I wahhabiti [1]
della fascia media
Perché i russi indossano sempre più
spesso la "cintura da shahid
[2]"
Dopo
un giorno la versione degli inquirenti riguardo a chi ha fatto
esplodere la stazione ferroviaria a Volgograd è cambiata
radicalmente. Adesso tra i sospetti si è trovato non la nativa del
Daghestan Oksana Aslanova, ma l'ex abitante della città di
Volžsk Pavel
Pečenkin.
Come
si è chiarito, ad andare sulla nuova pista ha aiutato la
registrazione della telecamera alla stazione di Volgograd. Nel suo
obbiettivo qualche secondo prima dell'atto terroristico è finito un
uomo con uno zaino, in cui, come pensano gli investigatori, si
trovava l'esplosivo. In seguito durante l'esame del luogo della
tragedia è stato trovato un dito maschile con l'innesco di una
granata e una pistola, presumibilmente appartenente al terrorista.
Quasi subito hanno accertato anche l'identità dell'omicida. Questi,
come ritengono gli inquirenti, è risultato Pavel Pečenkin.
Solo tre giorni fa, il 27 dicembre, aveva compiuto 32 anni.
Pečenkin
era nativo della città di Volžsk nella repubblica di Mari
El [3]. Viveva in via
107-j brigady [4]. Aveva
finito l'Istituto di Medicina di Zelenodol'sk [5].
La
vice-direttrice dell'Istituto di Medicina Lena Fachrieva ricorda
bene il timido, silenzioso studente Paša
Pečenkin:
–
Studiava
da noi 10-11 anni fa. Era di Volžsk.
Qui la repubblica dei Mari è vicina – veniva da noi in autobus.
Non era uno che prendeva solo ottimi voti, ma non lo definirei
neanche uno che rimaneva indietro – era uno così, nella media.
Tranquillo, senza atteggiamenti da teppista. Perciò, quando siamo
venuti a sapere cos'ha combinato, inizialmente non ci credevamo
neanche. Ma poi da noi sono venuti degli agenti dello FSB [6]
da Volžsk, hanno preso
il suo fascicolo personale. Ma forse qualcosa dipende da dove una
persona ha studiato?... Infatti dopo l'Istituto ha lavorato a lungo
al Pronto Soccorso a Kazan' [7].
Era tutto normale – lavorava molto bene. Venne perfino da noi
qualche anno dopo con la sua ambulanza. Passò dal responsabile
della classe. Ed egli allora lo portò apposta dai suoi allievi e
questi gli disse che, come dire, solo ora aveva capito che bisognava
studiare ancora meglio, prendere il massimo degli appunti alle
lezioni, non perdere lezioni. Li indirizzò a questo. Che gli è
accaduto? Non lo so. La cosa più probabile è che sia finito in
qualche setta, dove lo hanno arruolato. Di sicuro.
…Ottenuto
il diploma,
Pečenkin
è stato infermiere diplomato al centro di aiuto medico a Kazan'.
Nel gennaio 2012 Pavel ha cambiato fede, accogliendo l'Islam. I
genitori hanno appoggiato la scelta del figlio. Secondo Nikolaj
Pečenkin,
padre del presunto terrorista, Pavel è improvvisamente cambiato in
meglio, "ha smesso di litigare, non beveva, andava in moschea".
Fanazija, madre di Pavel Pečenkin,
ha aggiunto: "E' sempre stato un ragazzo molto buono, aiutava,
curava. Non passava senza fermarsi davanti a un gatto o a un cane
malato. Tutti sanno com'è stato di buon cuore e premuroso per
noi…".
Un
membro modello della famiglia Pavel non lo è stato a lungo. Subito
dopo il passaggio all'islamismo l'astemio e gentile Pečenkin
è andato a Mosca per guadagnare qualcosa ed è sparito. Dopo
qualche tempo i genitori sono venuti a sapere che il loro figlio
obbediente si era legato ai terroristi daghestani ed era andato ad
abitare con persone che professavano le sue stesse idee. Là aveva
preso il nome Ansar Ar-Rusi ed era entrato a far parte della
cosiddetta banda di Bujnaksk [8].
I
genitori di Pavel hanno cercato molte volte di mettersi in contatto
con lui attraverso Internet. A un appello rispose. Questo aiutò ad
accertare il luogo in cui si trovava il nuovissimo wahhabita – si
nascondeva in una delle basi terroristiche sui monti del Daghestan.
Pavel Pečenkin fu
dichiarato ricercato. Purtroppo le forze dell'ordine non hanno
potuto comunque arrestare in tempo l'islamista.
Come
ritiene il noto pubblicista Konstantin Krylov, la storia di
Pavel Pečenkin è molto
caratteristica per il nostro tempo:
– A
mio parere,
se l'umiliazione del popolo russo continuerà, la gente andrà
proprio tra i wahhabiti. Sì, è una forma di protesta estremamente
spiacevole per noi, ma è proprio una protesta. Più a lungo
proibiranno i partiti nazionali russi, più wahhabiti russi ci
saranno. La gente sente una piena disperazione, l'impossibilità di
cambiare qualcosa, l'oppressione da parte dello stato. E alla gente
viene il desiderio di farsi uguali ai rappresentanti di altri
popoli, di unirsi all'Islam, verso cui il potere ha un atteggiamento
migliore.
"SP":
– Ma i wahhabiti russi fanno saltare in aria.
– Questi
cessano di essere russi
quando diventano wahhabiti. Vediamo il desiderio di fuggire dalla
comunità oppressa e diventare parte della comunità privilegiata
dei musulmani. E vediamo come lo stato incoraggia le più selvagge
manifestazioni di religiosità. Cosa deve pensare una persona, se
vedrà preghiere di massa di musulmani nel centro di Mosca e la
"Marcia Russa" [9]
messa ai margini? E una persona vuole unirsi a una forza rispettata
dallo stato. La gente abbandona l'etnia russa e acquisisce nuovi
fratelli sotto forma di "barbuti". Ma questo è proprio il
risultato della politica dello stato.
"SP":
– Forse non funzionano fattori frenanti come le vittorie storiche
del popolo russo?
– Questi
non hanno alcun significato.
Quale può essere una grande storia, se qualsiasi "barbuto"
può uccidere un russo e restare impunito. Questo fatto cancella
tutta la nostra storia. Per di più trasforma la storia in una
beffa: perché, si chiede, per mille anni abbiamo creato la nostra
entità statale, se un russo non osa dire una parola in propria
difesa senza temere di essere incriminato secondo l'articolo 282
[10]?
Perché allora essere russi, perché tutta la storia? E vediamo la
reazione più usuale delle persone non peggiori all'accaduto.
Ne
risulta che ci sono solo due vie: andare con i nazionalisti o
abbandonare la propria etnia in generale. E più chiusa sarà la
prima via, più attraente sarà la seconda. Qualcuno se ne va
semplicemente dalla Russia, ma qualcuno va a farsi saltare in aria.
Tutto dipende da quanto una persona odia l'ordine di cose che si è
creato. E i motivi di odio diventano sempre di più.
"SP":
– Ma c'è anche una determinata tecnologia di arruolamento nei
wahhabiti.
– Effettivamente
i propagandisti del wahhabismo hanno meccanismi molto efficaci.
In particolare quelli dell'Arabia Saudita. Ma il fattore principale
è la politica del nostro stato.
Questo
riguarda non solo i russi, ma anche altri popoli della Russia.
Infatti i wahhabiti dicono cose molto semplici. Indicano la
mostruosa ingiustizia sociale, la miseria degli strati bassi e la
super-ricchezza di quelli alti. Dicono che questo contraddice
l'elementare etica umana. E dicono che con l'Altissimo tutto è
giusto, per esempio in Arabia Saudita. Purtroppo alcuni abboccano a
questo, per tale concetto di giustizia vanno a fare di tutto.
E'
chiaro che la Russia non si può trasformare in Arabia Saudita,
anche se la sua fortuna si basa sul flusso di petroldollari. Ma là
hanno garantito la giustizia sociale.
Fatto
sta che le alternative attraenti all'attuale situazione sono molto
poche. E una di queste è il progetto dei wahhabiti, che il potere
teme e rispetta. Cosicché questa idea attrarrà qualcuno.
Dossier
di "Svobodnaja pressa": i più noti wahhabiti russi
Maksim
(Muslim) Panar'in e Pavel (Mochammed) Kosolapov,
secondo le forze dell'ordine, organizzarono gli atti terroristici a
Mosca nel 2004: le esplosioni del 6 febbraio all'intersezione tra le
stazioni "Avtozavodskaja" e "Paveleckaja"
(morirono 41 persone) e del 31 agosto all'uscita della stazione del
metrò "Rižskaja"
(morirono 10 persone), come pure la serie di esplosioni negli anni
2003-2005 alle fermate degli autobus a Krasnodar e a Voronež
[11].
Aleksandr
Tichomirov, noto come Said Burjatskij [12],
fu l'organizzatore di un'intera serie di atti terroristici – tra
questi: l'attacco all'edificio dello ROVD [13]
a Nazran' [14],
l'attentato a Evkurov [15],
l'esplosione del Nevskij Ėkspress
[16]. Eliminato nel 2010.
Alla
Saprykina, oppure Aminat Kurbanova, nell'agosto
2012 si fece saltare in aria nella casa dello sceicco daghestano
Said Affandi. Ex attrice del Teatro Drammatico Russo di Machačkala
[17], Alla accolse
l'Islam per obbedienza al marito. Diventata vedova dopo
un'operazione speciale, Saprykina si sposò con un altro wahhabita,
che fu pure ucciso. Alla diventò una šachidka
[18] dopo la morte del
quarto marito.
Marija
Choroševa
nel febbraio 2011 insieme all'islamista Vitalij Razobud'ko
mise in azione un ordigno esplosivo, eliminando un posto di
blocco all'ingresso del villaggio daghestano di Gubden. I conoscenti
di Marija notano che prima del passaggio nel campo dei guerriglieri
Choroševa aveva finito
un istituto superiore con il diploma rosso [19].
Nel
novembre 2013 l'abitante di Dolgoprudnyj nella regione di Mosca
Dmitrij Sokolov rivendicò l'esplosione di un autobus di
linea a Volgograd. Secondo l'islamista, non solo organizzò l'atto
terroristico, ma costruì anche l'ordigno esplosivo. La bomba fu
messa in azione dalla moglie di Sokolov Naida Asijalova. Fu
eliminato in uno scontro con agenti delle strutture armate.
[1]
In Russia "wahhabita" sta semplicemente per "estremista
islamico".
[2]
In arabo "martire", nel senso di kamikaze.
[3]
Repubblica della Russia centrale a maggioranza finnica.
[4]
Via dedicata alla 107.a brigata di artiglieria, che si segnalò per
eroismo nella II guerra mondiale.
[5]
Città della repubblica del Tatarstan.
[6]
Federal'naja Služba
Bezopasnosti
(Servizio Federale di Sicurezza), il principale servizio segreto
russo.
[7]
Capitale del Tatarstan.
[8]
Città della repubblica caucasica del Daghestan.
[9]
Manifestazione ultranazionalista che si tiene il 4 novembre, festa
nazionale russa.
[10]
L'articolo 282 del Codice Penale russo riguarda "incitazione
all'odio e all'inimicizia, come pure umiliazione della dignità
umana".
[11]
Entrambe città della Russia meridionale.
[12]
"Said il Buriato" (sua madre apparteneva all'etnia mongola
dei Buriati).
[13]
Rajonnoe Otdelenie
Vnutrennich Del (Sezione
Distrettuale degli Affari Interni), in pratica la sede distrettuale
della polizia.
[14]
Ex capitale della repubblica caucasica di Inguscezia.
[15]
Junus-Bek Bamatgireevič Evkurov, capo della repubblica di
Inguscezia.
[16]
"Espresso della Neva", treno ad alta velocità.
[17]
Capitale del Daghestan.
[18]
Forma russificata e femminile di shahid
(vedi nota 2).
[19]
Cioè con il massimo dei voti.
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