parte delle truppe sovietiche e la perdita della più
importante piattaforma strategica sul continente fu per loro un
colpo ben più serio. Proprio perciò si può dire che l'URSS al
prezzo di 12 mila soldati morti accelerò in modo significativo la
fine della Seconda Guerra Mondiale.
– Quale fu il ruolo dell'URSS nella disfatta del
Giappone si può giudicare da questo fatto, – dice lo storico e
direttore del Centro per gli studi sulla Russia dell'Istituto di
ricerche fondamentali e applicate dell'Università Umanistica di
Mosca Andrej Fursov. – Churchill proprio alla fine della
guerra dette ordine di elaborare l'operazione "Impensabile",
che sottintendeva l'attacco delle truppe americane e inglesi con la
partecipazione di divisioni tedesche sotto il controllo degli
alleati occidentali il 1 luglio 1945. Contro questa operazione da
parte degli esperti militari anglo-americani furono avanzati due
contro-argomenti. Il primo – l'Armata Sovietica era troppo forte.
Il secondo – l'URSS era molto necessaria per sconfiggere il
Giappone. Nonostante il fatto che già nel 1943 nella guerra
nell'Oceano Pacifico fosse avvenuta una svolta e gli americani
avessero stretto con successo il nemico, questi capivano
perfettamente che senza l'Unione Sovietica "finire di falciare"
il Giappone sarebbe stato assai complesso. L'Armata del Kwantung
teneva enormi territori in Cina e in Corea. E gli americani non
avevano esperienza di una seria guerra terrestre. Perciò fu deciso
di non svolgere l'operazione "Impensabile".
Se l'URSS non avesse sconfitto l'Armata del Kwantung
come fece – rapidamente ed efficacemente, le perdite degli
americani nella Seconda Guerra Mondiale (circa 400 mila persone)
sarebbero state varie volte maggiori. Per non parlare delle enormi
perdite finanziarie.
I bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki non
giocarono un ruolo militare. Da una parte fu una vendetta
ingiustificatamente crudele per Pearl Harbor, dall'altra fu
un'azione di intimorimento dell'URSS, a cui bisognava mostrare tutta
la potenza degli USA.
Oggi USA e Gran Bretagna hanno molta voglia di
presentare tutto come se il ruolo dell'URSS nella vittoria sul
Giappone fosse stato minimo. Bisogna riconoscere che nella loro
propaganda hanno ottenuto grandi successi. I giovani di questi paesi
non solo sanno poco della partecipazione dell'URSS alla Seconda
Guerra Mondiale. Alcuni sono perfino convinti che l'URSS abbia
combattuto dalla parte della Germania fascista [2].
Si fa di tutto per spingere la Russia fuori dal novero dei
vincitori.
[1]
La guerra tra l'URSS e gli invasori nazifascisti.
[2]
Fuori dall'Italia tutte le dittature di destra sono dette fasciste.
Tra l'altro l'URSS fu di fatto alleata della Germania di Hitler nel
primo anno della Seconda Guerra Mondiale.
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