18 ottobre 2010

Attenzione, vogliono chiudere la "Novaja gazeta"!

Sui sorveglianti




Perché potrebbero chiudere la “Novaja gazeta”


Referto

Egregio signor presidente della Corte Suprema V.M. Lebedev, egregio signor ministro della Stampa I.O. Ščëgolev,

Vi portiamo a conoscenza del fatto che i vostri sottoposti, cioè il giudice del tribunale del quartiere Taganskij [1] di Mosca Smolina Ju.M. e il vice-capo del Roskomnadzor [2] Protopopov K.V. dal nostro punto di vista si occupano di estremismo nel modo meno scrupoloso possibile.

Ecco cosa si permette il Servizio Federale per la sorveglianza nella sfera delle comunicazioni, delle tecnologie informatiche e delle comunicazioni di massa nella persona del sig. Protopopov, comminando un'ammonizione alla “Novaja gazeta”: “Su un territorio ad alta densità la popolazione aborigena non slava ha il diritto di costruire la propria vita sulla base delle relative tradizioni nazionali e religiose. Al di fuori di un territorio ad alta densità i loro abitanti sono limitati nei diritti civili”.

Ecco cosa scrive il giudice nella propria sentenza sulla relativa istanza della “Novaja gazeta” nei confronti del Roskomnadzor del 20 settembre 2010: “I matrimoni tra rappresentanti di razze diverse non sono consentiti in quanto manifestazione di atteggiamento menefreghista verso il destino della propria razza”.

Si tratta, certo, di citazioni di citazioni fatte dalla “Novaja gazeta” (per cui le è anche stata comminata un'ammonizione), ma ciò non toglie la responsabilità dei pubblici ufficiali.

Certo, Smolina Ju.M. e Protopopov K.V. a loro giustificazione affermeranno che queste frasi non appartengono a loro, ma (1) rappresentano una citazione diretta di citazioni dalla “Novaja gazeta”, che (2) le frasi sono tolte dal contesto generale di documenti ufficiali, che (3) di esse è stata data una valutazione sbagliata e che (4) dev'essere effettuata una necessaria perizia prima di punire qualcuno.

I primi tre argomenti non sono affatto argomenti, se si segue la logica della sentenza dello stesso tribunale del quartiere Taganskij (presieduto da Smolina Ju.M. con segretatio Fomenko V.V.) e la stessa ammonizione n. PK-05293 (sottoscritta da Protopopov K.V.): hanno stampato le lettere con questa consequenzialità – voi siete estremisti che propagandano l'intolleranza razziale e accendono l'odio interetnico e il contesto non preoccupa nessuno...

E per quanto riguarda l'argomento n. 4, la perizia è stata effettuata – dai collaboratori della nostra redazione. Quali sono i loro cognomi? Hanno una specializzazione? Su cosa si basavano? Alle domande stupide non rispondiamo. Questo ce l'ha insegnato il Roskomnadzor – nel testo della sua ammonizione si parla anche di esperti istituzionali anonimi, le cui specializzazioni e motivazioni non ci sono note.

Con riferimento a quanto detto sopra vi preghiamo di comminare un'ammonizione al giudice Smolina Ju.M. e al vice-capo del Roskomnadzor Protopopov K.V. per pubbliche enunciazioni contenenti, a nostro modo di vedere, indizi di estremismo e di propaganda del fascismo.

Con stima,
il collettivo della redazione della “Novaja gazeta”

Scritto esplicativo

Egregi lettori!

E' del tutto probabile che l'anno prossimo non vedrete la “Novaja gazeta” né nelle edicole, né nelle vostre cassette per le lettere. Perché potrebbero chiuderci.

Esiste una legge, secondo la quale i funzionari di una speciale istituzione – il Roskomnadzor – hanno il diritto di comminare un'ammonizione a qualsiasi giornale. Due ammonizioni sono la chiusura di un mezzo di informazione di massa. I giornalisti hanno diritto di appellarsi in tribunale contro un'ammonizione. Il tribunale ha il diritto di intervenire in difesa dei funzionari o in difesa dei giornalisti. Questo in teoria.

Ma la pratica è questa. Il 31 marzo 2010 il Roskomnadzor ha comminato un'ammonizione alla “Novaja gazeta”, accusandoci di propagandare idee fasciste. Per alcuni mesi abbiamo cercato di discutere questa sentenza offensiva, ma il tribunale del quartiere Taganskij ha fatto lo stupido: ha cercato di indirizzarci al tribunale di arbitrato, che non si occupa di tali questioni. Alla fine a settembre un processo civile ha comunque avuto luogo - risultato: secondo il tribunale l'ammonizione è stata comminata giustamente.

Cosa ha spinto i funzionari? L'articolo “Banda, agenzia, partito. Chi sono i “nazionalisti legali”” – un'indagine dedicata alle organizzazioni di estrema destra che predicano apertamente idee nazionalistiche. Citammo i testi propagandistici del sito di “Immagine Russa” [3], prendemmo anche fotografie dal sito dei nazisti, in cui persone che si definiscono politici legali portano simboli simili a quello fascista al punto di confondersi con esso. (Copie convalidate da un notaio di questo materiale sono state presentate al tribunale.)

Perché l'abbiamo fatto? Perché la “Novaja gazeta” da molti anni assume una posizione di principio: esige dalle autorità che si indaghi sull'attività dei nazionalisti estremisti, spiega alla gente che questi sono gli attivisti di numerosi movimenti “patriottici” che compiono la “Marcia Russa” [4] per il centro di Mosca, tiene la statistica delle vittime dei nazionalisti.

Nel gennaio 2009 i fascisti uccisero la nostra giornalista Anastasija Baburova e un amico della nostra redazione, l'avvocato Stanislav Markelov – furono uccisi a colpi di arma da fuoco alla nuca nel centro di Mosca. Fu un'esecuzione pubblica di antifascisti. (Il tribunale era al corrente di queste circostanze.)

Conducemmo una nostra indagine e chiarimmo: le persone che adesso sono imputate di omicidio frequentavano i membri di “Immagine Russa” e avevano determinati rapporti con essa. Fra l'altro “Immagine Russa” si reclamizza come organizzazione non estremista e non fascista. Perché i lettori e gli organi per la tutela dell'ordine si facessero un'idea corretta di questi cittadini, citammo i LORO [5] documenti programmatici e mostrammo le LORO fotografie con simboli nazisti. (Ciò era noto al tribunale.)

Dopo questo articolo aspettavamo che il Roskomnadzor si preoccupasse dell'esistenza del sito di “Immagine Russa”, ma la procura cominciò una verifica con l'ulteriore apertura di un procedimento penale.

Il Roskomnadzor si preoccupò – solo non degli estremisti di destra, ma della “Novaja gazeta”. E perciò abbiamo il diritto di chiedere: il sostegno agli estremisti di destra e i tentativi di chiudere quei mezzi di informazione di massa che si contrappongono a loro è una politica di tutto il potere esecutivo e giudiziario russo?

Se in qualche modo così non è, allora al capo del Roskomnadzor signor Sitnikov S.K. resta da sperare che salvino l'istituzione dalla vergogna universale le supreme istanze giudiziarie, in cui, come si immagina, a differenza del suo organo esecutivo, non lavorano degli idioti.

La redazione della “Novaja gazeta”

18.10.2010, “Novaja gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2010/116/08.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)

[1] Quartiere del centro di Mosca.

[2] Qualcosa come “Russia-Comunicazione-Ispettorato”, nome ufficioso del “Servizio Federale per la sorveglianza nella sfera delle comunicazioni, delle tecnologie informatiche e delle comunicazioni di massa”.

[3] Organizzazione legale di estrema destra.

[4] Manifestazione nazionalistica teroricamente proibita.

[5] I rilievi grafici, qui e altrove, sono nell'originale.

13 ottobre 2010

La guerriglia dei giovani russi contro lo "stato di polizia"

La crociata dei bambini




Se in Russia andasse meglio con la natalità, oggi ci sarebbe una guerriglia contro gli sbirri


In Rete è comparso il video dei “guerriglieri del Territorio del Litorale [1]”. Ragazzi disciplinati, orientati fanaticamente, che non dubitano di essere condannati a morire, ridono dei propri futuri assassini. Parlano liberamente, semplicemente. “Prendete le armi – salvate le vostre anime”. “Spareremo con i nostri fucili automatici sulla vostra Costituzione”.

In generale i ragazzi non dicono niente che non potrebbero dire i “fratelli del bosco” nel Caucaso. Dicono proprio le stesse cose, solo che invece di kjafir [2] dicono “sbirro” e invece di dire numerose volte “Allah”, dicono una volta “Dio”.

E ciò che dicono riguardo al sistema statale è da tempo un luogo comune non solo per i mezzi di comunicazione di massa di opposizione, ma anche per il presidente-blogger. Solo chi è pigro non ha ancora paragonato la nostra polizia a un gruppo criminale organizzato. Solo chi è pigro non ha ancora detto che lo stato elimina le persone invece di garantire la loro vita.

Immaginiamo che un gruppo del genere compaia negli USA. E prenda a sparare ai cops. La reazione della società sarebbe, penso, univoca. “Schizzati”. “Nuovi Charles Manson”.

La reazione russa è tutt'altro che così univoca. Della polizia, secondo sondaggi condotti qualche anno fa, si fida l'1% della popolazione. In un recente sondaggio a Mosca non si è raccolto neanche l'uno per cento. Sono risultati sorprendenti, soprattutto se si considera che le persone che portano le spalline e i loro familiari in Russia sono ben più dell'uno per cento. Questi ragazzi non hanno fiducia in se stessi.

La polizia e le altre strutture armate in misura significativa, se non schiacciante, sono recepite come un esercito di occupazione. Come feccia, che ti maltratta dall'alto della propria impunità.

L'incontro con la polizia è quasi sempre un incontro con un mascalzone. Con un agente della Stradale, che ti estorce sfacciatamente una bustarella per lasciarti andare. Con un agente di pattuglia ubriaco, che davanti ai tuoi occhi prende il pizzo al mercato. Con un “sottufficiale di perla” [3], che con soddisfazione dichiara: “Ebbene, puzzole?”

Nella shari'a c'è questa norma: le deposizioni di una donna valgono due volte meno delle deposizioni di un uomo. Perciò in Arabia Saudita possono giustiziare una donna violentata da cinque fetenti. Le deposizioni dei fetenti diranno che essa stessa li ha provocati. Anche in Russia regna la shari'a: le deposizioni di uno sbirro valgono due volte di più delle deposizioni delle sue vittime. Le leggi della Russia sono scritte per dare la possibilità a un uomo con le spalline di maltrattare le proprie vittime.

Perciò, penso, abbastanza spesso il cittadino più obbediente alle leggi a cui l'ennesimo agente della Stradale sfacciatamente, senza vergognarsi, estorce soldi, mormora tra se: “Bastardi. Degeneri. Bisognerebbe fucilarli tutti”.

Poi, certo, entrano in azione i freni. Estorcere soldi a un guidatore, certo, è una schifezza, ma merita la pena di morte? Difficilmente. Gli sbirri, mettiamo, sono una banda di delinquenti, ma quanto a quel concreto sbirro che hanno ucciso a colpi d'arma da fuoco in una garitta lungo la strada, dov'è dimostrato che era una carogna? Cosa c'è stato, un processo? Chi sono i giudici e chi è il procuratore?

Uccideranno sbirri per tutta la Russia come in Caucaso? No. E per una ed unico motivo: l'assenza del cosiddetto youth bulge [4] – la sovrabbondanza di giovani. Anche nel Caucaso, come nella maggior parte delle regioni musulmane, c'è un'alta natalità e un enorme quantità di ragazzi di 16-20 anni di età, giovani, disoccupati, che non hanno alcuna prospettiva, ma che hanno un enorme desiderio di dimostrare a tutti di essere uomini. Il fondamentalismo religioso è un accendino con cui incendiano gli sterpi, ma gli sterpi sono i giovani.

Se anche in Russia il 40% della popolazione avesse meno di 25 anni, sotto l'attuale regime gli sterpi, indubbiamente, brucerebbero in una grande fiamma. Quale ideologia la accenderebbe, non so. Forse il nazismo. Forse qualche estremistica ortodossia barbuta. Forse brand esotici tipo il “paganesimo antico russo”, con insalata di verdure cotte di Shambala, voodoo, danze totemiche e avventisti del 7° giorno. Forse tutto insieme e queste credenze salvifiche competerebbero tra loro per le nostre anime.

In ogni caso, guardando il video dei “guerriglieri del Territorio del Litorale”, capisci tre cose. Primo: se in Russia ci fosse abbondanza di giovani, in essa ora sarebbe in corso una guerriglia contro gli sbirri. Secondo: questa guerra godrebbe del sostegno emotivo di buona parte della popolazione, perfino di quella colta, istruita e che non condivide affatto l'ideologia dei combattenti. Terzo: questi combattenti non combatterebbero in nome della democrazia.

Julija Latynina
osservatrice della "Novaja gazeta"

13.10.2010, “Novaja gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2010/114/08.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)

[1] Il territorio della costa del Pacifico, all'estremo oriente della Russia asiatica.

[2] “Infedele”.

[3] Soprannome di un poliziotto di San Pietroburgo noto per i suoi abusi.

[4] In inglese nell'originale.

Il "meglio" delle chiavi di ricerca di luglio 2010 del mio blog-CV

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mazzoni scandicci via ugo foscolo:
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12 ottobre 2010

Il "meglio" delle chiavi di ricerca di luglio 2010 dell'altro mio blog

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: che tutto passa tranne la gloria dei cosacchi?

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09 ottobre 2010

Non solo Kadyrov e Putin, ci sono anche i reparti speciali della polizia di Samara tra i migliori amici dei bambini...

Lottatori con l'estremismo, lasciate l'asilo!




A Samara [1] ci sono file gigantesche per gli asili, ma gli spazi sono occupati da strutture importanti


A Samara in fila per gli asili ci sono più di 15 mila bambini. Per la costruzione di nuovi asili per una fila del genere è necessario un mucchio di soldi. Per edificare un asilo tipo da 200 posti servono 250 milioni di rubli [2]. Ma c'è anche un modo più economico di garantire posti ai bambini di Samara. Per questo bisogna restituire alla città gli edifici degli ex asili, dati negli anni '90 a vari uffici. Secondo i dati del municipio di Samara, un terzo di essi è occupato da diverse strutture federali. Per di più fruiscono di questi edifici in affitto gratuito, cioè senza pagare. Le autorità municipali hanno già cominciato il lavoro per liberare gli asili dagli abitanti temporanei per via giudiziaria. E' possibile che già a breve tempo si riesca a restituire ai bambini tre edifici ai bambini, in cui ora sono acquartierate le sezioni dell'UFMS [3].

La situazione più difficile è quella dell'ex asilo n. 305 in via Avrory, 101. Qui ha la base il Centro per la lotta all'estremismo del GUVD [4] regionale. Questo asilo era stato costruito nel 1969 dalla fabbrica di cuscinetti a sfera di Samara per i figli dei lavoratori. Come raccontano i vecchi lavoratori dell'impresa, lo costruirono essi stessi, piantarono alberi nel terreno, piantarono aiole, impiantarono gazebo e casse con la sabbia. Adesso al posto di questa bellezza a 15 metri dai condomini vicini c'è una tetra inferriata, circondata dal filo spinato e tutto il terreno dell'ex asilo è stato coperto di asfalto.

– Di cosa si occupi questo ufficio, non sappiamo, – racconta l'abitante di un condominio vicino Zoja Petrovna. – Ma di questi ci inquieta una cosa: di là passano macchine giorno e notte, abbiamo visto perfino un blindato. Lavano le macchine direttamente sul terreno e l'acqua sporca scorre da noi nel cortile. Sarebbe bene toglierli di lì. Un asilo qui è molto necessario: il nostro condominio è pieno di famiglie giovani con bambini, non hanno dove portarli e non ci sono asili nelle vicinanze.

Il Centro per la lotta all'estremismo non ha basi legali per occupare lo spazio dell'ex asilo. Dopo la trasformazione della fabbrica in società per azioni, gli edifici a scopo culturale, di servizi e sociale ad essa appartenenti, tra cui anche l'asilo n. 305, con la disposizione n. 573 del 15.12.1994 dell'allora governatore Konstantin Titov sono diventati proprietà municipale. Non si sa chi e quando abbia dato ai poliziotti questi edifici di asili della superficie complessiva di 1892 mq e 1297 mq di terreni. Non si è riusciti a trovare il contratto con il GUVD della regione per il passaggio dell'asilo in via Avrory, 101 in affitto gratuito. La cosa più probabile è che non ci sia. Non per nulla ai rappresentanti del dipartimento per i beni dell'amministrazione cittadina, giunti per vedere in quale stato sia l'immobile municipale occupato dai poliziotti, non hanno permesso neanche di varcare la soglia del Centro per la lotta all'estremismo: dicono che è un edificio a regime speciale.

Sergej Kurt-Adžiev

08.10.2010, “Novaja gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2010/112/13.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)

[1] Città della Russia centro-meridionale.

[2] Oltre 6 milioni di euro.

[3] Upravlenie Federal'noj Migracionnoj Služby (Direzione del Servizio Federale per le Migrazioni), l'ispettorato statale sulle migrazioni.

[4] Glavnoe Upravlenie Vnutrennich Del (Direzione Centrale degli Affari Interni), in pratica la direzione della polizia.

07 ottobre 2010

Pensando ad Anna Politkovskaja



Enrico Ruggeri "Anna e il freddo che ha"

La strategia nazista per la conquista della Russia

Il tramonto bruno [1]




Per il 2020 vogliono diventare una vera forza politica. Sveliamo la strategia dei nazisti cresciuti fino a confrontarsi con lo stato


In luogo di introduzione

Per informazione dei funzionari del Servizio Federale per il controllo nella sfera delle poste, delle tecnologie informatiche e delle comunicazioni di massa e anche dei loro molto perspicaci esperti. Questo testo non persegue lo scopo di istigare un qualsiasi tipo di discordia e neanche serve l'idea della propaganda del fascismo, del nazionalismo e dell'estremismo. Lo scopo di questo articolo è esattamente contrario: spiegare alla società e a voi cos'è il fascismo russo contemporaneo e qual è il programma dei suoi adepti perché sia la società, sia voi, se lo ritenete possibile per voi, possa contrapporsi al fascismo.

Siamo costretti a fare questo appunto in quanto proprio il Servizio Federale per il controllo nella sfera delle poste, delle tecnologie informatiche e delle comunicazioni di massa ha dato un'ammonizione alla “Novaja gazeta” per il materiale analitico che smaschera i fascisti “light” delle organizzazioni “patriottiche” legali. Riteniamo tale decisione di un organo statale non solo una stupidaggine, ma anche un'offesa, la metteremo in discussione in tribunale, ma anche per via di questa causa non riteniamo possibile chiudere il tema. E per svelarlo è indispensabile citare chi tenta di imporre alla Russia la propria strategia di sviluppo – la “Strategia-2020”: il piano per l'accesso dei fascisti al potere. A suo tempo, certo, gli avversari del marxismo entravano nelle facoltà di Filosofia solo attraverso i materiali dei loro critici: senza citazioni, ma con maledizioni. Tuttavia utilizzare un simile metodo ora è più che strano…

Commandos

Abbiamo superato da tempo la subcultura degli skinheads. Il lavoro rivoluzionario è l'eliminazione di chi realmente ci danneggia: la gente schifosa in uniforme e in borghese che sta al potere”. Questa citazione si può trovare in numerosi forum nazisti, di cui il Servizio Federale per il controllo nella sfera delle poste, delle tecnologie informatiche e delle comunicazioni di massa non si interessa. Essa appartiene agli autori della cosiddetta “Strategia-2020” – un qualche documento che, secondo i suoi creatori, deve spiegare ai diversi gruppi fascisti cosa devono fare per potere per il 2020 se non andare al potere, almeno divenire una vera forza politica. Consideratelo il manifesto del futuro partito fascista, il cui fantasma difficilmente camminerà per il parlamento, piuttosto per gli ingressi: con armi e accessori.

Peraltro, soprattutto con le armi… Gli ultimi avvenimenti testimoniano ancora per loro.

Nei mezzi di informazione di massa si continuano ancora a valutare notizie che ci costringono mese dopo mese a riflettere e ad aver paura. Si tratta di un procedimento penale clamoroso legato al terrorismo nazista – dell'arresto degli ennesimi “membri di organizzazioni clandestine”, stavolta ad Orël [2]. “Come al solito” detenzione di armi, omicidio, esplosioni, incendi. Oltre ai caffè caucasici i nazi di Orël hanno attaccato edifici della polizia e della procura. Ma c'è anche un dettaglio insolito: secondo gli organi per la tutela dell'ordine, questa struttura nazista era capeggiata da un agente del Servizio di Protezione Federale [3] con compiti da istruttore.

In questo senso rammentiamo qualcosa. Se l'esplosione al mercato Čerkizovskij [4], gli incendi di stamberghe di immigrati a Mosca, le risse di massa e gli omicidi di netturbini in qualche modo ancora si inquadrano nell'immagine di uso comune del fascismo russo, gli attacchi agli organi di potere statale che adesso capitano sempre più regolarmente, già non si legano alle rappresentazioni di pelati e ottusi “skinheads”, per cui i principali nemici sono le persone di aspetto non russo.

La risposta al paradosso è nella citazione riportata sopra. E perciò non a caso i rappresentanti ufficiali degli organi per la tutela dell'ordine sempre più spesso contemplano la versione dell'esistenza di una rete terroristica fascista delle dimensioni della Russia con legami anche con i nazi stranieri e con armi, soldi, documenti falsi e “finestre” all'estero.

Finché i fascisti di Orël non sono stati neutralizzati, su Internet appariva un appello a loro nome. Era firmato dal “comando dei gruppi uniti del settore delle Terre Nere [5] della Russia occupata – NS/WP [6] “Centro”. Occupata, nel pensiero degli autori, da tutte le forze anti-russe. I “Commandos” dichiarano che “hanno sollevato l'insegna della rivolta aperta” ad Orël. Perché “il paese si è trovato sull'orlo della piena decadenza della morale e dei costumi”.

Per chiarire: NS/WP si traduce come “nazional-socialismo – forza bianca”, così si chiamava anche il sito dell'organizzazione, di cui la “Novaja gazeta” ha scritto più di una volta. I membri dello NS/WP “Nord” diffondevano fogli con simili dichiarazioni per San Pietroburgo e proprio questa struttura “ha preso su di se” esplosioni, omicidi e incendi.

I nazisti si sono presi anche la responsabilità degli attacchi del maggio 2009 a una sezione della polizia e al tribunale a Nižnij Novgorod [6], a un commissariato militare a Mosca e a un punto d'appoggio della polizia a Čeboksary [7]. In seguito per un'esplosione con l'aiuto di un ordigno esplosivo artigianale di una macchina della polizia e di un ufficio del RUVD [8] del quartiere Leninskij della stessa Nižnij Novgorod e dell'esplosione di una sezione investigativa nel quartiere moscovita di Kuncevo [9].

La semi-mitica organizzazione BORN (Boevaja Organizacija Russkich Nacionalistov [10]) “ha ammesso” l'omicidio dell'avvocato Markelov e della giornalista della “Novaja gazeta” Anastasija Baburova. C'è motivo di supporre che le persone che hanno inventato questo brand, il BORN, per personificare in qualche modo il terrore scatenato nel paese, siano complici anche dell'omicidio del giudice Èduard Čuvašov – l'unica vittima dei nazi fino ad oggi a far parte del “Sistema”.

I fascisti, certamente, hanno rivendicato anche altri omicidi di tutori dell'ordine, ma a dire il vero, non ci sono conferme, grazie a Dio. Ma il conto delle vittime degli attacchi dei membri dell'estrema destra agli edifici della polizia con bombe e bottiglie Molotov va per le decine. E i nazi inseriscono su Internet i dati personali e le fotografie degli agenti dei centri “È” [11], anche se proprio gli ufficiali delle direzioni della polizia per la lotta all'estremismo, presi dalla guerra con gli ecologisti e i liberali, hanno dormito sulla minaccia nazista.

Tattica

Non per caso abbiamo la BORN un'unione semi-mitica. La tattica di lotta con il regime scelta dai fascisti non presuppone alcune grande struttura legale o illegale, perché in ogni organizzazione si trova sempre posto per un traditore.

Negli ultimi tempi sempre più spesso nei siti dei nazi cominciano ad apparire e a diffondersi nel loro ambito (nel samizdat, per esempio) ampi testi sui cosiddetti autonomi. Cioè sui metodi di conduzione di una lotta terroristica con l'aiuto di piccoli – 2-3 persone – gruppi di combattenti ben preparati, messisi in una situazione illegale. In questo contesto gli ideologi del nazi-terrorismo fanno costante attenzione ai paralleli storici: le organizzazioni combattenti dei socialisti rivoluzionari, dei membri di Narodnaja Volja [12], che mantenevano la stessa tattica a scopo di cospirazione. E anche il senso delle eliminazioni dei rappresentanti del potere è scritto come in carta carbone – mettere paura allo stato e costringere la “massa di bestie” a riflettere e a scuotersi. “Un deputato liquidato è un colpo al sistema, idealmente – terrore nella verticale di potere” – citazione dai commenti ai “documenti programmatici” che è facile trovare in Rete. E sempre più spesso cominciano a balenare nei siti nazisti le formule: “Terrorista-nazionalsocialista”, “rivoluzione nazionale”, “terrore nazional-socialista”.

“La lotta illegale è l'attività di moby, brigate e BTO”. Bisogna chiarire questo schema tattico. I moby sono piccoli gruppi che si riuniscono di volta in volta per qualche azione concreta e momentanea. Di regola per attaccare persone di etnia non russa. Ed è composta dei famigerati allievi rapati di istituti tecnico-industriali. Il senso è addestrare la riserva combattente, ricordare alla gente comune che il fascismo è vivo e propriamente uccidere allo scopo di terrorizzare le comunità straniere. Le brigate si riuniscono per azioni più ampie. E le BTO - Boevye Terrorističeskie Organizacii [13] – sono le elite, che non lotta con i netturbini, ma con il regime: “Perché i netturbini chirghisi non valgono niente neanche per se stessi”.

Strategia

La propaganda della lotta con il regime in luogo degli omicidi di immigrati è stata condotta nell'ambito nazi negli ultimissimi anni. Le sue ammiraglie erano due siti web adesso chiusi del gruppo russo Combat18 [14] (anche di questo “Gruppo combattente di Adolf Hitler” ha scritto la “Novaja gazeta”) – questi erano molto visitati e venivano usati per la diffusione di testi programmatici e dichiarazioni di complicità in questa o quella “azione”.

E nel dicembre 2009 nei siti nazi è comparso il documento sistematico: “Il movimento di liberazione nazionale russo. Strategia-2020”. Cioè, cosa bisogna fare e come, per preparare la Russia per il 2020 al dominio dell'ideologia fascista. “La rivoluzione comincia con la comparsa di un nuovo tipo di persone – i rivoluzionari”, si dichiara in uno dei commenti in Rete, che, propriamente, da anche la formulazione finale dello scopo dichiarato.

La maggior parte dell'anno 2010 è passata e vediamo che il movimento di estrema destra ha cominciato a funzionare proprio così. Piccoli gruppi combattenti, che guardano a omicidi ed esplosioni come ad una forma dura di attività e agli incendi come ad una più delicata. I principali bersagli sono gli immigrati e gli organi per la tutela dell'ordine. Ma gli immigrati sono piuttosto per lo sfondo, per mantenere la temperatura tanto nella società, quanto tra i rinforzi che crescono, ma sono ancora inesperti.

Nel preambolo della “strategia” gli autori (si indicano vagamente come “combattenti del movimento”) notano che “il regime al governo non permette la formazione di un partito parlamentare dei nazionalisti”. “La lotta legale nell'ambito della legislazioni di occupazione è in un vicolo cieco”, si aggiunge nei commenti.

E poiché non riescono a lottare legalmente, gli autori della strategia parlano di contrapposizione armata al regime per “avere accesso con pallottole e bombe ai mezzi di informazione di massa e alla tribuna della Duma”. E minacciano i rappresentanti degli organi per la tutela dell'ordine: “Contrastandoci, voi (…) collaborate alla comparsa di più dure (…) organizzazioni clandestine nazionaliste militanti, che considerano proprio voi, spesso persone con volti e cognomi slavi, i loro principali nemici”. “Siamo costretti ad andare verso una situazione, in cui fra brevissimo tempo saranno indicati dal nostro movimento i “servitori dello Stato” che in un modo o in un altro collaborano all'occupazione della nostra terra”. “Tutta la categoria si può chiamare in generale servi del regime: gli agenti operativi, i funzionari degli organi locali… Giungendo ai processi, potrete facilmente scrivere FIO [15] e targhe delle macchine di chi imprigiona i vostri amici. Non ha affatto importanza chi siano per sangue questi operatori. Se sono russi, più dura dev'essere la punizione per il tradimento degli interessi della nazione da parte loro”,aggiungono i commenti su Internet.

Più avanti gli autori della “Strategia” istruiscono già i propri sostenitori: “Quelli di noi che sono specializzati in azioni dirette devono fare la massima attenzione al perfezionamento della propria esperienza di combattimento. Già ora è indispensabile dare ad ogni nazional-socialista maggiorenne un'arma da fuoco e insegnargli ad usarla meglio di come fanno gli agenti di polizia. Per i membri delle organizzazioni terroristiche militanti di nuova creazione è indispensabile non solo conoscere le ricette di preparazione delle sostanze esplosive, ma anche capire con freddezza dove e come usarli al meglio. Oggi la nostra scelta non è la quantità di combattenti, ma la loro qualità. Il tempo dei pogrom è passato da un pezzo, è giunto il tempo di colpi precisi ad obbiettivi importanti. Il futuro è dei rivoluzionari di professione, dei combattenti di professione”. E in qualità di “resistenza non professionale” gli autori raccomandano incendi di appartamenti, chioschi e automobili di immigrati.

Parallelamente, secondo gli ideologi, dev'essere condotta una “guerra mediatica”: “Bisogna attrarre gente che scrive e parla bene, capace, appoggiandosi a un vettore ideologico comune, di esporre le nostre posizioni, di valutare, discutere, convincere e di schiacciare le posizioni degli oppositori”. In conseguenza di tutto ciò, secondo il pensiero degli autori, dev'essere create “una classe politica capace di dominare nel proprio paese”.

Inoltre ai membri dell'estrema destra si raccomanda con insistenza di prender parte alle “Marce Russe” [16] e di partecipare alle proteste civili – a livello nazionale e locale. Ecco una significativa citazione della “Strategia”: “Ognuno determina da se sotto quali insegne stare: di opposizione o lealiste – dappertutto ci sono i nostri”.

E in effetti già ora l'attività combattente è coperta da gruppi di sostegno on-line e off-line e associazioni politiche semilegali, con cui ama giocare il potere ufficiale come se fossero organizzazioni “per i diritti umani”. I nazionalisti cercano di partecipare anche a diverse azioni sociali e politiche: emergono al Rečnik [17] o tra gli azionisti truffati

In generale la “Strategia-2020” non è comparsa all'improvviso. A quanto è noto, inizialmente si chiamava “2009-2011”. Ma passando per la revisione di membri più influenti del movimento, si è radicalizzata e ha cambiato nome, mirando a una prospettiva più lontana e sostanziale.

Dopo la correzione è comparsa anche una base ideologica: la mancanza di uno spazio politico legale, che presuppone il passaggio ad azioni dirette. “La gioventù russa è maturata fino a poter formare proprie strutture armate”. “Il movimento di liberazione nazionale prende forma di guerriglia armata contro il regime al governo”.

Fra l'altro uno dei partecipanti più attivi alla valutazione della “Strategia” in Rete e forse perfino suo coautore è una persona che si firma con lo pseudonimo “Gatto Nero”. Abbiamo dei motivi di supporre che dietro questo nome si nasconda Nikita Tichonov, imputato dell'omicidio di Stanislav Markelov e Anastasija Baburova.

…Non abbiamo voglia di fare conclusioni banali tipo: la mancanza di una politica pubblica porta a un'opposizione criminale. Questo, certo, è vero, ma non ha niente a che fare con il fenomeno che si annuncia con l'aiuto della “Strategia-2020”. Questa non è già più politica. Questo è terrorismo spietato, a capo del quale stanno militanti istruiti, ben addestrati, ideologicamente motivati, che perfino più dei wahhabiti [18] caucasici sono pronti a parlare con lo stato e la società nella lingua delle armi da fuoco.

Sezione investigativa

06.10.2010, “Novaja gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2010/111/00.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)

[1] Riferimento al verso, poi autocensurato, “Dietro un'alba rossa c'è un tramonto bruno” – che paragona il regime sovietico a quello nazista – della canzone Skovannye odnoj cep'ju (Legati da un'unica catena) del gruppo rock Nautilus Pompilius.

[2] Città della Russia centro-meridionale.

[3] Struttura per la difesa delle alte cariche.

[4] Grande mercato della zona nord-orientale di Mosca.

[5] Regione agricola della Russia centro-meridionale.

[6] Città della Russia centrale, la Gor'kij del periodo sovietico.

[7] Capitale della repubblica autonoma di Ciuvascia, nella Russia centrale.

[8] Rajonnoe Upravlenie Vnutrennich Del (Direzione di Quartiere degli Affari Interni), in pratica la sede della polizia di quartiere.

[9] Quartiere della zona occidentale.

[10] “Organizzazione combattente dei Nazionalisti Russi”.

[11] Cioè Èkstremizm, “estremismo”.

[12] “Volontà Popolare”, organizzazione terroristica socialista del XIX secolo.

[13] “Organizzazioni Terroristiche combattenti”.

[14] 18 sta per A-H (prima e ottava lettera dell'alfabeto latino), cioè Adolf Hitler.

[15] Familija Imja Otčestvo (Cognome Nome Patronimico), scritti ufficialmente in quest'ordine.

[16] Manifestazioni ultra-nazionaliste in teoria proibite.

[17] Insediamento abusivo di Mosca, demolito tra grandi proteste.

[18] Si legga “terroristi islamici”.

04 ottobre 2010

La destituzione di Lužkov e un paese che non cambia

Lužkov e il vuoto




Il sistema di potere statale in Russia è rapido a regolare i conti con chi per qualche motivo è decaduto. Agevolazioni e privilegi sono liquidati immediatamente e se la destituzione è provocata anche da motivi politici, l'ex potente funzionario diviene un vero reietto – lo rinnegano i compagni di lotta, intorno alla sua figura si crea un vuoto, il numero di “amici” si riduce al minimo.

Perfino Jurij Lužkov, quando non era ancora stato destituito, comparve alla seduta plenaria del forum di Jaroslavl' – appena prima dell'intervento del presidente – nei primi minuti intorno a lui si formò un profondo vuoto. Tra i partecipanti al forum c'erano molti alti funzionari e non proprio tutti erano pronti a sacrificare la carriera per dare la mano a un leone quasi caduto. E solo quando la stampa ha circondato il sindaco di Mosca con un fitto cordone è cominciato il movimento anche nelle masse dell'apparato: nella folla non era così terribile salutare un capo sotto cui la poltrona vacillava, ma non era ancora caduta.

Nel sistema politico russo la destituzione di una grande figura è una catastrofe. Sia politica, sia di apparato, sia personale, a volte anche per la vita quotidiana. Dai tempi di Stalin non è cambiato niente, se non si considerano “minuzie” come i processi pubblici, le fucilazione o in singoli casi una pallottola o una piccozza. In tempi più vegetariani queste sfumature sono state sostituite da una pensione ingloriosa o un “passaggio a un altro lavoro”. Peraltro con gli anni i nuovi incarichi divengono sempre più umilianti. Il “vicino a lui” Dmitrij Šepilov dal 1957 fu direttore e vice-direttore dell'Istituto di Economia della Repubblica Socialista Sovietica del Kirgizistan (!) e poi fu solo un semplice archivista. Aleksandr Šelepin dal 1967, dopo la sconfitta nello scontro di apparato con Leonid Brežnev, fu presidente del VCSPS [1] e poi vice-presidente del Comitato Statale per l'istruzione tecnico-professionale. Dal KGB all'Istituto Tecnico-Professionale la distanza è comunque enorme… Georgij Malenkov dopo la degradazione fu direttore della centrale idroelettrica di Ust'-Kamsk [2]. Vjačeslav Molotov fu ambasciatore in Mongolia. Degli altri non c'è niente da dire: “E il compagno Berija perse la fiducia” [3]. Le formule passano testualmente da častuški [4] vecchie di mezzo secolo ai decreti presidenziali della nuova era.

Neanche nelle cerimonie della nomenklatura cambia niente. Con il decreto di destituzione di Lužkov è giunto un messo poco notevole, senza volto. Ha semplicemente portato un pacchettino. Nel “Nuovo incarico” di Aleksandr Bek [5] tutti questi rituali della burocrazia sono descritti dettagliatamente: “Onisimov ricevette il pacchetto lungamente atteso. Aperta la busta con le forbici, lesse la carta. Sì, come supponeva, la richiesta con cui egli, ingegnere laminatore, si era rivolto al Comitato Centrale, – la richiesta che gli venisse offerto un qualsiasi lavoro secondo la sua specializzazione, – non era stata accolta. Da quel momento si metteva a disposizione del Ministero degli Esteri”.

In una società senza valori, in un ambito in cui le preferenze politiche sembrano un'assurda stramberia, sia la classe dei funzionari, sia la leadership politica sono senza valori e senza opinioni. Tra il potere centrale e Lužkov non c'è un conflitto di valori e neanche un conflitto di competenze. Più precisamente di tutti l'ha detto Boris Gryzlov [6], uno dei più vicini compagni di battaglia del sindaco di Mosca nella costruzione della verticale di cemento armato del partito al potere: Lužkov “ha dimenticato” il proprio posto nel sistema di potere statale.

Non ci si può porre al di sopra del sistema, questo non lo sopporta. E allora gli ex compagni e collaboratori ti rinnegano, il tuo partito fa finta di non conoscerti affatto e un ex sottoposto nella costruzione del blocco elettorale di altri tempi mormora qualcosa sui tuoi “errori”.

Fra l'altro, Lužkov avrebbe potuto difficilmente aspettarsi altro. Questi è carne della carne di questo sistema. E sa non meno degli altri da dove viene questo profondo vuoto, in cui si perde senza traccia anche l'automobile blindata di servizio con un debole faretto.

Andrej Kolesnikov
osservatore della "Novaja gazeta"


03.10.2010, “Novaja gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2010/110/13.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)

[1] Vsesojuznyj Central'nyj Sovet Professional'nych Sojuzov (Consiglio Centrale Pansovietico delle Unioni Professionali), l'organizzazione sindacale centrale.

[2] Località della Russia centrale.

[3] Nell'originale c'è una rima: tovarišč Berija vyšel iz doverija.

[4] Sorta di stornelli.

[5] Aleksandr Al'fredovič Bek, scrittore sovietico, la cui opera principale è il romanzo “Il nuovo incarico”.

[6] Boris Vjačeslavovič Gryzlov, presidente della Duma.

Il "meglio" delle chiavi di ricerca di luglio 2010

Devo recuperare...


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prosciutti dell'ovest
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"dio lo dona ai suoi amici nel sonno": vedi qui

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03 ottobre 2010